Se non è in albergo, non è una vera vacanza: a pensarlo è 1 italiano su 10

È quanto emerge dall’indagine di Federalberghi, in collaborazione con Cfmt, che analizza il legame tra gli italiani e il mondo dell’hotellerie

Se non è in albergo, non è una vera vacanza: lo pensa l’88,8% degli Italiani, che scelgono il soggiorno in hotel piuttosto che negli affitti brevi in case private. È questo il dato, rilevato da Sociometrica, che ha dato origine al concept strategico della campagna di comunicazione realizzata da The Washing Machine per Federalberghi, con la collaborazione di Cfmt (Centro di Formazione Management del Terziario). L’idea creativa, realizzata su incarico della Federalberghi all’agenzia The Washing Machine Italia, di Alessandra Furfaro e Mimmo Di Lorenzo, si articola in più soggetti che raccontano la varietà dell’offerta dell’hotel e il carattere multidimensionale dei suoi servizi. L’albergo è il luogo in cui rilassarsi è l’unico dovere; dove c’è da aspettarsi solo belle sorprese; dove il menù non delude mai; dove la sicurezza e la pulizia sono garantite da uno staff di professionisti.

Gli alberghi come specchio della storia di ciascuno di noi

Dalla ricerca è emerso un elemento interessante, cioè che gli alberghi vengono percepiti come parte della storia degli italiani, hanno costituito sempre il mondo della scoperta. Secondo l’indagine, realizzata mediante un campione rappresentativo di italiani, si indica, ad esempio, che il 70,9 % della popolazione ha un ricordo forte degli alberghi e cerca di tornare dove è già stato e il 37,8% torna spesso in alberghi dove ha vissuto qualche vacanza da bambino.
Lo studio si colloca in un contesto molto particolare: a poca distanza dalla fase più nefasta della pandemia, nel momento in cui le restrizioni vanno allentandosi e ci si affaccia alla stagione estiva con un impulso molto forte per la ripresa. Questo anche a fronte di una campagna vaccinale che sta dando maggior sicurezza agli italiani che intendono programmare una vacanza, principalmente nel proprio Paese. Il turismo sta ripartendo, le prenotazioni sono in crescita e vi sono tutti i presupposti per immaginare una stagione positiva, salvo ancora qualche difficoltà sul piano del movimento turistico internazionale e per le grandi città d’arte. Infine, l’albergo è un luogo di emozioni e di ricordi: quelli dei soggiorni passati, dell’infanzia, dei viaggi in famiglia, e quelli ancora da vivere e da costruire. Il target è coinvolto dalla combinazione di immagini e parole in un’atmosfera suggestiva, sospesa, esclusiva, utile a trasmettere un messaggio ben preciso: in albergo, la vacanza è differente.

 

La fiducia nella qualità dei servizi

L’indagine evidenzia che il 34,4% degli italiani ha sempre qualche storia da raccontare rispetto agli alberghi e il 28,2% dice che pernottare in un albergo riserva sempre qualcosa di speciale. Tale intensità di sentimenti degli Italiani verso gli alberghi si collega anche alla fiducia rispetto alla qualità dei loro servizi e al senso di sicurezza che danno. Soprattutto in un periodo di coda lunga nell’uscita dalla pandemia, gli Italiani apprezzano la pulizia degli alberghi (55,4%), l’attenzione con cui si prendono cura dei loro clienti (22,8%) e il senso generale di sicurezza che diffondono (17,2%).

È per queste ragioni che l’88,8% degli Italiani preferisce il soggiorno in albergo piuttosto che negli affitti brevi di case private. Trovano che gli alberghi siano meglio custoditi e che possano giovarsi di tanti addetti che si preoccupano degli aspetti igienici e sanitari. Inoltre, si rivela essenziale per il 55,0% degli intervistati, la circostanza che durante il soggiorno in albergo si è serviti: non si è sostanzialmente costretti a dedicarsi ai lavori domestici. Ciò crea un vantaggio notevolissimo, di cui ognuno cerca di avvalersi. Per gli Italiani la vera vacanza va vissuta in albergo. L’albergo allo stesso tempo nutre il sogno, perché per molte persone la vita in hotel rappresenta la vita ideale (lo pensa il 31,7% degli Italiani); ci si sente liberi di perseguire ciò che si vuole maggiormente (28,1%) e si presenta come un mondo pieno di possibilità, perché in albergo si possono trovare persone interessanti, persone con cui condividere lo stesso stile di vita e le stesse ambizioni (37,9%).

