Intesa-Ubi, estensione moratoria fino a 24 mesi per le imprese del turismo

Giovanni Zambonelli

Ascom Confcommercio Bergamo saluta con grande favore l’estensione da parte di Intesa San Paolo della moratoria ai clienti Ubi Banca per le imprese del settore turistico, duramente colpite dall’epidemia e dal lockdown e ancora in difficoltà L’operazione assicura infatti il prolungamento fino a 24 mesi della moratoria per le imprese del turismo che ne facciano richiesta entro il 30 settembre. L’estensione prevede il coinvolgimento di tutte le principali organizzazioni imprenditoriali del settore ricettivo, a partire da Federalberghi Confcommercio. Oltre alle 23mila imprese clienti di Intesa che hanno già aderito al rinvio dei pagamenti, la possibilità è offerta anche a circa 20 mila realtà di Ubi operanti nel settore.
“È una decisione molto importante che va in aiuto al settore più colpito dalla pandemia – commenta Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo, alla guida del Gruppo Albergatori-. Il rinvio di due anni dei pagamenti rappresenta un’opportunità per il comparto, nella speranza di una ripresa futura dell’economia e di una ripartenza del turismo”. L’operazione- a Opas di fatto conclusa ma che si perfezionerà nella prossima primavera- segna la vicinanza del sistema bancario alle imprese: “Un passo importante, che ci auguriamo prosegua la tradizionale vicinanza di Ubi al territorio e alle sue imprese”. Il settore è in affanno e non intravede prospettive di miglioramento: “Confidiamo nel turismo invernale in montagna e in una ripresa nella prossima primavera in città e nell’hinterland- continua Zambonelli-. Speriamo che l’impegno di VisitBergamo nella promozione del territorio, riporti i turisti in città e provincia”.




Agenti di commercio: “Il governo sblocchi l’anticipo del tfr”

Fabio Fracassi

“Il tempo è quasi finito: migliaia di agenti di commercio del nostro territorio sono in grandissima difficoltà, il Governo deve dare una risposta e deve farlo ora”

Così Fabio Fracassi, vicepresidente del Gruppo Agenti di Commercio Ascom Confcommercio Bergamo, rilancia il nuovo appello  di Alberto Petranzan, presidente di Fnaarc (Federazione nazionale associazione agenti e rappresentanti di commercio) Confcommercio al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.

Petranzan, coordinatore della coalizione Enasarco del Futuro – candidata alle prossime elezioni Enasarco – e presidente di Fnaarc, in un video è infatti tornato a chiedere di dare il via libera allo sblocco dell’anticipo del Firr, il trattamento di fine rapporto, per gli agenti.

“Moltissimi agenti di commercio non hanno potuto accedere al contributo pubblico di 1.000 euro a causa del differimento nel pagamento delle provvigioni, e sono in crisi di liquidità” spiega Petranzan.

Per far fronte alla crisi Enasarco, l’Ente previdenziale della categoria, ha deliberato la possibilità di richiedere un anticipo del Firr, il trattamento di fine rapporto, destinando 450 milioni agli agenti di commercio e ai consulenti finanziari. 

“Le parti sociali rappresentanti degli agenti e delle case mandanti hanno concordato un anticipo del 30% del Firr per gli agenti, Enasarco è pronta ad erogare questo 30% (su proposta della coalizione Enasarco del Futuro), manca solo la firma” l’appello video di Petranzan al Ministro Catalfo.

“Siamo stati tra i professionisti più colpiti dall’emergenza Covid. E’ importante che la situazione si sblocchi e che questa firma arrivi il prima possibile, perché la crisi di liquidità per molti rischia di diventare irreversibile, e non possiamo permetterlo” conclude Fabio Fracassi,  vicepresidente del Gruppo Agenti di Commercio Ascom Confcommercio Bergamo. 




Ecco le ultime scadenze dei bandi dei distretti

Roberto Ghidotti

I tempi stringono per la presentazione delle domande per ottenere il contributo delle spese sostenute dai piccoli negozi e pubblici esercizi di città e provincia per riorganizzare e riqualificare le loro attività. Sono oltre 22 i milioni di euro messi a disposizione dalla Regione per la ricostruzione economica del commercio nei distretti lombardi, messi a dura prova dalla pandemia. Il Distretto Urbano del Commercio Bergamo Centro riceverà 170mila euro, per tutti gli altri distretti della provincia la quota sarà di 100 mila euro.

il 30 settembre. La misura fa infatti sinergia con il programma di opere pubbliche per la riqualificazione urbana immediatamente messe in cantiere grazie alle risorse messe a disposizione dei Comuni da Regione Lombardia.

