Alternanza scuola-lavoro, una giornata mostra tutte le opportunità per imprese e studenti

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Anche a Bergamo sarà Alternanza Day, l’iniziativa del Sistema camerale per promuovere l’alternanza scuola-lavoro favorendo la costituzione di un network territoriale con gli istituti scolastici, le imprese, gli enti pubblici e quelli del no profit.

La giornata è promossa a livello nazionale e la data di Bergamo è quella del 15 novembre. È l’occasione con la quale la Camera di commercio fa incontrare il mondo della scuola con quello delle imprese e presenta le principali iniziative in tema di alternanza scuola-lavoro e orientamento che la vedono impegnata insieme all’azienda speciale Bergamo Sviluppo. In particolare sarà illustrato il nuovo bando “Alternanza scuola-lavoro” che prevede contributi a imprese e professionisti che ospitano studenti in percorsi di alternanza.

Con la riforma del sistema camerale questi ambiti sono stati infatti attribuiti alle Camere di Commercio, che hanno predisposto servizi e strumenti per agevolare gli stage in azienda degli studenti che frequentano gli ultimi tre anni delle superiori, per i quali sono diventati obbligatori i percorsi di alternanza scuola-lavoro, della durata complessiva di almeno 400 ore per gli istituti tecnici e professionali e di 200 per i licei.

Una novità introdotta per anticipare il momento del contatto con il lavoro da parte degli studenti, guidarli nella scoperta delle vocazioni e degli interessi personali e individuare possibili sbocchi occupazionali al termine del percorso di studi, anche in ottica di autoimprenditorialità. Per le imprese si tratta invece di mostrare cosa effettivamente è richiesto in termini di preparazione, competenze, impegno e attitudini alle proprie risorse e avvicinare la formazione alle reali esigenze del lavoro.

«La recente legge di riforma del sistema camerale – spiega il segretario generale Maria Paola Esposito – ha assegnato alle Camere di Commercio importanti funzioni in tema di orientamento, alternanza e collocamento degli studenti.  La Camera di Commercio è per compiti istituzionali un interlocutore delle imprese e delle loro associazioni e questo ci agevola nel favorire il loro incontro con le scuole. L’Alternanza Day è la nostra prima occasione di presentarci come soggetti referenti in questo campo».

Nel corso dell’evento saranno premiati i video realizzati dagli studenti e dai tutor delle scuole provinciali che hanno aderito alla prima edizione del premio “Storie d’alternanza”.

L’Alternanza Day si tiene nella sala mosaico del palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (l’ex Borsa merci di via Petrarca 10 a Bergamo) a partire dalle 15.

Dopo i saluti istituzionali di Maria Paola Esposito, segretario generale della Camera di Commercio di Bergamo, e di Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio Scolastico di Bergamo, interverrà Domenica Giuliana Sandrone, direttrice CQIA, Centro per la Qualità dell’Insegnamento e dell’Apprendimento dell’Università degli Studi di Bergamo sul tema “Alternanza scuola lavoro, una prospettiva formativa”.

Un corso per tutor organizzato da Bergamo Sviluppo
Il primo corso per tutor organizzato da Bergamo Sviluppo

I servizi e gli strumenti messi a punto dal sistema camerale nazionale e lombardo saranno illustrati da Enzo Rodeschini, direttore operativo di Unioncamere Lombardia, che si soffermerà, in particolare, sul Registro per l’Alternanza scuola – lavoro, sul Premio “Storie di Alternanza” e sulla nuova indagine Excelsior. A livello locale le iniziative sono integrate dal Progetto Orientamento, dai bandi che assegnano contributi alle imprese e ai professionisti iscritti agli ordini e ai collegi professionali che ospitano studenti in percorsi di alternanza e dai corsi per tutor aziendali, dei quali parlerà Cristiano Arrigoni, direttore di Bergamo Sviluppo. Al termine degli interventi, spazio al confronto e alle testimonianze del mondo imprenditoriale e scolastico del territorio.

La partecipazione è gratuita, previa registrazione.




Le imprese: «Un grave danno l’abolizione dei voucher»

L’esigenza delle imprese di gestire con efficienza i picchi di lavoro è forte e il nuovo contratto di prestazione occasionale, PrestO, introdotto dopo l’abolizione dei voucher, presenta troppi limiti (su tutti la dimensione aziendale e il compenso minimo di 36 euro per ogni prestazione), costi più alti e complicazioni nell’applicazione. Lo rilevano i rappresentanti delle categorie del commercio e dei servizi con maggiori esigenze di flessibilità a margine del seminario che l’Ascom ha organizzato in collaborazione con Inps e Ispettorato del Lavoro per presentare nel dettaglio il nuovo strumento.

Giovanni Zambonelli
Giovanni Zambonelli

La nuova normativa di fatto esclude gli albergatori: «Le nostre strutture superano i cinque dipendenti e l’impossibilità di impiegare i nuovi voucher sta penalizzando fortemente la categoria – rileva Giovanni Zambonelli, presidente del Gruppo Albergatori Ascom -. Non ci resta che ricorrere ai contratti a chiamata, più onerosi, per inquadrare il lavoro occasionale nei momenti di massima affluenza e per attività residuali».

Giorgio Beltrami
Giorgio Beltrami

Anche i pubblici esercizi hanno mal digerito i “PrestO” e tutti i paletti e gli ostacoli che la loro applicazione richiede: «La nuova normativa danneggia gravemente un settore già in difficoltà – spiega Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo Bar, Caffetterie e Pasticcerie Ascom -. Speriamo che si possa tornare ai vecchi voucher: i “PrestO” non solo sono più onerosi, ma impongono diversi limiti, a partire dal minimo di quattro ore per ogni prestazione occasionale. Per gestire il picco di lavoro delle colazioni quattro ore sono troppe, come per la fascia dell’aperitivo. Lo Stato si è piegato ai diktat sindacali senza considerare che il presupposto per le assunzioni vere e proprie, quelle che tutti vorremmo per la serenità delle famiglie e dei lavoratori, è quello di portare le imprese a fare utili. Invece si fa di tutto per affossare il settore».

Delle distorsioni e degli abusi nell’applicazione dei voucher non devono fare le spese le categorie per cui i vecchi tagliandi di lavoro erano nati: «Il ricorso ai voucher di fatto ha sopperito all’assenza di regolamentazioni contrattuali adeguate a gestire picchi di lavoro o a tamponare esigenze organizzative», ricorda Beltrami.

Petronilla Frosio
Petronilla Frosio

L’obiettivo di scongiurare gli abusi ha inoltre complicato enormemente l’applicazione del lavoro occasionale, come sottolineano i ristoratori, attraverso il commento della presidente Petronilla Frosio: «La gestione dei nuovi voucher comporta diversi passaggi che poco si conciliano con l’esigenza immediata di assumere per qualche ora un lavoratore per tamponare un picco di lavoro difficile da prevedere. L’applicazione dei PrestO è davvero difficile. La gestione del lavoro occasionale dovrebbe poter essere fatta in autonomia da qualsiasi imprenditore, invece si cambiano di continuo regole e modalità che sottraggono moltissimo tempo al nostro lavoro».

