Patata di Martinengo, otto giorni da protagonista

 

Otto giorni – da domenica 13 a domenica 20 settembre – per scoprire la Patata di Martinengo, varietà a pasta bianca dalle pregiate qualità gastronomiche, riconosciute anche da Luigi Veronelli e protette dalla De.Co. la Denominazione Comunale. La sagra, organizzata dal Comune della Bassa e giunta alle 13esima edizione, si apre la domenica mattina con la biciclettata “Natura e Gusto” con partenza alle 9 da piazza Maggiore verso l’azienda florovivaistica Moretti e con tappa successiva all’Azienda Agricola Bassani Fabrizio per la visita alle colture. Chi vuole può proseguire pranzando al ristorante “Al Martinenghì” con menù convenzionato a base di patate di Martinengo (info e prenotazioni alla Pro Loco – Iat, tel. 0363 986031).

Durante tutta la settimana sarà poi possibile pranzare e cenare nei cinque locali del paese che partecipano alla rassegna proponendo menù a tema a prezzo fisso (dai 25 ai 3o euro a seconda dell’insegna), che vedono protagonista la patata locale interpretata in molteplici varianti, dai più classici gnocchi, purè, rosti ai tortini e alle torte salate fino ai muffin, in versione salata (con salsiccia e fonduta di Branzi) e persino da dessert (strudel di mele e patate con nuvola di panna). C’è pure la pizza, a base di mozzarella, julienne di patate di Martinengo, rucola con tartufo di Norcia.

I ristoranti del circuito sono: Martinenghì, Agriturismo Il Campo Rosso, Caffè Centrale, 3 Lanterne e Trattoria al Tiro.

Domenica 20 la manifestazione si conclude con una serie di eventi in piazza. Ci saranno l’esposizione e la vendita della patate e degli altri prodotti tipici, locali e De. Co, la mostra di antichi attrezzi del mondo contadino, la visita guidata ai luoghi e ai monumenti della città, la sfilata storica nel borgo a cura del Gruppo Folcloristico Bartolomeo Colleoni, per finire (ore 17.30)  con la degustazione di piatti preparati con patate di Martinengo, a cura dello chef Chicco Coria.

www.comune.martinengo.bg.it




Panettone Day, 6 finalisti bergamaschi pronti alla sfida del gusto

panettoneIl panettone bergamasco rivendica il proprio valore per la finale  del concorso “Panettone Day” organizzato da Braims, che da oltre quarant’anni promuove con passione e dedizione l’eccellenza della pasticceria artigianale italiana,  in partnership con Novacart e in collaborazione con l’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani e con il Gambero Rosso. Ben 6 finalisti su 25 provengono dalla nostra provincia e sono pronti alla sfida di fronte ad un giudice prestigioso e altrettanto inflessibile come Iginio Massari, in programma  il 19 settembre a Milano, al Palazzo delle Stelline in corso Magenta. Il Panettone Day è organizzato all’interno della manifestazione Sweety of Milano, importante evento gourmet aperto al pubblico, che vedrà come protagonisti alcuni tra i nomi più noti della pasticceria  italiana e che gode del patrocinio di Expo. Questi i nomi dei sei finalisti bergamaschi: “Bontà del Grano” di Scanzorosciate; “Croissanteria La Rocca” di Cologno al Serio; “Fratelli Marchesi” di Bergamo; “Panificio Artigianale F.lli Gamba” di Bergamo; “Pasticceria Adriano” di Seriate ; “Voglia di Pane” di Nembro.




“Trofeo Salera”, vince il risotto della Locanda della Corte di Alzano

mirko miraglia«Quello della famiglia Salera è un esempio molto positivo di imprenditoria lombarda, che ha spinto un uomo già forte nel settore dei cereali della Bergamasca a investire su un cereale d’acqua e a provare una formula di valorizzazione del prodotto che si vende direttamente con un mercato di riferimento medio alto che è quello della ristorazione e dell’alta gastronomia». Lo ha spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, che, oggi, a Garlasco (Pavia), è intervenuto alla quarta edizione del ‘Trofeo Salera, 15 cuochi si sfidano per il miglior risotto’.

trofeo salera 2Teatro della manifestazione la Cascina la Reale, località di coltivazione del riso dell’azienda agricola Giancarlo Salera. Sessantasei anni, bergamasco, con il figlio Pierluigi conduce l’azienda nel segno della genuinità e della tradizione. La produzione agricola dell’azienda Salera comprende anche cereali e farine coltivate nei terreni di Martinengo, in provincia di Bergamo. «La giornata di oggi celebra questa felice intuizione – ha aggiunto l’assessore Fava -. Auguro a questa famiglia il massimo dei risultati, che è quello che si merita. Ma oggi un grande risultato già c’è stato, la presenza di pubblico, che dimostra quanto questa sia già una realtà consolidata nell’ambito delle grande aziende del gusto del made in Italy».

