Torna lo “Sbaracco”, a Lovere supersconti nei negozi

SBARACCO LOVEREA Lovere ritorna”Sbaracco in negozio… scontiamo gli sconti”, l’occasione per comprare i super saldi di fine stagione.

L’appuntamento è promosso dall’associazione commercianti Asarco per sabato 27 e domenica 28 febbraio.  A differenza dei tradizionali sbarazzi, gli “sconti degli sconti” loveresi saranno proposti all’interno dei negozi.

All’iniziativa aderiscono 17 tra boutique e negozi di abbigliamento ma non solo: bijoux e accessori Al Portico; casalinghi e giocattoli Bacchetta; abbigliamento Botta; streetwear Largo; calzature, pelletteria, casalinghi, articoli regalo M.C. Capitanio; gioiellerie Collini; abbigliamento e intimo La Primavera; calzature e accessori Passo dopo Passo; Piruets abbigliamento 0-16; calzature abbigliamento Sandrini; abbigliamento Silini & co.; Spatti calzature; centro ottico Tagliabue; foto e video Tarzia; Visionottica Alberti; abbigliamento Volpi; abbigliamento Zanetta.

L’iniziativa, già apprezzata nella sua versione estiva, richiama centinaia di clienti provenienti anche fuori provincia ed è anche un’occasione per strizzare l’occhio al turismo in vista della prossima bella stagione. «L’iniziativa segue la scia dello “Sbaracco In Piazza” che viene fatto d’estate – dice Sara Raponi, presidente di Asarco -. I nostri negozi si distinguono per la qualità dei prodotti offerti e questa è davvero un’occasione per trovare ottimi prodotti a prezzi davvero vantaggiosissimi».




Turisti del gusto in Val Brembana? Si può fare

Fare i turisti in casa propria? Si può. Basta mettere nella borsa da viaggio un po’ di tempo per concedersi di guardarsi attorno con calma, un briciolo di curiosità per uscire dalle rotte già percorse e la voglia di scambiare qualche parola con chi si incontra. Lo abbiamo sperimentato grazie al Distretto delle Attrattività Territoriali Vallinf@miglia, che aggrega, secondo l’input a fare rete dato dalla Regione Lombardia, 11 Comuni (Zogno, capofila del progetto, Sedrina, Ubiale Clanezzo, Valbrembilla, Taleggio, Vedeseta, Blello e, in provincia di Lecco, Pasturo, Cassina, Moggio e Cremeno) di quattro valli (Valbrembana, Valbrembilla, Valtaleggio e Valsassina) in un percorso di valorizzazione unitario che ha scelto di puntare sul paesaggio e sulla natura, ma anche sulle testimonianze del passato, i prodotti tipici e la buona tavola. Il tutto da gustare senza fretta né clamori, a misura di famiglia, come ricorda la denominazione, nonni compresi.

Occorre ammettere che il compito di dare appeal turistico a realtà storicamente più vocate alla manifattura e all’edilizia o di riportare interesse sulle seconde case non è facile, ma se è vero che oggi – come indicano gli studi – ciò che il visitatore vuole è vivere un’esperienza e avere un contatto autentico con il territorio, allora le possibilità ci sono tutte. Perché di cose da raccontare questi luoghi ne hanno e le persone che abbiamo conosciuto hanno deciso di credere nella propria terra e di fare del proprio meglio per metterne in risalto le peculiarità. A cominciare da Elena Riceputi e Marta Torriani, che con la loro giovane agenzia Emozioni Orobie hanno organizzato il tour che vi racconteremo, e da Barbara Pesenti Bolò, ex hostess sulle linee aeree, che ci ha accompagnato ritagliando tempo al suo duplice lavoro, la mattina nel suo negozio di alimentari di Gerosa con tanto di consegne a domicilio nelle frazioni, dal pomeriggio alla reception di un albergo a Bergamo.

Siete pronti? E allora partiamo. Naturalmente parleremo di cibo e del protagonista di queste valli, il formaggio.

