I residenti scrivono a Gori e a Zenoni: «Via le auto da Piazzetta Santo Spirito»

Filippo Cavalli
Filippo Cavalli

Filippo Cavalli, referente dei residenti di Via Tasso-  oltre che promotore di diverse campagne e battaglie per la via, a partire dalla petizione per lo stop notturno alla ztl che raccolse ben 400 firme, all’emergenza sicurezza in Passaggio Canonici Lateranensi documentata da foto di siringhe ed altre situazioni di degrado- anche ieri, 31 marzo, si è messo alla tastiera ed ha inviato una mail al sindaco Giorgio Gori e a Stefano Zenoni, assessore alla Pianificazione Territoriale e alla Mobilità. Questo il contenuto della lettera: «Siamo ormai vicini all’appuntamento dell’Expo e sebbene sia evidente che delle migliorie siano state fatte sulla nostra zona di piazzetta Santo Spirito, è altresì innegabile che siamo ancora lontani dal raggiungimento degli obiettivi comuni che ci eravamo fissati». Ad immortalare i problemi, due foto che ritraggono auto e Suv posteggiati selvaggiamente in Piazzetta Santo Spirito, allegate alla mail. «La piazza continua ad essere un parcheggio a cielo aperto e da quello che ci è stato riferito pare che la Sovraintendenza blocchi qualsiasi progetto di abbellimento. Piacerebbe capire il perché e cercare di risolvere la questione». Un altro problema è rappresentato dalla ztl e dai permessi: «E’ inaccettabile dover seguire una trafila lunghissima per arrivare sotto casa, ad esempio, con l’auto sostitutiva perchè il proprio veicolo è in riparazione- spiega Filippo Cavalli-. Serve la dichiarazione del meccanico che sottoscrive che l’auto necessita di tot giorni per essere rimessa in pista; bisogna portare la dichiarazione negli uffici della Polizia Locale al Lazzaretto, dove ritirano il  permesso  residenti e  ne riconcedono uno temporaneo. E quando l’auto è riparata, tocca tornare in Piazzale Goisis a consegnare il permesso a tempo e a riprendersi quello permanente. Insomma, un’odissea. E’ fondamentale anche poter segnalare alcune targhe per esigenze particolari e occasionali. Una maggiore flessibilità di ingresso auto nelle ore serali e notturne è un grande deterrente alla sensazione di insicurezza che arriva al calar della sera». Una priorità, segnalata dalla lettera:« Anche dal punto di vista della smaterializzazione dei permessi e delle facilitazioni per i residenti siamo al palo, nonostante sappiamo che l’amministrazione sta mettendocela tutta per portare avanti le cose e noi confidiamo in questo. Ma adesso siamo arrivati al punto nel quale dobbiamo dare effettivamente una svolta e risolvere i problemi e non limitarsi ad interventi di cosmesi».

Piazzetta Santo Spirito
Piazzetta Santo Spirito

Molto si può fare per migliorare l’appeal dell’area: «La via è senz’altro migliorata, grazie anche alla risposta pronta dell’amministrazione Gori, con cui abbiamo un confronto costante, a partire dall’eliminazione degli orrendi paletti che punteggiavano la via e dell’introduzione di fioriere- continua Filippo Cavalli-. Lo stop al traffico notturno resta un problema che sembra interessare solo la nostra ztl. A Firenze dove vige una delle aree più estese di ztl dopo le 19 si circola ovunque e lo stesso accade a Milano nell’Area C. Di notte la città non deve essere deserta, ma viva». E’ una questione di sicurezza: « Per molti anziani e ragazzi la vita di relazione dipende dall’accompagnamento da parte di parenti e amici sotto casa, ma sembra impossibile poter segnalare le targhe delle auto degli accompagnatori. Si tratta solo di transito e non di sosta, per cui valgono sempre i divieti: il passaggio anche di poche auto contribuisce al controllo notturno della via». E invece accade il contrario: chi parcheggia non riceve multe e chi transita si vede recapitare cartelle a casa. «Non ho mai visto un carro attrezzi liberare Piazzetta Santo Spirito, perennemente invasa dalle auto e ho condotto in passato una vera e propria battaglia per liberare il sagrato della Chiesa dal parcheggio selvaggio- continua Cavalli-. E invece molti commercianti sono stati sanzionati più volte, semplicemente per non aver rispettato alla virgola gli orari». Il problema parcheggi va risolto: «Oltre a sensibilizzare la società che gestisce il parcheggio di Via Camozzi ad estendere gli orari di apertura, occorre trovare altri spazi da destinare ai residenti. In Via Pignolo esiste in un cortile interno uno spazio di proprietà del Comune che potrebbe essere utilizzato per questo scopo. Inoltre, visto che il progetto Montelungo è stato recuperato dall’amministrazione, sarebbe bello vedervi realizzato anche un parcheggio, di vitale importanza per l’area e per tutto il centro». Nella via, oltre alle vetrine abbandonate negli ultimi mesi, non mancano veri e propri buchi neri: «Gran parte del palazzo dell’Ex Telecom è desolatamente vuota e lasciata a se stessa da anni. L’Hotel Commercio è in una situazione di impasse. L’amministrazione precedente non è riuscita a fare nulla per concedere l’autorizzazione alberghiera all’immobile, nonostante ci fossero alcuni imprenditori interessati a creare una struttura ricettiva. La speranza è che il progetto non venga abbandonato: il turismo non potrebbe che portare animazione e ottimismo nella via».

