Avete un’idea imprenditoriale? Ecco lo Sportello che vi dice se è ok

PointS.TE.P, il Servizio per TEstare Progetti d’impresa, è il nuovo sportello a supporto della creazione d’impresa che propone un percorso di assistenza personalizzata di massimo 8 ore per “testare” un’idea imprenditoriale e comprenderne le concrete opportunità di affari. Attraverso un processo strutturato di validazione dell’idea imprenditoriale, che si avvale di percorsi, metodologie e strumenti innovativi provenienti dall’ecosistema startup (lean startup e customer development), l’aspirante imprenditore viene accompagnato a verificare alcuni aspetti della propria idea e a svolgere alcune attività per: abituarsi al confronto con il mercato; semplificare la costruzione di un piano d’impresa; sperimentare processi di apprendimento interattivo; apprendere nuovi metodi e strumenti derivanti dall’ambito startup. Obiettivo del servizio, che si colloca nella fase “embrionale” di un progetto d’impresa, è favorire la raccolta di informazioni sulle reali potenzialità dell’idea presentata dall’aspirante imprenditore. Lo sportello riceve gratuitamente, previo colloquio con il referente del Punto Nuova Impresa di Bergamo Sviluppo, il venerdì mattina, dalle 9 alle 13, nella sede di Bergamo Sviluppo al Point – Polo per l’Innovazione Tecnologica di Dalmine, in via Pasubio 5/ang. via Einstein. Il servizio è realizzato nell’ambito del progetto Incubatore d’impresa gestito da Bergamo Sviluppo e finanziato dalla Camera di commercio di Bergamo.




Camera di Commercio, seminario Mud per le imprese

La Camera di Commercio di Bergamo, nell’ambito dell’attività di supporto alle imprese, organizza una giornata formativa sul modello unico di dichiarazione ambientale 2016 contenente i dati 2015. Il seminario è rivolto a imprese, enti, associazioni di categoria e professionisti interessati all’ adempimento e avrà luogo nella Sala del mosaico della Camera di commercio (via Petrarca, 10) martedì 22 marzo,  dalle 15 alle 18. La relazione è a cura di Paolo Pipere, responsabile del Servizio adempimenti ambientali della Camera di commercio di Milano. La partecipazione all’evento, realizzato con il coordinamento di Unioncamere Lombardia e il contributo della Banca Popolare di Bergamo, è gratuita e aperta a tutti, previa iscrizione tramite il modulo in linea.

Info: www.bg.camcom.gov.it




Conflitti d’impresa, i commercialisti fanno il punto sulla mediazione

camera di Commercio (2)Risolvere i conflitti d’impresa senza ricorrere al giudizio ordinario. L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo fa il punto su una procedura sempre più apprezzata dalle imprese: la mediazione. A occuparsene il convegno «Conflitti d’impresa: la mediazione e altri strumenti di soluzione» in programma mercoledì 16 marzo, dalle 14.30 alle 18, al Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni in via Petrarca 10 a Bergamo. Un momento di riflessione curato da Andrea Pellizzari, presidente della Commissione Arbitrato e Conciliazione dell’Ordine di Bergamo, da Stefano Lania, responsabile area fiscale di Confindustria Bergamo, da Daniela D’Adamo, professore aggregato di diritto processuale civile avanzato dell’Università di Bergamo, da Enrico Ginevra, professore di Diritto commerciale all’Università di Bergamo, da Vincenza Gizzo, Responsabile dell’Organismo di mediazione della Camera di Commercio di Bergamo l’ente che tra i primi in Italia ha scelto di configurarsi come punto di riferimento per l’offerta dei servizi di soluzione alternativa dei conflitti. Interverrà anche Arik Strulovitz, docente nell’ambito del progetto ADR e tecniche di negoziazione dell’Università di Bergamo e coach della squadra di Unibg vincitrice della Competizione nazionale di mediazione che parteciperà all’incontro.

