Sci, la rivincita delle piccole stazioni

In un mercato sciistico saturo come quello alpino la concorrenza aumenta e le piccole stazioni si trovano a competere con i grandi comprensori che moltiplicano i servizi per attrarre nuovi clienti. Le piccole località, grazie al web e alla comunicazione, possono però inventarsi nuove stagioni e valorizzare la loro dimensione più autentica. Sulle Alpi, dalla Francia a Livigno fino ai nostri Piani di Bobbio-Valtorta (che molti davano per morti dieci anni fa), non mancano esempi virtuosi. E, per una volta, Svizzera e Trentino non sono da prendere a modello, come mostrano alcuni casi presentati in occasione del Forum Alpinum di Darfo Boario Terme, in occasione del workshop “Piccoli comprensori sciistici: come essere competitivi in un mercato maturo”, moderato dal professore Andrea Macchiavelli, direttore del CeSTIT (Centro Studi per il Turismo e l’Interpretazione del Territorio) dell’Università di Bergamo.

Valtorta – Piani di Bobbio
Bus dal centro di Milano e ski-pass on line, così si conquistano i turisti di giornata
Il comprensorio diffuso dei Piani di Bobbio-Valtorta è la terza stazione sciistica lombarda nonostante la sua capacità ricettiva rasenti lo zero. «Non abbiamo neanche un posto letto, non raggiungiamo alte quote eppure grazie al turismo di giornata e di prossimità registriamo record di presenze, soprattutto nel fine settimana – spiega Massimo Fossati, ad di Itb (Imprese Turistiche Barzesi) Valsassina e presidente Anef Lombardia -. La nostra posizione ci consente di rivolgerci ad un bacino enorme di visitatori come quello lombardo: 10 milioni di persone che possono raggiungere le nostre montagne in poco tempo». In questi anni il comprensorio diffuso Piani di Bobbio- Valtorta ha lanciato un servizio navetta da Piazza Castello nei fine settimana con lo slogan “La neve più vicina a Milano siamo noi!”: «Abbiamo portato sulle nostre piste con pacchetti vantaggiosi e orari comodi, come il rientro a Milano alle 17, oltre 3mila persone lo scorso anno – continua Fossati -. Lavoriamo molto sulla comunicazione in tempo reale del meteo e delle condizioni delle piste, fattori fondamentali per il turista di passaggio. Nonostante le Prealpi siano sempre a rischio per lo stato della neve, in quattro giorni grazie all’investimento in impianti di innevamento siamo in grado di imbiancare la maggior parte del comprensorio. Grazie a Facebook e ai social network siamo in costante contatto con i nostri clienti». Oltre alle rassicurazioni su meteo e neve, il fattore tempo per chi si muove in giornata è fondamentale: «Diamo la possibilità di acquistare ski-pass on-line e di ricaricare le tessere già in possesso, così si evitano code in biglietteria».
Il comprensorio diffuso è a misura di famiglia, cliente-target dei Piani di Bobbio-Valtorta, le cui esigenze hanno ridisegnato impianti e piste: «Tutti si lamentano della scarsità di piste nere, ma in realtà la maggior parte opta per le rosse. Il nostro obiettivo è quello di fare sciare famiglie e bambini senza rischi. Ai Piani di Artavaggio abbiamo sostituito skilift con tappeti che garantiscono anche a chi non abbia mai preso gli impianti di raggiungere la quota. Grazie a questa scelta il sabato e la domenica contiamo su una media di 1.200 presenze. L’area dei Piani di Ernia, vicina al Lago di Lecco, è stata convertita per la sua posizione in un paradiso per gli amanti delle ciaspole. L’integrazione con il lago può rappresentare un atout vincente anche in futuro». Il record di presenze giornaliere rende il comprensorio particolarmente appetibile per le aziende che ruotano attorno allo sci, dall’abbigliamento alle attrezzature: «Realizziamo moltissimi eventi e iniziative promozionali con le più importanti aziende di sci attratte dal forte passaggio che registriamo ogni week-end». E con le loro piste adatte anche ai neofiti i Piani di Bobbio sono diventati il comprensorio di riferimento degli sciatori cinesi, provenienti in gran parte da Milano. «Le presenze a stagione si aggirano attorno alle 5mila unità, con punte di 400 sciatori cinesi a giornata. La nostra stazione ha conquistato anche questa particolare clientela poco avvezza alla neve e con scarsa dimestichezza con sci e scarponi, che si affida ad agenzie cinesi per l’organizzazione delle trasferte. Il cinese è un ottimo cliente: noleggia attrezzature da capo a piedi e non si fa mancare nulla, dal pranzo al ristorante all’assistenza del maestro di sci».

