Imprese e startup, quattro seminari per chi è a caccia di fondi

Camera di Commercio via ZilioliVenture capital, private equity e private debt, business angels, minibond e cambiali finanziarie, crowdfunding: questi i temi dei quattro incontri di approfondimento promossi dal Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile della Camera di commercio di Bergamo e realizzati da Bergamo Sviluppo in collaborazione con il sistema associativo locale. Rivolti in particolare agli imprenditori delle piccole e medie imprese (PMI), sia in fase di startup sia già attive sul mercato, i quattro incontri puntano ad approfondire la conoscenza e le modalità di accesso ad alcuni strumenti di finanziamento presenti sul mercato finanziario ma ancora poco diffusi in Italia rispetto all’estero. Conoscere queste opportunità di finanziamento, che intervengono a sostenere sia il capitale di rischio (in particolare le attività di investimento di venture capital o di private equity, le operazioni effettuate dai business angels o ancora le modalità di finanziamento attraverso le varie tipologie di crowdfunding), sia quello di debito (è il caso della emissione di minibond e di cambiali finanziarie o dei fondi di private debt), può rappresentare un’occasione per identificare opportunità di finanziamento utili a far decollare, in caso di startup, o far crescere, nel caso di attività già avviate, la propria iniziativa imprenditoriale. Tutti e quattro gli incontri, affidati ad esperti degli argomenti trattati, si terranno, dalle 14.30 alle 17.30, nelle sale del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (in via Petrarca 10 a Bergamo), secondo il seguente calendario:

  • Mercoledì 5 ottobre: “Un partner per la crescita: private equity, venture capital e private debt” (Valentina Lanfranchi, AIFI- Associazione italiana Venture Capital e Private Equity)
  • Martedì 11 ottobre: “Capitale umano e capitale finanziario: come operano i business angels” (Paolo Anselmo – Presidente IBAN, Associazione italiana Businnes Angels)
  • Mercoledì 19 ottobre: “Minibond e cambiali finanziarie: strumenti per garantire liquidità” (Claudio Rossi – Esperto di finanza aziendale)
  • Mercoledì 2 novembre: “Quando i capitali arrivano dal web: l’equity based e il reward based crowdfunding” (Giorgio Ferrari – Business Designer di Quo-D e Business Developer di Advicy Drive)

La partecipazione ai seminari, previa iscrizione su www.bergamosviluppo.it, è gratuita e aperta a tutti.

 

 




Crescono i posti di lavoro creati dai giovani imprenditori

giovani lavoro teamLe imprese di giovani creano 132 mila posti di lavoro in Lombardia, il 3,6% dei 3,7 milioni di addetti nelle imprese lombarde. Un lavoro su sei in un’ impresa giovanile italiana è attivato in Lombardia, il 15,6% in calo in un anno (erano il 15,9%). A Milano ne creano 53 mila, il 2,8% rispetto a una media italiana del 5,4%. Milano è penultima in classifica insieme a Trieste (2,8%). A Milano sono però in crescita di quasi 2 mila unità i posti creati dai giovani in un anno. E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese 2016 e 2015.

La Lombardia

In Lombardia, con circa il 4% di posti creati da imprese di giovani, ai primi posti Pavia e Lodi col 6% di posti creati dai giovani, Brescia e Cremona col 5%. Bergamo vanta un 4,2% con quasi 349mila addetti nel secondo trimestre dell’anno contro i 346mila del rispettivo periodo del 2015. I giovani creano quasi una impresa su dieci (9% rispetto al 10% nazionale), ma erano il 10,2% cinque anni fa. Un peso che a Milano scende al 8,2% e sale al 10% circa a Lodi, Pavia, Bergamo. 72 mila imprese di giovani in regione, di cui 20 mila stranieri e 19 mila donne. Quasi metà dei giovani stranieri sono a Milano (9 mila), seguono Brescia, Bergamo e Varese  con circa 2 mila. Per le donne, dopo Milano (6 mila), ci sono Bescia (circa 3 mila) e Bergamo (circa duemila). In calo i giovani imprenditori, -2% in un anno, -15% in cinque. Stranieri e donne sono protagonisti delle giovani imprese lombarde, col 27-28%, quasi una su tre, e particolarmente alto è il peso degli stranieri rispetto a  un dato nazionale del 21%. Principali settori dei giovani imprenditori lombardi: commercio (18 mila imprese), costruzioni (15 mila), turismo con alloggio e ristorazione (8 mila), servizi alla persona (6 mila), industria (5 mila); l’ agricoltura pareggia le imprese professionali e quelle nella finanza (3 mila ciascuna). I 7 mila giovanissimi, di cui 2 mila a Milano e circa mille a Brescia e Bergamo, sono i titolari con meno di 24 anni. Ce ne sono poi 18 mila fino a 30 anni. Gli altri 31 mila hanno fino a 34 anni.