Per maggiori informazioni e consulenza per la presentazione delle domande: Roberto Ghidotti 035.4120201 roberto.ghidotti@ascombg.it

 

LE ULTIME SCADENZE DEI BANDI DEI DISTRETTI

12 settembre

Isola Bergamasca (Calusco d’Adda, Sotto Il Monte, Carvico, Villa d’Adda)

29 settembre

Romano di Lombardia

30 settembre

Commercio Lexena (Bonate Sopra, Bonate Sotto, Presezzo)

Ville e Torri dell’Isola (Ponte San Pietro, Ambivere, Mapello, Terno D’isola, Brembate Sopra)

5 ottobre

Distretto delle Torri (Trescore Balneario, Cenate Sotto, Gorlago)

6 ottobre

Seriate

15 ottobre

Bergamo Centro

525 (Dalmine, Osio Sopra, Treviolo, Lallio)

Lake & Hills Alto Sebino (Lovere, Castro, Pianico, Solto Collina, Sovere)

Morus Alba (Stezzano, Azzano San Paolo, Grassobbio, Orio al Serio, Zanica, Levate)

Dei Castelli e Fontanili Della Bassa (Cologno Al Serio, Urgnano, Spirano, Morengo, Bariano, Pagazzano , Fornovo, Castel Rozzone, Lurano)

19 ottobre

Fontium et Mercatorum (San Pellegrino, Bracca,Serina, Costa Serina, Oltre Il Colle, Cornalba ,Dossena, San Giovanni Bianco,Camerata Cornello, Lenna, Roncobello,Branzi, Isola Di Fondra, Selvino, Aviatico, Algua)

Honio (Vertova, Colzate, Fiorano, Gazzaniga, Cene)

Le Cinque Terre Della Val Gandino (Gandino, Leffe, Cazzano S.Andrea, Casnigo, Peia)

Asta Del Serio Valbondione (Gandellino, Gromo, Oltressenda Alta, Ardesio, Villa D’ogna, Premolo, Valgoglio, Oneta)

20 ottobre

La Porta della Val Brembana (Zogno, Sedrina, Brambilla)

29 ottobre

In Valle Imagna: tradizione e qualità (Comunità Montana Valle Imagna)

30 ottobre

Insieme sul Serio (Alzano, Albino, Nembro,Pradalunga, Ranica)

31 ottobre

Treviglio

Distretto dei Colli e del Brembo (Curno, Mozzo, Valbrembo, Almè,Paladina,Ponteranica,Villa d’Almè’, Sorisole)

Confcommercio, in Lombardia persi 22,6 miliardi di consumi causa Covid

Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio ogni italiano spenderà 1.900 euro in meno. Il calo più forte in Lombardia con oltre 22 miliardi, mentre a livello percentuale il primato è del Trentino Alto Adige (-16%). E’ un effetto-Covid a diverse velocità quello che emerge dall’analisi dei consumi nelle regioni italiane per il 2020 effettuata dall’Ufficio Studi di Confcommercio.

Se a livello nazionale la previsione è di un calo del 10,9% (pari a una perdita di 116 miliardi, 1.900 euro pro capite), il Nord risulta l’area più penalizzata (-11,7%, con il Trentino Alto Adige capoclassifica a -16%), con quasi il 60% del calo complessivo concentrato nelle sue otto regioni e con la Lombardia che registra la maggiore perdita in valore assoluto (oltre 22,6 miliardi di consumi), mentre nel Mezzogiorno la riduzione della spesa sul territorio è più contenuta (-8,5%, Molise con -7,5% la regione meno penalizzata) a causa della minor presenza di turisti stranieri e di una minore caduta dei redditi. In ogni caso, il quadro complessivo appare sconfortante e in tutti i territori, per differenti ragioni, dovrebbero passare almeno cinque anni per tornare ai livelli di spesa pro capite del 2019.

“La Lombardia, regione produttiva per eccellenza e traino dell’economia nazionale, sta pagando un prezzo tra i più alti all’emergenza sanitaria e al conseguente lockdown; in più, settembre e l’autunno si preannunciano molto difficili: per questo bisogna agire subito con misure concrete per aiutare il sistema economico”.

