Master in Gestione della Manutenzione Industriale, «un rapporto virtuoso tra Università e territorio»

master-in-gestione-della-manutenzionedi Sergio Cavalieri*

Negli ultimi anni l’Università degli Studi di Bergamo ha dimostrato un interesse e un impegno crescente nel costruire con il territorio un dialogo permanente e un rapporto virtuoso. Un esempio di questa forte relazione è dato dalla presenza più che decennale del Master in Gestione della Manutenzione Industriale (MeGMI). Tale Master Executive, erogato congiuntamente dalla SdM School of Management dell’Università degli Studi di Bergamo e dal MIP – Graduate School of Business del Politecnico di Milano, ha visto la partecipazione di più di 150 professionisti operanti nel settore della gestione degli asset industriali. Tenaris, Italcementi, Brembo, Siad, furono le prime aziende del territorio a sentire l’esigenza di creare dei percorsi formativi altamente professionalizzanti per il proprio personale e in risposta a questa necessità l’Università di Bergamo e il Politecnico di Milano hanno progettato un master che avesse contenuti formativi non solo strettamente legati al mondo accademico ma che prevedesse il coinvolgimento di esperti provenienti dal mondo industriale, consulenziale e normativo.

Date queste peculiarità, nel corso degli anni, la partecipazione è stata allargata non solo alle aziende del territorio ma anche a realtà come Reti Ferroviarie Italiane, Gruppo ENI, IVECO, CNH Italia, etc.. a garanzia della validità dei contenuti proposti e del valore aggiunto che una formazione di questo genere può apportare ai contesti produttivi e ai provider di servizi a rete. Proprio la forte sinergia del Master MeGMI con il mondo industriale ha permesso di aprire un tavolo di lavoro permanente che vede coinvolti docenti e ricercatori di atenei nazionali e internazionali e esponenti industriali sui temi riguardanti le nuove tecnologie e i paradigmi tipici dell’industria 4.0. Sensori intelligenti, internet delle cose e realtà aumentata sono solo alcuni dei termini che si stanno diffondendo nel linguaggio comune ma che rappresentano una sfida a cui entrambe le realtà, industriale e accademica, devono far fronte.

L’esigenza di una formazione specifica sulle tecnologie abilitanti è ulteriormente rimarcata dalla natura delle stesse, che richiedono soluzioni adattate ai contesti aziendali di interesse. Il fattore umano, di conseguenza, ha un ruolo fondamentale nel selezionare e nell’integrare la tecnologia secondo criteri di accessibilità, robustezza e funzionalità. Se gli oggetti e i processi diventano progressivamente sempre più “intelligenti” anche le persone dovranno modificare il modus operandi: da tecnici diverranno progettisti, da esecutori a co-decisori, lasciandosi alle spalle attività laboriose, rischiose e ripetitive a favore di una maggiore responsabilità decisionale. Di fronte a questo scenario la formazione di alte professionalità rappresenta un requisito essenziale per competere in un contesto sempre più dinamico e frammentato.

A conclusione della XI edizione del Master, si è tenuto su tali temi il Convegno “Innovare la Manutenzione nell’era dell’Industria 4.0: opportunità, criticità e soluzioni”. L’evento ha visto la presenza di personalità di spicco provenienti dal mondo industriale e accademico che hanno discusso di queste tematiche di rilevanza crescente nel contesto dell’asset management. Ed è da questa occasione che si può trarre una testimonianza sul valore del percorso: «Ho imparato che non esiste “Una Manutenzione” ma la scelta organizzativa che si privilegia per la propria realtà deve essere costruita e implementata avendo piena padronanza delle tecniche, delle innovazioni presenti e dei processi dell’intera azienda – sono le parole dell’ingegner Mario Guarino di Acciai Speciali Cogne -. Il Master ha rafforzato e ampliato il mio bagaglio tecnico-gestionale in campo manutentivo ma non solo e mi ha offerto continui e innumerevoli confronti con i miei colleghi di corso, permettendomi di costruire un network ancora oggi importante nella gestione del mio lavoro quotidiano».