Il presidente della Fiva di Bergamo, Mauro Dolci
Mauro Dolci

Gli ambulanti hanno impiegato i “buoni lavoro” per la gestione dei banchi dei mercati e per le fiere itineranti: «Per la nostra tipologia di lavoro è impensabile assumere esclusivamente a tempo indeterminato o a chiamata, specialmente per chi si sposta di continuo per fiere e manifestazioni – commenta Mauro Dolci, presidente provinciale Fiva Federazione Italiana Venditori su Area pubblica -. Con i vecchi voucher si era trovato un giusto equilibrio tra tranquillità delle aziende e possibilità di integrazione al reddito per i prestatori coinvolti. La loro applicazione era inoltre semplice e immediata, dall’attivazione all’acquisto. Speriamo che i nuovi voucher non siano, come purtroppo sembra sulla carta, di davvero difficile applicazione».




Lavoro occasionale, l’Ascom spiega come funzionano i nuovi voucher

cameriera

Dopo l’abolizione dei voucher, il lavoro occasionale è stato normato con un nuovo contratto di prestazione occasionale, reso operativo dalla legge di conversione del DL 50/2017, recentemente approvata.

Si chiama PrestO (acronimo di Prestazione Occasionale), è riservato ad alcune specifiche tipologie di imprese ed è soggetto a limiti relativi sia agli importi che alla durata.

Martedì 17 ottobre, con inizio alle 14.30, l’Ascom di Bergamo organizza, nella sala Caravaggio della Fiera, un seminario sui “nuovi voucher” per aiutare le imprese a districarsi nella nuova normativa sulle prestazioni occasionali. Il seminario offrirà una guida all’utilizzo dei nuovi contratti. Esperti in materia di lavoro spiegheranno chi può usufruirne e come, quali principi li regolano, quale regime fiscale devono rispettare. Sarà un incontro tecnico durante il quale, con l’aiuto della Direzione Inps e del Capo dell’Ispettorato del lavoro, si spiegherà soprattutto come si attivano i nuovi voucher e quali sono gli errori da non fare per evitare sanzioni.

Paolo Malvestiti, presidente Ascom Bergamo Confcommercio, Carlo Colopi, capo Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bergamo e Vittorio Feliciani, direttore provinciale Inps apriranno i lavori. La nuova normativa sui voucher sarà illustrata da Andrea Rapacciuolo, responsabile del coordinamento delle attività di vigilanza dell’Ispettorato Interregionale del Lavoro di Milano.

Il funzionamento della piattaforma telematica Inps per la registrazione delle prestazioni occasionali verrà spiegato nel dettaglio da Orazio Pedalino, funzionario della Direzione Provinciale Inps di Bergamo. Carlo Colopi, capo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bergamo, farà il punto sui controlli degli ispettori del lavoro in caso di prestazioni di lavoro occasionale. L’incontro sarà moderato da Enrico Betti, responsabile Area Lavoro Confcommercio Bergamo.

Per iscriversi al convegno basta compilare questo modulo 

>>Il programma




Buoni pasto, ecco le novità in vigore dal 9 settembre

buoni_pastorthg.jpgIl 9 settembre entra in vigore il decreto del Ministero dello Sviluppo economico (7 giugno 2017 ai sensi dell’articolo 144 del Nuovo codice degli appalti) che disciplina alcuni aspetti e caratteristiche dei buoni pasto.

La normativa non incide sui contratti in essere, ma porta con sé alcune novità:

  • l’ampliamento dei soggetti che possono ricevere buoni pasto (agriturismo, ittiturismo, spacci aziendali, imprese alimentari artigiane, agricoltori per la vendita al dettaglio e il consumo sul posto)
  • la cumulabilità fino a otto buoni pasto
  • la possibilità di acquistare prodotti alimentari anche per il consumo non immediato.

Per quanto riguarda il rapporto tra società emettitrici ed esercizi convenzionati, è introdotto il divieto di ritardare o negare il pagamento di fatture oggetto di contestazioni parziali e l’obbligo di pagare almeno la parte non contestata. La nuova normativa prevede anche misure che depotenziano i servizi aggiuntivi, voci che, secondo quanto denunciato a più riprese dagli esercenti, fanno lievitare, spesso immotivatamente, i costi.

L’aver chiarito e regolato alcuni aspetti del rapporto tra le società emettitrici e le attività convenzionate non ha tuttavia risolto il problema della sostenibilità degli strumenti. «La modifica del Codice degli Appalti avvenuta a maggio scorso – spiega la Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi – ha introdotto una dirompente novità relativamente allo sconto che la società emettitrice dovrà proporre alla Pubblica Amministrazione in sede di gara, che non dovrà essere superiore alla commissione proposta all’esercente». Una norma che potrebbe calmierare le commissioni o, al contrario, innalzarle fino allo sconto offerto nella gara d’appalto. Per questo l’associaizone guarda con preoccupazione al prossimo bando Consip, atteso per gennaio 2018, che potrebbe rafforzare il criterio del massimo ribasso degli appalti.




IL COMMENTO / Occupazione ai livelli pre-crisi, i “lati oscuri” di una buona notizia

colloquio-lavoro

di Oscar Fusini*

La notizia rimbalzata sui media qualche giorno fa relativa al recupero dell’occupazione in Italia non ci ha affatto rinfrancato. I giornali hanno pubblicato i numeri diffusi dall’Inps secondo i quali il mercato del lavoro in Italia ha pressoché recuperato i posti (ne mancano solo 230mila) persi nella doppia crisi 2008-2012 ed ha raggiunto il massimo storico di lavoratori in attività da aprile 2008. La disoccupazione, sempre secondo le stime ufficiali, è calata sotto i 2,9 milioni di unità, valore più basso da dicembre 2012.

Se la notizia è positiva, dal nostro osservatorio la situazione non è però così rosea.

Senza essere pessimisti ad ogni costo, siamo preoccupati per la graduale ma continua riduzione dei lavoratori indipendenti, che in Italia sono passati, dal 2008 ad oggi, dal 35 al 31%.

C’è quindi, e prosegue, il ridimensionamento del mondo dell’impresa, con calo di unità, volume d’affari e, insieme, del numero delle persone, titolari e collaboratori, che lavorano nell’impresa stessa.

Per qualcuno questa concentrazione potrebbe rappresentare una risposta al problema del nanismo delle imprese italiane, per noi il dato rappresenta soprattutto il ripiegamento di un modello economico e sociale che ha garantito crescita e prosperità nel nostro paese. Quel modello ha sostenuto l’imprenditorialità diffusa e la classe media con il suo innalzamento della qualità della vita. E l’elezione americana è lì a confermare quanto la frattura e l’impoverimento della classe media possa determinare esiti inaspettati anche nella politica.

L’impoverimento non è solo quantitativo. Se il lavoro era già pesante per il piccolo imprenditore ieri, oggi è addirittura estenuante perché, a fronte di un ridimensionamento economico e di status, non è corrisposto un effettivo aiuto nella diminuzione degli adempimenti e della burocrazia. Difficile pensare che la spinta al lavoro in proprio come ricerca di uno status e di maggiore guadagno possa mantenersi anche nella nostra provincia ai livelli degli anni del boom economico. I numeri tengono in forza di un turnover di nuovi imprenditori che aprono e chiudono alla ricerca di uno sbocco occupazionale o come risposta alla precarietà del posto di lavoro.

Anche per i lavoratori dipendenti la situazione pensiamo non sia affatto migliorata in questi anni. Crescita inconsistente se non riduzione, mancanza di prospettiva delle imprese unitamente a obiettivi più complessi e budget ridotti hanno imposto impegno più snervante e remunerazioni più contenute per i lavoratori dipendenti. D’altronde sembra quantomeno difficile che un imprenditore che perde o guadagna molto meno possa pagare di più i suoi dipendenti.