«L’idea è partita dai cuochi, nostri interlocutori per eccellenza – ha spiegato Giancarlo Salera – e ora siamo arrivati alla quarta edizione. È stata voluta dai cuochi, perché loro sanno di essere il primo veicolo di promozione e sanno che qui c’è la qualità. Cuochi e ristoratori oggi hanno assaggiato le migliori proposte di risotto senza limiti. Poi, essendoci anche i clienti dei ristoratori, abbiamo fatto assaggiare i migliori fornitori di salumi, formaggi, dolci e anche altre proposte. In totale abbiamo riunito in una sorta di grande festa circa 150 persone».

Vincitore di questa edizione è stato il giovane Mirko Miraglia, della Locanda della Corte di Alzano Lombardo, che ha presentato “Risotto mantecato alle bollicine franciacorta con Carbonada di Bue al Barolo e Crema di Strachitunt”, ricetta dello chef e patron Flavio Manzilli.

Mirko Miraglia 3«Siamo nati maiscoltori – ha ricordato Salera – e non avevamo mai visto una piantina di riso. Un giorno abbiamo visto questa azienda, d’inverno, a novembre. Pioveva, ho fatto un giro veloce e non ne volevo sapere. Poi verso marzo, mentre eravamo in giro a vedere altre aziende, mi è tornata in mente e ci ho mandato mio figlio a dare un’occhiata. Era cambiato tutto, se cercavi un’azienda era quella giusta. Poi abbiamo scoperto che è il terreno a fare il prodotto, e quello della cascina La Reale è il migliore. Noi non siamo più bravi di altri. Oggi produciamo tutte le qualità che  il mercato ci chiede. Il terreno è stata la nostra fortuna».




Cuochi, giornata in risaia e concorso per il miglior risotto

salera risoQuindici cuochi lombardi si sfidano nella preparazione del risotto nel quarto Trofeo Salera, l’azienda agricola bergamasca specializzata in cereali che ha il suo fiore all’occhiello nel riso coltivato nel Pavese, ormai scelta fissa di tanti ristoranti.

L’appuntamento è lunedì 7 settembre alla Cascina “La Reale” di Garlasco (via Alagna) e si inserisce in una giornata realizzata in collaborazione con l’Unione Cuochi Regione Lombardia aperta a tutti i professionisti lombardi che farà conoscere i luoghi e le modalità di produzione dell’azienda ma anche prodotti di selezionati espositori del territorio.

Il programma si apre alle ore 10 con il cocktail di benvenuto, seguito da una breve presentazione dell’azienda, dell’evento, degli espositori e dei cuochi in gara. Alle 11.30 si terrà una visita guidata con un agronomo e il titolare Pierluigi Salera, che illustreranno il ciclo produttivo, la semina, il raccolto la lavorazione e la stagionatura del riso. A mezzogiorno la degustazione guidata da Ilaria Salera delle eccellenze dei produttori presenti all’evento, mentre alle 13 inizierà il concorso. Per tutti saranno preparate una grande risottata e la polenta pedalata, mescolata cioè attraverso uno speciale attrezzo alimentato dalla forza delle gambe. In programma anche uno spettacolo comico con “il Ragionier Lodett insieme alla Ivalda, Miss e Mister Polenta” fino alla proclamazione dei vincitori e alla chiusura con un’anguriata in allegria.

Quest’anno i cuochi in gara dovranno cimentarsi nella creazione di un risotto Carnaroli invecchiato 18/24 mesi. L’organizzazione fornisce riso, brodo vegetale e strumenti di cucina, mentre gli altri ingredienti sono a carico dei singoli concorrenti.

La partecipazione è gratuita. Per informazioni: Ilaria Salera, tel. 339 1058787.




