Gori svetta nei sondaggi? Allora vi dico cosa penso di lui

Giorgio Gori
Giorgio Gori

 Index Research ha espresso il proprio giudizio. Detto così, e considerato che praticamente nessuno sa cosa diavolo sia Index Research, immagino penserete ad una di quelle agenzie di rating che, di tanto in tanto, ci riempiono di AAA, BBB, CCC, e delle quali, nella vita reale, non importa nulla a nessuno. Niente di più sbagliato: dietro il nome esotico, si nasconde un istituto di ricerche demoscopiche, utilizzato da La 7 per inchieste, sondaggi e simili passatempi televisivi. Questa volta, la materia d’indagine era, per noialtri, tutt’altro che peregrina, perché riguardava in prima persona il nostro sindaco, che, alla luce dei risultati di Index Research è risultato essere il più amato dagli Italiani, o, perlomeno, dai propri concittadini, con un portentoso 62,6% di gradimento. Ora, vi confesso di non essere esattamente edotto sul funzionamento di questi sondaggi e di non sentirmela di importunare il caro Nando Pagnoncelli per domandargli lumi in proposito: presumo, tuttavia, che si basino su delle telefonate ad un campione significativo di popolazione.

A me, personalmente o a qualcuno dei miei conoscenti, nessuno ha chiesto nulla, ma non ho ragione di dubitare che un congruo manipolo di bergamaschi sia stato contattato ed abbia espresso un parere positivo su Gori e sul suo operato. Io, se permettete, sfruttando l’indubbio vantaggio di detenere una rubrichetta su di un vetusto ed onorevole giornale, il mio parere l’esprimo qui. Per cominciare, devo premettere, per onestà, che, nonostante una disparità ideologica che rasenta l’antipodo, Gori, a suo tempo, l’ho votato: anche per questo mi sento autorizzato a commentarne il successo demoscopico. Distinguerei almeno tre voci, dovendo analizzare il suo operato da sindaco: valore, idee ed azioni.  Sul valore non ho dubbi: lo conosco bene e so che è persona che vale parecchio. Anzi, vi dirò che, secondo me, è uno che vale più di quel che appare, anche se sono sicuro che molti di voi penseranno: ma come, se è uno che ha costruito sull’apparire la sua fortuna? Gori è tutt’altro che un fesso vanesio, costruito ad arte da uno spin doctor e da un tecnico dell’immagine: è persona, semmai, contraddittoria, diviso com’è tra la lotta per la vittoria ed un fondo di umanitarismo utopico ottocentesco. Immaginatevi un Proudhon che diriga la Chase Manhattan Bank: ecco, ho in mente qualcosa del genere. Ma, quanto a valore, credetemi, non si discute.

Magari, possiamo discutere sulle idee: alcune sono sue, altre nascono da una sintesi di molteplici sistemi ed altre, infine, sono altrui. Molte di queste idee, come quella dell’identità turistica di Bergamo, dello Stimmung orobico, di una visione un tantino millenaristica ma suggestiva della nostra città, mi trovano d’accordo. Altre le avrei addirittura esasperate: l’operazione piste ciclabili, ad esempio, è una bella incompiuta. Altre, come l’invenzione di happenings un po’ fighetti in Città Alta o come certe sbrodolate iniziali su accoglienza ed immigrazione (che, per fortuna, sulla scorta della dura realtà, ha ben bene corretto al ribasso), mi hanno decisamente lasciato perplesso. Ma ognuno ha le sue, di idee: mica posso bocciare un sindaco perché la pensa diversamente da me sul vagabondaggio panchinaro. O forse sì, ma non è questo il punto. Il punto, nel caso specifico di Gori e della sua amministrazione, sono le azioni. Anche qui, machiavellicamente, distinguerei tra azioni compiute, incompiute ed annunciate, oltre che tra azioni direttamente ascrivibili al sindaco o farina del sacco di suoi assessori, che lui abbia semplicemente avallato. Le azioni compiute sono abbastanza limitate, ma questo trova giustificazione anche nel poco tempo a disposizione per mettere in campo certi progetti di più ampio respiro: per quel poco che si è visto, il mio giudizio è, tutto sommato, positivo.

Noto una certa tensione al fare e al voler affrontare alcuni snodi, come la Montelungo o Astino, che potrebbero influenzare non poco il benessere dei cittadini di domani. Le azioni incompiute riguardano operazioni strutturali, e anche qui darei tempo al tempo: Roma non è stata fatta in un giorno e anche per Bergamo ventiquattr’ore mi sembrano pochine. Quanto alle azioni annunciate, mi aspetto una ben più decisa svolta verso la vivibilità di questa povera città: il traffico, i trasporti, la logistica sono temi di assoluta priorità e si legano un po’ con tutte le problematiche essenziali per un cittadino, dalla salute al tempo libero. Le note veramente dolenti vengono dalle azioni altrui, che Gori, di riffa o di raffa, ha vidimato col suo sigillo: la ristrutturazione dei servizi demografici e di stato civile, compresa la beffa dei totem che nessuno usa, pare che si stia trasformando in un’emiparesi burocratica. Le attività culturali ed educative, se escludiamo un’idea un po’ provinciale di cultura intesa come pubblico alle mostre, sono abbastanza desolanti. La gestione di Città Alta mi pare, talvolta, à la Billionaire, e così via. Ecco, questa voce, la scelta della squadra di governo, l’avrei inserita in un’indagine demoscopica, così, per curiosità: ottimo pranzo, peccato per i contorni, insomma. Ma, si sa, io sono per gli uomini soli al comando….

