Mitigazione ambientale, Sacbo interviene su 180 abitazioni

Orio al serio aeroportoSacbo procederà alla valutazione di nuovi interventi di mitigazione nelle aree più prossime al sedime aeroportuale, esposte a maggiori livelli di inquinamento acustico. La decisione – si legge in una nota diramata dalla società che gestisce l’aeroporto di Orio al Serio – è stata assunta dal Consiglio di amministrazione che, pure in assenza della Zonizzazione Acustica, ha voluto ribadire lo spirito di attenzione al Territorio che ha sempre contraddistinto la società di gestione.

Com’è noto, infatti, le prescrizioni connesse alla realizzazione delle opere di mitigazione ambientale sono direttamente correlate alla Zonizzazione Acustica, che il Consiglio di Stato ha confermato necessitare di un procedimento di VAS (valutazione ambientale strategica) per la sua definizione. Preso atto della difficoltà di stabilire con precisione i tempi necessari per la conclusione del procedimento delineato dalla giurisprudenza, Sacbo ha deciso di non prolungare ulteriormente i tempi di intervento. In particolare si procederà all’effettuazione di sopralluoghi, definizione e progettazione di interventi di sostituzione infissi e impianti di condizionamento aria in circa 180 abitazioni site nei comuni di Orio al Serio, Grassobbio, Seriate e Bagnatica.

Come per i precedenti interventi effettuati nel corso del 2013 – continua Sacbo – il ruolo delle amministrazioni comunali sarà di primaria importanza sin dalle prime fasi di verifica e conferma delle abitazioni individuate e si estenderà nelle successive fasi di contatto con i proprietari e coordinamento con i tecnici di Sacbo per l’effettuazione dei sopralluoghi, determinanti per la definizione e progettazione degli interventi. La valutazione, determinazione e supporto alla progettazione degli interventi di mitigazione relativi agli infissi è stata affidata, come per gli interventi già realizzati, al Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto per le Tecnologie delle Costruzioni. La pubblicazione del bando di partecipazione da parte di Sacbo, previa condivisione con le Amministrazioni interessate, è prevista in primavera, così da poter effettuare i primi sopralluoghi presso le abitazioni che vi aderiranno nel corso dell’estate. Obiettivo è quello di concludere le progettazioni degli interventi, sia relativi agli infissi che agli impianti di condizionamento aria, entro l’autunno 2015.




Via Paglia, dopo 63 anni chiude la cartoleria Legrenzi

cartoleria legrenzi insegna Era uno di quei negozi “pronto soccorso”, una cartoleria ad ampio raggio, dove essere certi di trovare il materiale per quel lavoretto a scuola, il foglio della giusta grammatura e della tonalità che si voleva, la cancelleria per l’ufficio. E perdersi volgendo lo sguardo sugli scaffali tra giocattoli, articoli di pelletteria, nastri, carte regalo colorate, il tutto identificato con dettagliati cartelli, che ci tenevano a dichiarare la qualità della merce.

Era. Perché la cartoleria Legrenzi, in via Paglia al numero 31/d (nella parte più vicina a via Bonomelli), aperta nel 1952, chiuderà i battenti. Lo farà il 30 aprile come annuncia la pagina Facebook, che nel frattempo promuove la svendita totale. Lo storico titolare, Daniele Legrenzi, 82 anni, continua a tenere d’occhio la sua creatura, ma, dopo un problema al cuore nell’agosto scorso, ha dovuto ridurre a due capatine giornaliere la sua presenza in negozio. E per la figlia Giovanna non vale la pena proseguire: «Il nostro non è un problema di affitto, come capita in altre zone della città – spiega -. Il proprietario ci è venuto incontro abbassandolo, solo che nella via ormai non passa più nessuno. Ha aperto il negozio che ripara biciclette, ma in compenso se ne è andato quello di abbigliamento per taglie forti, che almeno era un tipo di offerta particolare. Non ci sono negozi di richiamo, in pratica ci sono solo bar». A questo si aggiungono il calo dei consumi generale e acquisti sempre più mirati. «Se anche c’è l’offerta sui quadernoni o gli album da disegno è difficile che i consumatori decidano di fare la scorta – rileva Giovanna -, oggi si vende tutto a numero. Salvo poi rivolgersi ai supermercati e ai “finti” grossisti che ormai operano al dettaglio, in pratica scavalcandoci».

