La bellezza nell’era dei selfie, a Sarnico una serata con la psicologa

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L’ossessione per l’immagine può minacciare il benessere psicofisico. Ecco perché può essere utile saperne di più.

“Psicologia della bellezza: l’importanza dell’immagine nell’epoca dei selfie” è il titolo della conferenza gratuita e aperta a tutti in programma giovedì 23 febbraio all’auditorium comunale di Sarnico (via Roma, 54) dalle 20.45 alle 21.45, nella quale si affronteranno le tematiche di bellezza e immagine come condizionamenti del corpo, inteso non solo come identità biologica, ma soprattutto come fenomeno socio-culturale.

«Oggi, in un’epoca di rapidi cambiamenti e sempre più attenta all’apparire – spiega Beatrice Bellini, psicoterapeuta relatrice dell’incontro -, si è sempre più condizionati dall’immagine. L’impatto che la bellezza fisica ha sulla nostra vita, spinge molte persone a spendere numerose energie e denaro per la ricerca di un aspetto fisico più gradevole. Le forme corporee, infatti, sono la conseguenza di un modello estetico, che regolamenta i modelli di corpo accettabili e che condiziona i nostri comportamenti. Il risultato è che la società contemporanea è ossessionata dall’immagine, al punto da cancellare la varietà dei corpi, replicando un unico e univoco ideale estetico».

L’evento ha il patrocinio del Comune di Sarnico.




Notti in sicurezza, i locali premiano chi non beve e riaccompagna gli amici

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Per i clienti dei locali che si offrono come “safe driver”, ossia guidano e accompagnano gli amici senza aver bevuto, arrivano buoni consumazione omaggio e ingressi gratuiti.

A febbraio riprende, per tutto il 2017, il progetto dell’Asl (ora Ats) nato nel 2014 “Safe Driver”, che mira a prevenire gli incidenti stradali correlati all’alcol attraverso campagne di sensibilizzazione in pub, bar e discoteche.

Al progetto, che vede l’Ascom di Bergamo impegnata nel coinvolgimento degli esercenti, partecipano 18 locali, di cui 16 pub nel comune di Bergamo – Ritual (irish pub), Edonè, Spazio Polaresco, Spazio Malpensata gestito da cooperativa Empeiria, Doma Cafè, Reef, Tassino cafè, Tucan’s, Pub Sant’Orsola, Birreria di Città alta, La Chupiteria, Shake Bar, Crocevia, Divina, Chiringuito, Marika’sss di Bergamo – e due discoteche, il Bolgia di Osio Sotto e il Setai di Orio al Serio.

La campagna punta a incrementare i risultati ottenuti la scorsa edizione, condotta da 27 volontari formati in tema di alcol e guida e 2 operatori Asl, e prevede 34 uscite nei locali per un totale di 194 ore. L’invito è chiaro: «Proteggi la tua vita e affidati a un guidatore che non ha bevuto» e verrà diffuso attraverso desk e roll-up, etilometri digitali, opuscoli, magliette, cappellini, etilometri monouso, bandiere e gazebo.

safe driver (4)L’obiettivo è diminuire il numero di guidatori che lascia il locale con alcolemia al di sopra di zero. I gestori dei locali in questo senso avranno un ruolo attivo: far conoscere il progetto sui social e tramite volantini, sorvegliare i clienti, sconsigliarli dal bere troppo, indirizzarli eventuali all’info-point dell’Asl e incentivare chi non beve e supera l’alcoltest con buoni omaggio.

Nel corso delle serate di sensibilizzazione, gli operatori intercetteranno i gruppi di persone che entrano nel locale e chiederanno loro di identificare il conducente. Questi sarà informato dell’iniziativa e gli si chiederà di partecipare in forma anonima e gratuita. Al guidatore verrà effettuata una prova alcolimetrica e fatto indossare un braccialetto identificativo oppure un timbro. A fine serata, prima di lasciare il locale, se l’alcolemia risulterà zero, gli verrà consegnato un buono valido per l’ingresso gratuito nella stessa discoteca oppure per una consumazione analcolica gratuita al locale, altrimenti si sconsiglierà di non mettersi alla guida o di farsi accompagnare lui stesso.

Quello del “safe driver” (guidatore sicuro) è un accorgimento che da tempo viene utilizzato con successo anche in altri Paesi: si tratta di un guidatore designato che, per la serata, non berrà alcolici, accompagnando così a casa in sicurezza tutti gli amici.

Il progetto fa parte delle le iniziative messe in campo dall’Ats per “Notti in sicurezza”, a tutela della prevenzione dei comportamenti a rischio legati al divertimento notturno ed è promosso in sinergia con Asst Papa Giovanni XXIII Bergamo – Dipartimento delle Dipendenze; Polizia Stradale di Bergamo – Ministero degli Interni; Croce Rossa Italiana; Associazione Genitori Atena – Bergamo; Rotary Club Dalmine Centenario; Rotaract Club Città Alta Bergamo; Discoteca Bolgia; Cooperativa Itaca, in collaborazione con Ascom Confcommercio Bergamo.

safe driver (11)Dal 2014 allo scorso anno i guidatori designati sono aumentati da 252 a 1.208 e i passeggeri accompagnati da 1.008 a 4.832.

«In Italia ogni giorno muoiono 9 persone per guida in stato di ebbrezza, il 30% degli incidenti è correlato all’alcol – spiega il dottor Andrea Noventa dell’Asst Bergamo Papa Giovanni XXIII –. Questi incidenti spesso avvengono di notte e generalmente nei fine settimana. Inoltre, coinvolgono spesso giovani, fascia di popolazione che frequenta maggiormente i locali notturni. Ecco perché è importante sensibilizzare le persone nei locali».