 




Bergamo, parcheggiare sulle strisce blu costerà di più

STRISCE BLUEntro la fine di quest’anno, la sosta sulle strisce blu in città, a pagamento anche nei giorni festivi nella zona “rossa”, ovvero il centro e Città Alta, subirà un rincaro dai 10 ai 20 centesimi l’ora. E’ quanto ha deciso Palazzo Frizzoni dando seguito al piano di riorganizzazione della sosta cittadina e della mobilità. La rimodulazione delle tariffe è stata modulata su tre zone: gialla a 1 euro l’ora, arancio a 1,50 e rossa a 2 euro. L’obiettivo? Disincentivare l’uso dei mezzi privati , rilanciare quelli pubblici e combattere l’inquinamento atmosferico.

Anche sul fronte dei residenti non mancano novità. La sosta sulle strisce gialle sarà a pagamento sulla base di tre aree: la zona gialla costerà 60 euro l’anno (per esempio quartieri come la Malpensata o San Tomaso e quelli che confinano con l’hinterland), la zona arancio toccherà quota 90 euro (quartieri tra periferia e centro) e la zona rossa sarà fissata a 120 euro all’anno. La zona gialla vedrà quindi l’arrivo delle strisce gialle dall’inizio del 2017. Con il piano di riorganizzazione, il Comune vuole garantire più parcheggi ai residenti: si passa infatti da 14 aree ridotte a 8 zone estese con i posteggi dedicati ai residenti. Quanto al bollo per il permesso, la validità sale da 5 a 10 anni, con un costo di 32 euro.

Il piano della sosta

 




Ambientalisti all’attacco: “Un errore il parcheggio all’ex parco faunistico”

parcheggio-faraUna nota congiunta di Legambiente Bergamo, Italia Nostra Bergamo, WWF Bergamo Brescia e Associazione Città Alta e Colli è stata diffusa in merito all’”atto transattivo di attuazione della convenzione” relativo alla realizzazione del parcheggio nell’area del parco della rocca ex faunistico in discussione in Commissione e in Consiglio il 10 ottobre. “Apprendiamo – si legge nella nota – che oggi si discuterà in Consiglio comunale la nuova convenzione per la realizzazione del parcheggio dell’ex parco faunistico. Riteniamo, come già segnalato in svariate occasioni che proseguire in questo progetto possa produrre nel medio e lungo termine conseguenze molto negative non solo per la valorizzazione turistica ed ambientale del centro storico di Città Alta e dei Colli, ma anche per le scelte relative alla mobilità di tutta la città. Nella corrispondenza – intercorsa tra le scriventi associazioni e le diverse amministrazioni che hanno “ereditato” l’operazione approvata dalla Giunta Veneziani poco prima del termine del mandato – abbiamo ribadito più volte nel corso degli ultimi anni le criticità che un parcheggio di così notevoli dimensioni dentro la cerchia delle mura, aperto al traffico privato dei non residenti, presenta, ovvero:

– rende incerte e aleatorie le possibilità future di disciplinare l’accesso di auto dei non residenti all’interno della cerchia delle mura, e comunque di operare scelte generali sulla mobilità cittadina, creando un pesante vincolo fuori dal controllo delle amministrazioni pubbliche

– comporta una situazione di aggravio pesante sulle vie di ingresso e uscita da Città Alta: l’apertura del parcheggio, prevista dalla convenzione per 24 ore al giorno in ogni giorno della settimana, costituisce un elemento di notevole peggioramento della circolazione su Viale Vittorio Emanuele, e, soprattutto, sulla via San Tomaso, dalle quali dovranno passare le automobili per accedere o uscire dal parcheggio;

– si parla di 470 nuove auto a rotazione che, considerati i costi orari piuttosto elevati annunciati, favoriranno il ricambio, comportando ingressi ed uscite con maggior frequenza, caricando così le vie d’accesso e d’uscita da Città Alta

– non a caso i principi del Piano Particolareggiato di città Alta, prevedevano piccoli parcheggi per residenti dislocati in vari punti all’interno delle Mura e parcheggi esterni con accessi meccanizzati per turisti e visitatori. Quello che si sta prospettando è invece un punto concentrato di notevoli dimensioni che, se anche potrà ridurre il carico di parcheggio lungo le Mura, di certo peggiorerà la situazione di chi vive fuori da Città Alta ovvero in sua prossimità.

– è in contrasto con il Piano territoriale del Parco dei Colli, che demanda le scelte al Piano particolareggiato di Città Alta;

– appare in contraddizione, se non addirittura in palese contrasto con gli impegni assunti dal nostro Paese nel perseguire con decisione il contenimento dell’emissione di gas inquinanti e la riduzione dell’uso dei mezzi di trasporto privato, a favore di mezzi pubblici o alternativi alla gomma (scale mobili, ascensori, ecc.)”.

“È inoltre evidente – si legge ancora nel documento – che il tema dell’accesso e della sosta è fortemente incidente sull’equilibrio sociale di Città Alta e sul processo di trasformazione già in atto da alcuni decenni che vede il progressivo esodo delle fasce meno protette, la loro sostituzione con un élite benestante, la perdita di servizi dedicati ai bisogni quotidiani dei residenti sostituiti da servizi rivolti unicamente al turismo, i prezzi esorbitanti degli affitti, l’uso sempre più ampio delle abitazioni trasformate in camere di vacanze, B&B e seconde case. Le scriventi associazioni ritengono che le scelte relative alla mobilità debbano essere prioritariamente finalizzate, non ad assecondare, ma a riequilibrare i fenomeni descritti, favorendo invece la residenzialità e la “mixitè” sociale. Rimaniamo, quindi, contrari alla realizzazione del Parcheggio della Fara che appare sbagliato e antistorico”.