Senza una crescita effettiva, di almeno il 2-3% annuo, difficilmente potremo invertire una rotta che offre poche prospettive ai titolari di impresa ed anche ai loro dipendenti. Occorre snellire, sburocratizzare e in generale offrire prospettive di lungo termine e di largo respiro agli imprenditori.

La partita si giocherà sui giovani, la formazione e il loro inserimento nel mondo del lavoro.

Il sistema educativo deve intensificare la crescita delle competenze e i ponti tra scuola e impresa. Il Job’s Act ha dato un segnale di discontinuità rispetto al passato nel rompere il modello dei compartimenti stagni formazione/lavoro/pensione verso un processo più liquido che immette la formazione nell’intero percorso lavorativo della persona. Segnale di cambiamento che deve tradursi in leggi, incentivi, sgravi per non restare nelle intenzioni del legislatore.

Le istituzioni e le scuole devono compiere i passi necessari per rendere realmente appetibile l’assunzione dei giovani. Infine il cambio culturale è anche del mondo dell’impresa che, al di là degli incentivi, deve saper rileggere i propri modelli di alternanza e di inserimento lavorativo che non possono essere interpretati in una logica solo conservativa ma di cambiamento e miglioramento continuo.

Insomma, numeri in crescita a parte, c’è ancora molto, ma molto, da fare.

*direttore Ascom Bergamo Confcommercio



Dettaglio alimentare, rallentano investimenti e occupazione. «Colpa anche dei nuovi voucher»

negozio alimentari

Consumi giù e ricavi in peggioramento. È il quadro che emerge dall’Osservatorio congiunturale sulle imprese del commercio al dettaglio dell’alimentazione realizzato da Format Research per Fida, relativo al primo semestre dell’anno.

Il risultato dei due fattori è un rallentamento di investimenti e occupazione: tra le imprese che hanno visto ridursi i ricavi, oltre la metà è stata costretta – secondo la rilevazione – a rivedere i propri piani di investimento o ad intervenire sugli organici, contribuendo all’immobilismo del quadro occupazionale, in rallentamento nella prima parte dell’anno.

Non aiutano le recenti disposizioni del Governo in materia di lavoro occasionale. Tra le imprese del comparto emerge infatti un malcontento dovuto, da una parte, all’eliminazione dei voucher, dall’altra alla “contromisura” adottata, i cosiddetti “nuovi voucher”.

Ad oggi, solo un’impresa su quattro sembra intenzionata ad utilizzare il nuovo istituto, accompagnato da un’ombra di scetticismo riconducibile alle caratteristiche dello stesso: l’86% delle imprese auspica l’eliminazione del tetto massimo di 5mila euro annui previsto dalla legge e il 70% spera nell’estensione della possibilità di utilizzo dello strumento a tutte le imprese, al di là della dimensione.

Resta stabile, secondo l’Osservatorio, la capacità delle imprese del dettaglio alimentare di far fronte al proprio fabbisogno finanziario. La tendenza resta comunque meno performante della media, anche a causa della pressione fiscale, giudicata in aumento dall’85,9% degli operatori.

Torna difficile, infine, il rapporto con le banche. Se da una parte è stabile la quota di imprese che si recano in banca per chiedere credito, dall’altra diminuiscono coloro che ricevono risposta positiva (il 68%, ma quasi la metà con un ammontare inferiore a quello desiderato).




Nuove professioni, con le regole arrivano anche le opportunità

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«Lo Statuto del lavoro autonomo, approvato lo scorso 22 maggio, riconosce che il lavoro non è solo quello dipendente e che le prospettive di crescita occupazionale sono sempre più legate alle professioni». Così Anna Rita Fioroni, coordinatrice di Confcommercio Professioni, sintetizza la portata della nuova – e attesissima – legge che per la prima volta introduce un quadro di regole per tutte le libere professioni, sia quelle ordinistiche sia quelle non organizzate in ordini e collegi: un’ampia platea, quest’ultima, che copre l’intero spettro dei servizi alla persona e all’impresa, che va da attività più tradizionali, come l’amministratore di condomini o il consulente tributario, a quelle più innovative, spinte dalla progressiva digitalizzazione, come l’esperto di Ict, di comunicazione, il formatore, il designer.

L’occasione il convegno che l’Ascom di Bergamo ha dedicato alle novità legislative e che ha “ufficializzato” l’apertura dell’associazione verso le attività professionali. Oltre a Fioroni, hanno illustrato e si sono confrontati sul provvedimento l’onorevole Elena Carnevali, Maurizio Dal Conte, presidente dell’Anpal, Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro, ed Emmanuele Massagli, presidente Adapt e docente di Pedagogia del lavoro presso l’Università degli Studi di Bergamo.

Numeri in crescita

Che si tratti di un settore strategico lo dimostrano i numeri. Secondo l’ultima analisi effettuata da Confcommercio Professioni, in Italia circa un quarto degli occupati è rappresentato da lavoratori indipendenti e la crescita dei professionisti “non ordinistici” è netta, +49% nel periodo 2009-14, per un totale che nel 2014 si è attestato sulle 340mila unità. Anche in provincia di Bergamo il mondo delle Partite Iva è in crescita: solo nel primo quadrimestre di quest’anno si sono registrate oltre 1.100 aperture, il 5% in più rispetto allo scorso anno.

Più tutele

Anna Rita Fioroni, coordinatrice di Confcommercio Professioni
Anna Rita Fioroni, coordinatrice di Confcommercio Professioni

«Lo statuto – prosegue Fioroni – dà una risposta regolatoria alle nuove esigenze del mercato, in primo luogo alla necessità di tutelare la libera scelta professionale, offrendo condizioni favorevoli, dal punto di vista burocratico, fiscale e previdenziale, per esercitare l’attività».

Tutte importanti le “conquiste”, ottenute anche grazie al confronto costante di Confcommercio Professioni con Governo e Parlamento nella fase di redazione della legge. «Le novità si possono riassumere in tre linee – sintetizza Fioroni -. La prima riguarda la tutela contrattuale vera e propria, in particolare in materia di tempi di pagamento, con la norma che rende inefficaci le clausole oltre i 60 giorni. Il secondo versante è quello del welfare e della previdenza con novità importanti per maternità e conciliazione tra vita e lavoro, tema fondamentale per le libere professioni».

La sfida della competitività…

Il terzo punto è anche quello sul quale Confcommercio Professioni punta maggiormente: la competitività. «L’ambizione – spiega la coordinatrice – è costruire un percorso di rappresentanza unitaria che riconosca il ruolo e il protagonismo delle professioni per l’apporto di qualità che possono dare all’economia». Importanti sono perciò le iniziative che promuovono la formazione e la qualificazione, su tutte la deducibilità integrale delle spese sostenute per la formazione e l’aggiornamento.

«Ci sono poi strumenti che possono diventare strategici, ma che al momento non lo sono e sui quali ci impegneremo con un monitoraggio stretto – evidenzia -. Lo Sportello del Lavoro autonomo, che, in capo ai Centri per l’impiego e agli enti accreditati, dovrebbe orientare chi intende dedicarsi ad una professione indipendente. Ci impegneremo anche nel promuovere presso la Pubblica Amministrazione l’apertura delle gare d’appalto ai lavoratori autonomi, come previsto dallo Statuto. Grandi partite sono anche la costituzione di consorzi e reti e l’attenzione a come le Regioni interpretano la parificazione tra libere professioni e imprese per l’accesso ai fondi strutturali europei». Molto, quindi, deve ancora essere sviluppato per in termini di opportunità.

