Co.Mark, Lentsch cede il 70% alla Tecnoinvestimenti

Massimo Lentsch
Massimo Lentsch

Massimo Lentsch e Stefania Frattolillo fondatori di Co.Mark, società bergamasca specializzata nell’erogazione di servizi di marketing internazionale, hanno firmato la cessione della maggioranza (70%) del gruppo a favore di Tecnoinvestimenti (società partecipata da Tecnoholding, finanziaria collegata alle principali Camere di Commercio Italiane) leader in Italia nei servizi di Digital Trust e tra i principali operatori nei servizi di Credit Information & Management. Per Lentsch “la scelta di una società come Tecnoinvestimenti rappresenta un ulteriore ampliamento degli orizzonti di intervento. Co.Mark oggi è una realtà troppo complessa per essere lasciata ad una gestione familiare – aggiunge Lentsch – avevamo bisogno di un’alleanza forte, che garantissse un futuro di crescita alla società e ai professionisti che ne fanno parte”. Tecnoinvestimenti è una società che vuole crescere e che da oggi, grazie al know-how di Co.Mark, si amplia con una Business Unit dedicata all’internazionalizzazione. Inoltre la partecipazione di Tecnoinvestimenti in importanti società, consentirà a Co.Mark di sviluppare nuove sinergie per supportare con sempre maggior efficacia le Pmi italiane nella crescita sui mercati mondiali”. Co.Mark, nata nel marzo del ’98 è diventata in Italia un gruppo leader nei servizi per l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese attraverso l’innovativa formula del Temporary Export Specialist®, raggiungendo un fatturato annuo di 16 milioni di euro. “Il management Co.Mark – conclude Lentsch – forte della sua esperienza, continuerà a governare con energia, dedizione e grande credo questa società, con l’obiettivo di proseguire un entusiasmante processo di crescita”.




Bergamo, nel 2015 le imprese straniere cresciute del 5,6%

stranieri_impre.jpgSecondo i dati del Movimprese diffusi dal sistema camerale, il 2015, a Bergamo, si chiude nel complesso con una sostanziale stazionarietà delle imprese registrate e una lieve contrazione di quelle operative. Dietro l’apparente invarianza dei totali, il tessuto imprenditoriale continua a trasformarsi in profondità tra strappi, ricuciture e nuovi innesti. Sono ancora in diminuzione le imprese dell’edilizia e dell’artigianato, mentre aumentano le società di capitale e, tra i settori, i servizi alle imprese. Crescono soprattutto, trasversalmente, le imprese straniere (+5,6%) che rappresentano ormai quasi un decimo del totale delle imprese bergamasche. Positivo il segnale di una riduzione sia dello stock che dei flussi delle imprese in fase di procedura concorsuale. Più in dettaglio, le imprese registrate a fine anno sono risultate 95.943, un livello pressoché invariato rispetto alle 95.967 del 2014. Il saldo tra iscrizioni (5.683) e cessazioni (5.733), negativo per 50 unità, diventa positivo (+44) se si escludono dal conteggio le 94 cancellazioni d’ufficio.

Le imprese attive sono invece leggermente diminuite: dalle 85.552 dello scorso anno alle 85.455 di fine 2015 (-97 pari al -0,1%). Si allarga l’area delle “inattive” (4.998 posizioni) che comprende sia nuove imprese in procinto di iniziare un’attività che posizioni in via di chiusura, mentre diminuisce lo stock delle imprese con procedura concorsuale (2.072) e di quelle in fase di “scioglimento o messa in liquidazione” (3.322). Continua il riassetto delle forme giuridiche. La contrazione delle società di persona, soprattutto delle Società in Nome Collettivo, è compensata dall’espansione delle società di capitale. Tra queste ultime si riducono le SRL con unico socio e le SPA a vantaggio delle SRL e delle SRL semplificate. Tornano a flettere le imprese individuali e sono complessivamente in lieve calo (nonostante la crescita delle associazioni) le altre forme giuridiche, cooperative comprese.

