Formaggi, l’arte di affinare raccontata dagli esperti

formaggi-affinamentoA Romano di Lombardia arriva un fine settimana per gli specialisti del formaggio. Sabato 22 ottobre a partire dalle 10 nella Rocca Viscontea è in programma il convegno-tavola rotonda dal titolo “Arte di affinare”.

Noti affinatori del panorama nazionale racconteranno come si trasforma un formaggio accuratamente selezionato sui luoghi di produzione in qualcosa di unico e sorprendente, introducendo variabili nella stagionatura, nei tempi e nelle tecniche, utilizzando ingredienti naturali che danno diverse aromaticità. Si parlerà dell’importanza dell’estetica, del gusto e del marketing dei formaggi da meditazione, oltre che della qualità del latte.

Obiettivo cercare di definire la categoria professionale degli affinatori, grazie anche alle esperienze dei professionisti del settore. Interverranno: Vittorio Beltrami, Gastronomia Beltrami Cartoceto (Pu); Renato Brancaleoni, Fossa Dell’Abbondanza Roncofreddo (Fc); Antonio e Alessandro Carpenedo, la Casearia Camalò di Povegliano (Tv); Roberto Facchetti, Lavialattea di Gera d’Adda (Bg); Andrea Magi, Azienda De’ Magi L’alchimia de’ formaggi Castiglion Fiorentino (Ar); Carlo Piccoli, Latteria Perenzin San Pietro di Feletto (Tv), insieme a Gianfranco Drigo, direttore della Coldiretti di Bergamo e Daniele Bassi, componente Commissione Tecnica Scientifica Onaf (Organizzazione nazionale assaggiatori di formaggio). A moderare i lavori sarà Grazia Mercalli, delegato Onaf Bergamo.

Domenica 23, sempre alla Rocca viscontea, dalle ore 10, si terrà invece il primo concorso caseario “Stupore ed emozione”, dedicato esclusivamente ai formaggi affinati: a pasta molle, semidura e dura, di latte vaccino, caprino, ovino, bufalino e misto. La giuria composta da Maestri Assaggiatori ed Assaggiatori Onaf valuterà la “metamorfosi di un buon formaggio” sottoposto ad affinamento in “qualcosa di bello da vedersi e piacevole da mangiare”, esprimendo un punteggio ed un commento tecnico. L’iscrizione dei formaggi a concorso è gratuita.

Per informazioni bergamo@onaf.it




FruitAma, così la marmellata è finita in un tubetto

Flavio Amaglio
Flavio Amaglio

Una marmellata così non s’era mai vista. Nasce da un’idea di un ex broker assicurativo una novità assoluta, la confettura extra in tubetto di alluminio.

Flavio Amaglio, 32 anni, di Casazza, ha lasciato la sua professione per reinventarsi grazie a FruitAma, una start up giovane che si basa su un packaging accattivante, capace di catturare la curiosità dei consumatori. Il prodotto è talmente piaciuto che ha vinto il “World tube congress 2016” organizzato a Düsseldorf dall’Etma, l’associazione europea dei produttori di tubetti.

«Gli ingredienti sono i migliori, ma in un mercato saturato dalle multinazionali e non, dovevo creare qualcosa di nuovo per non farmi schiacciare dalla concorrenza, un formato diverso e colorato che invogliasse all’acquisto», spiega Amaglio.

La rivoluzione nasce dal contenitore, realizzato dall’azienda “La metallurgica” di Albignano d’Adda, alle porte di Milano, tra i principali produttori di tubetti deformabili in alluminio e operativa dal 1947. Anche il contenuto, 100 grammi, è frutto di un ragionamento. «I vasetti da 300 grammi spesso non vengono finiti, il prodotto va a male e viene buttato. In una società composta sempre più da famiglie poco numerose, single e separati ho pensato a una quantità giusta, che fosse anti spreco», prosegue il titolare.

