Architetti e ingegneri: l’aggregazione e la condivisione nel futuro delle libere professioni

Architetti e ingegneriPerdita della dignità e riconoscibilità della libera professione, redditi annuali sempre più bassi e normative e regimi fiscali che non supportano l’architetto e l’ingegnere libero professionista: La soluzione? Unirsi, formare studi professionali multidisciplinari e introdurre incentivi fiscali per l’aggregazione e la trasmissione delle conoscenze, soprattutto per far leva sulle libere professioni. È un futuro a luci e ombre soprattutto per le nuove generazioni quello emerso al convegno «Architetti, Ingegneri e Libera Professione – Strategie e azioni per una professione migliore, esperienze a confronto» tenutosi questa mattina, sabato 20 maggio, all’Auditorium i.lab, «sede di Italcementi e del centro innovazione di prodotto di tutto il Gruppo HeidelbergCement – ha dichiarato Roberto Callieri, amministratore delegato di Italcementi -. Grazie alla presenza dell’Ordine degli Architetti di Bergamo che ha scelto il nostro centro congressi come sede del convegno abbiamo la possibilità di far conoscere ancora meglio l’edificio, progettato da Richard Meier ed esempio di applicazione concreta di soluzioni innovative e sostenibili per il mondo delle costruzioni».

A Bergamo un architetto ogni 480 abitanti

Con circa 700 architetti iscritti in webinar, 200 presenti in sala e moderato da Silvia Vitali, componente del Comitato nazionale delegati Inarcassa, il convegno si è aperto con i saluti dell’ingegnere Donato Musci, consigliere Ordine Ingegneri di Bergamo, Roberta Orio, coordinatrice del Gruppo di lavoro «contratti e compensi» della Consulta degli Architetti Lombardi, e Chiara Raffaini, vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Bergamo, che ha ricordato come «A Bergamo c’è un architetto ogni 480 abitanti mentre la media europea è uno ogni 1000. Una situazione che ha portato a studiare soluzioni per prevenire l’abbandono della libera professione: come Ordine di Bergamo stiamo infatti cercando di lavorare su più livelli per sostenere i nostri iscritti».

Creare le condizioni per valorizzare la categoria

Venire incontro alle esigenze della categoria è l’obiettivo del Consiglio Nazionale Architetti, sempre in prima linea nel promuovere iniziative per far conoscere la professione dell’architetto come ha spiegato il consigliere Cna Alessandra Ferrari: «Stiamo lavorando in sinergia con altre istituzioni, enti e università per creare le giuste condizioni per valorizzare la categoria, a cominciare dall’accesso al mondo del lavoro in tema di esami di stato e tirocini. Stiamo studiando anche come dare forma normativa a nuove società tecniche di professionisti e proposto la sostituzione degli studi di settore con rating di affidabilità, oltre a lavorare sulle norme Uni, sull’innovazione del Bim e a promuovere iniziative come Studi Aperti che il 26 e 27 maggio vedrà oltre 600 studi di tutta Italia aprire le porte al pubblico».

L’aggregazione per far fronte al mercato saturo e al calo dei redditi

Prendendo spunto dal recente calo di iscrizioni agli Ordini e dall’aumento delle cancellazioni, in particolare di professionisti giovani e donne giovani architette, il convegno ha acceso i fari anche sulle criticità reddituali e fiscali di chi esercita la libera professione: «Negli ultimi dieci anni il lavoro autonomo è aumentato del 18% rispetto all’occupazione del lavoro indipendente ma ha subito una perdita del 15% del reddito che su una media annuale di 40 mila euro incide molto – ha detto Alessandro Testa, commercialista e Tesoriere dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Bergamo -. La soluzione è quella di formare studi professionali aggregati perché l’aggregazione porta diversi vantaggi tra cui la condivisione dei costi, dagli adempimenti alle strumentazioni e alle spese di gestione, e il confronto quotidiano con i colleghi. Sarebbe opportuno, inoltre, introdurre un incentivo fiscale per l’aggregazione e la trasmissione delle conoscenze per far leva sulle libere professioni».

Dall’equo compenso al ruolo del sindacato

Criticità e prospettive che si riflettono anche in campo previdenziale: «Negli ultimi anni gli architetti hanno perso il 40% dei loro redditi – ha sottolineato Andrea Tomasi, presidente uscente della Fondazione Inarcassa, la Cassa nazionale di previdenza e assistenza per gli ingegneri e architetti liberi professionisti -. Per questo servono maggiori garanzie come l’equo compenso e il contrasto ai bandi irregolari e allo split payment, oltre a promuovere la formazione di hub internazionali per accompagnare gli architetti italiani sui mercati esteri».

Paolo Recalcati, presidente Inarsind-Bergamo, che con oltre 100 iscritti è la sezione più numerosa di Italia, ha ricordato il ruolo del sindaco per le consulenze offerte e per la strumentazione messa a disposizione degli iscritti. «Occorre però una semplificazione e riduzione della burocrazia – ha aggiunto Ivan Locatelli, vicepresidente nazionale Inarsind -. Per questo il 13 maggio siamo scesi in piazza per tutelare la categoria chiedendo di garantire un servizio di qualità e per esigere un giusto compenso».