 

 




Bergamo, al via ai lavori di asfaltatura sulla Circonvallazione

circonvallazioneLavori in corso questa notte sulla Circonvallazione di Bergamo: l’Amministrazione comunale prosegue nel lavoro di asfaltatura di alcuni tratti della bretella cittadina, un intervento di manutenzione che in tre anni dovrebbe portare all’intera asfaltatura della circonvallazione di Bergamo, come annunciato ad agosto dall’Assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla. Da stasera sino all’8 ottobre in orario serale e notturno a partire dalle ore 21 sino alle ore 6 del giorno successivo i lavori di rifacimento della pavimentazione stradale interesseranno:

– Circonvallazione Paltriniano: tratto dal sovrappasso di via Zanica per circa 300 metri in direzione Mugazzone- Valli – previsto il restringimento della carreggiata destra;

– Circonvallazione Mugazzone: tratto dalla rotatoria Don Bosco in direzione Valli – previsto il restringimento della carreggiata destra;

– via Correnti: a circa 300 metri dall’intersezione di via Martinella sino all’intersezione con la rotatoria di largo Decorati al Valor Civile – anche in questo caso è previsto il restringimento della carreggiata destra.

Non sarà mai chiuso il traffico sulla circonvallazione per tutta la durata dei lavori e alle ore 6 il transito veicolare tornerà ad essere regolare. Lavori in corso in queste ore anche in via Matris Domini e via Masone, dove viene riasfaltato il tratto di strada che negli scorsi mesi era stato manomesso per la posa di sottoservizi.

 




“Indovina chi viene a cena?” Tre testimoni a confronto con i giovani

spazio-boccaleoneDopo il successo delle scorse edizioni, torna per il quarto anno “Indovina chi viene a cena?”, ciclo di cene con testimoni organizzato dagli Spazi Giovanili del Comune di Bergamo. L’iniziativa è molto semplice: il racconto di un testimone intervallato dalle portate di una cena. Un modo leggero e informale per affrontare alcuni temi importanti con adolescenti e giovani, ma anche con gli adulti, della città; un’occasione per offrire stimoli, confrontarsi, incrociare sguardi ed esperienze. Quest’anno è stato individuato un unico tema conduttore, passione e determinazione, declinato con accezioni diverse. Aprirà il ciclo della nuova edizione Matteo Sabbadini, rallysta e pilota MB Racing, martedì 11 ottobre, con “Quando la passione cresce con te”. Il secondo incontro, martedì 18 ottobre, “Quando la passione è impegno”, vedrà la presenza di Carmen Pellegrinelli, regista e drammaturga. Chiuderà il ciclo, martedì 25 ottobre, Roberta Sammarelli, bassista della band Verdena, una delle più apprezzate della scena altern-rock italiana, che racconterà “Quando la passione diventa lavoro”. Le cene-incontro, rivolte in particolare ad adolescenti e giovani ma aperte anche agli adulti, si svolgeranno presso lo Spazio Giovanile Boccaleone (via Gandhi, 3) alle 19.30 e saranno gratuite. È gradita una conferma della presenza. Gli Spazi Giovanili del Comune di Bergamo sono spazi per adolescenti e giovani finalizzati a sviluppare idee e proposte per il tempo libero, che valorizzano e incentivano la socializzazione, la creatività e i talenti dei giovani (arti visive, musica, espressività, multimedialità, sport,…) anche attraverso corsi e laboratori. Luoghi e progetti che supportano i processi di crescita di ragazze e ragazzi grazie alle proposte animative e alla conduzione di educatori professionali. Gli Spazi giovanili cittadini sono presenti nei quartieri di Monterosso, Celadina, Boccaleone, Grumello del Piano e San Tomaso e il sistema cittadino degli spazi giovanili lavora in forte collaborazione con gli altri servizi e progetti dell’Assessorato alle Politiche Giovanili, in primis lo Spazio Polaresco e lo Spazio Informagiovani di via del Polaresco 15 a  Longuelo e lo Spazio Giovani Edoné a Redona.

 

 




I bergamaschi e la colazione, il rito raccontato dai baristi

Barista Cappuccino zu in seinem Cafe

Ci sono giovani che fin dalle prime ore del mattino amano deliziarsi con frappuccini o caffè lunghi, magari accompagnati da muffin e pancakes, in perfetto stile americano. I più salutisti, invece, preferiscono sostituire caffeina e cibi troppo calorici con spremute d’arancia, centrifughe, succhi di frutta biologici o infusi alle erbe. Alla fine però, vuoto o ripieno, il classico cornetto accompagnato da un cappuccio resta un connubio intramontabile per la maggior parte dei bergamaschi.

Già, perché se è vero che le nuove tendenze hanno trasformato la colazione in un irrinunciabile appuntamento goloso ricco di estrose ghiottonerie, la tradizione mantiene il primato sulle mode. Così, chi entra nel suo bar di fiducia tra le 6 e le 10 del mattino ha già le idee chiare. Circa il 70% dei clienti ordina ancora una bevanda calda con un dolce, quasi sempre una brioche, con una spesa media che oscilla intorno ai 2,30 euro. A cambiare sono più che altro gli ingredienti. Se un tempo il cappuccino era preparato solo con latte di mucca, oggi esiste una miriade di varianti che vanno dalla soia alle bevande di riso o mandorla, fino al latte senza lattosio. Idem per le brioche: accanto a quelle farcite con crema, cioccolato o marmellata spiccano croissant integrali, al carbone vegetale, senza glutine, con cereali e miele. E se fino a qualche decennio fa erano soprattutto gli uomini a fare colazione al bar prima di andare in ufficio, oggi è aumentato anche il numero di donne, in particolare le mamme che accompagnano i figli a scuola o le signore anziane che si fermano a chiacchierare con le amiche fino a tarda mattinata sorseggiando un tè caldo con qualche frolla. Il posto preferito è il bar ma sta prendendo piede anche la moda di fare colazione nei centri commerciali, al McDonald’s, in panetteria e persino al parco.

