Pagamenti col bancomat anche per piccoli importi. Confcommercio: “Ma le commissioni vanno ridotte”

posd.jpgPromuovere il pagamento anche di piccoli importi con il Bancomat. Lo prevede un emendamento del Pd alla Legge di Stabilità. “Al fine di promuovere l’effettuazione di operazioni di pagamento basate su carte di debito o di credito anche per i pagamenti d’importo contenuto” relativi a operazioni “il cui importo è inferiore a cinque euro” il costo di servizio “non può essere superiore ai costi che lo stesso beneficiario avrebbe sostenuto per l’accettazione di analoghi pagamenti in contanti”. L’emendamento del Pd, prima firma Boccadutri, alla Legge di Stabilità di fatto consente il pagamento con carta anche per piccoli importi. Sarà possibile utilizzare i pagamenti digitali anche per piccole somme: io penso sia un questione di libertà. Vogliamo che i cittadini siano liberi di scegliere come pagare, in qualunque situazione”, commenta il deputato Sergio Boccadutri, responsabile innovazione del Partito democratico.

Confcommercio interviene ribadendo che resta favorevole alla modernizzazione del sistema dei pagamenti nel nostro Paese. Rimane però cruciale la questione delle commissioni per l’accettazione dei pagamenti con bancomat e carta di credito. Per la Confederazione presieduta da Carlo Sangalli “sui i pagamenti di piccolo importo con bancomat la commissione fissa attualmente applicata dalle banche alle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti resta elevata ed assorbe molto spesso i margini di profitto degli imprenditori. Prima di prevedere nuovi obblighi e vincoli per le imprese, è pertanto indispensabile procedere ad un generalizzato abbassamento delle commissioni bancarie che dovrebbero essere in ogni caso fissate in misura percentuale all’importo incassato, escludendo qualsiasi quota fissa a carico delle imprese”.




Beccalossi: “Scorpioni a tavola? Io mangio polenta e osei”

Viviana Beccalossi
Viviana Beccalossi

“Ecco l’Europa che non vogliamo. Un’Europa troppo spesso intenta a varare leggi e leggine per lo più inutili, che – come avviene per la caccia – vietano agli italiani di mangiare polenta e osei o lo spiedo bresciano, ma gli consentono di nutrirsi di insetti o scorpioni”. Viviana Beccalossi, assessore al Territorio di Regione Lombardia, commenta così la decisione del Parlamento Europeo, di approvare le nuove norme sull’alimentazione secondo le quali è possibile portare sulla tavola dei consumatori europei insetti, vermi, larve, scorpioni e ragni. “Non c’è limite al peggio nella folle corsa alle decisioni cervellotiche di Bruxelles – prosegue Viviana Beccalossi -, per quanto mi riguarda sarò sempre dalla parte di chi, con orgoglio e passione, difende la propria storia e le proprie tradizioni anche attraverso lo spiedo bresciano o polenta e osei. Insetti e scorpioni, peraltro lontanissimi da qualsiasi cultura, non solo italiana, ma dell’intero continente, li lascio a chi supinamente continua ad accettare queste decisioni”.




Santa Lucia, il quartiere chiede un grande parco nell’area del Campo di Marte

Santa LuciaL’amministrazione di Bergamo ha deciso di stanziare quattro milioni di euro per infrastrutture e servizi nei quartieri di Santa Lucia e Loreto. Tale somma deriva dall’accordo di programma che prevede l’insediamento dell’Accademia della Guardia di Finanza nell’area degli ex Ospedali Riuniti. Un gruppo di lavoro promosso dai Comitati di quartiere e dalle reti sociali, con la partecipazione di residenti dei quartieri, ha elaborato una serie di proposte per utilizzare al meglio la cifra stanziata dall’Amministrazione comunale. Il prossimo 30 ottobre, alle 20,45, al Salone di via Torino 12, il Comitato Santa Lucia e il Comitato di quartiere di Loreto con il Gruppo di lavoro sul tema della “Trasformazione ex OORR” presenteranno le proposte in un’assemblea pubblica.