… e del riconoscimento delle competenze

170717 - convegno lavoro autonomo (1)«Il nuovo statuto è un passo avanti – aggiunge Fioroni – ma non basta. C’è ancora tanto da fare, in fatto di previdenza, ad esempio, di squilibrio tra pressione contributiva e prestazioni previdenziali. E poi c’è il nodo della bassa redditività e la necessità di dare vita ad un sistema moderno che, in un mercato selvaggio, valorizzi le prestazioni di qualità. In questo molto possono fare le associazioni di rappresentanza di settore, chiamate espressamente a rendere riconoscibili le competenze, a vantaggio anche del committente».

In questo nuovo quadro di regole, opportunità e ulteriori riconoscimenti da ottenere come può muoversi il singolo professionista? «La presenza di un coordinamento nazionale tra le diverse associazioni professionali quale Confcommercio Professioni e di un punto di riferimento territoriale, rappresentato dalle Ascom, offrono senz’altro un supporto utilissimo per rappresentanza e servizi», conclude Fioroni.




Lavoro autonomo, professionisti a confronto con gli esperti della nuova legge

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Ascom e Confcommercio Professioni organizzano un convegno dedicato ai titolari di partita Iva, dal titolo “Lavoro autonomo, lo statuto è legge. Quali novità?”, in programma lunedì 17 luglio alle 18 nella Sala Conferenze della sede cittadina dell’associazione.

Con la legge 22 maggio 2017 n. 81, il cosiddetto “Jobs Act degli autonomi”, si supera infatti finalmente il pregiudizio per cui la scelta professionale autonoma sia sempre e comunque involontaria, esito della mancanza di lavoro e non della libera volontà di chi è pronto a sfidare il mercato senza il “paracadute” del contratto di lavoro subordinato.

Il convegno rappresenta un momento di confronto con professionisti e addetti ai lavori sulle nuove misure per la competitività, la formazione, la crescita e il welfare dei lavoratori autonomi. All’incontro, che si aprirà con i saluti del presidente Ascom e Camera di Commercio Bergamo Paolo Malvestiti, prenderanno parte l’onorevole Elena Carnevali, Anna Rita Fioroni, coordinatrice di Confcommercio Professioni, Maurizio Dal Conte, presidente dell’Anpal, Agenzia nazionale per le Politiche attive del lavoro, e Emanuele Massagli, presidente Adapt e docente di Pedagogia del lavoro presso l’Università degli Studi di Bergamo. L’incontro sarà moderato da Elvira Conca, giornalista de L’Eco di Bergamo.

«Il convegno rappresenta il primo impegno della nostra Associazione per estendere e aprire la nostra rappresentanza ai lavoratori autonomi. È una “categoria” in crescita anche nella nostra provincia, che non fa riferimento a ordini o collegi professionali e che non gode delle tutele delle attività d’impresa – sottolinea il presidente Ascom Paolo Malvestiti -. Stiamo creando servizi su misura per il variegato mondo delle professioni e la nostra Cooperativa di Garanzia Fogalco ha già disposto linee di credito dedicate».

«In un’epoca di cambiamento come questa è necessario investire su chi è disposto a rischiare, prima di tutto su se stesso, sulle sue competenze, sui suoi talenti – sottolinea il direttore Ascom Oscar Fusini -. Il Jobs Act è un primo passo in questa direzione per vincere definitivamente ogni diffidenza sul lavoro autonomo e superare il più insormontabile degli steccati tra autonomia e subordinazione: il pregiudizio culturale».




“Vorrei fare il pizzaiolo”: quando un corso ti cambia la vita

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C’è chi decide di cambiare vita, chi è costretto ad inventarsi un lavoro e chi semplicemente vuole apprendere l’arte e metterla da parte per quando potrà realizzare il suo sogno imprenditoriale.

Tiziano Casillo
Tiziano Casillo

Il corso “Vorrei fare il pizzaiolo” ha accompagnato l’Accademia del Gusto di Osio Sotto sin dalla sua nascita ed è tra i più gettonati, complice il fatto che a salire in cattedra ci sia un maestro indiscusso come Tiziano Casillo, che rimbalza come una trottola da un angolo all’altro del globo, conteso a livello internazionale. Anche se capita a volte che sia il mondo a venire ad Osio Sotto, come quando una classe di pizzaioli è arrivata da Taiwan nel 2015 per seguire un corso intensivo di Pizza Art.

Il corso è davvero trasversale per età e nazionalità e vede a fianco di Casillo, Oxana Bokta, che oltre a svolgere il ruolo di assistente dei docenti in Accademia, vanta una specializzazione nelle tecniche dei lievitati. «La soddisfazione più grande per noi è vedere tanti corsisti realizzare il sogno di aprire una pizzeria o diventare ottimi pizzaioli», spiega Daniela Nezosi, direttrice dell’Accademia del Gusto. In 13 anni, al ritmo di tre edizioni l’anno, il corso – che in 40 ore garantisce una full-immersion dalle tecniche di impasto alla scelta delle materie prime, al bilanciamento del topping- ha sfornato ben 500 pizzaioli.

Se non manca chi ha deciso di rinunciare ad un mestiere che comunque impone grandi sacrifici, la maggior parte dei corsisti non si è arreso alle prime difficoltà ed è riuscito con successo a trovare lavoro o a diventare imprenditore di se stesso, anche dopo gli “anta”. Ecco alcuni di questi casi.

“Del Vicolo” di Scanzo, da disoccupata a pizzaiola provetta insieme alla figlia

Emilia Persico e la figlia Elena
Emilia Persico e la figlia Elena

Emilia Persico si è ritrovata all’improvviso disoccupata nel 2006, a 44 anni e con due figli, dopo aver lavorato una vita come impiegata amministrativa. «Ho cercato quindi di seguire la mia passione per la cucina, che mi accompagna da sempre, da quando da ragazzina lavoravo d’estate in alberghi e ristoranti. Così ho trovato lavoro la sera in un ristorante-pizzeria, finché mi sono ritrovata per un imprevisto a sostituire il pizzaiolo. Io non amo l’improvvisazione, così mi sono iscritta al corso dell’Accademia del Gusto e sono stata catapultata in un mondo di grammature, lievitazioni e tecniche di impasto».

Dopo il corso non esita a investire liquidazione e risparmi nella sua pizzeria d’asporto “Del Vicolo” di Scanzorosciate: «Quando lavoravo in azienda passavo ogni giorno davanti a questo negozio in pieno centro con la saracinesca abbassata. Così ho chiuso in fretta il contratto», spiega Emilia Persico, che abita a Nembro.

La pizzeria ha anche una saletta con una ventina di posti a sedere per gustare pizze tradizionali e gourmet appena sfornate, come quella con Moscato di Scanzo o le più ricercate con tartufo, porcini e misticanza. Con la sua passione ha contagiato anche sua figlia Elena, laureata in Lingue e Letterature straniere, che vanta la partecipazione ai campionati europei di pizzeria e all’edizione Pizza in Rosa di Rimini.

