Immobili, mercato in ripresa e compravendite in crescita

Il mercato immobiliare a Bergamo e provincia è di sostanziale stabilità sia per valori che per numero compravendite che per quanto riguarda le quotazioni, con prezzi che si attestano sui valori del 2018. È questa la fotografia del settore scattata dalla nuova edizione, la 25esima, del Listino dei prezzi degli Immobili di Bergamo e provincia, realizzata da Fimaa, la Federazione italiana mediatori e agenti d’affari aderente ad Ascom Confcommercio Bergamo, in collaborazione con Adiconsum, Collegio dei Geometri e Geometri laureati di Bergamo, Consiglio Notarile di Bergamo, Appe-Confedilizia e con il patrocinio di Provincia di Bergamo, Comune di Bergamo e Università degli studi di Bergamo. Il listino offre un quadro completo sull’andamento del mercato (con ultime rilevazioni a novembre 2019), dando tutte le quotazioni per la compravendita e la locazione di appartamenti, box, uffici, negozi e capannoni della città e dell’intera provincia. La leva immobiliare è fondamentale per la ripartenza dell economia bergamasca, ha sottolineato il direttore Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini: “Se siamo cresciuti negli anni è grazie al settore immobiliare. Oggi più che mai l’ubicazione e la scelta della sede d’impresa e  dei servizi ad essa collegati è determinante per il successo. Anni fa, ad esempio, i canoni d’affitto elevati per bar e altre attività di somministrazione non erano determinanti, oggi con i margini ridotti dalla crisi, la leva immobiliare è fondamentale per garantire la sopravvivenza delle attività”. 

Nei primi sei mesi dell’anno il mercato ha visto una ripresa, segnando un +4,5% di compravendite, nel corso dell’ultimo semestre c’è stata una battuta d’arresto, ma il quadro complessivo è positivo. “Il mercato nonostante la congiuntura non sia delle migliori evidenzia non solo la resistenza del settore, ma anche la crescita delle compravendite- commenta Oscar Caironi, presidente provinciale Fimaa-Federazione italiana mediatori e agenti d’affari aderente ad Ascom-. Secondo le nostre previsioni il numero è destinato a salire e a superare quota 600mila contratti di vendita e acquisto immobili nel 2020. Gli investitori sono alla finestra, ma con un regime di tassazione favorevole. Il settore immobiliare, che vale il 19% del Pil, ha bisogno di maggiore attenzione per la stabilità del Paese”. 
C’è grande effervescenza nella compravendita di immobili fino a 170 mila euro e cresce il mercato del nuovo. Gli immobili di qualità, efficienti dal punto di vista energetico e inseriti in un bel contesto, trainano il mercato e si acquistano anche se sono ancora in fase progettuale e nonostante le quotazioni si attestino su buoni livelli. Per una casa in classe ‘A’ in città i bergamaschi spendono dai 250mila ai 400mila euro. E le condizioni favorevoli dei mutui, con interessi a tasso fisso vantaggiosi, favoriscono la destinazione di un budget più alto per la prima casa. La tendenza generale è infatti quella di acquisto di case di metratura più grande (cresce del 43% rispetto al 2018 chi acquista superfici da 100 a 125 mq) e più efficienti. “Gli appartamenti di ampia metratura in classe A4  e con consumi minimi sono preferiti a ville e case singole, dai costi di gestione decisamente elevati” commenta Enzo Pizzigalli consigliere Fimaa Bergamo. “Gli immobili ad alte prestazioni energetiche sono sempre più richieste dal mercato- ribadisce Mario Belotti del Collegio Geometri Bergamo- . Il problema è che gli immobili nuovi sono una minoranza e ad incidere sul consumo energetico sono immobili vetusti. Serve una burocrazia più snella per la riqualificazione e la rigenerazione degli edifici esistenti, una priorità per evitare inutili ed ulteriori consumi di suolo in favore del restyling di ciò che c’è già”. 

Tornano finalmente quest’anno gli  investimenti: “Il mercato fino a 100mila euro è  in ripresa- continua Pizzigalli-. Tornano gli investimenti che garantiscono ancora rendimenti al 7/8 per cento”. La proroga degli sgravi fiscali per la ristrutturazione contribuisce alla vendita di immobili datati degli anni Sessanta e Settanta: “In un mercato normale in cui l’ offerta supera la domanda uno degli aspetti fondamentali è quello della quotazione dell immobile, che deve essere in linea con i valori di mercato- precisa Pizzigalli- . Se si sbaglia la richiesta anche di 5/10mila euro gli immobili stanno sul mercato mesi senza nemmeno essere visti”.