 

 




Lavoro autonomo, ecco la legge. «Per la prima volta si danno risposte alle istanze delle professioni»

professioni - professionisti

Il Senato ha dato l’ok al ddl sul lavoro autonomo e agile. Il provvedimento, approvato con 158 sì, 9 no e 45 astenuti, diventa così legge dopo quasi 15 mesi dal varo in Consiglio dei ministri. Congedi parentali per i lavoratori iscritti alla Gestione separata dell’Inps (per un massimo di 6 mesi entro i primi 3 anni di vita del bambino), “paletti” per arginare i ritardi dei pagamenti nei confronti degli autonomi, spese per la formazione detraibili fino a 10.000 euro annui. E, ancora, estesa la Dis-coll (l’indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi) ai ricercatori universitari e disciplinato il lavoro “agile” (“smart working”) attraverso l’uso degli strumenti tecnologici tra le novità più rilevanti.

Anna Rita Fioroni
Anna Rita Fioroni

«Non possiamo che ribadire  il nostro favore  per l’introduzione di un nuovo  quadro regolatorio per il lavoro autonomo professionale indipendente. Per la prima volta si dà risposta alle istanze provenienti da questo settore, accogliendo anche molte  delle  nostre sollecitazioni», è il commento di Annarita Fioroni, responsabile di Confcommercio Professioni.

«Positivo  il tentativo di introdurre misure per la competitività e la crescita professionale valide per tutti i professionisti permettendo, ad esempio, la deducibilità integrale delle spese per la formazione e l’aggiornamento professionale, comprese le spese di viaggio e soggiorno. Bene – continua Fioroni – anche le misure che contrastano i ritardati pagamenti anche a carico della PA e la previsione dell’inefficacia delle clausole che stabiliscono pagamenti ai professionisti oltre i 60 giorni. Sul tema dei compensi rimangono comunque le difficoltà di negoziazione quando c’è asimmetria tra le parti. Maggiori opportunità anche dall’estensione a tutti i professionisti dell’accesso agli appalti pubblici e l’introduzione di misure per la riqualificazione, la  ricollocazione e l’orientamento dei lavoratori autonomi, oltre all’accesso ai Fondi europei che viene confermato in modo strutturale per i professionisti al pari delle Pmi. Il contratto di rete per i professionisti e le associazioni temporanee professionali potranno  favorire l’accesso ai bandi».

«In tema di congedo parentale – aggiunge la responsabile di Confcommercio Professioni -, un importante avanzamento è stato fatto estendendo ed ampliando il relativo trattamento, ci sono modifiche migliorative sui trattamenti per le malattie gravi per gli iscritti alla gestione separata Inps. Tra le altre misure introdotte, per  i professionisti senza cassa, è significativa la possibilità di fruire della indennità di maternità, indipendentemente dall’effettiva astensione della lavoratrice autonoma dalla propria attività». «Per il futuro – conclude –  ci auguriamo che venga affrontato il problema della costante riduzione di reddito dei professionisti con azioni che soprattutto semplifichino burocrazia e fisco, cosa che non avviene ad esempio  con le ultime misure del Governo contenute nella Manovra come l’estensione dello split payment ai professionisti che lavorano con la PA e le società quotate».

Le novità

PAGAMENTI TUTELATI

Norme sulle transazioni commerciali già in vigore applicate a professionisti, artigiani e collaboratori coordinati: i compensi per le prestazioni dovranno avvenire entro un termine concordato, ma mai superiore a 60 giorni, e se il termine non è pattuito la scadenza naturale sarà entro 30 giorni dall’emissione della fattura.

MATERNITÀ E MALATTIA

Gravidanza, malattia e infortunio non comporteranno automaticamente l’estinzione del rapporto, la cui esecuzione, su richiesta della lavoratrice, rimarrà sospesa, senza diritto al corrispettivo, per un periodo non superiore a 150 giorni per anno solare, fatto salvo, però, “il venir meno dell’interesse” del cliente. I congedi parentali saliranno da 3 a 6 mesi e saranno fruibili fino a che il bambino (anche adottato, o in affidamento) non compirà 3 anni.

ATTI P.A. A PROFESSIONISTI

Esercitando una delega, il Governo dovrà individuare funzioni della Pubblica amministrazione da devolvere agli esponenti delle varie categorie.

PIÙ WELFARE DA ENTI DI PREVIDENZA

Le Casse pensionistiche private potranno attivare ulteriori prestazioni sociali, “finanziate da apposita contribuzione”, destinate soprattutto ad associati vittime di una “significativa riduzione del reddito per ragioni non dipendenti dalla propria volontà”, o con “gravi patologie”.

FORMAZIONE “SCONTATA”

Deducibili, entro i 10.000 euro all’anno, i costi sostenuti per seguire master, o corsi di aggiornamento, o per iscriversi a convegni.

DIS-COLL AI RICERCATORI

Dal primo luglio 2017 verrà riconosciuta la Dis-coll (l’indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi introdotta nel 2015 da un decreto attuativo Jobs Act, ndr) ai collaboratori, agli assegnisti e ai dottorandi di ricerca universitari, a fronte di un incremento dell’aliquota contributiva dello 0,51%.

CENTRI PER L’IMPIEGO

Nei Centri per l’impiego pubblici (Cpi) verrà allestito uno sportello dedicato al lavoro autonomo, per favorire l’incontro fra domanda ed offerta.

LAVORO AGILE REGOLAMENTATO

Si promuove lo “smart working”, inteso come modalità di esecuzione del rapporto subordinato “stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro”, e con “il possibile utilizzo di strumenti tecnologici”.