Ancora, l’albergo fa parte del vissuto degli Italiani in maniera molto intensa e radicata, tanto che il 48,3% non si pone neppure la domanda su dove andare a dormire, perché per loro l’albergo è la scelta più ovvia, automatica, convinta e va oltre ogni discussione. Gli Italiani amano gli hotel perché fanno parte del loro stile di vita: ci sono sempre stati e sempre ci saranno. In qualche modo compendiano la storia italiana, tanto che molti eventi importanti sono accaduti negli alberghi e molti luoghi sono famosi proprio perché hanno alberghi famosi. Secondo la ricerca l’albergo condensa e rappresenta al massimo livello lo stile italiano dell’ospitalità.




Il 22 luglio tutti a “Join the Club”: le partite Iva fanno squadra per ripartire più forti

I professionisti del terziario bergamasco si danno appuntamento al Settecento Hotel a Presezzo: un apericena con tavoli tematici per scambiarsi idee e generare nuovi contatti 

Pronti a entrare nel club? Dall’esperienza maturata durante la pandemia sui social network e, in particolare su ClubHouse, i professionisti del terziario bergamasco si danno appuntamento giovedì 22 luglio (dalle ore 19.30) al Settecento Hotel a Presezzo (in via Milano, 3) per scambiarsi idee, considerazioni e proposte concrete per ripartire insieme con forza e passione. Sotto il nome di “Join the Club” la serata organizzata dal Gruppo Libere Professioni di Ascom Confcommercio Bergamo si configura come un evento informale nel segno del “fare squadra” e, soprattutto, per trovare sinergie multidisciplinari. Insomma una serata per generare nuovi contatti e ripartire più forti di prima: “Porta il tuo entusiasmo, le tue idee e il tuo biglietto da visita. Torniamo a creare relazioni e a sviluppare business” è infatti il claim dell’evento che si configura come un think tank multitematico finalizzato a orientare la bussola della ripresa.

Un think tank per le partite Iva

“Nei mesi scorsi, come gruppo di liberi professionisti, ci siamo trovati su ClubHouse per affrontare temi di attualità economica ma anche di rappresentanza politica – sottolinea Matteo Mongelli, presidente provinciale del gruppo Libere Professioni  -.  Ci siamo chiesti come fare ad intercettare le necessità del mondo professionale e per questo abbiamo deciso di dare voce alle varie considerazioni emerse nelle “stanze” virtuali trasformandole in un vero e proprio incontro in presenza per dare vita, davanti ad un apericena, a tavoli di confronto che potessero orientare le conoscenze nel segno dell’unione tra liberi professionisti. L’evento sarà infatti l’occasione  per fare squadra e portare riflessioni e proposte ai vari interlocutori che andremo ad invitare. L’ insieme di competenze e le diverse tematiche affrontate saranno quindi fondamentali per costruire insieme la ripartenza delle partite iva bergamasche”.

I temi trattati

Tanti i temi trattati ai tavoli di “Join the Club”: dall’uso del web e del digital al posizionamento su internet, dalle nuove tecniche di vendita al binomio start up e innovazione fino al tavolo  dedicato alle donne libere professioniste. E ancora: il tavolo sull’importanza di fare network tra professionisti e quello sul team builinding. “Sono tutti tavoli aperti a una platea variegata e tra i partecipanti che hanno già confermato la loro presenza ci sono professionisti del digitale e del web marketing ma anche operatori dello sport, del benessere, organizzatori eventi, consulenti commerciali e agenti  – afferma Mongelli – . Il quid in più è dato dall’età media dei moderatori che sono soprattutto under 40. Di fatto, sono loro i protagonisti della ripresa in chiave digital: liberi professionisti che hanno maggiore dimestichezza sul web e che hanno accettato di fare da moderatori per dare la loro visione del mercato in continua evoluzione. Il tutto secondo una logica “do ut des” con i professionisti senior che invece possono contare su competenze di alto livello. Diciamo, quindi, che i junior hanno i mezzi, e i senior l’esperienza e l’unione dei rispettivi know how deve essere il punto di partenza per la nostra ripresa professionale”.

