Amministratori condominiali, l’Anaci: “Tempo scaduto, chi non è in regola non può esercitare”

Condominio-Settore-immobiliare-Appartamenti-ImcSono poco più di 250 i professionisti amministratori di condomini e gestori di proprietà immobiliari che hanno provveduto, presso Anaci, all’aggiornamento professionale previsto dalla legge (il D.M. 140/2014), secondo cui, entro il 10 ottobre di quest’anno, ogni amministratore deve aver partecipato a 15 ore di formazione e sostenuto l’esame finale di conferma idoneità per poter mantenere i propri incarichi e assumerne di nuovi. L’aggiornamento formativo in Bergamasca interessa oltre 2mila amministratori di condominio. Il tempo è scaduto, quindi, e per Anaci Bergamo i conti non tornano tanto che, l’associazione di riferimento per gli amministratori di condominio lancia l’allarme: la mancata frequentazione dei corsi di formazione iniziale e periodica porta infatti con sé l’impossibilità di assumere incarichi. «Tutti gli amministratori che non sono ancora in regola devono provvedere al più presto – spiega Agostino Manzoni, presidente di ANACI Bergamo –. In quest’ottica la nostra associazione sta valutando la possibilità di organizzare un ultimo corso di aggiornamento per tutti coloro, non associati compresi, che non hanno ancora ottenuto l’attestato come previsto dalla normativa».




Voucher lavoro e obbligo di attivazione, supporto dell’Ascom sulle novità

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 235 del 7 ottobre 2016, il decreto legislativo n. 185 del 24 settembre 2016, correttivo del jobs Act. Le modifiche, entrate in vigore l’8 ottobre 2016, riguardano, tra l’altro, i voucher. In particolare, la norma prevede di comunicare, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione, alla sede territoriale competente dell’Ispettorato nazionale del lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo, il giorno e l’ora di inizio e di fine della prestazione. La comunicazione deve essere fatta, esclusivamente, via email alla Direzione del Lavoro di Bergamo all’indirizzo voucher.Bergamo@ispettorato.gov.it

Le email devono essere prive di qualsiasi allegato; il codice fiscale e la ragione sociale dell’imprenditore devono essere riportanti anche nell’oggetto dell’email. Dovranno essere comunicate, sempre 60 minuti prima, anche le eventuali modifiche ed integrazioni. La violazione dell’obbligo di comunicazione mporta una sanzione che va dai 400 ai 2.400 euro per ciascun lavoratore

Gli uffici Ascom sono a disposizione per ulteriori chiarimenti contattando il numero 035/4120307.

 

 

 




Alberghi, il premio di produttività passa anche dalla reputazione on line

albergoFederalberghi, Faita-Federcamping e le organizzazioni sindacali dei lavoratori Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno raggiunto un’intesa quadro per la detassazione delle erogazioni salariali legate al raggiungimento di obiettivi di produttività, redditività e qualità nelle strutture ricettive.

«Si tratta di un accordo innovativo – commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – che coglie le opportunità offerte dalla legge di stabilità 2016, collegando le erogazioni premiali al raggiungimento di performance significative per l’azienda e introducendo la facoltà per i collaboratori di fruire degli incentivi sotto forma di prestazioni di welfare».

Oltre ai classici indicatori di produttività (tasso di occupazione) e redditività (ricavo medio), l’intesa ha individuato strumenti volti a rilevare la capacità dell’azienda di far fronte alle nuove sfide del mercato in materia di reputation, riduzione della dipendenza dagli intermediari, fidelizzazione del cliente e allungamento della permanenza media.

La qualità del servizio potrà essere misurata anche sulla base dei giudizi espressi dai clienti attraverso i portali di prenotazione. Al riguardo, l’accordo prevede che vengano utilizzati esclusivamente i giudizi formulati da veri clienti che hanno effettivamente soggiornato nella struttura. «L’offerta ricettiva italiana ha uno standard di qualità elevato – prosegue Bocca – e ci aspettiamo che con il concorso degli strumenti che abbiamo messo in campo con questa intesa possa ulteriormente migliorare».