Alternanza scuola-lavoro, alla Camera premio a RadiciGroup e Istituto Natta

Amodeo-Beltrami e studentiUlteriore importante riconoscimento per “Poliammide di Classe”, il progetto di ricerca in alternanza scuola-lavoro nato dalla collaborazione tra l’Istituto Natta di Bergamo e RadiciGroup, con il supporto di Confindustria Bergamo: ieri, infatti, la dirigente scolastica Maria Amodeo, accompagnata da insegnanti e studenti dell’Istituto e da Roberta Beltrami – responsabile “Education” di RadiciGroup – ha ritirato il premio “Amministrazione, Cittadini, Imprese 2017”, istituito da ItaliaDecide, con il patrocinio del Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, e in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. A consegnare il riconoscimento sono state Marianna Madia, ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, e Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che si sono complimentate per il progetto, ma anche per l’esperienza virtuosa di scambio di conoscenze tra mondo scolastico e azienda: il rapporto di collaborazione tra istituto Natta e RadiciGroup, infatti, continua su altre iniziative che daranno presto i primi frutti, consapevoli sempre più che il dialogo continuo tra diverse realtà sia di fondamentale importanza per la crescita dei ragazzi ma anche delle persone già operative nel mondo del lavoro. «Siamo orgogliosi di questo progetto – ha dichiarato Maria Amodeo – che dimostra come la cooperazione tra scuola e azienda possa portare risultati ambiziosi per entrambe le parti. E il riconoscimento di oggi ci dà la carica per continuare su questa strada e proseguire con una formazione “sul campo” dei nostri ragazzi». Soddisfatta anche Roberta Beltrami di RadiciGroup: «Poliammide di classe è stato un progetto entusiasmante anche per noi in azienda: i nostri ricercatori hanno interagito con gli studenti e gli insegnanti scambiandosi conoscenze, esperienze e know-how. I nostri laboratori sono diventati per la durata del progetto l’aula dei ragazzi. Insomma un’interazione positiva che può diventare esempio per tanti altri istituti in tutta Italia».

Delegazione BG Natta a roma

Cosa è Poliammide di Classe?

“POLIAMMIDE DI CLASSE”: nuove poliammidi da fonti Bio per applicazioni in ambito tessile e articoli tecnici, è un progetto nato dalla volontà di RadiciGroup di poter contribuire a realizzare gli obiettivi individuati dalla riforma governativa italiana de “La Buona Scuola”. Obiettivi tra cui quello di favorire una maggiore e migliore cooperazione tra istruzione tecnica e mondo produttivo industriale. Il progetto ha coinvolto 16 studenti del 4º anno dell’Istituto Giulio Natta. Nello specifico: 8 alunni dell’articolazione Chimica e Materiali, 4 dell’articolazione Biotecnologia Ambientali e 4 legati al Liceo delle Scienze Applicate – e 3 docenti e si è svolto nell’anno scolastico 2015/2016. Si è articolato in 5 giornate di lezione in aula presso le aziende Radici Novacips SpA e Radici Yarn, giornate mirate a sviluppare le conoscenze di base sulle poliammidi e sulla gestione di progetti di sviluppo. Sono seguite due settimane di stage in azienda. Sono stati approfonditi temi quali per esempio le analisi chimiche e il controllo dei monomeri derivati dalle piante e utilizzati nella sintesi della poliammide, l’impatto ambientale dei processi, il metodo LCA, il processo di filatura fashion, l’eco progettazione. Sono state effettuate visite presso gli impianti produttivi. Dopo le due settimane di stage in azienda, a fine febbraio 2016 i ragazzi hanno presentato all’interno degli spazi aziendali i risultati dei loro progetti. A maggio 2016 i ragazzi hanno esposto i loro progetti durante la quinta edizione di Io e Lode, iniziativa lanciata da Confindustria in collaborazione con l’ufficio scolastico di Bergamo.

 

 




In bar e ristoranti il lavoro è giovane, femminile e cosmopolita

sala - ristorante - cameriere

I pubblici esercizi danno lavoro soprattutto a giovani, donne e stranieri. È la fotografia scattata dalla Fipe in occasione della fiera Bit ad evidenziare le principali caratteristiche e tendenze dell’occupazione nel settore e a metterle a confronto con l’andamento dell’intero sistema del turismo.

Tra le informazioni più interessanti la forte presenza femminile, soprattutto in bar e ristoranti, dove le donne rappresentano circa il 55% del lavoro dipendente. «I dati positivi testimoniano il prezioso contributo che il nostro settore porta all’intero comparto turistico, facendone un modello di qualità ed eccellenza nel mondo – ha dichiarato il presidente Fipe Lino Enrico Stoppani -. La professionalità, l’attenzione al dettaglio, la passione con cui gli operatori lavorano ogni giorno nei bar e ristoranti italiani costituiscono un motivo di grande orgoglio, insieme al fatto che il settore dei pubblici esercizi consente a molti giovani, donne e mamme di intraprendere un percorso professionale stabile e duraturo anche se con proprie caratteristiche di flessibilità. Desideriamo tuttavia esprimere ancora una volta forte preoccupazione per uno scenario in cambiamento a seguito dell’abolizione dei voucher, la quale sta creando un vuoto normativo da colmare al più presto. Servono a questo punto modalità alternative che consentano di preservare la legalità e contrastare forme di lavoro nero che i voucher avevano contribuito a limitare».

Entrando nel dettaglio dei dati, emerge che il maggiore numero di lavoratori dipendenti nel turismo è occupato presso i pubblici esercizi, dove il valore medio annuo è di 703.110 unità, pari al 73% del totale nazionale.

Largo ai giovani

Bar e ristoranti possono contare su un numero particolarmente elevato di addetti giovani: il 16,9% dei dipendenti ha meno di 20 anni, il 31,1% è tra i 20 e i 30 anni, mentre i lavoratori dipendenti tra i 30 e i 40 anni si attestano su una percentuale del 24,2%. Sempre nei pubblici esercizi risulta impiegato il numero più alto di apprendisti: su un totale di circa 65mila unità, 54.631 hanno trovato impiego nel 2015 in bar, ristoranti, mense, stabilimenti balneari e discoteche.

