Vanessa e gli “sformaggi”, anche il mondo “veg” ha la sua casara

Casara Veg 2La Bergamasca è terra di formaggi, ma lo è anche di “sformaggi”, come il mondo veg ha cominciato a chiamare le creazioni di Vanessa Agosti, 36enne insegnante elementare di Predore, capace di realizzare un’intera gamma di forme e sapori utilizzando solo materie prime vegetali. Non solo tofu e ricottine, che bene o male si conoscono, ma mozzarelle, “taleggio”, cremosi da spalmare, caciotte e formagelle.

Chiamarli formaggi, ovviamente, non si può e quella “s” avversativa è ironica al punto giusto per segnare la distanza rispetto all’ortodossia casearia. Resta il fatto che ai gusti e alle consistenze dei formaggi si ispirano e che caci e latticini tradizionali sono il termine di paragone per descriverli.

Vanessa è una pioniera della produzione artigianale – per ora solo casalinga -, un punto di riferimento per chi, per motivi di salute o scelte alimentari, non mangia latte e derivati ma non vuole rinunciare a piatti filanti e saporiti. Per le sue ricette si è guadagnata l’appellativo di “casara veg”, che è pure il nome del suo blog, ed ha anche scelto di condividere la sua esperienza tenendo corsi di autoproduzione.

«Tutto è cominciato per un’esigenza personale – racconta -. Già da tempo seguivo una dieta vegetariana, poi, tre anni fa, sono diventata intollerante ai latticini. Ero disperata. Perché sono una buongustaia e perdevo degli ingredienti fondamentali per rendere ricca e appagante la mia tavola. Ho provato i prodotti industriali in commercio, ma mi sembrava che non avessero né gran sapore, né cremosità. Senza contare che non sempre erano salutari, vista la presenza di oli e grassi raffinati».

L’unica strada era il fai da te e Vanessa l’ha percorsa a suon di tentativi, tanti e spesso poco incoraggianti, anche perché le informazioni sull’argomento erano – e continuano ad essere – molto scarse. «In italiano c’è un solo libro ed è tutto di prodotti a base di soia – evidenzia -, mentre ciò che si trova sul web è spesso lontano dal nostro gusto. La mia necessità è invece di ricreare in qualche modo quella varietà di sapori e consistenze che fanno dell’Italia la patria dei formaggi, dei prodotti artigianali che raccontino chi li fa». A forza di varianti ed esperimenti c’è riuscita, ricevendo una bella conferma al Sana di Bologna nel 2013, quando la sua pasta ai quattro (s)formaggi, autentica sfida ad un piatto tra i più “formaggiosi”, ha vinto il concorso nazionale di cucina vegana al quale si era iscritta con l’incoraggiamento dei suoi “supporter”.

sformaggi veganiOggi Vanessa ha messo a punto una quindicina di prodotti, dalla mozzarella («non potevo immaginarmi una pizza senza») alle caciotte, dagli spalmabili al “taleggio”. «Le materie prime sono tutte vegetali – spiega -, possono essere bevande, come quelle a base di soia, mandorle, riso, oppure frutta secca, come anacardi, mandorle, noci di maccadamia, o ancora legumi, come i fagioli cannellini. Ci sono poi due tipi di lavorazione: la cagliata, utilizzando aceto di mele o succo di limone per far coagulare, ad esempio, il latte di soia e ricavare delle ricottine; oppure la fermentazione, con ceppi di fermenti coltivati su acqua anziché sul latte». Il resto lo fanno i tempi di riposo e l’aggiunta di spezie ed aromi a richiamare le note del formaggio. Le materie prime sono biologiche e la scelta degli ingredienti tiene conto anche delle loro proprietà benefiche, come la formagella con mandorle e curcuma.

Il risultato di cui Vanessa va più orgogliosa è quello che ha chiamato lo “stagionato”, fatto con latte di soia, anacardi e miso, la preparazione a base di fagioli di soia, riso e sale fermentati tipici della cucina giapponese. «Ne sono orgogliosa perché a me mancava proprio – evidenzia -, è un prodotto molto saporito, da utilizzare come un formaggio da grattugia, per arricchire i piatti o da mangiare fuso con la polenta. Tutte le mie creazioni, del resto, nascono dalla mia necessità di non rinunciare al piacere del formaggio!».

