Registratori telematici, che “corsa” tra Xml 7 e lotteria degli scontrini

Si avvicina la doppia scadenza dell’adeguamento alla Lotteria degli scontrini e al nuovo tracciato “XML 7.0″ . IldirettoreAscom,OscsarFusin:”Un altro intervento tecnico e l’ennesimo costo da sostenere”

Si avvicina la doppia scadenza dell’adeguamento alla Lotteria degli scontrini e al nuovo tracciato “Xml 7.0” per migliaia di registratori telematici. Un adeguamento necessario per rendere i registratori compatibili alla Lotteria degli scontrini che prenderà il via il 1° febbraio. Salvo ulteriori proroghe, sarà però una partenza azzoppata. Perché sono ancora troppi i nuovi registratori di cassa telematici che dialogano con l’Agenzia delle Entrate che non hanno ricevuto l’aggiornamento software, indispensabile per consentire ai clienti di ricevere i biglietti virtuali.

Ma non finisce qui. L’adeguamento alla Lotteria degli scontrini va di pari passo con l’adeguamento “Xml 7”: due aggiornamenti separati (che il tecnico del registratore dovrebbe compiere simultaneamente) ma dai fini diversi. Se infatti l’aggiornamento per la predisposizione alla lotteria degli scontrini è ancora facoltativo (ma fortemente consigliato, per evitare segnalazioni agli organi competenti), l’aggiornamento al nuovo tracciato Xml 7 è obbligatorio e dovrà essere effettuato entro il 1° aprile, in virtù del rinvio previsto dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 23 dicembre 2020.

“Siamo di fronte a una selva di scadenze, norme e adempimenti che richiedono continui interventi da parte dei produttori e rivenditori che stanno correndo su e giù per la provincia per adeguare i registratori telematici appena installati e che, di fatto, obbligano i commercianti a un ulteriore intervento tecnico e quindi all’ennesimo costo da sostenere per mandare avanti l’attività – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. È però paradossale che tutti questi provvedimenti cadano in un momento di emergenza sanitaria e di blocco delle attività. Da una parte, infatti, si obbliga al rispetto di adempimenti onerosi, dall’altro si impedisce di lavorare a tantissime categorie messe in ginocchio dai continui lockdown”.

 

Gli addetti ai lavori: Una corsa contro il tempo

A confermare il trend in atto e la difficoltà ad adeguare tutti gli apparecchi è Bruno Cadei, titolare dell’omonima realtà di Gorle e membro del comitato registratori telematici di Comufficio-Confcommercio, l’Associazione che riunisce produttori e rivenditori di “casse 2.0”: “C’è molta confusione sia per la lotteria sia per l’Xml7 e c’è ancora chi sta usando il vecchio registratore di cassa ed è quindi a rischio sanzioni. Sono soprattutto negozianti che fino a oggi utilizzavano ricevute o scontrini manuali, senza contare tutte quelle imprese che sono state chiuse per mesi e che non sanno nemmeno se riaprire. Si tratta di poche centinaia di attività che comunque devono mettersi in regola per non rimanere nell’ombra e incorrere in sanzioni, senza contare che poi sarà necessaria una formazione sul tema: tutte queste novità porteranno infatti ad efficientamenti dei sistemi informativi e amministrativi, standardizzando e regolando il flusso di tutte le informazioni delle attività di cassa”.

Una corsa contro il tempo, quindi, come ribadisce Michele Riva, titolare di Brevidue di Nembro: “Oggi i dispositivi installati non sono adatti a trasmettere le informazioni nel nuovo tracciato Xml 7 richiesto dall’Agenzia delle Entrate e necessitano di intervento in loco per essere aggiornati. Molti produttori hanno rilasciato il software solo a fine dicembre e ora stiamo correndo per adeguare circa 2000 nuovi registratori telematici nei pubblici esercizi. Siamo a poco meno della metà dell’opera e gli esercenti fanno giustamente pressione ma il tempo non basta”.

“Comufficio-Confcommercio sta chiedendo a gran voce di prorogare la data di inizio della lotteria anche perché molti produttori stanno rilasciando adesso gli aggiornamenti necessari – aggiunge Antonio Petti, titolare della Steva Data Sistema di Bergamo –. Per certe macchine l’adeguamento può essere eseguito anche da remoto ma molti registratori necessitano la presenza del tecnico”. E se la mancata adesione alla lotteria scontrini non è sanzionabile a preoccupare è soprattutto la scadenza del 31 marzo per il tracciato Xml 7: “Il nostro timore è di non riuscire a mettere in regola tutti i registratori entro il 31 marzo – conclude Petti -. Quelli installati dal 2019 fino a fine ottobre 2020 sono infatti ancora tutti da aggiornare in quanto i produttori hanno iniziato a rilasciare i nuovi firmware da novembre in poi. E dal 1 aprile i negozianti avranno solo due settimane per mettersi in regola”.