In provincia tra i primi cinque comuni per numero di compravendite tre sono sull’asse Brebemi, a conferma di quanto la vicinanza ai principali snodi viabilistici incida sulle quotazioni: si vendono e acquistano più immobili a Treviglio, Caravaggio e Romano di Lombardia. ” E la sensazione è che la tendenza sia di uno sviluppo anche nei prossimi anni, data la presenza di ampie aree edificabili nella Bassa bergamasca, tradizionalmente vocata all’agricoltura- commenta Carlo Baretti, vicepresidente provinciale Fimaa specializzato nelle vendite fuori città- . Le quotazioni restano alte anche sul lago, con Lovere e Sarnico in testa. In montagna Foppolo e Bratto/Dorga a Castione della Presolana sono le località più ambite. Nell’hinterland Treviolo, Stezzano, Curno e Mozzo sono sempre più richieste, per la vicinanza all’ospedale e a superstrade e servizi. Il mercato tiene anche a Seriate e Dalmine”. 

Non conosce crisi in città il mercato delle locazioni, soprattutto con destinazione turistica. Sono in costante aumento i contratti di locazione per case vacanza, a scapito di quelli tradizionali. ” L’affitto di case vacanza e bed and breakfast è crescito nell’ ultimo anno del 20%- sottolinea Oscar Caironi-.  Ci auguriamo che le tasse non pagate da Airbnb vengano recuperate. A perdere, oltre allo Stato, è l’intero tessuto sociale, fatto di relazioni e scambio. Di questo passo le piazze non saranno più popolate da famiglie ma da turisti”. 

Il mercato commerciale è in crisi e la tassazione elevata- con lo spauracchio dell’incremento dell’Imu dal 7,6% all’8,6%- non contribuisce a migliorare il quadro.

A Val Brembilla mostra fotografica dedicata alle imprenditrici del terziario 

Fino a domenica 8 aprile il Padiglione Expo di Val Brembilla (l’ex struttura recuperata dal padiglione del Kuwait dell’Expo di Milano del 2015) ospita “Sguardi di donne, storie di commercio” mostra del fotografo bergamasco Sergio Nessi, promossa dal Gruppo Terziario Donna di Ascom con il patrocinio della Pro Loco Val Brembilla.
Trenta scatti rendono omaggio alla figura femminile per raccontarne lo spirito imprenditoriale; ritraggono altrettante donne al lavoro nei loro negozi, bar, ristoranti, uffici e aziende. In concomitanza con questa mostra si terrà anche la mostra fotografica “I commercianti della Val Brembilla”, dedicata alle botteghe e attività locali.

Aprendo la porta del negozio, dell’ufficio o dell’azienda si è percorso assieme qualche passo, condividendo racconti, esperienze, storie di vita. Lì, io e la mia macchina fotografica, abbiamo fatto il resto, cercando di fissare in un’unica immagine il senso e il significato di alcune vite viste attraverso una lente, la mia” dice il fotografo Sergio Nessi.

 




Distretto dei Colli e del Brembo. Torna il concorso gratta e vinci di Natale

Torna più ricco che mai il Grande Concorso di Natale del Distretto dei Colli e del Brembo che quest’anno valorizza sempre più gli acquisti dei consumatori con tantissimi premi in palio: basta fare una spesa di 10€ e ritirare uno dei 10.000 gratta e vinci distribuiti negli esercizi commerciali aderenti.
L’iniziativa coinvolge 64 commercianti degli 8 comuni del Distretto dei Colli e del Brembo (DID), ovvero Curno, Mozzo, Valbrembo, Paladina, Almè, Villa d’Almè, Sorisole e Ponteranica e ha lo scopo di sostenere e rafforzare il tessuto commerciale e valorizzare la ricchezza del territorio, dei suoi commercianti e dei prodotti di qualità che propongono ogni giorno ai consumatori.

Operatori del commercio, della somministrazione, del turismo e dei servizi degli 8 Comuni che costituiscono il DID, e i consumatori sono i protagonisti di questo progetto che rappresenta una grande occasione per tutti: la clientela potrà sbizzarrirsi nello shopping natalizio più sfrenato in un periodo dell’anno particolare e i commercianti potranno mostrare il valore dei loro prodotti e la vivacità del loro ruolo nel territorio, dove è il rapporto umano che fa la differenza e dove il momento dell’acquisto si accompagna al valore del contatto tra le persone.

Dall’abbigliamento all’oggettistica, dalla ristorazione all’accoglienza, dal fitness al benessere, dagli alimentari all’utensileria e poi ancora arredamento, oreficeria, pasticceria e prodotti da forno, bar, parrucchieri e molto altro per rispondere in modo ampio a qualsiasi tipo di esigenza richiesta dal consumatore: tante le categorie merceologiche coinvolte nel concorso e altrettanti i commercianti impegnati per la buona riuscita del progetto. I consumatori potranno così approfittare di questo speciale periodo dell’anno per accontentare i loro desideri e quelli dei propri cari, con regali per tutte le festività natalizie, tutte le fasce d’età e tutti i gusti, abiti speciali per le serate di festa, cene aziendali ma anche semplici aperitivi con gli amici.

Ai consumatori basterà quindi spendere un minimo di 10 € in un unico scontrino per ottenere uno dei 10000 gratta e vinci distribuiti tra i 64 esercizi commerciali aderenti all’iniziativa e partecipare così al Concorso che prevede un montepremi totale di 4000 €. Per ogni scontrino/ricevuta valido verranno consegnati al massimo 5 gratta e vinci, fino ad esaurimento.