Secondo le elaborazioni di TrustYou, la più grande piattaforma al mondo per le recensioni degli ospiti, che ha analizzato oltre 10 milioni di recensioni relative a quasi 42mila strutture dall’ottobre 2014 al settembre 2016, il punteggio medio complessivo attribuito dagli ospiti degli alberghi italiani è di 83/100, con valori di eccellenza per la professionalità (84/100), il servizio (89/100) e la gentilezza del personale (95/100).

«Ci auguriamo che il Governo prosegua anche con la legge di stabilità 2017 – conclude Bocca – sulla strada della valorizzazione della contrattazione a tutti i livelli ed estenda sia la platea dei possibili fruitori che i limiti di reddito oltre le soglie attualmente prevista, in modo da stimolare il recupero di produttività del sistema Italia. Questo accordo è importante anche perché dimostra che nei settori – come il turismo – composti in prevalenza da piccole e medie imprese, in cui non si svolge la contrattazione aziendale, è possibile promuovere l’efficienza e la qualità anche con intese di livello nazionale e territoriale».




Tute blu, “in Lombardia si rischiano 5mila esuberi entro dicembre”

lavoro4735.jpgSono 3.361 i metalmeccanici licenziati in Lombardia dall’inizio dell’anno. Rispetto a un anno fa, il ricorso alla mobilità si è attenuato. Nello stesso periodo del 2015 sono stati infatti 4.403 i licenziamenti. Anche nel riscontro mese su mese, nel trimestre luglio/settembre gli esuberi segnano il passo, facendo registrare addirittura un dimezzamento (1.229 lavoratori licenziati).
Nella torta dei licenziamenti fanno la parte del leone i distretti industriali di Varese (145), Milano (142) e Bergamo (114 con un totale di 492 dall’inizio dell’anno). Valori leggermente più bassi a Brescia (62), Monza e Brianza (72), Como (48) e Lecco (41). Nel complesso la riduzione dei licenziamenti è quasi generalizzata.
“Mentre infuria la battaglia referendaria, dei metalmeccanici che non hanno contratto, scioperano e sono sottoposti a esuberi, si parla sempre meno. C’è il rischio concreto che entro fine anno in Lombardia si sfondi la soglia psicologica dei 5.000 licenziamenti: un’enormità se si considera l’arretramento della base economico-produttiva di questi ultimi anni e la contrazione delle produzioni” – argomenta Mirco Rota, segretario generale della FIOM Cgil Lombardia.
“Ancora una volta – aggiunge Rota – siamo di fronte a una diminuzione che maschera problemi di sistema ben radicati come dimostrano le vertenze aperte di Alstom Ferroviaria, Linkra, Belleli, giusto per fare qualche nome. La cassa integrazione e i licenziamenti diminuiscono, ma contestualmente non c’è un aumento di quegli indicatori che ci dicono che la ripresa sia stata agganciata. Senza provvedimenti eccezionali, siamo destinati ad assistere a un lento declino dei settori un tempo trainanti dell’economia lombarda, un tempo locomotiva d’Europa. Regione Lombardia deve prendere atto di questa situazione e intervenire, stimolando la crescita e tutelando i settori che oggi risentono dell’assenza di investimenti e innovazione tecnologica”.




Crescono i posti di lavoro creati dai giovani imprenditori

giovani lavoro teamLe imprese di giovani creano 132 mila posti di lavoro in Lombardia, il 3,6% dei 3,7 milioni di addetti nelle imprese lombarde. Un lavoro su sei in un’ impresa giovanile italiana è attivato in Lombardia, il 15,6% in calo in un anno (erano il 15,9%). A Milano ne creano 53 mila, il 2,8% rispetto a una media italiana del 5,4%. Milano è penultima in classifica insieme a Trieste (2,8%). A Milano sono però in crescita di quasi 2 mila unità i posti creati dai giovani in un anno. E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese 2016 e 2015.