 




Negozi, in via Tasso è emergenza chiusure. «Colpa della Ztl»

In via Tasso negli ultimi mesi hanno chiuso diverse attività e purtroppo ce ne sono di nuove pronte ad abbassare la saracinesca. Nell’area dove vige la ztl e l’occhio elettronico non perdona il minimo sgarro a suon di multe – di cui molte addebitate agli stessi commercianti senza la minima, piccola deroga – diverse attività si vedono costrette a gettare la spugna, tra canoni d’affitto rimasti alle quotazioni di tempi d’oro di cui non si avverte ahimè un ritorno nell’era plumbea dei consumi e lo scarso passaggio nella via, che pure resta tra le più belle della città.

Basta fare un solo passo oltre il varco elettronico per imbattersi in vetrine desolatamente vuote. Il laboratorio di oreficeria Giampaolo Giardina, al civico 91,  ha scelto di lasciare il negozio dove invitava con ben due vetrine a scoprire le proprie creazioni per tornare a dedicarsi esclusivamente all’attività artigianale nel suo atelier orafo, ma a Ibiza. Da qualche settimana il negozio di abbigliamento di Luana Gargantini, al civico 95, che esponeva in ben cinque vetrine abiti griffati, ha deciso di abbandonare la via e trasferire altrove la propria attività. Ha chiuso anche dall’altra parte della strada  il negozio di elettronica IStore Pineapple, al 46, specializzato nella vendita, assistenza e riparazione di dispositivi hi-tech, la classica attività di cui si ha sempre bisogno quando tablet e smartphone fanno le bizze.

Resiste ma solo per pochi mesi, fino all’estate,  come confermato dalla titolare del negozio franchising, il primo negozio monomarca del marchio Save The Queen aperto al 115 di via Tasso,  alla fine del 2014: «Ho finito oggi di dare disdette ad affitto e utenze – allarga le braccia la titolare, senza perdere però il sorriso e lo spirito positivo latino che le sue origini peruviane impongono, come tiene a ricordare -. Purtroppo manca il passaggio e la via sta morendo, come mostrano le continue ed eccellenti chiusure. E nonostante la situazione sia difficile e complicata, gli affitti sono alle stelle. Terrò aperto ancora qualche mese, credo fino ad agosto e poi, a malincuore, mi vedrò costretta a lasciare questo lavoro che amo ed un marchio che dovrebbe solo inorgoglire il made in Italy, che per noi stranieri resta un mito. Perché nessun artigiano al mondo sa disegnare e fare scarpe come quelli italiani».

Anche in Contrada Tre Passi, dove ha chiuso da poco un negozio specializzato nell’abbigliamento baby, è  amaro il bilancio tra negozi sfitti o in vendita, attività di cui si annuncia la cessione come la Piadineria e il negozio d’abbigliamento Nice &Chic che purtroppo comunica l’imminente chiusura: «I canoni d’affitto sono impossibili- spiega Laura Cerretti, che ha lavorato anni per griffe d’alta moda a Milano -. La via è bella ma sembra che si stia facendo di tutto per farla morire. Per di più le auto parcheggiano davanti alle vetrine e basta che posteggi un Suv qui davanti per annullare la mia presenza ai passanti, tanto che molti stanno scoprendo solo ora, dopo un anno e mezzo,  la mia esistenza».

Per porre sotto i riflettori l’emergenza chiusure nella via due commercianti si sono fatte carico della questione e hanno informato ieri sera, 31 marzo, il sindaco Giorgio Gori. «Non c’è passaggio nella via e alle 18 sembra scatti il coprifuoco – spiega Silvana Caglioni della storica Pasticceria Salvi -. La ztl è stata attivata senza pensare al posteggio: purtroppo gli orari del parcheggio del Pam in via Camozzi sono insufficienti. La domenica e la sera infatti è chiuso e per le nostre attività è un vero disastro.  È assurdo istituire una ztl in un piccolo tratto di strada, in attesa che si realizzi il progetto di una pedonalizzazione da piazza Pontida a piazza Santo Spirito, anche se l’amministrazione Gori si è subito attivata per rimuovere i paletti che rendevano claustrofobica la via e per migliorarla con fioriere. Non c’è però alcuna tolleranza per le operazioni di carico e scarico nemmeno per noi commercianti: purtroppo riceviamo multe non appena si sgarra l’orario, nonostante il furgone riporti l’insegna del negozio, rendendo evidente a prima vista che si tratta di un veicolo autorizzato».

