Bergamo, al via l’International Medical School. Formerà medici empatici e tecnologici

Scuola di medicina 1Dopo la firma dello scorso martedì, all’università di Milano Bicocca, a sigillo della nascita dell’International Medical School, ieri i promotori del nuovo corso di laurea si sono dati appuntamento all’ospedale di Bergamo. Il Papa Giovanni XXIII darà agli studenti la possibilità di frequentare da subito le corsie e, come ha ricordato il direttore generale Carlo Nicora, metterà a disposizione “un ospedale ad alto tasso di tecnologia, in grado di curare tutte le patologie, uno spaccato realistico delle risposte che oggi la medicina e l’assistenza possono offrire ai bisogni di adulti e bambini, sia nelle malattie più diffuse sia nelle sindromi rare. Un ospedale dove lavorano professionisti che non sono solo ottimi clinici, ma anche ricercatori di grande valore, riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale, con grande esperienza nel “training on the job”, l’imparare facendo”. Per avere, in cambio, “giovani motivati, curiosi, provenienti da realtà anche molto diverse fra loro, capaci di stimolarci a mantenere quell’orizzonte internazionale che finora ci ha contraddistinto”. Cristina Messa, rettore dell’università di Milano Bicocca, ha precisato che si tratta di “un corso internazionale non solo nella lingua, ma nel piano didattico e in partnership con un ateneo inglese. Puntiamo a una formazione fortemente integrata: oggi per un medico è fondamentale essere autonomo nella comprensione e nella gestione dei dati, per la ricerca ma soprattutto per la medicina traslazionale, al letto del paziente. E poi vogliamo che i ragazzi crescano in ospedale, con un approccio problem solving”.

Da sinistra, Andrea Biondi, vice rettore dell'Università di Milano Bicocca, Carlo Nicora, Cristina Messa, Remo Morzenti Pellegrini, Max Lu e John Joe McFadden dell'Università del Surrey
Da sinistra, Andrea Biondi, vice rettore dell’Università di Milano Bicocca, Carlo Nicora, Cristina Messa, Remo Morzenti Pellegrini, Max Lu e John Joe McFadden dell’Università del Surrey

Il rettore dell’Università di Bergamo Remo Morzenti Pellegrini ha sottolineato come la nascita dell’IMS sia strategica per l’ateneo cittadino: “La creazione dell’International Medical School è uno snodo strategico per la nostra Università, un risultato di un lungo lavoro di squadra che comprende collaborazioni di primaria importanza con l’Università Milano Bicocca e quella inglese del Surrey. L’avvio di questo progetto inoltre conferma la nostra volontà di continuare a investire sul territorio bergamasco con iniziative di altissimo profilo scientifico e tecnologico, in collaborazione con Ospedale Papa Giovanni. International Medical School infine è un ulteriore impegno che come Università abbiamo deciso di sostenere investendo e consolidando l’offerta formativa nell’area salute, già avviato con l’apertura del corso di Ingegneria Medica”. Max Lu, Vice cancelliere dell’Università del Surrey, ha presentato l’ateneo inglese, un’università di medie dimensioni a sud di Londra, segnalato nei ranking di settore tra le prime dieci migliori Università britanniche. “Dobbiamo unire le nostre eccellenze – ha ribadito – per far partire questo progetto, che punta a formare medici capaci di lavorare utilizzando i dati, la tecnologia e la conoscenza”. La presenza del sindaco Giorgio Gori ha voluto evidenziare l’impatto dell’iniziativa sulla città e le aspettative del territorio. “Questo è un giorno importante per Bergamo, che ha investito negli anni in conoscenza e salute raggiungendo grandi risultati. Si conferma la vocazione del territorio all’internazionalizzazione, di cui Università e aeroporto sono stati i motori principali, ma anche la vocazione alla ricerca, all’innovazione e al sapere scientifico. Ci aspettiamo che questa iniziativa aiuti Bergamo ad essere una città di giovani”.

IL CORSO DI LAUREA

L’International Medical School (IMS) rappresenta una sfida di alto livello che l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Università del Surrey, l’Università di Bergamo e l’ASST Papa Giovanni XXIII hanno raccolto. La mission condivisa dai quattro partner è concorrere alla formazione di una nuova figura professionale di alto profilo. Tale finalità ha consentito l’alchimia grazie alla quale esperienze didattiche diverse si sono integrate per proporre nuovi percorsi, nel pieno rispetto delle esigenze ordinamentali italiane e inglesi. Alla base la convinzione che il medico del futuro non debba acquisire solo solide capacità scientifiche e tecnologiche, ma debba sviluppare diverse sensibilità dimostrando attenzione al contesto sociale in cui i pazienti sono inseriti ed empatia nei confronti dei propri assistiti. La figura che IMS si prefigge di plasmare deve avere un approccio multidisciplinare e olistico, essere aperta a nuove esperienze terapeutiche, saper collaborare e lavorare in squadra, pur sviluppando un pensiero critico autonomo, deve dimostrare un’attitudine alla cura assistenziale verificandone la qualità, in un’ottica di costante miglioramento.