Così Confcommercio Lombardia a commento dei dati dell’Ufficio studi Confcommercio che evidenziano una perdita di 22,6 miliardi di consumi nella regione per il 2020. Si tratta del dato più alto, in valori assoluti, a livello nazionale.

Il mese di agosto ha visto solo un parziale recupero, e soltanto nelle località di villeggiatura, in particolare su laghi e montagne. Assolutamente insufficiente per parlare di ripresa, sottolinea Confcommercio Lombardia, perché si tratta a tutti gli effetti di una “fiammata” agostana, e perché, al contrario, i centri storici delle grandi città, delle città d’arte e dei capoluoghi, a cominciare da Milano, hanno visto la quasi totale mancanza di turisti stranieri, scontando crolli di attività e consumi mai registrati prima. Il settore alberghiero nelle città non ha praticamente avviato la stagione, registrando cali di fatturato dell’80%, e anche le prospettive per settembre, con prenotazioni intorno al 10%, sono molto preoccupanti.

“Accanto alla mancanza dei turisti” aggiunge Confcommercio Lombardia “saranno ancora l’assenza dei lavoratori e il perdurare dello smart working nelle imprese a infliggere un altro durissimo colpo a molti operatori già in grave difficoltà”.

Per questo – rileva Carlo Massolettivicepresidente di Confcommercio Lombardia – sono più che mai urgenti misure per scongiurare un autunno nero sul fronte delle imprese e della perdita di posti di lavoro: a cominciare da fondi a sostegno di turismo e commercio, più contributi a fondo perduto, sgravi fiscali e contributivi a livello locale e nazionale e provvedimenti per una politica di forte rilancio dei consumi“.

“Rimangono pertanto fondamentali – sottolinea l’Ufficio Studi – riforme strutturali, da finanziare in parte con i fondi europei, per tornare a crescere a ritmi più coerenti con le legittime aspettative di famiglie e imprese”.

“Nessuna area del Paese è stata risparmiata dalle conseguenze del Covid. Nell’anno in corso perderemo oltre 116 miliardi di consumi e circa 9,5 punti di Pil. Per tornare a crescere, grazie anche ai fondi europei, servono provvedimenti più incisivi e rapidi nella loro applicazione. Il tempo non gioca a nostro favore e i nodi fiscali e burocratici che rallentano la crescita devono ancora essere risolti”: così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, commenta l’analisi dell’Ufficio Studi della Confederazione sui consumi regionali.




Commercio e servizi, crollo del fatturato nel secondo trimestre

C’era da aspettarselo. Per le imprese bergamasche attive nel commercio al dettaglio la perdita di fatturato su base annua registrata nel secondo trimestre raggiunge il -17,1%, più che raddoppiando il divario negativo registrato nei primi tre mesi. Tale calo, pur molto rilevante, si conferma tuttavia più contenuto rispetto agli altri macro-settori analizzati (industria -20,3%, artigianato -22,3%), per via della presenza di segmenti importanti della distribuzione commerciale che non hanno subito gli effetti negativi della quarantena, rimanendo aperti durante tutto il periodo di confinamento. Si tratta, da un lato, degli esercizi specializzati alimentari, composti soprattutto da negozi di piccole dimensioni, e, dall’altro, di quelli non specializzati, che comprendono la grande distribuzione a prevalenza alimentare. I supermercati, in particolare, si sono trovati a fronteggiare un forte incremento della domanda, per via della crescita del consumo domestico di prodotti alimentari a scapito di quello esterno. Non va però dimenticato che i negozi non alimentari, che occupano la maggioranza degli addetti del settore, sono stati uno dei comparti più colpiti dall’emergenza sanitaria, con vendite inferiori di circa il 30% rispetto al livello del 2019.

I prezzi tornano a crescere (+0,8% rispetto al trimestre precedente) dopo la stabilità dei primi tre mesi dell’anno: anche in questo caso è determinante l’apporto degli esercizi non specializzati, dove la domanda in forte crescita di alcuni prodotti, sia alimentari sia legati all’igiene della casa, e le difficoltà di approvvigionamento hanno causato un rincaro dei listini. Le valutazioni sugli ordini ai fornitori, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, vedono una netta prevalenza delle indicazioni di diminuzione su quelle di aumento. I giudizi sulle scorte confermano la situazione di sovrabbondanza che caratterizza i magazzini. Entrambi gli indicatori risentono delle difficoltà dichiarate dai negozi non alimentari.