Un evento covid free

Ovviamente “Join the Club” sarà un evento covid free organizzato nel rispetto delle regole vigenti. “La partecipazione richiederà il rispetto delle norme a cominciare dal possesso del certificato verde piuttosto che dell’autocertificazione dell’avvenuto tampone nelle ultime 48 ore – conferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. È un discorso di sicurezza ma anche di sensibilizzazione sul tema perché la ripresa economica non può prescindere dall’esito della campagna vaccinale. Il rischio è di causare un nuovo fermo dei nostri settori a cominciare proprio dalle partite Iva che hanno già sofferto tantissimo i contraccolpi della crisi. Join the Club arriva nel momento giusto e a meno di un anno dalla nascita del Gruppo Libere Professioni e le partite iva hanno l’occasione di ritrovarsi in presenza per fare gruppo e creare nuovi contatti. Non a caso ci sarà una bacheca in cui ogni partecipante potrà lasciare il su biglietto da visita”.
Per informazioni e richieste di partecipazione mandare una mail a consulenza@ascombg.it. Il costo per partecipare (comprensivo di apericena) è di 25 euro.




Agenti di commercio, per la domanda del rimborso del bollo auto c’è tempo fino al 29 luglio

Tramite la piattaforma “Bandi online” della Regione Lombardia. Attenzione ai requisiti richiesti

Viene prorogata al 29 luglio, per gli agenti e rappresentanti di commercio lombardi, la possibilità di presentare domanda a Regione Lombardia per il rimborso del bollo auto 2020. Dal 5 luglio, infatti, gli agenti e rappresentanti di commercio operanti in Lombardia possono presentare domanda alla Regione Lombardia per il rimborso del bollo auto 2020: si tratta di una misura di sostegno, a titolo di indennizzo per le limitazioni e i disagi subiti nella crisi da Covid-19, rivolta alle microimprese che svolgono attività di intermediari del commercio.
Agenti e rappresentanti, con i requisiti richiesti, potranno quindi richiedere un contributo a fondo perduto pari al valore della tassa automobilistica pagata per ciascun veicolo utilizzato per la propria attività d’impresa e al netto di eventuali sanzioni e interessi. Un importante risultato ottenuto da Fnaarc-Confcommercio Lombardia grazie anche alla collaborazione degli assessori Guido Guidesi e Davide Caparini.

“L’auto è come l’ufficio per gli agenti. La scadenza del bando era domani, ma da parte della Regione, con gli assessori Davide Caparini e Guido Guidesi, è arrivato quest’importante ulteriore segnale d’attenzione per la nostra categoria fortemente penalizzata nei mesi più difficili dell’emergenza Covid – commenta Alberto Petranzan, presidente di Fnaarc (Confcommercio) che ricorda anche come “per la prima volta in Italia una Regione abbia riconosciuto il rimborso del bollo auto agli agenti e rappresentanti di commercio motore di sviluppo per la piccola e media impresa”. A tutte le associazioni territoriali lombarde Fnaarc (che nell’azione con Regione Lombardia per ottenere questo risultato ha avuto il costante supporto di Confcommercio Lombardia) gli agenti e rappresentanti di commercio possono continuare rivolgersi per un supporto sulla pratica di rimborso.