La Lombardia

In Lombardia, con circa il 4% di posti creati da imprese di giovani, ai primi posti Pavia e Lodi col 6% di posti creati dai giovani, Brescia e Cremona col 5%. Bergamo vanta un 4,2% con quasi 349mila addetti nel secondo trimestre dell’anno contro i 346mila del rispettivo periodo del 2015. I giovani creano quasi una impresa su dieci (9% rispetto al 10% nazionale), ma erano il 10,2% cinque anni fa. Un peso che a Milano scende al 8,2% e sale al 10% circa a Lodi, Pavia, Bergamo. 72 mila imprese di giovani in regione, di cui 20 mila stranieri e 19 mila donne. Quasi metà dei giovani stranieri sono a Milano (9 mila), seguono Brescia, Bergamo e Varese  con circa 2 mila. Per le donne, dopo Milano (6 mila), ci sono Bescia (circa 3 mila) e Bergamo (circa duemila). In calo i giovani imprenditori, -2% in un anno, -15% in cinque. Stranieri e donne sono protagonisti delle giovani imprese lombarde, col 27-28%, quasi una su tre, e particolarmente alto è il peso degli stranieri rispetto a  un dato nazionale del 21%. Principali settori dei giovani imprenditori lombardi: commercio (18 mila imprese), costruzioni (15 mila), turismo con alloggio e ristorazione (8 mila), servizi alla persona (6 mila), industria (5 mila); l’ agricoltura pareggia le imprese professionali e quelle nella finanza (3 mila ciascuna). I 7 mila giovanissimi, di cui 2 mila a Milano e circa mille a Brescia e Bergamo, sono i titolari con meno di 24 anni. Ce ne sono poi 18 mila fino a 30 anni. Gli altri 31 mila hanno fino a 34 anni.

 

 




Duemila i frontalieri bergamaschi nel “mirino” dei ticinesi

frontalieriSecondo l’ente Bergamaschi nel Mondo, sarebbero almeno duemila i “frontalieri” bergamaschi, lavoratori cioè che settimanalmente, se non quotidianamente, raggiungono il Canton Ticino per esercitare una qualsiasi professione: camerieri e muratori, per lo più, ma anche impiegati, tecnici e commessi. Saranno presto tra le prime vittime del referendum che i vicini Svizzeri hanno approvato e che prevede limitazioni serie all’ingresso di stranieri. Con lo slogan “prima i nostri”, infatti, si tende a frenare il flusso degli oltre 60mila italiani che ogni giorno attraversano il confine per andare a lavorare. Il testo, promosso dal partito di destra Udc e sostenuto dalla Lega dei Ticinesi, intende ancorare nella Costituzione ticinese la “preferenza indigena” al momento dell’assunzione e chiede alle autorità del Cantone di garantire che sul mercato del lavoro ticinese “venga privilegiato a pari qualifiche professionali chi vive sul suo territorio”.

“La scelta anti-italiana del Ticino non risponde ad una scelta razionale ma emotiva ed ideologica, l’ideologia della chiusura nazionalista, dei muri contro lo straniero a prescindere’”, dice Giacomo Meloni, segretario provinciale della CISL di Bergamo. “Tra l’altro – insiste – una scelta antistorica. Ogni anno cresce il numero degli italiani che fanno le valigie e si trasferiscono all’estero”. Nel 2014 gli espatri sono stati 101.297, con una crescita del 7,6% rispetto al 2013. Sono partiti soprattutto dal Nord Italia e per 14.270 di loro la meta preferita è stata la Germania. A seguire il Regno Unito dove si sono trasferiti in 13.425. Tra le mete preferite dagli italiani, la Svizzera è stata scelta da 11.092 emigranti. Secondo il rapporto tra i laureati negli ultimi anni il fenomeno dell’emigrazione per ragioni lavorative è tendenzialmente in crescita. Secondo i dati nella ricerca del lavoro, il titolo di studio posseduto risulta più efficace per chi si è trasferito all’estero. In aumento anche i liceali che trascorrono un anno di studio all’estero.
Al primo gennaio 2015 sono in tutto 4.636.647 gli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), il 3,3% in più rispetto all’anno precedente. Il 51,4% di loro è di origine meridionale, con un primato della Sicilia che conta 713.483 persone che hanno lasciato l’isola. Negli ultimi anni però anche chi viene dal Nord ha iniziato a preparare le valigie, tanto che tra i connazionali espatriati nel 2014, la maggior parte proviene dalla Lombardia, precisamente 18.425.

