Italcementi-Heidelberg, il ministero chiede la revisione del piano industriale

ItalcementiÈ stato un incontro interlocutorio quello odierno al ministero dello Sviluppo economico tra i rappresentanti di Italcementi e Heidelberg Cement, i sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil e i vertici dello stesso Mise, vale a dire il neoministro Carlo Calenda e la sua vice, Teresa Bellanova. “La nota positiva è sicuramente il rinnovato impegno del governo nel seguire questa difficile vertenza e nel salvaguardare i livelli occupazionali di Italcementi a seguito dell’acquisizione da parte del gruppo tedesco”, riferiscono i segretari nazionali Feneal, Filca, Fillea, Pascucci, Gentile, Meschieri. “Italcementi – spiegano – ha presentato l’ipotesi di Piano sociale siglato il 20 maggio scorso, Piano che come abbiamo sottolineato non ha nulla a che vedere con il Piano industriale, che va assolutamente rivisto. In particolare – spiegano – è necessario incrementare gli organici al Centro di ricerca di prodotto (I.lab), poiché diventerà il punto di riferimento mondiale, e prolungare i termini della Cig. È necessario inoltre che a Bergamo si costituisca un satellite di HC per il centro tecnico (ex CTG), dal quale far partire i tecnici a supporto di tutta l’area del Mediterraneo, e che siano mantenuti inalterati tutti i siti produttivi presenti oggi in Italia, almeno sino al 2020”.

Il ministro Calenda ha ribadito l’importanza di rivedere il Piano industriale presentato da HC, sollecitando un incontro con la dirigenza tedesca prima della fine del closing, previsto nella prima settimana di luglio, ed ha annunciato una ulteriore disponibilità finanziaria a favore di progetti per lo sviluppo tecnologico ed energetico. Il viceministro Bellanova ha affermato che serve tempo per la realizzazione del Piano sociale, e in risposta alle richieste sindacali ha ricordato che una Commissione ad hoc si pronuncerà sull’inserimento del Piano industriale nella casistica prevista dall’articolo 42 del decreto legislativo 148/15, mentre si è ancora in attesa che il governo ne pubblichi il decreto attuativo. Infine la Regione Lombardia ha reso noto di aver presentato un progetto con incentivi per le nuove azioni di sviluppo sul prodotto e sul processo, e quindi a favore dell’attività svolta dal Centro di ricerca di Bergamo.




I casi virtuosi / «Su Facebook c’è anche la cliente che non ti aspetteresti mai»

da sinistra: Paolo Gozzoli e Patrizia Pavese, Elena Valietti, Norberto Piersigilli e Daniele Caccia

Anche il più tradizionale dei negozi può fare innovazione, dandosi di un’identità precisa, selezionando i prodotti, differenziandosi, comunicandolo con efficacia e migliorando gli aspetti gestionali. Il quadro e le leve illustrate nel proprio intervento dal responsabile delle Politiche per lo sviluppo di Confcommercio, Fabio Fulvio, si sono tradotte in casi concreti nelle quattro testimonianze d’impresa presentate all’assemblea dell’Ascom.

La trattoria Visconti di Ambivere, fondata nel 1932, ha portato la sua tradizione in rete ed ha voluto che il suo quinto sito fosse anche facilissimo da gestire, aspetto fondamentale per le piccole realtà che non possono contare su personale dedicato per la comunicazione. Grazie alla collaborazione con la start up bergamasca Onlime le news del sito si aggiornano automaticamente dai post sulla pagina Facebook. «Ma la prima e vera innovazione – ha sottolineato Daniele Caccia – è stata nell’andare controcorrente nella proposta, nel preparare le ricette storiche della Bergamasca e della nostra famiglia in risposta all’appiattimento dei sapori». Il web poi offre la possibilità di entrare nel locale, pregustare i piatti, conoscere i volti di chi lavora in sala, in cucina, sapere delle novità di stagione e pure di regalare un cena con pochi click. Con un’accortezza: «Ai chi arriva sul sito occorre dare le informazioni che interessano di più, come orari, giorno di chiusura e sopratutto i prezzi. Noi facciamo i casoncelli con la ricetta della bisnonna Ida e diciamo che costano 10,50 euro. Chi va sul sito è contento di sapere quanto sono buoni, ma lo è ancora di più se sa quanto spende».