 

 




Cividate, da ottobre lo Sportello Unico per le attività produttive


cividate
Il comune di Cividate al Piano è il primo comune bergamasco, e tra i primi in tutta la Lombardia, che utilizzerà, a partire dal 1° ottobre, il portale www.impresaiungiorno.gov.it per la ricezione e la gestione di tutte le istanze, non solo riguardanti le attività produttive in generale, ma anche l’edilizia, in modalità telematica. Lo Sportello Unico per l’Edilizia e le Attività produttive è stato presentato stamane e, oltre a permettere una notevole semplificazione amministrativa, assicura un rilevante risparmio in termini di tempo e denaro, grazie alla smaterializzazione dei processi. Un grande cambiamento che permette di semplificare e facilitare la vita ai professionisti, ai cittadini e alle imprese, che potranno rivolgersi a un unico sportello sia per la presentazione di istanze riguardanti le attività produttive sia per la presentazione di istanze edilizie. Tale modalità, che semplifica il rapporto tra utenza e pubblica amministrazione, è già adottata da diversi anni nel Veneto e grazie agli Angeli anti burocrazia è stata importata anche in Lombardia. All’evento hanno preso parte il sindaco Giovanni Battista Forlani, l’assessore all’edilizia privata, Lavori pubblici e Sicurezza Pierino Cagna, il responsabile del Suap Roberto Zampoleri, il dirigente dell’area anagrafica e regolazione del mercato e conservatore del Registro delle imprese della Camera di commercio di Bergamo Andrea Vendramin, il dirigente dell’Ufficio Territoriale Regionale di Bergamo Claudio Merati e gli Angeli anti burocrazia Paola Consonni e Giuseppe Aquino. All’incontro di presentazione hanno partecipato i professionisti del territorio. L’iniziativa, in collaborazione con la Camera di Commercio, l’Utr di Bergamo e il progetto Angeli Anti burocrazia, è stata resa possibile grazie alla preziosa collaborazione e disponibilità del geom. Giovanni Scarpenti, istruttore tecnico comunale.

 




Imprese di pulizia, Bergamo in finale a Barcellona

imprese di pulzia pulitori-qualificati-confartigianato-bergamoIl Gruppo Pulitore Qualificato di Confartigianato Imprese Bergamo in trasferta a Barcellona giovedì 29 settembre per la fase finale delle premiazioni organizzate dalla rivista internazionale di settore European Cleaning & Hygiene.

Il Gruppo partecipa alla competizione nel settore “Migliore iniziativa capace di elevare il profilo e la percezione del settore della pulizia professionale a livello locale o più ampio”. La documentazione presentata, ricca dei ventidue anni di storia del Gruppo, dei percorsi formativi pratici e teorici, delle varie partecipazioni a fiere, della ricostruzione video realizzata in occasione del ventennale del corso, ha consentito al Gruppo di arrivare nella terna dei finalisti.

Una delegazione del Gruppo sarà quindi presente a Barcellona il giorno della premiazione, accompagnata dalla soddisfazione di tutta la categoria per un’affermazione che aggiunge ulteriore valore al marchio di Pulitore Qualificato.