«Il progetto rappresenta un enorme lavoro di squadra di volontari, operatori, gestori, persone interessate, amministratori locali, forze dell’ordine, volontari di altre associazioni – dice Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne e affari legali di Ascom Confcommercio Bergamo -. Grazie all’impegno di tutti e alla forte sinergia e collaborazione con l’Asst Papa Giovanni XXIII, siamo riusciti ogni anno ad aumentare il numero dei locali coinvolti, migliorare i contatti, i guidatori designati e le persone potenzialmente trasportate in sicurezza. Più di 60 volontari formati in questi tre anni, una ventina attualmente attivi nel progetto e tanto entusiasmo hanno prodotto un’azione di prevenzione veramente impensabile».




Sicurezza sul lavoro, torna il bando Inail e pensa a bar, ristoranti e negozi

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Prenderà il via il prossimo 19 aprile la prima fase della procedura di assegnazione degli incentivi a fondo perduto stanziati dall’Inail per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il bando Isi 2016 (settima edizione dell’intervento avviato dall’Istituto nel 2010) mette a disposizione delle imprese, anche individuali, 244.507.756 euro, ripartiti su singoli avvisi regionali e assegnati fino a esaurimento, secondo l’ordine cronologico di arrivo delle domande.

Attraverso il bando saranno finanziati, nello specifico, progetti di investimento, progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale, progetti di bonifica da materiali contenenti amianto e progetti di micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività. La principale novità è rappresentata proprio dall’introduzione di un nuovo asse di finanziamento dedicato ai progetti delle micro e piccole imprese che operano in alcuni settori del terziario (dai ristoranti ai bar, dalle gelaterie ai minimarket, al catering), classificati con uno dei codici ATECO 2007 specificati nel bando.

Fogalco, la cooperativa di garanzia dell’Ascom di Bergamo, attraverso lo Sportello del Credito è disposizione degli imprenditori per tutte le informazioni sul bando.

Ecco cosa c’è da sapere

Finalità

Il bando ha l’obiettivo di incentivare le imprese a realizzare progetti per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro. Per “miglioramento dei livelli di salute e sicurezza sul lavoro” si intende il miglioramento documentato delle condizioni di salute e di sicurezza dei lavoratori rispetto alle condizioni preesistenti e riscontrabile con quanto riportato nella valutazione dei rischi aziendali.

Tipologie di progetti finanziabili

Sono finanziabili le seguenti tipologie di progetto:

  • Progetti di investimento
  • Progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale
  • Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto
  • Progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività.

Le imprese possono presentare un solo progetto riguardante una sola unità produttiva per una sola tipologia di progetto tra quelle sopra indicate.

Risorse finanziarie

Per la Lombardia lo stanziamento è pari complessivamente a 40.940.777 euro, di cui:

  • 27.365.448 euro per i progetti di investimento ed i progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale;
  • 11.728.049 ero per i progetti di bonifica da materiali contenenti amianto
  • 1.847.280 euro per i progetti per micro e piccole imprese del terziario, i cui soggetti beneficiari sono le piccole e microimprese, ubicate in ciascun territorio regionale o provinciale, iscritte alla Camera di Commercio, le cui attività sono classificate secondo i seguenti codici ATECO:

56.10.11 – Ristorazione con somministrazione;
56.10.12 – Attività di ristorazione connesse alle aziende agricole
56.10.20 – Ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto;
56.10.30 – Gelaterie e pasticcerie;
56.10.41 – Gelaterie e pasticcerie ambulanti;
56.10.42 – Ristorazione ambulante
56.10.50 – Ristorazione su treni e navi;
56.21.00 – Catering per eventi, banqueting;
56.29.10 – Mense
56.29.20 – Catering continuativo su base contrattuale;
56.30.00 – Bar e altri esercizi simili senza cucina
47.11.40 – Minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari;
47.29.90 – Commercio al dettaglio di altri prodotti alimentari in esercizi specializzati nca.

Requisiti dei destinatari e condizioni di ammissibilità

Al momento della domanda, l’impresa richiedente deve soddisfare, a pena di esclusione, i seguenti requisiti:

  • avere attiva nel territorio della Regione autonoma l’unità produttiva per la quale intende realizzare il progetto;
  • essere iscritta nel Registro delle imprese o all’Albo delle imprese artigiane;
  • essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti non essendo in stato di liquidazione volontaria, né sottoposta ad alcuna procedura concorsuale;
  • essere assoggettata e in regola con gli obblighi assicurativi e contributivi di cui al Documento unico di regolarità contributiva disciplinato dai decreti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali 30 gennaio 2015 e 23 febbraio 2016 e dall’articolo 31,commi 3 e 8bis, del decreto legge 69/2013 convertito con modificazioni dalla legge 98/2013 (pagamento diretto agli Enti previdenziali ed assicurativi ed alla Cassa edile di quanto ad essi dovuto per le inadempienze contributive accertate);
  • non aver chiesto e non aver ricevuto altri finanziamenti pubblici sul progetto oggetto della domanda; non costituisce causa di esclusione l’accesso ai benefici derivanti da interventi pubblici di garanzia sul credito, quali quelli gestiti dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese di cui all’articolo 2, comma 100, lett. a), della legge 23 dicembre 1996, n. 662 , quelli gestiti da Ismea ai sensi dell’articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102 e quelli previsti da disposizioni analoghe;
  • non aver ottenuto, a seguito della verifica amministrativa e tecnica della documentazione a conferma della domanda online, il provvedimento di ammissione al finanziamento per uno degli Avvisi pubblici Isi Inail 2013, 2014, 2015 per gli incentivi alle imprese per la realizzazione di interventi in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
  • non aver ottenuto il provvedimento di ammissione al finanziamento per il Bando Inail Fipit 2014; le imprese che abbiano ottenuto il provvedimento di ammissione potranno essere ammesse al finanziamento solo previa formale rinuncia ai benefici concessi con il provvedimento di cui al Bando Inail Fipit 2014; le imprese che hanno già ottenuto l’anticipazione del finanziamento sul Bando Inail Fipit 2014 non saranno, in ogni caso, ammesse a partecipare al presente Avviso così come le imprese che abbiano già ottenuto l’erogazione del finanziamento di cui al Bando Inail Fipit 2014.