Per sé non prevede una svolta professionale. «Mi piace insegnare – dice – e penso che quello della casara veg rimarrà un hobby, ma ci sono persone che svilupperanno questa attività e presto realizzeremo un piccolo laboratorio, perché i prodotti stanno riscuotendo molto interesse». Lei intanto continuerà a inventare sformaggi e la nuova impresa è già sul piatto: «Vorrei realizzare un gorgonzola vegano. È dura ma ci sto lavorando».




Mele, ora la Val Brembana rilancia una varietà autoctona

È un bel progetto di recupero territoriale che cresce e si consolida di anno in anno. Quello della coltivazione delle mele in Val Brembana, che ha uno dei suoi momenti clou nella Sagra organizzata a Piazza Brembana dall’Associazione Frutticoltori Agricoltori Val Brembana (Afavb) in collaborazione con Altobrembo, Comune e Pro Loco Piazza Brembana.

L’appuntamento è sabato 17 e domenica 18 ottobre con un ricco programma che unisce alla promozione dei frutti e alla vendita del nuovo raccolto la valorizzazione del territorio e dell’enogastronomia, coinvolgendo numerosi ristoranti della Valle con menù a tema a prezzo convenzionato.

Le mele sono coltivate da centinaia di appassionati che nel 2007 hanno costituito l’Afavb. «Chi coltiva un albero da frutto – sottolinea il presidente Davide Calvi – segnala la volontà di restare in Valle, dimostra di crederci. Il nostro impegno ha reso possibile il recupero di molti terreni, altrimenti abbandonati. La consulenza di tecnici esperti ci ha consentito di selezionare una qualità di alto livello, ottimizzando la resa dei frutteti e valorizzando al meglio le proprietà dei terreni. Le analisi hanno confermato che la Valle Brembana ha ottime peculiarità, addirittura superiori a quelle di zone più rinomate».

Mela Val Brembana (3)I soci Afavb partecipano ogni anno a viaggi di studio in zone dove sono operative aziende frutticole. Per segnalare la qualità e la genuinità delle Mele della Val Brembana, è nato uno specifico marchio di tutela, che mette in evidenza i colori della natura e quelli delle varietà coltivate: Golden, Gala, Red Delicious, Renetta e Topaz. «Sono anche i colori – sottolinea il vicepresidente Pinuccio Gianati – della maschera di Arlecchino, biglietto da visita della Val Brembana e del territorio bergamasco. Stiamo anche lavorando alla selezione di una varietà autoctona, rintracciata a San Giovanni Bianco, che mostra particolari doti di qualità e resistenza».

A livello didattico l’Afavb promuove attività specifiche presso il Campo Scuola “Arcobaleno delle Mele”, attivo dal 2012 a Moio de’ Calvi e per la campagna 2016 annuncia la creazione di un campo biologico certificato. Dallo scorso agosto l’associazione ha una nuova sede a Moio de’ Calvi ed il 4 ottobre ha ufficialmente presentato il proprio progetto nell’ambito di Expo Milano 2015, occasione nella quale hanno debuttato anche due nuovi dolci a base di mele e Mais Nostrano Orobico, un’ulteriore riscoperta del territorio.

La Sagra darà naturalmente l’opportunità di assaggiare e comprare le mele, ma anche prodotti del territorio, gastronomici e d’artigianato locale. Sabato alle 9 è in programma l’apertura ufficiale dell’area espositiva nel centro di Piazza Brembana, mentre alle 10 si aprirà il laboratorio didattico “La merenda sana: mele e sapori del territorio”, dedicato alle scuole locali. Alle 10.30 verrà inaugurato il “Tour gastronomico” che offre ai visitatori la possibilità di assaggi guidati alle eccellenze in mostra.

Alle 11.30 lo chef Andrea Midali presenterà preparazione e degustazione di risotto con le mele. Nel pomeriggio, alle 15.30, il tecnico Adriano Gadaldi illustrerà per i neofiti la possibilità di avviare un frutteto, mentre alle 16.30 degustazione di dolci di mele direttamente da Expo. Alle 17 il biologo nutrizionista Paolo Paganelli guiderà un incontro sul tema “Le Mele della Val Brembana, frutti della salute”.