La colazione classica all’italiana

Marcello Menalli
Marcello Menalli

Scervellarsi per inventare nuove ricette e combinazioni originali può aiutare il barista ad attirare la clientela. Tuttavia, sono molti i locali storici di Bergamo che, in barba alle tendenze, preferiscono seguire la tradizione. «Bene o male la colazione dei bergamaschi negli anni è rimasta invariata – dice Marcello Menalli della Pasticceria Sant’Orsola -. La gente predilige sempre più il cappuccino o il caffè accompagnato da un croissant fresco di pasticceria; il più gettonato rimane il croissant vuoto, seguito da quello con la marmellata. Curioso è che il sabato e la domenica, invece, sono più richiesti quelli ripieni con la crema o con il cioccolato».

Anche per Lino Gatti, titolare della Latteria caffetteria Beretta di via San Bernardino, il gusto classico di un cappuccio con una brioche resta imbattibile: «Dagli anni Sessanta a oggi ho visto cambiare un sacco di mode, ma sono tutte passeggere. Ma l’accoppiata cappuccino e croissant sono un must per quasi tutti i clienti. Tra le bevande vanno molto anche il latte macchiato, il marocchino e il caffè americano. Le brioche più gettonate? Sono quelle al cioccolato, mela, nutella, marmellata, vuota e la treccia. C’è però anche chi chiede una frolla, una barretta ai cereali o un pacchetto di biscotti, magari con il tè caldo al limone».

Un trend seguito anche dal Gino’s bar che dal 2013 ha lasciato largo Barozzi per trasferirsi in via Moretti, nell’area dell’ex Cesalpinia: «Non ho mai avuto richieste troppo stravaganti – spiega Elena Stroppa che insieme ai fratelli Monica e Massimo gestisce questo storico bar fondato nel 1971 dal padre Igino, oggi in pensione –. La colazione classica all’italiana va sempre per la maggiore: un espresso o un cappuccio accompagnato da un cornetto».

La colazione all’americana

Giuseppe Montrone
Giuseppe Montrone

C’è chi a colazione ama gusti decisi, strutturati e magari salati. Americani, tedeschi e inglesi, per esempio, abituati come sono a svegliarsi con il profumo di uova fritte e pancetta, non si accontentano certo di una brioche. E così quando sono in vacanza a Bergamo trovano conforto mattutino in locali come Yoguito, Lekka Lekka o il McCafé dove la colazione ha il sapore caramellato di un soffice pancake con sciroppo d’acero, ma anche di muffin ai mirtilli, cookies con pepite di cioccolato, donuts con glassa colorata, cheesecake, il tutto accompagnato da tazzone di caffè nero bollente.

«Vicino alla stazione transitano molti turisti – conferma Marcello Moroni, titolare del Bar De Berghèm di piazzale Marconi -. Non tutti si adeguano ai gusti italiani. Parecchi stranieri chiedono il caffè americano, quello super lungo tipo minestrone, ovvero un espresso allungato con l’acqua». E c’è addirittura chi scambia la colazione per un vero e proprio pranzo: «I turisti spesso mi stupiscono, c’è persino chi riesce a mangiare una pastasciutta all’alba – conferma Giuseppe Montrone, titolare del Pastifrulligeleria di viale Papa Giovanni, in città -. Gli stranieri per colazione preferiscono il salato al dolce e vorrebbero ordinare toast o crepes con prosciutto e formaggio fin dalle prime ore del mattino. Ma quelli sono piatti che si possono offrire dalle 11 in poi, quando apre la cucina, magari come brunch accompagnati da una spremuta. Non è sempre facile soddisfare le richieste di tutti perché la clientela che transita nei locali del centro è molto varia: si va dal ragazzino che va a scuola alle mamme che accompagnano i figli all’asilo. Il clou del lavoro si concentra dalle 8 alle 10 con l’apertura degli uffici, ma già alla mattina presto inizia il via vai. E poi dopo le 10 arrivano le anziane».

La colazione rapida ed economica

La colazione al Gino's Bar
La colazione al Gino’s Bar

Ci sono momenti in cui il rito della colazione può rappresentare un vero stress. Chi è sempre di corsa per esempio ha tempo solo per un fugace espresso al banco. È il caso dei pendolari che abitualmente transitano dalla stazione e che si spintonano all’ora di punta con un dito alzato e lo scontrino nell’altra mano per prenotare il loro caffè e trangugiarlo a tempo record. «I clienti qui alla stazione sono sempre di corsa e la spesa media non è molto alta – conferma Moroni -. A volte passano solo per un rapido espresso, solo chi ha qualche minuto in più chiede il classico cappuccio con brioche». Un trend riscontrato anche da Elena Stroppa che per anni ha gestito il Gino’s Bar di fronte agli Ospedali Riuniti: «Quando il nostro locale si trovava in largo Barozzi avevamo un via vai continuo di gente che era sempre di corsa. Magari doveva accudire un parente malato all’ospedale e non aveva tempo o voglia di chiedere colazioni troppo elaborate. Al massimo chi voleva strafare ordinava una spremuta con un muffin fatto in casa».