Chi invece ha scelto l’on line per il proprio business è Makemedia Sas di Costa Volpino, con il portale Oltrevela.com, il maggiore per il settore della vela e della nautica in Italia, che annovera tra i propri clienti anche la nazionale e gli olimpionici di vela e che consegna persino sulla spiaggia o in barca. L’attività è partita dieci anni fa, ma è un’evoluzione continua. «Non è così semplice presentare il prodotto in maniera adeguata – ha affermato Patrizia Pavese che ha avviato l’attività con il marito Paolo Gozzoli -, ogni volta cerchiamo di aggiungere dettagli tecnici, fotografie, descrizioni. È un continuo mettersi in discussione, non basta pubblicare un prodotto. E poi c’è la parte tecnologica, che noi sviluppiamo in casa, e gli investimenti sui motori di ricerca e i siti comparatori». Insomma, anche chi parte innovativo e digitale non si può fermare!

Un nuovo modo di fare negozio è invece Legami, in largo Rezzara a Bergamo che è bar, libreria e store di oggetti ricercati e di design. «Puntiamo sull’aggregazione e il coinvolgimento – ha spiegato il retail manager Norberto Piersigilli – ma perché l’idea funzioni occorre anche metodo. E quindi misurare i passaggi, selezionare i prodotti, essere i primi ad averli, analizzare la redditività, sapere sempre cosa c’è, a quanto si vende, qual è la marginalità, altrimenti si rischia di rincorrere i problemi». Altro importante capitolo è quello del personale, che il negozio ha voluto qualificato per ogni area. «Innovazione è vedere da un punto di vista diverso – ha concluso -. Il negozio è stato aperto sette/otto anni fa, ma non era quello che è oggi».

A confermare l’importanza delle tecnologie digitali è la cliente che non ti aspetti. «Una signora anziana mi ha detto di aver visto su Facebook le fotografie di piatti e prodotti scattate in negozio», ha svelato Elena Valietti, titolare dell’omonimo ortofrutta a Zanica, che propone anche gastronomia vegana e composizioni di frutta. «Non pensavo ci fosse così tanta gente che utilizza questi sistemi, invece è stata la chiara conferma che sui social e on line bisogna esserci. Certo comporta sacrifici, voglia di imparare e mettersi in gioco». Cosa che lei fa da sempre con convinzione anche sul versante dell’offerta, con insalate, minestroni, piatti tradizionali e vegani partendo dalla sua materia prima, quella frutta e verdura che conosce benissimo. «Siamo noi fruttivendoli a scegliere ogni giorno la migliore».




Il terziario bergamasco dà segnali positivi. Nel primo trimestre cresciute le imprese attive

Dati confortanti per il terziario bergamasco. Il numero di attività al 31 marzo 2016 è di 23.050, l’1,22% in più rispetto allo stesso periodo del 2015. In città le aziende sono 4.006, il 1,35% in più rispetto al 2015.

In generale, prosegue l’incremento del numero dei pubblici esercizi e della ristorazione che nel giro di un anno sono aumentati del 2,87 %, il dato è evidente soprattutto in città dove hanno raggiunto quota 596 (+5,17% rispetto al 2015). L’apertura o la riapertura di bar e ristoranti è eccedente rispetto ad un mercato che resta comunque in difficoltà.

Torna a crescere anche il settore alimentare, dell’1,11%; anche per questo comparto il dato più evidente si regista in città con un incremento dei negozi alimentari del 7,41% rispetto al 2015 con 275 attività. L’aumento è dovuto l’effetto dell’apertura di attività di consumo sul posto, come gastronomie e take away.

I negozi non alimentari restano stabili, soprattutto in provincia, +1,05% (6.136 attività), dove alle chiusure di contrappongono nuove aperture nell’ambito delle stesse tipologie; il settore fatica di più in città (+0,45%  rispetto al 2015 con 1.109 attività totali), dove la rete dei negozi di abbigliamento e calzature continua a soffrire.

Sempre in crescita gli ambulanti (+6,10% rispetto al 2015) soprattutto extracomunitari, anche se con un trend in calo rispetto agli anni precedenti.

Più difficile è la situazione dei servizi alle imprese e degli ausiliari del commercio, entrambe in leggero calo (-0,69% rispetto 2015), in particolare gli agenti di commercio, i cui numeri negli ultimi anni erano sensibilmente cresciuti come sbocco lavorativo dovuto alla crisi del manifatturiero.