Un’occasione unica per offrire ai cittadini la possibilità di offrire il proprio contributo al miglioramento e alla rivitalizzazione dei quartieri interessati. Tra le proposte emerse fino ad oggi (vedi immagine) figurano:

  1. la realizzazione di un grande parco che comprenda l’attuale Campo di Marte, via Grataroli e parte dell’area verde delle Piscine, con infrastrutture per lo sport e il tempo libero (panchine, giochi, campi sportivi, bar…);
  2. due piazze (la piazzetta di S. Lucia e piazza Risorgimento) per due quartieri, connesse da una pista ciclabile, per favorire l’aggregazione sociale, la mobilità dolce, il collegamento fra le scuole, lo sviluppo delle attività commerciali e la rivitalizzazione dei quartieri;
  3. un centro polifunzionale in via XXIV Maggio per giovani e anziani (spazio incontri, biblioteca…);
  4. la messa a norma della palestra della scuola primaria Diaz.



Sangalli (Confcommercio): giù Irpef o niente crescita

Carlo Sangalli 1“Sono due le Italie che emergono: una che riparte, quella degli ottimisti, delle famiglie che tornano a spendere in particolare in beni durevoli, come auto, mobili, elettrodomestici, l’altra è quella delle famiglie e delle piccole imprese che non hanno ancora toccato con mano la ripresa e che soprattutto nel Mezzogiorno non riescono a coprire tutte le spese con il proprio reddito né a effettuare nuovi investimenti”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, esorta “il Governo a tagliare con più coraggio e determinazione la spesa pubblica improduttiva liberando così le risorse necessarie per una riduzione generalizzata delle aliquote Irpef. Perché fino a quando non perderemo il triste primato di una pressione fiscale tra le più alte al mondo, non ci sarà vera crescita”. Sangalli ha concluso evidenziando che “nel 2016 il Pil potrebbe anche avvicinarsi al 2% ma a due condizioni precise: che il Governo riduca con maggiore intensità le tasse su imprese e famiglie e che la Legge di Stabilità esplichi in pieno i suoi effetti espansivi”.




La lettera a Sorte: “Urgono fondi per il Tpl”

Matteo Rossi
Matteo Rossi

Il presidente della Provincia Matteo Rossi ha scritto all’assessore regionale ai Trasporti, Alessandro Sorte, per segnalare la situazione critica del TPL in provincia di Bergamo e richiedere ulteriori risorse per garantire la prosecuzione dell’attuale livello di servizio dal 1° gennaio 2016″

Ecco il testo della lettera

Caro Assessore,

la Provincia di Bergamo condivide e sostiene il ridisegno voluto da Regione Lombardia sul trasporto pubblico locale. Insieme a Tt e al Sindaco del Comune di Bergamo abbiamo già costituito l’Agenzia del TPL, prevista dalla L.r. 6/2012, nominato il presidente e il cda e siamo impegnati a rispettare il crono programma previsto dalla normativa regionale. L’Agenzia, dopo aver definito il nuovo Piano di Bacino, dovrà gestire la nuova gara europea per l’affidamento del servizio TPL che non prevede più la differenziazione tra sistema urbano ed extraurbano, bensì un’unica area comprendente l’intero territorio bergamasco.

Proprio per dare attuazione all’ambizioso progetto di riforma del TPL e, in particolare, al fine di consentire all’Agenzia del TPL di rispettare i termini stabiliti dai provvedimenti regionali, i soci che l’hanno costituita devono approvare il bilancio di previsione pluriennale 2015-2017 dell’Agenzia, oltre ad attivare il Servizio di Tesoreria ed a procedere alla nomina del Direttore, così da poter cedere i Contratti in essere con i gestori attuali, nonché la convenzione con TEB, Comune e Regione per la Tramvia delle Valli (Bergamo–Albino).

Questa Provincia, tuttavia, è impossibilitata ad approvare il proprio bilancio pluriennale 2016-2017, infatti la situazione finanziaria del “sistema Province” è talmente critica che il D.L. 78/2015 ha consentito alle sole province e città metropolitane di approvare un bilancio annuale (e non triennale) per il 2015; pertanto, non vi sono le condizioni – per il 2016 e per il 2017 – per poter dare la copertura finanziaria al trasferimento delle risorse necessarie all’Agenzia per mantenere inalterato lo stesso livello del servizio di TPL. Si tratta di oltre 5 milioni di euro che la Provincia sino al 2015 ha trovato (anche quest’anno, con enorme fatica ce l’abbiamo fatta) nelle pieghe del proprio bilancio, a copertura dei contratti di servizio con le aziende di trasporto pubblico locale.