È richiesto, inoltre, che il titolare o, per quanto riguarda le imprese costituite in forma societaria, il legale rappresentante non abbia riportato condanne con sentenza passata in giudicato per i delitti di omicidio colposo o di lesioni personali colpose, se il fatto è commesso con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro o relative all’igiene del lavoro o che abbia determinato una malattia professionale, salvo che sia intervenuta riabilitazione ai sensi degli articoli 178 e seguenti del codice penale.

Tali requisiti e condizioni di ammissibilità devono essere mantenuti anche successivamente alla presentazione della domanda a valere sul presente Avviso, fino alla realizzazione del progetto ed alla sua rendicontazione.

Progetti ammessi al contributo

Sono ammessi al contributo i progetti finalizzati alla riduzione dei seguenti rischi:

  • rumore;
  • taglio e cesoiamento dovuto a macchine o attrezzature con organi di lavoro taglienti;
  • ustioni;
  • caduta dall’alto e/o in piano.

Gli investimenti dovranno essere realizzati nel periodo compreso tra il 6 giugno 2017 e il novembre 2018. Viene garantita la possibilità di finanziare, nell’ambito dello stesso progetto, più interventi fra quelli sopraelencati.

Entità del finanziamento e risorse

Come detto, le risorse sono ripartite a livello regionale o provinciale. Il contributo, in conto capitale, è erogato fino ad una misura massima corrispondente al 65% dei costi ammissibili sostenuti e documentati per la realizzazione del progetto. Il contributo massimo per ciascuna impresa, nel rispetto del regime de minimis, non può superare l’importo di 50.000 euro, mentre quello minimo ammissibile è pari a 2.000 euro.

Per i progetti che comportano un contributo superiore a 30.000 euro è possibile chiedere all’Inail un’anticipazione del 50% dell’Importo del contributo stesso, che sarà concesso previa la costituzione di una garanzia fidejussoria a favore dell’Istituto.

Presentazione delle domande

Le domande dovranno essere presentate, in modalità telematica, a partire dal 19 aprile 2017, fino alle ore 18 del 5 giugno 2017, nella sezione “Accedi ai servizi online” del sito Inail. Le imprese registrate avranno a disposizione un’applicazione informatica per la compilazione della domanda, che consentirà di:

  • effettuare simulazioni relative al progetto da presentare;
  • verificare il raggiungimento della soglia di ammissibilità;
  • salvare la domanda inserita;
  • effettuare la registrazione della propria domanda attraverso l’apposita funzione presente in procedura tramite il tasto “invia”.

Per accedere alla procedura di compilazione della domanda l’impresa deve essere in possesso delle credenziali di accesso ai servizi online (Nome Utente e Password). Per ottenere le credenziali di accesso è necessario effettuare la registrazione sui portale Inail, nella sezione “Accedi ai servizi online”, entro e non oltre le ore 18 del 3 giugno 2017.

Punteggi

Per essere ammessi, i progetti devono raggiungere il punteggio soglia di 120 punti. I parametri che determinano i punteggi sono i seguenti:

  • dimensione aziendale;
  • progetti condivisi con le parti sociali;
  • tipologia di intervento;
  • rischiosità delle lavorazioni.

Informazioni

Sportello del Credito della cooperativa FOGALCO

via Borgo Palazzo, 137
Bergamo
tel. 035 4120321 (responsabile del servizio Matteo Milesi)



Bergamo, al via l’International Medical School. Formerà medici empatici e tecnologici

Scuola di medicina 1Dopo la firma dello scorso martedì, all’università di Milano Bicocca, a sigillo della nascita dell’International Medical School, ieri i promotori del nuovo corso di laurea si sono dati appuntamento all’ospedale di Bergamo. Il Papa Giovanni XXIII darà agli studenti la possibilità di frequentare da subito le corsie e, come ha ricordato il direttore generale Carlo Nicora, metterà a disposizione “un ospedale ad alto tasso di tecnologia, in grado di curare tutte le patologie, uno spaccato realistico delle risposte che oggi la medicina e l’assistenza possono offrire ai bisogni di adulti e bambini, sia nelle malattie più diffuse sia nelle sindromi rare. Un ospedale dove lavorano professionisti che non sono solo ottimi clinici, ma anche ricercatori di grande valore, riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, con grande esperienza nel “training on the job”, l’imparare facendo”. Per avere, in cambio, “giovani motivati, curiosi, provenienti da realtà anche molto diverse fra loro, capaci di stimolarci a mantenere quell’orizzonte internazionale che finora ci ha contraddistinto”. Cristina Messa, rettore dell’università di Milano Bicocca, ha precisato che si tratta di “un corso internazionale non solo nella lingua, ma nel piano didattico e in partnership con un ateneo inglese. Puntiamo a una formazione fortemente integrata: oggi per un medico è fondamentale essere autonomo nella comprensione e nella gestione dei dati, per la ricerca ma soprattutto per la medicina traslazionale, al letto del paziente. E poi vogliamo che i ragazzi crescano in ospedale, con un approccio problem solving”.