Per quanto riguarda le zone, sono in crescita la città, l’hinterland e la pianura, in difficoltà l’offerta commerciale nelle valli.




Nuovo codice doganale, seminario della Camera di Commercio

DoganaLa Camera di Commercio di Bergamo, in collaborazione con Unioncamere Lombardia, organizza un seminario sul nuovo Codice Doganale comunitario, entrato in vigore dal 1° maggio 2016, nonché sulle collegate disposizioni attuative, integrative e transitorie, le quali offrono molteplici opportunità di semplificazione, ma presentano tuttavia anche numerose criticità operative relativamente a procedure, autorizzazioni, controlli e sanzioni. L’incontro si terrà venerdì 10 giugno, dalle 9 alle 13, all’ex Borsa Merci di Bergamo, in via Petrarca 10. Obiettivo dell’incontro è fornire alle imprese le competenze per la corretta gestione delle operazioni documentali e doganali in cessioni/acquisti intraUe e export/import extraUe alla luce delle novità presenti nel Nuovo Codice Doganale Unitario. Sarà illustrata una selezione delle tematiche di maggiore impatto per l’operatività degli utenti, con approfondimento degli strumenti a loro disposizione per cogliere i più ampi benefici derivanti dalle novità introdotte (valore in dogana, nuovi regimi doganali speciali, Operatore Economico Autorizzato, accertamenti e controlli doganali ecc) e con una particolare attenzione alle problematiche relative all’origine delle merci. La partecipazione all’iniziativa è gratuita, previa iscrizione online da effettuarsi entro l’8 giugno 2016.

Info: Sportello LombardiaPoint, ref. Silvia Ceraolo,  035-4225.271/235 – lombardiapoint.bergamo@bg.camcom.it




Mettersi in proprio è una sfida possibile. Un corso insegna come

donna - impresa - creativitàFornire un aiuto concreto a chi è interessato ad aprire una attività. È questo  l’obiettivo del seminario gratuito “Mettersi in proprio, una sfida possibile”, organizzato lunedì 23 maggio dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 da Bergamo Sviluppo, l’agenzia speciale della Camera di Commercio di Bergamo. Il seminario è rivolto ad aspiranti e neo-imprenditori e si svolgerà nella sede di via Zilioli n. 2 a Bergamo. L’incontro permetterà di ottenere le informazioni e gli strumenti tecnici per definire e progettare una idea imprenditoriale. Si inizierà con un test di valutazione delle attitudini imprenditoriali, quindi verranno illustrati i requisiti che deve avere un imprenditore, nozioni di marketing e comunicazione, piano d’impresa, scelta della forma giuridica, adempimenti civilistici e fiscali e principali fonti di finanziamento. L’incontro verrà replicato sabato 25 giugno, sabato 24 settembre, sabato 22 ottobre, sabato 190 novembre e sabato 17 dicembre nella sala Consiglio del Palazzo Contratti e Manifestazioni. La partecipazione è libera previa iscrizione on line all’indirizzo e-mail carminati@bg.camcom.it.

 




Italcementi, giovedì nuovo round tra sindacati e azienda

“Dopo aver svolto le assemblee con i lavoratori della sede per farsi dare il mandato a formulare le osservazioni in risposta al piano sociale presentato da Italcementi, venerdì a Roma, in sede di Federmaco, le Rsu/Rsa e le Feneal Filca e Fillea hanno incontrato la direzione e hanno presentato la loro opinione sul merito.
Le prime osservazioni sono finalizzate a ridurre gli esuberi in modo strutturale a partire dall’applicazione della fungibilità professionale per tutto il periodo della Cigs in tutte le aziende del gruppo Italcementi e nella futura sede di Heidelberg Italia, alla definizione dei lavoratori occupati nella futura sede di Bergamo, alla definizione dei lavoratori che con il periodo di Cigs approdano alla pensione, al ricorso volontario al Part Time per evitare i licenziamenti.
Il metodo avanzato è quello che dopo aver ricevuto il mandato dai lavoratori per iniziare la trattativa, l’eventuale ipotesi di accordo sarà sottoposta al referendum dei lavoratori della sede.
Nel merito del piano, le osservazioni avanzate mettono in evidenza una insufficiente strutturale capienza economica per rispondere alle concrete esigenze dei lavoratori nella fase di ricollocazione.
Ferma restando l’adesione volontaria del lavoratore al piano sociale, si devono inserire quegli elementi di flessibilità di percorso che facilitino le varie soluzioni che si possono concretizzare nei mesi successivi. La nostra proposta tende a ridefinire il piano sociale secondo criteri più equi che rispecchino e tutelino la professionalità dei lavoratori.
Si deve agire sulla dote ricollocazione, insufficiente nella somma che deve essere adeguata alle condizioni del territorio e che deve essere in vigore oltre il triennio proposto da Italcementi.
Si deve agire sulla dote incentivo, insufficiente nella proposta, che deve essere incrementata dalle mensilità economiche derivanti dai criteri dei carichi familiari, dall’anzianità di servizio e anagrafica. Si deve definire il “distacco lavorativo” per almeno un anno per quei lavoratori che accettano i Job post in (offerte di lavoro nel gruppo Heidelberg ) e prevedere l’identica retribuzione attuale per il lavoratore. Italcementi si è riservata di valutare le proposte illustrate. La trattativa è stata aggiornata a giovedì 19 maggio a Milano. Le Rsu/Rsa e i sindacati auspicano che le riflessioni di Italcementi siano correlate all’importanza dei temi trattati discussi, essendo questi elementi che cambieranno la vita lavorativa e familiare di molti lavoratori”. Così in una nota dichiarano le Segreterie nazionali, Regionali Lombardia e Territoriali di Bergamo Feneal Filca Fillea.