L’incontro con il sindaco «ha rassicurato sull’istituzione dell’isola pedonale da Piazza Pontida a Piazza Santo Spirito, ma purtroppo non a breve- continua Stefania Caglioni-. Si parla di almeno un anno e mezzo d’attesa per il completamento della pedonalizzazione: in quest’arco di tempo rischiamo di vedere morire altri negozi. Purtroppo togliere la ztl non è possibile, ma intendiamo batterci per vedere migliorare le cose. Per ora il sindaco ci ha assicurato che sui display della ztl partirà a breve un’applicazione per indicare il parcheggio più vicino. Nel prossimo incontro invieremo una relazione al Comune su alcuni eventi che intendiamo realizzare per animare la via che, senza commercio, è bene che tutti ne abbiano la consapevolezza, rischia di morire davvero».

I commercianti della via si stanno attivando per incentivare il passeggio e lo shopping nella via: «La situazione è difficile e il rischio degrado è dietro l’angolo, tanto che ogni sera ci troviamo a ripulire fioriere e sporcizia- commentano dal Ristoro Pugliese di Via Tasso- . La via potrebbe essere davvero più bella e vissuta, ma sembra che per prendere ogni iniziativa si debbano smuovere montagne. Ogni giorno è inzuppato di burocrazia. Ad esempio, abbiamo fatto richiesta di mettere qualche tavolino sulla via per invogliare la gente ad entrare al ristorante, ma sembrava impossibile ottenere il permesso. Fortunatamente il sindaco ha mostrato disponibilità e ha invitato la via a presentare un progetto, che studieremo con il distretto del commercio». Un grande problema da affrontare è quello del parcheggio: «Per noi ristoranti è un incubo- continuano dal Ristoro Pugliese-. La sera il parcheggio di Via Camozzi chiude alle 21 e la domenica è chiuso tutto il giorno. Così per chi viene da fuori l’idea di cenare in Via Tasso diventa già complicata per la caccia ad un posteggio. Speriamo si trovi una soluzione con il gestore».




“Sexy Shop” in Città Alta? Tranquilli, è solo un bel pesce d’aprile

SexyShopCittà Alta si risveglia più rossa, anzi più hot, o forse solo più burlona? La scritta “Sexy Shop”, a caratteri cubitali, occupa ben due vetrine. Più in piccolo si scorge la scritta “prossima apertura”, mentre al centro campeggia l’immagine di un peperoncino di Cayenna, a togliere ogni dubbio che l’ambiente sarà infuocato e piccante. Nulla di nuovo, direte voi. Di sexy shop a Bergamo ce ne sono già tanti. E’ vero. Però è anche vero che siamo in Città Alta. Di più, siamo in via Colleoni, al civico 20,  nella via centrale che attraversa il Borgo storico, battuta ogni giorno da migliaia di residenti e turisti. Immaginate lo sbigottimento di chi passeggiando nella storia, volgendo lo sguardo da un monumento all’altro, all’improvviso, tra Santa Maria Maggiore e il Seminario,  s’imbatte in un sexy shop? Ora, ci sarebbe materia per alimentare polemiche a gogò. In Città Alta, non scordiamolo, ha sollevato dibattiti animati anche la ventilata apertura di un Mc Donald’s in Piazza Vecchia e c’è chi, a più riprese, ha messo all’indice le aperture di negozi lontani dalla tradizione e dai bisogni dei residenti. Ecco, è proprio l’assenza totale di polemiche e l’occhio rivolto al calendario che fa nascere il sospetto: e se fosse un bel pesce d’aprile?  Ad alimentare il sospetto di una burla  il discusso regolamento, promulgato con ordinanza dall’amministrazione Tentorio che – non immune ai ricorsi al Tar e soprattutto alle polemiche che hanno addirittura attraversato l’Oceano mediatico finendo sul New York Times – pone il veto a kebab, sexy shop, sale gioco e bingo, lavanderie self service e a gettone, phone center e money transfer nei borghi storici di Bergamo. Oggi ne sapremo certamente di più.
La conferma che si tratta di un goliardico pesce d’aprile non tarda ad arrivare, per parola di Roberto Amaddeo, delegato del Comune di Bergamo a Città Alta, oltre che quasi dirimpettaio del locale dall’insegna bollente, con lo storico ristorante “Da Mimmo”: «Si è voluto scherzare stamattina nella via con un bel pesce d’aprile. Io stesso sono stato invitato da altri commercianti davanti all’insegna. Fortunatamente il calendario ha lasciato che il sorriso prevalesse in fretta sullo sconcerto iniziale. Mi aspettavo già chiamate per fare tornare sulla retta via il locale… Quale attività inaugurerà per davvero al posto del sexy shop per altro vietato dal regolamento del Comune a tutela dei borghi storici? Non ne ho idea, si parlava di un bar, ma non vi è ancora nulla di ufficiale». Nel frattempo per tutto il giorno i passanti abboccheranno come triglie al pesce d’aprile, oppure si faranno una sana e maliziosa risata pensando a cosa accadrebbe se davvero giocattoli sexy e pornografia approdassero nel cuore di Città Alta.