*prorettore delegato al trasferimento tecnologico, innovazione e valorizzazione della ricerca dell’Università degli Studi di Bergamo e direttore del MeGMI



Manutenzione industriale, il futuro passa anche dall’Università

Nove master e 12 diplomi executive sono quelli assegnati al termine dell’undicesima edizione del Master universitario in Gestione della Manutenzione Industriale, percorso promosso dal MIP – Politecnico di Milano Graduate School of Business e da SdM – School of Management dell’Università degli Studi di Bergamo, che ha già formato più di 150 professionisti, provenienti da oltre 60 aziende di tutta Italia, sui temi legati alla manutenzione e, in generale, alla gestione degli impianti industriali.

La cerimonia finale, nell’aula magna di Sant’Agostino dell’ateneo cittadino, è stata l’occasione per rilanciare il dialogo tra mondo accademico, aziende e territorio attraverso il convegno “Innovare la manutenzione nell’era dell’industria 4.0” che ha approfondito il ruolo delle applicazioni di automazione e di information technology volte a rendere maggiormente efficienti i processi industriali e manutentivi, per garantire una maggiore sicurezza, una miglior efficienza energetica e un minor impatto ambientale delle attività produttive. Grazie alla presenza di esponenti di rilievo del mondo universitario e di alcune importanti realtà industriali e di servizi a rete – tra cui ABB, Balluff Automation, Cosberg, Italcementi, Tenaris e Uniacque – si è potuto inoltre aprire un tavolo di discussione su temi caldi per l’intero settore produttivo bergamasco e lombardo, che storicamente rappresentano un motore trainante per l’azienda Italiana.

Il Master Executive MeGMI ha durata biennale e si rivolge a responsabili e professionisti già operanti nell’area della manutenzione degli impianti industriali, dei sistemi infrastrutturali e di servizio, fornitori di servizi collegati.Per garantire una piena compatibilità tra attività lavorativa e frequenza alle lezioni, viene erogato con particolari modalità part-time ed è organizzato secondo una struttura modulare che permette alla fine del primo anno di conseguire il Diploma Executive di Gestore della Manutenzione Industriale e, al termine dell’intero percorso formativo, il titolo di Master Universitario in Gestione della Manutenzione Industriale. Il Master può inoltre contare sulla collaborazione da parte dell’Associazione Alumni del Master MeGMI, associazione che riunisce allievi ed ex-allievi del corso fornisce un supporto organizzativo e di docenza. In collaborazione con AICQ-SICEV a partire dal 2015 è stato attivato uno schema di certificazione per il personale di manutenzione in accordo con le linee guida espresse dalla recente norma UNI 11420.

I diplomati dell’11esima edizione

  • II anno

Stefano Baccani, SIAD; Cristiano Belotti, AB Service; Antonio Cascelli, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato; Alessandro Cazzago, ASO Siderurgica; Domenico Coletta, Ferrero; Gabriele Rino Gusberti,Vettabbia; Marco Maccarinelli, Feralpi Siderurgica; Matteo Rinaldi, ISS Facility Services; Federico Rizza,TenarisDalmine.

  • I anno

Enrico Bonaldi,Tecno Project Industriale; Marco Camarda,Cogne Acciai Speciali; Massimo Cher, Rete Ferroviaria Italiana; Fabio Donati,TenarisDalmine; Nicholas Martello, Cogne Acciai Speciali; Marco Martinelli, Vehicle Engineering and Design; Samuele Mattioli, Cogne Acciai Speciali; Paolo Pedersoli,TenarisDalmine; Salvatore Tassone, Rete Ferroviaria Italiana; Graziano Tresoldi, TenarisDalmine; Margherita Tronca, F.I.S. Fabbrica Italiana Sintetici; Alessandro Villa, Makino Italia.