Come presentare domanda

Le domande per accedere al contributo dovranno essere presentate esclusivamente tramite la piattaforma “Bandi online” di Regione Lombardia. L’accesso a Bandi online per la presentazione della domanda potrà essere effettuato tramite identità digitale SPID o tramite Tessera Sanitaria/Carta Nazionale dei Servizi (CNS) con PIN dispositivo.
Le domande possono essere presentate da lunedì 5 a mercoledì 14 luglio secondo 6 finestre suddivise su base provinciale: gli intermediari del commercio della provincia di Bergamo rientrano nella finestra 2 e l’apertura per l’invio della domanda è alle ore 15.00. Tutte le finestre si chiuderanno mercoledì 14 luglio alle ore 17.00.

I requisiti del bando

Ciascuna impresa può presentare, in un’unica istanza, la domanda di contributo anche per più di un veicolo utilizzato per l’attività di intermediazione e anche per veicoli in leasing o noleggio a lungo termine purché la tassa automobilistica sia riferita all’impresa richiedente. Alla data di presentazione della domanda dovranno però essere soddisfatti diversi requisiti tra cui l’essere microimprese (secondo la definizione di cui all’Allegato I del Regolamento UE 651 del 17/06/2014), avere una sede operativa attiva in Lombardia e il codice Ateco primario inerente l’attività di intermediari del commercio (anche di autovetture, autoveicoli, motocicli e ciclomotori).
Tra gli altri requisiti essenziali si ricorda che le imprese devono avere subito un calo di fatturato di almeno un terzo nel periodo 1° marzo-31 dicembre 2020, rispetto al medesimo periodo del 2019 (ad eccezione delle imprese costituite a partire dal 1° gennaio 2019).

L’ufficio Fnaarc Ascom Bergamo è a disposizione per compilazione e invio della domanda telematica previo appuntamento. Tel. 035.4120304 – ata@ascombg.it.




Cashback addio: niente operazione per il secondo semestre dell’anno

L’iniziativa sospesa da oggi. Per Confcommercio è un’occasione per riflettere sulle criticità e per puntare sull’abbattimento di costi e commissioni sugli strumenti di moneta elettronica

 

Cashback addio. Dopo aver “spaccato” la maggioranza (nell’aprile scorso su una mozione presentata da Fratelli d’Italia in Senato che ne chiedeva la sospensione Forza Italia, Lega e Iv si erano astenuti), il cashback (vedi l’approfondimento realizzato da Confcommercio) continua ad agitare le acque del governo Draghi. Nonostante la forte opposizione del M5S, l’operazione sarà infatti sospesa il 30 giugno, con il pagamento delle somme accumulate con i pagamenti delle carte di debito e credito e con il ‘superpremio’ da 1.500 euro ai maggiori utilizzatori. Verrà quindi cancellata l’operazione prevista per il secondo semestre dell’anno.

Per Confcommercio si tratta di un’occasione per riflettere sulle criticità e per puntare sull’abbattimento di costi e commissioni sugli strumenti di moneta elettronica: “Adesso occorre che si apra una riflessione approfondita sulle criticità fin qui segnalate, a partire dalle considerazioni della Banca centrale europea sulla necessità di un approccio neutrale nei confronti dei vari mezzi di pagamento disponibili fino alle considerazioni circa i possibili effetti sperequativi tra i redditi e l’effettivo impulso ai consumi” commenta di Confcommercio che ribadisce che “l’impulso alla diffusione della moneta elettronica andrebbe anzitutto perseguito abbattendo costi e commissioni a carico di consumatori ed esercenti, in particolare per la fascia dei micropagamenti”.




Nasce Biova Bergamo, la birra artigianale ottenuta dal surplus di pane dei panificatori Aspan

Presentata in assemblea la nuova iniziativa sostenibile nel segno della filiera corta per dare nuova vita al pane invenduto in collaborazione con Biova Project

Si chiamerà Biova Bergamo la birra artigianale ottenuta dal surplus di pane dei panificatori Aspan. È la nuova iniziativa sostenibile per dare nuova vita al pane invenduto presentata in occasione dell’assemblea annuale dell’ Associazione Panificatori Artigiani della Provincia di Bergamo . L’idea nasce dalla collaborazione con Biova Project, start up innovativa ideatrice di un progetto di economia circolare per trasformare il surplus alimentare in prodotti dal nuovo valore aggiunto. Verrà creata quindi un’etichetta di birra speciale per la provincia di Bergamo, realizzata con il pane recuperato dai panettieri bergamaschi, con l’obiettivo di limitare gli sprechi e ridurre il consumo di materie prime ed energia e creare benefici per tutti i partecipanti al progetto.