Negozio e cucina, a Zogno il locale che esalta i prodotti tipici

Romeo Gervasoni e Hakim Jendauni
Romeo Gervasoni e Hakim Jendauni

Capofila del Dat è il Comune di Zogno. Ed un biglietto da visita delle specialità della Valle lo si trova alla Baita dei Saperi e dei Sapori Brembani, proprio sulla strada provinciale. Il locale, realizzato dalla Latteria di Branzi in collaborazione con la Comunità Montana, è aperto da quasi due anni ed è una sorta di brochure – ma molto più concreta – della gastronomia locale. Ci si trova infatti il bancone per la vendita dei formaggi, gli scaffali con i prodotti tipici, un laboratorio di cucina, una cantinetta a vista per la stagionatura, uno spazio degustazione che può diventare sala conferenze e video. Insomma un luogo in cui fermarsi per acquistare il souvenir gastronomico, la tappa per un aperitivo o per la cena, oppure per tutte e tre le cose insieme in una formula moderna per far parlare le tipicità. «Vendita e somministrazione sono state messe in dialogo – spiega in sala Hakim Jendauni, marocchino, il papà dipendente della Latteria di Branzi -. Le proposte di degustazione e quelle della cucina vogliono mostrare le caratteristiche e la gamma degli utilizzi dei nostri formaggi. Chi si ferma a mangiare può scegliere tra tre primi e tre secondi che variano seguendo le stagioni. Pasta fresca e risotti sono tra i protagonisti e si accompagnano, ad esempio, agli asparagi in primavera alle castagne e ai porcini in autunno. La cifra è la semplicità, come la tradizionale “polenta e ciareghì”, resa però più elegante». In cucina c’è Romeo Gervasoni, da Roncobello, con trascorsi in Germania, sul lago di Garda e a Foppolo, che ricorda tra anche gli “gnocchi di ricotta con erbe di monte essiccate e burro”, il “risotto allo zola di capra e frutti di bosco” o i “tagliolini freschi con carciofi e agrì”. Tutt’altro che banale pure il tagliere dell’aperitivo, un viaggio tra formaggi di diversa pasta, stagionatura, aromatizzazione, accompagnato da salumi selezionati, mostarda, giardiniera e persino un croccante di mandorle. Da non perdere le “bese”, i ritagli dopo la pressatura della cagliata del Branzi, fritti in una pastella di farina e birra artigianale.

Visto che siamo turisti, vediamo di organizzarci per scoprire anche qualcosa più del territorio. La visita del Museo della Valle nel centro di Zogno entusiasmerà i bambini con la sua sezione sui pesci fossili ritrovati nelle vicinanze, alcuni di rilevanza fondamentale nella paleontologia. Oppure si potrà fare una sosta a Ubiale Clanezzo per attraversare il Brembo sulla lunga passerella (vietato dondolarsi!) che ha preso il posto del traghetto o spostarsi di poco per ritrovarsi sul ponte di Attone, risalente al X secolo, che invece si trova sul torrente Imagna. Chi ama l’arte non può perdere nella parrocchiale di Sedrina, progettata dal Codussi, la pala d’altare di Lorenzo Lotto, “Madonna in Gloria e Santi” (1542).

Brembilla, l’antica Osteria è anche anch’essa un “monumento”

Andrea e Marco Cornoldi con la zia Alessandra Offredi
Andrea e Marco Cornoldi con la zia Alessandra Offredi

L’itinerario del Dat piega a sinistra ed è a Brembilla (che ora con Gerosa forma il Comune di Val Brembillla) che si trova quello che per gli amanti della gastronomia può essere considerato a tutti gli effetti un “monumento”. L’Antica Osteria il Forno, la cui attività è documentata dalla licenza del 1811, ha ricevuto il riconoscimento di “Locale storico” da parte della Regione ma ha saputo soprattutto conservare il suo passato e valorizzarlo. È stata forno, stallo per i cavalli, alloggio, trattoria, macelleria, negozio e pesa pubblica e le cinque sale da cui oggi è composta hanno tenuto traccia delle destinazioni di un tempo. Da notare, la sala del forno con volta a botte in tufo, il pavimento vecchio di 140 anni nella sala centrale e, in un’altra saletta, un affresco con un’annunciazione del 1500, che prima era all’esterno. Anche in cucina la parola d’ordine è stata salvaguardia. Nonostante gli ampi spazi, per circa 200 coperti, il locale non ha ceduto al richiamo della pizzeria o delle proposte che di volta in volta hanno fatto tendenza, ed ha avuto ragione, almeno a  giudicare dalle tavolate di giovani incontrate nelle nostra visita, ben felici di spaziare tra casoncelli e taragne. Zia Alessandra Offredi, ottant’anni, è orgogliosa di avere dato l’impronta con i piatti di famiglia, come i ravioli e la gallina, ed ora i nipoti Andrea e Marco Cornoldi, quinta generazione, proseguono sulla stessa linea o addirittura tornando indietro. «Ad esempio, abbiamo riscoperto i “nusecc” – dice Andrea –, gli involtini di verza con il ripieno dei casoncelli che facevano le nonne, e stiamo rivalutando un altro piatto di casa, “patate, fasöi e codeghì”, ossia patate, fagioli e cotechino, che proponiamo in una forma più elegante, in carta fata con i fagioli passati». I pezzi forti sono i ravioli di carne al burro versato, i risotti mantecati con i formaggi locali e per secondo farona ripiena, gallina lessa, polpa di cervo con l’immancabile polenta o la taragna. Per chi è a caccia di un emblema del territorio c’è anche “polenta e osèi” con gli uccelletti cucinati con panna e salsiccia, «come era tipico delle nostre zone – ricorda Andrea – dove anche il condimento doveva dare sostanza». Il Forno ha anche alcune camere, nel caso la vostra voglia di vacanza stia prendendo il sopravvento.

Per smaltire un pranzo come questo o prepararsi alla cena si può arrivare a Gerosa e con una piacevole e panoramica camminata sulla mulattiera raggiungere il santuario del Madonna della Foppa, luogo di devozione e pellegrinaggio per via di due apparizioni, nel 1558 e nel 1630.