Il progetto è nato l’anno scorso quasi come una scommessa, un secondo lavoro, che offrisse una produzione da condividere con gli amici. Amaglio ha acquistato i macchinari, tipici dell’industria farmaceutica e cosmetica, adattandoli alle sue esigenze. Il successo e le soddisfazioni sono arrivate presto e lo scorso agosto ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla nuova avventura. In poco tempo si è passati da una produzione di 400 tubetti a settimana agli attuali 30mila. Tra la dosatura e la timbratura, prima s’impiegava un minuto per preparare una confezione. Oggi è una al secondo. Quattro i ragazzi impegnati, insieme al proprietario, nel laboratorio di 100 metri quadri. Ma, considerato il boom di richieste, si sta cercando uno spazio più ampio, un capannone industriale. La frutta è di qualità e dolcificata usando fruttosio e agave biologica. A fragola, pera, albicocca, ciliegia e frutti di bosco si aggiunge da questo mese la pesca.

fruitama-marmellata-in-tubettoL’intenzione è di introdurre altra frutta, stagionale, come arance di Sicilia o amarene delle Marche. I prodotti FruitAma si trovano nelle pasticcerie, panetterie e dai fruttivendoli, posizionati vicino alla cassa o sul bancone. Il costo suggerito è di 1,90 euro. «Lo chiamiamo un acquisto di impulso, un po’ come accade per i cioccolatini», sorride il neo imprenditore, riferendosi alla stampa digitale e fotorealistica che impreziosisce i tubetti, facendo da richiamo. Tuttavia, una nuova linea, più economica e dal formato più grande, sbarcherà presto negli scaffali dei supermercati. L’azienda bergamasca mira a coprire con i suoi agenti tutta l’Italia. Ma la strada da percorrere per le marmellate di Casazza è lunga. E il passo successivo sarà l’export.




Mele brembane, alla sagra debutta il succo

Le mele sono diventate un prodotto tipico della Valle Brembana grazie all’Afavb, l’Associazione frutticoltori agricoltori della Valle Brembana che riunisce centinaia di appassionati che dimostrano di credere nel loro territorio coltivando alberi da frutto. Negli ultimi decenni in Valle sono state messe a dimora almeno 150.000 piante, sono stati recuperati terreni altrimenti abbandonati e la consulenza di esperti ha consentito di ottimizzare qualità, resa dei frutteti e proprietà del terreno, addirittura superiori a quelle di zone più rinomate.

Per valorizzare questa produzione a Piazza Brembana sabato 15 e domenica 16 ottobre torna la “Sagra della Mela e dei prodotti tipici della Valle Brembana”.

La manifestazione vede l’associazione collaborare con gli enti territoriali e di promozione locale per unire all’enogastronomia la valorizzazione della Valle. In primo piano ci sono le varietà coltivate – Golden, Gala, Red Delicious, Renetta e Topaz, le principali, identificate da un apposito marchio – e la vendita diretta, ma anche laboratori, mostre, concorsi, ricette, un mercato di prodotti gastronomici e d’artigianato locale.

Debutterà anche un nuovo prodotto, il succo di mele al 100% brembane, un’occasione per i produttori di differenziare e sviluppare l’offerta, per i consumatori di gustare in un’altra veste i frutti del territorio.

C’è pure il Tour Gastronomico, un percorso di dieci tappe nel giardino della piazza centrale che fa incontrare i produttori agricoli locali e le loro specialità: formaggi, dolci, salumi, birre, miele e castagne, mentre in 16 ristoranti sarà possibile gustare speciali menù interamente dedicati alle mele, con originali accostamenti dall’antipasto al dolce.

La qualità delle mele brembane è stata riconosciuta anche dalla prestigiosa testata “La Cucina Italiana”, che ha citato l’appuntamento di Piazza Brembana tra “Le sagre delle mele più belle d’Italia“.

www.sagramela.it

I RISTORANTI CHE PROPONGONO I MENÙ A TEMA

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I formaggi che nascono in città

Pierino Moleri
Pierino Moleri

Moleri fa il formaggio in città. Contraddizione? Non per lui. E neppure per i suoi clienti che continuano a crescere. Fare il formaggio a Bergamo è una bella impresa, eppure c’è ancora chi ci riesce, mantenendo alti i criteri di qualità e conciliando i tempi della mungitura con quelli del pascolo, ai bordi del centro urbano, con le sue mucche sparse nei pochi prati ancora abbordabili nel quartiere Grumellina.

«Può sembrare un paradosso, ma anche un formaggio fatto all’ombra della città ha un suo perché», spiega lui, il Pierino, 66 primavere e non sentirle. Significa che l’agricoltura non si è ancora arresa all’asfalto e allo smog. In quest’angolo periferico di città sembra di stare nella Bassa bergamasca, con la sveglia che suona immancabile alle 5 e la vita scandita dai ritmi del lavoro con il bestiame e nei campi. Era stato suo padre Faustino a portare la famiglia a Bergamo e a trasmettergli il mestiere, lui unico di cinque fratelli a continuare l’attività, «perché quella per il latte e i formaggi è da sempre la mia grande passione», insieme a quella per la musica (suona in due bande il suo basso-tuba). Così si è andato a scegliersi una per una le 30 vacche in Alto Adige, «e sono tutte certificate: una dozzina da mungitura tra brune, pezzate rosse, Jersey».