I buoni spesa potranno essere utilizzati indistintamente presso tutti i punti vendita aderenti all’iniziativa dal momento della vincita fino al 31 gennaio 2020, e dovranno essere spesi ciascuno in un’unica soluzione. La consegna dei premi è condizionata alla presentazione dello scontrino fiscale e dell’originale gratta e vinci con la scritta “Hai vinto”. E come ogni anno i benefici che emergono dall’iniziativa non si evidenziano solo in ambito economico: il Grande Concorso di Natale è un’opportunità per creare relazioni e incontri e accrescere la passione per il proprio territorio.

Info: distrettocommercio.collibrembo@comune.curno.bg.it, www.facebook.com/distrettodeicolliedelbrembo

Ecco il numero e il valore dei premi dei Gratta e Vinci vincenti, tra i non vincenti:
n. 1 gratta e vinci da € 500
n. 1 gratta e vinci da € 300
n. 1 gratta e vinci da € 200
n. 3 gratta e vinci da € 100
n. 16 gratta e vinci da € 50
n. 12 gratta e vinci da € 20
n.166 gratta e vinci da € 10

 

 




Madre e figlia, in un video l’impresa donna tra generazioni

Ascom Confcommercio Bergamo ha presentato lunedì 2 dicembre alle 19.30, nell’esclusiva cornice del Castello della Marigolda di Curno, l’iniziativa “Madre e figlia. L’impresa donna tra le generazioni”. Il progetto, promosso dal Gruppo Terziario Donna, è nato la scorsa primavera con l’intento di valorizzare il rapporto madre-figlia nelle attività del commercio, del turismo e dei servizi di città e provincia.
Un video racconta a 30 voci, con 15 mamme e 15 figlie imprenditrici, il valore delle attività familiari, tra sacrifici, soddisfazioni, emozioni, supporto e inevitabili discussioni, come accade quando si lavora spalla a spalla. I riflettori sono puntati sulle storie di vita e lavoro di chi sta dietro un bancone, in cucina e tra i tavoli e attraversano più generazioni.
Lunedì sera, alla presenza di tutti i presidenti delle categorie rappresentate da Ascom Confcommercio Bergamo e delle protagoniste delle storie al femminile del terziario, si terrà la prima proiezione ufficiale del video.
Il trailer del video è pubblicato qui 

Per partecipare alla serata 035.4120203, direzione@ascombg.it




Crisi aziendali. Indennizzo anche per chi ha chiuso l’attività tra il 2017 e il 2018

Le attività commerciali che hanno cessato l’attività commerciale tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2018 possono richiedere un indennizzo. La nuova misura di aiuto è stata prevista con legge n.128 del 2 novembre 2019 (“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101 recante disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali”), pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 257 del 2 novembre 2019 (comma 2 art.2 D.Lgs. n. 207/1996).

Possono beneficiare dell’indennizzo:

– titolari (anche in forma societaria) o coadiutori di attività commerciale al minuto in sede fissa, anche abbinata ad attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;

– titolari (anche in forma societaria) o coadiutori di attività commerciale su aree pubbliche, anche in forma itinerante:

– titolari (anche in forma societaria) o coadiutori di attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande;

– agenti e rappresentanti di commercio

Sono esclusi dall’indennizzo:

– Gli esercenti attività commerciali all’ingrosso, salvo che l’attività sia prestata congiuntamente ad un’attività di vendita al dettaglio a prescindere dal criterio di prevalenza. Pertanto, possono beneficiare dell’indennizzo i titolari di imprese che esercitano contemporaneamente plurime attività commerciali, come avviene, ad esempio, nei casi di esercizio congiunto di commercio all’ingrosso e al dettaglio.

– In tali casi, indipendentemente dalla loro prevalenza, ciò che rileva è che il soggetto richiedente, al momento della cessazione dell’attività, eserciti un’attività indennizzabile;

– Gli esercenti le attività commerciali effettuate al di fuori dei tradizionali negozi di vicinato, banchi o mercati (es. il commercio elettronico, la vendita presso il domicilio dei consumatori, la vendita per corrispondenza o tramite televisione, la somministrazione o vendita di alimenti e bevande in luoghi non aperti al pubblico effettuata esclusivamente a favore di coloro che hanno titolo ad accedervi, ad esempio, scuole, ospedali, circoli privati, mense aziendali);

– Gli esercenti attività di intermediazione diversa da quella prevista dalla legge n. 204/1985 quale, ad esempio, quella svolta da procacciatori e agenti d’affari, agenti assicurativi, agenti immobiliari, promotori finanziari.

L’erogazione dell’indennizzo deve essere richiesta con riferimento all’ultima attività commerciale cronologicamente cessata; pertanto, non può fruire del beneficio il soggetto che, dopo aver cessato un’attività di commercio rientrante nell’ambito di applicazione della norma, abbia successivamente cessato un’altra attività non indennizzabile.