La mediazione, in particolare, è una procedura sempre più diffusa: secondo i dati forniti dal Ministero della Giustizia, nel primo trimestre del 2015 si è registrato il +22% nell’utilizzo dello strumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ancora più incoraggiante è il tasso di successo delle procedure di mediazione: ben il 43% delle mediazioni in cui sono state presenti le parti hanno visto il raggiungimento dell’accordo. Dato che conferma quanto la mediazione possa essere uno strumento tagliato su misura per le parti, la cui presenza agli incontri si rivela spesso determinante ai fini dell’esito. «Il settore commerciale e quello delle imprese, infatti, fortemente influenzati dalla crisi mondiale dei mercati che non lascia prevedere una risoluzione in tempi brevi, non possono permettersi di sostenere inutili e costosi sprechi di tempo e di risorse generati dalle criticità del sistema giudiziario. Di conseguenza, diventa imprescindibile il ricorso alle procedure stragiudiziali di composizione delle controversie, prima tra tutte la mediazione civile e commerciale» – ha anticipato il dott. Andrea Pellizzari, presidente della Commissione Arbitrato e Conciliazione Odcec Bergamo.

Nel corso del convegno saranno, dunque, passati in rassegna i motivi del successo di tale procedura: dalla brevità dei tempi, nettamente inferiore rispetto al giudizio ordinario, alla riservatezza, alla validità per la risoluzione di liti transnazionali. Il tutto a partire dall’ascolto, elemento centrale di uno strumento pensato non per ricercare spasmodicamente e giuridicamente il torto e la ragione, quanto piuttosto per coinvolgere le parti al raggiungimento di un accordo che le appaghi e che contemporaneamente metta fine alla controversia. A Bergamo l’Organismo di mediazione, già esistente presso la Camera di Commercio, ha colto con estremo favore la collaborazione degli Ordini e Collegi professionali giuridico contabili, la quale ha preso vita dalla condivisa consapevolezza delle opportunità create dalle sinergie tra gli ordini dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, degli avvocati e dei notai, sulla scorta della positiva esperienza nel campo dell’arbitrato. “La nostra categoria – spiega Alberto Carrara, presidente dell’Ordine dei Commercialisti – si è messa a disposizione di questo progetto sin dal suo nascere, riconoscendolo sia un’occasione importante per la categoria sia un servizio prezioso per la comunità. 35 i commercialisti che operano per l’organismo di mediazione della Camera di Commercio, in grado di offrire un servizio dedicato a imprese e privati che possono contare su uno strumento di definizione rapida ed efficace delle controversie, a favore del sistema produttivo e dell’intera comunità”.




Salvi i Gros Market, la rete dei cash&carry passa alla Sogegros

Lombardini“Così come è stata una doccia gelata la decisione di Carrefour di restituire i Gros Market a Lombardini, altrettanto inaspettata e veloce arriva la conclusione felice della vicenda, grazie alla trattativa serrata che ha condotto all’acquisizione della rete dei Cash&Carry da parte di SoGeGros”. Alberto Citerio, segretario generale di Fisascat Cisl di Bergamo, saluta con soddisfazione la comunicazione che Lombardini e la società genovese fanno del trasferimento dei rami di azienda di 4 punti vendita Gros Market: Cernusco sul Naviglio, Costa Masnaga (Lecco) e Montano Lucino (Como), oltre naturalmente a Dalmine. Non verranno assorbiti i punti vendita di Cologno Monzese e Lecco. Il “passaggio” da Carrefour, che tuttora detiene la gestione dei Gros Market, al nuovo titolare avverrà il prossimo 1° aprile, alla scadenza del contratto con Lombardini, che i francesi hanno interrotto prematuramente, permettendo così la continuazione del lavoro ai 140 dipendenti che verranno assunti dalla SoGeGros, tra i primi dieci gruppi privati in Italia nel settore della grande distribuzione organizzata.

Il Gruppo, che mantiene il suo centro direzionale a Genova, è attivo nella maggior parte delle regioni del Centro-Nord Italia con una presenza capillare nelle più importanti tipologie distributive attraverso Punti Vendita che vanno dai 200 ai 7000 mq di superficie. “La trattativa è finita bene, almeno per quanto riguarda Dalmine, che rimane tra i più appetibili punti vendita dell’intero settore – aggiunge Citerio – . L’abbiamo sempre detto: Dalmine ha la sua storia, la sua tradizione, non poteva chiudere. Siamo contenti che Bergamo non perda questa esperienza pluridecennale. Era necessario per la salvezza dell’attività trovare un soggetto interessato: si è trovata un interlocutore serio, per dimensioni e tradizione. Ora, al più presto chiederemo un incontro per capire le condizioni del passaggio. Chiederemo che l’intero organico sia salvaguardato, così come le retribuzioni dei dipendenti. L’obiettivo nostro era questo, e questo ancora rimane”.