Un museo diffuso racconta la cultura del Taleggio

In Valtaleggio, manco a dirlo, tutto vi parlerà del tipico formaggio. Gli enti locali, gli abitanti e le aziende hanno deciso di ribadire con forza che la forma oggi famosa e ricercata in tutto il mondo è nata lì e che solo tra quelle montagne la si può conoscere ed apprezzare al meglio. È così nato l’Ecomuseo, un museo grande tanto quanto il territorio, dove le opere da ammirare sono i pascoli, l’aria, le baite con i tipici tetti in piode, il caseificio, le aziende di stagionatura e dove a fare da guida sono i residenti stessi. Il progetto porta con sé una buona dose di originalità e innovazione. Per un soggiorno esclusivo, tutto tradizione e natura, senza dimenticare i comfort, sono state recuperate due baite ed è stata lanciata la formula baita&breakfast, dove le colazione è a base di prodotti tipici e c’è pure una zona relax con sauna, mentre per far conoscere da vicino la vita dei bergamini e l’arte del formaggio sono a disposizione tre installazioni, a Sottochiesa, Vedeseta e Peghera, che uniscono multimedialità ed esperienza diretta, si chiamano La VaCCanza, Tu Casaro e Stagiònàti. Un pacchetto davvero insolito ed intrigante che comprende anche cinque itinerari tematici e che però non ha ancora segnato, per ammissione dei promotori, una svolta nell’attrattività e andrebbe rilanciato.

La cooperativa e lo Strachitunt, una storia di resistenza

Flaminio Locatelli - cooperativa Sant'Antonio - Vedeseta
Flaminio Locatelli

Chi vive e lavora qui, del resto, lo sa che rimanere comporta difficoltà. La cooperativa agricola Sant’Antonio a Vedeseta, in frazione Reggetto, è un esempio di resistenza. È l’unico caseificio della Valtaleggio e lavora esclusivamente il latte della zona, circa 25 quintali al giorno, di sei conferenti, offrendo agli allevatori di montagna un reddito equo e sostenibile e creando occupazione. Sono partite da qui riscoperta dell’ormai famoso Strachitunt, lo stracchino rotondo dalla caratteristica erborinatura che nasce dall’unione della cagliata della sera con quella del mattino, e l’iter che ha portato alla Dop, che ha delimitato il territorio di produzione ai soli comuni di Taleggio, Vedeseta, Gerosa e Blello, escludendo tutti gli altri, in primis la pianura che aveva già “adottato” la specialità. Per un errore nel disciplinare, relativo a misure e peso delle forme, lo scorso anno la vendita a marchio è stata sospesa. «Un’inesattezza puramente formale – spiega il presidente della cooperativa Flaminio Locatelli –. È bastato cambiare un numero e tutto è andato a posto. Le correzioni sono state inviate lo scorso 20 novembre e dalla primavera potremo con ogni probabilità tornare sul mercato con lo Strachitunt Dop. Fortunatamente i clienti hanno capito che il prodotto era lo stesso e continuato ad acquistarlo pur senza denominazione, ma ovviamente questa sospensione un po’ di problemi ce li ha creati». «Sinceramente avremmo fatto a meno della Dop – confessa -, perché significa burocrazia e spese per la certificazione, ma era l’unico modo per tutelare il prodotto e il nostro lavoro. Basti pensare che qui a Vedeseta siamo la realtà che impiega più persone, quattro: due casari, addetti anche alla raccolta del latte, e due donne part time».

Mauro Arnoldi - PegheraAnnesso al caseificio c’è lo spaccio dove, oltre allo Strachitunt, si possono acquistare le altre produzioni: il Taleggio, lo Stracchino di Vedeseta (un antenato del Taleggio), l’Alben (simile al Branzi), le formaggelle, la Magrera, tutti rigorosamente a latte crudo. Vengono realizzati in proprio anche gli yogurt e il burro.

Per trovare gli stagionatori occorre invece andare a Peghera, nel comune di Taleggio. Si tratta di realtà aziendali, CasArrigoni e Arnoldi Vataleggio, storiche e strutturate, che vendono ormai in tutto il mondo. «Se rimaniamo c’è un perché – afferma Mauro Arnoldi, dell’omonima società -. Perché ambiente e clima hanno alcune caratteristiche uniche, ma anche per come sono esposte e costruite le aziende, con locali quasi tutti sotto terra, e naturalmente per la conoscenza dei prodotti che qui si tramanda da generazioni». Taleggio, Quartirolo, Salva Cremasco e Strachitunt rappresentano il grosso delle specialità trattate ed essendo delle Dop ognuna richiede il rispetto di precise norme.