I requisiti richiesti

Per ottenere l’indennizzo, al momento della domanda amministrativa occorre possedere i seguenti requisiti:

– Aver compiuto 62 anni di età, se uomini, e 57 anni di età se donne

– risultare iscritti al momento della cessazione dell’attività, per almeno 5 anni anche non continuativi, come titolari o coadiutori, nella gestione speciale commercianti Inps;

– aver cessato definitivamente l’attività commerciale;

– aver riconsegnato al comune l’autorizzazione per l’esercizio dell’attività commerciale al minuto, oppure quella per l’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, o entrambe nel caso di attività abbinata.

Attenzione: Oltre ai requisiti sopra indicati, il titolare dell’attività deve avere effettuato la cancellazione del registro delle imprese presso la Camera di Commercio o dal Repertorio Economico Amministrativo REA (per gli agenti e rappresentanti di commercio in seguito alla soppressione del relativo Ruolo è stata inserita nella struttura del REA un’apposita sezione).

Decorrenza del trattamento

L’indennizzo spetta dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della relativa domanda. Poiché la cancellazione dal Registro delle imprese è una condizione essenziale, nel caso questa abbia una data successiva alla domanda di indennizzo, la decorrenza dovrà essere differita al primo giorno del mese successivo all’avvenuta cancellazione.
La decorrenza degli indennizzi reintrodotti dalla Legge 145/2018 non potrà essere, in ogni caso, antecedente al 1° febbraio 2019, primo giorno del mese successivo alla data di entrata in vigore della legge di bilancio 2019.

Presentazione delle domande

La domanda deve essere presentata con modalità telematica, tramite i consueti canali.

Durata

L’indennizzo spetta sino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia (cioè sino al compimento dei 67 anni di età) qualore il titolare abbia il requisito contributivo per il pensionamento (di regola sono 20 anni) al compimento dell’età pensionabile e per l’accesso alla pensione di vecchiaia siano previste le cosidette finestre di accesso, l’indennizzo spetterà fino alla prima decorrenza utile alla pensione di vecchiaia.

Compatibilità/Incompatibilità

L’indennizzo è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività di lavoro autonomo, subordinato o occasionale. La violazione di questa condizione comporta la decadenza della prestazione con impossibilità di ripristinare l’erogazione dell’indennizzo anche qualora venga rimossa la causa ostativa.

Non costituisce invece causa di incompatibilità la qualifica di “socio accomandante” di una società in accomandita semplice.

L’indennizzo è compatibile con la percezione di altri trattamenti pensionistici diretti e in particolare:

– Pensione “Quota 100”

– Pensione Anticipata con requisiti standard (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; 41 anni e 10 mesi le donne),

– Assegno Ordinario di invalidità/Pensione di Inabilità

– Assegno Sociale (pertanto l’indennizzo può essere concesso anche al titolare di AS. Tuttavia il diritto all’Assegno Sociale è soggetto al fatto che il beneficiario non possegga redditi propri – salvo alcune esclusioni, tra cui non compaiono gli indennizzi – o possegga redditi di importo inferiore a quello annualmente determinato dell’assegno sociale. Ne deriva che per il 2019 la percezione dell’indennizzo comporta nella maggior parte dei casi la revoca dell’assegno se si supera il limite reddituale annuale di 5.954,00 euro).

Leggi la circolare completa qui

Per informazioni e per avere assistenza nella domanda, contattare l’Ufficio Enasco presso Ascom Confcommercio Bergamo, tel. 035.4120302, enasco.bg@enasco.it. (via Borgo Palazzo 137, orari lunedì, martedì, giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 13.30 alle 17, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 13).

 




Fallimenti, auto inquinanti e Pos. Fogalco vara interventi su misura

Credito. Linee dedicate per le attività alberghiere rimaste coinvolte nel caso Thomas Cook. Proposte anche per chi deve cambiare vettura e per abbattere i costi sui pagamenti elettronici traffico». Le tre linee di finanziamento (albergatori, agenti di commercio e tassisti) sono destinate alle imprese con almeno tre anni di operatività e con adeguato merito creditizio (cash flow adeguato e regolarità Centrale Rischi Banca d’Italia), senza vincolo di apertura di nuovo conto corrente.
L’importo massimo richiesto è di 30 mila euro e durata minima di 12 mesi estendibile fino a un massimo di 60 mesi.

Per accedere alle linee di credito agevolato, le imprese alberghiere devono garantire un fatturato dieci volte superiore
alla richiesta di finanziamento, mentre per agenti e rappresentanti il requisito è di poter contare su provvigioni doppie rispetto all’importo finanziato.
Oltre all’accesso a finanziamenti, resta centrale per le imprese il tema delle commissioni bancarie richieste per i pagamenti elettronici. Fogalco – grazie all’accordo sottoscritto dalla Federazione Confcommercio Fipe, che rappresenta
«Con l’aumento dei pagamenti digitali non c’è alcuna ragione che i costi di transazione restino così alti e continuino a pesare sulle nostre imprese – sottolinea Antonio Arrigoni -. In attesa del tanto auspicato piano di azzeramento o riduzione delle commissioni annunciato dal governo, non ci stanchiamo mai di sensibilizzare il sistema bancario e di cercare di chiudere accordi vantaggiosi per i nostri associati con gli istituti di credito». Tra le tipologie di finanziamento oggetto dell’accordo Fipe-Intesa Sanpaolo, oltre ad agevolazioni per investimenti e la dilazioni dei pagamenti nel tempo (finanziamento-tandem) è di particolare interesse il plafond di 100 milioni di euro dedicato ai soci che vantano crediti nei confronti di Qui!Group, società emettitrice di buoni pasto che con il suo fallimento ha messo in ginocchio tante imprese bergamasche, con 2 milioni di euro complessivi da riscuotere.