Dall’anno accademico 2017/18, ogni anno, circa 30 studenti  internazionali, motivati all’eccellenza, saranno selezionati grazie a un test  in lingua inglese. I prescelti avranno a disposizione 6 anni di didattica innovativa per sviluppare una propria autoconsapevolezza, condividendo idee e partecipando attivamente per individuare soluzioni ai problemi medici che saranno loro proposti durante le lezioni di pratica medico-diagnostica. Il PBL (Problem Based Learning), ossia l’apprendimento basato su problematiche di casi clinici reali, fornisce un nuovo sistema di  insegnamento che è il leitmotiv didattico di questo corso di studi. Piccoli gruppi di studenti saranno in tal modo coinvolti, sollecitati  e responsabilizzati al proprio processo di apprendimento.

Il contatto diretto con i pazienti e il tirocinio ospedaliero saranno inoltre strumento di apprendimento delle maggiori aree fisiopatologiche suddivise in 7 percorsi: cardiovascolare, onco-ematologico, locomotorio, digestivo, renale e urologico, ostetrico-ginecologico e pediatrico e delle neuroscienze. Durante il primo anno si gettano le basi scientifiche su cui costruire gli anni successivi e, oltre all’uso delle tecnologie dell’informatica e dell’ingegneria, si apprende l’atteggiamento critico necessario all’analisi dei dati, si approfondisce la lingua inglese o italiana, a secondo della nazionalità dello studente, e si affrontano temi relativi all’etica e alla legislazione medica, oltre che all’economia sanitaria.  Attività di laboratorio affiancheranno le lezioni teoriche di chimica, biologia cellulare e molecolare, fisica medica,  biochimica, anatomia, istologia, genetica e si svolgerà già un primo periodo di praticantato. Fin dal secondo anno l’approccio clinico e l’uso del laboratorio sono gli  strumenti di studio dei processi fisiologici e fisiopatologici. Biostatistica, fisiologia umana, immunologia, microbiologia e virologia, patologia e medicina, farmacologia, scienze comportamentali e competenze di comunicazione, diagnostica 1, pratica clinica 1, salute e società sono alcuni dei corsi proposti, che affiancheranno lo studio di casi clinici (PBL). Non solo la pratica medica si avvarrà degli appositi manichini per lo studio della semeiotica, ma, il secondo semestre sarà caratterizzato da una ulteriore novità didattica: piccoli gruppi di studenti, affiancati da tutor studieranno i casi clinici di maggior rilevanza per i diversi apparati, presso strutture  di medicina di gruppo in cui trovano sede alcuni ambulatori di medici di base.

Durante gli ultimi tre anni gli studenti affronteranno le “cliniche mediche” attraverso le figure chiave dei tutor didattici che li supporteranno e guideranno, suddivisi in piccoli gruppi di studio,  nelle discussioni, nell’analisi e nelle risposte terapeutiche dei casi loro sottoposti. Appare evidente il salto qualitativo che si vuole imprimere alla didattica, complice il clima internazionale in cui un piccolo gruppo di studenti selezionati potrà essere formato, curando i vari dettagli degli aspetti scientifici, deontologici, umani e psicologici che sono alla base dell’esercizio della professione medica.

 

 




RadiciGroup apre le porte agli studenti del territorio

RadicigroupDue giorni d’incontri con gli studenti che saranno i lavoratori di domani per RadiciGroup, multinazionale fortemente radicata nel territorio bergamasco che da sempre pone forte attenzione alla formazione dei ragazzi e alla loro crescita. Venerdì scorso, oltre 70 alunni delle classi quinte del Liceo delle Scienze Applicate dell’Istituto ISISS Valle Seriana di Gazzaniga hanno visitato Radicifil, azienda del Gruppo dedicata alla produzione di filati ideali per realizzare pavimentazioni tessili di case, uffici, alberghi, navi e automobili. I ragazzi, oltre a vedere da vicino come avviene la produzione, hanno potuto interagire con il personale dell’azienda per capire meglio tutti gli aspetti legati ai processi, con particolare attenzione ai temi di sicurezza, tutela ambientale ed efficienza produttiva.