 

 




Mille apprendisti-studenti ai nastri di partenza. Anche la ristorazione tra i settori coinvolti

“Regione Lombardia contribuisce con 355 milioni di euro alla qualità dell’istruzione e della formazione professionale  lombarde. Mille sono già gli apprendisti che, a giorni, firmeranno un contratto di lavoro, mentre ancora studiano per il conseguimento di qualifiche professionali, nel terzo o quarto anno dei percorsi di istruzione e formazione professionale”. Lo ha detto l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale di Regione Lombardia, Valentina Aprea, al termine della seduta di Giunta. “Le aziende che assumeranno i nostri studenti – ha detto l’assessore – si riferiscono ai settori della meccanica, elettrico e elettronico, legno arredo, ristorazione, servizi alle imprese e benessere. Nel corso dell’anno formativo ci aspettiamo che il dato di oggi si arricchisca di altre centinaia di studenti apprendisti. Con uno stanziamento di 7 milioni di euro l’apprendistato di primo livello e’ ormai una realtà in regione e imparare lavorando sta diventando un modello sempre più diffuso e che ci avvicina ancora maggiormente alla Germania, alla Svizzera e all’Austria”. “1135 – ha spiegato l’assessore – è il numero magico dei tecnici superiori specializzati da inserire immediatamente nel mercato del lavoro, pari a circa il 30% del dato nazionale. Grazie alla filiera costruita da Regione Lombardia con un investimento di 6,7 milioni di euro negli ITS vengono formati i tecnici del futuro nei settori produttivi che caratterizzano il made in Italy o nei comparti strategici per la crescita del Paese”.




Istruzione e formazione, la Provincia convoca gli Stati generali

Provincia-BergamoConoscere i bisogni delle aziende è funzionale all’orientamento dell’offerta formativa e scolastica verso gli indirizzi che danno migliori garanzie occupazionali ai diplomati, ragazzi che hanno concluso il quinquennio, e ai qualificati, ragazzi che hanno assolto l’obbligo scolastico e il diritto e dovere all’Istruzione e formazione. Adempiendo al compito di definire annualmente il piano della programmazione della rete scolastica, la Provincia svolge un ruolo a garanzia della qualità di un’offerta formativa che possa offrire reali sbocchi occupazionali nel quadro produttivo e sociale e non trascuri il valore educativo e culturale della persona nel contesto territoriale. A tale scopo il presidente della Provincia Matteo Rossi convoca gli Stati generali dell’istruzione e della formazione il 7 settembre prossimo, alle 15, allo Spazio Viterbi in via Tasso e chiama a raccolta l’intero territorio. L’obiettivo è la definizione del piano della rete scolastica provinciale: l’offerta formativa e dimensionamento della rete scolastica per l’anno scolastico 2017/2018. L’iniziativa di aprirsi al territorio dà nuovo slancio alla prassi programmatoria finora seguita da via Tasso insieme al mondo dell’istruzione e della formazione: “La Provincia c’è e continuerà ad esserci con forza sul rapporto scuola lavoro . Lo abbiamo dimostrato con la Fiera dei Mestieri, lo faremo con gli Stati generali della formazione, lo abbiamo fatto con la sottoscrizione dell’accordo che vuole dare concretezza al cuore del sistema duale, ossia l’apprendistato per il raggiungimento della qualifica e del diploma. Gli obiettivi di fondo che condividiamo con i tantissimi soggetti con i quali collaboriamo sono tre: lotta alla dispersione scolastica, presa in carico dei giovani neet, uno sviluppo dell’impresa sempre più basato sulla formazione e la conoscenza. In questo percorso riconosciamo fino in fondo il valore dell’impresa come soggetto formativo, un passaggio culturale che trova nella realtà bergamasca un’esperienza che può diventare modello nazionale”, dichiara il presidente RossiL’intento della Provincia è definire il piano attraverso la promozione e l’integrazione dei diversi cicli di istruzione, favorendo rapporti di rete tra istituzioni scolastiche, enti di formazione professionale, Poli Tecnici Professionali, Fondazioni ITS, Università e sistema produttivo. Il processo di programmazione dovrà concludersi entro il 31 ottobre 2016, secondo le indicazioni della Regione.