France Montagnes
Valorizzate autenticità e proposte di nicchia
Non esistono solo Chamonix e Courchevel: «Le piccole stazioni sciistiche hanno un ruolo fondamentale perché è proprio qui che si impara a sciare e ci si appassiona o si abbandona presto questo sport, che in Francia si pratica più che in tutto il resto d’Europa, con 53,5 milioni di sciatori siamo secondi solo agli Stati Uniti. La montagna crea economia: 150mila posti di lavoro non delocalizzabili», spiega Jean Marc Silva, direttore di France Montagnes, associazione nata quattro anni fa che raccoglie 350 stazioni sciistiche francesi dall’arco alpino alla Corsica. Fare sistema crea vantaggi per tutti: «La necessità di una promozione turistica forte si fece sentire alla fine del 1989: quell’anno non c’era neve e i comprensori decisero di creare l’agenzia di promozione Pam. Nel 2001 i comprensori fecero un ulteriore passo avanti, siglando un “patto assicurativo”: le stazioni sciistiche che avevano neve in abbondanza aiutano quelle alle prese con cattive condizioni metereologiche». Le piccole località francesi mostrano grandi strategie di marketing, grazie soprattutto al web: «Internet consente a tutti, anche alle località piccole, di esistere e di creare emozioni, eventi, specializzarsi in sport di nicchia, oltre che valorizzare le proprie bellezze paesaggistiche e la loro dimensione più autentica. Non bisogna più comunicare i chilometri di piste, ma la qualità della neve». Con lo slogan “Sainte Foy, J’y crois” e una forte campagna di promozione il piccolo comune della Savoia resiste alla concorrenza delle vicine e più famose Tignes e Val d’Isere: «Ha scelto di restare piccola e di innalzare la qualità del comprensorio sciistico, creando ad esempio molti fuori pista sicuri. Ha fatto della sua dimensione autentica e immersa nella natura una destinazione per una clientela d’alta gamma e prevalentemente straniera, con oltre il 60% di villeggianti dal Regno Unito». Autrans, tra le prime stazioni francesi per gli appassionati di sci di fondo è riuscita ad attrarre un maggior numero di visitatori grazie alla scelta del comprensorio diffuso, esteso all’Altopiano Vercors, alla creazione di eventi e a percorsi per altre attività nordiche. Sainte Pierre de Chartreuse ha invece puntato sulla corsa in montagna, tanto da diventare la prima in Europa per il trail e tra le prime 15 nel mondo.

Mottolino (Livigno)
Divertimento e adrenalina riportano i giovani in quota
Livigno, nel cuore delle Alpi, lontano da grandi centri e autostrade, resta una delle località più apprezzate, in grado di contare un milione di presenze in media ad ogni stagione invernale. In quest’area, dal versante opposto ai grandi alberghi e alle vetrine del centro, il comprensorio di Mottolino è riuscito a diventare, grazie ad un’abile operazione di marketing, una delle destinazioni irrinunciabili per i giovani e gli appassionati di free-style provenienti da ogni angolo del mondo. «Abbiamo creato uno dei principali snow park d’Europa che d’estate si trasforma in un’area per i biker più spericolati – spiega Marco Rocca, amministratore delegato di Mottolino Spa Livigno, mentre scorrono le immagini adrenaliniche del grande castello costruito per essere sfidato da free-styler con acrobazie ed evoluzioni in quota -. Dal 1999 ospitiamo eventi internazionali e non mancano manifestazioni culturali, come l’Ice Party con grandi concerti in quota. Ogni anno nel nostro comprensorio lo Sporting Spirit Ski Team promuove l’attività sciistica con attrezzature speciali per disabili e persone con problemi motori che possono conquistare la neve sugli sci». L’obiettivo di riportare i giovani in montagna con lo slogan Mottolino Fun Mountain si può dire più che mai riuscito: «Dal 1999 ad oggi abbiamo visto crescere le presenze del 20%, con un incremento del 75% degli stranieri, e, nonostante la crisi, negli ultimi quattro anni registriamo un + 10% sulle nostre piste. Il turismo estivo, specialmente legato alle mountain bike, ma anche alle famiglie con il Larix Park, un parco avventura in legno, inizia a farsi avanti. Le presenze fino agli anni scorsi erano davvero risibili, ma grazie alla comunicazione e al marketing siamo riusciti ad inventare una nuova estate per il Mottolino».