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Il giorno successivo, invece, Enio Gualandris e Roberta Beltrami delle Risorse Umane di RadiciGroup hanno incontrato gli alunni delle terze medie della Scuola Secondaria di primo grado di Leffe, per un confronto sulle cosiddette “competenze trasversali” richieste dal mondo del lavoro. Si tratta di un’iniziativa nell’ambito del Progetto Argo promosso dai Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo che ha l’obiettivo di orientare i ragazzi nella scelta del loro successivo percorso di studi, tenendo presente quelli che sono gli “skills” comuni a qualsiasi tipologia di impiego: capacità di lavorare in team, precisione, rispetto delle regole, responsabilità e conoscenza delle lingue straniere sono soltanto alcuni degli aspetti chiave su cui ci si è confrontati.

 




Alternanza scuola/lavoro, online il nuovo portale del Registro nazionale

Registro NazionaleIl Registro Nazionale per l’Alternanza Scuola-Lavoro (RASL) è il punto d’incontro virtuale tra studenti e imprese, professionisti, enti pubblici e privati, disponibili a offrire loro un periodo di apprendistato. È stato istituito nel luglio 2016 ed è gestito dalle Camere di Commercio. È elemento fondamentale di un modello didattico che consente agli studenti di alternare ore di formazione in aula a ore svolte in un contesto lavorativo. La legge 107/2015, nota come “La Buona Scuola”, che punta ad avvicinare la scuola al mondo del lavoro, obbliga infatti gli studenti dell’ultimo triennio delle superiori a un percorso di alternanza scuola/lavoro della durata complessiva di almeno 400 ore per gli istituti tecnici e professionali, e di 200 per i licei. Martedì prossimo, la Camera di Commercio presenterà il portale www.scuolalavoro.registroimprese.it, in particolare le due sezioni, le modalità di adesione per imprese, enti, istituti e studenti e alcuni dati dei soggetti attualmente iscritti al RASL. All’incontro con la stampa, saranno presenti, tra gli altri, i vertici di Bergamo Sviluppo, il dirigente dell’Ufficio Scolastico di Bergamo, i rappresentanti delle imprese e degli Ordini professionali.




Domani l’inaugurazione dell’Alberghiero all’Istituto Galli. Sarà intitolato a Vittorio Cerea

Guido GalliNovità in vista per l’Istituto “Guido Galli” di Bergamo. Domani sono infatti in programma due eventi importanti alla scuola di via Gavazzeni: alla mattina si terrà l’inaugurazione della nuova ala dell’edificio (che sarà intitolata allo chef bergamasco Vittorio Cerea), attesa da anni e finalmente terminata, con la presenza delle autorità cittadine e provinciali; al pomeriggio il secondo “Open Day” rivolto alle famiglie e agli studenti della terza media, nel corso del quale si illustreranno i profili professionali presenti nell’Istituto e in particolare la novità del prossimo anno, e cioè l’apertura dell’Istituto Alberghiero  per i “Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera”. La nascita di un Istituto Alberghiero anche in città era una richiesta molto sentita da tempo: la collocazione degli altri istituti di questo tipo rendeva la scelta di questo indirizzo molto scomoda per molte famiglie e studenti della città e di altre zone della provincia, con ripercussioni negative anche sul sistema dei trasporti pubblici. E dall’altro lato l’evoluzione del settore turistico e dell’enogastronomia della nostra provincia prevede un aumento considerevole degli sbocchi professionali, cui deve necessariamente rispondere una crescita dell’offerta formativa.

“Abbiamo avuto non poche difficoltà e abbiamo dovuto affrontare non pochi ostacoli per ottenere per il Galli l’Istituto Alberghiero – dice il dirigente scolastico Leonardo Russo – ma alla fine il nostro sogno è stato coronato. Abbiamo già contatti con le imprese del settore e ci stiamo muovendo per un alberghiero di eccellenza, e il grande successo del primo Open Day del 17 Dicembre, l’ottimo riscontro che sta avendo tra famiglie e studenti ci fa sperare in un grande successo”. Prospettive di successo che verranno consolidate con il secondo Open Day di domani, dalle 15 alle 18, quando, come già successo il 17 dicembre 2016, la presentazione del nuovo indirizzo vedrà la presenza di “testimonial” del mondo della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera, come i fratelli Chicco e Bobo Cerea del tristellato Da Vittorio, il direttore di hotel e resort  Emanuele Nasti, la chef Francesca Marsetti, nota anche per le sue apparizioni televisive. “In ogni caso abbiamo previsto la possibilità – dice ancora Russo – per studenti e famiglie delle medie interessati al nostro istituto, di visitarci anche in altri momenti, prima della conclusione del periodo delle iscrizioni che, ricordiamo, avvengono fino al 6 febbraio”. “L’anno prossimo partiremo con le classi prime. Dalla terza gli studenti sceglieranno una delle specializzazioni previste e tutte presenti al Galli: servizi enogastronomici (e cioè cucina) con l’opzione pasticceria, sala e bar, accoglienza turistica”. L’ultimazione della nuova ala dell’edificio del Galli, con 12 nuove aule e quattro spazi destinati ai laboratori di cucina, sala, bar e pasticceria, ha reso possibile la nascita dell’alberghiero della città di Bergamo, e appunto il 21 gennaio, oltre al secondo Open Day, si terrà l’inaugurazione della nuova ala.