I lavori

I lavori prenderanno quindi il via mercoledì pomeriggio 7 settembre in via Tasso con una riunione preparatoria, propedeutica all’organizzazione che verrà adottata, a cui sono invitati: l’Ust di Bergamo, i dirigenti scolastici che coordinano i sei ambiti di istruzione, l’Università, i coordinatori delle undici zone omogenee della Provincia, i sindacati e le associazioni di categoria componenti della commissione provinciale delle politiche attive del lavoro e della formazione. Nel corso dell’incontro verranno illustrati i dati raccolti dalla Provincia per singolo ambito, dati che saranno lo spunto per ragionare ed elaborare le varie proposte di programmazione. Ad esempio, sul totale di 6.973 ragazzi diplomati e qualificati nell’anno scolastico 2012/2013, il 48% ha trovato subito lavoro: ad oggi ne rimane occupato il 64,35%. Per l’anno 2013/2014 i dati sono: 7.833 diplomati e qualificati, di cui il 43,90% ha trovato occupazione e ne rimane attualmente attivo il 64,89%. E ancora: se nel 2016/17 gli iscritti alle istituzioni scolastiche sono 9.063 e 2.115 nelle istituzioni formative, nell’ano precedente erano rispettivamente 8.891 e 2.348. Dal confronto tra i due anni scolastici emerge che i licei registrano +89 iscritti, gli istituti tecnici +154, i professionali calano di 66 iscritti e va ancora peggio per i percorsi di istruzione e formazione professionale con -238 iscritti. Tra i due anni scolastici si rileva un aumento di iscritti del 2,14 % nei percorsi liceali, del 4,72% nei percorsi tecnici, un decremento del 5,99% nei professionali e dell’8,74% nei percorsi di IeFP. (Istruzione e Formazione Professionale). I dati sono integrati dallo studio di Eupolis Lombardia, che espone interessanti previsioni dei titoli di studio che saranno maggiormente richiesti nella nostra provincia al 2020.

Definita la metodologia e acquisito il contributo operativo messo a disposizione dalla Provincia, una macchina operativa verrà avviata dai referenti di ciascun ambito di istruzione, i quali convocheranno i rispettivi gruppi di lavoro con l’obiettivo di elaborare un piano di Ambito. Le proposte emerse, condivise nei successivi incontri territoriali confluiranno nel piano provinciale di rete. Parteciperanno a questi incontri: Provincia e Ust di Bergamo; dirigenti istituzioni scolastiche e direttori istituzioni formative; referenti delle zone omogenee per l’istruzione e la formazione; sindaci; associazioni di categoria; aziende del territorio; presidenti ITS e referenti dei Poli Tecnici Professionali; Università; Associazioni dei genitori.

Il calendario degli incontri sul territorio

  • Ambito 1 – Valle Brembana e Imagna – zone omogenee 5, 6

martedì 27 settembre ore 15.00 presso sede Istituto Superiore Turoldo di Zogno

  • Ambito 2 – Valle Seriana, di Scalve e Alto Sebino – zone omogenee 3, 4

giovedì 29 settembre ore 15.00 la sede dell’Istituto Superiore Romero di Albino;