Nasce a Fara Olivana Pierino Moleri, ma poi si trasferisce a Grumello, dove da piccolissimo è protagonista in piazza di interminabili partite alla “sgaréla”, sorta di baseball ante litteram, poi sua madre, a forza di insistere, gli insegna a fare il formaggio. Così ha cominciato e va avanti da oltre 40 anni, con a fianco un’altra donna, la moglie Luciana, che lo aiuta in tutte le fasi, dalla pulizia degli animali fino alla vendita allo spaccio di via Santa Croce dove tra caciotte e stracchini, formaggelle e paste filate è una processione continua di clienti, molto affezionati anche alla casetta dove è possibile acquistare il latte crudo.

«La mia giornata? Interminabile, però a me piace così – risponde senza esitazioni Pierino -: appena sveglio, poco dopo le 5, comincio a mungere, poi riempio di latte fresco la Casetta e poi comincio a fare il formaggio. Quale? Dipende dall’ispirazione: un giorno faccio stracchini, quello seguente paste filate. In tutto lavoro 300 litri di latte al giorno, non mi fermo mai. Premi? Guardi, non ho proprio il tempo di partecipare ai concorsi, mi basta la gratificazione dei clienti, che continuano a crescere e a distanza di anni continuano a venire ad acquistare allo spaccio: ogni tanto vengono a dare un’occhiata a come lavoro, sanno che non baro mai, che cerco sempre di rifarmi ai sapori di una volta. E poi, in un quartiere in cui scarseggiano i negozi di alimentari il nostro resta un punto di riferimento».

Un aspetto, quello dell’agricoltura che sopravvive in città, che ha ben presente Confagricoltura Bergamo, a cui Moleri aderisce. «Per noi – spiega il direttore di Confagricoltura Bergamo Aldo Marcassoli – è importante vedere un’agricoltura professionale anche in città, che non è, per intenderci, quella degli orti urbani, ma quella di aziende ben strutturate che alla periferia di Bergamo producono carni bovine, formaggi, salumi oppure vino, frutta e ortaggi nella parte collinare, spesso dedite alle attività multifunzionali come l’agriturismo, la didattica in fattoria, la vendita diretta in azienda o a gruppi di acquisto cittadini».

Formaggi - pierino moleriIn un panorama non certo florido per l’agricoltura tradizionale «nel caso di Moleri, come di altri – afferma Marcassoli – siamo invece di fronte a realtà che hanno saputo trovare una loro precisa collocazione sul mercato e un non sempre facile equilibrio tra le proprie esigenze produttive e il fatto di operare nelle vicinanze di un contesto urbano fortemente urbanizzato o, all’opposto, caratterizzato dall’esistenza di forti vincoli ambientali come accade nelle aree protette e a parco. Sono imprese che rifuggono dall’immagine folcloristica e pittoresca che il cittadino a volte vorrebbe trovare in esse e che si propongono invece, con molta dignità e professionalità, per l’importante ruolo che svolgono in tema di conservazione dell’ambiente e del paesaggio, di contributo a una sana alimentazione e a una migliore qualità della vita».

«Oggi chi acquista prodotti agricoli deve avere il diritto di essere informato sull’origine della filiera – aggiunge Moleri -, so che il nostro ministro bergamasco Martina si sta adoperando in questo senso, perché è fondamentale che il consumatore venga tutelato al massimo. Noi facciamo tanti sacrifici per dare un prodotto garantito, con latte italiano, anzi bergamasco, da cui deriva un formaggio buono e sano, come si faceva una volta. Oggi purtroppo, però, tante volte si trova sul mercato un formaggio prodotto qui, ma con latte fatto in chissà quale Paese estero: tutto deve essere alla luce del sole».




Zogno, un fermento di sapori

casa-martina-lamponi-ritZogno è considerato più che altro un luogo di passaggio per chi sale nelle zone più alte della Val Brembana. Eppure, a poche decine di minuti dalla città, permette di godere delle Prealpi senza troppa fatica. Dal centro storico, vivo e caratteristico, partono le vie che portano alle contrade, di cui il territorio comunale collinare è disseminato: da Poscante a Endenna, Somendenna, Ambria che sono solo le principali. Ma anche Stabello, famosa per l’annuale sagra della polenta taragna. Sul Monte di Zogno ve ne sono diverse, anche molto piccole.