Imprese innovative, Bergamo terza in Lombardia

Dal birrificio artigianale alla società che ha sviluppato app dedicate alle esigenze delle moderne donne multitasking, dalla realtà aumentata applicata ai beni culturali alla piattaforma per la vendita online dei prodotti agricoli a km zero. E poi la tecnologia nel campo dell’assistenza alle malattie neurodegenerative e respiratorie, la testata online dedicata ai temi della finanza e del crowdfunding, la piattaforma per lo scambio dell’usato griffato e il progetto di supporto logistico ad una campagna olimpica trasformatosi col tempo in ricerca e promozione della sostenibilità ambientale. Sono alcune delle 1.139 imprese, tra start up e pmi, che operano nel campo dell’innovazione tecnologica in Lombardia e pesano il 22% sul totale italiano di 5.163. Milano è la provincia più innovativa con 764 imprese, pari al 67% regionale e al 15% italiano. La seguono a livello regionale Brescia (98 imprese innovative, 8,6% lombardo), Bergamo (84, 7,4%), Monza e Brianza (38) e Pavia (32) e in Italia Roma (8,5%), Torino (5%), Napoli e Bologna. E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese al 25 gennaio 2016.

 




“Smart City Index”, Bergamo scala nove posti in classifica

smartphoneBergamo fa un balzo verso l’alto di nove posizioni e si piazza al 14mo posto dello Smart City Index 2016: un risultato importante per il capoluogo orobico, che nel 2015 si trovava al 23mo posto della speciale graduatoria stilata da Ernest and Young, col patrocinio di Agenzia per l’Italia Digitale e in collaborazione con Ericsson, Tim e Indra. Il rapporto di EY analizza le 116 città capoluogo italiane utilizzando oltre 470 indicatori per classificare lo sviluppo di reti e infrastrutture intelligenti, misurando la loro capacità di innovare e offrire servizi di qualità ai propri cittadini. Un’analisi che come una torta a strati prende prima in esame lo stato delle infrastrutture di rete, poi i “sensori” che rilevano le informazioni, le applicazioni e servizi a valore aggiunto per i cittadini da parte di soggetti pubblici e privati e infine la visione e le strategie messe in campo sulla smartness. In testa alla graduatoria ancora le grandi città metropolitane, ma è evidente il progresso e la crescita di una serie di città medie e medio-piccole, soprattutto settentrionali. In coda soprattutto centri concentrati nel Sud, con Sardegna e Sicilia nelle posizioni peggiori. Ne emerge un’Italia che marcia con una certa velocità nel senso della smart city, con punte di eccellenza davvero significative, ma che è sempre più a “due velocità”.

Nella classifica 2016 in testa è Bologna, davanti a Milano e Torino. Bergamo viene subito dopo Genova e Padova, ma davanti a città come Venezia, Verona, Bolzano, Monza, Napoli. Il punteggio complessivo totalizzato da Bergamo è di 72,6 punti: la nostra città si conferma in prima fascia negli indicatori “Infrastrutture e reti”, “Sensoristica”, “Applicazioni e Servizi” e soprattutto “Vision e Strategia”, parametro con il quale il capoluogo orobico sfiora la top ten nazionale. “Si iniziano a vedere i frutti del nostro lavoro – spiega l’Assessore all’Innovazione del Comune di Bergamo Giacomo Angeloni -. Queste graduatorie lasciano comunque il tempo che trovano, ma il fatto che la nostra città sia riconosciuta a livello nazionale con un balzo in avanti di nove posizioni non può che farci piacere. La volontà dell’Amministrazione è quella di proseguire nella direzione della smartness con determinazione: a dimostrazione, entro il 30 aprile il BergamoWifi pubblico sbarcherà in altri 9 quartieri cittadini”. Le oasi wifi previste sono Piazzale San Paolo, parco Mascagni (Longuelo), via Promessi Sposi (Villaggio Sposi), Via San Sisto/piazzale Emanuele Filiberto (Colognola), Boccaleone (via Gasparini-Isabello), Redona (Parco Turani e chiesa), Malpensata (parco via Mozart), piazza Sant’Anna, Orto Botanico di Città Alta, Monterosso (piazza Pacati e giardino pubblico).

Il documento completo qui: http://issuu.com/francescoalleva/docs/ey-smart-city-index-2016_1_




SolarLab, per gli studenti del Natta premiazione in Senato

Young Minds nell’impianto Termodinamico di Massa Martana

 

Il 15 marzo prossimo, a Roma, nella Sala Koch del Senato della Repubblica con indirizzo di saluto del presidente Pietro Grasso, gli studenti del SolarLab dell’Istituto “Giulio Natta” di Bergamo saranno nella ristretta schiera delle tre scuole premiate nell’ambito della cerimonia dei Cetri Educational Awards, per la realizzazione del loro progetto “Future Energy and Young Minds”.