daniele legrenziUn tempo invece erano i Legrenzi a fare scuola nel settore. Daniele discende a una stirpe che ha avuto come capostipite Gio Buono Legrenzi, che aveva una celebre cartoleria in via Sant’Alessandro. Dei suoi tre figli, Carlo ha portato avanti l’attività del padre, Tito è diventato presidente dell’Istituto Italiano Arti Grafiche e Miro, padre di Daniele, ha aperto un magazzino all’ingrosso di carta, cartoni e cancelleria in via Corridoni. Il 16 giugno del 1952, secondo quanto riporta la visura camerale, all’età di vent’anni, anche Daniele apriva la sua attività, la cartoleria di via Paglia, appunto, che negli anni si è ingrandita ed ha aggiunto la rivendita di materiale elettrico, ma è stata anche ingrosso di sacchetti di carta e altre forniture per i negozi. «Mio padre – dice Giovanna – è cresciuto nel settore e ci ha trascorso la vita intera, lavorando anche 10 ore al giorno, perché le attività commerciali richiedono questo impegno». Che è anche una passione. Lo si capiva perché Legrenzi, si trattasse di una risma di carta o di un pacchetto di biglietti d’auguri, ci teneva a raccontare da dove venivano e come erano fatte, spostandosi presto su temi di attualità se solo gli si concedeva un po’ di spago.

 

cartoleria legrenzi - vetrinaMagari non all’ultima moda, ma l’assortimento è davvero immenso, tanto da creare qualche preoccupazione alle figlia su come riuscire a smaltire tutto. Per chi è in cerca di sconti o vuole assaporare ancora l’atmosfera dei vecchi negozi c’è ancora un mesetto di tempo. Quanto a Daniele Legrenzi, a tenersi aggiornato e in contatto con il mondo non sembra aver rinunciato, almeno a giudicare dall’attività sul suo profilo personale di Facebook. Lo si direbbe un nativo digitale più che un cultore di carta e dintorni.




Via Quarenghi, chiudono i cinesi e tornano ad aprire gli italiani

Via_QuarenghiiIl commercio cinese arretra proprio là dove ha iniziato la sua espansione a Bergamo all’inizio degli anni Novanta, in Via Quarenghi, ridisegnando insegna dopo insegna il quartiere. Negli ultimi due anni si sono abbassate per sempre le saracinesche di diverse attività cinesi. La chiusura più recente è stata quella del supermercato asiatico Hong Kong – a due passi dalla Farmacia Frizzi-  che ha gettato la spugna a pochi mesi dall’apertura. Nei locali un tempo sede della Profumeria Dipra ha chiuso da circa sei mesi un negozio di abbigliamento cinese. Anche il negozio a fianco è desolatamente vuoto da quando ha abbandonato il mercato il servizio di Money Transfer. Procedendo lungo la via, verso l’incrocio con Via San Giorgio, non mancano altri locali chiusi e sfitti, un tempo sede di attività italiane, molte storiche come la Goielleria Colombelli, chiusa nel 2012,  il negozio di arredamento Rampinelli, il timbrificio…
Al civico 52 ha chiuso un mini market cinese e il negozio d’abbigliamento – sempre con gli occhi a mandorla- di fronte all’angolo con Via San Giorgio, al civico 39, ha deciso di trasferirvi la sua attività, riducendo probabilmente anche l’affitto oltre che la metratura.

ANDREA MAGRINI di Bugan Coffee Lab
Andrea Magrini di Bugan Coffee Lab

libreria "Incrocio Quarenghi"
Monica Morzenti della libreria “Incrocio Quarenghi”

MILENA, boutique via Quarenghi Negozio cinese chiuso in via Quarenghi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non mancano, di contro, i bergamaschi pronti ad investire nella via e a cogliere la sfida della convivenza con quasi 40 etnie diverse residenti. Davanti ad un espresso e ad un libro nascono occasioni di incontro e confronto, si sfidano pregiudizi e si procede a piccoli passi verso l’integrazione. Con orgoglio la micro-torrefazione e caffetteria Bugan Coffee Lab- inaugurata dal campione dell’espresso Maurizio Valli –  e la libreria Incrocio Quarenghi, entrambi locali  freschi di apertura nel nuovo palazzo al civico 32, sono più che soddisfatti della scelta di vivere in un quartiere aperto al mondo. «Non abbiamo il bancone proprio per non mettere una barriera architettonica tra barista e clienti- spiega Andrea Magrini tra un’arabica Etiopia e una El Salvador tostate nel laboratorio a vista-. Le occasioni di incontro e confronto non mancano: i cinesi chiedono un cappuccino d’asporto perché non staccano mai dal lavoro, e il caffè che arriva dall’altro mondo crea nuovi argomenti di conversazione, dagli africani ad altri stranieri. Noi cerchiamo di promuovere una cultura dell’espresso: non tutti apprezzano, ma per molti è uno stimolo a conoscere meglio il lavoro che sta dietro ad una tazzina. Spesso però sono gli stranieri a sembrare più empatici e aperti».