Da sinistra, Andrea Biondi, vice rettore dell'Università di Milano Bicocca, Carlo Nicora, Cristina Messa, Remo Morzenti Pellegrini, Max Lu e John Joe McFadden dell'Università del Surrey
Da sinistra, Andrea Biondi, vice rettore dell’Università di Milano Bicocca, Carlo Nicora, Cristina Messa, Remo Morzenti Pellegrini, Max Lu e John Joe McFadden dell’Università del Surrey

Il rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini ha sottolineato come la nascita dell’IMS sia strategica per l’ateneo cittadino: “La creazione dell’International Medical School è uno snodo strategico per la nostra Università, un risultato di un lungo lavoro di squadra che comprende collaborazioni di primaria importanza con l’Università Milano Bicocca e quella inglese del Surrey. L’avvio di questo progetto inoltre conferma la nostra volontà di continuare a investire sul territorio bergamasco con iniziative di altissimo profilo scientifico e tecnologico, in collaborazione con Ospedale Papa Giovanni. International Medical School infine è un ulteriore impegno che come Università abbiamo deciso di sostenere investendo e consolidando l’offerta formativa nell’area salute, già avviato con l’apertura del corso di Ingegneria Medica”. Max Lu, Vice cancelliere dell’Università del Surrey, ha presentato l’ateneo inglese, un’università di medie dimensioni a sud di Londra, segnalato nei ranking di settore tra le prime dieci migliori Università britanniche. “Dobbiamo unire le nostre eccellenze – ha ribadito – per far partire questo progetto, che punta a formare medici capaci di lavorare utilizzando i dati, la tecnologia e la conoscenza”. La presenza del sindaco Giorgio Gori ha voluto evidenziare l’impatto dell’iniziativa sulla città e le aspettative del territorio. “Questo è un giorno importante per Bergamo, che ha investito negli anni in conoscenza e salute raggiungendo grandi risultati. Si conferma la vocazione del territorio all’internazionalizzazione, di cui Università e aeroporto sono stati i motori principali, ma anche la vocazione alla ricerca, all’innovazione e al sapere scientifico. Ci aspettiamo che questa iniziativa aiuti Bergamo ad essere una città di giovani”.

IL CORSO DI LAUREA

L’International Medical School (IMS) rappresenta una sfida di alto livello che l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Università del Surrey, l’Università di Bergamo e l’ASST Papa Giovanni XXIII hanno raccolto. La mission condivisa dai quattro partner è concorrere alla formazione di una nuova figura professionale di alto profilo. Tale finalità ha consentito l’alchimia grazie alla quale esperienze didattiche diverse si sono integrate per proporre nuovi percorsi, nel pieno rispetto delle esigenze ordinamentali italiane e inglesi. Alla base la convinzione che il medico del futuro non debba acquisire solo solide capacità scientifiche e tecnologiche, ma debba sviluppare diverse sensibilità dimostrando attenzione al contesto sociale in cui i pazienti sono inseriti ed empatia nei confronti dei propri assistiti. La figura che IMS si prefigge di plasmare deve avere un approccio multidisciplinare e olistico, essere aperta a nuove esperienze terapeutiche, saper collaborare e lavorare in squadra, pur sviluppando un pensiero critico autonomo, deve dimostrare un’attitudine alla cura assistenziale verificandone la qualità, in un’ottica di costante miglioramento.

Dall’anno accademico 2017/18, ogni anno, circa 30 studenti  internazionali, motivati all’eccellenza, saranno selezionati grazie a un test  in lingua inglese. I prescelti avranno a disposizione 6 anni di didattica innovativa per sviluppare una propria autoconsapevolezza, condividendo idee e partecipando attivamente per individuare soluzioni ai problemi medici che saranno loro proposti durante le lezioni di pratica medico-diagnostica. Il PBL (Problem Based Learning), ossia l’apprendimento basato su problematiche di casi clinici reali, fornisce un nuovo sistema di  insegnamento che è il leitmotiv didattico di questo corso di studi. Piccoli gruppi di studenti saranno in tal modo coinvolti, sollecitati  e responsabilizzati al proprio processo di apprendimento.

Il contatto diretto con i pazienti e il tirocinio ospedaliero saranno inoltre strumento di apprendimento delle maggiori aree fisiopatologiche suddivise in 7 percorsi: cardiovascolare, onco-ematologico, locomotorio, digestivo, renale e urologico, ostetrico-ginecologico e pediatrico e delle neuroscienze. Durante il primo anno si gettano le basi scientifiche su cui costruire gli anni successivi e, oltre all’uso delle tecnologie dell’informatica e dell’ingegneria, si apprende l’atteggiamento critico necessario all’analisi dei dati, si approfondisce la lingua inglese o italiana, a secondo della nazionalità dello studente, e si affrontano temi relativi all’etica e alla legislazione medica, oltre che all’economia sanitaria.  Attività di laboratorio affiancheranno le lezioni teoriche di chimica, biologia cellulare e molecolare, fisica medica,  biochimica, anatomia, istologia, genetica e si svolgerà già un primo periodo di praticantato. Fin dal secondo anno l’approccio clinico e l’uso del laboratorio sono gli  strumenti di studio dei processi fisiologici e fisiopatologici. Biostatistica, fisiologia umana, immunologia, microbiologia e virologia, patologia e medicina, farmacologia, scienze comportamentali e competenze di comunicazione, diagnostica 1, pratica clinica 1, salute e società sono alcuni dei corsi proposti, che affiancheranno lo studio di casi clinici (PBL). Non solo la pratica medica si avvarrà degli appositi manichini per lo studio della semeiotica, ma, il secondo semestre sarà caratterizzato da una ulteriore novità didattica: piccoli gruppi di studenti, affiancati da tutor studieranno i casi clinici di maggior rilevanza per i diversi apparati, presso strutture  di medicina di gruppo in cui trovano sede alcuni ambulatori di medici di base.