Il SolarLab, in cui operano a tutt’oggi più di una trentina di studenti, è nato nel 2008 per iniziativa di docenti ed imprenditori convinti della necessità di investire nei giovani e nei loro sogni, per dare loro la possibilità di essere protagonisti nella pratica sul campo della ricerca scientifica, con impianti e strumentazioni all’avanguardia nel settore della produzione di energie rinnovabili.

Con il progetto “Future Energy and Young Minds” del SolarLab, la figura dello studente sperimentatore si è evoluta in quella di Young Minds, giovane mente che, oltre a interfacciarsi con il mondo del lavoro, attraverso esperienze tra scuola e imprese, e crearsi un percorso di ricerca personale, vuole contestualizzare le proprie conoscenze e collaborare alla creazione di un percorso di pace, relazionandosi con la Governance e occupandosi di Future Energy.

Tra gli obiettivi del progetto, quello di visitare e approfondire lo studio dei più grandi esempi di Future Energy nel mondo e soprattutto quello di incontrare e confrontarsi con studenti di Scuole e Università di diversi Paesi per poter creare una rete internazionale di Giovani Menti. Tra i Paesi coinvolti, da qui al 2020, figurano Spagna, Germania, Svizzera, Marocco, Islanda, Repubblica del Kazakhstan ed Emirati Arabi Uniti.

I giovani studenti bergamaschi sono infatti convinti dell’assunto Connecting minds, creating the future. «Il futuro è nostro – afferma Valentina Intra, portavoce di SolarLab  – e crediamo che il mondo cambierà solo grazie ai sogni e alle azioni di noi giovani. Incontrando studenti di altri Paesi, vorremmo allora condividere il nostro tempo e le nostre esperienze, parlare di sogni e di progetti per il futuro, lavorare e costruire insieme, discutere con loro dei temi della produzione di energie rinnovabili, di impatto ambientale e della loro divulgazione».

Young Minds in visita al Ministero degli Affari Esteri
Young Minds in visita al Ministero degli Affari Esteri

Obiettivi ambiziosi saranno inoltre quello di produrre un DocuFilm sul progetto, da pubblicare online e rendere disponibile per le scuole di ogni ordine e grado, nonché la formulazione di un Global Index Future Renewable Energy, Gifre, con il Comitato Scientifico del Cetri-Tires sulle teorie del professor Jeremy Rifkin.

Numerosi anche i coinvolgimenti istituzionali e diplomatici che stanno animando il progetto, come l’interessamento della Direzione Generale per la promozione del Sistema Paese e l’Unità Scientifico Tecnologica del Cnr distaccata presso il Ministero degli Affari Esteri, e la piena disponibilità ricevuta dall’Ambasciatore del Marocco in Italia, sancendo di fatto l’internazionalizzazione del SolarLab Natta.

Da segnalare anche il Patrocinio del Comune di Bergamo e l’apprezzamento e il sostegno del Presidente della Repubblica Italiana, che in una lettera ai giovani ha scritto: «… Vi ringrazio per avermi messo a conoscenza delle numerose e interessanti iniziative di SolarLab. L’entusiasmo e la passione con cui vi state dedicando alla ricerca insieme ai vostri docenti e ai compagni più grandi rappresentano un importante esempio di cooperazione e di trasmissione di saperi, affetti fondamentali per il mondo della scuola, così come per quello dell’università e del lavoro. …».

«In questi questi studenti abbiamo visto tanto entusiasmo e voglia di apprendere – racconta Antonio Rancati del comitato scientifico del Cetri (Circolo Europeo per la Terza Rivoluzione Industriale) e coordinatore nazionale delle attività di strategia di formazione – che hanno reso possibile spiegare in modo semplice ai cittadini come siamo in grado, talvolta con piccoli gesti quotidiani, di salvaguardare la nostra splendida Italia. Crediamo fortemente sia quanto mai necessario partire dalle nuove generazioni per contribuire a creare una generazione di adulti consapevoli dei problemi attuali dell’inquinamento e delle possibilità di risoluzione tramite la diffusione democratica della produzione di energia».