La sfida di Alida, da affineur a ristoratrice

Alida Pesenti Bolò - ristorante Liberty
Alida Pesenti Bolò e la figlia Gloria

Una bella conoscenza dei formaggi ce l’ha anche Alida Pesenti Bolò, che sempre a Peghera, dopo 15 anni da affineur, ha accettato la sfida di mettersi ai fornelli per proseguire l’attività del ristorante Liberty. «È nato come osteria e posto di ferma per i cavalli, ha più di cento anni – evidenzia – ed è sempre stato della famiglia di mio marito. Nel 2001 è venuto a mancare mio cognato, che lo gestiva, e a me dispiaceva chiuderlo e mettere fine ad una storia così lunga». Si è perciò messa in gioco frequentando i corsi della scuola alberghiera di San Pellegrino e scoprendo una passione per la cucina. La scelta è di utilizzare soprattutto ciò che offre la zona, ma per portare un po’ di novità agli habituée si fa anche il pesce. Il formaggio è spesso protagonista e la fantasia non manca. Tanto che Alida ha vinto il premio “Ecomuseo & Strachitunt, due risorse per la Valtaleggio” con le sue “madeline allo speck e salvia con salsa di Strachitunt e miele di acacia”. Tra gi altri piatti, gli “gnocchi di castagne e patate con fonduta di Taleggio e bresaola del salumificio Corticelli”, i casoncelli di magro secondo la ricetta del posto, i risotti, le tagliatelle alle ortiche, speck e funghi porcini, le “crespelle Valtaleggio” (con Taleggio, patate, rosmarino e pere) e per secondo le carni di cinghiale, cervo, la lepre in salmì. I dolci sono fatti in proprio, così come la giardiniera con le verdure dell’orto. Da esperta affinatrice, Alida seleziona inoltre le forme e ne cura l’ultimo tocco nella “moscarola” di casa. «Il ristorante non ha mai avuto la carta – precisa -, solo il menù del giorno. Le nostre proposte del resto sono conosciute e il massimo per me è quando mi dicono “fai tu”». Ad aiutarla c’è la figlia Gloria, ostetrica in cerca di lavoro, contagiata nel frattempo dalla passione per la ristorazione. «Ammetto che la decisione di portare avanti l’attività era un salto nel vuoto – dice Alida -, ma il posto è nostro e con bar, tabacchi e qualche stanza ce la facciamo».

Ai Piani di Artavaggio la famiglia bergamasca salita in quota

Rifugio casari
La famiglia Galizzi

E perché, a questo punto del viaggio, non permettersi uno sguardo “oltreconfine”? Basta proseguire lungo la strada provinciale per raggiungere la Valsassina, che con quattro comuni partecipa al Dat Vallinf@miglia. Una sosta panoramica alla Culmine di San Pietro (1.258 metri) e poi giù fino a Moggio. Non perdete l’occasione di chiedere in paese dell’epica impresa della biblioteca parrocchiale prima di prendere la funivia per i piani di Artavaggio (tra 1.600 e 1.900 metri di quota) e scoprire con una facile passeggiata un’altra storia bergamasca e altre scelte coraggiose. Quelle dei fratelli Galizzi – Giacomo, Achille e Ruggero – che con papà Rocco e l’aiuto di Evelyn, moglie di Giacomo, hanno riportato in vita il rifugio Angelo Casari, intitolato al nonno, Alpino del Polo con la spedizione del dirigibile Italia, che lo ha costruito nel 1960 ed ha tirato su altri due rifugi da quelle parti. I nipoti, impegnati nell’azienda di famiglia di demolizioni e scavi a San Giovanni Bianco, di fronte alle difficoltà dell’edilizia hanno scelto di salire in quota e rispolverare quell’eredità. «Era il 2009 – ricorda Giacomo -, il rifugio era stato chiuso per 25 anni ed abbiamo cominciato a ristrutturarlo. Prima il tetto, poi il bar, il ristorante e infine le camere». Ora il “Casari” è aperto tutto l’anno ed è un punto di riferimento per gli escursionisti di ogni stagione, forma fisica ed età. Basti pensare che il mercoledì è diventato la “giornata del pensionato”, con menù a prezzo fisso (10 euro per primo o secondo, 15 per entrambi) che invita gli “over” a godersi la montagna in compagnia. Ai fornelli c’è papà Rocco, che in gioventù ha avuto esperienze in cucina, mentre le torte sono di Evelyn, che usa anche farine integrali e di farro. Pizzoccheri e cervo sono i piatti più richiesti, non mancano i formaggi (anche brembani, vista la provenienza dei gestori) e, in generale, la scelta è di utilizzare materie prime selezionate e di produzione artigianale. Si usano anche le erbe spontanee, come il paruch e l’aglio orsino. «La vita quassù? È cambiata del tutto – ammette Giacomo -. Bisogna fare i conti con l’acqua che gela, la motoslitta che si rompe, il telefono che non prende e internet che va sì e no. È un altro mondo, ma penso che siano ancor più i vantaggi degli svantaggi».




Rifiuti e sterpaglie, a Seriate una domenica di grandi pulizie

Dopo la giornata di salvaguardia ambientale promossa settimana scorsa, il Comune di Seriate e le associazioni e gruppi di volontariato replicano domenica 21 febbraio, con la pulizia di alcune zone di Cassinone e Comonte.

L’iniziativa si inserisce nella collaborazione per tutela dei parchi cittadini, delle sponde del fiume Serio e delle zone critiche del territorio avviata sin dal 2010, che l’assessore all’Ambiente Achille Milesi definisce «preziosa per il controllo e per il mantenimento ordinato e pulito del territorio. A tutti loro va un sentito grazie per l’impegno e la costanza dimostrati negli anni».