Durante gli ultimi tre anni gli studenti affronteranno le “cliniche mediche” attraverso le figure chiave dei tutor didattici che li supporteranno e guideranno, suddivisi in piccoli gruppi di studio,  nelle discussioni, nell’analisi e nelle risposte terapeutiche dei casi loro sottoposti. Appare evidente il salto qualitativo che si vuole imprimere alla didattica, complice il clima internazionale in cui un piccolo gruppo di studenti selezionati potrà essere formato, curando i vari dettagli degli aspetti scientifici, deontologici, umani e psicologici che sono alla base dell’esercizio della professione medica.

 

 




WHP, premiate quattro aziende di RadiciGroup

whp-radicigroup-millegradiniCi sono anche Radici Partecipazioni, Tessiture Pietro Radici, Geoenergie e RadiciFil tra le aziende premiate da ATS, Regione Lombardia e Confindustria Bergamo in occasione dell’evento “Che Cinema la Salute” tenutosi ieri a Bergamo. Le quattro aziende di RadiciGroup sono state premiate per le attività messe in campo nel 2016 nell’ambito del progetto WHP (Workplace Health Promotion), aziende che promuovono la salute nell’ambiente di lavoro. Il team WHP di RadiciGroup ha promosso nel corso dell’anno numerose iniziative, a partire anche dall’ascolto dei suggerimenti degli stessi lavoratori. In linea generale è aumentata la consapevolezza dell’importanza di una alimentazione sana e di una attività fisica regolare, così come sono aumentate le azioni concrete per il benessere personale e sociale dei dipendenti e per la conciliazione vita-lavoro. Sono state coinvolte le 4 Società del Gruppo per un totale di circa 500 dipendenti, principalmente nelle seguenti tematiche:

– Promozione di un’alimentazione corretta – frutta fresca un giorno a settimana per tutti i dipendenti, “snack salutisti” all’interno dei distributori automatici, menu light durante i pranzi e i coffee break aziendali.

– Promozione dell’attività fisica – tornei sportivi, camminate domenicali, escursioni in montagna o nel verde, camminata “speciale” sulle acque del lago d’Iseo in occasione di Floating Piers.

– Promozione del benessere personale e sociale e conciliazione vita-lavoro – orientamento agli studi e al mercato del lavoro per i figli dei dipendenti, convenzioni, campagne anti-influenzali, aumento dei part-time, iniziative di beneficienza a favore di associazioni no-profit (Regalati un Sorriso, Costruire Integrazione onlus).

“Sono ormai due anni che promuoviamo il WHP all’interno della nostre aziende e il bilancio è più che positivo, anche in termini di relazioni personali e di aggregazione – ha sottolineato Enio Gualandris, direttore risorse umane di RadiciGroup. Il programma ha coinvolto man mano sempre più persone e l’ambizione è quella di continuare a crescere. È stato per noi motivo di orgoglio essere stati scelti lo scorso giugno da rete WHP Lombardia come sede della visita della delegazione europea Ja-Chrodis – il programma europeo dedicato alle malattie croniche e alla promozione dell’invecchiamento in salute nel corso della vita – e di alcuni esponenti del Ministero Italiano della Salute e di Regione Lombardia, a cui abbiamo mostrato le nostre best practice nell’ambito di WHP. Per il 2017, oltre a mantenere le attività già avviate, abbiamo in mente nuove idee, lavorando sulle aree tematiche del contrasto al fumo, della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile”. Iniziativa del 2016, di carattere straordinario, ma che rientra tra le attività che promuovono il benessere sociale, è stata il “fondo di solidarietà per le popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto nell’agosto 2016”, con la quale sono state raccolte 439 ore di lavoro da parte dei dipendenti del Gruppo in Italia, per un valore pari a € 5.912,13, raddoppiato poi dall’azienda per un totale di € 11.824,26.

 

 




Alimenti confezionati, diventa obbligatoria l’etichetta nutrizionale

Dal 13 dicembre sarà più facile tenere sotto controllo l’apporto calorico e nutrizionale di ciò che mangiamo. Diventa infatti obbligatoria per gli alimenti preimballati l’etichetta con le informazioni nutrizionali, ultima tappa dell’applicazione del Regolamento Ue n.1169/2011, che aveva già introdotto nel 2014 l’indicazione di origine per le carni suine, caprine e per il pollame; la segnalazione degli allergeni; la grandezza minima dei caratteri; più chiarezza sugli oli e i grassi vegetali e reso più stringenti le indicazioni su alcuni ingredienti e metodi di lavorazione (ad esempio le diciture “decongelato” o “carne ricomposta” oppure l’aggiunta di acqua).