Fungolandia compie 10 anni. Ricco il cartellone di eventi

mostra_2007Dal 5 al 13 settembre ritorna l’appuntamento con Fungolandia, la sagra del fungo in Val Brembana che coinvolge gli undici paesi di Altobrembo (Averara, Cassiglio, Cusio, Mezzoldo, Olmo al Brembo, Ornica, Piazza Brembana, Piazzatorre, Piazzolo, Santa Brigida e Valtorta). La Sagra compie 10 anni e per l’occasione propone un ricco programma di appuntamenti alla scoperta dei funghi della Valle. L’apertura ufficiale della rassegna si terrà il 4 settembre all’Infopoint di Olmo al Brembo con l’inaugurazione della Mostra del Fungo della Valle Brembana, curata dell’Associazioni Micologiche di Missaglia e di Agrate Brianza. L’esposizione sarà aperta ai visitatori durante i due weekend di Fungolandia, che quest’anno avrà come novità assoluta un’Area vendita di funghi, tartufi e materiale specializzatoA dare il via vero e proprio alla rassegna, sabato 5 settembre, l’escursione Alla scoperta del mondo dei funghi, appuntamento con i micologi che si ripeterà ogni giorno, fino al 13 settembre, per imparare a riconoscere e determinare le varie specie di funghi. Non mancheranno interessanti incontri tematici tra cui Cucinare e conservare i funghi il 6 settembre a Piazza Brembana e l’11 settembre a Santa Brigida e il grande convegno I funghi, un bene del territorio da consumare in sicurezza il 9 settembre a Piazza Brembana. Imperdibili gli appuntamenti culinari e le dimostrazioni di cucina come La Prova del Fungo, domenica 6 settembre a Piazza Brembana: sul format de La Prova del Cuoco, una gara dimostrazione di cucina a squadre in cui anche il pubblico verrà coinvolto nella preparazione di piatti a base di funghi. Seguiranno attività di cucina a tema tutti i giorni infrasettimanali con Chef all’Opera, presso alcuni ristoranti associati di Altobrembo e non mancheranno momenti di degustazione come Assaggi delle varie specie di funghi il 12 settembre a Olmo al Brembo e la cena itinerante Funghi nel Borgo la sera del giorno stesso a Ornica.

Appuntamenti suggestivi e di divertimento saranno Happy Hour e Concerto in Quota “Il suono sublime degli ottoni”, sabato 5 settembre alle Torcole di Piazzatorre; Happy Fungo con Musica Live “Non potho reposare”, mercoledì 9 settembre ad Averara lungo l’Antica Via Porticata, una serata alla scoperta dei sapori locali in una location di grande fascino storico; e Aperitivo in Riva al Lago sabato 12 settembre a Cassiglio, per un appuntamento nella natura tra momenti di relax e degustazione. Tra le proposte serali di qualità, la Serata a lume di Candela, sabato 5 settembre a Valtorta, un suggestivo percorso alla scoperta delle tracce del passato nel bellissimo centro. Serata Montagna Slow, domenica 6 settembre a Piazza Brembana, un appuntamento tra proiezioni sulla montagna vincitrici di Orobie Film Festival in collaborazione con Slow Food. E la Notte Nera, venerdì 11 settembre a Cusio, un viaggio tra storie e racconti di paura in una notte buia di segreti e misteri. In programma anche molti appuntamenti alla scoperta delle ricchezze culturali, tradizionali e naturalistiche locali e una grande varietà di proposte per gli amanti delle passeggiate in montagna. Non mancheranno mercatini di artigianato e prodotti locali che faranno da cornice al programma del primo weekend di Fungolandia a Piazzatorre sabato 5 settembre e a Piazza Brembana domenica 6 settembre, dove si terrà una grande giornata di attività a tema, giochi, intrattenimento e cultura, tra cui Non solo funghi…nuove delizie brembane, un convegno-degustazione sulle nuove produzioni locali: mele, mais e zafferano. Il secondo weekend, mercatini serali a Olmo al Brembo sabato 12 settembre, serata in cui si terrà anche uno spettacolo teatrale e uno spettacolo piromusicale, e a Mezzoldo domenica 13 settembre, durante la giornata di chiusura della rassegna. Durante Fungolandia, Altobrembo propone menu e aperitivi a base di funghi e prodotti locali nei ristoranti e nei bar aderenti all’iniziativa.

Info: www.fungolandia.it




Angurie quadrate, la Regione in campo per “difenderle” dai giapponesi

Anguria_quadrata01Scoperto che in Giappone è nato un Consorzio di produttori di angurie “quadrate”, l’inventore del cocomero a forma di cubo o di parallelepipedo, Franco Feroldi, cremonese di Vicobellignano, è tornato alla carica per chiedere che la sua idea venga tutelata, lamentando complicazioni burocratiche per ottenere il brevetto e rilanciando l’idea di consorziare più produttori della zona.

Feroldi ha raccontato più volte l’origine della sua idea e il clamore mediatico suscitato dal primo raccolto nel ‘97, che lo spinse presentare domanda di brevetto. “Ma poi tutto tacque e io continuai con lo sviluppo della mia tecnica”. “Nell’estate 2001, però, i giapponesi mostrarono delle angurie quadrate e le spacciarono per una loro invenzione. Mi resi conto che la domanda di brevetto che a me era stata rifiutata nel 2000 con la dicitura testuale: “Mancanza di attività inventiva” (!), altrove invece non era andata cestinata. Non mi sono perso d’animo e ancora una volta ho continuato da solo e con pochi, anzi pochissimi mezzi, migliorando sempre di più la tecnica e il prodotto. Nel 2007 ho deciso di legare la mia idea al territorio che lo ha prodotto. Da qui il lavoro per rendere Casalmaggiore zona di produzione di angurie poliformi. Ma non è cosa facile”.