Bergamo Sviluppo, servizi gratuiti per l’internazionalizzazione e lo sviluppo d’impresa

Con la chiusura della fase di accreditamento sono stati individuati i soggetti (tra questi anche l’Ascom) per l’erogazione degli interventi di assistenza e consulenza previsti dai bandi “Sviluppo d’Impresa” e “Azioni di supporto all’internazionalizzazione delle imprese”.  Si apre ora la fase in cui le imprese bergamasche possono presentare domanda di adesione a uno dei soggetti accreditati. Per fare questo è sufficiente compilare la scheda di adesione in tempo utile per consentire la realizzazione degli interventi entro la fine dell’anno 2016. La Camera di commercio riconoscerà alle imprese un contributo sotto forma di voucher di importo pari al costo degli interventi. I servizi prevedono assistenza e consulenza a favore delle micro, piccole e medie imprese con sede legale od operativa in provincia di Bergamo. L’obiettivo dell’iniziativa è di sostenere i processi di sviluppo, consolidamento e accrescimento competitivo. Tutti gli interventi saranno realizzati con il coordinamento di Bergamo Sviluppo. Le domande saranno accolte nel limite dei fondi a disposizione che ammontano a 700mila euro lo Sviluppo d’impresa e 574mila euro per le Azioni di supporto all’internazionalizzazione. Più dettagli sul sito camerale.

http://www.bg.camcom.gov.it/risorse/contributi-e-finanziamenti/

 




Il pacco te lo ritira il negoziante. La bergamasca Fermo!Point tra i campioni dell’innovazione

premio innovazione Fermo!Point - il fondatore Alberto Luisi
Alberto Luisi


Anche un’idea made in Bergamo ha ricevuto ieri a Roma – nell’Aula del Palazzo dei gruppi Parlamentari – il Premio Nazionale per l’Innovazione nei Servizi 2015, conosciuto anche come “Premio dei Premi”, organizzato dalla Fondazione Cotec su concessione del Presidente della Repubblica e riservato ad aziende, enti pubblici o persone fisiche individuate tra i vincitori dei premi per l’innovazione assegnati annualmente a livello nazionale.

Si tratta di Fermo!Point, un servizio nato per risolvere il problema delle consegne degli acquisti in Internet quando non si può assicurare che ci sarà qualcuno in casa per ritirarli. La società non ha creato punti di distribuzione ex novo, ma ha pensato di coinvolgere i negozi e le attività commerciali che già esistono chiedendo loro di essere disponibili a ritirare la spesa e a conservare la merce. È il cliente a decidere quando e dove ritirarla. Gli basta scegliere il posto più comodo tra quelli localizzati sul sito – il negozio davanti alla scuola del figlio, l’edicola accanto all’ufficio, la cartoleria del paese dove abita una cara amica – e passare presso l’attività negli orari di apertura a seconda delle proprie esigenze.

Il progetto, sviluppato con il supporto dell’Università di Bergamo e di Bergamo Sviluppo, l’azienda speciale della Camera di Commercio, che ha seguito le fasi di start up con il suo Incubatore d’Impresa, è stato premiato nella categoria “Università e ricerca pubblica”. A ritirare il riconoscimento il fondatore e amministratore delegato Alberto Luisi e il co-founder e direttore operativo Claudio Saloni.

Alla cerimonia era presente il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. Tra gli enti che partecipano al Premio Nazionale per l’Innovazione c’è anche Confcommercio, che ha promosso la selezione nel settore “Commercio, Turismo, ICT & Service Design nei Servizi”.

Fermo!Point si attiva acquistando i “Fermo!Ticket” di durata illimitata. Il singolo costa 2,90 euro, mentre per i pacchetti la spesa si riduce in proporzione. Il servizio è utile ai clienti digitali, ma offre vantaggi anche per l’e-commerce, i negozi e i corrieri. Per le attività commerciali, in particolare, l’affiliazione è completamente gratuita e per ogni movimentazione si ha un guadagno. Partecipare al network, che attualmente conta oltre 1.500 negozi in Italia, aumenta, inoltre, il passaggio di potenziali nuovi clienti in negozio e offre visibilità a fronte di un impegno minimo per la gestione delle consegne.

www.fermopoint.it




I negozi Lego arrivano in Italia. Li apre Percassi

Un altro marchio “leggenda” entra nel mondo retail di Percassi. Si tratta dei negozi Lego “certificati” che l’azienda bergamasca aprirà grazie all’accordo siglato con il Gruppo danese.