 




Brevetti, Bergamo terza in Lombardia dopo Milano e Brescia

Il 2015 è stato un anno di grandi novità per quanto riguarda le procedure di deposito brevettuale in Italia. Stando ai dati diffusi dalla Camera di Commercio, Bergamo si conferma la terza provincia lombarda per numero di depositi (24), dopo Milano (627) e Brescia (73), come si evince dai dati dell’UIBM riferiti al periodo tra il 1° gennaio e il 30 aprile 2015 (ultimi dati disponibili). Dal 18 maggio 2015 sono entrate in vigore importanti novità: nuova modulistica e soprattutto nuove modalità di deposito telematico e cartaceo dei titoli brevettuali. Da tale data, il deposito telematico delle domande di brevetto per invenzione industriale e modelli di utilità, delle domande di registrazione di disegni e modelli e di marchi di impresa, delle istanze connesse a dette domande e dei rinnovi dei marchi può essere effettuato esclusivamente attraverso il portale dei servizi on line dell’Uibm. È comunque ancora previsto il deposito del modulo di domanda cartaceo sempre presso la Camera di commercio. Quest’opzione è utile soprattutto per chi richiede saltuariamente la registrazione di un marchio o di un disegno o la concessione di un brevetto, in quanto l’invio telematico diretto richiede dimestichezza con lo strumento. Con il deposito cartaceo è la Camera di commercio a ricevere e trasmettere telematicamente la domanda attraverso il portale, generando sia una ricevuta di presentazione, sia il modulo F24 per il pagamento

I depositi presso la Camera di commercio di Bergamo per tipologia di brevetto




L’innovazione? È anche questione di metodo. Seminario gratuito a Dalmine

idea innovazioneMercoledì 2 marzo, alle ore 17 al Point di Dalmine (in via Pasubio 5/ang. via Einstein) è in programma il seminario “Innovare con metodo: dalle nuove tecniche per il trasferimento tecnologico ai metodi di innovazione sistematica (Triz)”. L’incontro è promosso nell’ambito del progetto “Tutela e valorizzazione della Proprietà Industriale a supporto dell’innovazione e della competitività delle Mpmi bergamasche”, iniziativa finanziata dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzata da Bergamo Sviluppo in collaborazione con le locali Organizzazioni di categoria, con il supporto tecnico-scientifico dell’Ufficio Brevetti e Marchi della Camera di Commercio e del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Bergamo.

L’innovazione rappresenta oggi uno dei vantaggi competitivi più importanti per la crescita e il successo delle attività imprenditoriali, ma il processo di innovazione non può certo essere affidato al caso. Può essere utile, ad esempio, applicare le teorie della cosiddetta “innovazione sistematica” e sfruttare i più recenti strumenti per la ricerca delle informazioni brevettuali e del trasferimento tecnologico.

Il seminario, rivolto a tutte le micro, piccole e medie locali ma aperto a tutti gli interessati, permetterà sia di valorizzare i percorsi di innovazione di tipo sistematico rispetto alle pratiche più tradizionali, sia di presentare le ultime novità tecnologiche a disposizione della ricerca brevettuale (ad esempio i motori di ricerca brevettuali basati sulla semantica, le banche dati di effetti fisici e chimici ad accesso gratuito).  Nell’ambito dell’incontro saranno inoltre presentati recenti casi studi condotti con aziende del territorio che hanno testato gli strumenti presentati.

GLI ARGOMENTI TRATTATI
  • Introduzione sui metodi per fare innovazione di prodotto in modo sistematico
  • Le ultime novità sugli strumenti per il trasferimento tecnologico e la cross fertilization
  • L’evoluzione del metodo Triz come strumento per innovare nella piccola e media impresa
  • Il ruolo della brevettazione nel processo inventivo.

La partecipazione al seminario è gratuita; per iscrizioni consultare il sito www.bergamosviluppo.it.