Ordine pubblico, chiude il Parco della Malpensata

MalpensataDal 1° aprile il parco della Malpensata chiude: l’Amministrazione ha deciso di dare corso alle richieste dei cittadini del quartiere e chiudere l’area verde per ragioni di ordine pubblico. Il parco sarà riaperto a lavori di riqualificazione ultimati: le aree asfaltate saranno comunque utilizzate dai venditori ambulanti durante il mercato rionale del lunedì. Già durante la visita del Sindaco Giorgio Gori e degli Assessori al quartiere i cittadini della Malpensata ne avevano richiesto la chiusura, considerando la mal frequentazione dell’area verde e il fatto che alcuni giochi per bambini sono stati già rimossi per consentire i lavori di riqualificazione attualmente in corso (sono rimasti nel parco quelli più vetusti e che necessiterebbero di ri-certificazione di sicurezza). Alcuni di questi giochi verranno ricollocati nella vicina via Lolmo, nella quale il Comune di Bergamo è impegnato ad attrezzare un’area che consenta ai bambini del quartiere di giocare. Il parco della Malpensata è stato al centro di un progetto partecipato per la sua riqualificazione: considerato da molti dei cittadini del quartiere come un non-parco, visto che per metà risulta asfaltato, nello scorso settembre si sono avviati i lavori per la sua riqualificazione, un intervento molto atteso dal quartiere. I lavori attualmente in corso sono suddivisi in tre distinte fasi: la prima vede la realizzazione del nuovo edificio sulla scorta del centro Edoné di Redona, la seconda l’abbattimento della vecchia pesa che si trova tra via Mozart e Don Bosco, del bar e dell’edicola, e la terza fase riguarderà le finiture. Il bar verrà spostato poi nella nuova struttura dentro il parco mentre l’edicola resterà nel piazzale, in un nuovo chiosco a cura del gestore.  Il progetto (consultabile sul sito del Comune di Bergamo nella pagina “Progetti in Corso”) prevede un ripensamento complessivo dello spazio, compresa l’uscita delle bancarelle del mercato del lunedì e la loro in un’area su via Don Bosco, che quando non ci sarà il mercato diventerà una piazza arredata con panchine e il nuovo chiosco dell’edicola.




Bergamo Festival riempie le strade di pianoforti

FestivalConferenze, incontri, momenti divulgativi, mostre, concerti e workshop compongono il mosaico di eventi che anche quest’anno, per due settimane, trasformeranno Bergamo in un vivace laboratorio artistico e culturale tra teatri, musei, piazze e abitazioni. Dall’8 al 24 maggio torna infatti “Bergamo Festival” con un programma che si distingue per l’autorevolezza degli ospiti italiani e stranieri, per la varietà e la qualità degli argomenti trattati, per la partecipazione attiva alle iniziative e per la capillare diffusione sul territorio. “Fare la pace – I confini del mondo e le speranze degli uomini” è il tema della sesta edizione, una scelta per approfondire la definizione dei suoi contenuti, sempre più connessi agli aspetti della giustizia, dell’economia, della costruzione geopolitica del mondo, fino alle grandi problematiche contemporanee del rapporto fra le religioni, la gestione dei conflitti, il ruolo dell’arte e l’apporto delle scienze e della tecnologia. Tutti gli eventi sono gratuiti previa iscrizione on line sul sito internet www.bergamofestival.it a partire dal 15 aprile.