Entro l’estate 2016 sarà inaugurato il primo Lego Certified Store nel nuovo centro commerciale di Arese, in provincia di Milano. Sarà il primo di una serie di negozi, gestiti dalla business company Percassi, che saranno aperti nei prossimi anni su tutto il territorio nazionale.

I Lego Certified Store offriranno ad adulti e bambini una vera e propria immersione nel mondo Lego e nei valori del brand. Sarà infatti possibile vivere esperienze di gioco esclusive, oltre a trovare un assortimento completo di tutti i prodotti dell’azienda danese.

Fondato nel 1932 da Ole Kirk Kristiansen, Lego Group è un’azienda a conduzione familiare con sede a Billund, in Danimarca, e uffici a Enfield, negli USA, a Londra, nel Regno Unito, a Shanghai, in Cina, e a Singapore. All’insegna del motto “only the best is good enough”, la società è fortemente impegnata nello sviluppo della creatività dei bambini e ha l’obiettivo di ispirare e sviluppare i costruttori del domani tramite il gioco e l’apprendimento.

Grande protagonista è il famoso mattoncino, identico al primo creato dall’azienda nel 1958 e tutt’ora compatibile con i mattoncini dei set più attuali. È proprio grazie ad esso che Lego Group sviluppa giocattoli offrendo esperienze di gioco originali a bambini in oltre 130 paesi nel mondo.

L’area House of Brands di Percassi si occupa dello sviluppo e gestione delle reti commerciali di grandi marchi, quali Gucci, Polo Ralph Lauren, Nike, Victoria’s Secret e da ora, appunto, anche Lego. In passato Percassi ha sviluppato a livello globale i negozi del gruppo Benetton ed ha contribuito all’ingresso e alla diffusione sul mercato italiano dei brand del gruppo Inditex (Zara, Massimo Dutti, Oysho, Pull and Bear, Bershka, Stradivarius) oltre che di Swatch, Calvin Klein, Guess, Tommy Hilfiger e Levi’s.




I commercialisti bergamaschi: “Investire in Ungheria conviene”

BudapestUn Paese con aliquote fiscali ridotte rispetto all’Italia, che agevola gli investimenti di chi crea posti di lavoro e nel quale potrebbe essere molto conveniente per le imprese italiane investire. Se ne è parlato in occasione di «Ungheria: una prospettiva per l’internazionalizzazione delle imprese», il convegno organizzato dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, ieri pomeriggio presso la sede di via Rotonda dei Mille. Occasione pensata per fare luce sulle potenzialità di investimenti delle imprese bergamasche in Ungheria, Paese dal Pil in crescita e con un trend positivo, in controtendenza rispetto al resto dell’Europa. Sebbene, infatti, il mercato ungherese non sia particolarmente esteso, esistono per l’Italia prospettive di sviluppo della propria presenza nel medio e lungo termine da non trascurare, soprattutto in campo manifatturiero. Vantaggi costituiti dalla posizione geografica strategica al centro dell’Europa, dalla possibilità di godere di incentivi fiscali e dal basso costo della manodopera qualificata. «L’internazionalizzazione – ha dichiarato Claudio Melegoni, consigliere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, delegato della Commissione “Diritto e Fiscalità Internazionale” – è una delle vie che, stante l’attuale crisi, ha consentito e consente a tante aziende italiane di migliorare i risultati economici e di permettere nuove opportunità di crescita. Certo, la ricerca di nuovi mercati internazionali richiede la conoscenza di tutti quegli elementi strettamente necessari per l’imprenditore per valutare la più opportuna decisione in tema di investimenti».