 

 




In Valle Imagna arriva la scuola superiore. Con l’aiuto degli imprenditori

cena isot
L’incontro di fine anno dell’Isot

Una scuola per ribadire che il territorio può continuare a dare opportunità. È un’iniziativa “forte” quella che si concretizzerà il prossimo anno scolastico grazie anche all’Isot, l’associazione degli imprenditori di Sant’Omobono Terme. In località Cepino, all’istituto Maria Consolatrice, tornerà infatti in Valle Imagna la scuola superiore, che sarà gestita dal Patronato San Vincenzo e permetterà di studiare panificazione e pasticceria. Insieme agli imprenditori, i promotori sono le parrocchie della valle, i Comuni e la Comunità montana Valle Imagna.

«L’abbiamo sostenuta e incoraggiata – afferma il presidente dell’Isot Diego Rodeschini – per offrire ai ragazzi una prospettiva diversa per il loro futuro. Sono un centinaio gli studenti della Valle che frequentano l’istituto alberghiero di San Pellegrino, ora chi, dopo le medie, vorrà proseguire gli studi nel campo della pasticceria e della panificazione potrà farlo più vicino a casa». Nel nuovo percorso formativo gli imprenditori si metteranno in gioco in prima persona curando i laboratori e gli stage. «È un modo per mostrare ai giovani che si può lavorare e portare avanti un’impresa anche qui. Oggi che non ci sono quasi più fornai, chi apre un panificio può farcela, soprattutto se offre prodotti artigianali e di qualità», aggiunge.

La scelta dell’indirizzo non è casuale, il turismo e i prodotti dell’enogastronomia sono stati individuati, infatti, come fattori su cui puntare per lo sviluppo. E in tal senso un secondo punto nel programma dell’associazione per il nuovo anno è una grande festa dell’emigrante in collaborazione con l’Ente Bergamaschi nel mondo, a settembre, in occasione delle celebrazioni al santuario della Cornabusa. «Abbiamo tremila indirizzi di coloro che hanno lasciato la valle per andare a lavorare all’estero, in Svizzera e Francia soprattutto. Sono loro i primi turisti da intercettare – spiega Rodeschini -. Sono molto legati alle proprie origini e tornano sempre volentieri, quindi se sapremo presentare loro proposte interessanti li potremo conquistare. Penso ad esempio alla rete di produttori agricoli Agrimagna e alla possibilità di sviluppare l’e-commerce di formaggi, marmellate, succhi con i nostri conterranei all’estero. Si sa che poter gustare prodotti della propria terra non ha prezzo».

Un altro versante d’azione riguarda la promozione attraverso le fiere. «Parteciperemo ad alcuni appuntamenti alla Fiera di Erba con una formula che ormai ci contraddistingue – annuncia -. Presentando le imprese, ma anche la cultura della Valle Imagna, proponendoci come comunità del lavoro e facendo conoscere il territorio nel suo complesso».

Prosegue poi l’impegno nell’organizzazione di eventi di qualità e sono allo studio anche iniziative legate al duecentenario della morte dell’architetto Giacomo Quarenghi, nato a Rota Imagna.

L’Isot è nata nel 2010 con l’obiettivo di riunire tutte le attività economiche di Sant’Omobono (commercio, costruzioni, falegnameria e torneria in legno le attività principali) e di promuovere iniziative per lo sviluppo delle imprese e del territorio in collaborazione con gli enti pubblici. Rodeschini è il presidente sin dalla fondazione e nel luglio scorso è stato confermato nella carica per i prossimi tre anni. «Oggi gli associati sono un centinaio – racconta -, siamo un po’ calati rispetto agli inizi. È comprensibile, le difficoltà per le imprese sono molte. Abbiamo però deciso di proseguire e addirittura di alzare la portata della sfida. Il sostegno alla nascita della nuova scuola è la testimonianza più chiara della nostra volontà di andare oltre l’evento o la singola iniziativa e dare un solido contributo alla rinascita del territorio».