Proprio questa zona è culla di alcune delle aziende agricole in cui fare tappa per godere dei prodotti tipici locali, ma regala anche la possibilità di passeggiare sul sentiero Cai n. 505, che porta fino alla vetta del Monte Zucco (a 1.232 metri). Se si decide di unire alla scoperta gastronomica un’escursione, lo si può percorrere tutto oppure partire da Sant’Antonio Abbandonato e proseguire tra boschi e splendide vallette fino al Rifugio Gesp (Gruppo Escursionisti San Pellegrino) e poi iniziare la facile salita verso la cima per osservare uno stupendo panorama sulle Prealpi Orobie.

Quanto alle soste golose, sono davvero molte, legate anche a tradizioni antiche come quella dei “Biligòcc”: la diffusa coltivazione della castagna e la vendita sono state, infatti, per questa zona un’importante fonte di sostentamento.

Non ci resta che partire, dunque, per incontrare, nell’ordine, l’allevamento di capre Saanen di Valentino Ruggeri, dove anche l’equitazione è tra le attività proposte, l’esperto macellaio e allevatore Walter Carminati, l’azienda agricola Gioan di Pice, in cui Silvano e la sorella Romina producono prelibati salumi artigianali, e per dormire o mangiare, ma solo previa prenotazione e disponibilità, l’agriturismo Casa Martina.

I formaggi di capra di Valentino Ruggeri valgono una sosta

Valentino Ruggeri
Valentino Ruggeri

Risalendo la strada dal centro di Zogno, superato l’abitato, dopo alcune tortuose curve che regalano un panorama sulla valle sempre più suggestivo, si arriva all’azienda agricola Valentino Ruggeri (via Carrubbo – tel. 349 378 0883) che ha tra le sue attività principali l’allevamento di capre, con la relativa produzione casearia, e l’equitazione, con una pensione per cavalli.

«Sono nato qua – racconta Valentino, classe 1969 –, i miei genitori avevano i bovini, ma pian piano abbiamo smesso di allevare e io sono andato a lavorare altrove perché l’agricoltura al momento non era un’attività economicamente sostenibile». Ma poi, ecco che Valentino fa ritorno alle origini e la passione per gli animali si rifà viva. «Ho ricominciato ad allevare, inizialmente con soli 15 capi di razza Saneen – prosegue – poi il numero è gradualmente aumentato e ho avuto la necessità di fare una nuova stalla, che potesse accogliere al meglio i miei animali e sapesse far fronte alle nuove necessità aziendali».

capre-saanen-valentino-ruggeriOra la produzione di formaggi di capra è orientata a tre tipologie, le più classiche: lo stracchino, la formaggella e il caprino fresco, l’unica cagliata acida prodotta. «All’inizio avevo buone aspettative, ero molto stimolato ed ero arrivato a produrre fino a 15 tipologie di formaggio diverse tra loro – ricorda -. Poi, il mercato mi ha costretto a fare altre scelte e iniziare a produrre ciò che riuscivo a vendere meglio. Ciò non toglie che sono pronto a produrre anche le altre tipologie qualora ve ne fosse richiesta». L’amore per gli animali di Valentino non si ferma qua. Alleva alcuni capi di bovino da carne e si occupa dell’equitazione, gestendo una pensione per cavalli e offrendo lezioni e passeggiate a chi lascia il proprio cavallo nelle sue mani. Lo spaccio aziendale è aperto, non è un luogo di passaggio, ma durante una gita sul monte potrebbe essere una tappa interessante.

La carne secondo Walter Carminati, il macellaio agricolo

Walter Carminati
Walter Carminati

Walter è un simpatico allevatore e macellaio, la sua azienda agricola si trova poco dopo quella di Valentino Ruggeri. Nato nel 1965, non ha sempre fatto l’allevatore, ma fin da giovanissimo ha lavorato tra macelli e macellerie, arrivando così ad avere una grande esperienza sia nel lavorare e tagliare la carne sia nello scegliere e valutare l’animale da allevare per poi avere la carne “che piace a lui”. Principalmente acquista animali giovani e poi li alleva. Le razze sono tra le più diverse: dalle Piemontesi italiane alle Garronesi e alle Limousine. Dipende quali animali sono disponibili e se hanno le caratteristiche fisiche adeguate. Walter possiede anche animali nati in loco e un allevamento di cavalli, sempre allo scopo della produzione di carne. Effettua vendita anche ai privati anche se «ormai pochi acquistano gran parte dell’animale e tutti i tagli, questo è una difficoltà per chi come me macella pochi capi all’anno».