“Tutto ha inizio recuperando il pane, che oltre ad essere uno degli alimenti base della nostra dieta è purtroppo anche uno dei più sprecati – spiega Massimo Ferrandi, presidente Aspan -. Grazie alle sue caratteristiche, tuttavia, il pane può essere portato a nuova vita, utilizzandolo nel processo di birrificazione”.

La ricetta nel segno della filiera corta locale

La ricetta ideata da Biova Project prevede che da 170 kg di pane recuperato si ottengano circa 2.500 litri di birra, vale a dire più di 7.500 bottiglie da 33 cl. Questa strategia non solo abbatte gli sprechi, ma permette di risparmiare fino al 30% di materie prime, e contestualmente viene risparmiato all’ambiente l’immissione di ben 1365 kg. di CO2, pari a 5 voli aerei tra Roma e Londra. “Il progetto – prosegue Ferrandi – si basa sulla sinergia con i nostri panificatori e Biova Project che ritirerà nel mese di luglio l’invenduto presso alcuni panifici e lo trasformerà in birra artigianale. Il prodotto sarà poi nuovamente a disposizione dei panifici aderenti”.

La caratteristica di queste birre è di “lasciare parlare il pane”: ricette classiche della tradizione birraia, con un tocco di sapidità dato proprio dal pane; un gusto che colpisce, almeno quanto la bontà dell’operazione.   Anche per la parte di distribuzione è prevista una filiera corta locale: la birra prodotta si troverà da settembre esclusivamente nei panifici Aspan. Un prodotto unico e particolare perché racconta il valore aggiunto che porta con sé: un futuro più sostenibile.

 




Emergenza Covid, attestato di merito a 500 attività alimentari che non hanno mai chiuso

Ad alimentaristi, macellai, fruttivendoli e ambulanti alimentari una pergamena in riconoscenza dei sacrifici fatti durante i mesi di pandemia

Ascom Confcommercio Bergamo sta provvedendo a consegnare un attestato di ringraziamento alle attività alimentari associate che si sono distinte durante il lockdown e che non hanno mai chiuso. Oltre 500 soci tra alimentaristi, macellai, fruttivendoli e ambulanti alimentari riceveranno una pergamena in riconoscenza della passione, dell’impegno, del coraggio dimostrato e dei sacrifici fatti durante i mesi di pandemia. “Dovendo ancora prestare attenzione alle norme per il contenimento della pandemia – sottolinea Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo – non riusciamo a organizzare una cerimonia collettiva di consegna nella nostra sede cittadina e per questo stiamo invitando le attività coinvolte a ritirare l’attestato presso la sede in via Borgo Palazzo 137 o nelle delegazioni Ascom più vicine”.

Oltre all’attestato, gli associati riceveranno anche una locandina con le indicazioni per partecipare alla raccolta fondi a sostegno de “Il Bosco della Memoria”, il progetto promosso dall’Associazione dei Comuni virtuosi e dal Comune di Bergamo e in fase di realizzazione al Parco della Trucca. Il sostegno al progetto si concretizzerà tramite la Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus e la campagna coinvolgerà tutti gli associati Ascom e Aspan che possono effettuare un bonifico sul conto corrente legato ai rispettivi fondi presso la Fondazione.

La targa commemorativa

Infine, in direzione Ascom si è tenuta nei giorni scorsi una cerimonia riservata per la consegna delle targhe commemorative alle famiglie del presidente di Ascom 50%Più (Franco Pulcini) e di due consulenti (Giuseppe Rosignoli e avv. Giancarlo Lodetti) scomparsi nel 2020.