  • Ambito 3 – Valle Cavallina, Calepio e Basso Sebino – Zone omogenee 11,2

mercoledì 5 ottobre ore 15,00 presso Istituto Superiore Majorana di Seriate

  • Ambito 4 – Bergamo e Limitrofi – Zone omogenee 1

giovedì 6 ottobre ore 15,00 presso Istituto Superiore Natta di Bergamo

  • Ambito 5 – Isola Bergamasca e comuni limitrofi – Zone omogenee, 7, 8

martedì 11 ottobre ore 15,00 presso Istituto Superiore Marconi di Dalmine

  • Ambito 6 – Bassa Bergamasca – Zone omogenee, 9, 10

mercoledì 12 ottobre ore 15,00 presso Istituto Superiore Don Milani di Romano di Lombardia

  • Incontro di condivisione proposte con sindacati scuola  venerdì 14 ottobre ore 11.00 presso Sala Riunione, Borgo S.Caterina

 

 




Chiude la OMP di Lallio, mobilità per 40 lavoratori

Omp Lallio“Il perdurare della crisi di mercato, il progressivo regresso del volume di affari, registrato in un calo del fatturato del 30% solo nel primo semestre di quest’anno, ha determinato la necessità di cessare l’attività e procedere alla chiusura della società. Ciò comporterà l’avvio della procedura di mobilità per tutte e 40 le posizioni lavorative all’interno della ditta”. Un laconico comunicato giunto ai sindacati e l’incontro in Confindustria Bergamo per firmare l’accordo che mette fine alla storia della OMP di Lallio: i peggiori timori sorti ieri sui cancelli al presidio si sono concretizzati. Questa mattina, società e Organizzazioni sindacali (Femca Cisl e Filctem Cgil, insieme alla RSU) si sono ritrovati in via Camozzi e hanno stabilito tempi e modi della procedura. “La società si impegna a vendere scorte di materiale e prodotto finito, attrezzature e impianti per destinare il ricavato alle retribuzioni dovute ai dipendenti – dicono Cristian Verdi, di Femca Cisl , e Pietro Allieri, di Filctem Cgil – e a condividere con noi percorsi adeguati che possano prevedere incentivi all’esodo e tempi per la procedura di mobilità. È innegabile che la questione pesa come un macigno sulle teste di queste 40 famiglie, che di punto in bianco si trovano sulla strada, con poche alternative occupazionali a disposizione”.

 




Omp di Lallio, la Cisl: “A rischio i 50 dipendenti”

Omp LallioUn fulmine a ciel sereno…o quasi. La Officine Meccano Plastiche di Lallio sembra intenzionata a chiudere i battenti, e a lasciare per strada i 50 dipendenti, che fino a ieri sapevano delle difficoltà dell’azienda produttrice di componenti plastici per apparecchiature elettriche, ma non immaginavano certo di vedere, da qualche giorno, i camion di clienti e fornitori entrare e portarsi via stampi e lavorati. Per strada, intanto, ci sono andati per protestare contro una decisione presa senza informare né sindacato né RSU della situazione: un presidio ai cancelli che danno sull’autostrada per sensibilizzare quanta più gente possibile della crisi dello stabilimento.

“L’azienda – racconta Cristian Verdi, segretario provinciale di Femca Cisl – ci aveva informato di qualche difficoltà economica, addirittura di un decreto ingiuntivo da parte di un fornitore. Ma all’ultima assemblea con i lavoratori ci era stato comunicato che era intenzione della proprietà reperire i fondi per ripianare la situazione. Invece, già durante il week end è iniziata la processione dei camion che si portano via quanto riescono a prendere. Evidentemente – continua Verdi -, clienti e fornitori hanno informazioni maggiori delle nostre. D’altronde, l’incontro che avrebbe dovuto svolgersi in Confindustria questa mattina è stato annullato. Ieri la direzione di OMP ci ha parlato dall’altra parte dei cancelli e oggi addirittura non hanno nemmeno risposto al telefono”. OMP è chiusa per ferie fino al prossimo 27agosto. “Vedremo al rientro dalle vacanze se ci saranno sviluppi positivi. Intanto – conclude il sindacalista della Femca Cisl -, con i lavoratori, abbiamo deciso di prorogare il blocco dei cancelli fino a quando l’azienda non deciderà di incontrarci e spiegarci nei dettagli la situazione”.