negozio cinese vuoto trasferimento boutique MITZI, via Quarenghi
La libreria Incrocio Quarenghi è un crogiolo di proposte, idee e culture, dai corsi di lingue orientali- dall’hindi all’arabo, dal cinese al giapponese-  ai laboratori di origami, agli scaffali organizzati per zone geografiche per farsi a colpo d’occhio un viaggio in giro per il mondo. Si entra in negozio addirittura con la bici e la si parcheggia nella rastrelliera, i bambini si possono spiaggiare sul tatami, si può leggere il giornale, curiosare tra volumi, concedersi un caffè o un pasticcino e persino lavorare sfruttando il wi-fi. «Ho scelto Via Quarenghi perché, oltre ad essere una via di passaggio, rappresenta una via di accesso ad una Bergamo meno paludata e chiusa. Questa strada non è affatto un Bronx e sarebbe bello vederla frequentare di più, vedere i bergamaschi apprezzare una via più colorata. La libreria è nata con l’obiettivo di creare un punto di aggregazione, un luogo dove ospitare attività diverse e anche un gruppo di lettura» spiega Monica Morzenti, che ha trasformato in realtà il sogno di aprire una libreria indipendente. «La libreria è frequentata sia da italiani che da stranieri, oltre che da molti bambini. E spiace dirlo ma i bimbi stranieri sono spesso più educati e gentili dei nostri. Sarebbe meraviglioso integrare le attività commerciali italiane con quelle etniche» continua la titolare della libreria. L’apertura al mondo e alle diverse etnie che popolano la via passa anche attraverso l’arte, alimentata dai continui stimoli dal confronto con altre culture. A dicembre l’artista Giovanni Bianchini, originario di Viareggio,  ha inaugurato il suo “aTelier” al 42/c: « L’idea di aprire in Via Quarenghi è nata a Parigi a Belleville, un quartiere alternativo pieno di vita. Ho scelto questa via perché è l’unico angolo davvero multietnico della città. Il mio studio si affaccia su un cortile colorato, con abiti appesi di diverse fogge e colori, provenienti da tutto il mondo. E’ una via stimolante: basta uscire a fare due passi per incontrare in pochi metri il mondo, diversi sapori e odori, colori e culture. La via è senz’altro una fonte d’ispirazione, come lo è anche il mercato del lunedì, una vera istituzione». A Bergamo per amore, con un passato da grafico a Milano, Bianchini ha deciso di costruire il suo futuro d’artista a suon di sacrifici, dividendosi tra l’impiego come operaio metalmeccanico alla Dalmine e il lavoro a sculture, installazioni e progetti. «I miei turni di lavoro sono essi stessi una fonte di arricchimento e ispirazione, perché è proprio in fabbrica, un’altra realtà multiculturale, che ho deciso di dedicarmi all’arte». Il suo è uno sguardo al viaggio da una prospettiva nuova e diversa. «Il nomadismo per me è un vero stato d’animo. Ho sempre lavorato sul tema della migrazione, sulle opere e sull’arte che viaggia, arrivando ad impaccare una Matiz con il progetto “Autodesiderante” e di lanciarla in tour per tutta la Germania.

Chiara P. negozio  via Quarenghi

Le  stesse sculture “Open.aperture” esposte presso la Basilica di Santa Maria Maggiore aprono al mondo fino alle serre dove gli stranieri raccolgono pomodori». Le occasioni di incontro e confronto culturale non mancano e dove non ci sono si creano: «La Galleria d’arte africana, che purtroppo ha chiuso da poco, ha esposto le mie opere, al ristorante pakistano mangio a tutte le ore e faccio la spesa nei market cinesi. Come del resto vado al macrobiotico, bevo il caffè alla microtorrefazione e vado in libreria. E’ una via che amo moltissimo e che non cambierei per nulla, senza contare che siamo in pieno centro e a due passi dalla stazione». Diverse sono le nuove aperture nel primo tratto di Via Quarenghi, partendo dall’incrocio con Via Zambonate. Ha aperto da qualche mese Mitzi, l’atelier di Mitzi Micalef, artista affermata nella moda, con lavori per importanti stilisti, da Ferrè a Gattinoni, da Rocco Barocco a Renato Balestra, che dipinge a mano tessuti e crea nuove fantasie, dalla seta a tessuti hi-tech. Fresca di apertura, la boutique di intimo “Milena” che cattura l’attenzione con slip confezionati come cup-cake e un allestimento originale, inaugurata a novembre da Milena Monorchio. «Sono soddisfatta della scelta fatta e dell’inaugurazione di botteghe e negozi di qualità. Credo che Via Quarenghi vada incentivata e promossa. Il passaggio, grazie anche ai negozi di alimentari, non manca ma la via potrebbe essere decisamente più animata. E si potrebbero molto migliorare illuminazione e arredo urbano». Negli ultimi anni hanno aperto anche altre attività.  Un anno fa Chiara Presciani  ha inaugurato, al civico 9, con l’ormai inseparabile macchina da cucire, il suo negozio.  “Chiara P.” è una bottega di creatività e oggettistica che trasforma idee e pensieri in disegni, vestiti, complementi d’arredo, dagli abitini per bebè a complementi d’arredo.