 




Infortuni e malattie professionali, i sindacati: “Per la sicurezza serve un nuovo Modello Bergamo”

infortuni“Gli infortuni non sono mai frutto del caso, e allora non dobbiamo mai abbassare la guardia. Prima ancora del salario, che è importante, è la vita e la salute della persona che deve stare al primo posto, senza se e senza ma”. Luciana Fratus, Giacomo Meloni e Amerigo Cortinovis, responsabili per Cgil, Cisl e Uil di Bergamo dei Dipartimenti Sicurezza dei tre sindacati, senza giri di parole sintetizzano così l’approccio che deve contraddistinguere l’azione sindacale, e quella degli altri addetti ai lavori, per limitare il più possibile gli incidenti sul lavoro, e aumentare la sensibilizzazione sulle malattie professionali. I sindacati hanno di questi tempi messo a punto la ricerca sulla sicurezza in provincia: emerge che Bergamo nel 2015 è risultata la terza provincia lombarda, dopo Brescia e Milano, come numero di infortuni ( “e purtroppo – sottolineano – la prima parte del 2016 non mostra una inversione di tendenza, con 6 infortuni mortali avvenuti a Bergamo o che hanno coinvolto in altre province lavoratori residenti nella Bergamasca”) . Gli infortuni complessivamente denunciati a Bergamo negli anni 2013 e 2014 sono stati rispettivamente 14.900 (di cui il 31,3% donne) e 14.745, di cui il 31,6% donne.

“C’è una “riduzione” del 1,4% , ma gli infortuni denunciati restano un’enormità”. Il dossier di CGIL CISL UIL verrà presentato al convegno “Sicurezza Modello Bergamo” che si terrà venerdì prossimo alla Scuola Edile di Seriate, alla presenza di numerosi interlocutori (Ats, Inail, Medicina del Lavoro, Ufficio Scolastico…). Confindustria non ci sarà”. Bergamo, su una media di 3.200 denunce di malattie professionali in Lombardia, dal 2011 al 2015, ne rappresenta oltre 1.000 (il 30%) ed è la prima provincia in tutta la regione. Gli infortuni in itinere rappresentano circa il 17% del totale degli infortuni denunciati e causano elevati costi umani. Infine, l’andamento storico degli infortuni dal 1965 al 2014, per il lavoratore maschio si riduce di oltre il 40%, per la lavoratrice donna resta sostanzialmente invariato.  “L’aumento delle denunce per malattie professionali ha due ragioni principali – hanno spiegato i tre sindacalisti: l’inserimento nel registro del Ministero di malattie prima non riconosciute, e maggiori controlli e maggiore diffusione della cultura dei diritti, compreso  il tema dello stress lavoro correlato che determina condizioni di salute precarie e difficoltose. A tutto questo va aggiunto l’innalzamento dell’età pensionabile, altra fonte di possibili infortuni e malattie professionali.

Sono questi alcuni aspetti sui quali la contrattazione deve essere protagonista ad ogni livello: serve agire sul piano nazionale per migliorare il sistema pensionistico, e a livello territoriale e aziendale per garantire maggior sicurezza”. Quella del convegno, sarà l’occasione per presentare i dati aggiornati del “pianeta Sicurezza” e avanzare le proposte sindacali per creare un “Modello Bergamo” anche in questo campo. “Di lavoro ci si infortuna e si muore ancora troppo, malgrado la maggiore sensibilità collettiva – dicono Fratus, Meloni e Cortinovis -. Certo il numero di infortuni in questi anni è diminuito e questo è un fatto molto positivo, ma siamo ancora lontani anni luce dall’obiettivo “infortuni zero”, e ogni infortunio o morto sul lavoro è una sconfitta per tutti”. La sicurezza non va delegata a nessuno e ogni lavoratore deve essere protagonista della sua sicurezza, “prima di tutto esigendo le tutele adeguate, ma anche essendo esigente con se stesso, e verso i suoi colleghi nella prevenzione”. In sede di presentazione del convegno, è stato ricordato positivamente il protocollo, sottoscritto il 25 gennaio scorso fra Organizzazioni Sindacali e Confindustria, che recepisce l’accordo delle parti sociali europee del 2007, di contrasto alle molestie e violenze sui luoghi di lavoro. “Ma sono stati necessari nove anni perché l’Italia recepisse una normativa che in Europa da anni aveva cittadinanza. ( e per inciso le molestie, discriminazioni, possono riguardare anche il genere maschile). Noi vogliamo che questa norma trovi la sua applicazione anche a Bergamo– hanno concluso-:  auspichiamo che Confindustria Bergamo, alla quale abbiamo avanzato una richiesta in tal senso, attivi presto un tavolo di confronto”.