Confidi e credito alle imprese, Ghidinelli: «Segnali di ottimismo»

Ernesto Ghidinelli - Credito Confcommercio - immagine Abi Eventi
Ernesto Ghidinelli (immagine Abi Eventi)

«Niente di rivoluzionario – precisa -, ma qualche segnale di ottimismo sul rilancio del ruolo dei confidi lo si intravede e in più c’è la mossa della Bce che dovrebbe finalmente finanziare l’economia reale». Volge al positivo il quadro di Ernesto Ghidinelli, responsabile del settore Credito e Incentivi di Confcommercio, che in occasione dell’assemblea annuale della Fogalco (oggi, 16 maggio, al Settecento Hotel di Presezzo) fa il punto sulle novità per il sistema della garanzia consortile e la sua capacità di supportare in maniera efficace il credito delle imprese, soprattutto le più piccole.

Il Parlamento sta lavorando ad una legge delega per la riforma dei confidi. Un’audizione con Rete Imprese Italia si è tenuta anche nei giorni scorsi. Quali sono le richieste?

«Il principio della proporzionalità nell’esercizio della vigilanza, per cominciare. Il fatto cioè che si prevedano oneri e controlli parametrati alla dimensione dei confidi, imporre regole troppo pesanti a organismi con soglie minime di attività è infatti penalizzante. Un secondo aspetto è il coordinamento degli strumenti di garanzia. Negli ultimi due anni si è assistito ad un utilizzo distorto del Fondo Centrale di Garanzia, che anziché essere complementare ai confidi ha finito per essere concorrenziale, utilizzato per la garanzia diretta alle imprese anziché per la controgaranzia e la riassicurazione, determinando perciò un utilizzo non ottimale delle risorse pubbliche».

Come mai si è verificata questa distorsione?

«Perché per le banche risulta più “conveniente” ricorrere direttamente al Fondo anziché passare attraverso i confidi. Per il valore della garanzia ma soprattutto per il fatto che non le obbliga a fare accantonamenti e ciò significa risparmio patrimoniale. Il risultato è che si è ricorsi al Fondo anche in casi in cui non sarebbe stato necessario e che si è generato un forte assorbimento di risorse pubbliche non coerente con le finalità per le quali era stato concepito lo strumento. In pratica il Fondo nasce per le imprese ma al momento sta aiutando le banche».

Si sta però pensando a dei correttivi…

«Di una riforma del Fondo Centrale di Garanzia si sta occupando il ministero dello Sviluppo economico, vuol dire che c’è consapevolezza del fatto che non è utilizzato in maniera ottimale, che è meglio la complementarietà con il sistema dei confidi e si sta programmando un riequilibrio».

Cosa altro propongono i vostri confidi in tema di riforme?