ANDREA PEDRONI di Spaccio Carni
Andrea Pedroni di Spaccio Carni

Da due anni esatti  la via è la sede di Spaccio Carni, storico negozio di Piazza Pontida che ha scelto di trasferire qui l’attività di famiglia. «Siamo più che soddisfatti del nuovo negozio che lavora molto grazie anche all’orario continuato dalle 8 alle 20 e l’apertura domenicale dichiara Andrea Pedroni – . Certo trovare parcheggio è davvero un’impresa e purtroppo i vigili non sono mai clementi».

 




Distretti di attrattività turistica, Rossi e Gori: “No a progetti isolati”

????????????????????????????????I rappresentanti dei Dat, i Distretti di attrattività turistica, che nelle scorse settimane hanno ottenuto dalla Regione un finanziamento complessivo di 2 milioni e 880 mila euro per la realizzazione di progetti di promozione turistica, si sono incontrati con i vertici della Provincia.

Obiettivo della riunione un confronto sul lavoro svolto finora ma soprattutto l’individuazione di un modello organizzativo per coordinare i vari progetti in modo da valorizzarli, evitando sovrapposizioni e ottimizzando le risorse.

Un esempio di coordinamento è rappresentato dall’individuazione di temi trasversali (dallo sport ai luoghi religiosi, dall’arte all’enogastronomia) che consentono di mettere in comunicazione i vari Distretti sulla base di alcuni tratti salienti. Un primo schema di questo tipo è stato elaborato dal settore Turismo della Provincia.

“Avete dimostrato grande capacità di lavorare insieme e di portare risultati – ha detto il presidente della Provincia Matteo Rossi – credo che i Dat e i prossimi mesi dell’Expo saranno una palestra per sperimentare un nuovo modello di governance, un nuovo metodo di lavoro per continuare a fare progetti insieme”. Il presidente ha anche annunciato l’intenzione di organizzare, entro la fine di maggio, gli “Stati generali” per condividere i rischi e le opportunità che il territorio deve prepararsi ad affrontare.

“I distretti hanno dimostrato di sapersi dare da fare e cogliere una preziosa opportunità – ha affermato Giorgio Gori, consigliere delegato al Turismo – ma guai se ciascun progetto restasse un’isola. Occorre ottimizzare i progetti costruendo intrecci e raccordi, e in questo la Provincia può fare molto, ma le sue risorse sono e saranno sempre più risicate e la mobilitazione del territorio è fondamentale”.

All’incontro hanno partecipato anche Roberto Ghidotti, responsabile dei distretti Ascom, il direttore di Confesercenti Giacomo Salvi e il presidente di Turismo Bergamo Luigi Trigona e il professor Luca Zanderighi di Trade Lab, la società di consulenza che ha steso i progetti dei Dat.

I rappresentanti dei Dat intervenuti hanno concordato sulla necessità di individuare una prospettiva di lavoro che sia la più condivisa possibile; l’idea è quella di costituire un gruppo di lavoro che si incontrerà a cadenza regolare per passare alla fase operativa.

 

 




“Ex Enel”, la piazzetta fa cadere tre anziani. In arrivo le barriere

https://www.youtube.com/watch?v=Uo26yWZbmWM

 

piazzetta ex enel - bergamo
Il progetto “ex Enel” è stato a più riprese al centro del dibattito sul riassetto edilizio della città. Per i volumi dell’intervento e successivamente, con l’apertura dei primi palazzi, sullo stesso impatto estetico. Alcune scelte architettoniche, però, si sono addirittura rivelate autentici tranelli per chi semplicemente si trova a passare da quelle parti. Il trabocchetto scatta nella piazzetta antistante l’edificio storico e vincolato, che si apre all’angolo tra via Mazzini e via Nullo. L’area è digradante e per affrontare il dislivello sono stati realizzati gradini che a prima vista tali non sembrano. Sono infatti ampi e non troppo alti e nemmeno la scelta di marcare il margine con un colore ed un materiale diverso ottiene l’effetto di segnalare meglio l’ostacolo. Il gioco di linee bianche sembra infatti solo un ornamento, spiazzando chi vi cammina sopra. Chi è bene in arnese se la cava magari con un guizzo equilibristico, ma dall’inizio di quest’anno tre anziani sono caduti e due di loro sono stati portati al pronto soccorso in ambulanza, come segnalato da un’interrogazione al Consiglio comunale del Movimento Cinque Stelle dello scorso 2 febbraio.