 

 




Avvio e sviluppo d’impresa, incontro al Point sulle opportunità di finanziamento

PointSi terrà martedì 27 settembre, dalle 15 alle 17, nella sede di Bergamo Sviluppo, al Point di Dalmine, il seminario “Finanziare l’innovazione. Dall’idea allo sviluppo d’impresa”.

Obiettivo dell’incontro è presentare sia alcuni strumenti finanziari, sia le principali opportunità regionali, nazionali e comunitarie attualmente disponibili per sostenere lo start-up aziendale, tra cui il bando Intraprendo di Regione Lombardia o l’accesso facilitato, per start-up e incubatori, al Fondo di garanzia nazionale.

Inoltre, si parlerà di come favorire nuovi investimenti in ricerca e innovazione grazie a strumenti regionali come gli Accordi per la ricerca e l’innovazione, la Linea innovazione e il nuovo bando Smart Living, oltre al credito d’imposta e il programma comunitario Horizon).

Infine, si tratterà di rinforzare la liquidità, ad esempio con Credito Adesso. Questo evento inaugura una serie di seminari gratuiti, organizzati da Bergamo Sviluppo, azienda speciale della Camera di Commercio di Bergamo su proposta del Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile e realizzati in collaborazione con il sistema associativo locale, per approfondire la conoscenza dei diversi strumenti di credito a disposizione delle imprese e utilizzabili a seconda della fase del ciclo di vita delle stesse.

Dal 5 ottobre al 2 novembre sono infatti in programma 4 incontri dedicati ad approfondire anche private equity e venture capital, come operano i business angels, minibond e cambiali finanziarie e la raccolta dei capitali tramite il crowdfunding.

L’incontro sarà aperto da Cristiano Arrigoni, direttore di Bergamo Sviluppo. Seguiranno gli interventi di Marco Bortoli e Stefano Galuppini, consulenti GFinance. La partecipazione al seminario, previa iscrizione su http://www.bergamosviluppo.it, è gratuita e aperta a tutti gli aspiranti imprenditori e alle imprese già attive.




Ubi Banca diventa sponsor ufficiale della Volley Bergamo Foppapedretti

ubibanca_foppapedretti_foto-gruppoIl Gruppo UBI Banca e Volley Bergamo Foppapedretti hanno siglato una partnership che prevede l’ingresso del Gruppo bancario, terzo in Italia per capitalizzazione di borsa fare l’ingresso tra gli sponsor ufficiali della prima squadra, oltre a prevedere il rilascio della carta prepagata Enjoy Volley Bergamo Foppapedretti, presto disponibile in tutte le filiali UBI Banca, e la realizzazione di campagne di promozione tramite attività di digital marketing. La partnership si inserisce nella più ampia strategia del Gruppo bancario di associare il brand UBI a marchi importanti e di richiamo internazionale nell’ambito dello sport. Negli ultimi mesi il Gruppo aveva annunciato l’assunzione del ruolo di Official Bank per Juventus F.C. e di Official Banking Partner di NBA (National Basket Association). “Uno degli aspetti meno evidenti del fare banca è l’importanza del ruolo che svolgiamo nel sostenere le attività di interesse sociale – afferma Andrea Moltrasio, Presidente del Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca -. Tra queste rientra certamente lo sport che in casi di eccellenza come Foppapedretti, rappresenta il punto di riferimento che anima anche le organizzazioni giovanili e amatoriali”. “Volley Bergamo Foppapedretti non è solo la pallavolo di serie A – spiega Luciano Bonetti, presidente del Volley Bergamo – non sono solo i trenta trofei conquistati in oltre vent’anni di storia. Volley Bergamo è la passione delle giovani atlete che crescono nel nostro Settore Giovanile, sono le migliaia di tifosi che ci seguono in Italia e nel mondo. E sentire la vicinanza di UBI Banca al nostro movimento mi rende ancor più orgoglioso di questo connubio”. Alla presentazione sono intervenuti, oltre a Moltrasio e Bonetti, anche Riccardo Tramezzani, responsabile Area Retail UBI Banca, Giovanni Panzetti, direttore Generale della Volley Bergamo Foppapedretti, Osvaldo Ranica, direttore generale della Banca Popolare di Bergamo, Enrica Foppa Pedretti , vicepresidente della Volley Bergamo Foppapedretti. La squadra è stata rappresentata dalle atlete Eleonora Lo Bianco, Mina Popovic, Katarzyna Skowronska, Eva Mori, Suelen Pinto, Alessia Gennari, Martina Guiggi  e dall’allenatore Stefano Lavarini.