È un locale al femminile: «Purtroppo c’è ancora l’idea che il pizzaiolo debba essere un uomo e capita ancora che qualcuno rimanga sorpreso nel vedere due donne a infornare e sfornare». Il sogno nel cassetto è quello di aprire una pizzeria nel Nord Europa, confessa Emilia, che però aggiunge con molta concretezza: «Per ora ci concentriamo sulla nostra attività che in questi 10 anni ci ha dato grandi soddisfazioni».

Nembro, al “Forno 89” la passione è più forte dell’allergia

Cristian Osio
Cristian Osio

La passione per la pizza è stata più forte dell’allergia agli acari della farina per Cristian Osio, originario di Brembate, che ha voluto coronare il suo sogno di diventare pizzaiolo. Una passione nata a Londra, dove si trasferisce a 19 anni e si arrabatta con lavori come lavapiatti e barista fino ad approdare a Brixton da “Franco Manca”, dove Giuseppe Mascoli ha sdoganato la pizza verace napoletana. Inizia con uno stage, ma sfornare pizze a centinaia scatena l’allergia e alla fine deve rinunciare al lavoro pochi mesi dopo l’assunzione.

Prova a passare in cucina, nel locale di Jamie Oliver a Piccadilly Circus, ma decide presto che i fornelli non fanno per lui: «Ho resistito tre mesi, non riesco ad immaginarmi che pizzaiolo – ammette Cristian, che si è tatuato sul bicipite una verace napoletana -. Per me fare la pizza è una magia: è un prodotto che cambia ogni giorno e il risultato non è mai scontato». Così è tornato in Italia dove ha iniziato una cura con tanto di vaccino immunologico per tenere a bada l’allergia e ha viaggiato per scoprire i segreti della vera pizza campana. Poi è stato in Finlandia, dove ha la fidanzata con la valigia pronta per l’Italia e ha fatto la stagione estiva in Grecia, a Samos. Da poco più di un mese ha inaugurato a Nembro “Forno 89”, pizzeria d’asporto con qualche tavolino. «Finalmente posso proporre la mia idea di pizza, a lunga lievitazione, con un buon cornicione ben puntinato, cotta nel forno a legna per eccellenza, realizzato con Biscotto di Sorrento. Ho scelto ottimi prodotti, dalla provola affumicata di Latina alla ricotta Dop, a pelati di qualità e propongo pizze della tradizione campana, da quella con cicoli e ricotta a quella con friarelli e provola affumicata. Spero che la mia pizza, senz’altro diversa da quella “bergamasca”, riesca a conquistare il paese».

Da Osio alle Canarie con le migliori pizze di Maspalomas

Mario Gritti con una delle figlie e la moglie Eliana
Mario Gritti con la figlia Elena e la moglie Eliana

Mario Gritti ha gestito per più di dieci anni il “Bar da Mario” di Osio Sotto, finché la crisi ha messo a dura prova l’attività e ha deciso di iscriversi al corso Ascom con il sogno di aprire un bar-pizzeria d’asporto alle Canarie. «Rimettersi in gioco a 50 anni non è facile, ma grazie al corso dell’Accademia del Gusto e ai preziosi consigli di Tiziano Casillo e Oxana Bokta sento di aver davvero imparato un mestiere. Con molti colleghi del corso ci scambiamo ancora oggi consigli sulle farine, sugli impasti e su altri piccoli dettagli che però fanno sempre la differenza».

Il tempo di trasferire la sua numerosa famiglia, che conta ben quattro figli – Elena, Alessandra, Matteo e Valentina – alle Canarie e ambientarsi e Gritti ha aperto con la moglie Eliana un ristorante pizzeria a Maspalomas, Las Palmas, dal nome “Pasion Loca”. «Mia moglie si occupa della cucina, io della pizzeria e mia figlia Elena cura il servizio in sala, mentre gli altri figli sono ancora impegnati negli studi e la più piccola va all’asilo».

Le soddisfazioni non mancano: «Il nostro locale è apprezzato e per me non c’è soddisfazione più grande nel ricevere i complimenti per la pizza, valutata tra le migliori della cittadina».

A Siviglia la pizza d’asporto di Claudio parla “El Italiano”

Claudio Previtali
Claudio Previtali

Claudio Previtali, originario di Albegno di Treviolo, si trasferisce otto anni fa a Barcellona per amore della moglie Mar, originaria di Siviglia, ma si scontra con la difficoltà di trovare un impiego in Spagna, dopo aver lavorato in campo metalmeccanico nella Bergamasca.

«Ho sempre avuto passione per la pizza e da ragazzino avevo lavorato anche una stagione in un bar pizzeria, così ho deciso di rimettermi in gioco a 49 anni e di tornare sui banchi di scuola all’Accademia del Gusto – racconta -. Conoscevo Tiziano Casillo dai tempi in cui aprì la sua prima pizzeria ad Albegno, ma vederlo all’opera mi ha davvero aperto un mondo e ha rafforzato la mia passione. In barba a chi diceva che non ce l’avremmo fatta, io e mia moglie abbiamo aperto una pizzeria d’asporto. Su consiglio di Casillo ho puntato sulla qualità e sull’italianità. E così è stato anche nel nome “El Italiano”, perché tutti qui mi han sempre chiamato così.È bello sentirsi dire dai clienti che gustando la mia pizza li ho riportati in Italia o entrare nel novero delle migliori pizzerie sivigliane».

Londra, l’ex operaio alla corte di Gordon Ramsay ora sogna lo street food con la pizza

Mattia Pasinetti
Mattia Pasinetti

Mattia Pasinetti, perito elettrotecnico, dopo sei anni di lavoro da elettricista e uno da operaio, decide, ancora giovanissimo, a 25 anni, di cambiare vita e di imparare i segreti che stanno dietro ad una buona pizza. Dopo il corso all’Accademia del Gusto decide di trasferirsi a Londra, dove dopo tre mesi riesce a trovare lavoro come pizzaiolo da Sua Maestà Gordon Ramsay in uno dei suoi locali, a “York and Albany” a Camden Town.

«Nel locale portavo avanti la pizzeria con un altro ragazzo italiano e poi davo una mano in cucina – racconta -. L’head-chef mi ha poi affidato quasi tutti i turni in cucina ed ho visto quanto lavoro ci sia dietro ad un grande piatto. Mi si è presentata l’occasione di lavorare nello street-food, tra catering e ricevimenti, per Born and Raised e così ho cambiato lavoro. Ogni giorno affronto un servizio diverso, dai party ai festival, dai compleanni al catering per il cinema, mi sposto di continuo e per me è davvero stimolante».

La passione per la pizza non l’ha mai abbandonato: «Il mio sogno è quello di aprire una mia attività nel settore dello street food, declinato però all’italiana, a partire ovviamente dalla pizza».

Enio Panzeri e la moglie Cristina
Enio Panzeri e la moglie Cristina

Cisano, l’impresario edile ora guida anche “La Locanda di Cri”

Il suo locale Enio Panzeri, impresario edile, l’ha costruito davvero mattone dopo mattone nel 2005 a Cisano Bergamasco. Dopo averlo dato in gestione, nel 2014 si trova all’improvviso con il locale sfitto e decide così, a 53 anni, di mettere a frutto la sua passione per la buona tavola e di tornare sui banchi di scuola all’Accademia: «A inizio anno mi sono iscritto al corso di cucina con Francesca Marsetti e poi ho appreso i segreti dell’arte pizzaiola con Tiziano Casillo. A dicembre 2014 ho inaugurato con mia moglie Cristina, che si occupa della sala, “La Locanda di Cri”, rinnovando completamente gli ambienti», racconta Panzeri.