Domenica 18 ottobre sarà interamente dedicata alla mostra-mercato delle Mele e dei prodotti tipici, con decine di stand. Alle 10 i tecnici Afavb proporranno una dimostrazione pratica di coltivazione, mentre alle 11 grazie alla collaborazione con Slow Food Valli Orobiche verrà proposto un Laboratorio del Gusto per abbinare mele e formaggi. Alle 14.30 partiranno le attività di animazione per bambini nell’area MeLaGIOCO, mentre alle 15 le torte in gara per lo specifico concorso verranno proposte all’assaggio del pubblico dagli allievi dell’Istituto Alberghiero di San Pellegrino Terme. Alle 16 la premiazione dei migliori frutti e dei dolci più gustosi chiuderà la due giorni di festa.




A Gandino la disfida tra le polente del mondo

Proseguono fino a domenica 18 ottobre I Giorni del Melgotto, la manifestazione che, partendo dalla riscoperta del Mais Spinato di Gandino, accende i riflettori anche sugli altri prodotti del territorio, sulle tradizioni, la sostenibilità e fino a una nuova visione dell’agricoltura. Tra le iniziative più interessanti, da segnalare la presenza martedì 13 ottobre di Marcello Coronini, patron della manifestazione Gusto In Scena di Venezia che da tempo si confronta e indaga sulla “cucina del senza”, ovvero la sfida a ridurre e perfino eliminare sale, grassi, zucchero a favore di gusto e salute.

Sabato 17 ottobre ci sarà invece la “Disfida delle polente” una degustazione di polente dal mondo dal network internazionale dei mais antichi du cui fa parte anche lo Spinato.

Il programma

13 ottobre
  • ore 10.30 – Expo Milano 2015
    LA SICUREZZA ALIMENTARE DEL MAIS – relatore Sabrina Locatelli del CREA-MAC di Bergamo
  • ore 21 – Gandino – via Forzenigo 17
    LA CUCINA DEL SENZA® con MARCELLO CORONINI patron di GUSTO IN SCENA – VENEZIA
16 ottobre
  • ore 14.30 – Gandino – Parco dei Ruviali, presso RSA – via XX settembre
    Valgandino In Transizione – Visioni per una comunità resiliente
    PRATICA DI FALCIATURA MANUALE DEI PRATI: riscopriamo un’arte che non inquina, non consuma, non fa rumore e.. .snellisce il girovita!
  • ore 20.30 – Cazzano Sant’Andrea – Auditorium Oratorio
    Valgandino In Transizione – Visioni per una comunità resiliente
    Proiezione del film “HOME”
    A seguire la proposta delle Transition Towns come risposta locale alle sfide globali del picco del petrolio, del cambiamento climatico e della crisi economica.
17 ottobre
  • ore 11.30 – Bergamo – Seminarino di Città alta
    MEB 2015: UNA RETE INTERNAZIONALE PER VALORIZZARE COLTURE E CULTURE DEL MAIS
    organizzata dal CREA, Unità di Ricerca per la Maiscoltura, Bergamo. Inserito nella XIII edizione di BERGAMOSCIENZA a cura di Carlotta Balconi.
  • ore 16 – Gandino – Chiostro Santa Maria ad Ruviales – via XX settembre
    BIODIVERSITÀ: DAL DIRE AL FARE
    Il presidente del Network Internazionale dei Mais Antichi, Renato Ballan incontra gli agricoltori e i custodi del seme per delineare i nuovi orizzonti dell’agricoltura a impollinazione libera.
  • ore 18.30 – Gandino – Chiostro Santa Maria ad Ruviales  via XX settembre
    DISFIDA DELLE POLENTE: GLI ANTICHI MAIS DEL NETWORK INTERNAZIONALE A CONFRONTO
    degustazione delle polente dal mondo.
  • dalle 19.30 alle 23  – Gandino – Chiostro Santa Maria ad Ruviales –  via XX settembre
    SPIRITI NEL CHIOSTRO degustazione di RUM & CIOCCOLATO
    11 rum a confronto a cura dell’enoteca Franchina di Casnigo, i cioccolati della pasticceria Morlacchi di Zanica e l’armonia di corde, fiati e percussioni del gruppo della Pastorella e del trio Matteo Brignoli, Alice Colamonaco e Cristiano Nodari. Il ricavato della serata sarà interamente devoluto in beneficenza.
18 ottobre
  • ore 15 – Expo Milano 2015
    SLOW FOOD PRESENTA: IL PRESIDIO NAZIONALE DEI MAIS ANTICHI
    Padiglione Slow Food – Expo
  • ore 21 – Casnigo – Teatro Circolo Fratellanza
    “GIOPPINO SCARPE GROSSE CERVELLO FINO”
    Spettacolo della tradizione dei burattini bergamaschi agito da attori con maschere di tradizione presentato da Le Maschere di Rataplam. Una versione teatrale nuova e accattivante che racconto la storia di Gioppino e la polenta.