Svizzera non sempre felix
«In Ticino un futuro ancora tutto da scrivere»
La Svizzera – per quanto riguarda il cantone italiano del Ticino – non è per una volta da prendere ad esempio nella gestione delle micro-stazioni sciistiche. L’unico modello da seguire in quest’area è Monte Tamaro: «Ha smantellato gli impianti invernali ed è diventata una meta estiva in grado di intercettare molti turisti, attratti anche dalla Chiesa Santa Maria degli Angeli progettata da Mario Botta, oltre che da eventi, percorsi e parchi», spiega Charles Barras, vice direttore Ticino Turismo. Per le altre stazioni, in costante perdita, il futuro è invece tutto da scrivere: «È da diversi anni che si stanno facendo analisi e che Governo e Parlamento discutono progetti. Due studi economici sono giunti alla stessa conclusione: le stazioni lavorano in perdita e i “buchi” pesano sull’intera regione. È difficile pensare ad uno sviluppo delle stazioni: sono in concorrenza tra loro, fanno fatica data la bassa altitudine ad avere neve anche a Natale e hanno un’offerta per il turista davvero limitata». Risanare la situazione richiede un investimento di 56 milioni di franchi, smantellare gli impianti ne costa 11,5 milioni e concentrare gli interventi solo su una stazione 44,5 milioni. «Si è optato per salvare una stazione, ma in questi anni il Parlamento ha allargato ad altre località l’intervento, mentre il Governo invitava a concentrare risorse. In questo continuo braccio di ferro si è arrivati persino a pensare di obbligare le scuole a trascorrere le settimane bianche in Ticino… Il risultato è che non si è deciso nulla e le stazioni continuano a perdere denaro».




Il ricordo / Addio a Calegari, una vita al servizio dell’Associazione

Si è spento lo scorso 28 settembre a Gorle il comm. Italo Calegari, per tanti anni alla guida dell’Associazione Artigiani di Bergamo, oltre che presidente della Cooperativa artigiana di garanzia, vicepresidente del Consorzio fidi – Confiab e titolare di diverse cariche regionali e nazionali.
Laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica di Milano, Calegari dal 1969 era imprenditore artigiano, titolare con i fratelli di un’azienda specializzata nella produzione ed installazione di impianti di riscaldamento e condizionamento a Grassobbio. La sua carriera nell’Associazione Artigiani era iniziata con l’iscrizione nel 1964, quindi nel 1988 era stato eletto componente del consiglio direttivo, nel 1994 componente di giunta, tesoriere e vicepresidente e nel dicembre 1994 era divenuto presidente, carica che gli venne confermata per le tre tornate elettorali successive. Nell’ambito dell’Associazione Artigiani si era sempre occupato dei problemi del credito e la sua gestione attenta ed oculata ha consentito all’Associazione di mantenere la propria solidità economica a fronte di investimenti importanti, quale la costruzione nel 2007 della nuova e moderna palazzina adibita a sale riunioni nella sede centrale di Bergamo. La famiglia artigiana, il presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara, la giunta esecutiva, il consiglio direttivo, il direttore Stefano Maroni e tutta l’organizzazione, e il Confiab con il presidente Angelo Ondei, il consiglio direttivo, il direttore Antonella Bardoni e tutto il personale, si stringono attorno alla moglie Terry e ai figli Marco e Valentina, ricordandolo quale esempio di onestà, lungimiranza, impegno e iniziativa a favore del comparto artigiano bergamasco.