Per maggiori informazioni: 035.4120321 info@fogalco.it




Abusivismo, contraffazione e concorrenza sleale Zambonelli: “L’illegalità è un danno per tutti”

Giovanni Zambonelli

Costa oltre 30 miliardi di euro l’illegalità nel commercio e nei pubblici esercizi. E mette a rischio 197 mila posti di lavoro regolari. Questa la stima per il 2019 elaborata da Confcommercio in occasione della giornata “Legalità ci piace”, cui ha preso parte a Roma oggi anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. In base ai dati raccolti dall’indagine- affidata a Format Research e presentata da Mariano Bella, direttore Ufficio Studi Confcommercio Imprese per l’Italia- emerge che le perdite in termini di fatturato ammontino a 30,2 miliardi, pari al 6,4% del fatturato complessivo. Un costo enorme dettato non solo all’incidenza di abusivismo, contraffazione taccheggio ma anche alla criminalità. Di contro, la stima del fatturato delle attività abusive e irregolari ammonta a circa 8,7 miliardi. E gran parte degli affari prospera sul web.
“L’illegalità produce un danno enorme non solo alle nostre imprese ma a tutti- commenta Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo-. Si traduce in concorrenza sleale, riduzione del fatturato e, a cascata, dell’occupazione. Le imprese del terziario subiscono contraffazione, abusivismo, furti, rapine ed estorsioni. Operiamo in un territorio che, grazie all’impegno delle forze dell’ordine, tutela la legalità. Ma siamo consapevoli della presenza di infiltrazioni. Per questo continuiamo a rinnovare l’impegno delle nostre imprese a collaborare con le istituzioni per salvaguardare l’intero sistema”.

I DATI PRINCIPALI DELL’INDAGINE

Il quadro nazionale

In Italia la contraffazione è in continua crescita: nel 2019 quasi un consumatore su tre (30,5%) ha acquistato un prodotto contraffatto o usufruito di un servizio illegale (+ di 3,7 punti percentuali rispetto al 2016 e +4,9 punti in confronto al 2013). In aumento rispetto al passato l’acquisto illegale di abbigliamento (+9,4 punti sul 2016), prodotti farmaceutici (+2,8), prodotti di intrattenimento (+1,5), pelletteria (+0,4), e giocattoli (+0,3). In crescita l’utilizzo del web in prevalenza per: giocattoli (+12,1 punti), prodotti di pelletteria (+10,5) e capi di abbigliamento (+9,0). Attraverso il web passa gran parte dell’intrattenimento (89% della musica, film, abbonamenti tv, etc.) e quasi la metà (47,9%) dei servizi turistici (alloggio, ristorazione, trasporti) illegali.
Per la maggior parte dei consumatori l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato a motivi di natura economica (70%) ed è ritenuto «normale» (73%), una tendenza diffusa in prevalenza tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Oltre il 90% dei consumatori è consapevole dei rischi dell’acquisto illegale e degli effetti negativi di questo fenomeno. Il 66,8% dei consumatori è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti.

Lo studio relativo alla macro area Nord Ovest

Il trend della contraffazione. Leggermente inferiore al dato nazionale (30,5%) la percentuale dei consumatori che acquistano prodotti contraffatti nel Nord Ovest che si attesta al 28,8%.

I prodotti contraffatti più acquistati e l’utilizzo del web. I prodotti contraffatti maggiormente acquistati dai consumatori del Nord Ovest sono: abbigliamento (55,5%), alimentari (31%) e i prodotti farmaceutici (28%). Rispetto al dato nazionale i prodotti contraffatti più acquistati sul web nel Nord Ovest sono: i biglietti piratati (+10 punti percentuali), i giocattoli (+3,5%) e i prodotti di elettronica (+2,8%).

Le ragioni dell’acquisto illegale. Per la maggior parte dei consumatori del Nord Ovest l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato alla possibilità di «fare un buon affare» (78%, superiore al dato nazionale del 68%) e per motivazioni di natura economica (55% contro il 70% del dato nazionale). Sostanzialmente in linea con il dato nazionale la percentuale dei consumatori del Nord Ovest che ritengono rischioso acquistare prodotti contraffatti (91,2% rispetto al 91,4% dell’Italia)

Il livello di informazione. Il 60,6% dei consumatori è informato sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative in caso di acquisto di prodotti contraffatti

Identikit del consumatore «illegale»: nel Nord Ovest è in prevalenza donna (55,4%), dai 25 anni in su, ha un livello d’istruzione medio (per il 57,2%), è soprattutto impiegato, pensionato o operaio (per l’80,9%).