Kilometrorosso, bando online per sei postazioni gratuite

Spazio coworkin kilometrorossoIl KilometroRosso diviene scenario per un nuovo spazio di coworking, un’iniziativa voluta fortemente dall’Associazione Bergamo Smart City & Community e dall’Amministrazione comunale: un’azione che rappresenta una risposta alla mancanza di spazi per i giovani, con l’obiettivo di attivare collaborazioni e di agevolare la nascita di idee innovative al servizio della collettività. Sono previste sei postazioni e il bando è aperto sia a singoli soggetti, ma anche a gruppi. Per entrare a far parte dello spazio ubicato nel polo tecnologico bergamasco, basterà rispondere al bando che sarà pubblicato per un mese sul sito www.bergamosmartcity.com, destinato a giovani tra i 18 ai 35 anni: le domande che perverranno saranno vagliate da due tecnici del Comune di Bergamo, da un rappresentante dell’Associazione Bergamo Smart City & Community, uno del KilometroRosso e uno del protocollo P@sswork.

Uno spazio che entra a far parte appunto della rete P@sswork, nell’ambito della quale diversi spazi sono già stati aperti nella bergamasca (Toolbox CGIL di via Pignolo, il FabLab al Patronato San Vincenzo, lo spazio EcoWorking ad Almè, e altri due luoghi di coworking, a San Giovanni Bianco e Alzano Lombardo). “Una forma un po’ diversa di coworking, – sottolineano il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori e l’Assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni – solidale anche nel senso della creazione di relazioni solide, pienamente aderente alla filosofia dell’Associazione Bergamo Smart City: l’associazione si pone come luogo privilegiato per la definizione di una strategia d’innovazione del territorio”. L’obiettivo dichiarato è quello di provare a rapportarsi con contesto d’eccellenza, ovvero il polo tecnologico del Kilometro Rosso, fornendo uno sguardo e idee sulle forme e i modelli della Smart City di domani. Un coworking solidale, perché gratuito, e soprattutto “perché – come spiega Marco Toscano di P@sswoork – le idee che emergeranno potranno ritornare al territorio (ad esempio progetti di energie sostenibili o di mobilità a favore della comunità o interventi da tenersi nelle scuole o corsi di formazione) ed essere messe a frutto in sinergia con le istituzioni del territorio.

“Si tratta, a mio avviso, – dichiara Maria Carolina Marchesi, Assessore alla Coesione Sociale del Comune di Bergamo – di un’occasione per i giovani di sperimentarsi, in una dimensione di condivisione e collaborazione, nell’ambito di un percorso che sottolinea la responsabilità collettiva che emerge dalle attività, che avranno necessariamente un forte legame con il territorio e con il mondo dell’impresa”. L’Associazione Bergamo Smart City & Community metterà inoltre al lavoro un coordinatore che, per oltre 350 ore annue, supporterà i coworkers, in modo da agevolare la collaborazione e la sinergia con le istituzioni coinvolte e rendere più praticabili le idee dei giovani.

“Credo che questa iniziativa racchiuda un livello di intesa importante – sottolinea don Cristiano Re in rappresentanza dell’Associazione Bergamo Smart City & Community– che cerchiamo di sperimentare dentro l’Associazione Smart city, un’azione che richiama un pensiero preciso sotteso alle attività della Bergamo Smart City. Il lavoro diviene elemento di promozione del singolo dentro a una struttura decisamente più ampia: ognuno può portare ciò che è capace di fare in un contesto di forte e stretta relazione con gli altri, esprimendo le proprie capacità con una finalità condivisa”. “Uno spazio di questo genere è perfettamente coerente con la nostra mission: – spiega Leonardo Marabini del KilometroRosso – uno spazio che somiglia al Kilometro stesso, attraverso la condivisione di un unico luogo fisico, l’espressione della diversità come valore aggiunto, ma anche la necessità di una ricaduta sul sociale. Non a caso si troverà nel cuore pulsante del polo tecnologico, a dimostrazione della volontà di dare centralità alle idee e all’impegno dei giovani che parteciperanno a questo progetto.”