Il programma è articolato in cinque ambiti: futuro prossimo, voci dal mondo della pace, incontri ravvicinati, il bello di fare la pace e mani in pasta. La serata di apertura del Festival, organizzata in collaborazione con Sony Classical Italia, si svolgerà venerdì 8 maggio al Teatro Sociale di Bergamo: l’orchestra barocca Silete Venti, diretta dall’oboista Simone Toni, suonerà con strumenti d’epoca il concerto “Vivaldi e l’Europa. The European Journey” trasportando gli spettatori in un coinvolgente viaggio musicale alla scoperta dei celebri brani del Prete Rosso. «Bergamo Festival sceglie di puntare il proprio occhio indagatore sul tema complesso della pace – dichiara Casto Iannotta, presidente di Bergamo Festival -. Non è un caso, verrebbe da dire, perché nella difficile congiuntura che stiamo vivendo, l’inquietudine rischia spesso di essere il sentimento predominante destinato a produrre reazioni a catena deleterie: sfiducia nella fraternità civile, disistima del compito politico e abdicazione alla partecipazione al pubblico. Per questo motivo, il lavoro culturale di cui il Festival si fa carico è di rendere maggiormente comprensibili le dinamiche che presiedono la vita collettiva, offrire criteri di lettura della realtà in modo che la consapevolezza possa alleviare la paura e che la riflessione porti lucidità. Nel costruire il programma del Festival abbiamo cercato di coinvolgere le varie realtà territoriali impegnate nel campo dell’educazione come le scuole, l’Università degli Studi di Bergamo e il Conservatorio e abbiamo lavorato in stretta sinergia con le Fondazioni e le Associazioni culturali che operano a vario titolo con gli ambiti collegati al Festival; tutto questo è espressione di una città vitale che si identifica con la manifestazione e partecipa attivamente al dibattito culturale».

BergamoFestivalBergamo Festival si presenta al pubblico anche con una gustosa novità: l’evento musicale Pianocity Bergamo. Da un’idea che si ispira agli Street Pianos, i pianoforti di strada posti in luoghi pubblici che possono essere suonati da chiunque ne abbia voglia. I veri protagonisti dell’evento sono tutti i cittadini: spettatori, appassionati di musica, giovani talenti, pianisti in erba e professionisti. Dall’1 al 31 maggio Bergamo sarà la città del pianoforte, la musica risuonerà nelle case, nelle piazze e nelle strade storiche di Città Alta e Città Bassa. La manifestazione porterà i pianoforti in sei punti della città: in Città Bassa presso Stazione Ferroviaria, Piazza Pontida e Quadriportico del Sentierone, in Città Alta in Piazza Vecchia, Funicolare di Bergamo Alta e via Bartolomeo Colleoni; chiunque potrà sedersi e cimentarsi al pianoforte suonando in libertà. L’evento è promosso dalla storica ditta San Michele Pianoforti, con il patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, con la partecipazione del Distretto Urbano del Commercio del Comune di Bergamo e i Commercianti di Bergamo Alta e grazie alla collaborazione del Conservatorio Gaetano Donizetti che parteciperà alla kermesse sostenendo e organizzando concerti ed esibizioni di propri allievi durante il Festival. In collaborazione con il Conservatorio, nei weekend 16/17 e 23/24 maggio, Pianocity Bergamo organizzerà un evento unico: alle ore 11 e alle ore 17 gli allievi del Conservatorio suoneranno in contemporanea tutti e sei i pianoforti dislocati in giro per la città, dando vita a un concerto diffuso. Gli stessi allievi si trasformeranno in insegnanti per laboratori musicali dedicati appositamente ai più piccoli.  Per maggiori informazioni www.bergamofestival.it




Bevande e tabacchi, prezzi in crescita a Bergamo

barmanA marzo, l’indice dei prezzi al consumo rimane invariato a Bergamo: la variazione registrata è infatti la stessa rispetto al mese precedente, ovvero dello 0,3%. Il tasso tendenziale (la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente), si attesta a -0,1%, in aumento rispetto al mese scorso (-0,4%). Le variazioni in crescita più marcate si registrano nelle divisioni di spesa: “Trasporti” ove ad incidere sono i rincari per i carburanti per i mezzi di trasporto, lubrificanti e biciclette controbilanciati dai voli aerei e dal trasporto marittimo per acque interne; “Mobili, articoli e servizi per la casa” con aumenti per i mobili del reparto giorno, utensili da cucina non elettrici, biancheria per la casa ed accessori vari, mentre in controtendenza troviamo tessuti, arredi e i prodotti di pulizia per la casa, cristalleria porcellane e stoviglie. Segue la divisione “Prodotti alimentari e bevande analcoliche” con la crescita dei prezzi per la carne suina e bovina, vegetali freschi e refrigerati escluse le patate, caffè tè e zucchero, salumi, riso, latticini, frutti di mare e la diminuzione per uova, pesce, burro e margarina, piatti pronti e latte fresco. In aumento anche le divisioni di spesa: “Bevande alcoliche e tabacchi” grazie alle birre lager e agli aperitivi alcolici (rispetto al marzo dell’anno scorso la crescita è del 3,5%); “Abbigliamento e calzature” con rincari per le calzature da uomo, indumenti per bambini e i servizi di lavanderia controbilanciati dalle calzature per donna e bambino e gli indumenti per neonati. In lieve aumento anche la divisione “Abitazione, acqua, energia elettrica, gas e altri combustibili” con rincari per il gasolio da riscaldamento ei prodotti per la manutenzione della casa. In diminuzione troviamo: le “Comunicazioni” con ribassi dei prezzi per i servizi postali e gli apparecchi per la telefonia mobile ed aumenti per quella fissa e telefax; “Ricreazione, spettacoli e cultura” con il calo dei prezzi per i pacchetti vacanza nazionali, accessori per gli apparecchi per il trattamento delle informazioni, piante e fiori e i servizi sportivi controbilanciati dai rincari per i supporti audio e video, cinema teatri e concerti, narrativa e riviste e i prodotti per animali. Ed infine, in lieve diminuzione la divisione “Servizi ricettivi e di ristorazione” grazie alle strutture ricettive quali ostelli, campeggi e villaggi vacanze. Invariate nel complesso le divisioni “Altri beni e servizi”, “Servizi sanitari e spese per la salute” e “Istruzione”.