L’indice del fatturato scende a quota 72,6, il livello più basso raggiunto da quando sono disponibili i dati dell’indagine (2006); rispetto al livello del trimestre precedente la variazione è pari a -10,4%. Il risultato provinciale non solo è in aggravamento rispetto al primo trimestre, ma mostra anche una flessione più marcata rispetto alla media regionale. Si allarga di conseguenza il gap negativo tra l’indice di Bergamo e quello regionale.

La distribuzione delle risposte all’interno del campione mostra un’espansione della quota di imprese che dichiarano una diminuzione del fatturato su base annua (63%), tuttavia si conferma la presenza di una quota rilevante di imprese con fatturato in crescita (28%), con una componente significativa di imprese che registrano guadagni di fatturato superiori ai 5 punti percentuali (26%). Questa distribuzione estremamente polarizzata, con solo l’8% di imprese che dichiarano una situazione di stabilità, è la conseguenza del diverso impatto del confinamento sui canali commerciali, anche se l’evoluzione del secondo trimestre vede un generale peggioramento.

Analizzando i dati sulle vendite di ipermercati e supermercati in provincia di Bergamo, emerge un rafforzamento della dinamica positiva evidenziata nei primi tre mesi dell’anno. Le vendite risultano infatti in accelerazione sia in valore (+8,8% su base annua) che in quantità, evidenziando come la situazione di emergenza sanitaria abbia avvantaggiato questo canale distributivo per via del maggiore consumo di beni alimentari e di prodotti per la cura e l’igienizzazione della casa.

Tiene l’occupazione   
Nonostante il calo di fatturato complessivo, non si registrano ancora contraccolpi evidenti sul fronte occupazionale, dove il numero di addetti mostra un lieve incremento (+0,4%) tra l’inizio e la fine del trimestre. In particolare l’occupazione risulta in crescita nei negozi non specializzati, che hanno dovuto fronteggiare sia una crescita della domanda sia le difficoltà logistiche legate agli approvvigionamenti e all’adeguamento ai protocolli di sicurezza, mentre il numero di addetti cala in misura limitata nei negozi non alimentari, dove le misure di sostegno all’occupazione hanno per il momento evitato un tracollo occupazionale.
Le aspettative degli imprenditori bergamaschi attivi nel commercio al dettaglio mostrano un rasserenamento per il prossimo trimestre ma in misura meno marcata che negli altri settori.

Le imprese dei servizi si confermano tra le più colpite         
Le imprese dei servizi si confermano tra le più colpite dallo shock causato dal Covid-19: nel secondo trimestre 2020 a Bergamo il divario del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019 raggiunge il -24,2% (era il -12,1% nel primo trimestre). Si conferma l’estrema eterogeneità che l’impatto dell’emergenza sanitaria ha avuto sui diversi comparti dei servizi: le attività di alloggio e ristorazione in particolare hanno ricevuto il danno maggiore, con un calo dei livelli di attività che supera il 50%. Meno penalizzati sono risultati il commercio all’ingrosso, con un calo di circa il 25%, e soprattutto i servizi alle imprese (-15% circa), che pur risentendo delle difficoltà dei loro clienti hanno potuto nella maggior parte dei casi proseguire l’attività lavorando in remoto.  
I prezzi proseguono per ora la debole dinamica positiva (+0,2% la variazione rispetto al trimestre precedente), a differenza di quanto accade in regione. L’evoluzione futura dei prezzi sarà il frutto di due dinamiche che agiscono in senso opposto: da un lato la crescita sul fronte dell’offerta dei costi legati all’adeguamento ai protocolli di sicurezza, dall’altro la debolezza della domanda finale.

L’indice del fatturato scende al di sotto del minimo raggiunto nel 2014, attestandosi a quota 71,2; la variazione rispetto al trimestre precedente è pari al -13,6%, una velocità di caduta in ulteriore lieve peggioramento rispetto a quella registrata nei primi tre mesi dell’anno. In due soli trimestri la perdita cumulata dell’indice è stata di oltre 22 punti, un crollo senza precedenti nella serie storica: nella recessione del 2008-2009 i punti persi erano stati circa 11, mentre in quella del 2011-2012 il calo complessivo era stato di circa 10 punti. Il confronto con l’andamento regionale evidenzia un risultato simile.