 




Il ministro Calenda all’assemblea degli Industriali bergamaschi

Carlo Calenda
Carlo Calenda

Lunedì 3 ottobre, alle 9.30, al Teatro Donizetti a Bergamo, è convocata l’Assemblea Generale di Confindustria Bergamo, aperta al pubblico, intitolata “Confindustria Bergamo evolve, lavori in corso”. Il programma prevede in apertura la premiazione delle aziende finaliste che hanno partecipato al concorso “Odysseus, navigare nelle idee”, giunto alla quinta edizione, un riconoscimento ai progetti innovativi realizzati dalle piccole e medie imprese associate. Seguirà la consegna del premio (opera unica realizzata da una studentessa della Scuola d’Arte dell’Accademia Carrara di Bergamo) all’azienda vincitrice della prima edizione del concorso Green Company Award, premio alle buone prassi nell’utilizzo del verde.
Alle 10.30 verrà dato l’avvio ai lavori con gli indirizzi di saluto da parte del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni; del presidente della Provincia, Matteo Rossi e del Sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Quindi, a seguire, la relazione del presidente di Confindustria Bergamo, Ercole Galizzi. Al termine, sono programmati gli interventi del vicepresidente e direttore dell’ISPI, Paolo Magri e del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Alle 12.30 il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, concluderà i lavori.




Efficienza energetica, Fusini: “Ecco come l’Ascom può aiutare le imprese del terziario”

fusiniL’idea di efficienza sta al centro dello sviluppo del sistema produttivo, dei servizi del prossimo futuro e dei cambiamenti globali in atto a cui le imprese dovranno dare risposte. Essere efficienti significa infatti saper arrivare a una produzione sempre più precisa, flessibile, dinamica e qualitativamente alta. Significa ridurre i cicli innovativi e i margini di errore, abbattere il time to market, rispondere alle esigenze dei clienti con soluzioni di massa personalizzate. Dell’efficienza assoluta propria della Rivoluzione 4.0, quella energetica è l’elemento primo, fondante. Di questo e altro s’è parlato a “Energy Efficiency 2.0 On Tour”, l’incontro che si è tenuto oggi nella sala Giunta di Confindustria Bergamo con l’obiettivo di affrontare, con il supporto di esperti del settore, una serie di tematiche in grado di trasferire la conoscenza e formare in modo diretto gli organi decisionali delle imprese italiane. Creando, al tempo stesso, occasioni di networking per i soggetti del territorio che potranno, a valle dell’incontro, trovare motivi concreti di collaborazione.

Tra i relatori anche Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, che, nell’ambito del Focus Pmi, ha acceso i riflettori su “La ‘partita’ della distribuzione commerciale”. Una riflessione ad ampio raggio sull’efficienza energetica e il terziario, anticipata dalla fotografia sullo stato attuale. “Molto – ha esordito Fusini – è stato fatto, ma il più dev’essere ancora affrontato. Se è vero, infatti, che in alcuni settori gli imprenditori del terziario hanno già investito nell’efficienza energetica, sia nei nuovi insediamenti sia nelle ristrutturazioni, è altrettanto vero che risulta assente quasi tutto il tessuto dei piccoli esercizi dei centri storici. Oggi, pertanto, la sfida è superare molte barriere culturali. E per ottenere risultati servono comunicazione, sensibilizzazione, formazione di competenze e incentivazione fiscale e finanziaria”. I limiti ad una larga e generale diffusione di soluzioni di efficienza – ha evidenziato il direttore dell’Ascom – sono diversi: si va dall’alibi dell’immobile non di proprietà agli scarsi consumi che non stimolano maggiori sforzi; dalla scarsa cultura dell’efficienza alla prospettiva di breve raggio; dalla mentalità secondo cui “si cambia quando si ristruttura (tutto cioè mai!) fino allo scoglio del credito e del merito creditizio. Limiti che determinano anche nel settore del terziario maggiori costi energetici e inefficienze, spesso fortemente penalizzanti. “L’inefficienza – ha puntualizzato Fusini – è un fattore non neutrale, che incide sulla concorrenza fra strutture più o meno efficienti, alimenta maggiore attenzione della clientela verso gli esercizi green e può generare costi energetici troppo elevati rispetto ai margini commerciali”.