Atalanta-Torino, mercato anticipato a venerdì pomeriggio

MercatoLa Serie A sposta al venerdì pomeriggio il tradizionale mercato del piazzale dello stadio: «Al fine di garantire idonee condizioni di sicurezza – si legge nell’ordinanza emanata dal Comune di Bergamo – prima, durante e dopo lo svolgimento di Atalanta- Torino, si ritiene opportuno assicurare la disponibilità piena del piazzale per l’intera giornata, anticipando lo svolgimento del mercato al giorno antecedente». La gara tra l’Atalanta e il Toro, che si giocherà appunto sabato 4 aprile, richiede «la massima attenzione sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica». Di qui la decisione di anticipare il mercato a venerdì 3 aprile, dalle ore 14.30 alle 19.30.




Amaddeo: «L’alleanza dei locali in Città Alta? Un modello per Bergamo»

Citta Alta Amadeo«La liberalizzazione del mercato ha consentito molte nuove aperture nel settore food e la spinta dell’Expo ha ingrossato ulteriormente l’ondata di nuove imprese». A parlare è Roberto Amaddeo, seconda generazione nello storico locale “Da Mimmo”, in via Colleoni, e delegato del Comune di Bergamo a Città Alta. «Purtroppo in Italia i dati più recenti evidenziano che le chiusure superano le aperture, quindi è difficile trovare un equilibrio». Se il bilancio è in bilico, la creatività però non manca: «E’ sempre più evidente la volontà dei nuovi imprenditori di trovare una formula vincente: dallo street food alla birreria con cucina, dal ristorante con specialità regionali a quello con piatti etnici, da quello per celiaci a quello per vegetariani… Ormai la classica suddivisione italiana in ristoranti e pizzerie è superata. Il mercato è sempre più orientato al cliente e l’offerta moltiplica in tutte le possibili declinazioni l’esperienza culinaria. I riflettori sono sempre puntati sul cibo e sulla cucina, ma la sfida per la ristorazione è quella di valorizzare prodotti e produttori della nostra terra». Città Alta vede da tempo collaborare fianco a fianco gli esercenti, dando vita ad un nuovo modello virtuoso che ha mostrato la sua efficacia d’estate al Parco di Sant’Agostino, a Natale con il coinvolgimento dell’oratorio e a Carnevale con lo Street Food che ha portato il fascino di chioschi e cucine itineranti nelle strade dell’antico Borgo. Un esempio da diffondere nel resto della città? «Credo che Città Alta riesca per sua natura ad essere coesa, ma senza dubbio negli ultimi mesi si sono create collaborazioni virtuose. La crisi ha senza dubbio agevolato questo processo, ma oltre a contenere i costi, la rete funziona e permette di far riscoprire la vocazione di ogni luogo.  Robi AmaddeoL’era della concorrenza è finita e non servono per forza  grandi investimenti per vivacizzare la città». A volte si crea un evento e si risparmia pure: «Con “M’illumino di meno” abbiamo spento le luci e acceso le candele guadagnandoci in atmosfera, tanto da attrarre fotografi per un inedito contest di Città Alta al buio. L’associazione degli esercenti è sempre in fermento e le nostre iniziative hanno sempre incontrato il favore dei residenti, risultato di per sé di non poco conto». Roberto Amaddeo sogna una città fatta di tanti “distretti” e identità: «Mi piacerebbe innanzi tutto che Bergamo diventasse un unicum, con un percorso che legasse, anche commercialmente, Città Bassa al Borgo storico. La Montelungo, che ospiterà alloggi per studenti e negozi, non è un’operazione immobiliare, ma assieme agli ex Riuniti, faranno da cerniera tra la città vecchia e quella nuova, andando a ridisegnare i quartieri».