“La locanda del locandèr ca sa fa ol so mester” come rivendica anche sul sito, è un tempio della buona cucina e un indirizzo rinomato per la pizza: «Ho deciso di puntare sulla qualità, a partire dalla scelta degli ingredienti, perché uscire a mangiare una pizza deve essere un piacere e non un ripiego. Così nascono le nostre pizze, dalla più semplice con fiordilatte, pomodoro e basilico alle ricette gourmet».




Cavaliere del Lavoro, l’onorificenza alla bergamasca Laura Colnaghi Calissoni (Carvico Spa)

C’è anche l’imprenditrice bergamasca Laura Colnaghi Calissoni tra i 25 Cavalieri del Lavoro del 2017 nominati quest’oggi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Festa della Repubblica.

Avvocato, Laura Colnaghi è presidente della Carvico Spa, azienda fondata dal marito e leader nella produzione di tessuti indemagliabili elasticizzati per lo sport.

Sotto la sua guida, il gruppo nell’ultimo decennio ha consolidato la presenza internazionale con l’apertura di altre sedi commerciali in Cina e Usa e di uno stabilimento produttivo in Vietnam per i mercati del sud-est asiatico. L’export vale l’80% del fatturato, la produzione viene realizzata principalmente nei tre stabilimenti presenti in Italia. Il gruppo ha avviato un piano di produzione tessile a basso impatto ambientale che permette di ricavare tessuti realizzati con il filo di poliammide ottenuto da scarti industriali. Occupa 829 dipendenti, di cui 590 in Italia.

Agonista di sci di fondo, runner, ciclista e nuotatrice l’imprenditrice è tester e testimonial in prima persona dei prodotti innovativi sviluppati dall’azienda. È anche appassionata e sostenitrice dell’arte, con Carvico Spa ha infatti sponsorizzato il restauro della zuccheriera, della nota fontana di Porta Nuova, a Bergamo.

Il titolo di Cavaliere del Lavoro è un riconoscimento per i risultati raggiunti nell’attività di impresa, nella creazione di sviluppo e di posti di lavoro, ma soprattutto per l’impegno ad una responsabilità etica e sociale diretta al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del Paese. Il Presidente della Repubblica è a capo dell’Ordine, retto da un apposito consiglio presieduto dal ministro dello Sviluppo economico. Il processo di selezione è particolarmente rigoroso ed è regolato dalla legge n. 194 del 1986. Considerando le nuove nomine, i Cavalieri del Lavoro sono attualmente 611: dal 1901 ad oggi gli insigniti dell’onorificenza “Al Merito del Lavoro” sono stati 2.847. Lo scorso anno l’onore di ricevere le insegne al Quirinale era toccato ad un altro industriale bergamasco, Pierino Persico della Persico di Nembro,

Gli altri Cavalieri del Lavoro 2017

Giuseppe AMBROSI – 1964 – Brescia – Industria alimentare

È Presidente di Ambrosi Spa dal 1994. L’azienda, fondata dal padre, opera nel settore lattiero-caseario e occupa posizioni di leadership nel segmento premium del mercato dei formaggi tradizionali italiani, come il grana padano, il parmigiano reggiano e il provolone. Sotto la sua guida l’azienda amplia la produzione con l’apertura di un impianto a Podenzano per la stagionatura del Grana, costituisce La Pizza + 1 Srl e si internazionalizza, anche grazie all’accordo con la multinazionale svizzera Emmi, con unità produttive e commerciali in Francia, Germania, Usa e Giappone. La quota dell’export è del 45%. Occupa 500 dipendenti, di cui 300 in Italia.

Luigi AQUILINI – 1932 Canada – Industria edilizia, costruzioni

È Presidente e fondatore di Aquilini Investment Group. Arrivato in Canada all’età di 24 anni, dopo aver lavorato come operaio in una fonderia, giardiniere, calzolaio e muratore, dà vita ad un’impresa nel settore edile, realizzando complessi residenziali a Vancouver e nel resto del Canada. Attraverso la società “Golden Eagle”, attiva nel settore dell’agricoltura, si è affermato tra i maggiori operatori internazionali nella coltivazione e distribuzione di frutti di bosco, apicoltura e acquacoltura imponendosi contestualmente anche nel settore dell’allevamento. Il gruppo, attualmente presente anche nel settore della ristorazione e in quello energetico, occupa circa 9.000 dipendenti di cui 1.500 stagionali.

Catia BASTIOLI – 1957 – Novara – Industria chimica

È Amministratore Delegato della Novamont Spa, leader mondiale nel settore delle bioplastiche. Inizia il suo percorso presso l’Istituto Guido Donegani, Centro di Ricerche Corporate di Montedison dove si occuperà di scienza dei materiali, sostenibilità ambientale e materie prime rinnovabili fino al 1988. Successivamente contribuisce a fondare il centro ricerche Fertec sulle materie prime rinnovabili, diventato poi Novamont. Sotto la sua guida Novamont si trasforma da centro di ricerche a industria di riferimento nel settore delle bioplastiche e dei prodotti da fonte rinnovabile a basso impatto ambientale. L’azienda detiene 90 brevetti base e 900 brevetti internazionali, occupa 279 dipendenti e ha un export pari al 23%. A maggio 2014 ha assunto la presidenza di Terna.

Fabrizio BERNINI – 1957 – Arezzo – Industria robotica e automazione

È Presidente di Zucchetti Centro Sistemi Spa, da lui fondata nel 1985 inizialmente come software house. L’azienda, oggi leader internazionale nel settore della robotica e dell’automazione, opera anche nei settori delle energie rinnovabili e dello sviluppo di software per imprese, enti pubblici e aziende ospedaliere. Tra le realizzazioni di maggior successo il robot per la pulizia delle piscine “NemH20” che, attraverso la tecnologia “wireless”, si ricarica autonomamente in acqua tramite induzione. L’azienda è presente in oltre 50 paesi, con un export del 65% ed è titolare di 110 brevetti relativi a 50 invenzioni. Occupa 177 addetti.

Stefano BORGHI – 1951 – Bologna – Industria impiantistica

È Presidente e Amministratore Delegato della Site Spa, fondata dal padre e oggi attiva a livello internazionale nella “System Integration” e nella realizzazione di impianti tecnologici per infrastrutture di telecomunicazione, trasporto ferroviario ed energia. Già dal 1985 Stefano Borghi ricopre incarichi direzionali quando nel 1990 l’azienda realizza e cura la manutenzione delle reti elettriche di Enel e degli impianti di controllo del traffico ferroviario di R.F.I. Agli inizi del Duemila partecipa alla diffusione della telefonia cellulare come uno dei partner di Omnitel. Oggi Site Spa impiega 1.455 dipendenti e 27 unità locali in Italia, 1 in Algeria, 1 in Croazia e 1 negli Emirati Arabi.