Se la giornata sarà soleggiata sono attese un centinaio di persone. Per la zona di Comonte scenderanno in campo oltre 30 seriatesi tra gli aderenti al Gruppo cacciatori di Seriate Fidc, coordinato da Luigi Vezzoli, e alcuni volontari, che si incontreranno alle 8 al centro sportivo con una duplice missione: pulire e creare aggregazione. «Queste giornate servono sia per raccogliere l’immondizia lasciata ai bordi delle strade e nelle aree verdi, solitamente riempiamo 3 o 4 camioncini con sacchi di rifiuti, sia per trascorrere una mattinata animati da spirito di gruppo» dice Luigi Vezzoli che, da coordinatore dei cacciatori, aggiunge: «Siamo sentinelle dell’ambiente. Ci teniamo a mantenerlo pulito». Cacciatori e volontari ripuliranno la zona attorno al centro commerciale Alle Valli e lungo le vie Dolomiti, Madonna delle Rose e via Pastrengo in zona Bù.

Al Cassinone invece saranno operativi il Gruppo Anuu Cacciatori Cassinone, coordinati da Mario Longhi, quello degli Alpini e il Gruppo sportivo. Circa una cinquantina di persone, divise in 5 squadre, munite di altrettanti camioncini, si ritroveranno alle 8 nel piazzale vicino alla chiesa. I volontari puliranno via Paderno, via Levata e tutte quelle di Cassinone, quali via Lazzaretto e via Basse, oltre alle vie perimetrali e alle scarpate lungo la strada provinciale. Per Longhi «salvaguardare il territorio, con interventi di sfoltimento dei rami e rovi come quello fatto settimana scorsa lungo la pista ciclabile, e ripulirlo dai rifiuti sono gesti fondamentali nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo. A questo uniamo anche l’educazione alla salvaguardia del territorio verso i giovani. Infatti il 29 maggio coinvolgeremo anche i ragazzi dell’oratorio in una domenica ecologica».




Spazi commerciali, rimane aperta la questione dell’ex Mirage

ex Mirage ClsuoneRimane aperta la questione “ex Mirage” a Clusone. L’Ammnistrazione non ha sciolto le riserve sul possibile aumento degli spazi commerciali della struttura. Il sindaco Paolo Olini, in un consiglio comunale molto partecipato dai cittadini, si è limitato a ribadire che «non è stata presa nessuna decisione in merito». In altre parole, i volumi rimarrebbero quelli concessi nel 2009 – 1.500 metri quadrati destinati a spazi commerciali e altrettanti dedicati a uffici – e non ne verrebbero aggiunti altri.

Le minoranze nelle scorse settimane avevano presentato un’interpellanza all’amministrazione perché prendesse una posizione chiara e definitiva sulla vicenda. In particolare, riguardo la destinazione d’uso degli spazi e gli aspetti architettonici della costruzione che presenterebbero delle difformità rispetto al progetto originale. Difformità che hanno causato la sospensione il 19 gennaio scorso di tutte le opere di rivestimento delle facciate esterne del fabbricato. A questo proposito, il primo cittadino ha spiegato che sarà la Commissione del paesaggio a pronunciarsi, rassicurando che con una variante la questione dovrebbe risolversi in tempi brevi.
Le risposte del sindaco non hanno soddisfatto i commercianti.

«Quello che fa specie – dice Franca Canova, titolare della libreria Canova di via Bartolomeo Nazzari – è che l’amministrazione abbia già richiesto in Regione un parere preliminare sul possibile aumento delle superfici commerciali. Non si capisce se ci siano già state richieste o no. Il piano integrato deve essere mantenuto come è stato approvato, devono essere previsti gli spazi direzionali come previsto dalla convenzione. Aumentare gli spazi commerciali nella nuova struttura, significherebbe spostare l’asse commerciale dal centro storico che già è in sofferenza».

Dice Luigi Percassi, presidente della neonata associazione “Clusone centro”: «Sentire un sindaco, che è il responsabile amministrativo e politico del suo territorio, dire che non sa ancora cosa deve fare ma si è portato avanti a chiedere un parere in regione è sconcertante. In una situazione di crisi generalizzata, non si può immaginare che i nuovi interventi possano dare beneficio alla cittadinanza e ai commercianti. Creare nuovi spazi commerciali con negozi di vicinato non favorisce nessuno e peggiora la situazione del centro storico che è già in condizioni di abbandono. Non si guarda al valore aggiunto offerto tradizionalmente dal centro storico, non si ha attenzione per quello che rappresenta Clusone. Il turista è ormai l’unica fonte economica. Pensare di avere maggiore utenze creando un centro commerciale significa non capire e non riconoscere la realtà di Clusone».

L’opera, lo ricordiamo, prevede la realizzazione di parcheggi interrati e aree commerciali e artigianali nello spazio all’ingresso di Clusone, dove sorgeva il cinema Mirage. La preoccupazione delle minoranze e dei commercianti è che i 1.500 metri quadrati (divisi su due piani) destinati nella convenzione ad uso terziario direzionale, piuttosto che alle attività di artigianato e servizi, vengano invece destinati ad attività di vendita al dettaglio penalizzando il centro storico e trasformando quella che deve essere la porta d’entrata di una cittadina turistica nell’ingresso di una zona industriale. “Clusone centro” ha già annunciato che la prima iniziativa dell’associazione sarà quella di promuovere un sondaggio tra i commercianti per conoscere la loro opinione sull’ipotizzata variazione al piano Ex Mirage.