I flussi delle iscrizioni si mantengono all’incirca sui livelli dell’anno passato mentre le cessazioni risultano in aumento (+3,5% conteggiando anche le cancellazioni d’ufficio). Continua la contrazione delle imprese artigiane attive che si portano a fine anno a 31.570, di cui 31.462 attive (-489 per una variazione del -1,5%). La dinamica trimestrale conferma l’attenuazione della caduta dello stock delle imprese attive, dal -0,2% tendenziale del primo trimestre al -0,1% del quarto trimestre 2015. Come di consueto, l’analisi della dinamica nei settori si basa sul confronto degli stock delle imprese attive a fine periodo e non sui flussi di nate e cessate, poco significativi a livello settoriale per la concentrazione di gran parte delle nuove iscrizioni tra le imprese non ancora classificate merceologicamente. L’edilizia è ancora il settore in maggiore sofferenza: le posizioni attive si riducono di 448 unità (-2,4% annuo) in tutte le classi di natura giuridica. Variazioni negative si osservano anche nel trasporto e magazzinaggio, nelle attività estrattive, in agricoltura, nelle attività immobiliari e, con la significativa eccezione delle società di capitale (47 in più nel corso dell’anno), nella manifattura. Nei restanti settori, tutti del terziario, aumentano le imprese del commercio (+146), dei servizi di alloggio e ristorazione (+89), dei servizi di informazione e comunicazione (+41), finanziari e assicurativi (+43), professionali e tecnici (+33) e soprattutto i servizi alle imprese (+172 con una variazione del +7%). Più contenuti gli aumenti nei servizi collettivi e ricreativi e negli altri servizi alle persone. Se si allarga l’osservazione all’intero periodo 2010 -2015, il quinquennio successivo alla prima ondata della crisi internazionale, sono consolidate le dinamiche degli stock operativi di molti settori. Da un lato calano le attività estrattive ed edili (fatto 100 l’indice del 2010, nel 2015 queste ultime sono a quota 90), il trasporto e magazzinaggio, l’agricoltura e la manifattura (a quota 94,4). D’altro lato, oltre all’espansione delle aziende di fornitura di energia elettrica, gas, acqua e di servizi di gestione rifiuti, spicca la crescita dei servizi di istruzione/formazione (132,9) e di sanità/assistenza sociale (130,6), di supporto alle imprese (a quota 123,5), finanziari e assicurativi (111,4), di intrattenimento (109,4) e di alloggio e ristorazione (109,3). In crescita più contenuta gli altri comparti dei servizi, in specifico quello del commercio, il più consistente in assoluto, a quota 102,8 nel 2015.




A Innowatio il controllo totale della tedesca Clens

La bergamasca Innowatio e la tedesca Clean Energy Sourcing AG (Clens), hanno sottoscritto lo scorso 29 gennaio il closing dell’operazione di fusione, che sarà pienamente operativa nelle prossime settimane. La fusione tra le due aziende porterà alla creazione di un gruppo energetico paneuropeo di nuova generazione solido e integrato, che potrà vantare un fatturato di 1,5 miliardi di euro e più di 230 dipendenti. Il Gruppo Innowatio (160 dipendenti, oltre un miliardo di fatturato e sede al Kilometro Rosso), a seguito dell’operazione, acquisirà la totalità delle azioni della società tedesca, che a sua volta parteciperà con una quota di minoranza della stessa Innowatio. Dall’integrazione delle due realtà cresceranno anche i volumi di energia gestiti, che saliranno a 22 terawattora totali. L’esperienza complessiva delle due aziende copre tutta la filiera dei servizi energetici, dall’energy portfolio management, al demand side management, dalla gestione flessibile della produzione energetica distribuita all’uso efficiente dell’energia. Innowatio può far leva su un’eccellente esperienza nelle aree dei servizi energetici: portfolio management, efficienza energetica e gestione della produzione elettrica. Clens Ag è invece pioniere in termini di commercializzazione diretta di energie rinnovabili, gestione e controllo di generazione elettrica decentralizzata, nonché nella fornitura di energia rinnovabile ai clienti. Nell’agosto 2015 l’azienda italiana aveva acquisito il 12,5% delle azioni di Clens come parte di un aumento di capitale.