>> Per saperne di più sul nuovo corso di panetteria e pasticceria




Fibra ottica, connesse le 55 scuole del comune di Bergamo

Ben 55 scuole cablate in fibra ottica e BergamoWifi in 15 istituti entro la fine del 2017: un obiettivo importante centrato dall’Amministrazione comunale, un ammodernamento infrastrutturale di grande significato che è forse il lascito più significativo del progetto di Cashless City, che l’Amministrazione ha intrapreso nel 2015 con CartaSi, Visa, Mastercard, UbiBanca, Banca Popolare di Bergamo e Banco Popolare e che ha comportato un incremento del 10% delle transazioni cashless in città nel semestre dell’iniziativa, ma soprattutto un beneficio all’Amministrazione di oltre 300mila euro, tradottisi in diversi progetti (come “lo sportello più vicino” alla Biblioteca Pelandi o i sei Baby Pit Stop in città). “Crediamo molto nel cambiamento di prospettiva nelle nostre scuole – sottolinea l’Assessore all’Istruzione Loredana Poli – e abbiamo lavorato e continueremo a farlo per garantire percorsi didattici sempre migliori: siamo convinti che investendo in infrastruttura e metodi innovativi si possa davvero preparare meglio i nostri bambini e ragazzi alle competenze che saranno richieste in futuro.”

Grazie alla nuova infrastruttura nelle 55 scuole comunali sarà possibile navigare in internet a 100 mb in download e altrettanti in upload, ma non solo: entro fine 2017 in ben 15 istituti sarà attivo un sistema wifi federato con il BergamoWifi, la connessione internet pubblica e gratuita varata dall’Amministrazione Gori nel 2015 che con oltre 70 hotspot in città si estende per oltre 3milioni di metri quadrati in città. “Si tratta – spiega l’Assessore all’Innovazione del Comune di Bergamo Giacomo Angeloni – di un obiettivo di mandato strategico che avevamo ipotizzato di portare a termine entro il 2019. Riusciamo a centrarlo entro fine 2016 grazie al contributo di Cashless City: si tratta del regalo più grosso nell’ambito del progetto, oltre 210mila euro, un investimento innanzitutto sul futuro e sulle giovani generazioni della nostra città. Continuiamo a lavorare nel tentativo di costruire e garantire infrastrutture di qualità, che siano al passo con le moderne tecnologie e con l’era digitale che stiamo vivendo.”

L’intervento di Giacomo Angeloni: https://www.youtube.com/watch?v=Uj9jC8_lWUk

E quello di Loredana Poli: https://www.youtube.com/watch?v=gZvBCOe4rao

 




Imparare con i videogiochi, a Bergamo l’Olimpiade nazionale

gameschoolIl Centro Studi ImparaDigitale, in collaborazione con il Comune di Bergamo e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, organizza il 14 gennaio a Bergamo la prima edizione di Game@school, Olimpiade Nazionale del Videogioco nella Didattica, rivolta a tutti gli studenti di ogni ordine di scuola divisi in tre categorie (primaria – secondaria primo grado – secondaria secondo grado).

ImparaDigitale vuole coinvolgere la scuola e gli studenti nella sperimentazione di un nuovo approccio ad uno strumento tecnologico molto apprezzato soprattutto dai giovani, il videogioco, che nella sua continua evoluzione, favorita anche dalla rete, ha dato vita a quella che oggi viene definita “intelligenza connettiva”.

La tendenza del mondo adulto a considerare questi ambienti adatti esclusivamente allo svago, spesso associandoli solo ai rischi della virtualità, allontana giovani e adulti dalla riflessione sulle potenzialità e sulle opportunità offerte. Perché non pensare al videogioco come il prodotto di un percorso didattico? Attraverso l’Olimpiade Nazionale del Videogioco nella Didattica si vuole mettere in evidenza come il videogioco possa assumere valenze positive se inserito in una didattica quotidiana ispirata a metodologie attive, in cui lo studente acquisisce capacità riflessive e analitiche.

Gli studenti saranno chiamati a mettere in campo il proprio bagaglio di conoscenze e ad utilizzare le proprie tecnologie per trovare una soluzione possibile e originale al tema proposto.

Le iscrizioni si ricevono fino al 22 dicembre. Qui tutti i dettagli.