Da qui, l’importanza del tenere sotto controllo le evoluzioni del mercato, ponderando gli investimenti nel modo più conveniente. Le buone opportunità di business per le Pmi italiane in Ungheria, ad esempio, sono confermate dal continuo aumento delle esportazioni nostrane nel Paese che, oltre a settori quali la metallurgia (al primo posto con il 19,3%) e meccanica strumentale (15,2%), sta realizzando performance positive anche per i comparti elettrotecnica ed elettronica (11,5% del totale delle esportazioni), in crescita nel 2010 di 20 punti rispetto al 2009. Non solo: negli ultimi anni, il governo ungherese ha avviato un piano d’investimenti volto a promuovere le fonti rinnovabili e in particolare le biomasse che dunque diventano aree di mercato molto promettenti. E anche l’Unione Europea sta contribuendo alla modernizzazione del Paese: nell’ambito dei fondi stanziati per l’ammodernamento degli Stati membri meno avanzati, infatti, la Ue ha stanziato un fondo da 308 milioni di euro per creare a Budapest il Centro europeo per l’innovazione.

«L’incremento del Pil ungherese nel 2014 è stato superiore al 3% –  ha specificato Melegoni –  La crescita dovrebbe proseguire nel prossimo quadriennio: tra il 2015 e il 2018 l’aumento medio previsto è del 2,6%. Inoltre, di recente, il Governo ha adottato diverse misure a favore delle imprese e degli investimenti produttivi e il nuovo ciclo di fondi strutturali 2014-2020 destina all’Ungheria 34 miliardi di euro. Dunque, guardare all’Ungheria come opportunità di sviluppo e per migliorare la propria competitività può rilevarsi molto interessante». L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Bergamo, tramite la propria Commissione “Diritto e Fiscalità Internazionale” con il convegno di ieri ha proseguito la propria attività di formazione continua ai propri iscritti, che recentemente ha visto, dopo la pubblicazione della “scheda paese” relativa alla Repubblica Popolare Cinese, la proposta di un master sulle novità in tema di Fiscalità Internazionale.




Italcementi, i sindacati: “Il governo intervenga su Heidelberg”

La cassa integrazione del “pianeta” Italcementi toccherà, a partire dal prossimo aprile, anche Calcestruzzi. Nello stesso periodo, CTG sarà accorpata a Italcementi. Inoltre, verranno aperte procedure di mobilità non oppositive, per facilitare la rioccupazione dei lavoratori che possono trovare soluzioni occupazionali durante il periodo di cassa. Sono queste le notizie più importanti uscite dall’incontro di oggi a Roma tra sindacati, RSU  e la direzione di Italcementi SpA.

L’azienda nell’ambito dell’informativa presentata ha affermato che alla data attuale sono in forza ad Italcementi spa 1688 lavoratori di cui 294 in cassa integrazione, mentre tra i 192 del CTG, in 19 utilizzano ammortizzatori sociali. A Bergamo sono attualmente posti in cassa integrazione 49 lavoratori presso la sede di via Camozzi, 9 a Calusco, e 19 al Ctg.
“Il coordinamento delle Rsu e i sindacati – informano da Roma Giuseppe Mancin, segretario generale Feneal Uil di Bergamo, Danilo Mazzola, segretario generale di Filca Cisl Bergamo, e Luciana Fratus, della segreteria provinciale di Fillea Cgil – ritengono che il governo debba essere parte attiva nel definire da subito l’incontro con l’amministratore delegato di Heidelberg per esigere le risposte alle proposte avanzate dai lavoratori in vista della chiusura dell’acquisizione prevista tra giugno e luglio 2016. Ulteriori ritardi sarebbero incomprensibili. Abbiamo inoltre espresso preoccupazione per il calo produttivo annuale degli stabilimenti di Calusco d’Adda e Rezzato, che sfruttano un funzionamento dell’80% dei forni di cottura della farina di cemento. La situazione produttiva e occupazionale della Lombardia sarà oggetto di successivi incontri a livello regionale e territoriale che coinvolgerà anche Calcestruzzi azienda che opera nell’ambito commerciale del calcestruzzo”. Nei prossimi giorni si svolgeranno le assemblee di informazione dei lavoratori.