Le tipologie contrattuali

Il lavoro a tempo parziale è una modalità particolarmente diffusa nei pubblici esercizi, che nel turismo costituiscono il comparto con la maggiore incidenza di rapporti di lavoro a tempo parziale (62,4%). La forma di part time a cui si ricorre maggiormente è quella di tipo orizzontale, con 451mila addetti su 508mila lavoratori complessivi con orario di lavoro part time. Per quanto riguarda il lavoro “intermittente” o a chiamata, nel 2015 circa 49mila addetti sono stati impiegati dalle imprese del comparto dei pubblici esercizi, con una prevalenza per il contratto a tempo indeterminato.

Un settore cosmpolita

Passando alla provenienza del personale, lo scenario dei pubblici esercizi è il più cosmopolita del comparto turismo: i lavoratori stranieri, coerentemente al resto del lavoro dipendente si concentrano per il 73% nei pubblici esercizi, con un’incidenza del 24,7% e una percentuale di donne pari al 47%.

La stagionalità

Nei mesi di punta dell’estate i livelli occupazionali crescono circa del 10%, mentre il numero delle aziende operative subisce una variazione più contenuta raggiungendo il picco massimo in luglio (+8,4% sulla media annua), e il picco minimo in febbraio (-9% sulla media annua).

L’evoluzione delle dinamiche occupazionali

Nel periodo 2014-2015, il numero delle imprese con dipendenti ha fatto registrare un lievissimo aumento (0,6%), dovuto esclusivamente alla performance delle aziende di pubblico esercizio (0,8%), mentre tutti gli altri comparti del turismo hanno fatto registrare un saldo negativo. Tra il 2010 e il 2015 l’occupazione del settore turismo è cresciuta in larga misura grazie alle dinamiche interne di comparto dei pubblici esercizi, dove l’occupazione media è aumentata di circa 95mila unità, in gran parte attribuibile ad un incremento del numero delle imprese con dipendenti di 16mila unità. In particolare nei pubblici esercizi il numero di occupati ha registrato una crescita del 2,9%




Il congresso della Cisl, Piccinini: “Bergamo torni protagonista: un’alleanza sul territorio per lavoro e welfare”

piccininiCisl“Creare lavoro è la vera priorità e non esistono scorciatoie. Il lavoro non si crea per legge, ma riorientando le politiche attuali e costruendo politiche nuove. È ora di chiudere una stagione di continue riforme normative”. Dal palco del 18° congresso, aperto mercoledì mattina alla Fiera di via Lunga, a Bergamo, Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl provinciale, ha messo subito in chiaro le strategie del sindacato di via Carnovali per il prossimo quadriennio. Persona e Lavoro, oltre a caratterizzare lo slogan di questa assise, infatti, sono parti fondanti della politica sindacale della Cisl di Bergamo. La priorità vera è quindi quella di creare più lavoro e di elevare e qualificare il lavoro che esiste, ma anche risorse e strutture per intervenire su chi è in stato di grave povertà. Una duplice azione che si esplicita nella relazione di Piccinini e che sarà la politica del sindacato su questo territorio.

“Facciamo del 2017 l’anno in cui si pongano come questioni da affrontare subito l’occupazione giovanile e le politiche attive del lavoro. Partiamo dall’apprendistato duale, che deve diventare la modalità più comune per concludere un ciclo di studi e raggiungere una qualificazione. Se non affrontiamo in modo rinnovato i temi della qualificazione del lavoro, della formazione continua e delle politiche occupazionali, tutto il sistema di relazioni sindacali, nazionali e territoriali,  rischia di rimanere fermo e poco incisivo”. Le ferite aperte da questi lunghi anni di crisi non si sono ancora del tutto rimarginate. Cresce il numero di persone e di famiglie che fanno fatica, senza prospettive di lavoro oppure schiacciate nella parte più precaria e poco qualificata dell’economia bergamasca. Serve – incita Piccinini – un rinnovato sforzo degli attori politici e sociali del territorio. “Non è solo un problema di lavoro che manca, di quantità. È soprattutto un problema di qualità del lavoro che c’è. Se non attraverso il sindacato, la Cisl, con quale voce potrebbero far sentire il loro disagio e la loro sofferenza queste persone?  Le istituzioni e i soggetti economici e sociali devono assumersi il tema di come riprogettare uno sviluppo del territorio in una visione di prospettiva e progetto complessivo in grado di far leva sulle tante opportunità e punti di forza che il nostro territorio rappresenta”. L’idea della segreteria Cisl è quella di avere una cabina di regia e gruppi di approfondimento tematico sulla ricerca Ocse coordinati dalla Camera di Commercio, per esprimere una rinnovata coesione partendo dalle scelte strategiche del territorio: l’aeroporto e l’ alleanza che guarda a est; l’interporto; il collegamento con le valli bergamasche….