«Maggiore facilità nello sviluppare servizi di assistenza alle imprese in ambito finanziario. Sino ad oggi lo spettro di azione è stato pressoché limitato alla prestazione della garanzia, così si aprirebbe invece la possibilità di aiutare le imprese nelle relazioni con la banca, nella gestione dei flussi finanziari, di realizzare nuove forme di consulenza. Si configurerebbe un’assistenza più ampia e professionale per gli imprenditori, che sino ad ora hanno visto la gestione finanziaria più come un fatto contabile e amministrativo che come capacità di prevedere e programmare i flussi finanziari e far fronte agli imprevisti. Con la crisi molte aziende sono andate in difficoltà proprio per difetto di capacità previsionale, mentre le competenze dei confidi possono essere d’aiuto in questo senso».

Sempre a proposito di riforme, dovrebbe completarsi anche quella del Testo unico bancario relativamente alla supervisione dei confidi “minori”…

«I confidi con attività superiore ai 150 milioni di euro sono sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia, mentre per quelli di dimensione inferiore (tra i quali anche la Fogalco ndr.) le modalità del controllo sono rimaste sino ad oggi in un “limbo”. Ora la procedura si è accelerata ed è in fase di costituzione un organismo di supervisione. Il rafforzamento delle regole comporterà degli oneri, ma offrirà anche una migliore certificazione degli operatori e garanzia agli enti pubblici che collaborano con i confidi».

Le imprese, intanto, hanno ripreso ad investire?

«Qualcosa comincia a muoversi, secondo il nostro Osservatorio, ma proprio per questo occorre che le imprese siano assistite in maniera razionale».

I “rubinetti” del credito si sono riaperti?

«Nonostante i tassi interbancari siano negativi c’è ancora grande difficoltà di accesso al credito, perché le banche non lo ritengono conveniente per piccoli importi. La Bce da giugno metterà però in campo una misura storicamente nuova prestando denaro alle banche a tassi negativi per gli impieghi destinati a certi target. In pratica, remunera le banche mentre le finanzia. È una manovra di politica espansiva che finanzia finalmente l’economia reale, la guardiamo con interesse perché potrebbe smuovere una situazione che diversamente rischia di rimanere di stagnazione».

Tirando le somme dei correttivi in atto, il ruolo dei confidi non pare affatto superato…

«I confidi servono alle banche e servono alle imprese. La conoscenza che hanno dei settori economici e dei territori è ormai diventata necessaria per l’attività delle banche, che per ragioni di operatività hanno fatto certi passi, e per gli imprenditori rappresentano un supporto importante per ragionare sui numeri, i tempi e le forme tecniche dei finanziamenti. Per le piccole imprese, del resto, il credito bancario è lo strumento pressoché esclusivo per far fronte alle necessità finanziarie. Poiché la situazione economica resta grave è più opportuno agire su ciò che si può fare rapidamente, migliorare ciò che c’è già, mettendo i confidi in condizione di lavorare con meno adempimenti e più possibilità operative».

 




“Pmi in sofferenza. Ecco sei proposte per il rilancio”

Rete Impresa ItaliaLe piccole e medie imprese devono tornare al centro dell’agenda di politica economica del governo Renzi. A chiederlo è il presidente di turno di Rete Imprese Italia, Massimo Vivoli, che, in occasione dell’assemblea annuale dell’associazione che comprende anche Confcommercio, ha lanciato un piano in sei punti per il rilancio delle pmi. Primo punto: non è più rimandabile l’attuazione reale e completa dello Statuto delle Imprese, in tutte le sue parti, “rendendolo finalmente uno strumento operativo”. Secondo punto: “Dobbiamo risolvere la questione fiscale”. Per Vivoli “serve una riforma che riduca sensibilmente la pressione fiscale sui cittadini e su tutte le Imprese, di qualsiasi dimensione esse siano. E che introduca la detraibilità delle spese per l’adeguamento alle nuove normative”. L’incidenza del peso delle tasse sulle pmi supera il 61%. In media, le sole imposte locali costano alle pmi oltre 11mila euro l’anno.

Sempre in tema di fisco “vanno resi più semplici e chiari gli adempimenti”. Anche attraverso l’uso dei nuovi strumenti telematici, come la fatturazione elettronica e l’invio telematico dei corrispettivi. Terzo punto è mettere in campo, anche attraverso i Confidi, strumenti che riescano a ridare credito al sistema delle Imprese e facciano da moltiplicatore della politica monetaria dellaBce. Il quarto punto è la riduzione del carico regolatorio che grava sulle Imprese. Il quinto step è la richiesta di lanciare un “piano d’azione” per le pmi e gli imprenditori. Un piano che, “alla stregua di quanto fatto con il Jobs Act per il lavoro dipendente, li sostenga nella transizione alla digitalizzazione e nell’implementazione dei processi di internazionalizzazione”, ha spiegato Vivoli. Sesta, ed ultima proposta: istituire un sostegno alle nuove Imprese per traghettarle verso il consolidamento, aumentandone il tasso di sopravvivenza, attraverso un piano di riduzione delle imposte per i primi anni di vita. Bisogna “estendere i provvedimenti di fiscalità agevolata a tutte le nuove Imprese”, ha concluso Vivoli.