Averara recupera i castagneti. E la Sagra ha più gusto

Redivo di Averara - casa Bottagisi - Foto Paolo Ferrante - Altaluce
Redivo di Averara – casa Bottagisi – Foto Paolo Ferrante – Altaluce

È una sagra storica – ben 41 edizioni -, ma quest’anno ha un motivo di richiamo in più. La Sagra della Castagna di Averara, in programma sabato 10 e domenica 11 ottobre, in località Redivo sarà l’occasione per presentare il progetto in corso per il recupero delle selve castanifere secolari presenti sul territorio.

L’iniziativa è portata avanti dall’Associazione Castanicoltori, costituitasi recentemente per salvare il bosco, l’ambiente e le tradizioni, ed ha già dato i primi frutti. È stato sconfitto infatti il cinipide, l’insetto che ha aggredito le piante in questi ultimi anni causando una netta diminuzione della produzione, ed il raccolto è buono, tale da assicurare alla sagra tutte castagne locali.

 

La due giorni proporrà musica, servizio bar e food, degustazioni di prodotti locali e visite guidate. Tra le iniziative, si annuncia suggestiva quella delle caldarroste nel bosco con accompagnamento musicale, sicuramente stuzzicanti la cena e il pranzo con piatti tradizionali e a base di castagna

IL PROGRAMMA

Sabato 10 ottobre

ore 14,30 – Escursione al Castagneto in fase di recupero accompagnati da Stefano D’Adda (agronomo) e Lorenzo Lego (presidente Castanicoltori Orobici)
ore 15 – “Madre Natura e le sue magie”, open day e visita ai laboratori dell’azienda Soluna di Averara
ore 16 – “Caldarroste nel bosco” con intrattenimento musicale del maestro Mauro Po
ore 18 – “Aperitivo d’Autunno” con il bandino di Zogno
ore 19,30 – Cena tradizionale e piatti a base di castagna

L'azienda Soluna di Averara - foto Paolo Ferrante - Altaluce
L’azienda Soluna di Averara – foto Paolo Ferrante – Altaluce

Domenica 11 ottobre

ore 9,30 – Escursione guidata al castagneto in fase di recupero
ore 10 – “Madre Natura e le sue magie”, open day e visita ai laboratori dell’azienda Soluna di Averara
ore 12 – Pranzo tradizionale e piatti a base di castagna
ore 14 – “Caldarroste in piazza”

Sabato e domenica “Coloriamo l’autunno”: animazione e racconti per bambini con Patrizia Geneletti del Teatro Prova Degustazione e vendita di prodotti tipici del territorio.

Info: castanicoltoriaverara2015@gmail.com – tel. 366 9598725




Gallette di mais spinato, a Leffe s’inaugura l’impianto di produzione

Adriano Galizzi - gallette mais spinatoSabato 10 ottobre, alle 12, a Leffe, nell’ambito dell’iniziativa “I giorni del Melgotto”  si terrà l’inaugurazione ufficiale dell’impianto di produzione di gallette di mais di Adriano Galizzi, un giovane imprenditore agricolo di 26 anni, che dopo essersi laureato in ingegneria gestionale ha deciso di seguire la sua passione e di diventare agricoltore.

Dopo aver avviato una coltivazione di mais spinato di Gandino (contribuendo così a rilanciare una  antica varietà che rischiava di andare persa)  ha deciso di fare un ulteriore passo per completare la filiera realizzando un laboratorio per la produzione delle gallette mais. In occasione dell’inaugurazione verranno organizzate visite guidate all’impianto,  il primo di questo genere in provincia di Bergamo, con la possibilità di vederlo in funzione dalle 15 alle 16. Per l’occasione si terrà anche una degustazione e  la vendita dei prodotti tipici a base di mais spinato di Gandino.