“Ma il contributo più significativo che il sindacato bergamasco è chiamato a dare è quello di accompagnare questo percorso con uno scatto in avanti, un deciso cambio di passo sulle relazioni sindacali. Un sistema moderno di relazioni sindacali, territoriali e aziendali, diventa anch’esso un elemento essenziale per la competitività del territorio e delle imprese se è in grado di affrontare le nuove sfide della contrattazione”. Produttività e partecipazione, formazione e politica del lavoro, welfare contrattuale sono le tre  scelte prioritarie per una contrattazione che guarda al futuro. E parte un invito a Cgil e Uil per mettere in campo una grande iniziativa di elaborazione e proposta per rilanciare le relazioni  sindacali sul territorio. “Questa nostra è stata la provincia dove negli anni si sono realizzate, nelle relazioni sindacali, intuizioni importanti e intese innovative. Le prime sperimentazioni sulla cassa in deroga, diventata poi essenziale per la tenuta sociale in questi anni di crisi e con migliaia di accordi realizzati poi, sono avvenute qui. Ma non solo. Pensiamo all’accordo sulla Valle Seriana diventato poi successivamente “modello Bergamo”, agli accordi sui contratti di solidarietà, alle innovazioni sull’apprendistato professionalizzante, alle intese sul ruolo degli istituti bancari per i lavoratori in difficoltà, fino ad arrivare a quelle più recenti sulla mutualità e sul rilancio della contrattazione di secondo livello. Sono esperienze di relazione che fanno peso e produzione al patrimonio sindacale che abbiamo”.

Dobbiamo porci un alto obiettivo, insiste il segretario Cisl, “un impegno straordinario nel biennio 2017/2018 del sistema delle imprese e delle rappresentanze sindacali per raddoppiare il numero delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti nella formazione continua nel nostro territorio”. Dopo il lavoro, il welfare, l’attenzione alle fasce più bisognose. “È compito nostro, per i valori che ci riguardano, occuparci della parte più marginale della società e del mondo del lavoro. Questa convinzione deve essere rilanciata con forza in tutti gli ambiti in cui operiamo, con la consapevolezza che parlare di sviluppo dell’economia e della società bergamasca significa affrontare anche gli snodi della povertà e della marginalità, con un mix di azioni e pratiche tra la qualificazione del lavoro e un welfare territoriale più attento e inclusivo”. La povertà assoluta in Italia è cresciuta passando dal 6,5% del 2005 al 7,8% del 2015 ed interessa 1.582.000 famiglie pari a 4.598.000 persone. In provincia di Bergamo le persone in povertà sono circa 37.000; nei Centri Ascolto Caritas di Bergamo che le persone che hanno chiesto aiuto sono aumentate notevolmente: nel 2008 ci sono state 19.000 le richieste di aiuto e nel 2015 sono state circa 52.000. La richiesta di aiuti alimentari da parte di italiani rappresentavano il 27% nel 2008, il 43% nel 2015 (5.333 persone). “Servono risorse certe e strutture idonee che collaborino in rete, ma anche professionalità per intervenire efficacemente su chi è in stato di grave povertà. Per la Cisl bergamasca quanto detto è un lavoro importante da produrre sul territorio e nelle comunità locali – ha concluso il suo intervento Piccinini . Rafforzare e promuovere reti sociali più coese che sappiano coniugare welfare contrattuale, politiche locali per il sostegno alla famiglia e agli anziani, valorizzando il terzo settore e il volontariato sociale, sostenendo occupazione e iniziative per l’integrazione, rappresentano per noi una funzione strategica per dar valore al welfare di comunità del prossimo futuro”.

 

 




Stop ai voucher lavoro, per commercio e turismo «un epilogo paradossale»

voucher lavoro

Voucher addio. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che abroga le norme sui buoni lavoro e sugli appalti oggetto dei referendum convocati per il prossimo 28 maggio e promossi dalla Cgil, che quindi saltano. Il testo ricalca quello approvato dalla Commissione Lavoro della Camera che prevede lo stop immediato dell’acquisto dei buoni, mentre i voucher già acquistati potranno essere usati (o rimborsati) fino al 31 dicembre.

Immediate le reazioni delle categorie imprenditoriali. «I voucher erano l’unico strumento legale, tracciabile, soggetto a copertura Inps e Inail e idoneo a coprire prestazioni saltuarie e occasionali anche nelle imprese – è il commento della Confcommercio -. La scelta della loro cancellazione, che sembra legata più alla volontà di evitare il referendum che ad una valutazione di merito, crea un vuoto, non tenendo conto che quelle prestazioni sono comunque presenti nelle imprese». Secondo la Confederazione la vicenda è giunta «a un epilogo ancor più paradossale, se si considera che nei settori rappresentati da Confcommercio, in particolare nel turismo e nella ristorazione, dove peraltro l’occupazione stabile è cresciuta, i voucher erano uno strumento molto apprezzato soprattutto perché consentivano di operare legalmente e con semplicità». «Si è scelta la strada della cancellazione – prosegue l’associazione – senza che ci siano strumenti alternativi e senza preoccuparsi del vuoto che si crea perché con l’eliminazione dei voucher non possono essere coperte quelle attività occasionali comunque presenti nelle imprese».

Fipe, attraverso le parole del presidente Lino Stoppani, ha ribadito «la totale contrarietà ad una riforma guidata non dal proposito di migliorare questo strumento quanto da principi puramente ideologici e demagogici». «Dietro tali provvedimenti – ha detto – c’è molta strumentalizzazione alla luce di una campagna elettorale di fatto già iniziata, che non tiene conto degli effetti che questa decisione potrebbe avere sulle imprese e sul mercato del lavoro. Riteniamo pertanto che a questo punto affidarsi al referendum sia una scelta migliore rispetto ad una legge concepita frettolosamente e che non tiene conto delle esigenze delle imprese e dei cittadini».

Dello stesso parere sono anche Federalberghi e Fida. Secondo la federazione albergatori: «Sarebbe meglio affidarsi alla volontà popolare. Regolamentare il lavoro accessorio è utile e doveroso per prevenire gli abusi ma, da quel che si apprende, ciò che emerge è una disciplina ingiustamente punitiva e discriminatoria che rischia di consegnare all’economia sommersa la maggior parte delle prestazioni lavorative che oggi sono rese attraverso i buoni lavoro».