Riapre la Greenway, da oggi via libera a ciclisti e pedoni

greenwayA poco più di un anno dalla chiusura, a causa di un movimento franoso che aveva interessato la pista, oggi pomeriggio, alle 16, è prevista la riapertura della Greenway, del tratto inagibile della pista ciclopedonale del Morla. Alla rimozione delle barriere, che tutt’ora impediscono il passaggio di pedoni e biciclette, parteciperanno il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e l’assessore ai lavori pubblici Marco Brembilla. La zona era stato interessata da una frana e da allora è rimasta sempre chiusa. A giugno la proprietà delle aree aveva presentato in Tribunale un ricorso per un “Accertamento tecnico preventivo”, procedura che prevede la non alterazione dello stato dei luoghi. Nello scorso settembre il Comune di Bergamo aveva cercato un’intesa con la proprietà, “che evitasse una lunga e dispendiosa causa, tenuto conto che la proprietà imputa al Comune le responsabilità della frana a causa di lavori di costruzione del ponte pedonale e viceversa il Comune si ritiene parte lesa” – aveva evidenziato l’assessore Brembilla, in risposta ad un’interpellanza presentata dai consiglieri comunali Tentorio, Minuti e De Rosa. Non era stato possibile raggiungere alcun accordo che non esponesse il Comune ad accollarsi l’intero costo del ripristino, aveva aggiunto Brembilla. Infine, nelle scorse settimane l’accordo tra le parti: il proprietario ha messo in sicurezza l’area interessata dalla frana e Palafrizzoni ha sistemato il ponte danneggiato. Di più: il Comune si è detto interessato ad acquisire la zona franosa di oltre 6mila metri quadrati per un costo di circa 18mila euro.




I commercianti, «in via Quarenghi tempi maturi per coinvolgere gli stranieri»

È una via Quarenghi che cambia e in meglio: ne sono convinti anche i commercianti storici. I problemi non mancano, ma negli ultimi anni la situazione è andata migliorando.

Parrucchieri Mario e Michele Betelli
Mario e Michele Betelli

Mario Betelli, dal 1969 è l’hair stylist della via, al civico 23/a, professione di cui ha trasmesso la passione al figlio Michele, che lo affianca in negozio. «Gli anni peggiori sono stati quelli dell’eroina, dello spaccio ad ogni ora, alla fine degli anni Ottanta, quando la vicinanza al Sert creò più di un problema- spiega Mario Betelli, che dall’inaugurazione del suo negozio ha messo nero su bianco in un diario la storia della via -. Poi hanno iniziato ad aprire gli stranieri: al posto del pescivendolo Dossi arrivò il primo bazar africano, di lì a qualche anno aprì il China Store e con la liberalizzazione abbiamo visto fiorire le attività etniche, con un’apertura dopo l’altra. I veri problemi li hanno sempre creati i bar e i locali, che negli anni hanno portato un bel caos e diversi disordini. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un sensibile miglioramento dell’area, anche se si può ancora migliorare e molto. Tanti negozi sono sfitti e le attività etniche che resistono hanno più o meno gli stessi articoli. Ci vorrebbe un bel mix commerciale per incentivare il passaggio. Ho perso qualche cliente quando nella via gli stranieri vivevano tutto il giorno sui marciapiedi, ma fortunatamente ne sono arrivati di nuovi». Nessun timore  per la concorrenza straniera a colpi di forbici e rasoio: «Il problema dei parrucchieri stranieri, in particolare cinesi, esiste è inutile negarlo, ma interessa soprattutto chi si occupa di acconciature femminili. Noi non ne abbiamo finora risentito» conclude Betelli.

 

cristina redondiDa oltre vent’anni “La Giacca”, negozio specializzato nella vendita di abiti da lavoro,  ha trasferito la propria attività da via Zambonate a via Quarenghi, al 19. « Siamo più che soddisfatti della scelta fatta- racconta Cristina Redondi– . La nostra è un’attività di nicchia per cui l’ubicazione è importante, ma non così fondamentale. Ad ogni modo il passaggio non manca e, ormai da anni, siamo i primi a fornire abiti da lavoro a stranieri in ogni campo, dal settore alberghiero a quello dell’industria, dai grembiuli alle tute da lavoro. La nostra clientela spazia dalla signora che sceglie le divise per il personale di servizio al medico che rinnova il camice, dall’operaio al lavapiatti. E spesso per lavori di riparazione indirizziamo i nostri clienti dalla sarta cinese qui a fianco, perché di questi tempi per sistemare gli abiti di lavoro tutti cercano di risparmiare sempre qualcosina». I tempi sembrano maturi per coinvolgere le attività etniche e migliorare ulteriormente la via: «Nei giorni scorsi con altri commercianti abbiamo incontrato i rappresentanti del distretto del commercio per un primo confronto sulla via- continua Redondi-. L’obiettivo è cercare di coinvolgere anche i commercianti stranieri. Certo non sarà un’impresa facile, perché fino ad ora non si è riusciti nell’intento, ma cercheremo di fare il possibile. Serve la collaborazione di tutti, perché a questo primo incontro abbiamo partecipato in pochi». I problemi restano: «L’arredo urbano non esiste ed è fondamentale per incentivare a fare due passi nella via, unitamente a pulizia e sicurezza. Con la chiusura dell’edicola all’incrocio con via Palazzolo si è perso anche quel via vai che ogni mattina portava un po’ di gente. Di contro le nuove attività che hanno aperto sia all’inizio della via che in questo tratto stanno senza dubbio contribuendo a riqualificare l’area», rilevala titolare de “La Giacca”.