Fabio Leoncini
Fabio Leoncini

Anche dopo l’acquisizione del 100% delle azioni la gestione di Clens continuerà ad essere gestita da Frank Baumgärtner e Ralf Filz, supportati dal loro team. “Lo sviluppo in Germania – ha spiegato il Ceo di Innowatio Fabio Leoncini – rappresenta un primo e fondamentale passo per la realizzazione della strategia di Innowatio nel diventare il primo operatore pan-europeo di demand side management e gestione della produzione distribuita di energia; per questo motivo, Clens, in qualità di leader indipendente nella gestione di energie rinnovabili, rappresenta il nostro partner europeo ideale. La fusione tra Innowatio e Clens è uno step primario per diventare un gestore completo ed integrato di tutte le tematiche energetiche dei clienti all’interno di una community energetica basata sul cloud. Abbiamo l’obiettivo di ridurre la bolletta energetica e l’impatto ambientale dei nostri clienti identificando e sfruttando opzioni all’interno dei siti dove operiamo, attraverso una vasta gamma di servizi energetici sempre più basati sull’utilizzo delle tecnologie informatiche, che rappresentano la vera innovazione dirompente che rivoluzionerà i mercati energetici”. Entrambe le aziende vantano oggi una posizione forte nelle aree della commercializzazione di energia e dell’approvvigionamento di clienti industriali e commerciali. Clens Ag lavora principalmente con produttori e consumatori in Germania e Austria, mentre Innowatio attualmente opera in Italia, Svizzera, America Latina e Giappone.




Imprese & Territorio: “Colpiti e amareggiati dalle parole di Gori”

Giorgio Gori«Siamo rimasti colpiti e amareggiati nell’ascoltare le parole del sindaco Giorgio Gori durante l’assemblea di Confcooperative di sabato scorso, pronunciate circa il ritardo nella costruzione di un modello di governance così come auspicato dall’Osservatorio Ocse». E’ questa la posizione di Giorgio Ambrosioni, presidente di Imprese & Territorio rispetto a quanto accaduto durante l’assemblea di Confcooperative sabato 23 gennaio. «Le affermazioni del sindaco cadono in una fase avanzata di consultazioni che il nostro coordinamento sta portando avanti con l’Università, con la Provincia di Bergamo, che ci ha offerto disponibilità questa mattina, e con Confindustria Bergamo, soggetti con i quali stiamo gettando le basi  di una governance condivisa per il rilancio del territorio – spiega Ambrosioni-.  Lo stesso sindaco Gori, incontrato prima di Natale, non ci aveva sollevato questo problema».

La ricerca integrale di Ocse non è stata ancora pubblicata, dalle anticipazioni presentate a maggio fino ad oggi le parti interessate hanno lavorato per definire le linee progettuale da adattare ai risultati finali. Per Imprese & Territorio il progetto da sviluppare, dopo i risultati di Ocse, dovrà tener conto di alcune linee essenziali:

  • la centralità della Camera di Commercio;
  • l’apertura a tutte le rappresentanze pubbliche e private, organizzazioni di impresa, sindacati ed esponenti della società civile che possano offrire un valido contributo;
  • la logica costruttiva e non di contrapposizione tra le diverse forze in campo.

«Il sindaco nel suo intervento di sabato ha inoltre parlato di “siparietti”, riprendendo un articolo uscito su L’Eco di Bergamo venerdì 23 gennaio – continua Ambrosioni -. Anche noi rigettiamo i “siparietti”, siamo concentrati a costruire un progetto di rilancio dell’economia del territorio, tutti insieme attori nello stesso tavolo di lavoro. Quello che stiamo raccogliendo è il consenso delle diverse parti nella realizzazione dell’auspicato modello di governance per le azioni suggerite dall’osservatorio Ocse. La provincia di Bergamo ha dato questa mattina la propria disponibilità a collaborare con il mondo imprenditoriale nella governance. L’incontro odierno con in vertici di Confindustria ha fatto emergere la volontà di lavorare tutti insieme per un progetto di sviluppo del territorio sotto la regia della Camera di Commercio». Il presidente Ambrosioni precisa anche la posizione di Imprese & Territorio riguardo al Modello Bergamo: «Per quanto riguarda il Modello Bergamo, costituito nel 2009 da Confindustria Bergamo, Imprese & Territorio e le organizzazioni sindacali CGIL CISL e UIL per affrontare l’aggravamento delle condizioni socio economiche della media Seriana, è stato un importante test di confronto e un progetto concreto alla ricerca di soluzioni. Nato per affrontare le difficoltà di un’area circoscritta della Bergamasca è stato poi esteso ad altre aree. Oggi, resta un esempio valido da implementare e da adattare ai risultati del progetto Ocse per lo sviluppo del territorio».




Camere di Commercio, il riordino preoccupa le imprese

Con la prossima emanazione dei decreti attuativi, sta per entrare in vigore la riforma delle Camere di Commercio, che prevede, per razionalizzare l’organizzazione, un accorpamento delle sedi sul territorio nazionale (da 105 a 60, Bergamo dovrebbe restare autonoma) e una riduzione del personale, pari al 15% inizialmente e al 25% con il completamento del riordino.