Donatella Prampolini Manzini presidente della Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione di Confcommercio-Imprese per l’Italia e vicepresidente Confcommercio afferma che «i dati Inps provano senza alcun dubbio che i voucher non sono utilizzati come sostitutivi di un contratto di lavoro. Le modifiche ai voucher che si sentono in questi giorni non ci trovano assolutamente d’accordo. Tant’è che piuttosto di una modifica fatta in questa maniera, assolutamente demagogica, preferiamo la consultazione referendaria: siamo certi che gli italiani partorirebbero una soluzione meno catastrofica di quella proposta».

«Il provvedimento che porta alla cancellazione dei voucher è assolutamente sbagliato perché rischia di veder gettate al vento le basi di un metodo costruito per tamponare temporaneamente le esigenze del dettaglio moda soprattutto durante picchi di lavoro come, ad esempio, sotto Natale, in occasione delle manifestazioni fieristiche e dei campionari, dei saldi o in caso di temporanea malattia dei dipendenti», evidenzia Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia. «Critichiamo fortemente la scelta dell’abrogazione dei voucher anche perché potrebbe addirittura portare all’incremento del lavoro nero. Inoltre, non riusciamo proprio a comprendere il rumore di uno strumento che rappresenta solamente meno dello 0,4% del monte ore lavorato complessivamente in Italia».




Giovani, per trovare lavoro a Bergamo «puntate sul turismo e laureatevi»

incontro rotary orientamento - rit

Se si vuole trovare lavoro a Bergamo, bisogna puntare sul terziario, in particolare sul turismo e laurearsi. È questo il messaggio dato dal direttore di Ascom Bergamo Oscar Fusini agli studenti del quarto anno delle scuole medie superiori, oggi nel corso della giornata di orientamento organizzata dal Rotary Club di Bergamo al Polo Fieristico di via Lunga. L’incontro, promosso d’intesa con l’Ufficio scolastico provinciale e l’Università di Bergamo, era focalizzato sulle opportunità occupazionali offerte dai settori commercio, turismo e servizi e ha visto tra i relatori anche Ivan Rodeschini, presidente dell’Ente Fiera Promoberg, e Roberta Garibaldi, docente di marketing turistico all’Università di Bergamo e direttrice del progetto ERG 2017.

Il primo spunto positivo è che la disoccupazione giovanile bergamasca negli ultimi anni si è ridotta, passando da oltre 36mila persone a fine del 2013 a 28mila (dati Istat). «Le maggiori opportunità lavorative nella nostra provincia oggi vengono dai settori legati ai servizi e soprattutto dal turismo che, pur essendo meno sviluppato degli altri comparti, da diversi anni sta crescendo a ritmi molto alti. Basti pensare che gli addetti all’ospitalità da 14.700 circa nel 2004 sono saliti a oltre 21mila e che in generale le persone che lavorano nel terziario sono aumentate del 3,7%, mentre l’industria ha visto diminuire del 9,8% i suoi dipendenti», ha rilevato Fusini.

Secondo lo studio del Sistema informativo Excelsior “La domanda di professioni e di formazione nelle imprese italiane – Provincia di Bergamo 2016”, le imprese turistiche che nel 2016 prevedevano di assumere erano il 27% per un totale di 1.580 figure ricercate, contro il 20% del totale dei settori. Per l’83% si tratta di addetti ai servizi e per il 2,5% di impiegati. Le qualità più richieste da alberghi & c. sono flessibilità, capacità comunicative e abilità a lavorare in team.

«L’impatto per ora è più quantitativo che qualitativo –  ha spiegato Fusini – per il 60% delle aziende del turismo non conta l’età dell’assunto e nemmeno il titolo di studio, ma è probabile che nei prossimi anni, anche grazie ai nuovi percorsi di studi ad hoc avviati, verranno cercati addetti più qualificati e preparati».

Allargando lo sguardo allo scenario nazionale, laureati e diplomati sono le figure più ricercate (soprattutto in Lombardia) e anche quelle che riescono ad avere lavori più stabili, con contratti a tempo indeterminato. I settori con la maggiore domanda sono l’alloggio e la ristorazione (31,4% degli assunti), seguiti dal manifatturiero alimentari e bevande (21,4%), la fabbricazione di macchinari e attrezzi (20,2), il comparto metallurgico (15,4) e, in coda, il commercio al dettaglio (13,9).




Lavoro e finanziamenti agevolati, ecco le opportunità per i ristoratori

Costi del personale e accesso al credito sono due dei problemi più “caldi” nella gestione dei pubblici esercizi. Onerosi i primi, difficile il secondo, non devono però essere considerati un argomento tabù dalle piccole aziende, che possono approfittare di alcuni strumenti e agevolazioni messi a loro disposizione.

L’Ascom di Bergamo li ha illustrati in un incontro con i ristoratori, che sarà replicato lunedì 13 marzo con i gestori di caffetterie e bar, nell’appuntamento che precede il rinnovo delle cariche della categoria.

incontro ristoratori - credito e lavoro

Sul versante del lavoro – come ha spiegato Enrico Betti, responsabile dell’area in Ascom e presidente degli Enti bilaterali del Terziario e del Turismo – è operativo, strutturale fino al 2018, a livello territoriale solo per le aziende iscritte all’Ascom l’accordo con i sindacati per la detassazione dei premi di produttività, per i quali è prevista un’aliquota ridotta dal 27% al 10%. «Per l’azienda non significa spendere meno ma poter riconoscere qualcosa in più ai dipendenti – ha precisato -. Per usufruire dell’agevolazione occorre costruire un sistema premiante per obiettivi e misurabile, non è proprio semplice, ma è di certo un’opportunità».