Green pass: vademecum per essere in regola con il certificato digitale

Pubblicato il decreto che definisce le regole comuni per l’emissione, il rilascio e la verifica. Ancora dubbi su minori e bambini sotto i 6 anni

 

Green pass, ormai ci siamo. È stato pubblicato giovedì in Gazzetta ufficiale il DPCM del 17 giugno 2021 in materia di attuazione della piattaforma nazionale per l’emissione, il rilascio e la verifica delle certificazioni verdi Covid-19. Il decreto segue l’approvazione del Regolamento (UE) 2021/953 che istituisce il cosiddetto “certificato verde digitale” volto a uniformare le condizioni di sicurezza per la libera circolazione dei cittadini all’interno dell’UE. Sono già 13 oltre l’Italia, i Paesi europei che hanno attivato il rilascio del certificato(sul sito del Governo è possibile consultare gli allegati del Dpcm)

Chi dovrà verificare i certificati

Oltre ai pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni, la legge stabilisce che tra i soggetti deputati allo svolgimento della attività di verifica ci siano anche il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, iscritto nell’apposito elenco prefettizio (art. 3, comma 8, L. n. 94/2009); i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso di una delle certificazioni verdi, nonché i loro delegati (i quali dovranno essere incaricati con atto formale recante le necessarie istruzioni sull’esercizio dell’attività di verifica); il proprietario o chi detiene legittimamente i luoghi o i locali in cui si svolgono eventi e attività per la partecipazione ai quali è prescritto il possesso del green pass, nonché i loro delegati (anche in questo caso, incaricati con atto formale).

“Il controllo andrà quindi fatto solo quando la legge renderà obbligatorio questo adempimento, cosa che non vale per gli ospiti dell’albergo, bar o ristorante – spiega Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. L’obbligo vale per le feste conseguenti a cerimonie civili o religiose, in relazione alle quali l’art. 9, comma 2, del D.L. n. 65/2021 (“Riaperture-bis”) prevede che i partecipanti siano muniti di una delle certificazioni verdi. Pur non essendo ancora confermata, Ascom Confcommercio segnala come probabile che la procedura sarà applicabile anche per l’accesso a sale da ballo, discoteche e locali assimilati, nel momento in cui verrà stabilita una data per la loro riapertura. Riguardo alla gestione dei minori c’è il vuoto normativo, che ci auguriamo che sia presto colmato dal legislatore”.

In merito a questo tema, Fipe stabilisce – facendo riferimento all’articolo 6 comma 2 dell’Ordinanza del Ministero della Salute del 18 giugno 2021 – che i bambini sotto i sei anni siano esclusi dalla presentazione di qualsiasi documento che attesta tampone o guarigione da Covid-19. Il problema resta per i chi ha tra i 6 e i 18 anni. Il consiglio di Fipe, ove non ci siano certificati di vaccinazione o tampone, è che valga l’autocertificazione da parte del genitore.

Procedure di verifica

I soggetti tenuti ad effettuare tale attività di verifica devono scaricare l’App “VerificaC19” (già disponibile su AppStore e PlayStore), che consente di controllare la validità delle certificazioni senza la necessità di avere una connessione internet, e senza che vengano memorizzate sul dispositivo le informazioni personali. In particolare, l’interessato mostrerà il QR Code (in formato digitale oppure cartaceo), che sarà “letto” dal verificatore attraverso l’App in parola, che, a quel punto, mostrerà graficamente l’effettiva validità della certificazione, nonché il nome, il cognome e la data di nascita. Sul punto, è previsto che, su richiesta del verificatore, l’interessato debba dimostrare la propria identità personale mediante esibizione di un documento di identità.

Sanzioni e controlli

Le sanzioni nel caso di inadempimento restano confermate. II controllo relativo alla corretta esecuzione delle verifiche è svolto dalle forze di pubblica sicurezza individuate all’art. 4, comma 9 del D.L. n. 19/2020, convertito con modificazioni dalla L. n. 35/2020, quindi le Forze di polizia, il personale dei corpi di polizia municipale munito della qualifica di agente di pubblica sicurezza. La sanzione pecuniaria va dai 400 ai 1000 euro, sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni. Infine, permane l’astratta configurabilità di gravi ipotesi di reato, come delitti colposi contro la salute pubblica di cui all’art. 452 c.p.