La percezione sui fenomeni criminali. Tra i fenomeni criminali percepiti maggiormente in aumento dalle imprese del terziario di mercato del Nord Ovest: abusivismo (33%, sostanzialmente in linea con il dato Italia del 34%), furti (28,8%, in linea con il dato nazionale del 29%) e la contraffazione (26%, decisamente inferiore rispetto al dato nazionale del 34,8%).

Le imprese danneggiate dall’illegalità. Il 64,9% delle imprese del Nord Ovest si ritiene danneggiato dall’azione dell’illegalità, percentuale leggermente inferiore rispetto al dato nazionale (66,7%).

Gli effetti della contraffazione e dell’abusivismo. La concorrenza sleale (52,4%, decisamente inferiore al dato nazionale) e la riduzione dei ricavi (37,3%, in linea con il dato Italia) sono gli effetti ritenuti più dannosi dalle imprese del Nord Ovest.

FOCUS SULLE IMPRESE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO

Le imprese del commercio e il taccheggio. Il 75,5% delle imprese del commercio al dettaglio del Nord Ovest è stato vittima almeno una volta in passato di un episodio di taccheggio. La percentuale è più elevata rispetto al dato nazionale del 69,3%. Le imprese del Nord Ovest che lamentano un aumento del fenomeno del taccheggio sono il 16%, dato inferiore rispetto alla media nazionale del 24,1%. Il 67% degli esercizi commerciali del Nord Ovest si è dotato di misure anti-taccheggio (il dato è decisamente superiore rispetto alla media nazionale del 55,8%), di cui il 48% di dispositivi anti-taccheggio e il 25,5% in formazione del personale.




Fiducia in calo per le imprese bergamasche. E si raffreddano i rapporti con le banche

Il clima di fiducia, complice l’incertezza politica e l’andamento generale dell’economia, peggiora. Più del 29% degli imprenditori bergamaschi del terziario evidenzia una preoccupazione maggiore rispetto alla prima parte dell’anno. Ma la previsione per i prossimi mesi è di sostanziale stabilità. Il quadro, in un contesto italiano che evidenzia quanto a fiducia la punta più bassa degli ultimi tre anni, è decisamente più roseo a queste latitudini; gli indicatori si confermano migliori a Bergamo anche rispetto al Nord-ovest. In generale, si tratta di una tenuta del settore, frutto di una crescita dell’8% del commercio, turismo e servizi, rilevata negli ultimi dieci anni (contro il 5% medio nazionale). Il clima di incertezza sembra dettato dalla flessione dei ricavi, mentre migliorano occupazione e i tempi di pagamento dei clienti.

Sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca che Ascom Confcommercio Bergamo ha affidato a Format Research per fotografare la salute del terziario, con particolare attenzione ad uno dei temi da sempre cruciali per la sopravvivenza delle imprese: il credito. Sul fronte finanziario si evidenzia – in un quadro di leggero calo della domanda di credito- un raffreddamento dei rapporti delle pmi del terziario con il sistema bancario. Cala leggermente il numero delle imprese che ha ottenuto la cifra desiderata attraverso finanziamento. Peggiorano le condizioni del credito: i costi aumentano e le richieste da parte del sistema bancario sono più stringenti.

I PRINCIPALI INDICATORI RILEVATI DALLA RICERCA

Clima di Fiducia

Peggiora la fiducia delle imprese del terziario della provincia di Bergamo, sia con riferimento all’andamento dell’economia italiana (con indicatore che scende da 44 a 42,2 e il 29,3% degli imprenditori che evidenzia maggiore preoccupazione), complice il quadro politico, sia per quel che riguarda l’andamento della propria impresa (da 51 l’indice scende a 49,8 e la previsione è di un ulteriore lieve calo a 49 nella fine del 2019 e per i primi mesi del 2020).

Andamento congiunturale

Il clima di incertezza è in parte imputabile all’andamento dei ricavi, giudicati in lieve flessione (l’indice scende dal 53,5 al 52,1 con il 20,3% delle imprese che evidenzia un peggioramento rispetto al semestre precedente). La previsione per i prossimi mesi a cavallo tra il 2019 e il 2020 è di una sostanziale stabilità (indice sempre a quota 52).

Migliora leggermente la situazione relativa all’occupazione, l’indicatore rallenta la dinamica di crescita che aveva caratterizzato l’ultimo periodo (sale a quota 50,7 da 49,4 del semestre precedente. Il 9% degli imprenditori evidenzia un miglioramento, solo il 7,6% un peggioramento)

ma regge in vista dell’ultima parte dell’anno fino a marzo (indicatore a 50).

Sostanzialmente stabili i prezzi praticati dai fornitori secondo la percezione delle imprese del territorio (sarà così anche nei prossimi sei mesi) e migliora ancora l’indicatore relativo ai tempi di pagamento da parte dei clienti (le tempistiche si accorciano per il 30,6% degli imprenditori e restano uguali per il 64,2%).