Come sceglie i suoi animali? «Come piacciono me – risponde sicuro -, li osservo e voglio la prima scelta. Valuto la finezza, le forme, l’ossatura. Io voglio scegliere, non prendo ciò che capita». La carne di qualità secondo lui è data da un mix tra le caratteristiche del singolo capo, dalla sua razza e dall’alimentazione. Nei limiti del possibile gli animali sono alimentati con erba e fieno cresciuti nei terreni limitrofi all’azienda e vengono macellati solo quando hanno raggiunto la maturità delle carni adeguata. La cura nel lavorare le carni e nel trattarne la frollatura rappresentano un valore aggiunto di artigianalità e qualità. Lo si trova in via San Cipriano (tel. 339 3221043).

Gioan di Pice, tra le ultime novità la crema di lardo

Silvano Sonzogni
Silvano Sonzogni

Salendo sempre più, ci si inoltra tra boschi e prati, percorrendo questa strada sempre più tortuosa e suggestiva. Si raggiunge la località Camissinone ad un’altitudine che permette un punto di vista nuovo, sicuramente tra i meno conosciuti. L’azienda Gioan di Pice (www.gioandipice.it) si riconosce grazie a un cartello in legno ben in vista posizionato al margine della strada. Si scende quindi una stretta stradina. L’attività è condotta dal giovanissimo Silvano Sonzogni, 24 anni, aiutato dalla mamma e dalla sorella Romina. I maiali vengono acquistati e macellati ad un peso minimo di 200 kg. «Abbiamo scelto di provare questa strada solo tre anni fa – racconta Silvano –, io non trovavo lavoro; avevamo a disposizione questo spazio e abbiamo deciso di convertirlo in un piccolo laboratorio di lavorazione delle carni suine».

gioan-di-pice-crema-di-lardoLa produzione si concentra verso il classico salame bergamasco, ma spazia anche a tutti gli insaccati, fino ad arrivare a prodotti gustosi e diversi come la crema di lardo e il nuovissimo prodotto in sperimentazione: la “sonsa” alla lavanda. È un grasso emolliente, lubrificante e impermeabilizzante che si presta per diversi usi, da crema mani a isolante per scarpette da calcio o scarponi in pelle. Molto utilizzata nel passato, nella sua forma tradizionale intera, arrotolata su se stessa e stagionata, per ungere e lubrificare cavi di acciaio per il trasporto legna. Era anche un rimedio curativo popolare. Altre produzioni dell’azienda acquistabili direttamente sono le pancette, le salsicce piccanti o al formaggio e il musetto.

Casa Martina, l’agriturismo “vero”

Giovanni Ruggeri
Giovanni Ruggeri

Dalla parte opposta rispetto al monte, raggiungibile dopo aver attraversato il fiume Brembo, si trova l’agriturismo Casa Martina (www.casamartina.eu), con le sue accoglienti stanze e la cucina. La casa, costruita nel 1988, si trova a Piazza Martina ed è gestita da Giovanni Ruggeri con l’aiuto della sua famiglia. «Nel 1997 – racconta – mi sono sposato e avevamo una casa grande, proprio questa. Venivano spesso amici, ci aiutavano a gestire i prati e ci facevano compagnia per momenti conviviali. Poi, nel 2008, ci è venuta l’idea di preparare due stanze e nel mese di giugno abbiamo avuto i primi due ospiti inglesi. Nel marzo del 2009 abbiamo aperto l’azienda agricola e l’agriturismo». Attorno alla casa, Giovanni coltiva 2.000 mq di piccoli frutti e 8.000 mq di castagne. Le stesse erano un solido elemento dell’economia rurale di queste zone, lo dimostra l’ancora viva tradizione dei biligòch della frazione di Castegnone, dove ci sono ancora gli antichi secadùr.

agritiurismo casa-martina ZognoLa produzione aziendale si completa con l’orto, il miele, l’allevamento di sette capre per la produzione di latte e gli animali da cortile. Tutti i giorni Giovanni caseifica il latte producendo dei freschissimi e golosi formaggi da servire ai propri ospiti per la colazione, in abbinamento al suo miele e alle sue confetture, ma anche alle torte preparate con cura dalla moglie Lea. Un vero must è la cheese cake fatta con lo stesso formaggio e le confetture: una prelibatezza data anche dal fatto che le materie prime sono prodotte a pochi metri dal luogo in cui viene servita. L’agriturismo e la cucina sono invece aperti dal 15 di settembre al 15 di giugno nelle sole serate di venerdì, sabato e domenica. Solo su prenotazione e meglio se per gruppi. Dagli antipasti a base di salumi, formaggi e castagne (in azienda preparano anche la crema di castagne) ai primi piatti come risotti con frutti di bosco e Formai de Mut Dop oppure i casoncelli fatti a mano. Tra i secondi, spicca il maiale con i ribes oppure il capretto al forno. Il menù varia in base alle disponibilità di materia prima dell’azienda.