piazzetta ex enel - bergamo (1)La risposta è arrivata dall’assessore al Pianificazione territoriale e Mobilità Stefano Zenoni. La soluzione è la richiesta da parte dell’assessorato al direttore dei lavori dell’intervento di «installare delle opportune barriere tra le colonnine in pietra poste in prossimità dell’attraversamento pedonale di via Nullo, al fine di invitare i pedoni ad utilizzare i percorsi esterni alla gradinata», cosa attualmente realizzata con nastri segnaletici da cantiere. In pratica si forzano i pedoni a fare il giro largo. Si salverà di certo qualche caviglia, resta però triste trovare un’area off limits nel cuore della città.

piazzetta ex enel - bergamo (2) piazzetta ex enel - bergamo (5)




L’assalto a Curnis e il resto del mondo “dimenticato”

CurnisScusate la domanda diretta: una spaccata alla gioielleria del centro di Bergamo vale di più di quella messa a segno in un quartiere di periferia o in un paese della provincia? Merita più attenzione, richiede analisi preoccupate, necessita di risposte energiche che in tutti gli altri casi nemmeno vengono scomodate? Certo che no, dovrebbe essere la scontata risposta. Eppure, a giudicare da quel che si è visto, letto e sentito nei giorni scorsi anche le vittime di un furto non sono tutte uguali. Perché se un fatto succede nel cuore di Bergamo ha un altro valore, un altro significato. Manco il Sentierone fosse un pezzo di Paradiso in terra, in quelle poche decine di metri quadrati della città non è possibile che succeda nulla di men che commendevole. Un esempio? Chiudono negozi e esercizi pubblici ovunque nell’indifferenza generale, ma se putacaso succede negli spazi del Quadriportico, apriti cielo. Subito si alza un polverone di polemiche, riflessioni, richieste di intervento. Le regole che valgono per tutti, quelle banalissime e stringenti del mercato, non dovrebbero essere applicate al centro. Qui, i titolari degli immobili sono titolati a chiedere locazioni stellari a prescindere dalla crisi e i gestori dei locali, poiché operano nel cuore della città, dovrebbero per ciò stesso fare guadagni a gogò. Tertium non datur. Questo status di extraterritorialità deve naturalmente valere anche per le scorribande della criminalità. Che può agire dovunque , ma non sia mai che arrivi fin dentro il salotto… Allora i benpensanti, i superficiali, i professionisti della dichiarazione pret à porter si scatenano, con il supporto di articoli giornalistici di imbarazzante demagogia. Il furto alla gioielleria del Quadriportico, non si sa bene perché, ha un peso maggiore dei tanti altri che ogni giorno ingrossano le statistiche della criminalità in Bergamasca. I tanti che si son fatti prendere la mano dall’emotività – e che sono insorti contro l’oltraggio al centro – hanno implicitamente sentenziato che lavorare in periferia o in provincia comporta meno diritti, meno protezione, meno assistenza. Il furto alla tabaccheria di Vigolo o alla farmacia di Valtesse è una quisquilia, cose che capitano. Ma vuoi mettere la spaccata in centro? E no, lì non può succedere. Lì vige la regola (non scritta) dell’intoccabilità. Questione di griffe, di censo o che altro? Non è dato sapere. Forse, più semplicemente, ma non è scusabile comunque, è un solare esempio di superficialità. Di incapacità di sottrarsi ai luoghi comuni per andare al cuore vero del problema sicurezza. Prima di preoccuparci del salotto, dovremmo garantirci il diritto di poter dormire tranquilli nel proprio letto.