 




Il pacco te lo ritira il negoziante. La bergamasca Fermo!Point tra i campioni dell’innovazione

premio innovazione Fermo!Point - il fondatore Alberto Luisi
Alberto Luisi


Anche un’idea made in Bergamo ha ricevuto ieri a Roma – nell’Aula del Palazzo dei gruppi Parlamentari – il Premio Nazionale per l’Innovazione nei Servizi 2015, conosciuto anche come “Premio dei Premi”, organizzato dalla Fondazione Cotec su concessione del Presidente della Repubblica e riservato ad aziende, enti pubblici o persone fisiche individuate tra i vincitori dei premi per l’innovazione assegnati annualmente a livello nazionale.

Si tratta di Fermo!Point, un servizio nato per risolvere il problema delle consegne degli acquisti in Internet quando non si può assicurare che ci sarà qualcuno in casa per ritirarli. La società non ha creato punti di distribuzione ex novo, ma ha pensato di coinvolgere i negozi e le attività commerciali che già esistono chiedendo loro di essere disponibili a ritirare la spesa e a conservare la merce. È il cliente a decidere quando e dove ritirarla. Gli basta scegliere il posto più comodo tra quelli localizzati sul sito – il negozio davanti alla scuola del figlio, l’edicola accanto all’ufficio, la cartoleria del paese dove abita una cara amica – e passare presso l’attività negli orari di apertura a seconda delle proprie esigenze.

Il progetto, sviluppato con il supporto dell’Università di Bergamo e di Bergamo Sviluppo, l’azienda speciale della Camera di Commercio, che ha seguito le fasi di start up con il suo Incubatore d’Impresa, è stato premiato nella categoria “Università e ricerca pubblica”. A ritirare il riconoscimento il fondatore e amministratore delegato Alberto Luisi e il co-founder e direttore operativo Claudio Saloni.

Alla cerimonia era presente il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. Tra gli enti che partecipano al Premio Nazionale per l’Innovazione c’è anche Confcommercio, che ha promosso la selezione nel settore “Commercio, Turismo, ICT & Service Design nei Servizi”.

Fermo!Point si attiva acquistando i “Fermo!Ticket” di durata illimitata. Il singolo costa 2,90 euro, mentre per i pacchetti la spesa si riduce in proporzione. Il servizio è utile ai clienti digitali, ma offre vantaggi anche per l’e-commerce, i negozi e i corrieri. Per le attività commerciali, in particolare, l’affiliazione è completamente gratuita e per ogni movimentazione si ha un guadagno. Partecipare al network, che attualmente conta oltre 1.500 negozi in Italia, aumenta, inoltre, il passaggio di potenziali nuovi clienti in negozio e offre visibilità a fronte di un impegno minimo per la gestione delle consegne.

www.fermopoint.it




Internet, Bergamo viaggia sempre più veloce

internet - banda ultralargaGrazie ad un investimento di circa 4,5 milioni di euro, Bergamo è tra le prime città d’Italia a poter vantare infrastrutture telefoniche di nuova generazione che sono già pienamente operative al servizio di cittadini e imprese.

Gli interventi sono stati illustrati oggi dal sindaco Giorgio Gori, dall’assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni e da Roberto Marcolini, responsabile Access Operation Line Lombardia Centro Est di Tim.

Dall’avvio del progetto, che ha visto Tim impegnata nella realizzazione della nuova rete in fibra ottica Ngan (Next Generation Access Network) e di quella mobile 4G anche nella versione più evoluta (il 4G Plus), a Bergamo le reti in banda ultralarga sono diventate realtà grazie gli importanti investimenti fatti da Tim e alla collaborazione con il Comune di Bergamo, fattori che hanno consentito di realizzare rapidamente le attività di scavo e di posa, minimizzando sia i tempi d’intervento sia l’impatto sulla città.

A Bergamo il programma di copertura della città ha interessato oltre 60mila unità immobiliari, pari a più del 95% della popolazione sull’intero territorio comunale, in virtù della posa di 114 chilometri di cavi in fibra ottica .

Inoltre, grazie ad un accordo tecnologicamente innovativo con Atb, che prevede l’utilizzo del percorso dei binari della funicolare cittadina per la posa dei cavi in fibra ottica, Tim è l’unico operatore ad aver portato la rete in fibra ottica anche nella Città alta, evitando così di effettuare ulteriori scavi.