Disabili e sport, il sostegno dei Giovani Imprenditori dell’Ascom

Il Gruppo Giovani Imprenditori Ascom sostiene l’inclusione di persone con disabilità attraverso lo sport, grazie a due progetti che godono del patrocinio del Comune, portati avanti dall’Unione Sportiva Villaggio degli Sposi e dell’Unione Sportiva Olimpia ASD. Si tratta del progetto “Senzacca” dedicato a judo e cicloturismo in tandem, promosso dal gruppo territoriale “Non solo parole” del Villaggio degli Sposi, e della creazione di una squadra di calcio che partecipi ad un campionato del Csi, portato avanti dalla polisportiva Olimpia di Sant’Anna in Borgo Palazzo. Giovedì scorso in Comune si è svolta la cerimonia di consegna del ricavato della serata della solidarietà che sfiora i 4 mila euro. “Nel decimo anno di fondazione del Gruppo Giovani Ascom – ha dichiarato il presidente Luca Bonicelli – abbiamo voluto rilanciare  il valore della solidarietà, dell’amicizia e l’importanza del fare squadra”. Loredana Poli, assessore all’Istruzione, Università, Formazione e Sport Comune di Bergamo, ha sottolineato “il valore sociale della continuità dei progetti che creano importanti occasioni di integrazione sociale”. Angelo Gotti referente dell’area disabilità dell’assessorato ai Servizi Sociali ha salutato con favore “l’ennesima dimostrazione di vicinanza tra mondo imprenditoriale e sociale, dalla progettazione al sostegno economico”.
I progetti permettono di abbattere pregiudizi e ostacoli per favorire il pieno inserimento attraverso lo sport di persone affette da disabilità. “Negli ultimi tre anni abbiamo promosso l’integrazione all’oratorio di Sant’Anna organizzando partite di calcio – sottolineano Piergiorgio Fornoni e Francesco Conca dell’Olimpia ASD -. Ora l’obiettivo è di creare nel 2015 una vera e propria squadra di calcio a 5”. Basta aggiungere una terza ruota al tandem per regalare l’emozione di un giro in bicicletta: “Il progetto di cicloturismo per disabili sta avendo ottimi risultati, come la creazione di manifestazioni che creino gruppo e voglia di condividere percorsi e ciclabili” spiega Giambattista Natali dell’Unione Sportiva Villaggio degli Sposi.




Franchising, forte crescita per la ristorazione

Dai dati del Rapporto Assofranchising Italia 2013 emerge un quadro decisamente positivo per la ristorazione in franchising, che comprende le seguenti categorie merceologiche: ristorazione fast food, ristorazione a tema, pizzerie, piadinerie, caffetterie e bar, birrerie, enoteche e pub, gelaterie, yogurterie, chioschi, pasticcerie. In termini assoluti il settore si conferma tra quelli trainanti con un fatturato di chiusura 2013 in crescita del 5,1% rispetto al 2012, 2.919 punti vendita, in leggero aumento (+0,2%), e un numero di addetti occupati che nel 2013 ha segnato un +8,4%, raggiungendo quota 27.812. In aumento significativo anche i franchisor, le case madri, che si sono affacciate sul mercato della ristorazione. Sono infatti 145, in aumento del 9% rispetto alla precedente rilevazione. Tra le diverse categorie analizzate si mantengono stabili le gelateria, yogurterie, pasticcerie e chioschi, mentre risaltano i risultati di pizzerie, caffetterie e ristorazione rapida, che complessivamente sono aumentate dell’ 1,7% per quanto riguarda i punti vendita, del 4,3% per il fatturato e del 7,7% per numero di addetti occupati, con l’ingresso di 9 nuovi player all’interno delle categorie.
“Il 2014 si concluderà con un bilancio senz’altro positivo – commenta Antonio Milani, ad del gruppo La Piadineria e consigliere Assofranchising -. La nostra rete ha infatti superato gli 80 punti vendita e il trend di crescita è lento ma sempre costante, visto che abbiamo in programma diverse nuove aperture anche per il prossimo semestre. A differenza degli anni passati constatiamo che il cliente si è fatto sempre più attento (alla spesa innanzitutto) oltre che informato ed evoluto, con maggiori aspettative e richieste rispetto alla qualità del prodotto”. A fronte degli ultimi dati della ristorazione, il segretario generale e vicepresidente di Assofranchising Italo Bussoli ha dichiarato: “La ristorazione in franchising continua a confermarsi uno dei settori più positivi e storicamente solidi di tutto il panorama Franchising italiano. Allo stesso tempo continua ad essere uno dei più vivaci per nascita di nuovi format e reti di franchisor”.