Così come lo sono gli incentivi, dai 2 ai 3mila euro, per l’assunzione di giovani disoccupati, messi in campo dall’Ente bilaterale, che a questo intervento ha destinato quest’anno un totale di 40mila euro. Senza dimenticare tutte le altre forme di sostegno all’impresa (dalla formazione alla certificazione dei contratti di lavoro, dalla sicurezza alla qualità) e di sussidio per i lavoratori (assistenza ai figli disabili, contributo oltre il 180esimo giorno di malattia o infortunio, concorso alle spese per libri di testo, mensa scolastica, trasporto pubblico, asilo nido, compilazione del modello 730) erogate dall’Ente. «L’adesione all’Ente bilaterale comporta per l’azienda una spesa di 12-14 euro all’anno per ogni dipendente – ha ricordato Betti -, ma può essere ampiamente ripagata da ciò che si riceve».

Buone notizie arrivano anche dal fronte dei finanziamenti agevolati. È prevista per marzo-aprile l’apertura del bando regionale “Turismo e attrattività”, che mette complessivamente a disposizione 35 milioni per la riqualificazione delle strutture alberghiere, extra alberghiere e dei pubblici esercizi lombardi. «Era da tempo che non veniva promossa una misura a favore di questi settori – ha evidenziato Matteo Milesi, responsabile dello Sportello del Credito della cooperativa di garanzia Fogalco -. Il contributo è a fondo perduto per il 40% dell’investimento fino ad un massimo di 50mila euro. La gamma delle spese va dall’acquisto di arredi e attrezzature alle opere edili».

Attenzione ai pubblici esercizi e al terziario la riserva anche il Bando Inail di quest’anno, con uno stanziamento specifico che copre il 65% dei costi per progetti dedicati al miglioramento della salute e della sicurezza sul lavoro, anche in aziende senza dipendenti. Ci sono poi i contributi al credito per gli investimenti di Lombardia Concreta e per le start up il bando Intraprendo.

«Con la nostra struttura – ha dichiarato il direttore della Fogalco Antonio Arrigoni – intendiamo potenziare l’attività di supporto e gestione dei procedimenti per l’accesso ai finanziamenti agevolati. Un aspetto sempre più critico per le aziende è poi quello del costo complessivo del credito. Sebbene i tassi di interesse siamo bassi, le condizioni applicate dalle banche risultano spesso penalizzanti. Ecco perciò che diventa fondamentale il check up della situazione finanziaria e la promozione di una maggiore cultura del credito: se non se ne conoscono i meccanismi, infatti, si rischia di pagarlo molto caro». Un’altra opportunità è quella della garanzia fideiussoria, che contribuisce a mitigare il rischio del credito e, perciò, ad agevolarlo.




Bergamo, il Comune mette a disposizione due spazi per l’imprenditoria giovanile

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L’immobile in via San Giovanni, zona Montelungo

Il Comune di Bergamo ha pubblicato il Bando Spazi del progetto Job In 3.0: si tratta di un avviso pubblico di selezione per l’affidamento in comodato di immobili comunali per la realizzazione di progetti di imprenditoria giovanile. I due immobili di recente costruzione che verranno affidati in comodato d’uso gratuito continuativo ed esclusivo sono siti in via San Giovanni 1H (zona Caserma Montelungo) e in via Tagliamento 7 (quartiere Grumello). Ai soggetti comodatari verrà inoltre riconosciuto un contributo economico. I destinatari sono imprese, professionisti e associazioni con partita Iva con età compresa tra i 18 e i 35 anni, già costituiti in forma giuridica, e con sede legale e/o operativa nei comuni facenti parte dei tre ambiti territoriali di riferimento del progetto.  La scadenza per la presentazione delle domande è venerdì 24 marzo. da segnalare, inoltre, altre iniziative Job In promosse in questa ultima fase del progetto, sul tema “lavoro & giovani”: gli interventi di educazione imprenditoriale in alcune scuole secondarie superiori (Pesenti, Natta e Vittorio Emanuele) organizzati con la collaborazione di Bergamo Sviluppo e delle realtà imprenditoriali giovanili vincitrici di altri contest targati Job In (i due Bandi Spazi e i tre Bandi Spazi Giovanili), i tirocini di inserimento lavorativo pensati per giovani “non neet”, i percorsi formativi di orientamento al lavoro (Infowed, gli incontri del mercoledì organizzati dall’Informagiovani nei mesi di febbraio e marzo), una ricerca sui bisogni dei giovani collegati al lavoro sviluppata in collaborazione con l’Università di Bergamo attraverso  due tirocini di eccellenza. Il progetto Job In 3.0 è finanziato da Regione Lombardia per il periodo novembre 2015-aprile 2017 e – con capofila il Comune di Bergamo – è promosso dai tre Ambiti di Bergamo, Dalmine e Valle Imagna-Villa d’Almè insieme ad un’articolata rete di partner che comprende Provincia, Comuni, Università, Associazioni di categoria, Enti di formazione, Terzo settore, Associazioni e Imprese giovanili.