L’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava ha raccolto l’invito: “Non posso che dargli ragione. Ricordo bene la nascita delle angurie quadrate, nella seconda metà degli anni Novanta, e mi impegno a fare in modo che la sua idea venga tutelata”. L’assessore si è reso disponibile a incontrare Feroldi già la prossima settimana, per “cercare di capire cosa fare per aiutarlo e in quale sede è possibile proteggere l’origine delle angurie quadrate. In questa Europa è sempre più difficile tutelare l’ingegno e la proprietà intellettuale, con il rischio che le multinazionali o imprenditori di Paesi terzi impongano i loro prodotti, nell’indifferenza dell’Unione europea”.




Diventare assaggiatore di salumi, a settembre corso a Calcinate

Fare la tessera della palestra per riprendere quel tono muscolare compromesso delle troppe sieste estive? O ricominciare con le lezioni d’inglese viste le figuracce rimediate all’estero?

Se settembre è il mese dei buoni propositi in fatto di corsi e impegni da portare avanti con la ripresa del lavoro e l’approssimarsi della stagione fredda, ecco una proposta un po’ fuori dagli schemi, ideale per coloro che desiderano conoscere meglio il mondo dei salumi e acquisire competenze tecniche in fatto di degustazione.

Si tratta del corso per aspiranti assaggiatori di salumi organizzato dall’Onas (organizzazione nazionale assaggiatori di salumi) a Calcinate, che prenderà il via a fine settembre e che, al termine di cinque lezioni e dopo aver superato l’esame teorico-pratico finale, rilascerà attestato e patente di tecnico assaggiatore.

Ecco il calendario e gli argomenti

  • 28/9

Analisi sensoriale: fisiologia degli organi di senso, analisi qualitativa e quantitativa, schede, panel test.

  • 5/10

Il suino: dall’allevamento alla macellazione; il suino da agricoltura biologica; le razze autoctone.

  • 12/10

Materie prime nella produzione dei salumi: caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche.

  • 9/10

Le varie categorie di salumi: cotti, crudi, affumicati. I prodotti cotti.

  • 26/10

I prodotti Dop, Igp, Stg, Pat. I salumi crudi, tracciabilità ed etichettatura. Dalle ore 22 esame finale teorico – pratico

Le lezioni si tengono all’auditorium del Centro culturale Don Colombo di Calcinate a partire dalle 20.30. Al termine di ogni lezione teorica sono previste degustazioni guidate dei principali prodotti di salumeria

Il costo è di 130 euro, comprensive della quota d’iscrizione (€ 37) all’Onas per l’anno solare in corso. È necessario iscriversi entro il 15 settembre. Il corso sarà realizzato solo con l’iscrizione di circa 20 partecipanti

Per informazioni ed iscrizioni: dott. Gualtiero Borella (info@norcinibergamaschi.it, cell. 380 3346144); dott. Bianca Piovano (onas.cn@libero.it, cell. 328 8692895)




Il giovane inventore di formaggi

Il ragazzo è sveglio, sa il fatto suo. A 25 anni, lavora sodo, studia e ha l’aspirazione di fare l’inventore. Di formaggi però. Li conosce bene: fin da bambino ha respirato il profumo del latte e delle stalle, con la famiglia proprietaria a Zanica di un’azienda agricola, 240 vacche che aiuta a mungere ogni giorno (sono conferitori storici della Parmalat che vende il loro prodotto ai consumatori come “Latte fresco Alta Qualità”). Poi dalla stalla, Diego Campana passa alla sua mansione preferita, quella nel caseificio aziendale e come giovane casaro, oltre a produrre caci e formaggelle della tradizione bergamasca, comincia i suoi “esperimenti”. Ormai conosce bene la pratica, e pure la teoria, essendo assaggiatore Onaf. Non si fa scoraggiare dai fallimenti che pure esistono quando ci si avventura in sentieri inesplorati. Così nascono caci particolari, come il Formaiù, un semiduro particolarissimo dal retrogusto piccante e sapore intenso o lo Stracampà, erborinato a due paste, con note amarognole e muffate, che si sposa a meraviglia con i passiti. Il gradimento dei consumatori è crescente e il giovane casaro continua nel suo percorso di crescita.

Ci racconta com’è nato il tuo amore per i formaggi?