Nonostante l’aggravamento della perdita media di fatturato su base annua, la quota di imprese che dichiarano un livello di fatturato inferiore al 2019 rimane di circa due terzi (67%), in linea con il trimestre precedente. Un segnale del deterioramento della situazione proviene però dall’assottigliarsi della percentuale di imprese che dichiarano una crescita di fatturato, che passa dal 27% al 20%.

A differenza degli altri macro settori analizzati dall’indagine, nei servizi cominciano a vedersi effetti negativi dell’emergenza sanitaria anche nei livelli occupazionali delle imprese, probabilmente per via della quota più elevata di contratti con un minor grado di protezione. La variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre è pari al -0,6% e al netto degli effetti stagionali la diminuzione risulta ancora più significativa. Va detto che la tendenza positiva che aveva caratterizzato gli anni precedenti si era già interrotta alla fine del 2019.

Il settore dei servizi ha pagato probabilmente il conto più salato della pandemia, con un calo dei livelli di fatturato mai registrato in precedenza e una perdita significativa di posti di lavoro. Gli imprenditori, che nel primo trimestre avevano correttamente previsto l’entità della crisi, manifestano ora maggiore ottimismo riguardo al futuro: il saldo tra aspettative di crescita e di diminuzione per il prossimo trimestre mostra un netto miglioramento. Si tratta di valori ancora decisamente negativi e distanti dai livelli pre-Covid, che risentono del maggior pessimismo di comparti come le attività di alloggio e ristorazione.

Commenta il presidente della Camera di Commercio, Carlo Mazzoleni: «Commercio e servizi hanno subito un contraccolpo molto significativo dalla pandemia. Gli imprenditori del commercio al dettaglio esprimono aspettative in miglioramento, ma con cautela perché la crescita delle vendite alimentari dovrebbe rientrare nei prossimi mesi e la domanda espressa dai consumatori dovrà fare i conti con le ripercussioni sul reddito disponibile delle famiglie. Per quanto riguarda i servizi, c’è ancora molta incertezza sulle prospettive, ma il miglioramento delle aspettative testimonia la volontà degli imprenditori di continuare l’attività anche dove lo shock è stato più forte».




Turismo e terziario respirano: dagli Enti bilaterali oltre 1 milione di euro

Oltre un milione di euro ai lavoratori bergamaschi del terziario e del turismo: è quanto hanno erogato gli Enti Bilaterali con la prima tranche del Progetto Covid, promosso a maggio da Ascom Confcommercio Bergamo e dalle organizzazioni sindacali (Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs Uil). L’iniziativa ha messo a disposizione un fondo a favore dei lavoratori sospesi in Fondo d’integrazione salariale (Fis) o Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) e alle imprese per il rimborso dei dispositivi di protezione individuale.
Hanno fatto richiesta 1828 lavoratori del turismo e 2275 del commercio per un totale di 1,126 milioni di euro (509 mila euro al turismo e 617 mila euro al terziario). Le aziende interessate sono state invece 138, per circa 60 mila euro, su un milione di euro stanziati.

Alberto Citerio ed Enrico Betti

«Dopo la donazione fatta all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di quattro respiratori di ultima generazione, a maggio abbiamo promosso un progetto a sostegno dei lavoratori e delle imprese e oggi siamo soddisfatti del risultato ottenuto con la prima tranche di sussidi, sia per numero di lavoratori coinvolti che per importo speso» afferma Enrico Betti, presidente dell’Ente Bilaterale del Terziario. 
«Il successo di questa iniziativa è fotografato da questi numeri davvero eccezionali. La Bilateralità di settore è una grande risorsa a sostegno delle imprese e delle lavoratrici e lavoratori del territorio. Siamo orgogliosi di quanto fatto; questa iniziativa da ristoro al comparto turistico bergamasco, il più duramente colpito» dichiara Alberto Citerio, Presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo.