Il Rapporto Ref ricerche -Globali e digitali, le Pmi oltre la crisi

 

 




Web e digitale, sette incontri gratuiti per le pmi

web.jpg“Le opportunità del web e del digitale per le micro, piccole e medie imprese”: questo il tema dei sette incontri, in programma dal 18 maggio al 9 giugno, promossi nell’ambito del progetto Incubatore d’Impresa e realizzati da Bergamo Sviluppo in collaborazione con il sistema associativo locale. Ciascun incontro fornirà indicazioni sugli strumenti disponibili nel web per promuovere, sviluppare, tutelare e gestire la propria attività. Conoscere e saper utilizzare gli strumenti digitali è infatti utile a tutti, a maggior ragione agli imprenditori o aspiranti imprenditori di micro, piccole e medie realtà, che grazie proprio alle opportunità aperte dal web possono riuscire a presentarsi sul mercato in modo più efficace, rafforzando la propria immagine. La partecipazione è gratuita, previa iscrizione online sul sito di Bergamo Sviluppo per ogni incontro di interesse. Sono disponibili fino a 60 posti per incontro.

Queste le date e gli argomenti dei 7 incontri:

  1. “Creare un sito web: come farlo in autonomia evitando errori” – Mercoledì 18 maggio
  2. Social media strategy” – Giovedì 19 maggio
  3. “Web marketing per le Pmi” – Martedì 24 maggio
  4. “Idee e strumenti pratici per creare contenuti digitali” – Giovedì 26 maggio
  5. “Mobile economy: quali i benefici per il business?” – Mercoledì 1 giugno
  6. “La privacy nel contesto digitale e il diritto di immagine online” – Mercoledì 8 giugno
  7. “Nuove tecnologie & vecchi paradigmi” – Giovedì 9 giugno

Per informazioni: www.bg.camcom.gov.it




Fogalco, finanziamenti in risalita. «Cresce la fiducia delle imprese»

È tempo di bilanci per Fogalco, la cooperativa di garanzia di Ascom di Bergamo, che lunedì 16 maggio, alle ore 10.30, si riunirà in assemblea all’Hotel Settecento di Presezzo per tracciare il quadro del 2015 e delineare le strategie per l’anno in corso.

All’ordine del giorno la presentazione del bilancio 2015,  la relazione di gestione da parte del presidente Riccardo Martinelli e gli interventi dei rappresentanti del sistema bancario locale e di Ernesto Ghidinelli, responsabile del settore Credito e Incentivi di Confcommercio Imprese per l’Italia, che illustrerà le novità che riguardano i confidi: la Legge quadro, la Riforma del Testo Unico Bancario e il ruolo del Fondo Centrale di Garanzia.

Tra gli altri argomenti in discussione, l’attività di Asconfidi Lombardia, il confidi di secondo livello che ha visto proprio in questi giorni la riconferma di Martinelli nel Consiglio di Sorveglianza. Fogalco ha contribuito a creare l’organismo regionale insieme ad altre realtà provinciali appartenenti prevalentemente al sistema Confcommercio, segnando una svolta significativa per supportare l’accesso al credito delle imprese, in grado di rilasciare al sistema bancario garanzie più forti.

Riccardo Martinelli - rit
Il presidente della Fogalco, Riccardo Martinelli

Nell’anno appena trascorso, Fogalco ha deliberato, garantito ed erogato, tramite gli Istituti di credito convenzionati, finanziamenti per 14.021.572 euro (13.299.479 euro nell’anno 2014, 6%) per 228 posizioni ai quali vanno aggiunti 1.858.115 euro relativi a finanziamenti deliberati ma, al 31 dicembre scorso, non ancora erogati.

L’importo medio dei finanziamenti deliberati ed erogati è di poco superiore ad 60.000 euro (54mila nel 2014, l’11% in più).

L’importo complessivo relativo alle operazioni garantite e perfezionate dal 1978, anno di costituzione, al 31 dicembre scorso è di 585 milioni euro.