 

 

 




Turismo, sbloccati i contributi della Provincia agli Iat

Provincia-BergamoSono stati sbloccati i contributi previsti dalla Provincia agli Iat del territorio alla viglia dell’ Expo. Si tratta di circa 116.300 euro, indirizzati a 11 strutture di accoglienza turistica della provincia e finalizzati a favorirne l’innovazione e l’ammodernamento:interventi di innovazione tecnologica, attivazione di Infopoint in siti strategici, potenziamento della segnaletica turistica e ammodernamento e messa a norma degli uffici. Il bando risale al dicembre 2014. Dopo la travagliata stesura del bilancio 2015, i pagamenti sono ora in fase di completamento.
«Finalmente siamo riusciti a sbloccare queste risorse, importanti per aiutare il territorio a conquistare la visibilità che merita – spiega il presidente Matteo Rossi -. Nel momento in cui abbiamo pensato a come distribuire questi fondi, ci è sembrato giusto puntare su Expo, che si è rivelata così un’occasione per rinnovare e potenziare gli uffici Iat soprattutto dal punto di vista tecnologico. Questi contributi si aggiungono a quelli che abbiamo messo in campo in queste settimane per i progetti di sviluppo territoriale. La Provincia fa la sua parte per sostenere le idee e le energie locali. Ora, se la Regione manterrà fede alla promessa di pagare i soldi arretrati che deve ad Abf anticipati dalla Provincia, saremo in grado di finanziare Turismo Bergamo per la parte di nostra competenza. Sarà quello il momento per fare il punto sulla governance della promozione turistica. Auspichiamo che in Turismo Bergamo possano entrare a far parte tutti i sistemi turistici locali che tanto hanno fatto in questi anni. Sarà l’occasione per fare il passo decisivo verso un promozione turistica integrata, dalla pianura alle valli, dando alle diverse zone omogenee la massima centralità».
Ecco in sintesi i contributi assegnati e gli interventi effettuati dai singoli uffici Iat: Iat Bergamo: 26.200 euro per potenziamento della rete informatica e copertura Wifi di percorsi turistici; Iat Sotto il Monte – Isola: 11.500 euro per acquisto attrezzature, manutenzione del sito web e potenziamento dell’infopoint di Crespi d’Adda; Iat Treviglio: 7.000 euro per acquisto attrezzature per il potenziamento della postazione mobile per eventi promozionali; Iat Martinengo: 11.000 euro per l’apertura di una nuova sede e acquisto di attrezzature multimediali che consentono la messa in rete di tutti i Comuni del comprensorio; Iat altopiano Selvino e Aviatico: 9.000 euro per il potenziamento dei servizi informatici; Iat degli Almenno (Valle Imagna): 10.000 euro per realizzazione segnaletica stradale e e aggiornamento delle strutture informatiche, con creazione di una postazione di navigazione gratuita per i turisti; Iat Alto Sebino: 11.700 euro per riqualificazione della sede attraverso l’acquisto di arredi e di nuove attrezzature informatiche; Iat Basso Sebino: 11.300 euro per l’apertura di una nuova sede con postazione internet point e possibilità di accogliere studenti per stage scolastici; Iat Valcavallina: 11.000 euro per aggiornamento informatico dell’ufficio; Iat Val Seriana e di Scalve: 6.500 euro per il potenziamento delle attrezzature informatiche e la messa in rete dell’ufficio di Ponte Nossa con gli infopoint di Valbondione, Parre e Valgandino; Iat Valle Brembana: 1.105,62 euro per acquisto attrezzature per  lo Iat di Sedrina e l’infopoint di Piazza Brembana.




“Vogliamo un mondo migliore”. Dalla Val Serina regali agli italiani

regaloAl giovane Daniele Cavagna e alla sua famiglia – che in Val Serina hanno dato vita ad una virtuosa integrazione tra prodotti e servizi per conquistarsi spazi e clienti nel difficile contesto della montagna – non mancano certo le idee e la voglia di realizzarle. Basta gettare lo sguardo sul Mondo Paganì per scoprire la rete delle attività familiari, che comprendono un’azienda agricola dedicata alla produzione di latte di asina, un bed and breakfast, entrambi a Oltre il Colle, il negozio di alimentari specializzato in prodotti tipici “Paganì Antichi Sapori”, a Serina, e pure le proposte della guida alpina Mattia Cavagna. Offerte che finiscono anche in pacchetti soggiorno, i cosiddetti “Pagabox”, oppure sfilano nel negozio on line. Ora Daniele Cavagna ha sfornato una nuova iniziativa. Si chiama “Un dono per un mondo migliore”. A partire da questo mese, Mondo Paganì invierà in Italia doni, gastronomici e non, a persone selezionate casualmente. L’intento è semplice: cercare di rendere il mondo un posto migliore e invitare sempre più persone a fare altrettanto. L’iniziativa è stata lanciata con la convinzione che siano i piccoli gesti a migliorare in modo importante la vita di tutti noi. Così Mondo Paganì ha deciso di agire proprio in questo senso. Spedirà in Italia, a fortunate persone selezionate a caso, alcuni dei suoi prodotti e allegherà una lettera in cui verrà spiegato il senso dell’iniziativa. E, soprattutto, inviterà i fortunati estratti a non interrompere la catena, quindi a donare qualcosa a una persona selezionata a caso per rendere la sua giornata migliore.