“L’esperienza di Adriano Galizzi  – sottolinea il Delegato di Coldiretti Giovani, Daniele Filisetti –  è una delle tante espressioni della nuova generazione di agricoltori che fanno molto più che produrre cibo Made in Italy perché proteggono i semi, le piante, l’acqua e i territori e ogni giorno portano avanti in Italia non solo la crescita economica, ma anche la difesa della cultura, della storia, della bellezza, della salute e in generale la qualità della vita”.




Astino, i formaggi bergamaschi diventano opere d’arte

I formaggi bergamaschi esposti come opere d’arte. È la spiazzante prospettiva offerta dalla mostra “Formae – Bonum, pulchrum, verum”, allestita all’ex Monastero di Astino a Bergamo dal 2 al 31 ottobre.

Protagonisti sono i nove gioielli caseari Dop che fanno di Bergamo la “Capitale europea dei formaggi” (Taleggio, Salva Cremasco, Quartirolo, Grana Padano, Gorgonzola, Bitto, Provolone Valpadana, Formai de mut e Strachitunt), a cui si aggiungono altre eccellenze, ovvero i “Principi delle Orobie” Bitto Storico, Branzi Ftb, Agrì di Valtorta, Stracchino, formaggi di Capra orobica.

Un evento fuori Expo voluto dall’associazione “San Matteo – Le Tre Signorie” di Branzi, dalla Camera di Commercio di Bergamo e da Regione Lombardia e a cui hanno collaborato decine di partner pubblici e privati. «Un lavoro intenso durato sei mesi – ha detto il capo progetto Francesco Maroni – per far conoscere le nostre eccellenze casearie, per alzarne di valore».

Nelle sale di Astino sono state allestite le teche climatizzate che ospitano i nove formaggi Dop, accanto a 14 capolavori internazionali dell’arte contemporanea, già esposti nei principali musei del mondo, da New York a Venezia (opere di Rodolfo Aricò, Carlo Ciussi, Dadamaino, Riccardo De Marchi, Ron Gorchov, Francois Morellet, Mario Nigro, Pino Pinelli, Bruno Querci, Angelo Savelli, Nelio Sonego, Rudi Wach e fotografie di Raffaella Toffolo). «L’invito – ha detto il filosofo musicista Massimo Donà all’inaugurazione – è quello di abbandonarsi per fare un’esperienza diversa. Così che da ultimo non si capisca più quale sia l’opera d’arte. Dobbiamo muovere le nostre rigide contrapposizioni, i nostri schemi fissi».

La rassegna prosegue con il percorso sensoriale dove il visitatore è portato a conoscere il mondo dei formaggi partendo dagli elementi fondamentali della natura, la terra, il fieno, il latte. Un’esperienza multisensoriale che coinvolge vista, tatto, olfatto, udito (i rumori dell’alpeggio che dialogano con la musica) e solo alla fine il sapore con la degustazione dei formaggi orobici.

Per Astino, con il progetto Forme, inizia così un mese intenso di iniziative gastronomiche (la mostra, le cene, tra cui quella con ospite Gualtiero Marchesi) ma anche artistiche, musicali, poetiche, filosofiche, con incontri, corsi per assaggiatori ed educational per le scuole.

Tra i prossimi appuntamenti la conferenza di filosofia “Il colore del fantasma e della fantasia”, relatori Giulio Giorello e Luca Guzzardi, in programma alle 19 di martedì 6 ottobre, alla chiesa di Astino. Il 13 ottobre interverrà invece il filosofo Carlo Sini sul tema “Il fondo oscuro del sapere, lo sfondo chiaro della vita”. Grande musica il 22 ottobre, con la performance “Di formaggi e altri biancori”, che vedrà protagonisti Massimo Donà-trio e David Riondino.

Il calendario degli eventi sul sito web www.progettoforme.eu.




Pradalunga rilancia le castagne del Misma con un mese di eventi

C’è un mese intero per conoscere e gustare le castagne. Dal 2 al 25 ottobre a Pradalunga si svolge infatti la terza edizione di “Castanea – Cultura e sapori della castagna”, rassegna dedicata al frutto principe dell’autunno e ai castagneti del Monte Misma, organizzata dall’associazione Castanicoltori del Misma.