Una manovra sulla quale Rete Imprese Italia esprime la più viva preoccupazione, invitando il Governo a valutarla con attenzione. «Le Camere, governate attraverso forme di democrazia economica – evidenzia il coordinamento che riunisce Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti -, devono essere strumento per la promozione e lo sviluppo delle economie locali, delle loro comunità di imprese che necessitano di sostegno per l’accesso al credito, per la creazione di reti, per l’internazionalizzazione. Proprio per queste funzioni insostituibili, organismi come le Camere di Commercio italiane esistono in tutti i Paesi Ocse e in tutta l’Unione Europea. Le Camere di Commercio non devono essere ridotte alla mera funzione, pur indispensabile, di soggetti con compiti anagrafico-certificativi. Le Camere si possono e si devono riformare con l’obiettivo di dare maggiore efficienza alla loro attività e risposte utili alle necessità delle imprese del territorio».

I tagli al personale sono legati alla razionalizzazione degli uffici che svolgono funzioni di supporto e strumentali (gestione del personale, ragioneria, affari generali) o che rappresentino duplicazioni o sovrapposizioni di compiti. Dovrebbero avvenire senza licenziamenti, ma attraverso un blocco delle assunzioni e l’eventuale ricorso alla mobilità. «Il Governo lo chiama “riordino”, ma quello che si prospetta – scrivono in un comunicato i dipendenti della Camera di Commercio di Bergamo -, è un vero e proprio smantellamento. Si tratta, in sintesi, di oltre 1.000 dipendenti camerali che arrivano a 3.000 considerando il sistema camerale nel suo complesso. Lavoratori che si sono distinti per gli alti livelli di efficienza e professionalità, facendo del sistema camerale una delle “eccellenze” della Pubblica Amministrazione. Lavoratori i cui costi attualmente non sono a carico del bilancio dello Stato in quanto le Camere di Commercio sono Enti Autonomi che si autofinanziano, ma con gli esuberi annunciati e l’eventuale ricollocamento in altri enti pubblici, diventerebbero una spesa in più per lo Stato e quindi per i cittadini».

All’incertezza dei lavoratori si aggiunge, secondo l’Rsu della Camera di Commercio bergamasca il venir meno del supporto alle piccole e medie imprese, «che rappresentano oltre il 90% del tessuto produttivo del nostro Paese. I piccoli imprenditori, come certificano ripetute indagini e testimonianze degli stessi interessati, hanno sempre trovato nel sistema delle Camere di Commercio, presenti in ciascuna provincia e quindi vicine al proprio territorio, e nella professionalità della stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici che svolgono con professionalità ed onestà il proprio lavoro: supporto, sostegno, consulenza gratuita, sin dalla fase di avvio della propria attività. Per non parlare degli incentivi economici per il miglioramento delle strutture, la formazione, la capacità di competere anche sui mercati esteri».

«Il Sindacato non ha mai negato l’esigenza di profonde riforme nella P.A.. Anche nelle Camere – precisano i dipendenti -. Anche i lavoratori conoscono difetti, privilegi, inutili duplicazioni e iniziative di pura immagine in cui a volte sono state indirizzate le risorse camerali. Pronti a discutere di tutto questo. Ma a questo Governo, evidentemente, non interessa affrontare insieme i difetti reali del sistema. Preferisce trattare su altri tavoli. Ai pubblici dipendenti, da pessimo Datore di Lavoro, da anni nega il rinnovo dei contratti, non valorizza le professionalità, è pronto a dare battaglia e a far propaganda sui pochi, deprecabili, episodi di disonestà da parte di alcuni dipendenti pubblici che offrono pretesti ulteriori a giustificare queste “non riforme”».

I dipendenti della Camera di Commercio di Bergamo, che sono già in “stato di agitazione” dall’ottobre 2014, «se il decreto non verrà modificato – annunciano -, sono pronti a mobilitarsi con tutte le azioni di protesta possibili».




Gelato, al Sigep convegno sulle novità dell’etichettatura

Nel calendario degli appuntamenti organizzati dai Maestri della Gelateria Italiana al Sigep (in programma a Rimini dal 23 al 27 gennaio) c’è anche un convegno su gelato e salute, in particolare sulle informazioni obbligatorie e volontarie sugli alimenti previste dalla normativa europea per i prodotti no preimballati (UE 1169/2011).