“Crediamo che un dono disinteressato – annota Daniele Cavagna – sia un’azione in grado di rendere più piacevole la giornata di una persona. Vedere il mondo in modo positivo è contagioso, aiuta a vivere meglio e a migliorare ciò che ci circonda, le nostre relazioni, le nostre reazioni ai problemi, insomma tutta la nostra vita. Se per tutto questo è sufficiente un piccolo dono, allora sarebbe un peccato non farlo” osserva Daniele Cavagna, ideatore dell’iniziativa. #UnDonoPerUnMondoMigliore è l’hashtag che è stato scelto per dare risalto all’iniziativa sui social. Tutti i dettagli dell’iniziativa sono reperibili all’indirizzo: http://www.mondopaga.com/un-dono-per-un-m…runmondomigliore.




Filago, contributo di 5mila euro per chi apre una nuova attività in centro

filagoUn contributo di 5mila euro per la creazione di una nuova impresa o l’apertura di una nuova unità locale nel centro storico di Filago. Lo mette a disposizione il Comune per favorire e migliorare l’accoglienza e l’offerta commerciale del centro cittadino.

Possono partecipare al bando le seguenti attività:

  • attività commerciale di vendita al dettaglio in sede fissa;
  • attività di pubblico esercizio riconducibile alla tradizione culinaria (agroalimentare) del made in Italy con riferimento alle cucine locali e regionali;
  • attività di impresa artigiana nei seguenti settori: produzioni alimentari tipiche artigianali riconducibili alla tradizione gastronomica e dolciaria italiana (es. gelateria, yogurteria, gastronomia, pasticceria,…); lavorazioni artistiche e tradizionali.

Sono escluse le attività che includono anche parzialmente la vendita di:

  • armi, munizioni e materiale esplosivo, inclusi i fuochi d’artificio;
  • articoli per soli adulti;
  • articoli monoprezzo;
  • sigarette elettroniche.

Come pure le attività di:

  • vendita attraverso distribuzione automatica;
  • vendita e servizi di telefonia mobile;
  • tabaccherie;
  • attività di scommesse e gioco che comprendono anche parzialmente apparecchi automatici;
  • attività di “compro oro”;
  • monomarca;
  • money transfer;
  • banche;
  • studio professionali;
  • call center.

L’impresa beneficiaria dovrà impegnarsi a non cessare l’attività per almeno tre anni dalla data di concessione del contributo, mantenere in centro storico la sede operativa dell’attività per almeno tre anni dalla data di concessione del contributo e a non installare per i tre anni successivi alla concessione del contributo, nei locali sede dell’attività, apparecchi con video giochi e slot machine

Il contributo di 5mila euro sarà assegnato al primo progetto classificato secondo la graduatoria, a condizione che il costo complessivo dell’iniziativa sia almeno il doppio di tale importo.

La domanda dovrà essere inviata entro le ore 12 del 31 marzo 2016.




Smog, blocco del traffico dopo 20 giorni di emergenza Pm10

smogIl Coordinamento dei Sindaci della Fascia 1 e 2 di Bergamo ha approvato, ieri, a larga maggioranza, nell’incontro del tavolo convocato dalla Provincia nello spazio Viterbi, una serie di misure che verranno applicate in caso di raggiungimento del livello di emergenza 2, corrispondente a 20 giorni consecutivi di livelli di polveri sottili Pm10 superiori alla soglia consentita. “Le misure oggi condivise per fronteggiare il livello di emergenza 2 integrano il protocollo sperimentale che è stato condiviso settimana scorsa dal Tavolo di coordinamento – spiega il consigliere delegato all’Ambiente Fabio Terzi -. Abbiamo dato una risposta concreta al problema dell’emergenza e ora possiamo avviare il lavoro per predisporre il Piano sull’aria che conterrà misure strutturali”.

Ecco le azioni condivise: riduzione della velocità di 20 km/h sulle viabilità locali e provinciale; l’estensione nei weekend (sabato e domenica) delle limitazioni del traffico per i veicoli Euro 0 Benzina ed Euro 0, 1, 2 diesel dalle 7.30 alle 19.30 (come già previsto dai provvedimenti regionali in vigore da lunedì a venerdì). I due provvedimenti verranno adottati in modo automatico dai Comuni. Previsto anche il blocco domenicale per tutti i veicoli alla prima domenica successiva che sarà adottato a seguito dello svolgimento del tavolo di Coordinamento dei Sindaci Fascia 1 e Fascia 2 che ne definirà le concrete modalità operative. Il Comune di Bergamo potrà applicare ulteriori provvedimenti più restrittivi sul proprio territorio. La Provincia convocherà entro il diciottesimo giorno di superamento dei livelli Pm10 il Tavolo di coordinamento dei Sindaci Fascia 1 e Fascia 2 di Bergamo.