punto macrobiotico
Il Punto Macrobiotico

Anche al Punto Macrobiotico, nel cortile interno al 36, che si raggiunge da un tratto nella via desolatamente circondato da negozi sfitti, la scelta della sede sembra continuare a premiare: «Il nostro è un circolo privato aperto da oltre vent’anni, nel 1994, che i nostri associati raggiungono da ogni angolo della provincia per la nostra scelta alimentare, sia per pranzare e cenare nel nostro ristorante che per acquistare prodotti con etichetta trasparente pianesiana- spiegano al circolo-. Non abbiamo mai avuto alcun problema, anzi abbiamo raggiunto quota 3.500 soci, e d’estate teniamo tranquillamente i nostri tavolini all’aperto, nel cortile. L’unico cruccio resta quello del parcheggio, visto che è sempre più difficile conquistare un posteggio. Per il resto non possiamo che essere contenti di lavorare in una via diversa e colorata».

Giulia Martinelli, presidente del Comitato di via Quarenghi, da anni si impegna per il rilancio, coinvolgendo residenti e commercianti per scrollarsi di dosso a suon di iniziative e progetti l’immagine  stereotipata che i bergamaschi hanno della via. «Non possiamo che salutare con favore le nuove aperture: sono tutti negozi e botteghe curate e particolari, che senza dubbio contribuiscono a riqualificare la via. Purtroppo negli ultimi mesi si sono spente luci e abbassate saracinesche anche in via Quarenghi.  Tra le chiusure eccellenti recenti c’è quella dello storico colorificio Leclerc, all’inizio della via,  che ha abbandonato il mercato a dicembre. Gli affitti restano elevati e la gestione con temporary store può vivacizzare la via, ma quando le attività iniziano a funzionare arriva il momento di chiudere. Da anni mi batto perché la proprietà immobiliare investa nella ristrutturazione dei locali commerciali. Urge una riqualificazione dei negozi per incentivare aperture di qualità. Non è un caso che le aperture recenti interessino locali nuovi, come la libreria e la microtorrefazione, o ristrutturati come all’inizio della via». I problemi da affrontare non mancano: «Quando chiudono i negozi, la sera e la notte, i locali etnici , dal bar alla pasticceria boliviani che restano aperti tutta notte, creano disordine tra eccessi d’alcol e liti con altri gruppi. La situazione è senz’altro migliorata rispetto ad un tempo, quando c’erano dei veri e propri assembramenti sui marciapiedi e i problemi di sicurezza erano all’ordine del giorno. Per non parlare dei purtroppo vani tentativi di migliorare l’arredo urbano: le fioriere che punteggiavano la via vennero tolte perché venivano utilizzate per nascondere, sotto le piantine estirpate, diverse dosi di droga, con tanto di suddivisione dello spaccio di aiuola in aiuola. Fortunatamente quegli anni sembrano essere ormai lontani».

motorini via quarenghi
I marciapiedi diventano un parcheggio per le moto

Ora la via aspetta di veder inaugurare il polo culturale al civico 33 e di essere maggiormente coinvolta dal distretto del commercio: «È positivo che sin dal primo incontro, cui ho invitato a prendere parte tutti i commercianti della via ma cui ha partecipato solo un piccolo gruppo, si sia invocato un maggior coinvolgimento di tutti. Ho cercato più volte di sensibilizzare i commercianti stranieri senza ahimè esiti positivi. La speranza è che i tempi siano maturi se non per una vera e propria integrazione per un confronto, il cui punto di partenza deve essere però la condivisione di regole comuni e il loro rispetto». Serve un intervento anche per il primo tratto della via: «Il parcheggio è selvaggio e non basta un’aiuola con le rose a fare arredo se i marciapiedi sono invasi da motorini – continua la presidente del Comitato -. L’impressione è desolante arrivando qui da via XX Settembre. Guardando attraverso le vetrine vuote della Galleria Mazzoleni e affacciandosi da vicolo Macellerie sembra di vedere solo caos. Ma via Zambonate e via Quarenghi non sono il “retro o il pollaio della villa” di via Venti» .