 




Averara, la sagra della castagna raddoppia

 

sagra-della-castagna-redivo-averaraA Redivo di Averara, in alta Valle Brembana, la storica sagra della castagna raddoppia e fa il pieno di iniziative interessanti e golose. La manifestazione, che compie 42 anni, si terrà in due week end: sabato 1 e domenica 2 ottobre, sabato 8 e domenica 9 ottobre. Sarà un’occasione per fare festa, valorizzare i prodotti locali e per far conoscere questo angolo di Bergamasca davvero particolare.

Non è un caso che proprio a Redivo venga celebrato questo frutto: i boschi della località di Averara infatti sono tra i più ricchi di castagni. L’associazione Castanicoltori, che organizza la sagra in collaborazione con il Comune di Averara e con il contributo dell’azienda Soluna, negli ultimi anni ha recuperato alcuni castagneti abbandonati. Un tempo costituivano un’importante fonte di sostentamento per la popolazione, poi lo spopolamento ha contribuito a dimenticare questa risorsa, ora riscoperta.

sagra-della-castagna-redivo-avrerar-2Il programma della sagra prevede per sabato 1 ottobre alle ore 14 la distribuzione del materiale informativo sotto i portici di Averara. Alle 14.30 “Camminata al castagneto” con Stefano D’Adda. Alle 17 “Un castagno divino”, degustazione di vini bergamaschi. “Troviamoci all’osteria”, alle 19, apertura di tre osterie a tema: l’atmosfera e l’offerta ristorativa di un tempo con musica e racconti in spazi caratteristici di Redivo.

Domenica 2 ottobre alle 10 “Profumi di erbe” con Gianfranco Goglio che guiderà i visitatori in un gioco alla scoperta delle erbe salutari dell’azienda Soluna. Alle 11 “Tra i rami”, dimostrazione di tree-climbing e potatura eseguita da Alessandro Regazzoni. “Caccia fotografica”, alle 14, con Paolo Ferrante e Aramis Egman che condurranno i visitatori lungo un percorso tra gli alberi “giganti” del bosco. Le fotografie prodotte saranno esposte domenica 9 ottobre sotto i portici.

averara-castanicoltoriSabato 8 ottobre alle 10 “Madre natura e le sue magie” con l’apertura dei laboratori dell’azienda Soluna. Alle 11 “Camminata al castagneto” con Lorenzo Lego. Alle 15 “Passione nelle mani”, dimostrazioni di artigianato nella struttura-laboratorio a Redivo e alle 17 “Un salto in osteria”, due chiacchiere e un bicchiere prima della cena tradizionale con piatti a base di castagne.

Domenica 9 ottobre, alle 10 “Caccia ai tesori di Averara”: Simona Bellini accompagna i visitatori in un percorso alla scoperta della storia del paese. Alle 11 “L’alchimista brembano”, produzione e distribuzione di un distillato, con Gianfranco Goglio dell’azienda Soluna. Per chiudere, alle 15, “Lippa, cos’è?”: dimostrazione del gioco della lippa e giochi d’altri tempo con la partecipazione aperta al pubblico. Sempre domenica 9 ottobre dalle 10 alle 17 “Dire, fare, giocare”, animazione per i più piccoli con Barbara Stacchetti e Patrizia Geneletti del Teatro Prova.

Per tutta la durata della manifestazione alcune vie saranno chiuse al traffico. L’organizzazione consiglia di utilizzare i parcheggi segnalati in zona: ex asilo, campo sportivo, ditta Siga, Municipio, lungo fiume Mora. Sarà inoltre operativo un bus-navetta messo a disposizione per raggiungere la frazione Redivo partendo dai Portici.

È gradita la prenotazione agli eventi, telefonando ai numeri 366 9598725 – 333 3072758, ai quali ci si può rivolgere anche per ogni altra informazione.




Val Gandino, un mese dedicato al mais Spinato e ai prodotti tipici

mais-spinato-di-gandino-giorni-del-melgotto-1In Val Gandino prendono il via sabato 17 settembre “I Giorni del Melgotto”, manifestazione nata nel 2008 dal progetto di salvaguardia, caratterizzazione e valorizzazione della varietà locale di mais Spinato di Gandino che porta in piazza il binomio cultura & coltura.