Approvato il bilancio, ricavi in crescita del 15,5%

orioIl Cda di Sacbo ha approvato il progetto di bilancio relativo all’esercizio 2015 che sarà sottoposto SACBO archivia un bilancio 2015 di gran lunga positivo, caratterizzato dalla quota più alta di sempre dei ricavi e dall’incremento a tre cifre degli utili, in un quadro di consistenti investimenti, sostenuti in proprio, con l’obiettivo di accompagnare la crescita del movimento passeggeri con programmi di adeguamento e potenziamento di spazi e servizi commerciali. E’ quanto emerge dal rendiconto approvato dal Cda e che sarà sottoposto alla prossima assemblea convocata per il 7 aprile. L’attività svolta da Sacbo ha generato ricavi per 116,944 milioni, in crescita di 15,692 milioni rispetto all’esercizio precedente (+ 15,5 %) chiuso con ricavi per 101,252 milioni. I ricavi derivanti dalla gestione tipicamente aeronautica sono risultati pari a 83,450 milioni (in aumento di 10,923 milioni rispetto al 2014), mentre quelli relativi alle attività commerciali non aviation sono stati pari a 29,375 milioni (dato in aumento di 4 milioni rispetto al 2014). La voce relativa ai ricavi diversi è passata da 3,357 del 2014 ai 4,119 milioni del bilancio 2015. Il margine operativo lordo è risultato pari a 28,648 contro i 17,643 milioni del 2014, ed è corrispondente al 24,5 % del totale dei ricavi. Ammortamenti e accantonamenti passano da 9,827 (pari al 9,7% dei ricavi) a 11,720 milioni (10% dei ricavi). Il risultato operativo è pari a 16,928 milioni, corrispondente al 14,5 % dei ricavi, rispetto a 7,817 dell’esercizio precedente. Il saldo delle componenti straordinarie e finanziarie è passato da 0,119 a 1,622 milioni. Il risultato ante imposte è di 18,550 milioni contro i 7,936 del 2014.

Al netto delle imposte di competenza per 6,163 milioni, nel 2015 Sacbo ha conseguito un utile di esercizio di 12,387 milioni (in aumento del 133 % rispetto ai 5,323 milioni dell’esercizio precedente), che il Consiglio di Amministrazione propone di destinare nella misura di 5,811 (pari al 46,9 % dell’utile, equivalente a 1,64 euro per azione) a titolo di dividendo e il restante (6,576 milioni) a riserva straordinaria. Nell’esaminare il bilancio di esercizio 2015, il presidente di Sacbo, Miro Radici, ha rappresentato ai componenti il Consiglio di Amministrazione la propria soddisfazione per il conseguimento di un risultato che rafforza e riflette la solidità patrimoniale, economica e finanziaria della società, sottolineando come tutti i capitoli del rapporto finale corrispondano a una crescita del sistema di infrastrutture e servizi aeroportuali. Le opere completate, in primo luogo il nuovo terminal partenze con gli spazi corrispondenti nell’area arrivi inaugurati nel maggio 2015, e quelle avviate e in corso di realizzazione, consistenti nelle tre piazzole di sosta degli aeromobili e nella creazione della nuova area food, sono frutto degli investimenti che Sacbo ha sostenuto nella misura di 24,5 milioni nel solo 2015 e per un totale di 150 milioni nel periodo 2011-2015, in cui sono stati eseguiti, gli interventi di rifacimento della pista e ammodernamento delle infrastrutture di volo, sui parcheggi e la viabilità esterna, insieme all’ampliamento dell’aerostazione.

“Un monte ricavi massimo da sempre, accompagnato dalla crescita degli utili nella misura del 133%, consegna alla storia dell’Aeroporto di Bergamo un consuntivo record che predispone SACBO, nelle sue varie componenti operative e gestionali, alle sfide future inerenti il consolidamento del movimento passeggeri e la conservazione del valore strategico e logistico delle merci courier – dichiara Radici -. I 10,4 milioni di passeggeri registrati nel 2015 e la continuità del trend positivo nelle prime settimane dell’anno in corso permettono all’Aeroporto di Bergamo di attestarsi saldamente al terzo posto nella classifica degli scali nazionali, preceduto da Roma Fiumicino e Malpensa. Grazie ai livelli raggiunti nel 2015, certificati da ACI Europe, Bergamo passa nel 2016 dal gruppo 3, che comprende gli aeroporti da 5 a 10 milioni di passeggeri annui, in cui è figurato al primo posto per la migliore performance di categoria, al Gruppo 2 (da 10 a 25 milioni di passeggeri)”. In tale scenario il presidente di SACBO inquadra l’avvio dell’iter per il nuovo Piano di Sviluppo Aeroportuale al 2030, di concerto con l’ENAC che per la prima volta in assoluto ha coinvolto gli Enti territorialmente interessati. Un documento indispensabile a sostenere i futuri interventi mirati alla compatibilità e sicurezza delle attività aeronautiche, nonché le opere di servizi.