In questo contesto, si abbassa leggermente la quota di imprese che negli ultimi sei mesi sono riuscite a far fronte al proprio fabbisogno finanziario (la liquidità migliora per il 21,1% delle imprese, peggiora per il 2,9%; l’indice scende da 60,5 a 59,1 con previsione a 59).

Osservatorio sul credito

Diminuiscono le imprese che si rivolgono al sistema bancario (la domanda di credito fa registrare un lieve calo generalizzato, il 28% contro il precedente 28,8%). Quanto all’andamento del finanziamento, è in diminuzione infatti la percentuale di risposte positive a fronte della richiesta di credito: il 61,2% delle imprese ha ottenuto la cifra desiderata, rispetto al precedente 62%.

Tra le imprese che si recano in banca per chiedere un fido, un finanziamento o la rinegoziazione di un prestito, è in aumento la percentuale di quelle che lo fanno per esigenze di liquidità e cassa (il 45,2% delle aziende contro il 43% del semestre precedente). In leggero calo anche gli investimenti che interessano il 39,9% degli imprenditori (prima erano il 40,7%).

Sono dunque in peggioramento i giudizi delle imprese del terziario anche per quel che riguarda le condizioni alle quali il credito viene concesso (dal costo del finanziamento, alle garanzie richieste): l’indice scende dal 53,4 al 51,7 anche se la percentuale di chi rileva un miglioramento dei costi (il 16,2%) supera chi evidenzia un inasprimento (12,8%). In lieve peggioramento l’andamento del costo dell’istruttoria (da 42,9 a 42; per il 22,1% i costi e altre spese accessorie sono aumentati) e della durata del finanziamento (da 52,0 a 49,9; peggiora per il 14,3%).

Le richieste di garanzie da parte delle banche sono sempre più stringenti: per un’impresa su quattro (24,9%) peggiorano. Anche i costi aumentano: per il 18,3% delle imprese che hanno richiesto fido o finanziamento le condizioni peggiorano (l’indice passa a 49,3 contro il 50,9).

Scenari e trend nazionale, a Bergamo la situazione è più rosea che altrove

Il 66% delle imprese della provincia di Bergamo opera nel commercio, turismo e servizi, che rappresenta una fetta estremamente importante dell’economia del territorio pur essendo al di sotto della media nazionale (il 74% delle imprese italiane , 2,6 milioni di insegne, opera nel terziario, il 34% nei servizi, il 31% commercio, il 9% turismo). Sono 46.026 (Elaborazione Format Research su dati Istat 2019) e operano per il 34% nei servizi (in linea con dato nazionale), il 25% nel commercio e il 7% nel turismo.

Il terziario nell’ultimo decennio è cresciuto a Bergamo dell’8% (contro il 5% della media nazionale), assorbendo parte del tessuto imprenditoriale deteriorato di agricoltura e industria. Nella provincia di Bergamo il commercio è cresciuto dell’1% (mentre in Italia è calato dal 2%) e i servizi del 13% (contro il +12% italiano). Crescita a doppia cifra per effetto-Orio per il turismo che segna il +17% (in lieve calo rispetto alla media italiana).




Il negozio di vicinato, un valore da difendere

Lo studio realizzato per Regione Lombardia sullo stato dei distretti della bergamasca ha evidenziato un humus particolarmente felice della nostra esperienza bergamasca: su 28 distretti certificati, 25 hanno confermato la volontà di proseguire questa esperienza territoriale.
Nel predisporre nei mesi scorsi le relazioni su quanto è stato fatto in questi anni, e soprattutto su cosa si vuol fare nel futuro, sono emersi alcuni spunti che meritano una riflessione.
Incominciamo con il dire che i distretti devono avere un’anima e valori e principi che sono la bussola per intraprendere qualsiasi azione tesa alla salvaguardia dei negozi di vicinato e alla definizione delle sfide per i prossimi anni.

Principi e valori sono alla base di qualsiasi scelta operativa e danno il senso del fare. Sono il collante di un patto tra il pubblico, amministrazioni comunali, privato, operatori commerciali e non per ultimo, i consumatori. Ma quali sono i principi e i valori a cui attenersi per una politica commerciale?

I negozianti sono sempre i primi a sostenere le iniziative del territorio; acquistando sotto casa si aiuta l’economia e l’occupazione locale e si rispetta l’ambiente poiché si limitano gli spostamenti fuori dal comune con diminuzione dell’inquinamento.

I negozi di vicinato garantiscono un presidio per la sicurezza dei nostri paesi perché creano relazioni umane e personali; forniscono servizi importanti specialmente per le persone con mobilità ridotta. Il negoziante sotto casa conosce molto bene il prodotto che vende ed è in grado di fornire consigli utili e personalizzati. Avere a disposizione un negozio vicino a casa significa comperare solo la quantità necessaria, evitando così inutili sprechi, e risparmiare tempo che si può dedicare a sé e alla propria famiglia.