A proposito di risorse, Ti ricordo che Regione Lombardia dal 2005 ad oggi ha ridotto i finanziamenti del TPL alle Province con i provvedimenti del 2011 (-7%) e del 2014 (-3%) e che dal 2009 non ha più trasferito le risorse per la copertura dei costi legati all’IVA (10%) e all’indicizzazione dei contratti di servizio (Indice Istat). Di fatto la contrazione dei trasferimenti regionali, che ammonta ad oltre 5 milioni di euro, ha costretto negli anni la Provincia a ridurre il servizio autobus in ragione di circa 1.500.000 di chilometri annui e a finanziare con risorse proprie per oltre 4 milioni di euro il servizio con autobus, nonché a farsi carico del contributo per un importo pari ad 1,1 milioni di euro per la Tramvia (Bg–Albino).

La cosiddetta Legge Delrio, come sai, affida alla Provincia la sola funzione di “pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale in coerenza con la programmazione regionale”. Per quel che ci riguarda, saremo chiamati a svolgere nel modo migliore possibile il ruolo di coordinamento degli attori territoriali (vorremmo a questo proposito dare vita ad un Osservatorio della mobilità). Dal punto di vista operativo, secondo la disciplina normativa di Regione Lombardia, la funzione sarà esercitata dall’Agenzia, ma la quantità di risorse su cui costruire le proposte relative al servizio di TPL da garantire e alle tariffe, dipenderà esclusivamente dai finanziamenti delle istituzioni superiori.

Dal punto di vista economico, tale funzione sarà dunque sostenuta, da 2016 in poi, esclusivamente dai trasferimenti regionali alle Province lombarde, non essendo più previsto nella legge di stabilità che i nuovi enti di area vasta mettano risorse proprie aggiuntive.

Come già Ti ha segnalato anche il Presidente dell’Unione Province Lombarde, Sen. Bosone, con lettera del 29 luglio 2015, la situazione che Ti ho riassunto è comune a tutte le Province lombarde, talché i presidenti delle predette Province “hanno dovuto decidere, pur consapevoli dei risvolti su imprese, lavoratori e cittadini, e dell’impossibilità senza risorse proprie aggiuntive di garantire lo stesso livello dei servizi …, che a decorrere dal 1° gennaio 2016 i servizi di trasporto pubblico extraurbano saranno garantiti solo e soltanto nei limiti delle risorse trasferite da Regione Lombardia.”.

In questa situazione la Provincia dovrà cedere i Contratti di servizio all’Agenzia del TPL e la Convenzione con TEB riducendo, se non azzerando la propria partecipazione economica con inevitabile riflesso sui medesimi contratti e convenzioni, posto che le somme proprie sin qui stanziate non sono più disponibili, ma le conseguenze saranno disastrose per l’intero bacino degli utenti bergamaschi e per il livello del servizio, che a seguito dei conseguenti tagli e razionalizzazioni, non potrà che limitarsi, per quanto possibile, all’effettuazione di un minimo servizio scolastico, mentre gli altri utenti (lavoratori, cittadini, imprese, pensionati, ecc. ) si ritroverebbero sostanzialmente impossibilitati a fruirne.

Per farla breve, non sarà più possibile garantire i servizi secondo quegli standard minimi di servizio che prevede proprio la legge regionale. L’Agenzia si troverebbe così a dover gestire i quattro Contratti di servizio (uno relativo all’area urbana di Bergamo e gli altri tre relativi alle sottoreti extraurbane Sud, Est e Ovest) e la Convenzione TEB, priva sostanzialmente dei necessari finanziamenti. Del resto, non avendo alcuna disponibilità propria ed in assenza del bilancio di previsione 2016-2017 e non potendo accertare alcuna entrata da qui al 1° gennaio 2016, non è ipotizzabile che la Provincia possa farsi carico degli oneri finanziari sin qui affrontati.

Ti faccio presente che ho già reso edotti della situazione sia il Sindaco di Bergamo che il Presidente dell’Agenzia di TPL, che mi hanno manifestato la loro preoccupazione per gli sviluppi nefasti che questa situazione potrebbe avere anche sull’avvio dell’Agenzia e sul livello di erogazione del servizio di TPL nell’immediato futuro. Gli stessi Sindaci bergamaschi, che sabato scorso hanno approvato il bilancio della Provincia, hanno più volte manifestato pesanti disagi chiedendomi di far sentire con forza la voce del territorio. Ci preoccupa enormemente il destino di migliaia di famiglie, in particolare quello degli studenti di quei Comuni bergamaschi più lontani dalle sedi scolastiche. Per loro, e in generale per tutti i giovani bergamaschi, il livello del servizio del trasporto pubblico è una questione di giustizia sociale, e sappiamo come l’alta mortalità scolastica del nostro territorio così come il successo o l’insuccesso scolastico sia legato anche a questo servizio e alle conseguenze dirette sui tempi di vita e di studio.