Venerdì 2

La manifestazione si apre con l’inaugurazione, alle 20, della mostra sul castagno al municipio di Pradalunga e con un incontro sul tema: “Esperienze, opportunità e prospettive del mercato della castagna e dei suoi derivati”.

Sabato 3

È in programma una cena a tema nella baita del castagneto secolare della Pratolina, con inizio alle 19.30 (la prenotazione è obbligatoria tel. 328 4766190)

Domenica 4

Il ritrovo è alle 9.30 al Santuario della Forcella per una passeggiata nei castagneti della “Sbardelada”, visita ai siti di estrazione delle pietre coti, aperitivo nel castagneto e, per finire, grigliata e caldarroste alla Pratolina (prenotazioni tel. 349 6742841)

Domenica 11

Il titolo della giornata è “Un paese colto in castagna” e, infatti, propone ben tre castagnate in un solo pomeriggio: alla baita Pratolina curata dal GAF con la possibilità di cimentarsi in giochi “vintage”; al Parco degli alpini con accompagnamento di musica folcloristica e all’oratorio di Cornale con il contorno di una manifestazione sportiva

Domenica 18

È la volta della “Castagnata d’autunno” all’oratorio di Pradalunga, di scena insieme alla quinta edizione di “Mercante per gioco”, il mercatino dei bambini

Venerdì 23

All’oratorio di Pradalunga dalle ore 20.30 è in programma un assaggio guidato di miele di castagno a cura di Alessandra Giovannini, esperta sensoriale del miele (la prenotazione è consigliata tel. 333 4522204)

Domenica 25

“Castanea in piazza” è un’intera giornata (dalle 10 alle 19) dedicata alla cultura e ai sapori della castagna. In piazza Mazzini ci sarà spazio per i prodotti tipici e a base di castagne, le caldarroste e attività folcloristiche. A tema anche il ristoro di mezzogiorno, con primi piatti a base di farina di castagne, mentre nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 16.30, sarà possibile effettuare una vera e propria degustazione di caldarroste, scoprendo e valutando le qualità organolettiche delle diverse varietà, come ostane, rossere e balestrere.

Per i bambini, alle 15, si terranno le letture “Favole sotto il castagno” a cura della biblioteca.

La mostra sul castagno, nella sala espositiva del Municipio (via San Martino 24), è aperta tutti i sabato mattina dalle 9 alle 12.

Per informazioni: castanicoltorimisma@gmail.com




Val Brembana, dalle coltivazioni locali nascono due nuovi dolci

I sapori della Valle Brembana e quelli della Valle Seriana vanno a braccetto domenica 4 ottobre, dalle 10 alle 16, al Cluster Cereali e Tuberi di Expo Milano, dove vengono presentati il progetto di valorizzazione e salvaguardia del Mais Nostrano Orobico, antico seme recuperato a Lenna e ora adottato da una serie di piccoli coltivatori, le biodiversità vegetali della Mela Val Brembana e dei funghi di Villa d’Ogna e quelle musicali del baghèt di Casnigo e delle campanine della Val Gandino.

A fare la regia è la Comunità del Mais Spinato di Gandino, che del Cluster è partner scientifico.

La missione milanese terrà a battesimo anche due dolci novità, le torte “Nostrana” e “Brembana”, che uniscono Mais Nostrano Orobico e Mela Val Brembana.

La prima è stata creata da Andrea Midali, titolare a Piazza Brembana della gastronomia “Pasticci e Capricci”. È una torta che nella preparazione richiama l’antica “Scarpascia” delle valli, arricchita dal gusto particolare della mela Topaz e, in futuro, della varietà tipica della Valle Brembana, cui l’Associazione dei frutticoltori sta lavorando per un progetto specifico di valorizzazione.

Francesco Zurolo, titolare a San Pellegrino di “Dolce & Salato” e docente all’Istituto Alberghiero della cittadina, proporrà invece la “Brembana”, una torta con mele in diverse consistenze, cotta in una crosta di pasta al mais.