Montichiari, tra Sacbo e Save-Catullo volano gli stracci

Aeroporto_di_Brescia-MontichiariInterrotta ogni trattativa. Catullo e Save fanno calare la mannaia sui negoziati avviati con Sacbo per la cogestione dell’aeroporto di Montichiari, nel Bresciano. Il motivo: il mancato rispetto degli accordi finora assunti. La doccia gelata per i bergamaschi è arrivata con un comunicato firmato dal Gruppo Save (l’ente che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso) e dalla Catullo (la società di gestione degli scali di Verona e Brescia). “Con riferimento alla notizia riportata in questi giorni da alcuni quotidiani relativa ad un accordo tra Sacbo e un operatore leader nel settore della logistica e delle spedizioni – è scritto nel testo – Catullo e Save si dichiarano profondamente sorprese e amareggiate per il comportamento della Società di gestione dell’aeroporto di Bergamo in contrasto con tutto quanto finora discusso». “Infatti, dopo la costituzione del polo aeroportuale del Nord Est, lo scorso mese di novembre – continua la nota – Catullo con Save avevano avviato un tavolo tecnico finalizzato ad individuare le condizioni per la gestione congiunta dell’aeroporto di Brescia, con l ’obiettivo di sviluppare lo scalo e il territorio monteclarense. Attraverso la costituzione del tavolo tecnico si creavano le condizioni per superare le querelle legali che hanno impedito per decenni lo sviluppo di Montichiari. Abbiamo invece appreso con sorpresa dell’accordo tra Sacbo e l’operatore della logistica, parallelo al tavolo tecnico , di cui Sacbo ha tenuto all’oscuro Catullo e Save, nonostante una lettera d’intenti condivisa tra le parti finalizzata alla costituzione di una joint venture per la gestione congiunta dell’aeroporto di Brescia. L’ultimo incontro negoziale tra le società aeroportuali si era tenuto lunedì 16 marzo, vale a dire solo due giorni prima della notizia dell’accordo tra l’aeroporto di Bergamo e l’operatore della logistica e delle spedizioni. È pertanto evidente come i tempi relativi alla trattativa tra Sacbo e l’operatore si siano sovrapposti a quelli degli accordi preliminari in corso con Catullo e Save. Per tale motivo – conclude la nota – Catullo e Save, che da parte loro hanno intessuto le relazioni con Sacbo sulla base di un comportamento sempre leale e trasparente, ritengono il comportamento di Sacbo del tutto censurabile e al di fuori di ogni regola etica, imponendo l’interruzione di qualsiasi ulteriore trattativa con un interlocutore che si è dimostrato inaffidabile, nonostante gli intenti di apertura di Catullo e Save, riservandosi quindi ogni iniziativa in proposito». Sacbo ha replicato manifestando tutta la sua sorpresa per la presa di posizione di Save e Catullo e “fermamente ne respinge il contenuto”. “È vero, piuttosto – afferma Sacbo – che abbiamo rinnovato il contratto in essere con Dhl Express Italy agli stessi termini e condizioni e che per concordare un simile rinnovo non è stato necessario dar corso ad alcuna trattativa. È altrettanto vero che Dhl Express Italy era disponibile a rinnovare il contratto già alla fine del 2014 e che ogni contatto – continua Sacbo – è stato correttamente interrotto, da parte di nostra, fino alla scadenza dei termini previsti dalla lettera di intenti con Save e Catullo, fissati al 28 febbraio 2015”. “È, infine vero – continua la società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio – che il rinnovo con Dhl, a fronte dell’aggressione commerciale che veniva da più fronti proprio sui clienti del settore cargo, è un elemento di rafforzamento, che sarebbe stato utile alla creazione della joint venture che, piuttosto, Save ha reso difficoltosa già in sede di trattativa e, poi, interrotto strumentalizzando in modo inaccettabile il rinnovo del contratto Dhl Express Italy”. Sacbo ribadisce di aver operato con assoluta correttezza e nel pieno rispetto di tutti gli elementi contenuti nella lettera di intenti a suo tempo sottoscritta con Save e Catullo.




L’Ospedale di Bergamo ‘in jazz’ per la ricerca sulla Sindrome di Angelman

Boris Savoldelli umberto petrin

All’Ospedale Papa Giovanni XXIII sabato 28 marzo si parlerà di Sindrome di Angelman e di ricerca scientifica, con una colonna sonora d’eccezione: a partire dalle 17.30 nella Street Hospital, Boris Savoldelli, uno dei cantanti più talentuosi e originali della scena jazz internazionale, e Umberto Petrin, tra i maggiori pianisti e improvvisatori europei, si esibiranno nel concerto “Weiweism. A special project around Ai Wei Wei”, omaggio all’artista cinese Ai WeiWei, pluripremiata personalità dell’arte contemporanea mondiale.

L’iniziativa è promossa da Associazione Angelman e Rotary Club Treviglio e Pianura Bergamasca con il sostegno di Rotary Distretto 2042, l’ospitalità dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e la partecipazione di From, Fondazione per la Ricerca Ospedale Maggiore.

Lo scopo è far conoscere la Sindrome di Angelman e sostenere il progetto “Fai volare la ricerca”, borsa di studio per la ricerca su questa malattia.

“Siamo felici di realizzare questo importante evento in un contesto come quello dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII e di poter offrire ai nostri sostenitori e a tutti coloro che sono ospiti della struttura ospedaliera uno spettacolo di elevato profilo artistico – dice  il presidente  dell’Associazione Angelman Luca Patelli -. Il nostro desiderio è di sensibilizzare quante più persone al sostegno della ricerca scientifica sulla Sindrome di Angelman che oggi alimenta concrete speranze di cura per i malati”.