«La passione per la produzione dei formaggi è nata inizialmente per curiosità. Quando avevo 11 anni c’è stato il crack della Parmalat che ha messo in seria difficoltà la nostra azienda. I miei genitori hanno avuto l’idea di provare a vendere i formaggi, che già producevano per uso familiare. Così ho cominciato ad appassionarmi: mi affascinava vedere il latte trasformarsi in cagliata e poi in formaggio. La svolta me l’ha fornita la possibilità di frequentare la scuola casearia, dove la mia passione è cresciuta fino a trasformarsi in un’attività vera e propria».

La sua famiglia ha un’attività consolidata…

«La nostra è un’azienda a conduzione familiare che alleva vacche da latte ad alta qualità, che conferiamo da più di 40 anni alla Lactis di Albano Sant’Alessandro. Mio fratello Ivan è il responsabile dell’allevamento che gestisce con grande passione e professionalità. La coltivazione dei campi compete a mio papà. Sul fronte caseario, inizialmente producevamo solo formagelle e stracchini, poi la produzione è aumentata fino ad arrivare ad un assortimento che va dai freschi (primi sali, mozzarelle) agli stagionati oltre al gelato e agli yogurt. Il tutto venduto presso il nostro spaccio aziendale o nei mercatini dei produttori di Agenda 21».

Parliamo di lei: da quanto fa il casaro?

«Dal 2010, cioè da quando mi sono diplomato presso la Scuola Casearia di Pandino. Quando studiavo, nei fine settimana e durante le vacanze estive, tornavo a casa e aiutavo mio padre nel nostro minicaseificio aziendale. Sono anche Maestro Assaggiatore Onaf e faccio parte dell’Asssocasearia, un’associazione di ex studenti della Scuola Casearia di Pandino che organizza corsi di aggiornamento per casari ed il prestigioso Trofeo San Lucio: un concorso biennale di formaggi che premia e valorizza la figura del tecnico caseario».

Riesce a conciliare i tempi per famiglia e divertimento?

«È un lavoro impegnativo e assorbe parecchie ore al giorno, anche perché ci sono lavorazioni che vanno eseguite la sera. Nonostante il poco tempo libero, grazie alla convivenza con la mia compagna, trovo comunque del tempo da trascorrere con lei e con i miei amici».

Ol Formaiù del Campana
Ol Formaiù del Campana

Ci descriva il Formaiù…

«Il Formaiù è un formaggio creato da mio padre e che io ho ripreso. È un semiduro a latte intero con stagionatura minima di tre mesi: ha un sapore e un aroma intenso con un piacevole retrogusto piccante. È un formaggio che ci ha regalato grandi soddisfazioni vincendo nel 2010 e nel 2012 rispettivamente la medaglia di bronzo e quella d’argento al Trofeo San Lucio».

Lo Stracampà
Lo Stracampà

E lo Stracampà?

«Appartiene della famiglia degli stracchini: è un erborinato realizzato con l’antica tecnica delle due paste che ne caratterizza il suo aspetto visivo e la struttura della pasta. Lo abbiamo modificato e migliorato nel tempo al punto che nel 2008 ha vinto un “Premio Qualità” al Concorso Infiniti Blu di Gorgonzola».

Ci sono altri formaggi di cui va fiero?

«Un’altra mia creazione è il “Filù”, un pasta filata che valorizza la qualità del nostro latte, conferendogli un sapore dolce e un aroma di latte intero e di burro. È un cacio molto versatile, ottimo da tavola ma che è anche molto utilizzato come ingrediente in cucina».

Qual è il suo sogno professionale nel cassetto?

«Quello di migliorare e approfondire le mie conoscenze di casaro, accostandomi alla conoscenza di nuove tecnologie, ma soprattutto riuscire un giorno a trasformare totalmente la nostra produzione di latte in formaggio, senza aumentare ulteriormente la dimensione aziendale, puntando sempre di più alla qualità».

Quale formaggio sta pensando di inventare in futuro?

«Sarà un formaggio molto particolare di cui non voglio svelare i segreti. A breve sarà pronto e invito tutti a scoprirlo venendoci a trovare nel nostro spaccio di Zanica».

Info: www.formaggicampana.it

 

 




Moscato di Scanzo, la Festa si svela. Ci sarà anche Filippa Lagerbäck

festa moscato di scanzo 2014La decima edizione della Festa del Moscato di Scanzo e dei sapori scanzesi, in programma dal 3 al 6 settembre prossimi a Scanzorosciate, svela i suoi contenuti.

Protagonista sarà, naturalmente, il pregiato passito a Denominazione di Origine Controllata e Garantita, che si presenterà ai visitatori attraverso un caratteristico percorso di casette in legno nel borgo storico di Rosciate I produttori associati alla Strada del Moscato proporranno in degustazione il proprio passito, oltre ad altri vini, miele, olio, formaggi, prodotti da forno ed il nuovo gelato artigianale al Moscato di Scanzo, tutti provenienti dalle colline scanzesi.