Si terrà lunedì 25 gennaio alle ore 14.30 nella Sala Tiglio 1 padiglione A6 ed è realizzato con il supporto del Ministero della Sanità e la collaborazione di Roberta De Sanctis, biologa nutrizionista e PhD, consulente scientifico dell’iniziativa che fa parte del progetto “La salute vien mangiando… gelati”.

L’obiettivo dell’incontro è duplice: da un lato dare dei chiarimenti sia agli addetti ai lavori che vendono al pubblico sia a quanti vendono B2B, fornendo un prontuario per capire le disposizioni europee e nazionali senza incorrere in sanzioni, dall’altro offrire spunti di riflessione e un momento di reciproca condivisione delle modalità di utilizzo di questa normativa.

Partecipano

  • Candida Pelizzoli, gelatiere dell’Associazione Maestri della Gelateria Italiana, docente di tecnica e produzione del gelato artigianale presso la Scuola Italiana di Gelateria
  • Roberta De Sanctis, biologa nutrizionista e consulente per l’associazione Maestri della Gelateria Italiana
  • Salvatore Cannavò, dirigente tecnico dei laboratori di ricerca e sviluppo e controllo qualità di aziende del settore gelateria-pasticceria
  • Roberto Copparoni, dirigente medico della Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione Ministero della Sanità
  • Roger Nanni, coordinatore Unità Operativa Igiene, Alimenti e Nutrizione Ausl Romagna



Davos, i leader dell’economia si incontrano al Buddha Bar made in Bergamo

Gli esponenti e gli esperti della politica e dell’economia mondiale si incontrano al Buddha Bar. Sì, perché accanto ai meeting e alle conferenze, il World Economic Forum di Davos, che si apre oggi e si chiuderà il 23 gennaio, offre ai partecipanti anche uno spazi eventi originale.

A realizzarlo un’azienda bergamasca, la e.20, chiamata come project manager e general contractor per realizzare in uno dei migliori hotel di Davos, il Rixos Flüela, un’appendice in grado di aumentare gli spazi a disposizione della struttura dove avverranno, al mattino, incontri ufficiali bilaterali e che al pomeriggio e alla sera diventeranno un vero e proprio salotto per gli incontri di tutti i partecipanti.

buddha bar davos -2 - e20Lo spazio realizzato è un Buddha Bar e rispecchia a tutti gli effetti i locali che si trovano nelle principali capitali mondiali. «Abbiamo ideato il concept secondo le direttive di Buddha Bar, in mood con il locale di Parigi», commenta Andrea Amighetti, architetto e presidente di e.20, società di comunicazione con sede ad Alzano Lombardo (Bg), Milano, Vercelli e Roma. «Abbiamo coinvolto quattro aziende, leader nei loro settori, per la realizzazione vera e propria: Arabesque di Nazareno Pol ed Egidio Veronese per decori e arredi, Ferraro Allestimenti per le tensostrutture, pavimenti e riscaldamento, Hollywood Service per audio, video, luci, falegnameria e proiezioni. Abbiamo creato un salone, che è provvisorio e verrà disallestito al termine del Wef, ma è di grande prestigio, a testimonianza di come la competente abilità creativa delle nostre imprese possa segnare nel mondo dei percorsi imprenditoriali di assoluto rilievo».

«All’interno dello spazio – continua Andrea Amighetti – verranno realizzati alcuni eventi, ai quali faremo assistenza e per i quali coordineremo alcune specifiche, dalla gestione della comunicazione multimediale e streaming video per la conferenza internazionale di una società russa, così come il meeting per la sottoscrizione di accordi bilaterali Kazakhstan-Svizzera». Non senza difficoltà di gestione logistica per le elevate norme di sicurezza della zona e per i tempi record di studio e realizzazione, l’evento, nel freddo polare della località svizzera, dà un impulso ottimistico alla e.20 che vede nel mercato estero un potenziale di sviluppo della propria attività e dei propri partner.




Allarme siccità, in Lombardia riserve dei laghi dimezzate

«I dati sull’entità complessiva delle riserve idriche nei Laghi di Como, Idro, Iseo e Garda parlano chiaro: sono inferiori del 43,7% rispetto al 2007, già considerato come il più critico del decennio e del 59,7% rispetto alla media 2006-2014. Per questo oggi abbiamo riunito tutti i soggetti interessati dalla situazione, per condividere le criticità prima dell’arrivo della primavera, quando l’acqua sarà indispensabile per l’attività agricola e non solo».