“Natta”, nuovi laboratori di chimica grazie al supporto di Sestini

Sono trascorsi sessant’anni ormai da quando i primi studenti del Natta di Bergamo iniziarono a dar vita ai loro timidi esperimenti nei laboratori dell’istituto, affascinati dall’alchimia di formule e provette. Ma oggi di quei vecchi banconi in amianto e dell’arredamento vetusto di quelle stanze resta soltanto un lontano ricordo. Già, perché grazie a una sinergia nata con l’imprenditoria bergamasca la storica scuola – che offre indirizzi in chimica, materiali e biotecnologie – negli ultimi tempi è riuscita ad ammodernare le sue strutture, offrendo strumenti all’avanguardia. E così il nuovo anno scolastico è iniziato sotto i migliori auspici per gli allievi dell’Isis che potranno ora svolgere i loro esperimenti in un ambiente completamente sicuro e rinnovato. La scorsa settimana è stato infatti inaugurato il nuovo dipartimento di analisi chimica. Il merito va al generoso apporto economico elargito dal Comitato per gli Istituti Paleocapa e Natta, presieduto da Roberto Sestini, che da tempo contribuisce al potenziamento e al rinnovamento delle dotazioni strumentali, didattico-scientifiche e di sicurezza degli ambienti di studio e di lavoro. Questa è la seconda tappa di un progetto ambizioso suddiviso in tre fasi che la dirigenza scolastica del Natta aveva iniziato a portare avanti tra il 2011e il 2012. Il notevole incremento del numero di allievi e la necessità di implementare i nuovi percorsi didattici previsti dalla recente riforma, aveva infatti sollevato la necessità di migliorare gli aspetti legati alla sicurezza, alla fruibilità e alla funzionalità dei laboratori. La priorità era ricaduta sull’ammodernamento delle aree di analisi chimica delle classi quarte e quinte (ala Paleocapa) realizzati tra gli anni ’50 e ’60 e, di conseguenza, ormai obsoleti e inadeguati. Nell’estate del 2013 l’istituto si era posto come primo obiettivo la sistemazione del laboratorio analisi delle quinte, al primo piano, con la sostituzione dei banconi, degli arredi tecnici e il potenziamento dei sistemi di aspirazione per la riduzione del rischio chimico. 
La seconda fase del piano di restyling del laboratorio di analisi chimica delle classi terze e quarte, realizzato in questi mesi e che ha visto la luce la scorsa settimana, ha richiesto una spesa complessiva di 76mila euro, di cui 16mila per lo smaltimento dell’amianto. Sono stati infatti rimossi e bonificati i vecchi arredi e tutti i manufatti contenenti questo materiale. Al primo piano è stato creato il dipartimento dei laboratori di analisi chimica del triennio superiore con spostamento in tali spazi delle attività didattiche di laboratorio delle classi terze. Grazie all’abbattimento di un muretto perimetrale è stato possibile realizzare uno spazio laboratoriale multifunzionale con open space che consente di effettuare attività didattiche, anche teoriche, nell’ambito delle discipline bio-microbiologiche e biotecnologiche, che coinvolgono sia l’indirizzo tecnico che quello liceale. Ci sono poi due spogliatoi separati dedicati ai laboratori bio-microbiologici per garantire una corretta applicazione delle misure di prevenzione dal rischio biologico.
E per il futuro sono in serbo altre novità. Nel corso dell’anno scolastico 2014/2015 verrà effettuato uno studio preliminare sullo stato dell’arte dei laboratori e le eventuali criticità residue per procedere poi all’adeguamento della parte didattica e strumentale e dei sistemi di aspirazione. “In questa proficua sinergia con l’imprenditoria bergamasca – ha detto Maria Amodeo, dirigente scolastica dell’Isis Giulio Natta – prende spunto anche la scelta d’intitolazione del nostro auditorium al professor Quirino Sestini, docente del primo corso chimico, che insieme al figlio Bernardo Sestini, ha realizzato un sogno imprenditoriale che è ancora un faro per l’industria chimica bergamasca: la SIAD spa. Tale legame si è consolidato nelle generazioni a venire grazie all’attenzione  dell’azienda verso il Natta e al continuo sostegno di Roberto Sestini, attuale presidente della SIAD, nipote del professor Quirino e figlio del dottor Bernardo. Le iniziative all’insegna del cambiamento intraprese in questi  anni, fondate sulle competenze dei docenti e dei tecnici che vi lavorano e sul responsabile utilizzo delle risorse pubbliche e private del territorio, rappresentano un progetto di scuola ambizioso che fornisce agli studenti concreti strumenti  per affrontare la difficile situazione economica e sociale del Paese e li aiuta a confrontarsi con le sfide del nostro tempo”.
La Fondazione Sestini è stata creata nel 1987, in occasione del 60esimo anniversario della nascita di SIAD. Negli anni questa istituzione si è dedicata all’organizzazione di manifestazioni culturali, al sostegno del mondo medico-scientifico, alla pubblicazione di materiale di studio e di divulgazione tecnico-scientifica e professionale, a corsi per tecnici e laureati e alla creazione di borse di studio.  
E all’inaugurazione della scorsa settimana non poteva certo mancare Roberto Sestini che da giovane studiò proprio in quei laboratori, seguendo le orme di suo padre Bernardo e suo nonno Quirino. Quel felice connubio tra volumetrie e luce che ancora oggi caratterizza le stanze adibite agli esperimenti chimici del Natta ebbe origine sessant’anni fa, grazie a un suo viaggio all’estero: “Io all’epoca ero giovane, facevo solo da autista – racconta Sestini -.– Era il 1954 e ricordo che io, mio padre, il preside e alcuni docenti dell’istituto Paleocapa andammo a visitare gli istituti tecnici e industriali e tessili di Germania e Francia per prendere spunto dai loro laboratori. Tornati dal viaggio, il preside del Paleocapa, il professor Guaitani, che era un uomo decisamente tosto, riuscì a portare avanti la sua idea e a farsi dare dal Ministero il denaro di cui aveva bisogno per far costruire un nuovo istituto che continua ancora oggi a forgiare studenti validi grazie ad attrezzature all’avanguardia. L’inaugurazione del nuovo laboratorio di analisi chimica del Natta rappresenta una componente importantissima per la formazione dei ragazzi e dimostra che finalmente la collaborazione tra il mondo imprenditoriale e il mondo della scuola sta tornando a rivestire un ruolo fondamentale”.