convegno-energia-fusiniNel terziario energia vuol dire freddo per i settori alimentari e dei pubblici esercizi, caldo per i settori dell’accoglienza e dello shopping, luce per tutti i settori del retail. Luce che vuol dire visibilità, attrazione, comunicazione, ambientazione, creazione di effetti, intrattenimento e valorizzazione dei prodotti. Tutti aspetti centrali, specie nell’era sempre più dominata dal digitale. “L’approccio vincente per valorizzare al meglio il fattore luce – ha evidenziato ancora Fusini – è quello di passare da una logica di prodotto (corpi illuminanti) ad una logica di soluzione. Con la grande rivoluzione del LED si possono in effetti ottenere vantaggi qualitativi, esperienziali, quantitativi (durata di vita dei corpi e consumi) e di sostenibilità ambientale”. Già, ma cosa fa l’Ascom per aiutare le imprese? “Ebbene – ha rimarcato Fusini -, noi con lo Sportello del credito informiamo e assistiamo nella redazione delle istanze di finanziamento agevolato. Con la Fogalco prestiamo invece la garanzia per gli investimenti delle imprese che vogliano investire nell’ambito dell’efficientamento energetico e non solo, mentre con il Centro di Assistenza Tecnica CAT Ascom Bergamo eroghiamo servizi di analisi e monitoraggio dell’efficienza e offriamo soluzioni per l’illuminazione, il riscaldamento e il raffrescamento ed altre eventuali esigenze”. A valle entrano poi in gioco lo studio di soluzioni in grado di associare in chiave marketing il concetto di risparmio energetico a progetti di illuminotecnica. “Le azioni – ha concluso Fusini – si possono sintetizzare nei supporti specifici al business plan, nella quantificazione dell’efficienza, nell’assistenza per il piano degli investimenti e del fabbisogno finanziario fino al calcolo dei tempi di rientro”.

 

 




La Rsu della Camera di Commercio: “La riforma del sistema va cambiata”

La Camera di Commercio di Bergamo
La Camera di Commercio di Bergamo

La Rsu della Camera di Commercio di Bergamo chiede un tempestivo e mirato intervento sindacale per cambiare la riforma del Sistema camerale. In una lettera, firmata da Cinzia Tribbia, Maurizio Gualandris, Carolina Cugnetto,  Nadia Gaglio, Stefania Manzoni, Eleonora Vavassori e Raimondo de Vivo, la Rsu  ricorda “come il 25 agosto scorso il Governo, con l’approvazione in via preliminare dello schema di decreto legislativo di riforma del sistema camerale, sia intervenuto con una scure normativa”, disponendo tra l’altro:

  • la riduzione delle sedi delle Camere di Commercio, che passeranno da 99 a 60, con una sola sede per le nuove Camere; di fatto un dimezzamento degli enti camerali e una perdita di contatto con il territorio produttivo, indispensabile per un rilancio delle economie locali; questo, in contrasto con quanto affermato nelle relazioni accompagnatorie allo stesso decreto di riforma (favorire la ripresa economica con una pubblica amministrazione più vicina ai cittadini) e in conferenza stampa del Governo
  • la conferma della riduzione del diritto annuale nella misura del 50% rispetto al 2014 a decorrere da gennaio 2017. Il 50% viene individuato, nelle relazioni accompagnatorie, come misura minima di riduzione, e quindi passibile di ulteriore riduzione, cosa insostenibile per la maggior parte degli enti camerali
  • la riduzione dei costi del personale e del personale, compresa la riduzione dei fondi per la contrattazione collettiva decentrata integrativa, con possibili mobilità fra le nuove Camere di Commercio e in altre Pubbliche Amministrazioni, fino ad arrivare al collocamento in mobilità per 24 mesi all’80% dello stipendio
  • l’Unioni Regionali quali enti facoltativi e non più obbligatori
  • la dismissione del patrimonio immobiliare non più essenziale