Più attenzione agli ingredienti

Sui banconi del bar non mancano mai le classiche brioche vuote e farcite. Sembrano tutte ugualmente appetibili, fragranti e golose. Eppure non contengono i medesimi ingredienti, come spiega Riccardo Schiavi titolare del bar La Pasqualina con sedi a Bergamo, Almenno San Bartolomeo, Milano e Porto Cervo: «Esiste un segreto per capire se una brioche è buona e sana. La prima regola è ascoltare il proprio stomaco. Se dopo aver mangiato un croissant vuoto sul palato resta un velluto e dopo un’ora lo si sente ancora sullo stomaco, significa che contiene margarina. Questo grasso vegetale aiuta a mantenere la brioche più friabile ma è altamente indigesto. Se invece il croissant emana il profumo del burro è un bene, mentre molti lo percepiscono come un male perché hanno paura di ingrassare o del colesterolo».

Ricche di fibre, ultimamente sono molto richieste anche le brioche integrali, soprattutto da parte della clientela femminile. Ma, anche in questo caso, attenzione alla scelta: «Le brioche integrali contengono anche una percentuale di grani raffinati – avvisa Schiavi -, quasi nessuno, infatti, utilizza la farina al 100% integrale perché di difficile lievitazione. Noi lo facciamo, con il miele al posto dello zucchero, ma abbiamo buttato via molti impasti prima di raggiungere il risultato che volevamo. Chi fa il nostro mestiere deve avere una missione: preparare prodotti buoni, ma soprattutto sani».

Anche secondo Menalli, i clienti sono sempre più attenti a ciò che consumano: «I prodotti serviti dalle pasticcerie come la nostra sono sempre freschi di giornata in quanto il gusto di un croissant appena sfornato fa sempre la sua parte. Altra novità che ha affascinato gran parte della clientela è la grande varietà e scelta di caffè dai differenti sapori e luoghi di provenienza. La spesa media di una colazione è di 2,30 euro per una clientela di fascia medio-alta con preparazione e interesse verso i prodotti scelti».

Freschi o surgelati

Le brioche di pasticceria sono le più ricercate, sia per il loro aspetto morbido e fragrante che per la qualità degli ingredienti. Eppure, il 60% della croissanteria presente in molti locali è surgelata. A differenza di quanto avveniva negli anni Novanta, quando il cornetto congelato doveva essere tolto dal freezer e messo a lievitare di notte per poi cuocerlo la mattina dopo, oggi la brioche viene congelata dopo la lievitazione e quindi è già pronta per la cottura. Tanti sono quindi i bar che scelgono questa opzione per sopperire alle emergenze: «Ogni mattina mi arrivano prodotti freschi di pasticceria – spiega Montrone -, tuttavia tengo sempre alcuni dolci industriali surgelati. In caso di necessità si mettono nel microonde e in pochissimo tempo è possibile soddisfare il cliente offrendogli un croissant caldo anche quando finiscono le forniture della mattinata». Non sempre questa scelta è da stigmatizzare, soprattutto se si considera che anche la migliore brioche di pasticceria dopo due ore dalla cottura comincia lentamente a perdere fragranza. Locali come il McCafé, ad esempio, offrono una vasta gamma di dolciumi precotti che vengono scongelati e cotti nel forno “sur place” sprigionando un gradevole profumo di burro e cioccolato a cui è difficile resistere.

L’origine di caffè e miscele

Riccardo Schiavi
Riccardo Schiavi

L’85% delle bevande consumate al bar per colazione sono calde. L’espresso in particolare è un must intramontabile. Non tutte le miscele selezionate però hanno le stesse proprietà: «In generale il mercato italiano del caffè non punta abbastanza sulla qualità – spiega Schiavi -. Si compra caffè economico e per coprire le pecche del prodotto lo si tosta troppo conferendogli così un sapore di bruciato (quello a cui oggi purtroppo ci siamo abituati). Noi, per esempio, abbiamo scelto di acquistare un caffè crudo di alta qualità e di tostarlo poco per valorizzarne i profumi e gli aromi, anche se non sempre per il cliente è di facile comprensione. Avrei un appunto da fare per quanto riguarda il prezzo dell’espresso che per me non è equo. In autogrill paghi gli spaghetti 5 euro, nel ristorante stellato 20 euro, mentre il caffè deve avere un prezzo standard. Trovo assurdo che in tutti i bar che dedicano lunghi studi e ricerca ai loro prodotti, il caffè si paghi allo stesso prezzo dei locali industrializzati. Nei bar come il nostro, dove il caffè viene tostato in casa e lavorato con macchinari e macinini tra i migliori al mondo, l’espresso dovrebbe costare almeno 1,30 euro. Ma a quel punto il cliente noterebbe solo che è molto caro rispetto agli altri, senza prestare particolare attenzione a tutto il lavoro che c’è dietro».

Senza caffeina

C’è anche chi al classico espresso preferisce il ginseng, sebbene il suo prezzo medio sia superiore del 25% rispetto a un normale caffè. Questa bevanda di origine asiatica è composta da crema di latte vegetale, zucchero, caffè istantaneo ed estratto secco di ginseng ed ha una percentuale molto bassa di caffeina. C’è poi il caffè d’orzo che non contiene caffeina ed è ottenuto dalla tostatura e dalla macinazione dell’orzo. È ricco di fibre e lo possono bere anche i bambini: «Il barista moderno ha una vita molto più difficile perché sono state introdotte parecchie varianti all’espresso, dal ginseng all’orzo, dal marocchino al latte di soia per gli intolleranti – afferma ancora Schiavi -. Il ginseng è nato per chi ha problemi con la caffeina, tuttavia io sono contrario al suo consumo perché è un insieme di latte in polvere, emulsionanti e altri ingredienti poco sani e poco tracciabili. L’orzo invece è un ottimo sostitutivo del caffè tradizionale».