In questo modo Bergamo è entrata nell’élite delle città italiane dove sono disponibili i servizi “Fibra” di Tim basati sulla tecnologia FttCab (Fiber to the Cabinet), ma è stata anche già inserita nel nuovo piano nazionale di cablaggio Tim in tecnologia Ftth (Fiber To The Home), che prevede entro marzo 2018 di raggiungere 100 città italiane portando i collegamenti superveloci fino agli edifici. Si tratta di un innovativo piano che estende la fibra ottica fino alle abitazioni, consentendo connessioni super-veloci a partire da 100 Megabit al secondo e potenzialmente fino a 1 Giga (1.000 Megabit), con l’obiettivo di garantire una ancora più elevata qualità nella fruizione di contenuti video in HD e una migliore esperienza di navigazione. I primi quartieri della città saranno collegati già entro il 2016.

«Un progetto ambizioso – commenta il sindaco Gori – che l’Amministrazione intende supportare convintamente: anche grazie a Tim e iniziative come questa la città di Bergamo può dirsi sempre più europea. In un’epoca in cui internet si configura sempre più come un diritto, investimenti come quelli di Tim rappresentano un contributo importante nella realizzazione di una smart city: siamo felici che Bergamo sia una delle prime città in Italia a beneficiare di queste infrastrutture ad alto contenuto tecnologico, segno di quanto la città stia lavorando per mettersi in mostra nel panorama nazionale».

«Un grande grazie va obbligatoriamente a Tim – sottolinea l’assessore Angeloni – che ha deciso di portare a Bergamo le infrastrutture più avanzate per telefonia fissa e mobile. Iniziative di questo genere incarnano alla perfezione l’idea di città che l’Amministrazione Comunale ha proposto con le proprie linee di mandato: una città nella quale è possibile avviare progetti innovativi e soprattutto all’avanguardia per quello che riguarda il tema della connettività».

«Siamo lieti che Bergamo sia tra le prime città italiane ad avere infrastrutture di rete di Tlc moderne che consentono ai cittadini e alle imprese di usufruire di servizi innovativi, come ad esempio vedere film in HD e 3D, ascoltare musica in streaming di alta qualità e tutta la potenzialità dei servizi Cloud, che contribuiscono allo sviluppo dell’economia locale – ha dichiarato Roberto Marcolini, responsabile Access Operation Line Lombardia Centro Est di TIM – nell’ambito del programma nazionale per lo sviluppo delle reti a banda ultralarga fissa e mobile, Tim ha deciso di dedicare alla città di Bergamo una quota molto significativa del proprio piano di investimenti, fornendo in questo modo un notevole contributo al conseguimento degli obiettivi previsti dall’Agenda Digitale europea. A Bergamo la nuova rete in fibra ottica e quella mobile 4G Plus sono già realtà, grazie anche alla fattiva collaborazione dell’Amministrazione comunale».

Con la fibra è possibile accedere a contenuti video di particolare pregio anche in Hd, di praticare il gaming on line in alta qualità e di fruire di contenuti multimediali contemporaneamente su smartphone, tablet e smart tv. Le imprese possono inoltre accedere al mondo delle soluzioni professionali, sfruttandone al meglio le potenzialità grazie alla connessione in fibra ottica. Quest’ultima abilita anche applicazioni innovative come la telepresenza, la videosorveglianza, i servizi di cloud computing per le aziende e quelli per la realizzazione del modello di città intelligente per le amministrazioni locali, tra cui la sicurezza e il monitoraggio del territorio, l’info mobilità e le reti sensoriali per il telerilevamento ambientale.

Per quanto riguarda la telefonia mobile, oltre alla copertura della rete Lte a Bergamo è anche disponibile la nuova rete 4G Plus di Tim, che offre connessioni fino a 225 Megabit al secondo in download, circa il doppio di quelle disponibili con il normale 4G. La rete mobile di nuova generazione di Tim offre ai i cittadini prestazioni e livelli di servizio che migliorano nettamente l’esperienza della navigazione internet e la fruizione di contenuti innovativi in mobilità, come il video streaming in Hd.