“Il decreto – ricorda la Rsu – richiama la condizione del personale delle Unioni e delle Aziende speciali ma tace su quello alle dipendenze delle società in house del sistema camerale. Va anche a riformulare le funzioni e i compiti delle Camere di Commercio: su questo punto la scrivente RSU è solo marginalmente d’accordo sulle disposizioni di riforma, in quanto detta riformulazione, che intenderebbe riqualificare e ammodernare gli enti presenta in realtà punti di incertezza e confusione: per fare solo un esempio, non sono ben chiari il significato e le conseguenze della riforma in materia di risoluzione delle controversie (organismi di mediazione e arbitrato). Va inoltre precisato che le diverse nuove funzioni attribuite sono a costo zero e non comportano entrate per le Camere: questo potrebbe anche essere accettabile se non fosse che le Camere sono già duramente colpite dalla pesante riduzione del diritto annuale”.

Precisato tutto questo, la Rsu della Camera di Commercio di Bergamo chiede  alle organizzazioni sindacali che si facciano portavoce di un immediato e coordinato intervento al fine di:

  • mantenere le sedi territoriali delle Camere di Commercio accorpate, in modo che gli accorpamenti non compromettano il necessario e indispensabile contatto degli enti con il territorio e con le imprese che lo vivono, e in modo che il personale non sia costretto a trasferimenti anche di lungo chilometraggio che, oltre a risolversi in un disagio notevole sulla qualità della vita, darebbero luogo a una sostanziale diminuzione di stipendio a fronte dei costi di trasferimento
  • bloccare la riduzione del diritto annuale al 40%, così come è attualmente. Un’elevazione al 50% della riduzione non sarebbe infatti sostenibile per la maggior parte degli enti camerali e ciò causerebbe ulteriori disservizi alle imprese
  • far rimanere il personale camerale sui territori, sia pure con la massima disponibilità a reinventarsi professionalmente al fine di offrire i nuovi servizi alle imprese previsti nel decreto di riforma, ma è necessario che venga mantenuto un contatto umano, vivo e immediato con il tessuto imprenditoriale delle proprie zone economiche di riferimento
  • salvaguardare gli attuali livelli occupazionali degli organismi di tutto il sistema camerale (personale delle camere di commercio e delle relative aziende speciali), società in house comprese;
  • non considerare le Unioni Regionali enti facoltativi, perché costituiscono un raccordo essenziale e territoriale delle Camere di Commercio nelle proprie Regioni

Chiede, oltre alla manifestazione del 29 settembre, che vengano messe in atto azioni sindacali forti e decise, atte a contrastare il decreto che diventerà attuativo a fine novembre.

“Vogliamo essere noi lavoratori del sistema camerale – si legge nella nota – , insieme a voi, a decidere quale sarà e che forma avrà il nostro futuro professionale, che non può essere descritto e identificato con le sole parole “riduzione, rideterminazione, mobilità, trasferimenti, razionalizzazione”. Queste non sono le parole di un sistema che cresce ma di un sistema che viene fortemente penalizzato a tutto danno delle imprese italiane e dei lavoratori. A questo proposito sottolineiamo che non siamo assolutamente d’accordo con quanto affermato dal Presidente Unioncamere Nazionale (Lo Bello) nel documento del 26 agosto, nel quale la riforma camerale viene positivamente definita “un passaggio determinante di un percorso di modernizzazione che rafforzerà il sistema delle camere di commercio italiane”, senza traumi per il personale. Non è così. I lavoratori del sistema camerale vengono pesantemente colpiti, e non sono stati i primi né saranno gli ultimi lavoratori pubblici a subire riforme irragionevoli che sostanzialmente riducono gli stipendi fermi tra l’altro da 7 anni. Noi vogliamo, con voi, fermare questa tendenza, perché la Pubblica Amministrazione sia ciò per cui è nata: un imprescindibile riferimento per tutti i cittadini e le imprese del nostro Paese, perché noi siamo lo Stato e lo Stato per chiamarsi tale deve valorizzare e far crescere la Pubblica Amministrazione, non mortificarla come sta accadendo in questi ultimi anni”.