Le alternative per gli intolleranti al lattosio

Grazie alla buona quantità di proteine contenute e all’aggiunta di calcio e vitamina D, le bevande vegetali rappresentano una valida alternativa al latte di mucca, soprattutto per chi ha problemi di intolleranze alimentari o di colesterolo alto. Negli ultimi tempi, quasi tutti i bar della Bergamasca si sono adeguati a questa nuova tendenza e non è più così raro trovare, nella lista, bevande preparate con la soia. Non sempre, però, c’è grande smercio: «Un paio di anni fa abbiamo deciso di adeguarci anche noi acquistando il latte di soia, ma ancora pochi lo richiedono – dice Lino Gatti -. La moda sta dilagando piano piano. All’inizio era più quello che buttavamo di quello utilizzato. C’erano giorni in cui lo ordinavano in tre o quattro, altri giorni non lo chiedeva nessuno. Poi abbiamo iniziato a usare il mezzo litro per limitare gli sprechi. Di solito lo chiedono indifferentemente giovani e adulti. Va abbastanza anche il latte senza lattosio».

Lo conferma anche Menalli: «Negli ultimi tempi – dice – sono sicuramente in aumento i cappuccini e i caffè con latte di soia ed è necessario adattarsi anche a questo tipo di clientela, al fine di dare un servizio completo». L’unico neo resta il prezzo: un buon latte di soia ha infatti un costo che in media è del 30% superiore rispetto al latte fresco intero.

Meno zucchero

Dallo zucchero cristallino a quello di canna, dal miele alle compresse dietetiche ipocaloriche, i modi per dolcificare un caffè sono ormai svariati. Ma c’è anche chi preferisce berlo amaro: «Vent’anni fa la gente ordinava un caffè o cappuccino con ben due bustine di zucchero – dice Schiavi -. Oggi, invece, c’è stata una svolta nella dolcificazione e l’utilizzo dello zucchero è più oculato: solo una bustina, preferibilmente di canna. Nell’espresso c’è addirittura chi abolisce completamente lo zucchero per apprezzarne meglio l’aroma».

Non solo al bar

La colazione oggi non si fa soltanto al bar. Dal 2013 McDonald’s ha aperto una serie di McCafè nei principali centri commerciali e in città, offrendo alla clientela colazioni dall’impronta a stelle strisce. Qui infatti Donuts, pancakes e muffin la fanno da padrone. Tante sono anche le librerie o i negozi di casalinghi come Semeraro o Ikea che offrono al loro interno punti di ristoro. E poi, quando il clima lo consente, c’è chi ama fare colazione al parco. Tra i più apprezzati c’è per esempio il Parcobaleno di Azzano San Paolo che da marzo a ottobre apre il suo rifornito chiosco all’interno del giardinetto pubblico situato a pochi passi dalla scuola dell’infanzia. Sono moltissime le mamme e i bambini che la mattina si fermano in questa oasi verde per sorseggiare un cappuccio, magari aromatizzato al caramello, accompagnato da una sfoglia alla mela, una treccia al cioccolato o una girella alla crema e uvetta. Ci sono poi alcuni storici panettieri orobici, da Rota a Tresoldi, che stanno allargando il loro assortimento proponendo all’interno delle loro botteghe piccoli angoli per la somministrazione di bevande calde.

La top ten delle preferenze

colazione-cappuccino-croissantCibo

1. Croissant vuoto
2. Croissant farcito (crema, cioccolato, marmellata)
3. Croissant integrale (vuoto o con miele)
4. Fagottini alla mela, treccine al cioccolato, girelle all’uvetta
5. Muffin
6. Krapfen
7. Frolle
8. Brioche salata
9. Torte farcite
10. Pancakes con sciroppo d’acero

Bevande

1. Cappuccio
2. Espresso
3. Latte macchiato
4. Marocchino
5. Tè caldo
6. Ginseng
7. Caffè d’orzo
8. Caffè americano
9. Bevande di soia
10. Spremute, centrifughe




Concorso delle Tre Piazze, ecco come cambieranno piazzale Risorgimento e Carrara

Si conclude il concorso delle Tre Piazze, lanciato dall’Amministrazione comunale nel luglio scorso: i vincitori del concorso di progettazione indetto dal Comune di Bergamo dovevano immaginare un futuro per tre importanti spazi pubblici cittadini, piazza Carrara, piazzale Alpini e piazzale Risorgimento). Sono pervenute in tutto 65 proposte (29 su piazza Carrara, 21 su piazzale Risorgimento e 15 su piazzale Alpini), di cui una non valutabile per questioni meramente amministrative. “Progetti che il Comune intende realizzare con tempi certi e che non rimarranno esercizi di stile da lasciare poi in un cassetto” ha commentato l’Assessore alla riqualificazione urbana Francesco Valesini.

Piazza Carrara

carrara1Nel piano delle opere pubbliche figura nel 2016, quindi con realizzazione il prossimo anno: piazza Carrara sarà la prima ad essere realizzata dall’Amministrazione comunale. Ad aggiudicarsi il concorso è stato un gruppo di giovani architetti rappresentati da Andrea Borghi, classe 1988, di Montespertoli (Fi) con una soluzione semplice ed elegante: il progetto propone infatti una nuova pavimentazione, che va di fatto a collegare l’Accademia Carrara alla GAMeC, mantenendo le alberature presenti e realizzando uno spazio che può venire incontro a esigenze e funzioni diverse. Vince quindi una soluzione “soft”, che lavora sulla pavimentazione e tiene conto della qualità monumentale degli edifici che insistono sulla piazza. Secondo lo studio associato Marinas di Siviglia e terzo classificato il gruppo dell’architetto Federico Bargone (1969, di Foligno). I lavori di realizzazione sono previsti nel 2017: il budget messo a disposizione dal Comune di Bergamo è di 600mila euro ed entro l’anno saranno approvati i progetti esecutivi dell’opera.