In ordine di volumi, le garanzie si sono perfezionate prevalentemente nel comparto dei pubblici esercizi e alberghi, nei servizi, nelle attività alimentari e nei negozi di abbigliamento. Per quanto riguarda le zone, al primo posto c’è la pianura, seguita dalla città e hinterland, dalla val Cavallina e val Seriana e Scalve. Fanalino di coda le Valle Brembana e Imagna.

Presidente Martinelli che anno è stato il 2015 per il terziario?

«C’è una crescita di fiducia negli imprenditori. Si è consolidata la percentuale delle imprese che si recano in banca per chiedere credito ed è cresciuta leggermente la quota di quelle che lo ricevono. Anche gli investimenti sono in risalita: un’azienda su tre ha effettuato investimenti negli ultimi due anni e una su quattro ha intenzione di farlo nel prossimo biennio. Sono in crescita anche le aziende che sono riuscite a far fronte al proprio fabbisogno finanziario. Infine sono migliorati l’andamento dei tassi di interesse, il costo di istruttoria e le altre condizioni applicate. Insomma, parafrasando il meteo, possiamo affermare che “il barometro della crescita resta sul bello, con qualche abbassamento di pressione”».

Quali sono le sfide oggi per la garanzia consortile?

«Il ruolo della garanzia consortile oggi risulta ancora estremamente importante per il costante contatto diretto con le imprese associate, il raccordo con il proprio territorio di riferimento e per facilitare il dialogo con il sistema bancario e l’accesso al credito delle micro piccole e medie imprese. La competizione di mercato diventa però sempre più difficile: non esistono più i comparti economici di riferimento. Per questo dobbiamo essere ben strutturati, dinamici, efficienti oltre che patrimonializzati. Le sfide a cui siamo chiamati sono diverse: dobbiamo fornire dal punto di vista professionale assistenza e consulenza finanziaria di base alle aziende nostre socie e fronteggiare due questioni critiche, il massiccio e crescente utilizzo da parte del sistema bancario del Fondo Centrale di garanzia in via diretta e l’autonomia delle banche nel perfezionare operazioni di finanziamento a favore di imprese di “prima fascia”».

Nel corso dell’assemblea verrà illustrata la riforma del Testo Unico Bancario? Di cosa si tratta?

«Lo scorso mese di marzo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto di attuazione del titolo V del Testo Unico Bancario e, nello specifico, il decreto relativo all’articolo 112-bis che completa il quadro normativo di riferimento per il sistema dei Confidi. Il testo prevede la creazione di un “Organismo per la gestione dell’Elenco” che avrà una funzione di verifica sui Confidi tradizionali. Ci auguriamo che l’entrata a regime di questo organismo valorizzi tutto il comparto sano dei Confidi tradizionali, che troppo spesso vedono la loro immagine danneggiata a causa di quei soggetti che operano in una “zona grigia” del mercato della garanzia».

Quali altre novità ci sono sul fronte del credito?

«La Regione ha da poco approvato le delibere che modificano i criteri relativi alle “controgaranzie”. Per favorire l’accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese, Finlombarda spa rilascerà garanzie di secondo livello (controgaranzie) su portafogli di garanzie di primo livello, rilasciate da Confidi a favore delle stesse imprese. L’attivazione di questa linea di intervento ridarà sicuramente nuovo ossigeno alle imprese e consentirà di incrementare la competitività e l’attrattività del territorio lombardo. In questo ambito Regione Lombardia rende disponibili 28,5 milioni di euro per favorire l’accesso al credito tramite i Confidi, tra i quali Asconfidi Lombardia, che consentirà di mettere in circolo circa 10 miliardi di euro di nuovi finanziamenti nel prossimo triennio».

Come sono i rapporti con le banche in questo momento?

«Da tempo abbiamo degli incontri con il sistema bancario per cercare di condividere il merito creditizio e approfondire e sviluppare tutte quelle criticità che afferiscono al rapporto tra banca e impresa. Speriamo che gli Istituti di credito sappiano valorizzare gli sforzi che mettiamo in campo per sostenere le imprese che rappresentiamo. Stiamo cercando di trovare percorsi sinergici che diano effettiva riconoscenza al valore dell’appartenenza delle imprese stesse al sistema associativo anche al fine di condividere, in particolare, informazioni di natura qualitativa e andamentale».