In estrema sintesi, si rende assolutamente necessario un immediato, urgente e strutturale intervento economico-finanziario da parte di Regione Lombardia a favore della Provincia di Bergamo per un importo di 5,5 milioni di euro, volto ad assicurare ora e per il futuro una copertura dei costi del servizio di TPL e a garantire l’attuazione della riforma lombarda del TPL, che tutti noi auspichiamo si possa realizzare. Resto in attesa di un Tuo cortese e sollecito riscontro, che sarà mia premura comunicare agli Stati Generali sul TPL bergamasco, che ho convocato per il 14 novembre 2015, ai quali sei già stato invitato a partecipare quale attore fondamentale.

Cordiali saluti.




Gioco d’azzardo, le contraddizioni di uno Stato che ignora la “terza via”

Sul tema del gioco lecito la settimana appena trascorsa è stata segnata da grandi novità. Non ci impressiona molto, forse perché siamo abituati che parti diverse dello Stato, che dovrebbero muoversi all’unisono, o quanto meno con gli stessi obiettivi su temi importanti, prendano decisioni contrastanti. Ciò che imbarazza è che gli annunci in piena contrapposizione siano addirittura concomitanti. Ma andiamo con ordine. Il Governo infila nella Legge di Stabilità l’autorizzazione per 22.000 nuovi punti azzardo che serviranno per rastrellare altri soldi. L’aumento della fiscalità sui giochi dovrebbe portare circa un miliardo di euro di nuove entrate che serviranno per sostenere la Legge Finanziaria. Nonostante la presa di posizione delle associazioni e di molti parlamentari di schieramenti assolutamente bipartisan, sembra ormai che le sorti finanziarie dell’Italia si reggano solo sulle disgrazie di chi si rovina con il gioco d’azzardo.

Lo Stato preferisce il male minore: essere considerato “biscazziere” piuttosto che lasciare spazio a mafie e a gioco illecito o alle piattaforme on line, che potrebbero spostare i giocatori verso dimensioni domestiche non controllabili, e i proventi verso società dei paradisi fiscali d’oltreoceano. Nuove sale giochi o punti azzardo significheranno maggiore spesa dei consumatori – non osiamo immaginare con quali contraccolpi di tipo sociale – o minori introiti per tutti coloro che oggi vivono o sopravvivono di gioco. Quest’ultima ricaduta avrà l’effetto di indebolire ulteriormente un settore già in difficoltà. Intanto, in Regione Lombardia la Giunta inasprisce le sanzioni a carico degli esercenti che violano le norme in tema di accesso-separazione delle sale ed esposizione di cartelli e materiale obbligatorio, e rifiutano di accogliere gli educatori e collaboratori ASL preposti all’aiuto dei giocatori affetti da ludopatia. Insomma, da una parte si rende possibile il gioco in nuovi punti, dall’altro si bastonano coloro che non rispettano i numerosi obblighi e divieti in questo campo. Intravediamo un disegno combinato: limitare i giochi nei piccoli punti vendita e nei pubblici esercizi, che oggi nella maggior parte dei casi sopravvivono con questi ricavi, per portarli verso le grandi sale gioco, favorendone ancora di più l’apertura e la maggiore capacità di gestire obblighi e divieti.

La nostra Associazione è preoccupata per quanto sta avvenendo. Proviamo una profonda tristezza per i giocatori patologici e problematici, giacché siamo consapevoli che dietro a queste situazioni ci sono sofferenza, solitudine e più di un problema familiare. Molti sono anche nostri associati. Ci preoccupa l’aumento del gioco, soprattutto in Lombardia e nella nostra provincia. Secondo le stime dell’ASL di Bergamo, ci sono dai 5.500 ai 24.400 giocatori patologici, pari al 2,2% della popolazione, e dai 14.000 fino ai 42.000 problematici, pari al 3,8% della popolazione, per una spesa nella sola città di Bergamo di 2.400 milioni all’anno, 1.700 euro procapite, minori compresi. Per questo l’Ascom, pur difendendo il gioco lecito negli esercizi commerciali, da tempo condivide i progetti che mirano alla sensibilizzazione e prevenzione in tema di gioco. Quanto viene drenato da slot, giochi Gratta e Vinci, ecc. è solo in piccola parte appannaggio dei piccoli esercizi e comunque è nemico dei consumi perché chi spende nel gioco rinuncia ad altre spese, spesso anche a quelle essenziali. Lo spostamento dell’offerta dei pubblici esercizi dalla somministrazione di alimenti e bevande ai giochi è un impoverimento della qualità e una caduta della professionalità della categoria. Lo scenario che vediamo configurarsi è lo spostamento del gioco lecito dai piccoli esercizi verso le sale gioco e sale scommesse anche attraverso lo spauracchio di sanzioni sempre più pesanti per inadempimenti assolutamente formali come la presenza di cartelli e materiale obbligatorio che però nessuno legge.