Lo dichiara l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi, che, oggi, a Palazzo Pirelli, ha presieduto, assieme agli assessori Claudia Maria Terzi (Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile) e Gianni Fava (Agricoltura), il Tavolo regionale per il monitoraggio delle riserve idriche, al quale hanno partecipato i rappresentanti delle Province, delle Organizzazioni professionali agricole, dei Consorzi di bonifica e irrigazione e gli operatori delle società energetiche.

«A un terzo della stagione invernale – prosegue Viviana Beccalossi – la scarsità di piogge e soprattutto la mancanza di nevicate in montagna sta impedendo l’accumulo di acqua nei bacini naturali e artificiali. Le altezze di tutti i grandi laghi regolati sono inferiori alla media storica, con situazione molto critica per i Laghi Maggiore e di Como e solo leggermente migliore altrove. Questa situazione, che può migliorare solo con l’inizio delle precipitazioni, ci impone un monitoraggio continuo e, soprattutto, un coordinamento molto stretto».

«La deroga al Deflusso minimo vitale (Dmv) è già prevista nel piano di Tutela e uso delle acque della Lombardia ed è una deroga che può essere richiesta solo a condizione che ci sia la dichiarazione di uno stato di emergenza – ha detto l’assessore Claudia Maria Terzi -. La deroga può essere utilizzata per un massimo di 60 giorni e non azzera il Dmv, ma, al massimo, può dimezzarlo. Queste sono le condizioni per cui si può applicare; quindi, anche il Piemonte, se avrà una sua normativa, non sarà certo quella di azzerare il Dmv, perché è contrario alle normative comunitarie». «Se persiste la situazione, sarà anche difficile trovare soluzioni adeguate – ha spiegato l’assessore all’Agricoltura Gianni Fava -. Registro la preoccupazione del mondo agricolo: la prossima stagione colturale si preannuncia difficile, già ad oggi, in alcuni casi, abbiamo assistito alla posticipazione delle semine e, dall’altro, registriamo che parte dei bacini montani sono stati utilizzati per finalità turistiche, con un tentativo anche velleitario. L’iniziativa di oggi va nella direzione di aprire il confronto su prospettive e iniziare a elaborare un’ipotesi condivisa».

«Potrebbe essere il colpo finale non poter produrre a condizioni accettabili – ha aggiunto Fava -. L’87% delle acque gestite nel sistema dei corpi irrigui in Lombardia è destinato all’agricoltura. Far finta che il problema non esiste sarebbe grave: abbiamo iniziato a discutere, il rischio siccità c’è. Due le questioni fondamentali: da un lato la revisione del sistema di gestione dei corpi idrici di montagna, con una ipotesi di allargamento del dibattito oltre confine, e, dall’altro, il Deflusso minimo vitale, quel tanto che serve per garantire continuità all’ecosistema. Che va garantito tutto l’anno e in questa direzione stiamo lavorando. L’auspicio è che non si ripeta la situazione del 2006».

A conclusione dei lavori Viviana Beccalossi ha proposto di convocare il Tavolo con cadenza almeno mensile e di intensificare i contatti tecnici per condividere la situazione in tempo reale. Il prossimo incontro sarà mercoledì 24 febbraio. «Ognuno – ha aggiunto l’assessore Beccalossi – deve fare la sua parte: gli agricoltori, che potrebbero dover lavorare nei prossimi mesi con riduzioni importanti della quantità di acqua per l’irrigazione, i gestori dei laghi, elevando il più possibile il livello per rendere massimi gli stoccaggi, i Consorzi di bonifica, preparandosi già da ora alla possibilità di una stagione difficile. In generale, va da subito evitato lo spreco di acqua, perché ciò che risparmiamo oggi sarà disponibile domani». «Regione Lombardia – ha concluso Beccalossi – resterà in prima linea per presidiare la situazione, anche attraverso eventuali richieste al Governo, per lavorare in deroga alle norme sui rilasci di acqua dai bacini. Se la siccità si prolungherà, avremo preso tutte le iniziative per contrastarla al meglio».