Per informazioni è possibile inviare una email a consulenza@ascombg.it




Via libera al servizio mensa e catering da Ascom il vademecum per i ristoratori

L’attività va comunicata al Comune e occorre un accordo con le aziende. Il direttore Fusini: “Ringrazio la Prefettura”

Via libera al servizio di mensa e catering continuativo da parte di ristoranti e pubblici esercizi. Dopo ripetute sollecitazioni da parte di Ascom Confcommercio Bergamo, finalmente la Prefettura si è espressa con il parere favorevole. Per svolgere l’attività è necessario che ci sia la stipula di un’apposita convenzione con l’impresa mediante contratto di appalto avente per oggetto la somministrazione di pasti ai dipendenti oltre alla comunicazione al Suap  se richiesto dal Comune) di mensa/catering con relativo aggiornamento del codice Ateco in Camera di Commercio. Infine, occorre ovviamente rispettare i protocolli e le linee guida diretti a contenere il contagio.
“Ringraziamo la Prefettura dei chiarimenti sul servizio mensa e catering – spiega il direttore Ascom di Bergamo, Oscar Fusini -. Certo la situazione per ristoratori e baristi è sempre grave. Ma se alcuni ristoratori se in possesso dei requisiti richiesti potranno fare un po’ di lavoro, sarà un vantaggio per loro e aiuto per tanti operai e impiegati, che potranno pranzare al caldo e non nelle cabine dei camion e nei capannoni. Abbiamo concordato con la Prefettura le interpretazioni e dato delle indicazioni alle quali i titolari di attività di ristorazione dovranno attenersi, Il servizio può essere reso nel rispetto della normativa sanitaria, sicurezza del lavoro anche alla luce dei disciplinari di contenimento del Covid. Per ora il parere esclude espressamente la possibilità che le medesime attività possano esser svolte, sempre sulla base di un contratto, anche nei confronti di un libero professionista (o di un titolare di partita Iva), in quanto in tal caso la fattispecie non sarebbe riconducibile alle attività di mensa o di catering continuativo, mancando un elemento imprescindibile di tali prestazioni, costituito dalla “collettività”. Anche su questo tema con le Federazioni siamo al lavoro per cercare di migliorare l’interpretazione”.

 

Il vademecum

A seguito della novità del servizio di mensa ammesso in deroga al Dpcm dal parere della Prefettura ed erogabile nei pubblici esercizi che possono fornire pasti e nei ristoranti, Ascom Confcommercio Bergamo ha delineato alcune osservazioni a partire dal fatto che l’attività è chiusa al pubblico ed è possibile effettuare solo l’asporto o la consegna a domicilio.

Pratica
Per erogare il servizio mensa occorre inviare la Scia al Comune/suap e comunicare  il codice Ateco 56.29.10 del servizio della mensa.

Contratto 
Il servizio mensa può essere fornito ogni giorno anche il sabato e la domenica nel rispetto dell’erogazione ai lavoratori e non al pubblico. Le persone che accedono devono essere inserite in un elenco allegato al contratto che il legale rappresentante dell’impresa ha sottoscritto con il ristorante. Il contratto può essere stipulato anche in presenza purché sia sottoscritto dal legale rappresentante.

Prezzo e pagamento
Il prezzo è stabilito dal contratto ed è per persona/gg. Possono esserci anche più formule es. 10/12/15/20 euro a seconda delle portate. Il conto della prestazione e il documento commerciale è emesso sull’azienda.
Il portatore di un buono pasto non può accedere al ristorante tout court. Può farlo solo se rientra nell’elenco dei dipendenti beneficiari del contratto di mensa. Non è possibile il pagamento con buoni pasto, che non prefigurano un servizio mensa.

Servizio
Il servizio è erogato secondo criteri di normalità. Il cliente è obbligato alla mascherina ogni volta che non è seduto al tavolo. Al tavolo è consentito un numero massimo di 4 persone salvo che siano conviventi. Il personale deve usare sempre la mascherina e igienizzare frequentemente le mani. L’erogazione del servizio deve avvenire secondo quanto stabilito dalle linee guida per la ristorazione.

Può essere preferibile assegnare una parte o una sala ai dipendenti della stessa impresa; stabilire dei turni di presenza in modo di sanificare i locali e arieggiare le sale prima del successivo turno ed erogare il servizio al tavolo salvo gestione del personale del buffet o monoporzioni.

Controllo
In caso di controllo è necessario possedere copia contratti con elenco dei beneficiari del servizio mensa e l’elenco dei presenti con la relativa azienda per la verifica veloce del numero dei presenti in caso di controllo delle Forze dell’ordine.

Il cartellone
Per chi svolge l’attività di mensa è obbligatorio  esporre il cartellone (clicca qui per  scaricarlo) che indica gli orari del servizio in funzione. Per evitare sanzioni si consiglia di effettuare il servizio di asporto facendo attendere la clientela fuori dal locale.