A settembre in arrivo un altro milione di euro
A settembre parte la seconda tranche del Progetto che stanzia un altro milione di euro.  L’importo sarà così suddiviso: 500.000 euro a lavoratori e aziende del turismo (250.000 euro per le aziende e 250.000 euro per i lavoratori) e 500.000 euro al terziario (250.000 euro per le aziende e 250.000 euro per i lavoratori). Alle aziende verranno rimborsati, con un massimale di 500 euro, i Dpi Covid acquistati dal 1 aprile al 31 agosto 2020: mascherine, guanti, dispositivi per protezione oculare, indumenti di protezione, dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea, detergenti, soluzioni disinfettanti/antisettici, barriere antibatteriche e sanificazione ambientale.
Mentre la misura degli importi erogabili ai singoli lavoratori dipendenti sarà pari a 1,50 euro per ogni ora di sospensione in Fis/Cigd per un massimo di 360 ore. Potranno fruire del sussidio coloro che sono stati sospesi per l’equivalente orario di almeno 2 settimane a zero ore di lavoro nel periodo che va dal 1 marzo al 30 aprile 2020, se non già richiesto, e dal 1 maggio al 30 giugno 2020. Il bando si apre il 7 settembre e si chiude, salvo esaurimento fondi, il 30 settembre 2020.

Per informazioni: info@entebilcombg.it




Il lockdown annulla le ferie di agosto: commercianti, baristi e ristoratori non si fermano

Il lockdown annulla le ferie di commercianti, baristi e ristoratori. In città e nei centri della provincia nel mese di agosto le attività commerciali resteranno aperte. Secondo un sondaggio fatto da Ascom Confcommercio Bergamo il 90% di bar e ristoranti e l’80% dei negozi alimentari e non alimentari non chiuderà per ferie, sia in provincia che in città. «Non è tempo di fermarsi – afferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo – È questo quello che dicono i nostri associati, che sono stati segnati dall’emergenza sanitaria che ha stravolto il nostro territorio».Commercianti, baristi e ristoratori non si fermano nonostante la presenza limitata di turisti.

Chi chiude lo farà nella settimana dal 15 al 22 agosto e per molti le ferie si restringeranno ad fine settimana lungo: da sabato 15 a lunedì 17 agosto. «È un agosto diverso da quello degli anni precedenti – prosegue il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo – non solo per ragioni climatiche ma anche perché sono molte le persone che non sono o non andranno in ferie e molte sono ancora al lavoro. Questo significa che le attività commerciali saranno per lo più aperte e non ci sarà il pericolo di serrate. Otto negozi su dieci non chiuderanno e per quanto riguarda il mondo della ristorazione nove bar e ristoranti su dieci resteranno aperti. Tutti sono impegnati a cercare di recuperare quei mesi di inattività che hanno fiaccato i bilanci delle imprese».

 




Distretti, 102 richieste e 22 milioni per il rilancio

Sono, per ora, 102 le ‘concessioni di premialità che Regione Lombardia ha riconosciuto ai ‘Distretti del commercio’ dei Comuni lombardi a favore delle imprese.  Il bando che si è aperto lo scorso 5 giugno ha fatto già segnare un ottimo risultato.  C’è tempo fino al 30 settembre 2020 per presentare le richieste. 
Sono oltre 22 i milioni di euro messi a disposizione per la ricostruzione economica. Il provvedimento nasce dalla consapevolezza che la crisi in corso cambierà l’equilibrio economico attuale delle attività sul territorio e la loro distribuzione urbana.  Per questo la Giunta regionale ha messo a disposizione, su proposta dell’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Mattinzoli, complessivi 22.564.950 euro con l’espressa volontà di volere recuperare altre risorse, a vantaggio dei partenariati pubblico privati costituiti nei Distretti.   Sono previste specifiche forme di premialità e di incentivazione per quegli Enti Locali che riusciranno, anche in forma associata e in collaborazione con le Camere di Commercio, a concedere i contributi alle imprese entro il 2020.  La misura potrà inoltre fare sinergia con il programma di opere pubbliche per la riqualificazione urbana immediatamente cantierabili grazie alle risorse messe a disposizione dei Comuni da Regione Lombardia. “Siamo soddisfatti – commenta l’assessore- del gran numero di domande arrivate. Esprimono due segnali precisi: da una parte i centri urbani hanno voglia di essere protagonisti, dall’altra c’è la piena realizzazione di quella capacità di far sistema fra pubblico e privato per il rilancio della crescita economica e sociale”.

I Comuni di Bergamo. Brescia, Como, Cremona, Lodi. Mantova, Pavia e Varese riceveranno 170 mila euro. Per tutti gli altri la quota sarà di 100 mila euro. 