Studenti dell’Esperia a lezione di “produzione snella” di bici

itis paleocapaTre lezioni di “lean production” (letteralmente: produzione snella) per insegnare ad un centinaio di studenti dell’Istituto Paleocapa i principi del Toyota Production System – introdotto dalla Casa automobilistica giapponese all’indomani del Secondo Dopoguerra – simulando una linea di assemblaggio di biciclette. La proposta, avanzata da SEI Consulting al Dirigente dell’Esperia, per dare ai ragazzi l’opportunità di svolgere un’innovativa attività nell’ambito dell’Alternanza Scuola-Lavoro, è stata accolta con entusiasmo. E giovedì 24 novembre, dalle 9.00 alle 13.00, l’Itis di via Gavazzeni ospiterà la quarta tappa (la prima in assoluto in provincia di Bergamo oltre che in una Scuola italiana) del “SEI Lean Bicycle Factory Tour”. L’iniziativa itinerante, pensata dalla Società di consulenza bresciana per l’universo delle Pmi, è già stata svolta nelle sedi di tre aziende lombarde (due in provincia di Cremona e una nella città di Brescia). Ora si appresta ad approdare al mondo della Scuola e, come banco di prova, è stato scelto l’ultracentenario Istituto bergamasco. Beneficiari, oltre che protagonisti, del primo dei tre incontri programmati con gli studenti del ‘Paleocapa’, saranno i ragazzi della 3a MB, di cui il professor Valter Leporini è tutor. Oltre a trasmettere con chiarezza i valori della “Lean” (a partire dal forte coinvolgimento di tutte le risorse aziendali allo scopo di creare un unico patrimonio), durante le lezioni si affronterà la questione dell’efficientamento dei processi; non solo dal punto di vista del miglioramento tecnico, ma anche da quello di gestione, del trasferimento delle conoscenze e del team building.

“Se, nei tre incontri fin qui realizzati – prosegue Losio – abbiamo calamitato l’attenzione di titolari, manager e dipendenti, di alcune decine di imprese, sui benefici derivanti dalla riorganizzazione dei processi e dei team di lavoro in un’azienda snella, ai ragazzi dell’Esperia proporremo un format più agile, riducendo la durata da 6 a 4 ore, senza intaccare il tempo originariamente riservato sia alla presentazione della teoria di base sui principi del Toyota Production System sia alle sessioni di gioco, dedicate a riprodurre una linea di montaggio di biciclette”. “Se, nei tre incontri fin qui realizzati – prosegue Losio – abbiamo calamitato l’attenzione di titolari, manager e dipendenti, di alcune decine di imprese, sui benefici derivanti dalla riorganizzazione dei processi e dei team di lavoro in un’azienda snella, ai ragazzi dell’Esperia proporremo un format più agile, riducendo la durata da 6 a 4 ore, senza intaccare il tempo originariamente riservato sia alla presentazione della teoria di base sui principi del Toyota Production System sia alle sessioni di gioco, dedicate a riprodurre una linea di montaggio di biciclette”.

“Senza dubbio – gli fa eco la prof.ssa Flora Ravelli, responsabile dell’Alternanza Scuola-Lavoro all’Esperia – si tratta di un’importante occasione per consolidare il rapporto con un’azienda attenta alla formazione dei nostri ragazzi. “Abbiamo accolto con grande entusiasmo la proposta avanzata da SEI Consulting – ha aggiunto il prof. Imerio Chiappa, Dirigente dell’Istituto Paleocapa – perché vi abbiamo intravisto un’interessante collaborazione che dimostra una sinergia tra Azienda e Scuola, che è uno dei punti di forza dell’Alternanza. Una nuova opportunità per attuare una didattica laboratoriale, stimolante e formativa per gli studenti”. La lezione di giovedì 24 novembre sarà animata da Massimo Trebeschi e Martina Guerini, rispettivamente manager e consulente dell’area Lean di SEI Consulting, col supporto di alcuni collaboratori. Le successive due lezioni, che coinvolgeranno altrettante classi 3e del Corso di Meccanica, si terranno tra gennaio e aprile 2017. Il materiale e le attrezzature usate per la riproduzione della mini factory sono fornite dalla torinese Allmag, azienda specializzata nella creazione di attrezzature “Lean”.

 

 

 




Apprendistato 4.0, al via i primi progetti. Coinvolti anche i commercianti

Provincia-BergamoAi nastri di partenza, grazie a un finanziamento regionale, i primi progetti legati alla promozione del sistema duale e dell’apprendistato “art. 43 del D. Lgs. 81/2015”, vale a dire l’esperienza di apprendistato che consente agli studenti di ottenere la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore (detto anche apprendistato di primo livello). Una possibilità per i ragazzi di alternare l’esperienza scolastica con quella lavorativa sulla quale la Provincia di Bergamo, territorio in cui l’apprendistato vanta numeri importanti, ha scelto di puntare proponendo una sperimentazione unica in Italia: lo scorso 4 luglio infatti in via Tasso è stato siglato un Accordo territoriale sperimentale con le parti sociali, sindacali e politiche, condiviso anche dalle istituzioni formative che svolgono percorsi di istruzione e formazione professionale e si occupano di apprendistato e alternanza scuola – lavoro.