Carattere distintivo della manifestazione sarà come ogni anno l’abbinamento del Moscato di Scanzo, eccellenza del territorio, ad altre importanti eccellenze provenienti dal mondo dello sport e dello spettacolo.

Giovedì 3 settembre la Festa prenderà il via con ospiti sportivi, tra cui i campioni dello sci di ieri e di oggi, alcuni giocatori dell’Atalanta e della Foppapedretti Volley.

Filippa-Lagerback
Filippa Lagerback

La Festa continuerà venerdì 4 settembre con un’ospite dal mondo della televisione, Filippa Lagerbäck, modella, showgirl e conduttrice televisiva, a fianco di Fabio Fazio in “Che tempo che fa” e protagonista di “In Bici con Filippa”, un programma che va alla ricerca dei percorsi ciclabili più belli del nostro paese, in onda su Bike Channel di Sky.

Sabato 5 settembre sarà la volta della sfilata e del Palio del Moscato di Scanzo, una gara di pigiatura dell’uva tra contrade, disputata dai bambini delle scuole materne di Scanzorosciate. La serata di sabato proseguirà poi con altri due ospiti: Edoardo Raspelli, celebre critico enogastronomico e storico conduttore televisivo su Canale 5 di Melaverde, insieme all’attrice e fotomodella Maura Anastasia saranno nel borgo di Rosciate per incontrare i visitatori e brindare con il “Re dei Moscati”. In teatro, una serata riservata alle autorità istituzionali e agli sponsor della Festa: per loro una degustazione guidata di Moscato di Scanzo e uno show-cooking con il bergamasco Mirko Ronzoni, chef creativo, collaboratore dell’Accademia del Gusto nonché vincitore della seconda edizione italiana del talent show culinario “Hell’s Kitchen”.

Domenica 6 settembre, alla mattina, confermato il tradizionale appuntamento per le camminate guidate lungo gli itinerari della Strada del Moscato (su prenotazione). Esperte guide del territorio accompagneranno i visitatori tra borghi, chiese, vigne e cascine alla scoperta del suggestivo territorio di Scanzorosciate e dei luoghi del Moscato.

Il pomeriggio di domenica 6 settembre sarà invece animato dal Ducato di Piazza Pontida, che sfilerà nel borgo portando l’allegria del “Gruppo Folkloristico Orobico” di Bergamo e la musica degli “Aghi di Pino”.

Nel corso della serata l’appuntamento sarà poi nel teatro dell’oratorio di Rosciate per uno show-cooking con piatti a base di Moscato insieme allo chef di Scanzorosciate Francesco Gotti, membro della Nazionale Italiana Cuochi, consulente e docente Agnelli Cooking Lab.

A fare da cornice il tradizionale abbinamento con la musica di qualità: per tutta la durata dell’evento, le vie del borgo saranno animate dai ritmi di 13 gruppi musicali che spazieranno dal rock al pop internazionale fino alla musica leggera italiana e alla classica. Oltre agli angoli musicali che saranno allestiti lungo le vie del borgo, sul palco principale di piazza Alberico si esibiranno 5 big durante le serate della Festa: giovedì, i Mismountain Boys proporranno la loro musica country; venerdì, sarà il turno dei Dr. FUNKenstein e dei loro ritmi funky e dance; il grande concerto di sabato sarà un tributo dei Vipers ai Queen; e domenica ci sarà un doppio tributo, dedicato a Cremonini e Zucchero, rispettivamente con i Mille Galassie e L’Urlo.

Tra le novità della 10° edizione l’allestimento di una nuova area che farà proseguire la Festa del Moscato in via degli Orti, coinvolgendo il parco delle scuole medie con l’orto didattico più grande d’Italia. Saranno inoltre allestiti, nella struttura scolastica, spazi e aule in cui verranno proposti laboratori, degustazioni e concerti. Verrà anche predisposta un’area bimbi, dove in tutta sicurezza potranno giocare e divertirsi, oltre ad incontrare gli animali della fattoria.

Per i visitatori della Festa del Moscato sarà presente anche quest’anno il servizio ristoro con piatti tradizionali e grigliate, affiancato da una nuova Area Ristoro a km0 dove sarà possibile fare spuntini e pasti veloci a base di prodotti locali e dalla Terrazza Aperitivi Divini in via degli Orti dove sarà possibile consumare veloci taglieri accompagnati da buon vino locale.




La riscossa dei semi. Piccoli scrigni di gusto e salute

Semi di lino, canapa, sesamo, papavero, girasole, zucca, finocchio, cardamomo, coriandolo e anche di anguria. Rendono più croccanti e gustosi i nostri piatti ma soprattutto sono degli alleati preziosi per la nostra salute perché danno energia, combattono lo stress, mantengono giovani, aiutano a ridurre l’uso del sale e a prevenire e curare diverse patologie.