Piazzale Risorgimento

risorgimento1Per quello che concerne piazzale Risorgimento, ad aggiudicarsi il concorso è stato il gruppo dell’architetto Federico Bargone (1969, di Foligno), che ha proposto una riconfigurazione della piazza attuale, con particolare attenzione agli spazi verdi e a una migliore fruizione degli spazi pedonali e pubblici, uno dei requisiti richiesti dal bando. Viene di fatto eliminato il controviale attualmente adibito a parcheggio (con spostamento degli stalli di sosta sull’altro lato del piazzale), vengono realizzati spazi per lo sport (con un campetto da basket) e ricreativi, con la possibilità per le attività commerciali che si trovano ora sul piazzale di realizzare dehors e migliorare così la qualità dello spazio urbano. Si raddoppia anche la dotazione verde dell’area. Secondo classificato il gruppo di architetti rappresentato da Marino La Torre (1973, Montesilvano), terzo quello di Enrico Polato (1984, Padova). Il piazzale Risorgimento sarà progettato in fase definitiva ed esecutiva nel 2017 e realizzato fisicamente durante il 2018: il budget stanziato dal Comune di Bergamo è di 700mila euro.

Piazzale degli Alpini

Non assegnati i premi per quello che riguarda l’ambito di piazzale degli Alpini: i progetti presentati non hanno saputo risolvere con efficacia le numerose criticità del contesto e le esigenze di qualità urbana richieste nel bando: le valutazioni espresse dalla Giuria in sede di esame dei progetti sono state ritenute insufficienti dalla stessa a garantire standard di risposta adeguati ai problemi del piazzale. Per questo motivo si è ritenuto molto più coerente e serio non dare corso ai progetti pervenuti. L’Amministrazione istruirà un nuovo bando entro la fine del 2016, individuando, in accordo con le prescrizioni contenute nel nuovo codice dei contratti, una rosa di studi in grado di ripensare il piazzale all’interno del budget di 600mila euro già previsto nel piano triennale delle opere pubbliche.

La relazione del progetto di Piazza Carrara: http://issuu.com/francescoalleva/docs/fp7qdgzp7qnz_relazione_illustrativa

La relazione del progetto di Piazzale Alpini: http://issuu.com/francescoalleva/docs/7fu7deltcqh3_relazione_illustrativa

 

 

 




Mappe tattili per aiutare i non vedenti, al via l’installazione in Borgo Palazzo

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Sabato 24 settembre alle ore 16 si terrà, a Bergamo, l’inaugurazione di due cartine stradali tattili per non vedenti, realizzate con stampanti 3D dagli studenti dell’Abf–Cfp di Trescore con il supporto dei docenti Marco Nembrini e Giulio Vitali insieme ai Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Bergamo.

Saranno posizionate all’incrocio tra via Borgo Palazzo e le vie Piatti e Pirovano, nelle vicinanze di ArtiLab, il laboratorio innovativo dei Giovani Imprenditori, in via Borgo Palazzo 93.

Il progetto, chiamato “Orientiamoci”, è iniziato lo scorso anno scolastico, coinvolgendo gli alunni, col supporto dei giovani imprenditori e dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Bergamo, con il duplice obiettivo di facilitare la fruizione del territorio da parte dei 1.500 non vendenti in città e di avvicinare gli studenti al mondo del sociale e dell’imprenditoria giovanile.

In fasce orarie extra scolastiche gli studenti hanno prodotto le bozze degli oggetti, disegnati con software CAD tridimensionale, realizzati poi con stampanti 3D.

L’intenzione per il futuro è quella di ampliare successivamente il progetto ad altri snodi stradali.

All’inaugurazione saranno presenti il presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Bergamo Diego Armellini con il suo consigliere Nicola Viscardi, referente del progetto e presidente dell’Associazione “Le Botteghe di Borgo Palazzo”, l’assessore alla mobilità del Comune di Bergamo Stefano Zenoni e il presidente dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Bergamo Claudio Mapelli. Testimonial d’eccezione sarà la campionessa paralimpica di nuoto Maria Poiani Panigati.

In vista della Festa del Borgo, prevista per domenica 25 settembre, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Bergamo ha organizzato, a pochi metri dall’incrocio, una struttura dove i partecipanti potranno essere accompagnati in un “percorso al buio”.




Bergamo, dal 2011 calato del 5% il traffico diretto in città

Auto-pg7L’Atb e il Comune di Bergamo hanno presentato i risultati dell’indagine periodica sui flussi di traffico e sull’utilizzo delle aree di sosta a Bergamo, realizzata in collaborazione con TPS – Transport Planning Service Italia. Le indagini sono state condotte tra maggio e giugno 2016 – prima della fine delle scuole -, e nello specifico sono stati analizzati: i flussi di traffico, l’origine e la destinazione e l’analisi dell’offerta e della domanda di sosta. L’aggiornamento periodico delle banche dati sul traffico all’interno della città di Bergamo è stato condotto con dispositivi di rilievo di ultima generazione, integrando i tradizionali rilevatori a piastra con rilevatori radar e con sistemi di acquisizione video. Il rilievo, effettuato 24 ore su 24, ha monitorato complessivamente 104 direttrici (le radiali interne, le strade urbane del centro, le radiali esterne della circonvallazione, le altre strade urbane, l’asse interurbano e Città Alta). I veicoli conteggiati appartengono a 9 categorie suddivise tra: velocipedi, ciclomotori e motocicli, auto, veicoli commerciali leggeri, autocarri, bus, autoarticolati, autotreni e altri veicoli. Le indagini evidenziano un andamento dei flussi costante durante le fasce orarie diurne. Il flusso minore si ha nelle ore centrali della mattina, mentre nel pomeriggio il traffico aumenta con oltre 90mila veicoli in transito dalle 16 alle 19 (98.500 autoveicoli nell’ora di massimo carico).