A seguito dell’accordo e grazie a un finanziamento di 40mila euro ottenuto dalla Regione sono in partenza due progetti, dal titolo “Apprendistato 4.0” e “Dica 43!”, che si occupano soprattutto di formazione informazione sul tema dell’apprendistato di primo livello: dai prossimi giorni verranno attivate le iniziative di informazione e sensibilizzazione dedicate agli attori del sistema educativo e del mercato del lavoro, in vista del consolidamento di una cultura diffusa sul modello innovativo di apprendimento duale caratterizzata dalla stretta integrazione tra istruzione e lavoro. La Provincia di Bergamo – che si è occupata di coordinare la progettazione di queste due azioni di sistema – seguirà anche la progettazione esecutiva, il coordinamento e il monitoraggio delle attività. Le azioni specifiche, invece, verranno erogate dai seguenti enti di formazione: ABF, Associazione Formazione Professionale del Patronato San Vincenzo, Engim Lombardia, Fondazione ENAIP Lombardia, Scuola d’Arte Applicata Andrea Fantoni.

I progetti “Apprendistato 4.0” e “Dica 43!”

Avranno come destinatari: Soggetti della rete territoriale per lo sviluppo del Sistema Duale sul territorio bergamasco; Istituzioni formative e istituzioni scolastiche, enti accreditati per i servizi al lavoro; Aziende rappresentative del sistema produttivo territoriale; Associazioni di categoria (PMI artigiane e del commercio) e parti sociali; Consulenti del lavoro, commercialisti; Famiglie, allievi e opinione pubblica ed Enti locali.

Le finalità

  • Ampliare e consolidare la conoscenza dei dispositivi di alternanza scuola – lavoro e di apprendistato di I livello tra gli attori del sistema educativo e del mercato del lavoro;
  • Promuovere azioni strutturate di mappatura, informazione, formazione, monitoraggio e collaborazione finalizzate a rilanciare e favorire lo sviluppo del sistema duale ed in particolare il ricorso al contratto di apprendistato di I livello e forme di alternanza;
  • Conoscere il fabbisogno informativo delle aziende e del proprio personale in termini di normative, procedure, vantaggi che i dispositivi di apprendimento duale comportano;
  • Conoscere il fabbisogno formativo dei referenti aziendali, dei docenti e di tutti gli altri soggetti coinvolti a vario titolo nell’attivazione e nella gestione di contratti di apprendistato e di interventi di alternanza;
  • Soddisfare i fabbisogni emersi attraverso interventi strutturati e integrati di formazione/informazione;
  • Sviluppare percorsi professionali maggiormente rispondenti ai bisogni delle aziende in termini di competenze professionali dei profili da avviare al lavoro;
  • Accrescere la cultura sul modello innovativo di apprendimento duale, attraverso campagne di comunicazione e di sensibilizzazione;
  • Consolidare le reti di partenariato tra scuola, impresa e associazioni di categoria, portando alla creazione di tavoli di confronto e di scambio reciproco mirati alla messa a fuoco delle esigenze occupazionali del mondo del lavoro, in modo tale da creare un’offerta formativa coerente con il tessuto economico territoriale, veicolando su più fronti la cultura del sistema duale come valido ed efficace strumento di contrasto alla disoccupazione giovanile e alla dispersione scolastica.

 




Quella miseranda tremarella che “schiaccia” il mondo della scuola

ragazzi-a-scuolaLa scuola: già, la scuola è uno dei nostri più grossi problemi, da qualunque parte la si giri. E’ un problema la mancanza di certificazioni attendibili, come lo è la retribuzione degli insegnanti, mediamente bassa e del tutto slegata da meriti e demeriti. E’ un problema la dispersione, è un problema la formazione: insomma, per farla breve, è un intero campionario di cose che non funzionano o funzionano male. Oltretutto, ognuna delle numerose componenti che formano quel vasto universo che è la pubblica istruzione vede soltanto i propri problemi, mancando quasi sempre di una visione globale della questione: genitori e ministri, alunni e dirigenti, insegnanti e provveditori, bidelli e direttori generali hanno ognuno una propria visione, tanto diversa quanto significativamente distorta, del quadro. Io vi dirò, da parte mia, quello che, secondo me, è uno degli Schwerpunkt del sistema scolastico: la luna invece del solito dito, se preferite lasciare Clausewitz alla sua naftalina. Alla base di tante pecche della scuola italiana dell’anno domini 2016 c’è la paura. Sissignore, la paura: una fifa birbona. Paura, innanzitutto, collettiva: quell’ansiosa, sudaticcia, mancata assunzione di responsabilità, che divora tanti nostri connazionali, nel pubblico impiego assurge a dimensione esistenziale. Così, la scuola si riempie di codicilli e di regolamenti, allo scopo di scongiurare disastri: soprattutto, la responsabilità dei disastri.