Prima si sono indebolite le tasche e le capacità degli esercenti, ora gli si toglie l’ancora di salvataggio del gioco con il rischio di chiusura di centinaia di locali. Ma siamo certi che è questa la strada per far guadagnare di più le casse dello Stato e per assistere meglio le patologie del gioco? Ammesso che sia possibile, e non lo è, far convivere questi due obiettivi noi pensiamo che alla fine farà crescere solo la spesa dei giocatori, a danno del territorio. Vorremo che la situazione fosse affrontata in un altro modo. La maggior parte dei piccoli esercenti, anche coloro che ha all’interno le macchine da gioco, ha a cuore le sorti dei propri clienti. Forse può abbinare il gioco consapevole agli altri consumi, e comunque contribuire nell’attività di prevenzione e informazione dei propri clienti. E’ quella che noi definiamo la terza via, tra bar slot e locali no slot e tra bar e sale giochi, ossia mantenere il gioco nei pubblici esercizi con gestori attenti e collaborativi verso l’accesso al gioco, che deve diventare consapevole e misurato. Quel gioco che pensiamo possa restare un divertimento come tanti altri e convivere con l’offerta di bar e negozi senza rovinare le persone.

 




Costa Valle Imagna, nominato il commissario prefettizio

Sabato 17 ottobre, sei dei dieci membri del consiglio comunale di Costa Valle Imagna, con unico atto presentato ed acquisito in pari data al protocollo comunale, hanno rassegnato contestualmente le dimissioni dalla carica. Si sono quindi creati gli estremi per attivare la procedura di scioglimento del consiglio comunale. In considerazione, peraltro, dell’impossibilità – determinatasi a seguito della descritta situazione – di assicurare il normale funzionamento degli organi di governo del comune e degli effetti che ne deriverebbero sulla regolare prosecuzione dell’attività degli uffici comunali, il Prefetto di Bergamo, Francesca Ferrandino, ritenuto che sussistano motivi di grave ed urgente necessità ha disposto la sospensione del consiglio comunale di Costa Valle Imagna e la nomina di un commissario per la provvisoria amministrazione dell’ente, nella persona di Rita Di Donna, dirigente del Servizio contabilità e gestione finanziaria di questa Prefettura. Il commissario provvederà all’amministrazione del Comune di Costa Valle Imagna fino alle prossime elezioni amministrative.




Aeroporto, arrivano tre milioni per la mitigazione ambientale

Ryanair_Orio_al_Serio_BergamoIl Consiglio di amministrazione di Sacbo, presieduto da Miro Radici, ha deciso di accogliere la proposta dei consiglieri Renato Redondi e Giampiero Benigni, rispettivamente rappresentanti del Comune e della Provincia di Bergamo, deliberando lo stanziamento di tre milioni di euro per fare ripartire il piano di mitigazione ambientale su molti edifici delle aree limitrofe all’aeroporto.

La decisione del CdA Sacbo è stata presa all’unanimità accogliendo l’istanza, presentata attraverso i rispettivi rappresentanti, del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e del presidente della Provincia, Matteo Rossi, i quali avevano assunto congiuntamente specifico impegno durante il tavolo di confronto con i sindaci dei Comuni interessati, svoltosi a Orio al Serio qualche settimana fa. In quella circostanza i sindaci avevano chiesto la ripresa dei lavori di mitigazione negli edifici più esposti all’inquinamento acustico nell’area nei pressi dello scalo aeroportuale, lavori che erano stati sospesi con la bocciatura del piano di zonizzazione acustica. Il presidente Miro Radici e tutti i componenti del CdA di Sacbo hanno dimostrato grande sensibilità di fronte a questa istanza, a conferma della perfetta sintonia instaurata da subito con il rappresentanti istituzionali del Comune di Bergamo e della Provincia, in particolare su temi così importanti per il nostro territorio.