«L’Expo è un’opportunità, ma il clima di incertezza non aiuta»

Alberto Corti, direttore generale Confturismo Confcommercio, fa il punto sullo stato del turismo a margine della Digital Travel Summit Conference in Fiera, in occasione della 14esima edizione di No Frills. Se la sfida digitale sembra sulla carta l’opportunità da cogliere, le imprese del settore fanno i conti con una stagione guastata da maltempo e crisi mentre regna ancora l’incertezza su Expo e sulle potenzialità che l’evento porta con sé.
Qual è il bilancio del settore?
“Il comparto esce da un’estate difficile. I turisti stranieri sono in crescita (+0,5%), ma in misura ridotta, con una vera débacle del mercato russo alle prese con la questione ucraina e di quello giapponese a causa della crisi del sistema previdenziale. L’Europa resta comunque il bacino turistico di riferimento per l’Italia e continua a valere l’80 per cento degli arrivi, ma la crescita zero del Vecchio Continente porta a tagli a budget e presenze. La vera nota negativa è stata rappresentata quest’anno dal mercato interno: con un -30% sul versante balneare sia di arrivi che di spesa. Il maltempo ha fatto disastri: 4 milioni e 200 mila italiano hanno cancellato o ridotto il numero dei giorni di vacanza”.
Gli italiani si rifaranno a Natale?
“Dall’Osservatorio più recente l’indice di fiducia dei viaggiatori evidenzia una maggior propensione ad intraprendere viaggi nei prossimi mesi. In una scala tra 0 e 100, l’ultima rilevazione è a quota 58 contro il 56 precedente” .
Ci sono grandi aspettative per Expo. Crede che rappresenti l’occasione privilegiata per riportare turisti in Italia?
“Expo rappresenta l’evento più atteso ma gli scandali non aiutano e il clima è di incertezza. Expo doveva incentivare il classico tour italiano, ma il fatto che ora si discuta di portare i bronzi di Riace e la Venere del Botticelli a Milano, sembra far esaurire la visita turistica nel capoluogo lombardo. Allo stato attuale Expo 2015 è ancora scarsamente percepito all’estero e lo è comunque meno dell’Esposizione del 2020 di Dubai. L’Enit, l’ Agenzia nazionale del turismo, commissariata non aiuta, anche se nelle ultime settimane si è intensificata l’operazione di promozione. Del resto non può esistere turismo senza prodotto…”.
Il rilancio del comparto parte dal web?
“La digitalizzazione è la sfida principale per le imprese, come è emerso dalla Digital Travel Summit Conference a No Frills. Grazie allo sconto fiscale del 30% per le imprese singole e associazioni che fanno investimenti nel turismo digitale, il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo prevede un ritorno di 60 milioni di euro in più nel primo anno di investimento. La normativa italiana che ha garantito il diritto di recesso senza penali per i viaggi non ha agevolato in passato la vendita di pacchetti on line e lo sviluppo di aziende sul web. Senza dubbio il web garantisce nuove opportunità ma non in tutte le forme di turismo”.
Quali sono le forme di turismo su cui puntare con mezzi tradizionali?
“La digitalizzazione non serve nel turismo congressuale e incentive che non si basa sulla suggestione creata da un portale ma sul contatto diretto. Ci sono ancora buoni margini di crescita per il turismo Mice e Business e non bisogna sottovalutare anche chi si muove per problemi di salute da una città all’altra. Il momento è di forte competizione e l’obiettivo resta quello di fidelizzare i clienti e conquistare nuovi turisti leisure provenienti da altri Paesi”. 