Ecco l’elenco dei comuni e dei distretti beneficiari nella nostra provincia

Bergamo: distretto urbano del commercio di Bergamo ; Seriate: distretto urbano del commercio di Seriate; Ponte San Pietro: distretto diffuso di rilevanza intercomunale Ville e Torri dell’Isola; Clusone: Alta Val Seriana – Clusone; Dalmine: distretto diffuso di rilevanza intercomunale 525 (Area di Dalmine); Zogno: la porta della Valle Brembana – distretto del commercio fra Storia e Territorio 100; San Pellegrino Terme: Fontium et Mercatorum; Cologno al Serio: Castelli e Fontanili della Bassa; Valbondione: distretto diffuso del commercio di Asta del Serio; Vertova: distretto di Honio; Antegnate: distretto del commercio dell’area di Antegnate; Valle Imagna: Invalleimagna: Tradizione e Qualità; Gandino: distretto diffuso del commercio della Val Gandino; Alzano Lombardo: Insieme sul Serio; Piazza Brembana: distretto del commercio dell’Alto Brembo; Bonate Sopra: distretto diffuso del commercio Lexena; Curno: distretto dei Colli e del Brembo: Commercio, Turismo e Servizi; Trescore Balneario: Delle Torri; Di Scalve: distretto del commercio della Valle di Scalve Quota Scalve; Romano di Lombardia: distretto del commercio dell’area di Romano di Lombardia; Lovere: Lake & Hills – distretto nella Natura e nella Storia dell’Alto Sebino; Treviglio: distretto del commercio di Treviglio; Calusco d’Adda : distretto diffuso del commercio di Isola Bergamasca; Stezzano: Morus Alba. 




Federalberghi e Fipe promuovono l’utilizzo dell’App Immuni

Federalberghi e Fipe collaborano con la Presidenza del Consiglio dei ministri per promuovere la diffusione e l’utilizzo dell’app “Immuni”, creata per aiutare a combattere le epidemie, a partire da quella del COVID-19:

  • l’applicazione si propone di avvertire gli utenti potenzialmente contagiati il prima possibile, anche quando sono asintomatici;
  • gli utenti possono conseguentemente isolarsi per evitare di contagiare altre persone;
  • grazie all’informazione immediata, gli utenti possono rivolgersi tempestivamente al proprio medico e ridurre così il rischio di complicanze;
  • si minimizza la diffusione del virus, riducendo il rischio che si diffonda una nuova ondata di contagi e allo stesso tempo si velocizza il ritorno a una vita normale per la maggior parte della popolazione.

L’app Immuni è stata progettata e sviluppata ponendo grande attenzione alla tutela della privacynon raccoglie e non è in grado di ottenere alcun dato identificativo dell’utente. L’applicazione è disponibile in cinque lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco.

Sono state realizzate locandine promozionali:

  • Locandina, in lingua italiana, è stata realizzata dalla Presidenza del Consiglio utilizzando la linea grafica istituzionale della campagna “Immuni”  (per scaricarla cliccare qui)
  • Locandina, in lingua italiana, inglese, francese, russa, spagnola e tedesca, realizzata da Federalberghi utilizzando la linea grafica della campagna “Accoglienza Sicura”(per scaricarla cliccare qui).
  • Locandina realizzata da Fipe per i pubblici esercizi (per scaricarla cliccare qui)

Inquadrando con lo smartphone il QR code presente sulle locandine, l’utente verrà reindirizzato al sito internet dove potrà scaricare l’applicazione.




No alla mala movida, una guida al consumo consapevole di alcol

Comportamenti inadeguati, violazione alle regole e agli orari, consumi incontrollati e poco attenti alla qualità, eccessiva facilità di accesso all’alcol. Sono alcune delle concause che stanno dietro all’esplosione del fenomeno della “movida molesta”, o “mala movida”, che caratterizza le notti di molte città italiane, in particolare nei fine settimana. Un fenomeno preoccupante che oggi, con la necessità di coniugare il ritorno alla normalità dopo i funesti mesi di lockdown, con l’osservanza delle norme sul distanziamento sociale, deve essere tenuto ancor più sotto controllo. Anche per questo Federvini e Fipe-Confcommercio – associazioni di categoria che rappresentano rispettivamente il settore della produzione di bevande alcoliche e la loro somministrazione, da sempre attive nel promuovere un approccio responsabile e moderato, hanno deciso di realizzare insieme un vademecum per un corretto approccio al bere.