Sono spunti semplici ma danno la misura di come oggi i negozi tradizionali esercitino anche una funzione sociale e per questo debbano trovare sostegno dalla pubblica amministrazione.
I tavoli dei distretti servono anche a questo: qualsiasi scelta di politica amministrativa ha delle ripercussione concrete sulla vita dei negozi ed è per questo che valori condivisi possono indicare la via per scelte lungimiranti.

È  indubbio che l’attualità ci regala un contesto che vede il commercio di vicinato indebolito, non solo dalla crisi economica, ma anche da scelte di sviluppo urbanistico spesso lontane da una corretta pianificazione. In particolare le scelte insediative dei grandi formati commerciali sono diventate determinanti per decidere l’uso del territorio, generando troppo spesso un uso distorto delle funzioni commerciali a scapito dei centri storici.
Non possiamo aver a cuore i negozi di vicinato se non si adotta una pianificazione urbanistica che sviluppi in modo armonico le funzioni commerciali e non sia uno strumento per “far cassa” attraverso insediamenti della media e grande struttura di vendita.

La tecnologia digitale sta trasformando il tessuto sociale e le abitudini di acquisto dei negozi tradizionali, ridefinendoli come luoghi fisici e non virtuali dove nascono esperienze uniche e coinvolgenti. Conoscere e usare queste tecnologie è decisivo per migliorare le performance e aumentare i profitti delle proprie aziende. Se sostenuti dalle amministrazioni pubbliche, i negozi diventano uno strumento di rigenerazione urbana per combattere la desertificazione commerciale dei centri storici e fornire servizi di prossimità alla popolazione residente.

Negli ultimi mesi questi temi sono stati al centro degli incontri con le amministrazioni comunali e i comitati dei commercianti, in cui ci siamo trovati a studiare le nuove proposte per Regione Lombardia da inserire nei futuri bandi dedicati ai distretti commerciali.

Un lavoro meticoloso, a volte faticoso, che è servito a delineare linee guida per una nuova stagione di impegno nel territorio bergamasco per salvaguardare il negozio 4.0 ovvero il negozio che guarda al futuro.




Si accende il Natale in centro Piacentineye, luci e superabeti

Sergio Gandi, Nicola Viscardi, Francesco Perolari e Oscar Fusini (da sx)

Per il quarto anno consecutivo l’atmosfera natalizia accende il Quadriportico del Sentierone. L’albero di Natale PiacenPino, un magnifico abete del Caucaso di 8 metri, raduna ai suoi piedi la città, pronti ad assistere alla sua maestosa accensione, oggi sabato 23 novembre. Un programma ricco di appuntamenti darà inizio ufficialmente al Natale sul Sentierone, tra lo show di Maurizio Amigoni, i canti del Minicoro Monterosso, la foto con Babbo Natale, lo spettacolo di palloncini, truccabimbi a tema natalizio, animazione e una gustosa merenda.  Sabato 23 prende il via anche il contest fotografico per lo scatto con la cabina fotografica Photo booth che conquista più like su Instagram dalla ruota panoramica PiacentinEye. Ogni settimana la foto vincitrice, postata con hasthtag “Piacentineye” e il tag “immobiliaredellafiera”, riceverà in omaggio cinque biglietti per vedere Bergamo dall’alto e fare un giro sulla ruota panoramica. Il 30 novembre la caccia al tesoro “Piacentinopoli” tra le bellezze del Centro Piacentiniano, realizzata in collaborazione con Mille Baby, farà scoprire ai più piccoli gli edifici storici del salotto di Bergamo, progettato dall’architetto Marcello Piacentini per dare un volto moderno alla vecchia Fiera di Sant’Alessandro, destinato a diventare il cuore pulsante della città. Al termine della caccia al tesoro seguirà la rappresentazione teatrale “Marcello Piacentini e la sua storia a Bergamo” del gruppo Branca Lèon. 

In attesa dell’accensione del maxi abete in Piazzetta Piave, Francesco Perolari, consigliere delegato di Immobiliare Fiera, ha ricordato l’anima “green” dell’iniziativa: “Il PiacenPino illuminerà il centro ma poi tornerà nel suo habitat naturale, dove verrà sapientemente ripiantato per salvaguardare l’ambiente”. Il vicesindaco Sergio Gandi ha tenuto a puntare i riflettori sull’impegno per risollevare l’area: “Grazie al lavoro in sinergia con istituzioni e imprese quest’area si è risollevata e sta tornando ad essere simbolo città”. “Gli eventi, realizzati grazie alla collaborazione di tutti, ravvivano l’atmosfera natalizia e ci auguriamo che riportino la gente in centro” ha spiegato il presidente del Distretto Urbano del Commercio Nicola Viscardi. Il direttore Ascom Confcommercio Bergamo Oscar Fusini ha aggiunto: “Le iniziative di Natale non risolvono i problemi del commercio, ma evidenziano gli sforzi di tutti, anche economici, per rivitalizzare il centro. Con tutte queste iniziative accendiamo luci e Natale, ma purtroppo sono ancora troppe le saracinesche abbassate e le luci spente. E’ ora che i proprietari di immobili rivedano i canoni di affitto, a sostegno del commercio ma anche della città, perchè per ogni negozio che chiude si spegne una via”.