“Il Rotary di Treviglio e il Distretto 2042 – spiega Sergio Moroni, assistente del Governatore Distretto 2042 e responsabile di progetto Rotary Club Treviglio – sono da sempre sensibili ai bambini che soffrono e che hanno necessità di cure. Proprio il nostro Club di Treviglio nel 1985 ha dato il via alla Campagna, divenuta poi mondiale, “Endpolionow” per la vaccinazione della popolazione mondiale infantile contro la poliomielite. Dall’avvio della campagna l’incidenza della poliomelite è diminuita del 99%, da circa 350mila casi all’anno a 369 confermati nel 2013. Oggi auspichiamo di replicare il successo di questa campagna nell’ambito delle malattie rare con il progetto ‘Fai volare la ricerca”’, per  trovare una cura per i bambini Angelman”.

La partecipazione è a offerta libera. È previsto un momento di saluti con la collaborazione del bar pasticceria La Marianna.

La Sindrome di Angelman è una malattia genetica rara, nella maggior parte dei casi non ereditaria, che colpisce un bimbo ogni 12mila circa. I bambini che ne sono affetti non parlano, hanno gravi difficoltà motorie e cognitive e spesso soffrono di epilessia e di disturbi del sonno. Sono ‘condannati’ a rimanere bambini per sempre.

L’Associazione Angelman onlus è nata poco più di tre anni fa a Credaro con lo scopo di far conoscere questa malattia e di finanziare la ricerca. Ad oggi la onlus bergamasca raccoglie più di sessanta volontari e numerose associazioni sostenitrici. Per maggiori informazioni: roberta@associazioneangelman.it – www.associazioneangelman.it

 




Giornata del Lavoro Agile, Palafrizzoni aderisce

lavoro_agile-e1421857515886Il Comune di Bergamo aderisce alla Giornata del Lavoro Agile: alcuni dei propri dipendenti, individuati tramite il servizio Risorse Umane e disponibili alla sperimentazione, potranno svolgere l’attività lavorativa presso casa propria nella giornata del 25 marzo 2015. Più tempo per sé, più qualità della vita, più produttività, meno stress e meno inquinamento ne sono gli obiettivi. Il lavoro agile non richiede una postazione fissa in ufficio, ma consente di svolgere i propri compiti da casa, dal bar, dal parco, dalla palestra. È una modalità che soddisfa chi lavora, ne migliora il rendimento e consente alle imprese di essere anche più competitive. Lo scorso anno la Giornata del Lavoro Agile è stata proposta nel Comune di Milano il 6 febbraio: ha visto l’adesione di più di 100 tra aziende ed enti, ha permesso a lavoratori e lavoratrici che vi hanno partecipato di risparmiare circa 2 ore in un giorno e ha ridotto dell’1% l’inquinamento del traffico stradale a Milano, pari a 32 tonnellate circa di anidride carbonica.

E non solo: il Comune di Bergamo aderirà all’Alleanza “Smart Working, Smart Companies”, progetto con cui intende collaborare alla realizzazione di iniziative sul territorio volte alla diffusione del Lavoro Agile. L’Alleanza, di cui è capofila il Comune di Valbrembilla e di cui sono partner, oltre alla Comunità Montana Valle Brembana, aziende di primaria importanza quali Abb, Italcementi Group, Ubi, Banco Popolare, Volvo Italia, Nuovo Istituto Italiano Arti Grafiche, Valore D e Variazioni (partner tecnico), ha come obiettivo quello di condividere e co-progettare la sperimentazione di iniziative di lavoro agile nell’ambito del tema del work-life balance. “Si tratta per noi di una giornata fondamentale – spiega il vicesindaco di Bergamo, Sergio Gandi – per l’Amministrazione Comunale è un obiettivo concreto quello rendere permanenti modalità come quella del “lavoro agile”, in orari stabiliti dagli stessi lavoratori e lavoratrici e permettere loro di conciliare il lavoro con la vita privata. Certo, il lavoro che ci aspetta è impegnativo: dobbiamo vincere le molte resistenze che tutt’ora permangono, sia per quel che riguarda le aziende e sia per le amministrazioni pubbliche. Il Comune deve quindi cercare di sensibilizzare il più possibile intorno a queste soluzioni, tenendo salda la convinzione che il lavoro agile possa essere la risposta a tanti problemi dei nostri cittadini”.

Possono aderire alla Giornata del lavoro agile le aziende private, gli enti pubblici e gli studi professionali.

“Per un giorno Bergamo può diventare laboratorio di una sperimentazione di tempi e modi per la mobilità sostenibile, di utilizzo di luoghi multifunzione e servizi variamente accessibili e fruibili dai cittadini, di conciliazione di ambiti di vita e di lavoro – dichiara Giacomo Angeloni, assessore ai Tempi urbani del Comune di Bergamo -. Il Piano Territoriale degli Orari del Comune di Bergamo, inoltre, ha come finalità prioritaria il miglioramento della qualità della vita delle persone nell’ottica della conciliazione dei tempi di vita, di lavoro e della politica dei tempi della Città. La giornata del Lavoro Agile, oltre a rientrarvi a pieno titolo, rafforza la convinzione che nuove forme di organizzazione del lavoro possano contribuire a trasformare lo stesso mondo del lavoro, impattando positivamente sull’efficacia e produttività delle aziende, sulla stessa qualità della vita dei cittadini e sulla migliore gestione degli spazi collettivi. Sarà valutato con attenzione poi il grado di soddisfazione complessivo e i risultati ottenuti”.