L’iniziativa, che si concluderà sabato 15 ottobre, è caratterizzata da convegni, mostre, degustazioni con l’obiettivo di valorizzare e mantenere vive le tradizioni folkloristiche legate alla cultura popolare e contadina, come ad esempio la scartocciatura delle pannocchie in piazza abbinata ad eventi di divulgazione e approfondimenti tecnico-scientifici e socio-culturali legati al mondo dell’agroalimentare, della salute e dello sviluppo sostenibile.

Il Mais Spinato si sposerà con i formaggi di Cirano, il cinghiale di Peia, i funghi di Casnigo, i fagioli di Clusven e insoliti abbinamenti come quelli di “Whisky, Grappa, Rum, Gin” a Gandino. A Leffe si parlerà di innovazione mentre a Cazzano Sant’Andrea si tornerà a scuola sui campi del bio-intensivo.

Ci saranno inoltre momenti di riflessione con esperti del settore che parleranno non solo di cibo e gastronomia, affrontando il tema del progetto di estensione della De.Co ai formaggi della Val Gandino, ma anche di turismo e territorio con il tema dell’ospitalità diffusa. Ci si concentrerà poi su imprenditoria e nuove generazioni.

Nel primo fine settimana gli appuntamenti golosi sono a Cirano di Gandino, sabato 17 settembre a partire dalle 19, con la cena in strada che propone l’abbinamento tra polenta taragna di mais Spinato e funghi (a cura della Consulta di Cirano, costo di 12 euro) e alla sagra del cinghiale di Peia, in programma sabato e domenica.

I ristoranti aderenti alla manifestazione proporranno per le giornate del melgotto menù a tema a base di mais spinato di Gandino.

>>Il programma completo




Panettone Day, sei bergamaschi in finale a Milano

Ci sono anche sei creazioni bergamasche tra le 25 in lizza per la finale di Panettone Day, il concorso promosso da Braims, azienda di ingredienti per la pasticceria, in partnership con Novacart, per premiare i migliori panettoni artigianali realizzati dai propri clienti e promuovere l’eccellenza della pasticceria italiana.

A valutarli, una giuria di esperti presieduta da Iginio Massari con Gino Fabbri, Salvatore De Riso e Chiara Maci, sabato 17 settembre, dalle 10, al Palazzo delle Stelline a Milano, nel corso della manifestazione Sweety of Milano, il grande vento in cui la migliore pasticceria italiana incontra il pubblico offrendo la possibilità di partecipare a show cooking, masterclass e degustazioni.

Nella categoria “Panettoni Tradizionali” sono quattro, su 20 finalisti, i bergamaschi in concorso: Amelia Paolina Cabra, della Pasticceria Braga di Levate; Fabio Gotti, di Bontà di Grano di Scanzorosciate; Flavio Mazzilli della Locanda della Corte di Alzano e Luigi Bonadei de Il Fornaio Bonadei di Clusone. In questa sezione è richiesto ai partecipanti di realizzare il proprio “Panettone Tradizionale” nell’assoluto rispetto del disciplinare di legge secondo alcune caratteristiche fondamentali: gusto, forma, colore, qualità ingredienti, profumo, sofficità/fragranza, taglio; alveolatura, uniformità di distribuzione della frutta, cottura.

Cinque invece i finalisti per il “Panettone Creativo Dolce”, ossia un prodotto che, nel rispetto del disciplinare di legge, abbia farciture, bagne, coperture, glassature, decorazioni, frutta o altri ingredienti caratterizzanti diversi da quelli del panettone tradizionale. In questo caso sono due le proposte orobiche in gara, quella di Adriano Anastasio della Pasticceria Adriano di Seriate e di Silvano Marchesi, del Panificio Marchesi di Bergamo.

Il concorso ha raccolto 150 concorrenti da tutta Italia. I 25 finalisti avranno l’ulteriore opportunità di esporre e vendete per tutto il mese di ottobre i propri panettoni nel temporary shop firmato Panettone Day che sarà aperto in corso Garibaldi.




Dossena scrigno di sapori e tradizioni. Una camminata per scoprirli

Una ventina di giovani di Dossena, riuniti nell’associazione Revival, si stanno dando fare, con l’aiuto del Comune, per far conoscere il proprio paese, che conserva intatte preziose specificità e tradizioni. Per farlo puntano spesso e volentieri sul connubio tra gusto e territorio.