La ‘Guida al servizio per un consumo consapevole’ analizza il fenomeno del consumo di alcol sia dal punto di vista dei pubblici esercizi, che da quello dei consumatori, e punta a diffondere una serie di buone pratiche da adottare per scongiurare eccessi e patologie alcol-correlate. Un’azione congiunta ulteriormente significativa, se si considera l’impatto negativo che i mesi di pandemia hanno determinato su tutta la filiera dell’Ho.Re.Ca., pronta a ripartire, promuovendo un modello di consumo capace di esaltare l’approccio responsabile, fatto di equilibrio, giusto apprezzamento della qualità e contrasto agli eccessi.

“Il concetto di ‘consapevolezza’ accompagna la ‘responsabilità’ per dare un segnale di impegno ragionato ed emotivamente coinvolgente” ha dichiarato Sandro Boscaini, Presidente di Federvini. “Non è semplicemente una questione nominalistica: consapevolezza significa essere convinti nel profondo che una certa azione è giusta e porta benefici condivisi al di là di una norma o di un pungolo imposto dall’esterno, il quale può anche non essere né condiviso né sentito. Consapevolezza significa anche costruire una sorta di affinità elettiva con il prodotto, attraverso una profonda conoscenza delle sue caratteristiche organolettiche, ed empatia verso brand affidabili e storici nonché verso i territori di provenienza, facendo così convergere elementi razionali ed emozionali. Con questo abbrivio fatto di passione è quindi possibile contrastare gli eccessi ed il consumo errato, attraverso la comunanza di obiettivi da parte di produttori ed operatori. Questi ultimi, grazie ad un percorso formativo in grado di accrescere la propria competenza professionale, possono giocare un ruolo centrale in un’azione sistematica di prevenzione di abitudini sbagliate, le quali impediscono di assaporare, appieno, le nostre specialità”.

Il ‘consapevole’ rapporto con il vino, gli aperitivi, i liquori e i distillati è quindi un elemento positivo per tutti gli attori: i produttori hanno l’obiettivo di fare accostare i consumatori ai propri prodotti facendone apprezzare le qualità organolettiche, la storia e le tradizioni ed associandoli a preziosi ed indimenticabili momenti di socialità; il tutto attraverso un servizio che esalta l’esperienza della degustazione e della convivialità.

“Il settore dei pubblici esercizi da sempre punta sulla qualità e sulla responsabilità nella somministrazione di bevande alcoliche – dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe-Confcommercio – con il ruolo di principale attore per la diffusione delle buone pratiche per il bere consapevole, promotore di questo percorso virtuoso, capace, cioè, da una parte, di valorizzare la qualità e la storia delle bevande somministrate e, dall’altra, di coniugare esigenze commerciali con la responsabilità sociale in capo agli esercenti sui temi della prevenzione, sensibilizzazione ed educazione ad un consumo consapevole e responsabile. L’attenzione dei Pubblici Esercizi deve essere massima, perché il rischio è quello che diversamente si facilitino comportamenti pericolosi e dannosi per le persone e la società. Gli episodi di mala movida, certamente lontani dai valori e dagli interessi dei nostri imprenditori, sono spesso correlati alla carenza di adeguati requisiti professionali e morali, a una lotta contro l’abusivismo commerciale a volte debole e a un presidio del territorio da parte delle Forze dell’Ordine non sempre puntuale, anche per le tante incombenze che interessano la loro attività. Questi episodi finiscono poi con l’indebolire il comparto, danneggiandolo sia dal punto di vista commerciale che reputazionale”.

La Guida è strutturata in quattro parti: la disciplina normativa, alcol e fattori di rischio, caratteristiche delle bevande alcoliche, suggerimenti per il miglioramento del servizio. La filosofia che ha suggerito la guida è, infatti, un approccio olistico, nel quale proprio la cura e la disciplina nel servizio rendono l’esperienza di degustazione unica e ricca di emozioni. In questo senso, i trend più attuali come bartending e mixology si inseriscono in un solco di somministrazione consapevole, accentuando l’aspetto di ritualità del consumo e generando un concetto di divertimento improntato alla sana convivialità. A distribuire la guida a tutti gli operatori italiani provvederanno le Associazioni Territoriali di Fipe-Confcommercio, accompagnando anche una miniserie in 4 clip video, su ‘orari di somministrazione e vendita delle bevande alcoliche’, ‘alcol e guida’, ‘alcol e minori’, ‘il corretto servizio’ consultabili da subito sul sito della Federazione- Fipe (www.fipe.it)