Da ora in poi sulle confezioni dovranno essere ben visibili e chiaramente leggibili, in tabella o in forma orizzontale a seconda dello spazio a disposizione, nell’ordine:

  • l’apporto calorico
  • il contenuto di grassi (con il dettaglio “di cui acidi grassi saturi”)
  • carboidrati (con la sottocategoria “di cui zuccheri”)
  • proteine
  • sale

il tutto riferito ai valori medi per 100 grammi di prodotto.esempio-etichetta-nutrizionaleÈ possibile integrare con le indicazioni, facoltative, relative a: acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido, fibre, sali minerali e vitamine. Non è possibile inserire altre voci.

Questo tipo di etichettatura non è una novità, era infatti già normato e utilizzato facoltativamente dai produttori interessati a rendere più chiaro il contenuto nutrizionale delle proprie proposte. Ora diventa invece obbligatoria per tutti gli alimenti confezionati, con l’esclusione di:

  • prodotti non trasformati che comprendono un solo ingrediente (ad esempio farina, latte, miele) o una sola categoria ingredienti (es. miscuglio di legumi)
  • prodotti trasformati sottoposti unicamente a maturazione
  • acque per consumo umano, comprese quelle addizionate di anidride carbonica e/o aromi
  • piante aromatiche, spezie, loro miscele
  • sale e succedanei
  • edulcoranti da tavola
  • caffè, infusi di erbe e frutta, tè, ecc
  • aceti di fermentazione, anche aromatizzati
  • aromi, additivi alimentari, coadiuvanti tecnologici, enzimi alimentari
  • gelatina
  • composti di gelificazione per confetture
  • lieviti
  • gomme da masticare
  • alimenti confezionati con imballaggi in cui la superficie maggiore è  inferiore a 25 cm2
  • alimenti confezionati artigianalmente forniti in piccole quantità direttamente dal fabbricante al consumatore o a strutture locali di vendita

Per le bevande con tenore alcolico maggiore all’1,2% la dichiarazione nutrizionale può limitarsi al solo valore energetico.

«La novità riguarda il mondo della produzione e, in particolare, gli alimenti confezionati – evidenzia Andrea Comotti, responsabile dell’area Gestionale dell’Ascom di Bergamo -. I commercianti devono comunque accertarsi che ciò che pongono in vendita risponda ai requisiti di legge e, a questo proposito, si ricorda che i prodotti immessi sul mercato o etichettati prima del 13 dicembre 2016 senza dichiarazione nutrizionale possono essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte».

«Non sono tenuti all’etichettatura nutrizionale – precisa – i prodotti venduti sfusi, come pane, pasticceria e gelati». E nemmeno, riprendendo testualmente il regolamento, gli “alimenti, anche confezionati in maniera artigianale, forniti direttamente dal fabbricante di piccole quantità di prodotti al consumatore finale o a strutture locali di vendita al dettaglio che forniscono direttamente al consumatore finale”. «Questa espressione piuttosto articolata – spiega Comotti – è chiarita punto per punto in una circolare del novembre scorso dei ministeri dello Sviluppo Economico e della Salute. In sintesi non sono tenute all’etichettatura nutrizionale le microaziende (ossia con meno di 10 dipendenti e un fatturato o bilancio annuo inferiore ai 2 milioni di euro) della produzione e della distribuzione che vendono, o somministrano, al consumatore finale nel territorio della provincia di appartenenza e delle province limitrofe».

Con il nuovo obbligo le etichette si arricchiscono di informazioni, andando incontro alle esigenze dei cittadini. Secondo un’indagine del Censis, il 56,4% dei consumatori, infatti, afferma di leggere le etichette con molta attenzione, mentre il 71,4% si dice sensibile al tema. Ma non solo: secondo un’indagine del ministero delle Politiche agricole il 96,5 % degli italiani vorrebbe anche conoscere l’origine dei prodotti. Su questo versante, il via libera dall’Europa è già arrivato per il latte e i suoi derivati – burro yogurt formaggi e latticini – che dal primo gennaio 2017 riporteranno in etichetta la provenienza delle materie prime impiegate, mentre si aspetta il risultato della richiesta già inoltrata per grano e semola.

Per maggiori informazioni in tema di etichettatura di prodotti alimentari le aziende possono rivolgersi all’area Gestionale dell’Ascom (tel. 035 4120181-129)




In ospedale persone e attrezzature non si perdono più. Ancora un premio per la bergamasca TapMyLife

 

tapmylife

L’azienda bergamasca TapMyLife ha vinto il premio “Innovazione in ambito amministrativo gestionale” al Salone S@lute 2016, la tre giorni di eventi e dibattiti che ha visto confrontarsi a Milano, palazzo Lombardia, le eccellenze del mondo della salute, gli innovatori del sistema e il grande pubblico sul tema dell’innovazione in Sanità.

Il progetto premiato permette di localizzare in tempo reale la posizione di persone e attrezzature all’interno delle strutture sanitarie, problema che fa perdere ai professionisti sanitari, soprattutto agli infermieri, oltre il 15% del loro tempo (e quindi tanto danaro alle strutture e ai contribuenti!). Con la piattaforma TapMyLife, già attiva in molti ospedali veneti, utenti e staff hanno a disposizione un utile navigatore su smartphone per individuare la posizione di oggetti e persone nella struttura sanitaria per raggiungere velocemente il reparto, gli ambulatori, le stanze ed ogni punto di interesse dell’ospedale. Grazie a TapMyLife le persone vengono guidate; lo staff può visualizzare la posizione delle attrezzature; i pazienti possono essere monitorati in sicurezza; l’amministrazione può verificare l’utilizzo degli asset.