Sarà così anche domenica 11 settembre, quando è in programma la seconda edizione di “Dossena… folclore e sapori”, camminata enogastronomica-folcloristica su un percorso di circa 5 chilometri fra sentieri sterrati e percorsi su strada. In più di 10 tappe sarà possibile assaggiare prodotti tipici, ascoltare i brani della tradizione folcloristica, rivivere le storie dei lavoratori delle miniere, riscoprire la manualità dei vecchi lavori artigiani, tuffarsi tra i borghi e le contrade con le antiche cascine dalla pareti dipinte e le cantine a volta, incontrare i giovani che hanno scelto di continuare a fare agricoltura in montagna.

Iscrivendosi al tour si riceverà un biglietto per accedere alle degustazioni e un calice tracolla. Il via sarà alle 10 in via Don Rigoli, collegata per l’occasione da un comodo servizio di bus navetta gratuito dal campo di calcio di via Provinciale.

Accurata la selezione di prodotti tipici e produttori, del paese e della valle: formaggi vaccini e caprini, salumi, vino Valcalepio, birra artigianale, marmellate naturali e dolci locali. La novità di quest’anno è Expo Dossena, un nuovo padiglione che permetterà di conoscere il territorio in tutti i suoi ambienti.

«Dossena conserva intatte tradizioni centenarie che si tramandano con rigorosa osservanza di padre in figlio – spiega Fabio Bonzi, sindaco di Dossena -, la manifestazione prevede la riscoperta di elementi folcloristici e gastronomici che affascinano il visitatore. Un appuntamento di assoluta rilevanza sia dal punto di vista promozionale del territorio che di riscoperta in chiave culturale-gastronomica».

«Da tempo stiamo lavorando in sinergia con il Comune di Dossena ed i giovani del paese per promuovere una manifestazione che possa esprime le potenzialità del territorio – sottolinea Lidia Alcaini, presidente dell’associazione Revival (Gruppo Giovani Dossena) -. Trascorrendo del tempo in altri contesti per motivi di studio o lavorativi, ci siamo accorti di come la nostra comunità è ancora testimone di un passato legato alle tradizioni, ai ritmi della natura, del folclore autentico che scandisce i tempi nel corso dell’anno».

Per chi vuole fermarsi anche a cena a disposizione un menù convenzionato nei locali che partecipano all’iniziativa.

Info e prenotazioni: tel. 3421463257 – gruppogiov.dossena@libero.it




Astino, raccolta e asta di ortaggi nella Valle della Biodiversità

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È tempo di raccolto anche nella Valle della Biodiversità, sezione di Astino dell’Orto Botanico, dove crescono tante varietà di ortaggi, tradizionali del territorio o mai coltivate a Bergamo.

«Nel 2015 – afferma Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto Botanico – era stata sperimentata l’auto-raccolta nei sabati mattina, offrendo ai più affezionati frequentatori la possibilità di cogliere e gustare le eccedenze biodiverse messe a disposizione dall’Orto Botanico. Sabato 3 settembre 2016, invece, vorremmo che le persone condividessero il piacere dello stare assieme in un museo a cielo aperto unico nel suo genere e la soddisfazione della raccolta di ortaggi poi messi all’asta. Vogliamo comunicare l’idea che le verdure a disposizione sono solo le eccedenze, quelle da raccogliere per evitare che vadano in malora o che fanno esaurire presto i cicli biologici delle piante che le producono».

Sabato è anche la prima occasione d’incontro con la neonata Associazione Amici dell’Orto Botanico di Bergamo – Valle della Biodiversità, desiderosa di promuovere, valorizzare e favorire il civico Orto Botanico, anche con i proventi dell’iniziativa.

ortaggi valle biodiversità astino 2L’evento inizierà alle 10 e i volontari dell’Orto, sotto la guida dell’agronomo Marco Zonca, accompagneranno i partecipanti nella raccolta delle eccedenze di stagione: cetrioli, fagioli, insalate, peperoni e peperoncini, zucchine, melanzane, patate e cipolle. Verso le ore 11 inizierà la preparazione di cesti e cassette con mix di verdure, poi battuti all’asta. Il battitore è un membro degli Amici che tra un pomodoro gigante e una melanzana bianca e una gialla farà contendere ai prodi raccoglitori le delizie più ambite della Valle della Biodiversità. La conclusione è prevista per mezzogiorno.

I partecipanti dovranno presentarsi muniti di borse di tela, pronti per la raccolta e la condivisione di questa mattinata conviviale. Ai partecipanti che arrivano alle 10 una gradita sorpresa.

Per informazioni: educazione@ortobotanicodibergamo.it – www.ortobotanicodibergamo.it