Turismo, l’Ascom in campo per rilanciare la formazione

nella foto: Oscar Fusini

Scuola, associazioni e mondo imprenditoriale hanno dato vita – con il sostegno del Ministero della Pubblica Istruzione, di Regione Lombardia e del Fondo Sociale Europeo – ad un percorso di istruzione e formazione tecnica superiore-Ifts in campo turistico. Ascom, Turismo Bergamo, Università, Fondazione Ikaros, Alberghiero Sonzogni, Istituto Galli  unitamente a rappresentanti del mondo imprenditoriale della ristorazione e del turismo e a istituzioni come la Fondazione Bernareggi, la Gamec e il Consorzio Tutela Val Calepio hanno costituito nei giorni scorsi un’associazione di scopo per contribuire allo sviluppo turistico e occupazionale del territorio con un percorso dedicato. “Il partenariato formalizzato nei giorni scorsi con la costituzione dell’associazione  è il frutto di due anni di lavoro e confronto per rispondere all’esigenza del mondo imprenditoriale di poter contare su figure professionali formate nel territorio e favorire l’incoming turistico” spiega Oscar Fusini, vicedirettore dell’Ascom.
Il corso “Tecniche per la promozione di prodotti e servizi turistici con attenzione alle risorse, opportunità ed eventi del territorio” accelera l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani e riqualifica chi ha già in curriculum esperienze e mansioni. Gli sbocchi professionali spaziano dai tour operators alle imprese turistiche incoming, dalle attività ricettive alle società di comunicazione e marketing, dalle associazioni agli enti impegnati nella promozione turistica  Il corso si rivolge a giovani e adulti fino a 35 anni di età, residenti o domiciliati in Lombardia, e in possesso di un diploma  di istruzione secondaria superiore o tecnico professionale  o, in alternativa, dell’ammissione al quinto anno dei percorsi liceali.
La didattica si basa sul metodo “learning by doing” che permette di lavorare a progetti reali, attraverso l’uso di simulazioni, casi di studio e project work. I corsi sono tenuti oltre che da cultori delle discipline specialistiche da docenti provenienti dal mondo del lavoro e delle professioni. Una parte importante è rappresentata dallo stage: “L’obiettivo che ci ha sempre accompagnato in questi anni di progettazione e confronto è quello di favorire l’inserimento lavorativo, accompagnando lo studente ad acquisire professionalità specifiche richieste dalle aziende del territorio – sottolinea Nadia Baldini, dirigente dell’Istituto Scolastico Guido Galli -. I tirocini rappresentano il 30% del monte orario complessivo e vengono effettuati presso aziende leader del territorio, con il supporto di tutor scolastici. Tutti gli allievi avranno a disposizione un pc portatile e software specializzati per la didattica sempre attenta alla presentazione di casi concreti e reali. Per una full immersion di inglese, la classe volerà a Dublino all’Emerald Cultural Institute mettendo alla prova sul campo la padronanza della lingua straniera, requisito fondamentale per qualsiasi professione in campo turistico”. Il corso, presentato il 2 ottobre all’Abbazia benedettina di San Paolo d’Argon, si svolgerà presso la Fondazione Its  con sede nel suggestivo  edificio voluto nel 1079 dai monaci di Cluny e presso l’Isis Guido Galli di via Gavazzeni.  Le lezioni inizieranno lunedì 27 ottobre: il corso intensivo full time dalle 9 alle 17, prevede 1000 ore di formazione, di cui 700 di insegnamento e 300 di stage. Per accedere alle selezioni(il corso prevede la frequenza di 25 partecipanti al massimo) è necessaria la preiscrizione compilando l’apposito form on-line su uno dei siti degli istituti.