L’innovazione made in Bergamo si è imposta su una rosa di 101 candidati e rappresenta il quarto, prestigioso, premio ottenuto in soli due anni di attività dall’azienda con sede in città, specializzata in indoor positioning e tracking nelle strutture sanitarie. Il Premio Innovazione S@lute 2016, in particolare, è un’iniziativa sostenuta da Corriere della Sera, promossa da Allea e Fpa con la collaborazione di Motore Sanità, con il patrocinio del Ministero della Salute e della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, ed è tra i maggiori eventi in Italia dedicati alla trasformazione in chiave innovativa del sistema sanitario.

Manuel Rozzoni
Manuel Ronzoni

«La nostra soluzione si caratterizza per l’elevata specializzazione nel settore sanitario – spiega Manuel Ronzoni, sales manager di TapMyLife -: esperienza e know-how ci hanno portato a calare al meglio la nostra tecnologia in questo tipo di realtà. Offriamo soluzioni di grande impatto sull’utenza, che migliorano l’esperienza nella struttura e la percezione del servizio. I nostri prodotti ottimizzano gli investimenti in termini di costi di gestione, di acquisto attrezzature e organizzazione dei processi (ad esempio di Pronto Soccorso, di trasporto degli emocomponenti …) e garantiscono un ritorno dell’investimento molto rapido. Se la robotica ha portato grandi miglioramenti in termini clinici – continua il manager di TapMyLife – la navigazione digitale è un importante strumento complementare che evita ansie, tempo perso e disorientamento dei pazienti. Oltre alla qualità clinica va considerata anche l’eccellenza gestionale e la capacità di offrire agli utenti un’esperienza positiva in un momento delicato come quello della loro esperienza sanitaria».




Via Statuto, da oggi chiusa la farmacia esterna dell’ospedale

farmaciaDa lunedì chiuderà la Farmacia esterna del Papa Giovanni XXIII, per trasferirsi all’interno dell’ospedale, nei locali finora rimasti vuoti, accanto alla Farmacia delle Dimissioni in Hospital Street. Non è ancora definitiva la data di riapertura, in attesa di concludere l’iter autorizzativo e le incombenze pratiche legate al trasloco, ma – spiegano dall’Asst Papa Giovanni – “è questione ormai di pochi giorni e nel frattempo gli utenti potranno rivolgersi alle Farmacie di turno, sia diurno che notturno chiamando il numero verde gratuito e attivo 24 ore su 24, di Federfarma Bergamo, l’800.356.114. Il trasferimento della Farmacia esterna, attiva all’ospedale cittadino di Largo Barozzi fin dalla sua inaugurazione nel 1930, è l’ultimo tassello del trasloco alla Trucca, cominciato con oltre 400 pazienti nel  dicembre 2012. Un servizio molto richiesto in questi anni dagli utenti, specie da chi veniva dimesso dal Pronto Soccorso con una prescrizione terapeutica, ma anche dai neogenitori in procinto di tornare a casa. Solo questi due servizi coinvolgono ogni anno più di 100mila pazienti (oltre 98mila gli accessi in  PS e oltre 4mila i nuovi nati).




Ospedale e Diocesi, gemellaggio per supportare il Saint Joseph Hospital di Gerusalemme

da sinistra Pier Francesco Meneghini, Monsignor Claudio Giuliodori, mons. Francesco Beschi, Carlo Nicora, Jamila Koussa e Suor Valentina Sala
da sinistra Pier Francesco Meneghini, Monsignor Claudio Giuliodori, mons. Francesco Beschi, Carlo Nicora, Jamila Koussa e Suor Valentina Sala

Un gemellaggio per realizzare un progetto di collaborazione sanitaria internazionale a Gerusalemme: è questo il significato dell’accordo firmato da Asst Papa Giovanni XXIII, Diocesi di Bergamo e Saint Joseph Hospital (SJH). La struttura è un ospedale non profit che opera a favore della popolazione in East Jerusalem, West Bank e Gaza Strip dagli anni ‘50, senza alcuna distinzione. Il SJH conta reparti medici e chirurgici, la terapia intensiva, day hospital e un Dipartimento materno infantile. Il personale potrà svolgere un periodo di training di quattro settimane al Papa Giovanni, focalizzato in particolare sulla gestione di pazienti in emergenza-urgenza e pronto soccorso, adulti, bambini e neonati in terapia intensiva, con gravidanza a rischio e in ambito medico e chirurgico.

La Diocesi di Bergamo, nell’ambito delle iniziative di formazione della Comunità cristiana sul tema del dolore e della malattia, si farà carico dell’ospitalità e del pernottamento dei tirocinanti del SJH, al Seminario Vescovile Giovanni XXIII. Gli operatori del Papa Giovanni a loro volta potranno recarsi al SJH per verificare la messa in campo delle tecniche e dell’organizzazione oggetto del tirocinio. L’accordo vale due anni e potrà essere rinnovato. Si tratta di un’iniziativa che conferma la vocazione internazionale dell’ospedale di Bergamo, struttura di riferimento a livello regionale, nazionale e internazionale. “I rapporti consolidati con la comunità scientifica mondiale e la presenza di settori specialistici in grado di offrire protocolli di trattamento medico-chirurgico con standard elevati – ha commentato il direttore Carlo Nicora – ci consentono di incarnare appieno la visione strategica di Regione Lombardia, che punta sulla promozione internazionale e sulla cooperazione solidaristica per migliorare la salute delle persone. Mettiamo a disposizione conoscenze ed esperienze per contribuire allo sviluppo di altre realtà sanitarie”. Pier Francesco Meneghini, presidente del Consiglio d’amministrazione del Gemelli Medical Center – struttura che ha segnalato il Papa Giovanni come centro idoneo a venire incontro alle esigenze del Saint Joseph Hospital e che ha messo in contatto l’ospedale bergamasco con quello palestinese -, ha ricostruito: “La Chiesa italiana ha sempre molto a cuore quel che accade in Terra Santa specie in questi anni così difficili. Il Medical Center segue da anni quel che accade a Gerusalemme e in questo contesto abbiamo conosciuto il Saint Joseph Hospital, di altissimo livello per un contesto così difficile. Questo gemellaggio tiene viva la vicinanza fra popolazioni in conflitto e soddisfa l’esigenza di accrescere competenze e favorire la formazione”.