Progetti Territoriali, 130 aziende al lavoro per “superare i propri limiti”

progettiterrito.jpgLe aziende bergamasche si mettono in gioco e cercano di superare i propri limiti. Anche nel 2015 hanno fatto il pieno i Progetti Territoriali, finanziati dalla Camera di Commercio e realizzati, a partire dal 2006, dall’azienda speciale Bergamo Sviluppo in collaborazione con le associazioni di categoria, che mettono a disposizione formazione e consulenza personalizzate andando ad incontrare le imprese nelle aree stesse in cui lavorano.

L’edizione appena conclusa ha coinvolto la pianura, le Valli Seriana, Brembana e Imagna e per il primo anno i laghi bergamaschi. Attraverso sette focus territoriali di presentazione sono state raccolte 138 domande di adesione e selezionate 130 aziende, che hanno potuto usufruire di un check up e di consulenza specialistica per 3.125 ore complessive. Sono stati inoltre proposti 11 seminari tematici e 5 corsi di orientamento per aspiranti imprenditori per un totale di 73 ore di formazione e 262 partecipanti.

«In un contesto caratterizzato da instabilità, a livello di concorrenza, di mercati e di scenari economici, ma anche da scarse risorse disponibili, la via del sostegno attraverso progetti che erogano consulenze “su misura” può davvero aiutare le imprese, soprattutto quelle più piccole, a colmare eventuali gap di competenze e ad accelerare i processi di cambiamento», ha affermato il direttore di Bergamo Sviluppo Cristiano Arrigoni durante l’incontro per la consegna delle menzioni di merito alle aziende partecipanti.

Il 2015, intanto, è stato caratterizzato da una maggiore incidenza rispetto al passato dei settori commercio e servizi e da una riduzione del manifatturiero artigiano e industriale. Sempre molto presente e dinamico il settore delle lavorazioni meccaniche, mentre tra gli altri comparti si segnalano alimentare, chimica, grafica pubblicitaria, autotrasporti, gomma e logistica.

progetti territoriali Bergamo Sviluppo 2Conoscere meglio il cliente, organizzare e gestire le risorse umane, i processi e le attività, creare o rinnovare la propria immagine, ma anche fotografare con più esattezza il passato e il presente della propria azienda per decidere e programmare meglio sono i bisogni più frequenti manifestati dalle aziende. Le consulenze hanno riguardato in più larga misura il marketing, le vendite e la comunicazione (54%), seguiti dagli interventi di riorganizzazione dell’amministrazione, della finanza, del controllo di gestione (21%).«In alcune imprese – ha illustrato Sergio Panseri, esperto nell’ambito del progetto – cresce la consapevolezza del bisogno di intervenire sul clima e sull’organizzazione, importanti soprattutto per chi offre servizi, perché più impattanti su costi e qualità dell’offerta. Permangono poi le tensioni finanziarie, le difficoltà negli incassi e nei rapporti con il sistema bancario e la solidità di molte aziende che hanno fronteggiato la crisi si è ridotta». Tra le opportunità indicate, quella dell’innovazione, anche attraverso i brevetti, l’export, la certificazione e l’assistenza nel passaggio generazionale.

E dal 18 febbraio il percorso si rimette in moto, con gli incontri di presentazione nei diversi territori.

Ecco il calendario

  • giovedì 18 febbraio a Leffe
  • lunedì 22 febbraio a Romano di Lombardia
  • venerdì 26 febbraio Sant’Omobono Terme
  • lunedì 29 febbraio a Lovere
  • giovedì 3 marzo a Treviglio
  • lunedì 7 marzo a Zogno
  • mercoledì 9 marzo a Sarnico



Lovere, nuovo consiglio direttivo per la Pro Loco

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Cambia la guida della Nuova Pro Loco di Lovere. Luciano Arrighetti passa il timone a Renato Spelgatti, 49 anni di Lovere, sposato con tre figli. Le elezioni del nuovo direttivo si sono svolte martedì 26 gennaio scorso. In consiglio ci sono volti nuovi, ma anche alcuni nomi conosciuti, a partire dall’ex presidente Arrighetti e dallo stesso Spelgatti. Tra le conferme ci sono anche Fabrizio Delvecchio (vicepresidente), Eleonora dell’Anna (segretaria) e Tarcisia Zenti. Mentre i nuovi arrivi sono: Giulia Conti, Federico Delvecchio, Andrea Molendi, Stefano Moretti, Francesca Pedrinola e Erica Spadari.
«Nel nuovo direttivo ci sono molte persone nuove che facevano parte del gruppo giovani e che ci hanno aiutato molto negli ultimi anni. Credo che la loro presenza porterà brio e nuove idee» dice il neopresidente Spelgatti -. E rispetto al programma il neopresidente anticipa: «Tra pochi giorni ci incontreremo per stilare le iniziative per l’anno prossimo. Per certo torneranno la manifestazione “Mangi in piazza” promossa con i commercianti in autunno, e il Palo dei Rioni, che vogliamo consolidare con nuove gare per coinvolgere di più il paese. Oltre agli appuntamenti più goderecci vogliamo portare qualcosa di nuovo che porti a Lovere più persone. Cercheremo di coprire tutti i mesi dell’anno, in modo da dare un’offerta turistica». «Chi mi ha preceduto ha fatto un ottimo lavoro – aggiunge -. Il nuovo direttivo crea un giusto mix tra chi ha più esperienze e i giovani. Ci sono le premesse per fare bene anche in futuro».