Per approfondimenti su tutte le iniziative di cui sopra: www.jobin.bg.it

 




Alternanza scuola/lavoro, 36 gli istituti coinvolti nella Bergamasca

formazioneUn flash-mob che ha coinvolto un migliaio di ragazzi colorando e animando Piazza Città di Lombardia e uno slogan semplice, ma chiaro e diretto: “Chi abbandona la scuola abbandona la festa”. Si sono aperti così gli Stati generali della Formazione professionale organizzati dall’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Valentina Aprea, presenti anche i sottosegretari Gabriele Toccafondi (ministero dell’Istruzione) e Luigi Bobba (ministero del Lavoro e delle Politiche); Delia Camapnelli, direttore dell’Ufficio scolastico regionale; GiovannicBrugnoli, vicepresidente Capitale Umano Confindustria e Ilaria Cavo, assessore all’ Istruzione Formazione e Lavoro della Regione Liguria. Lavorare per imparare è il messaggio lanciato da Aprea nell’aprire i lavori della mattina. “Con l’approvazione della Legge 30/2015 – ha detto – il sistema duale dell’alternanza scuola-lavoro e dell’apprendistato ha definitivamente svoltato. Oggi siamo capaci di assicurare ai giovani l’ingresso nel mondo del lavoro, non trascurando aspetti altrettanto importanti come l’innovazione, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione”. E’ nato così, e si è consolidato, un sistema che si caratterizza per un’alleanza forte, e vincente, fra istituzioni formative e imprese. Un circolo virtuoso di incrocio fra domanda e offerta che ha portato 13.001 studenti a scegliere percorsi Iefp per l’anno scolastico 2017/2018. In controtendenza rispetto al dato nazionale anche il numero degli apprendisti che è passato dai 110 del 2013 ai 2.600 del 2016″. Il sistema lombardo si basa dunque sull’integrazione fra mondo dell’educazione e del lavoro. Il primo fornisce tutto ciò che serve per essere competitivi nel mercato del lavoro. Le aziende, di contro, diventano il luogo dove acquisire skill nei settori d’avanguardia e progettare il futuro.  In questo percorso si è inevitabilmente rafforzata l’alternanza scuola/lavoro che si attesta tra il 15 e il 50 per cento del monte ora complessivo del percorso triennale di qualifica. Alla formazione degli apprendisti e’ destinata una quota complessiva non inferiore al 5 per cento delle risorse complessive. “Alla fine dello scorso anno scolastico – ha sottolineato Aprea – 21.892 ragazzi hanno concluso questi percorsi. In particolare 14.794 si sono qualificati e 7.098 si sono diplomati. Nel 2012/2013 erano 13.724”.

La scheda

Valentina Aprea
Valentina Aprea

Di seguito i numeri principali emersi durante gli Stati generali della Formazione professionale

– 1,3 miliardi di euro sono i fondi investiti dalla Regione Lombardia nel sistema di Istruzione e Formazione Professionale nel quadriennio 2013/2017.

– 360.000 i giovani che hanno usufruito dell’investimento, di cui 73.970 sono qualificati, 32.004 diplomati, 3.206 apprendisti e 1.657 supertecnici, distribuiti prevalentemente nei settori informatica ed elettronica, chimica e biotecnologie, servizi e internazionalizzazione delle imprese, benessere, agroalimentare, artigianato evoluto, legno e moda.

– 201 sono le istituzioni Formative (Cfp) e gli istituti scolastici che attivano i percorsi triennali Iefp nella Regione Lombardia, con 241 sedi accreditate. Di queste, ben 58 si trovano nella provincia di Milano, 36 in quella di Bergamo e 33 in provincia di Brescia.

– Ogni anno oltre 56.150 giovani scelgono i corsi triennali Iefp, di cui 36.000 sono beneficiari degli incentivi economici assicurati da Dote Iefp.

– Ristorazione e benessere sono i settori più scelti. Crescono quelli dell’elettricità, della grafica, della meccanica.

– Un’indagine di Eduscopio ha certificato che, a 12 mesi dal conseguimento della qualifica di operatore, hanno trovato un impiego quasi 14.800 ragazzi. Di questi, particolarmente lusinghieri i risultati dei giovani specializzati nel settore meccanico, occupati nel 58 per cento dei casi; di quelli che hanno scelto il settore edile, occupati nel 53 per cento dei casi, e degli operatori elettrici, occupati nel 41 per cento.

– Quasi 8.500 sono i giovani che scelgono di proseguire nel percorso della Formazione professionale seguendo un quarto anno di corso che consente loro di ottenere la qualifica di tecnico, presso le 6.583 Istituzioni formative accreditate (di cui 5.300 beneficiarie di Dote Iefp) e le 1.908 Istituzioni scolastiche che erogano il corso.

– Degli oltre 7.000 diplomati al quarto anno nel 2015/2016, hanno trovato un impiego entro i 12 mesi dal conseguimento della qualifica il 63 per cento dei tecnici edili, il 51 dei tecnici nel settore dell’acconciatura, il 50 dei tecnici per la conduzione e la manutenzione di impianti automatizzati.

– Chiudono la filiera professionalizzante i supertecnici iscritti ai corsi di istruzione tecnica superiore, che ad oggi sono 1.657.

– Ancor più significativi i dati relativi agli esiti occupazionali di questi supertecnici. Trovano un impiego il 94 per cento dei tecnici superiori di prodotto e processo nel settore gomma, l’82 dei tecnici superiori delle produzioni chimico industriali, e il 76 dei tecnici superiori per la ricerca e lo sviluppo di prodotti e processi a base biotecnologica.

– Tra i principali successi delle politiche attive del modello lombardo, infine, vi sono quelli registrati dall’attuazione del sistema duale, che consente una fruttuosa continuità tra l’istruzione professionale e l’inserimento in azienda. I 1.173 apprendisti di primo livello che si formano in questo ambito nell’anno 2016/2017, hanno scelto per il 23 per cento il settore dell’alloggio e della ristorazione, per il 16 l’attività manifatturiera, per l’11 il commercio, la riparazione di autoveicoli, l’8 il settore delle costruzioni, e un ulteriore 8 quello della fornitura di energia.