Carlo Vimercati, presidente della Fondazione della Comunità Bergamasca, ha ricordato come i bergamaschi siano vicini da tempo alle opere messe in atto a Gerusalemme per sostenere la popolazione e ha sottolineato: “Crediamo che questa sia un’ iniziativa strategica e daremo il nostro sostegno”. Monsignor Claudio Giuliodori, assistente spirituale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha sottolineato come questi percorsi di scambio rappresentino sempre un reciproco arricchimento. “Papa Francesco ci invita non solo a pregare per le popolazioni del Medio Oriente, ma a generare concreti momenti di solidarietà. Il nuovo Umanesimo è soprattutto accoglienza dell’umanità sofferente ed espressione del volto del Padre misericordioso. Per questo anche un’Università, luogo di studio e di ricerca, può essere un luogo di misericordia che risponde con intelligenza e creatività a bisogni concreti”. Il Vescovo di Bergamo, mons. Francesco Beschi, a proposito dei rapporti fra la Chiesa bergamasca e la Terra Santa, ha ricordato: “Esiste un rapporto molto sentito fra Diocesi e Ospedale Papa Giovanni, coltivato nel tempo e alimentato anche dall’attenzione nei confronti della Terra santa, dove i pellegrinaggi sono espressione della fede ma anche di vicinanza morale e concreta alle comunità cristiane che tutt’oggi sono presenti in Terra Santa. Siamo vicini come Diocesi a questo progetto, offrendo accoglienza per chi verrà a formarsi nella nostra città. Papa Giovanni XXIII disse nel 1906, nel suo primo e unico pellegrinaggio in Terra Santa, che ‘Gerusalemme è sempre la città santa per eccellenza e nessuna città al mondo, nemmeno Roma, può sostenere il confronto con lei, per i suoi monumenti, le sue memorie e la luce che da essa irradia’”.

Jamila Koussa, direttore generale del Saint Joseph Hospital, ha spiegato: “Il Saint Joseph Hospital è l’unico ospedale cattolico in Gerusalemme. È un piccolo ospedale nato nel 1956 con 150 posti letto, che cura tutti, senza distinzione di religione, sesso e lingua e offre possibilità di lavoro alla minoranza cristiana. Nel nostro piano di sviluppo abbiamo intenzione non solo di migliorare la nostra dotazione tecnologica e di arrivare a 350 posti letto, ma anche di ampliare le competenze dei nostri operatori, perché senza queste le nuove apparecchiature sarebbero inutili. Per noi è fondamentale anche approfondire la conoscenza della cultura italiana, perché un gran numero di nostri pazienti sono pellegrini e operatori di Organizzazioni non governative che provengono dal vostro Paese. Il nostro obiettivo è di diventare il più grande ospedale palestinese a Gerusalemme in accordo con il Ministero della Sanità. Per questo l’accordo siglato oggi segna un punto di svolta nella storia del Saint Joseph Hospital”.

 




Una serata per scoprire perché non riusciamo a metterci in forma

salute-sport-dietaBenessere, diete e sport  sono al centro della conferenza “Mangio ergo sum”, promossa dall’Amministrazione a Sarnico giovedì 27 ottobre a partire dalle 20.45 all’Auditorium comunale di via Roma.

Nel corso della serata la psicologa e psicoterapeuta Beatrice Bellini illustrerà quali sono i blocchi pscicologici che impediscono di mantenersi in forma e come fare per rimuoverli. «Dovendo confrontarci con una società sempre più attenta all’apparire, che decanta la bellezza e celebra la magrezza, uno dei primi pensieri da cui veniamo colpiti è quello di rimettersi in forma – spiega -. Ed ecco che si va alla ricerca di diete scientifiche, pseudo scientifiche, magiche, surreali fino alla fantascienza; allo stesso tempo si cerca uno sport che faccia dimagrire. L’effetto paradossale di tutto ciò è che rimettersi in forma rientra tra gli obiettivi che si portano a termine con più difficoltà, soprattutto se ci si costringe a restrizioni alimentari durissime. Ma diete restrittive possono rivelarsi controproducenti, aumentando la nostra vulnerabilità a reagire allo stress mangiando. Lo stesso accade per lo sport, sottoporsi a dure sessioni di allenamento con l’unico scopo di perdere peso genera l’effetto contrario».

La serata spiegherà come superare queste psicotrappole e l’approccio corretto per ritrovare la forma fisica.

La conferenza è aperta a tutti ed è gratuita. È gradita la prenotazione inviando un sms al 3397463734 oppure inviando una mail a bellini.beatrice@gmail.com.

la locandina