Non si può correre, giocare, uscire nel cortile, entrare in classe durante l’intervallo, andare in bagno se non ad orari strettamente stabiliti, passare di qui, entrare di là: non per un legittimo desiderio di ordine e decoro o per tutelare la salute ed il benessere degli studenti, ma per evitare incidenti che possano creare guai. Per scansare i casini, per dirla in francese. E, allo stesso modo, le tonnellate di carte che i docenti devono compilare sono, nella maggior parte dei casi, dei giubbotti antiproiettile, dei paraspalle: si certifica questo e si documenta quell’altro nel timore che a qualcuno venga in mente di contestare, denunciare, ricorrere. Il fantasma del famigeratissimo TAR incombe su esami e scrutini, come un convitato di pietra alla cena di Don Giovanni. Lo stesso dicasi per la pletora di diagnosi sui disturbi dell’apprendimento o sui cosiddetti BES: uno studente in possesso di tali requisiti è, praticamente intoccabile e sa che potrà godere di accomodanti soluzioni fino al giorno del diploma, anche se, talvolta, il suo vero problema si chiama asineria volontaria da scansafatichismo: per la paura, ancora per la paura. E, poi, non meno perniciosa, c’è la paura a titolo individuale: quella vocina che tanti insegnanti sentono dentro di sé e che dice che, prima o poi, qualcuno li sgamerà. Si scoprirà che si preparano la lezione la sera prima, studiando sugli stessi manuali dei propri alunni, tutto quello che non hanno studiato quando avrebbero dovuto.

Qualcuno porrà la domanda, apparentemente innocente, su quel teorema, su quella forma idiomatica, su quell’autore, e loro, non potendo confessare di non averlo studiato, dovranno arrampicarsi sui vetri. Verrà fuori, allora, la vecchia cara paura all’italiana: paura di un’insufficienza culturale complessiva, quasi preterintenzionale, nata da decenni di accumulazioni recidive di trucchetti e di sindacalismo, di concorsi mancati e di concorsi truccati. Il povero insegnante si troverà nudo, di fronte all’ammissione della propria sconfortante inadeguatezza, e dovrà rifugiarsi dietro ai: fanno tutti così, non sono peggio degli altri. Paura. Mano a mano che si sale o che si invecchia, questa paura si disperde e si stempera: non è più così ossedente, non ti crea più incubi notturni. Ma rimane: come quando si sogna di dover ripetere l’esame di maturità. E io sono certo che, dietro la sicumera di certi ministri o sottosegretari, dal curriculum un po’ incerto, dai titoli un po’ vaghi, dalle pubblicazioni un po’ inesistenti, quella paurina ci sia ancora: lungo il filo della schiena, nascosto dalla legittima soddisfazione di essere lì, a far correre trafelati uscieri e ad essere trattati da padreterni da una schiera di accademici semigenuflessi, c’è quel brivido sottile.

E una voce che dice: non es dignus! Tutto il contrario dell’umiltà predicata dai vangeli: una condanna inappellabile, piuttosto, di catoniana potenza: non sei degno del nobile compito di educare le nuove generazioni, perché, dentro di te, sei soltanto, un frodatore, uno che si arrangia. Ma io, certamente, esagero: mi faccio prendere la mano e trascendo nell’epifonema. C’è tantissima brava gente che dà l’anima per la scuola e non sarebbe giusto accomunarla a qualche mela marcia: eppure, anche loro sono vittime di questa paura. Perfino i migliori accettano, supinamente, di gettare il proprio prezioso tempo nella compilazione di inutili carte, nella produzione di vana paccottiglia: perfino i più bravi, in fondo, hanno paura. E’ talmente radicata, ormai, questa miseranda tremarella, da non permettere più di vedere la luna dietro al dito. E la luna è la trasmissione di una civiltà, prima che muoia, uccisa dalle sue stesse paure. Una civiltà di uomini, in piedi, responsabili, fieri di sé e del proprio destino.