Mettersi in proprio, il progetto Startupper guida i primi passi

startup-imprend.jpgStartupper è un nuovo progetto promosso da Unioncamere Lombardia e dalle Camere di Commercio lombarde che vuole promuovere la diffusione della cultura imprenditoriale e la creazione di nuove imprese. Prevede l’erogazione di servizi a filiera gratuiti, tra cui un seminario di orientamento sul tema del “mettersi in proprio”, un percorso di formazione per sviluppare competenze e apprendere strumenti utili a progettare la fase di start-up, assistenza specialistica per la stesura del business plan e accompagnamento per la costituzione dell’impresa.

A Bergamo la presentazione è in programma venerdì 22 gennaio alle ore 10 nella sala Consiglio del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (ex Borsa Merci), in via Petrarca 10 a Bergamo.

Al progetto possono aderire gli aspiranti imprenditori che siano maggiorenni, abbiano residenza o domicilio in Lombardia, intendano avviare in Lombardia un’impresa giovanile, impresa femminile, impresa sociale, impresa innovativa o impresa di immigrati.

Per maggiori informazioni e per iscriversi: http://www.bergamosviluppo.it/sito/chi-siamo/media-video/news/348-al-via-il-nuovo-progetto-startupper.html

 

 




Bergamo, export in crescita nel terzo trimestre del 2015

export_copia.jpgLe esportazioni originate dalla provincia di Bergamo nel terzo trimestre del 2015 sono risultate pari a 3.426 milioni di euro, con un aumento del +0,8% sullo stesso trimestre dell’anno precedente (contro variazioni del +1,2% in Lombardia e del +3,2% in Italia). Le importazioni ammontano invece a 1.943 milioni (+0,2% tendenziale contro il +2,1% in Lombardia e il +1,9% in Italia).

Nei valori cumulati dei primi tre trimestri del 2015 l’export provinciale vale 10.520 milioni (+2,8% su base annua, contro il +2,1% in Lombardia e il +4,2% in Italia) e l’import 6.107 milioni (+1,4% contro il +5,3% in Lombardia e + 3,7% in Italia). Il saldo commerciale tra esportazioni e importazioni è positivo per 2.437 milioni, contro i 2.165 del corrispondente periodo del 2014. Le esportazioni destinate al mercato interno dell’Unione Europea sono ammontate nei primi tre trimestri del 2015 a 6.655 milioni (+2,8%), mentre le vendite nei paesi extra-Ue sono state pari a 3.866 milioni (+2,8% nel confronto annuo). Nel terzo trimestre del 2015 l’export verso i mercati extra-Ue ha registrato un calo tendenziale del -1,9%. Per quanto riguarda le importazioni si osserva un calo (-2,2% nei primi tre trimestri) per quelle provenienti dall’area Ue (4.217 milioni) e un forte aumento (+10,5%) per quelle provenienti da paesi extra-Ue (1.890 milioni).

Tra i principali raggruppamenti di prodotti, l’export di macchinari ha raggiunto nei primi tre trimestri del 2015 i 2.738 milioni (+3,3% nel confronto annuo), i prodotti chimici 1.597 milioni (+10,3% tendenziale), gomma e plastica 823 milioni (+3,5%), prodotti della metallurgia 750 milioni (in flessione del -18,2%), apparecchiature elettriche 721 milioni (+7,5%), autoveicoli e loro parti 706 milioni (+4,4%), prodotti in metallo 641 milioni (+3,4%), prodotti tessili 450 milioni (-3,7%), prodotti alimentari 251 milioni (-2,1%), le bevande 220 milioni (+87%).

Il principale mercato di sbocco dell’export bergamasco è sempre la Germania (1.796 milioni tra gennaio e settembre, +3% su base annua), seguita da Francia (1.167 milioni, +0,6%), USA (743 milioni, +18%), Regno Unito (600 milioni, -0,3%), Spagna (538 milioni + 12,2%). In calo consistente l’export verso Cina (-13,6%), Russia (-32,1%) e India (-13,7%). Se si considerano congiuntamente raggruppamenti di prodotti e aree di destinazione, spiccano i contributi alla variazione percentuale complessiva dell’export dei primi tre trimestri del 2015 da parte dei prodotti chimici verso l’Eurozona (+0,7), alimentari e 2 bevande verso il Nord America (+0,6), macchinari in Medio Oriente (+0,5), mezzi di trasporto in Nord America (+0,5). All’opposto sottraggono punti alla crescita i metalli e prodotti in metallo destinati all’Asia orientale (-0,5), a paesi europei non appartenenti alla UE (-0,5) e ad altre aree geografiche.