Info: www.comune.milano.it/GiornataLavoroAgile




Sacbo, proposta la distribuzione di dividendi per 4,4 milioni

orio-al-SerioSacbo inanella l’ennesimo risultato positivo, nel 2014, tanto più lusinghiero perché ottenuto durante lo svolgimento dei lavori di ammodernamento delle infrastrutture di volo e a fronte di consistenti investimenti, garantiti interamente con risorse proprie, che comprendono le opere di adeguamento dell’aerostazione, l’accessibilità stradale e il potenziamento delle aree di parcheggio. dal bilancio approvato dal Cda si evince che l’attività svolta da Sacbo ha generato ricavi per 101,252 milioni, in riduzione di 4,436 milioni rispetto all’esercizio precedente (-4,7 %) chiuso con ricavi per 106,292 milioni. I ricavi derivanti dalla gestione tipicamente aeronautica sono risultati pari a 72,158 milioni (in calo di 3,787 milioni rispetto al 2013), mentre quelli relativi alle attività commerciali non aviation sono stati pari a 24,235 milioni (dato in riduzione di 0,6 milioni rispetto al 2013). La voce relativa ai ricavi diversi è passata da 5,463 del 2013 ai 4,859 milioni del bilancio 2014.

Il margine operativo lordo è risultato pari a 17,643 contro i 28,740 milioni del 2013, ed è corrispondente al 17,4 % del totale dei ricavi. Ammortamenti e accantonamenti passano da 8,846 (pari al 8,3%) a 9,827 milioni (9,7%). Il saldo delle componenti straordinarie e finanziarie è passato da 1,548 a 0,119 milioni.

Il risultato operativo è pari a 7,817 milioni, corrispondente al 7,7 % dei ricavi, rispetto a 19,894 dell’esercizio precedente.

Il risultato ante imposte è di 7,936 milioni contro i 21,443 del 2013.

Al netto delle imposte di competenza per 2,612 milioni, nel 2014 Sacbo ha conseguito un utile di esercizio di 5,323 milioni (in riduzione rispetto ai 14,647 milioni dell’esercizio precedente), che il Consiglio di Amministrazione propone di destinare nella misura di 4,394 milioni (pari all’82,5 % dell’utile, equivalente a 1,24 euro per azione) a titolo di dividendo (stesso valore dello scorso anno) e il restante a riserva straordinaria.

Nell’esaminare il bilancio di esercizio 2014, il presidente di Sacbo, Miro Radici, ha condiviso con il Cda la soddisfazione per il raggiungimento degli obiettivi e il rispetto delle previsioni, in un anno caratterizzato dalla chiusura dello scalo per un periodo di 20 giorni (dal 13 maggio al 2 giugno 2014) e dai consistenti investimenti che Sacbo ha dovuto sostenere per il rifacimento della pista e l’ampliamento dell’aerostazione, nonché su parcheggi e viabilità esterna. Investimenti complessivamente pari a 77,352 milioni.

“Il risultato conseguito, pure in riduzione rispetto al 2013, rispecchia solidità patrimoniale, economica e finanziaria, frutto delle professionalità che ai vari livelli hanno permesso di gestire nel migliore dei modi le delicate fasi affrontate nel corso dell’anno – dichiara Miro Radici -. I dati di bilancio attestano il consolidamento della posizione raggiunta nel panorama del trasporto aereo, confermata dal volume dei passeggeri (8.774.256), in riduzione nella misura del 2,1% su base annua, che tuttavia nasconde il virtuale incremento nella misura del 3.5% che si sarebbe determinato con la continuità operativa dello scalo e il conseguente superamento di quota 9 milioni”. Conforta, a tale proposito, il trend del primo bimestre 2015, caratterizzato da una crescita di circa il 20 per cento del movimento passeggeri. A completare l’analisi del periodo antecedente l’approvazione del bilancio 2014, gli accordi sottoscritti con Ryanair, che ha implementato il piano di investimenti sull’aeroporto di Milano Bergamo, e Dhl Express Italy, con cui Sacbo ha prolungato al dicembre 2018 il rapporto contrattuale.

“Due passaggi fondamentali per delineare le strategie future di lungo periodo e creare le premesse per pianificare nuovi, possibili scenari operativi”.