Urbano Roberto Agostino CAIRO – 1957 – Milano – Industria comunicazioni

È Presidente di Cairo Communication Spa, gruppo da lui fondato nel 1995 attivo nel settore dell’editoria e della vendita degli spazi pubblicitari. La crescita dimensionale avviene nel 1999 con l’acquisizione della “Editoriale Giorgio Mondadori S.p.A.”, che segna l’ingresso del gruppo nel settore dell’editoria. Nel 2013, sotto la sua guida, la Cairo Communication acquisisce da Telecom Italia LA7 e LA7d e nel 2016 si aggiudica il controllo di RCS MediaGroup, di cui è Presidente e Amministratore Delegato. La sua carriera ha inizio negli anni ’80 nel gruppo Fininvest, dopo incarichi dirigenziali in Publitalia ’80, diventa Amministratore Delegato di Mondadori Pubblicità Spa. Il gruppo impiega 770 dipendenti.

Marisa CARNAGHI – 1944 – Milano – Industria lavorazioni meccaniche

È dal 1999 Presidente dell’azienda di famiglia Pietro Carnaghi Spa, importante punto di riferimento nel panorama internazionale dei produttori di macchine utensili, l’azienda è oggi leader nella produzione di torni verticali di grosse dimensioni con una capacità annua di produzione di circa 40 macchinari e un know-how che vale il 40% del fatturato. Sotto la sua guida sono stati individuati nuovi mercati e favoriti i continui investimenti in ricerca e sviluppo tecnologico. Nel 2010, su sua iniziativa, è stato avviato un nuovo stabilimento a Trento, che fa capo alla Fly, società partecipata dalla famiglia, per la produzione del “fan case” dei motori aerei Rolls Royce per Boeing e Airbus. L’azienda esporta il 90% della produzione e occupa 200 addetti.

Francesco CASOLI – 1961 – Ancona – Industria elettromeccanica

È Presidente del Gruppo Elica, fondato dal padre nel 1970 e attivo nella produzione di cappe da cucina di design e ad alta tecnologia. Avvia dal 1990, come Amministratore Delegato, una strategia che consente all’azienda di divenire un gruppo multinazionale leader mondiale nel settore. Elica vanta inoltre una posizione di leadership a livello europeo nella progettazione, produzione e commercializzazione di motori elettrici per elettrodomestici e per caldaie da riscaldamento. Realizza ogni anno oltre 19 milioni di pezzi in 8 stabilimenti dislocati in Italia, Messico, Polonia, Germania, India e Cina. L’85% del fatturato è realizzato sui mercati esteri. Occupa oltre 3.700 dipendenti, di cui oltre 1.100 in Italia.

Maurizio CIMBALI – 1945 – Milano – Industria macchine per l’industria alimentare

È Presidente del Gruppo Cimbali, azienda di famiglia presente a livello mondiale nella progettazione e produzione di macchine professionali per caffè, bevande solubili e attrezzature per la caffetteria. Il gruppo, con una quota di mercato del 25%, ha 3 stabilimenti produttivi in Italia e 7 filiali estere. L’ingresso nel Gruppo di Maurizio Cimbali avviene alla fine degli anni ’70 e segna il passaggio verso l’internazionalizzazione. Sotto la sua guida l’azienda acquista la società FAEMA, suo principale concorrente italiano. Oggi il gruppo ha un export dell’80%, vende circa 46.000 macchine all’anno e detiene 50 brevetti, 15 ottenuti negli ultimi 3 anni. Occupa 650 addetti, di cui 447 in Italia.

Giuseppe Valentino CONDORELLI – 1967 – Catania – Artigianato prodotti dolciari

È Amministratore Delegato dell’Industria Dolciaria Belpasso, azienda di famiglia fondata nel 1933. Alla scomparsa del padre dà un nuovo impulso all’azienda ampliando la gamma di prodotti e affermandosi come leader nella produzione del latte di mandorla. Oggi l’azienda produce oltre 160 specialità, da ricorrenza e per il consumo quotidiano, utilizzando materie prime del territorio. È presente all’estero, con una significativa rete di vendita, in Europa, Stati Uniti, Canada, Russia, Brasile, Colombia, Costa Rica, Australia, Arabia Saudita, Singapore e Corea del Nord. Occupa 50 addetti.

Juan Bautista CUNEO SOLARI – 1932 – Cile – Commercio grande distribuzione

È Presidente Onorario di S.A.C.I. Falabella, leader nel settore della grande distribuzione in America Latina con oltre 300 grandi magazzini e 32 centri commerciali. Nato in Cile da una famiglia di emigranti, dopo la professione di ricercatore universitario inizia a lavorare per l’azienda dello zio, Falabella, specializzata nel confezionamento di camicie. Sotto la sua guida l’azienda diventa uno dei principali gruppi del retail per l’abbigliamento, l’alimentare, i prodotti per la casa e il fai da te. Occupa 100.000 dipendenti, di cui 50.000 solo nel Cile. È presente nel settore agricolo con l’azienda vitivinicola “Casa del Bosque” e con un’azienda agricola-zootecnica nel sud del Paese con oltre 2.000 mucche di razze selezionate.

Cesare DE MICHELIS – 1943 – Venezia – Industria editoria

È Presidente di Marsilio Editori Spa, che ha contribuito a fondare e che guida dal 1969. Grazie al suo impulso, la casa editrice avvia una lunga fase di espansione e apre il catalogo, oltre che all’architettura, urbanistica e sociologia, anche alla saggistica politico-culturale e alla narrativa di giovani autori italiani. Nel 2000 Marsilio entra a far parte del gruppo RCS Libri, mantenendo tuttavia identità nelle scelte editoriali. Nell’agosto 2016 la casa editrice è stata riacquisita dalla famiglia De Michelis tornando così ad essere totalmente indipendente. In oltre 50 anni, la società ha pubblicato oltre 6.500 titoli, di cui 3.000 ancora in listino, proponendo circa 250 novità l’anno. Occupa 30 addetti.

Luigi DE ROSA – 1955 – Salerno – Industria trasporti, logistica

È Amministratore Unico della Smet Spa, player europeo nella logistica integrata e nei trasporti. L’azienda, fondata dal padre come piccola ditta di trasporto merci, è stata da lui rilevata nel 1975. Sotto la sua guida viene avviata una politica di espansione commerciale che porta la società a diventare operatore logistico esclusivo di grandi gruppi industriali e outsourcer logistico per la gestione magazzini dei clienti. Il Gruppo, con una flotta di oltre 700 trattori e 2.000 multimodali, ha 10 sedi operative in Italia ed è presente in Spagna, Romania e Belgio. La Smet, da sempre attenta ad una logistica a basso impatto ambientale, nel 2016 ha implementato il trasporto ferroviario e quello marittimo con oltre 70.000 imbarchi di mezzi multimodali. Occupa 315 addetti.

Pietro DI LEO – 1961 – Matera – Industria prodotti da forno

È Amministratore Unico della Di Leo Pietro Spa, azienda di famiglia attiva nella produzione di prodotti da forno e prodotti tipici del territorio. Su sua iniziativa viene avviata un’ampia automazione dei sistemi di produzione con ridotti livelli di emissioni inquinanti. L’attuale stabilimento occupa una superficie coperta di 18.000 mq su un’area complessiva di 100.000 mq. Al suo interno operano cinque linee di produzione completamente automatizzate con una capacità produttiva annua di 180.000 quintali. L’azienda ha ottenuto importanti certificazioni per la qualità e per il sistema di gestione della sicurezza alimentare. Occupa 40 dipendenti.