Cosa fare nell’immediato

Nonostante la piattaforma sia già attiva, e le disposizioni del provvedimento siano già efficaci, ci sono problemi nell’emissione dei certificati (dal portale del Governo dedicato al tema in commento, emerge, ad esempio, che tutte le certificazioni associate alle vaccinazioni saranno rese disponibili entro il 28 giugno) e quindi anche della relativa procedura di verifica. La Fipe consiglia agli organizzatori/gestori dell’evento di utilizzare quantomeno la modulistica di autodichiarazione e tutela dei dati personali già trasmessa nei giorni scorsi.




Allarme benzina nei distributori Eni. Mora: “Ci scusiamo per il disagio ma non dipende da noi”

Gli impianti Eni di Bergamo e provincia sono rimasti a corto di carburante da diverse settimane, tanto che alcuni hanno dovuto addirittura chiudere

È allarme benzina nei distributori Eni di Bergamo e provincia rimasti a corto di carburante da diverse settimane, tanto che alcuni impianti hanno dovuto addirittura chiudere. Il problema è legato alle mancate consegne che l’azienda di trasporti alla quale si appoggia Eni dall’inizio dell’anno non riesce a soddisfare le richieste dei benzinai, probabilmente a causa dell’organizzazione e della disponibilità dei mezzi. Un disagio per tutta la categoria ma anche e soprattutto per gli automobilisti.

“Escludendo i fermi legati all’autotrasporto in 30 anni non è mai capitato di rimanere completamente senza carburante – sottolinea Renato Mora, presidente del Gruppo Benzinai e distributori carburante Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere nazionale Figisc -. È da metà maggio, infatti, che Eni non garantisce un regolare approvvigionamento di carburante alle proprie stazioni di servizio di diverse province lombarde a causa di difficoltà logistiche e diversi impianti sono stati costretti a chiudere per mancanza di carburante, nonostante avessero seguito le normali procedure di ordinazione come da protocollo contrattuale. In alcuni casi ci sono stati “tagli” sui quantitativi richiesti e in altri casi addirittura la cancellazione dell’intero ordine. Non vogliamo certo entrare nel merito delle strategie imprenditoriali ne quantomeno giudicare la validità del nuovo vettore di Eni ma al momento la situazione è molto critica e noi distributori ci troviamo senza benzina con tutti i disagi che ne derivano per noi e gli automobilisti”.

Una vera e propria Spada di Damocle pende quindi sulla categoria, “reduce” da un periodo di crisi economica dovuto alle restrizioni ai movimenti: “Ora che la tanto attesa ripartenza era cominciata dopo lunghi mesi di sofferenza, ci troviamo a far fronte ad un’altra emergenza dovuta però ad incapacità altrui e non possiamo fare nulla – conclude Mora -. I nostri margini di guadagno sono già molto bassi e senza un alto erogato non riusciamo a coprire i costi aziendali: in queste condizioni in un weekend la perdita stimata è di circa 15 mila litri, pari a 25 mila euro di fatturato. Ma il vero problema è un altro: il servizio puntuale che viene a mancare e per questo chiediamo scusa alla nostra clientela a cui chiediamo di portare pazienza”.




Bar e ristoranti: in zona bianca nessun limite di capienza ai tavoli

Il massimo delle 4 persone al chiuso rimane solo per la Valle d’Aosta, unica regione ancora in zona gialla

 

Tutta Italia in zona bianca, con eccezione della Valle d’Aosta collocata ancora in zona gialla. Con Ordinanza del 18 giugno 2021 il Ministero della Salute ha infatti disposto il passaggio dal 21 giugno in zona bianca anche di Basilicata, Bolzano, Calabria, Campania, Marche, Sicilia e Toscana. Inoltre, come precisa la Fipe, a partire dal 22 giugno per la zona bianca viene meno il limite massimo di capienza di 6 persone per tavolo, negli spazi al chiuso, in precedenza previsto con Ordinanza del Ministero della salute del 4 giugno (si ricorda che la limitazione già non riguardava i tavoli all’aperto – cfr. cartello Fipe). In zona gialla, invece, permane la limitazione delle 4 persone per tavolo, salvo che siano tutte conviventi.