Aggiornamento del 29/01/21

 

Servizio mense, per ora la Prefettura di Bergamo dice no

Per un settore allo stremo come quello della ristorazione, il parere positivo della Prefettura di Rovigo in merito alla possibilità per i pubblici esercizi di erogare il servizio di “mensa contrattualizzata” può rappresentare un’opportunità per attenuare gli effetti devastanti delle chiusure imposte. Non è così a Bergamo dove si sta aspettando il via libera da parte della Prefettura dopo il primo parere negativo espresso nei mesi scorsi.

“La nostra Associazione sta ricevendo molte richieste sulla possibilità di esercitare il servizio di mensa aziendale da parte di bar e ristoranti – commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. C’è grande confusione nell’interpretazione sia da parte dei Comuni e che dalle stesse Forze dell’ordine. Il servizio sarebbe utile per i tanti lavoratori oggi obbligati ad ammassarsi o costretti a mangiare al freddo e per le nostre imprese che potrebbero lavorare in un momento di grave difficoltà. La nostra preoccupazione principale è però quella di evitare multe e problematiche per i nostri soci, che oltre al grave danno economico della chiusura potrebbero essere oggetto di verifiche e sanzioni”.

A novembre la prima richiesta

Il 20 novembre Ascom aveva già richiesto un parere alla Prefettura di Bergamo che, dipendendo dal Ministero dell’Interno, interpreta le norme dei provvedimenti del Governo. Il parere dato dalla Prefettura era negativo, così come la linea seguita dai Comuni e dall’ATS in caso di controllo. “In riferimento al quesito qui pervenuto concernente l’oggetto, si rappresenta che, ai sensi dell’art. 3, comma 4, lett. c), del DPCM 3 novembre 2020, l’attività degli esercizi di ristorazione è sospesa – si legge nel parere –. Dal tenore testuale della norma sembra, pertanto, che essi non possano in ogni caso restare aperti, nemmeno ove prestino il servizio esclusivamente a favore dei dipendenti di aziende convenzionate. Peraltro, alla luce del rapporto contrattuale di convenzione con datori di lavoro terzi, i predetti esercizi potranno svolgere il servizio pattuito mediante asporto ovvero consegna dei pasti nei luoghi dove si ritenga più opportuno”.

L’ 11 gennaio è stato richiesto nuovamente un parere che non ha ottenuto ancora risposta. “Terremo aggiornati i nostri associati – conclude Fusini – nella speranza che l’interpretazione possa presto cambiare, come per esempio in Veneto, a Rovigo per l’esattezza, dove viene richiesto in caso di controllo la copia dei contratti sottoscritti dai datori di lavoro”.




Addio a Pierino Nocenti Il cordoglio di Ascom

Si è spento a 75 anni il titolare del negozio storico di via Palma il Vecchio

Una vita intera passata in negozio tra tende, tessuti e biancheria per la casa. Il suo negozio, quello in via Palma il Vecchio in città: la scomparsa di Claudio Nocenti, per tutti Pierino – che lunedì 18 gennaio se n’è andato dopo una breve malattia affrontata con grande forza all’età di 75 anni – lascia un grande vuoto nel mondo del commercio bergamasco. Una persona dotata di grande educazione, garbo e rispetto come riporta una dei tanti cordogli che da giorni costellano la pagina Facebook del negozio che Pierino, sposato con Mariella, ha voluto guidare fino all’ultimo e sempre con grande professionalità, cortesia e competenza.
Tutti valori da sempre nel dna di Nocenti che che l’anno scorso ha visto la sua bottega ottenere il riconoscimento regionale di “Negozio Storico”. Un altro tassello in una storia imprenditoriale fatta di tanta passione per il proprio lavoro e che fin dal Dopoguerra ha fatto di Nocenti Pierino un punto di riferimento a Bergamo per la raffinatezza dei complementi d’arredo (tende da interni ed esterno, tessuti per il rivestimento di divani e letti, biancheria per la casa, materassi e doghe).

«Sono in tanti a ricordarci con affetto la bontà, la disponibilità e la competenza di mio papà – ricorda la figlia Simona che con il fratello Giulio, terza generazione alla guida del negozio e del laboratorio artigianale, i due cuori dell’attività fondata nel 1948 dal nonno Pietro Santo Nocenti, affiancato poi dal figlio Pierino nel 1959 -. La sua morte lascia a tutti un vuoto immenso, umano e professionale: nostro padre era un uomo d’altri tempi che ha cominciato nei mercati a fianco di mio nonno ma sapeva anche guardare avanti e aggiornarsi su tutto. Siate giusti che non sbagliate diceva sempre. E con questo intendeva: mettetevi dalla parte del cliente e rispettatelo, riceverete da lui lo stesso. Così ho fatto durante tutti questi anni di lavoro, dacché confezionavamo abiti su misura a quando abbiamo iniziato a vestire le case dei bergamaschi come fossero le nostre».