Presenti nella dieta umana da migliaia di anni, i semi oleosi sono la riscoperta alimentare del momento. Nutrizionisti e naturopati li consigliano da tempo per integrare le carenze dell’alimentazione moderna e, negli ultimi tempi, anche i medici li prescrivono come cura per alcune patologie o dopo interventi chirurgici. Il risultato è che le vendite negli ultimi tre anni sono aumentate tra il 25 e il 35% e i consumi sono in continua crescita.

Ma cosa si sa davvero di loro? Non tutti, ad esempio, sono a conoscenza che l’orzo, l’avena, il riso, i fagioli, la soia e anche il pistacchio e gli anacardi sono in realtà semi. E in pochissimi sanno che i semi di sesamo apportano molto più calcio che non il latte e i formaggi; che 30 grammi di semi di girasole hanno più ferro di una bistecca di manzo; e che i semi di anguria sono ottimi come snack e possono essere usati per fare oli, minestre e persino il tè.

I semi oleosi sono un concentrato di nutrienti importanti per il nostro organismo: sono ricchi di acidi grassi essenziali, enzimi, antiossidanti, minerali, fibre e vitamine. Per far capire quanto siano preziosi basta dire che una piccolissima manciata di semi al giorno può sostituire in modo efficace dosi massicce (e costose) di integratori alimentari e di alimenti spesso mal tollerati dal nostro organismo, con grande beneficio per il nostro stato psicofisico.

In cucina si possono utilizzare in moltissimi modi: al naturale come snack o cereali per la colazione, nell’impasto di pane e focacce, miscelati nei frappè e negli yogurt, ma anche nelle insalate, nelle frittate e nei primi e secondi piatti. Alcuni, ad esempio i semi di girasole, di lino e di canapa, possono essere pressati per ottenere olii, altri si fanno germogliare e poi si mangiano, come nel caso dei semi di crescione. L’unica nota critica è che sono calorici, ma gli esperti assicurano che se assunti con moderazione – la dose consigliata è di un cucchiaino al giorno – la linea non ne risente.

«È importante che se ne parli perché scelte di alimentazione diverse possono fare la differenza per la salute – afferma Uliana Bianchi responsabile della Cooperativa Il Sole e la Terra di Bergamo -. Fino a dieci anni fa il biologico era una scelta di vita fatta da persone che credevano nell’importanza di mangiare cibi di qualità e sani – dice -. Ora questa alimentazione è esplosa. Tantissimi comprano i semi per motivi di salute, scelgono di mangiare questi alimenti perché altrimenti stanno male. C’è gente che passa e entra in negozio ma molti si presentano con la ricetta medica».

«Tre anni fa, dopo solo un anno di attività, stavo per chiudere – raccolta Alma Conci, titolare del negozio Alvin Bio a Lovere -. Poi, alcune amiche che soffrivano di intolleranze alimentari mi hanno chiesto di fare il pane con farine naturali senza additivi. Conoscenti e clienti mi facevano i complimenti, sentivo di fare qualcosa di buono così ho deciso di proseguire su questa strada».

La scelta si è rivelata fortunata. «Da quando mi sono specializzata nel biologico le vendite sono sempre aumentate, è bastato il passaparola. Oggi ho due collaboratrici e alcuni tavolini dove propongo insalate e piatti naturali e i miei clienti vengono persino da Darfo e da Clusone per comprare i prodotti dei miei scaffali. Cerco di far capire alle persone che non è uguale comprare i semi al supermercato – dice la negoziante loverese – magari costano un po’ meno ma i valori nutrizionali non sono gli stessi: l’apporto di 50 grammi di prodotto biologico ne fornisce due-tre volte più di quello industriale. Inoltre cerco di sensibilizzarle il più possibile. Molti vengono in negozio perché hanno patologie anche gravi, va bene, ma a volte è tardi, è importante scegliere un’alimentazione sana prima di ammalarsi».

Anche nel mondo della ristorazione le proposte di cucina vegetariana e vegana sono in crescita. Nella nostra provincia uno degli indirizzi più importanti e storici, forse addirittura il pioniere di questa filosofia a tavola, è il Villino di Erica a Valbrembo. La gestione, dopo quattordici anni, da qualche mese è passata di mano, ma la filosofia è la stessa: moltissimi semi, di zucca, di sesamo, di girasole, nelle insalate ma anche nei primi e nei secondi piatti. Il trancio di tonno con crosta di sesamo e la millefoglie di pesce spada con sesamo ad sono tra i più richiesti. «Credo molto in questa cucina e sono intenzionato ad arricchire la carta con nuove idee e proposte – afferma il neotitolare Mario Buterchi -. La  nostra clientela apprezza la qualità. Sono attenti alla dieta e ai prodotti un po’ più salutari. È uno stile di vita».