Abolito il coprifuoco anche nelle zone gialle

Infine, da ieri anche per i territori collocati in zona gialla (dunque, allo stato, solo la Valle d’Aosta) viene meno ogni limitazione oraria agli spostamenti e quindi anche all’esercizio delle attività di ristorazione. Per le misure di prevenzione applicabili al settore dei pubblici esercizi si consiglia di consultare le check list Fipe (ristorazione, cerimonie, stabilimenti balneari e giochi), elaborate sulla base delle linee guida della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome approvate con Ordinanza del Ministero della Salute dello scorso 29 maggio.




Il panificio Tilde sulla guida del Gambero Rosso. In Bergamasca è l’unico a ottenere i “3 pani”

Il forno artigiano di Castel Cerreto, Treviglio, ha ricevuto il massimo riconoscimento. Merito di un pane di filiera, lunghe fermentazioni naturali e alte idratazioni

Il forno artigiano Tilde di Castel Cerreto, frazione di Treviglio, si conferma tra i migliori in Italia. Il panificio è stato inserito nella guida “Pane & panettieri d’Italia” 2022 del Gambero Rosso, “Bibbia” delle eccellenze gastronomiche, che seleziona e recensisce i migliori locali dove comprare il “vero” pane, di filiera, preparato con passione, riconoscendo il lavoro che c’è dietro.

Otto i premiati in Lombardia. Uno solo in Bergamasca

Sono otto i panifici i premiati in Lombardia, 50 in Italia. Tilde è l’unico ad aver ricevuto, nella Bergamasca, il massimo riconoscimento, ovvero i “3 pani”. Il panificio, con annessa bottega per la vendita diretta, è gestito da Simone Conti con la moglie Marisol Malatesta, pittrice peruviana.
Tilde è il simbolo dell’infinito, impresso nel loro pane, usato in spagnolo e, fin dal Medioevo, dagli amanuensi per abbreviare risparmiando carta e inchiostro. La tradizione è di famiglia: il nonno paterno era agricoltore e aveva un banco al mercato di Treviglio. Il padre, Pino Conti, conosciuto per aver gestito la sua storica gastronomia a Treviglio, li ha ispirati e guidati.

Lunghe fermentazioni naturali e alte idratazioni

Simone e Marisol lavorano un pane certificato biologico, in grandi pezzature, risultato di lunghe fermentazioni naturali e alte idratazioni. Nel loro pane si trovano una serie di vecchie varietà recuperate come la Mentana, profumata e morbida, la Solibam, il farro Forenza, la farina Perciasacchi.
La lavorazione avviene sempre con pasta madre viva, ovvero farina e acqua fermentata per molte ore in modo da rendere il prodotto il più duraturo e digeribile possibile. Il processo di lavorazione di 24 ore permette di valorizzare il sapore e le caratteristiche di questi grani.

Simone ha due lauree, una in Lingue, l’altra in Editoria, oltre a un master in Gastronomia e Turismo Culturale all’Università di Scienze Gastronomiche e può vantare tanta esperienza tra Bristol e Londra, dove si è innamorato della panificazione. Oltremanica ha preso spunto da ciò che accadeva a Hackney, il quartiere londinese dove viveva con Marisol, dalla riscoperta delle botteghe e del cibo a chilometro zero. A Bristol, al Bordeaux Quay, ristorante all’avanguardia dal punto di vista della sostenibilità, ne ha appreso l’importanza, mentre all’E5 Bake House di Londra l’arte della panificazione, impastando ogni giorno a mano.

La guida “Pane & panettieri d’Italia” è nata tre anni fa e, per il terzo anno di seguito, Tilde ha ottenuto il riconoscimento.