Gli allievi dell’Istituto Alberghiero di San Pellegrino Terme proporranno anche una torta salata ai funghi, ideale introduzione alla parte Seriana della giornata all’Esposizione Universale.




Regione europea della gastronomia, Cerea tra i testimonial

Arriva oggi il conferimento ufficiale dell’Award “Regione Europea della Gastronomia 2017” alla Lombardia Orientale, con una cerimonia organizzata nell’ambito della Food Tourism Week della Commissione Europea.

Il progetto nasce grazie ad una partnership istituzionale composta da Regione Lombardia, Comuni di Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova, Camere di Commercio di Bergamo, Cremona e Mantova e Università di Bergamoper con l’obiettivo di una valorizzazione integrata dei temi legati al food e alla sostenibilità. Il titolo è stato ottenuto il 3 luglio scorso a Barcellona, con il parere positivo di una giuria internazionale formata da un pool di esperti indipendenti, selezionati dai membri di IGCAT, che coordina e gestisce la piattaforma e la competizione. L’Award è stato concesso al termine di un processo di valutazione iniziato nel 2014.

Chicco CereaIl programma della giornata vede la partecipazione di rappresentanti del panorama locale ed europeo e prevede gli interventi, tra gli altri, dell’assessore regionale al Commercio Turismo e Terziario Mauro Parolini, dei quattro sindaci dei Comuni coinvolti, del rettore dell’Università di Bergamo Stefano Paleari e del direttore scientifico Roberta Garibaldi, nonché degli ambasciatori di ciascun territorio. Per Bergamo si tratta dello chef tristellato Enrico Cerea, per Brescia del presidente del Consorzio Franciacorta Maurizio Zanella, per Cremona Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio di Tutela del Gran Padano, per Mantova Romano Temani, chef e patron della stellata Ambasciata di Quistello nonché testimonial Unesco.




Il risotto scende in piazza, a Milano dieci giorni di degustazioni

risotto-alla-milanese-ossobuco-e-gremolata-di-panettoneUna festa per celebrare il re indiscusso della cucina milanese: il risotto preparato secondo la tradizione meneghina, simbolo dell’eccellenza culinaria e dell’importanza del territorio agricolo metropolitano. È la manifestazione organizzata dal Distretto rurale “Riso e rane” e dal Distretto agricolo milanese (Dam), in collaborazione con il Comune di Milano e la Regione Lombardia. Per promuovere e valorizzare il riso prodotto dai due distretti, nelle storiche varietà italiane Carnaroli ed Arborio, dal 1° al 6 ottobre saranno organizzate degustazioni di risotti in Piazza Argentina e in Piazza XXV Aprile: in questi luoghi – sia a mezzogiorno sia alla sera, dalle 12 alle 14 e dalle 19.30 alle 22 – saranno presenti gli chef di alcuni importanti ristoranti cittadini, che prepareranno le loro migliori ricette a tema. Inoltre, da venerdì 25 settembre, si svolgeranno incontri e convegni per favorire la conoscenza del riso e la sua importanza per lo sviluppo e la tutela ambientale del territorio milanese, presso l’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele e la Sala del Grechetto alla Biblioteca Sormani. “Si tratta di un’occasione importante per raccontare e gustare un’eccellenza gastronomica che rappresenta il simbolo di Milano e della Milanesità in cucina, una ricchezza in grado non solo di attirare turisti e contribuire a rendere la città famosa nel mondo, ma anche di tutelarne il paesaggio e il territorio agricolo” ha affermato l’assessore al Commercio, Franco D’Alfonso. “Organizzate dai Distretti milanesi, queste giornate dedicate ai convegni e alle risottate in piazza ci consentono di ricordare come il riso non sia solo l’ingrediente del più tipico piatto milanese, ma anche la coltivazione più diffusa nel nostro territorio che, grazie alle proprie peculiarità pedoclimatiche, produce un riso di rara eccellenza ed ha consentito di selezionarne una qualità molto pregiata come il Carnaroli” hanno sottolineato i presidenti del “Distretto Riso e rane”, Francesco Galimberti, e del Distretto Dam, Andrea Falappi. “Lo scopo di proporlo alla cittadinanza con questa iniziativa nasce dal desiderio di sottolineare la preziosità di questa tradizione culinaria anche in una città che sta diventando cosmopolita”.