Dieci semi e il modo migliore per consumarli

Semi di sesamo

Alcalinizzante, energetico, ricostituente, il sesamo è noto per la sua capacità di rinforzare la memoria e la concentrazione. Esistono in due varietà di semi: dorati e neri. Si possono usare tritati e pestati freschi nei piatti di cereali, nelle insalate, nei dolci e sono buonissimi per le panature al forno del pesce o delle polpette di legumi. Dalla loro lavorazione si ricava la tahina, chiamata anche burro o crema di sesamo, ingrediente fondamentale per preparare l’hummus di ceci. Tostati e mescolati con il sale creano il gomasio.

Semi di girasole

Sono ricchi di vitamina E, B1, B3 e B6, oltre che di rame, manganese, selenio, fosforo, magnesio e folati. Sono buonissimi tostati e preziosi per l’olio che si ottiene tramite spremitura. Possono essere usati nell’impasto del pane o nel ripieno di una torta salata oppure aggiunti alle insalate o alle verdure cotte, dopo essere stati leggermente tostati in padella con poco sale. Rappresentano un aperitivo ottimo e salutare, al posto di patatine e arachidi. Al naturale, crudi e senza sale, sono l’ingrediente per gustosi muesli di cereali e frutta.

Semi di lino

Rappresentano una preziosa fonte di minerali, di omega 3 e omega 6, regalano tanta vitamina E. Possono essere consumati con lo yogurt, nei succhi di frutta o nelle insalate, a cui donano un piacevole retrogusto “alle nocciole2. Vanno tritati oppure masticati bene prima di essere ingeriti in modo da far penetrare tutti i principi oleosi contenenti all’interno della buccia.

Semi di papavero

Come gli altri semi, sono una fonte preziosa di  proteine e grassi. Essendo molto piccoli sono ideali per ricette cremose, come passati, purè e vellutate ma anche per creme dolci, ad esempio, a base di ricotta e miele. Possono essere bianchi, come quelli utilizzati nella composizione del curry, o neri, come quelli impiegati nei prodotti da forno.

Semi di zucca

Sono ricchi di proteine, carboidrati e grassi, contengono vitamina E, magnesio, fosforo, ferro, selenio e manganese. Dopo averli spellati si mangiano crudi oppure leggermente tostati in forno. Sono ottimi nel muesli a colazione e ideali come snack soprattutto perché hanno tanto magnesio e poche calorie.

Semi di canapa

Fra tutti i semi oleosi sono quelli con il valore nutrizionale più elevato. Contengono tutti gli aminoacidi essenziali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare; danno un buon apporto di vitamine, di sali minerali (ferro, calcio, manganese e fosforo) e sono ricchissimi di omega 3 e omega 6. l’olio che se estrae ha un sapore molto gradevole e può essere usato per arricchire insalate, per preparare biscotti, dolci, pesti e salse.

Semi di anguria

Di solito li scartiamo quando mangiamo il frutto invece anche i semi di anguria sono  ricchi di proprietà benefiche e possono essere usati in cucina. Hanno un alto contenuto di acidi grassi essenziali, proteine e sali minerali. Vanno lavati, asciugati e fatti essiccare all’aria. Possono essere usati come snack o per fare oli, minestre e tè.

Semi di chia

Originari del Centro America, sono una bomba di micronutrienti (e in effetti “chia” in azteco significava “forza”): dalle proteine ai carboidrati, dalle vitamine ai sali minerali, dai lipidi agli antiossidanti. Il modo più semplice per consumarli è aggiungerne tre cucchiai a un litro di acqua, mescolare per bene, e attendere 15 minuti prima di bere, ma possono essere mischiati anche a succhi di frutta e tè o usati per preparare dolci e insalate.

Semi di finocchio

Sono ricchi di fibre, calcio, potassio e rame. Hanno un sapore dolce che ricorda l’anice. Possono essere usati per preparare pane, cracker e grissini e una tisana diuretica e digestiva.

Semi di coriandolo

Sono granelli simili al pepe, gialli e dal sapore dolciastro che ricordano il limone. Possono essere usati per preparare un infuso digestivo, efficace e dal sapore aromatico. Un paio di cucchiai dopo i pasti favoriscono la digestione e l’eliminazione dei gas intestinali. Hanno un aroma delicato, si prestano a insaporire zuppe e minestre, legumi, carne, pesce e verdure, in particolar modo cavolo e crauti. E sono indicati nella preparazione di sottaceti e salamoie mentre macinati sono perfetti per insaporire carne, pesce e insaccati.