Il bando, già approvato negli aspetti inerenti la progettazione degli interventi di mitigazione ambientale, sarà rielaborato in tempi brevi e comprenderà anche la realizzazione anche l’impegno alla realizzazione degli interventi di mitigazione ambientale sugli edifici privati più esposti all’inquinamento acustico prodotto aeroportuale, compresi nei Comuni di Orio al Serio, Seriate, Grassobbio e Bagnatica.

Al Consiglio d’Amministrazione Benigni e Redondi hanno sottoposto anche la richiesta, sempre nata al tavolo dei sindaci, di illustrazione dei contenuti della relazione di Stefano Paleari in merito alla fusione Sea-Sacbo: il presidente e il direttore generale di Sacbo hanno espresso massima disponibilità a una presentazione dello studio dell’ex rettore dell’Ateneo orobico ai sindaci.




Frutta nelle scuole, scontro tra Fava e Martina

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L’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava

“Sono stupito che nell’anno di Expo, dedicato al diritto all’alimentazione e a come affrontare i bisogni alimentari di una popolazione mondiale in crescita, il ministero delle Politiche agricole faccia deliberatamente saltare il programma europeo Frutta nelle scuole per tutto il 2015, per un errore così clamoroso che sembra quasi una barzelletta, se non fosse drammaticamente serio: l’assenza del timbro dell’ufficio postale del ministero sui plichi contenenti le offerte”. A dirlo è l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che non entra nel merito del bando ministeriale, ma censura con forza “una gestione del ministero delle Politiche agricole che avanza a colpi di annunci, proclami, comunicati stampa e poi si perde nei labirinti della burocrazia, a danno degli studenti e dell’educazione alimentare tanto propagandata dal ministro Martina in questi mesi in cui ha preferito presenziare fra il jet-set di Expo che presidiare il Mipaaf, giocattolo come si continua a vedere del tutto inutile, ma che costa 1,3 miliardi l’anno”. “Grazie a uno sbandato ministero delle Politiche agricole – prosegue Fava – si apre uno scenario in cui a vincere sono l’incertezza sui tempi di realizzazione del programma Frutta nelle scuole, con inevitabili incertezze sulla programmazione scolastica dell’iniziativa; l’impossibilità di distribuire alcune specie di frutta, con ripercussioni negative in termini di educazione alimentare sulla stagionalità della frutta e danni per i produttori; il rischio, per non dire la certezza, di perdere i fondi messi a disposizione dall’Unione europea, come se non bastasse l’inefficienza di alcune Regioni del sud, per colpa delle quali abbiamo perso 1,4 miliardi di euro dalle risorse dello Sviluppo rurale”. L’assessore lombardo teme, inoltre, che un nuovo bando per la frutta nelle scuole non sarà pubblicato prima della prossima primavera. “Con buona pace per chi crede ancora nelle favole del Mipaaf, capace in questi mesi di far saltare persino l’anticipo della Pac che Regione Lombardia è sempre riuscita ad assicurare ai propri agricoltori”, conclude Fava.




Lunedì nuovo interrogatorio. L’avvocato: “E’ provato, temo possa crollare”

Sarà interrogato dal pm Giovanni Polizzi nel pomeriggio di lunedì prossimo Mario Mantovani, l’ex vice presidente della giunta regionale della Lombardia, arrestato martedì scorso assieme ad altre due persone con le accuse di concussione, corruzione e turbativa d’asta. E’ stato il suo difensore, l’avvocato Roberto Lassini, a sollecitare un nuovo interrogatorio davanti al magistrato titolare del nuovo filone di indagine sulla sanità lombardo. La speranza del legale è che questo nuovo confronto (il secondo dopo l’interrogatorio di ieri durato più di 5 ore) serva a dimostrare l’insussistenza della custodia cautelare il carcere. “Mantovani è molto provato, temo che inizi a crollare”, ha detto il legale che ieri ha presentato istanza di scarcerazione al gip Stefania Pepe e che questa mattina ha presentato allo stesso giudice tutta la documentazione necessaria per dimostrare che Mantovani non ha più le deleghe di vicepresidente della giunta (si è autosospeso dall’incarico subito dopo essere stato arrestato) e che dunque, in un’ottica difensiva, non c’è più il rischio di reiterazione del reato, uno dei presupposti che giustifica la detenzione in carcere. La decisione del giudice è attesa a breve.