L’analisi evidenzia inoltre una progressiva diminuzione, dal 2011, dei flussi diretti verso il centro città (superiore al 5%), a sfavore dei principali assi tangenziali di attraversamento (circonvallazione, asse interurbano). Sono state inoltre effettuate – con il supporto della Polizia Locale e nella fascia oraria tra le 7.30 e le 11 di una giornata scolastica tipo -, delle interviste ai conducenti delle autovetture per rilevare l’origine e la destinazione dello spostamento. In sintesi è emerso che le dorsali esterne generano al mattino un flusso in ingresso a Bergamo pari a circa 18mila veicoli. Il 47,2% del totale degli spostamenti hanno come destinazione il perimetro interno della città delimitato a Nord da via Verdi-Via Suardi, a Ovest da via Palma il Vecchio, a Sud-Sud/Est dal corridoio di via San Giorgio-via Ghislandi. Il 70% degli intervistati ha dichiarato di spostarsi per motivi legati all’attività lavorativa, mentre il 12% circa per motivi personali. Nel 75% dei casi a bordo dei veicoli fermati era presente solo il conducente; nel 18,5% un solo passeggero. Il 52,5% effettua invece spostamenti giornalieri, di cui il 42% almeno 2 volte al giorno. Nei giorni di targhe alterne il 46% degli intervistati utilizza la seconda auto, il 16% i mezzi pubblici partendo da casa e il 10,8% la moto. Infine, l’ultimo segmento dell’indagine ha rilevato, nella fascia oraria della mattina, un sostanziale equilibrio tra la domanda e l’offerta della sosta su strada in città.

 

 




Borgo Palazzo si prepara alla festa e “brinda” ai nuovi negozi

È scattato il conto alla rovescia per la Festa del Borgo, l’appuntamento clou dell’Associazione Botteghe di Borgo Palazzo, che riempie la strada di eventi e accende i riflettori sui protagonisti della vita commerciale.

L’ottava edizione è in programma domenica 25 settembre dalle 10 alle 20 sul tratto che va dal cavalcavia all’incrocio con via Camozzi, un chilometro e mezzo che sarà chiuso al traffico e si riempirà con cinque palchi tra musica, acrobazie e magia, 400 mq di gonfiabili (anche per gli adulti!), giochi e intrattenimento per i bambini, sport, 60 punti street food e, naturalmente, i 200 negozi del borgo aperti con promozioni dedicate.

festa-borgo-palazzo-2Da non perdere le strabilianti performance dell’acrobata austriaco Walter Moshammer, che si esibirà in piazza Sant’Anna in due spettacoli, e l’esperienza sensoriale del caffè al buio. Dalla collaborazione con ArtiLab, il progetto dei Giovani di Confartigianato Bergamo che ha recuperato il locale sfitto al numero 93 realizzando un laboratorio artigiano interattivo, saranno proposte attività didattiche per bambini e adulti ispirate ai mestieri artigiani.

«La festa è il momento più importante per la nostra associazione – evidenzia il presidente Nicola Viscardi -, la giornata che invita a riscoprire il borgo e i suoi negozi. È però parte di un percorso più ampio che stiamo portando avanti con il direttivo, che punta al coinvolgimento e alle sinergie per rilanciare l’attrattività e la vivibilità dell’area». «Dal punto di vista commerciale il trend è positivo – rileva -, nell’ultimo anno le nuove aperture sono state almeno sei e di attività diverse, spesso originali. Come il negozio Ballons & Bonbons, specializzato negli allestimenti con palloncini e caramelle, Mamey senza glutine in viale Pirovano, la focacceria La Fugassa, l’abbigliamento Jennifer Couture, il negozio di arredamento Elisa Gatti negli spazi dell’ex gioelleria Salvi e la riapertura della gelateria nell’area di piazza Sant’Anna».

Riaccendere le vetrine sfitte è, in effetti, uno dei temi principali sui quali le Botteghe stanno lavorando. «Proprio nel nostro borgo – ricorda Viscardi – è partito, a gennaio di quest’anno, il progetto pilota Open Doors con Comune, Duc e Confartigianato. Non si può affermare che le nuove aperture siano una diretta conseguenza di questa esperienza, ma di certo un po’ di attenzione sull’argomento l’abbiamo portata. Che si tratti di una linea di azione strategica lo stanno confermando, del resto, anche Comune e Regione che con il bando Sto@ vuole agire proprio sui negozi sfitti».

mappe-tattili-borgo-palazzoLe sinergie e le collaborazioni renderanno anche il borgo più facilmente accessibile alle persone non vedenti. Sabato 24, “vigilia” della festa, saranno installate agli incroci semaforici le mappe tattili realizzate dagli studenti dell’Abf di Trescore in collaborazione con ArtiLab ultilizzando la stampa in 3D. L’iniziativa avrà un battesimo ufficiale alle ore 16 all’incrocio con viale Pirovano, alla presenza dell’assessore alla Mobilità del Comune di Bergamo Stefano Zenoni, del presidente provinciale dell’Unione italiana ciechi Claudio Mapelli, del presidente dei Giovani di Confartigianato Bergamo Diego Armellini e della campionessa di nuoto paralimpiaca e mondiale Maria Poiani, che vive in Borgo Palazzo.