Nicola DI SIPIO – 1953 – Pescara – Industria accessori per autoveicoli

È Presidente e fondatore della Raicam Group, uno dei principali produttori mondiali di pastiglie e ganasce per freni a disco e a tamburo e di sistemi di frizione per auto, veicoli commerciali e truck. All’età di 15 anni lavorava come cameriere di notte e agricoltore di giorno, a 29 anni con la vendita della sua automobile avvia la sua prima attività, rigenerando ganasce usate da vendere alle officine meccaniche. Oggi il Gruppo fornisce le principali case automobilistiche dell’automotive e opera attraverso 3 stabilimenti in Italia e 1 in Inghilterra e dal 2014 è presente anche in India e Brasile con 2 impianti di produzione. Il 60 % del fatturato proviene dall’export. Occupa oltre 400 dipendenti.

Michael EBNER – 1952 – Bolzano – Industria editoria giornali

È Presidente delle Funivie Ghiacciai Val Senales, porta d’accesso a oltre 35 km di piste attrezzate, uno dei maggiori motori di sviluppo in Val Senales e nell’intera regione. Attivo anche nel settore alberghiero attraverso la proprietà dell’Hotel Terme di Merano, Ebner è inoltre Amministratore Delegato della casa editrice Athesia che pubblica il quotidiano in lingua tedesca Dolomiten, il quotidiano in lingua italiana Alto Adige di Bolzano e il secondo quotidiano di Trento, il Corriere Trentino. Il gruppo occupa circa 1.000 addetti nei diversi rami aziendali: tipografia, media, casa editrice, commercio e turismo.

Francesco MALDARIZZI – 1955 – Bari – Commercio automobili

È Presidente del Gruppo Maldarizzi, tra i primi concessionari sul mercato auto italiano con oltre 10.000 veicoli venduti l’anno tra nuovo e usato. Il Gruppo fondato nel 1979, è oggi attivo in Puglia, Basilicata e Calabria. Opera attraverso tre società: Millenia, concessionaria ufficiale dei marchi FIAT, Motoria, concessionaria ufficiale Mercedes-Benz e Unica, concessionaria ufficiale dei marchi BMW e Mini. Ha sedi a Bari, Modugno, Trani e Matera e Foggia e occupa circa 150 addetti.

Federico MARCHETTI – 1969 – Milano – Commercio elettronico, beni di lusso

È Amministratore Delegato del Gruppo Yoox Net a Porter Spa, leader mondiale nell’e-commerce del settore moda e lusso. L’azienda, da lui fondata nel 2000, si è affermata come partner globale di Internet retail per i principali brand della moda e del design attraverso gli on line store “Yoox.com”, “Thecorner.com”, “Shoescribe.com”. Il gruppo opera attraverso centri logistici specializzati in Europa, Stati Uniti, Cina, 8 centri customer care, un’operatività in 11 lingue e 10 valute diverse. È presente in 180 paesi con un export del 93%. La società è impegnata in progetti e iniziative di sostentamento ambientale e umanitario. Occupa 4.128 dipendenti.

Licia MATTIOLI – 1967 – Torino – Artigianato gioielleria

È Amministratore Delegato della Mattioli Spa, specializzata nella creazione e lavorazione di alta gioielleria e oreficeria. Nel 1995 acquisisce l’Antica Ditta Marchisio Spa, storica azienda del settore orafo in ambito nazionale che successivamente cede al gruppo Richemont. Dallo spin-off dell’Antica Ditta Marchisio nasce nel 2013 la Mattioli Spa. L’azienda esporta il 90% della produzione ed è presente nel mondo con 300 punti vendita. È una realtà societaria in cui vivono due anime complementari, quella propriamente produttiva dedicata ai grandi marchi della gioielleria mondiale e quella relativa al proprio brand, distribuito in 30 paesi. Occupa 68 dipendenti.

Carlo MESSINA – 1962 – Milano – Credito

È Consigliere Delegato e Chief Executive Officer di Intesa Sanpaolo, il gruppo bancario
leader in Italia con circa 90.000 dipendenti, oltre 3.900 filiali e 11,1 milioni di clienti in Italia. È presente all’estero in 12 paesi con 1.100 sportelli e 7,7 milioni di clienti delle banche controllate operanti nel commercial banking. Messina, dopo una carriera direzionale in BNL e nel Banco Ambrosiano Veneto, entra in Intesa Sanpaolo dove, dopo aver ricoperto incarichi di responsabilità come Direttore pianificazione e controllo e successivamente come Chief Financial Officer e Direttore Generale, nel 2013 giunge al vertice dell’istituto bancario.

Francesco MUTTI – 1968 – Parma – Industria conserve

È Amministratore Delegato del Gruppo Mutti dal 1994, azienda di famiglia leader nel mercato dei derivati del pomodoro. Sotto la sua guida vengono realizzati importanti investimenti per garantire la qualità del prodotto e dei processi. Le colture vengono circoscritte nel raggio di 130 km dagli impianti di trasformazione per assicurare la freschezza dei prodotti. Nel 2001 il Gruppo ottiene la certificazione attestante la totale assenza di OGM. L’impegno per la sostenibilità ambientale ha portato l’azienda nel 2015 ad una riduzione del 4,6% di “impronta idrica” e del 27% di emissioni di CO2 lungo l’intera filiera. La produzione è di 280.000 tonnellate l’anno e i prodotti a marchio Mutti sono esportati in 82 paesi. Occupa 266 dipendenti stabili e 416 stagionali.

Massimo PEROTTI – 1960 – La Spezia– Industria nautica

Dopo esser stato Amministratore Delegato in Azimut, dal 2005 è Presidente e Amministratore Delegato di Sanlorenzo Spa, della quale ha acquisito la quota maggioritaria. L’azienda, leader nel segmento della cantieristica internazionale da diporto, è tra le realtà più rappresentative del made in Italy nautico nel mondo. Sotto la sua guida, la compagnia ha conosciuto una costante crescita riuscendo a posizionarsi al secondo posto tra i 20 maggiori costruttori di imbarcazioni sopra i 24 metri. Opera attraverso 3 cantieri ad Ameglia, La Spezia e Viareggio e occupa 269 dipendenti.

Giuseppe RECCHI – 1964 – Roma – Industria infrastrutture, telecomunicazioni

È dal 2014 Presidente di Telecom Italia, player mondiale nell’offerta di servizi di telefonia fissa, mobile, Internet e televisione via cavo. Dopo essere stato Presidente della Recchi America Inc., entra a far parte della multinazionale americana General Electric diventandone Presidente e Amministratore Delegato South Europe. Nel 2011 viene nominato Presidente del Gruppo Eni. Nel 2016 Telecom ha realizzato investimenti industriali per 4,9 miliardi di euro e, sul mercato domestico, ha raggiunto con fibra ottica il 60% delle unità immobiliari e con rete mobile 4G oltre il 96% della popolazione. Il Gruppo è presente in 37 paesi.

Marco ZIGON – 1953 – Napoli – Industria elettromeccanica

È Presidente della Getra Spa, azienda di famiglia leader nella progettazione e produzione dei trasformatori elettrici di grande e media potenza, di trasformatori di distribuzione e di sistemi di interconnessione delle reti di alta tensione. Nel 2009 ha guidato la trasformazione dell’azienda in holding, a cui fanno capo 5 società e 2 filiali estere per il coordinamento delle attività di cantiere e di business in Medio Oriente e in Nord Africa. Partner dei principali contractors e utilities operanti nel settore della produzione e distribuzione di energia elettrica, impiega complessivamente oltre 400 addetti. È Presidente della Matching Energies Foundation promotrice di progetti scientifici in collaborazione con poli universitari.