Moda, «ecco perché acquistare falsi non è mai un affare»

Mentre abbigliamento e calzature stanno facendo i conti con la crisi più importante dal Dopoguerra, il mercato della contraffazione si sviluppa e cresce. Tendenze opposte che rendono ancor più evidente l’annoso problema dell’illegalità e che hanno portato Federazione Moda Italia – Confcommercio a rilanciare su tutto il territorio nazionale le iniziative di sensibilizzazione e contrasto. Lo ha fatto anche a Bergamo nel corso di un seminario organizzato con la Camera di Commercio nell’ambito del progetto regionale “Sportelli Legalità delle Camere di Commercio Lombarde” e dedicato anche alle novità in tema di etichettatura dei prodotti tessili. L’assunto da cui parte l’organizzazione è che si tratta di un fenomeno «non più tollerabile anche dal punto di vista etico e sociale». L’“arma” per aggredirlo è aumentare la consapevolezza dei consumatori e convincerli che acquistare un capo o un accessorio “firmato” a basso prezzo non è per niente un buon affare, per sé stessi, anche per via dei risvolti sanzionatori, e per tutto il Paese. I negozianti sono chiamati a fare da tramite per questo messaggio, diventando grazie al loro rapporto diretto con i cittadini “cellule” di informazione e promozione di una cultura della legalità e di un consumo più attento e corretto.
«L’Italia – ricorda il segretario generale di Federmodaitalia Massimo Torti – è il primo Paese in Europa nel consumo di prodotti contraffatti ed è al terzo posto nel mondo per la produzione. Il giro d’affari del falso è pari a 6,9 miliardi di euro all’anno, di cui 2,5 miliardi (35,9%) nel solo comparto moda. Agli incassi sottratti al mercato regolare va ad aggiungersi una perdita di 4,6 miliardi per le mancate entrate fiscali, pari all’1,74% del gettito statale complessivo». Secondo una ricerca di Confcommercio – Format Research, per oltre il 50% dei consumatori la ragione principale degli acquisti illegali è di natura economica e solo il 36,2% dei consumatori è convinto che l’acquisto illegale sia effettuato inconsapevolmente. «Chi compra sa perciò di avere a che fare con un prodotto contraffatto – rimarca Torti – ed è proprio per questo che vogliamo illustrare tutte le conseguenze di questo comportamento e dimostrare che, alla fine, non ci sono vantaggi per nessuno se non per le organizzazioni criminali».
Sul piatto, tra i dieci motivi per convincersi a non comprare prodotti falsi messi nero su bianco dalla Federazione, ci sono i rischi per la salute (perché i processi produttivi non seguono le prescrizioni di legge né sono sottoposti a controlli) e la constatazione che la qualità non potrà che essere pari al prezzo pagato in termini di scarsa fattura, difetti, mancanza di garanzie, per non parlare dell’assenza del post vendita. «Da non dimenticare le sanzioni – continua Torti -. Chi acquista prodotti falsi rischia da 100 a 7mila euro, anche se più che su cifre shock, che hanno un effetto prevalentemente mediatico e finiscono solo con lo spaventare i visitatori stranieri, la nostra Federazione sta spingendo per una sanzione proporzionale all’acquisto: per un articolo pagato 100 euro, un esborso di altri 100 euro, così che il presunto “affare” dell’acquirente si sgonfi all’istante». Da demolire è anche l’idea che comprando i prodotti dai venditori ambulanti («l’abusivismo commerciale è l’altra faccia della stessa moneta», sottolinea il segretario di Federmoda) si dia una mano a persone svantaggiate, al povero vu cumprà che macina chilometri sulla spiaggia. In realtà è l’esatto contrario perché contraffazione ed abusivismo sono sinonimo di sfruttamento della manodopera clandestina, lavoro senza sicurezza e tutele per gli addetti e lavoro minorile. «Si calcola che la contraffazione valga 120mila posti di lavoro e oggi che il problema dell’occupazione, soprattutto giovanile, è così avvertito – spiega Torti – deve far riflettere quanto l’illegalità sottragga spazi all’economia regolare. Acquistare prodotti contraffatti non è, quindi, una risposta alla crisi che ha ridotto le possibilità di spesa, contribuisce invece a peggiorare la situazione, alimentando il sommerso e lo sfruttamento delle persone e danneggiando le imprese che producono nel rispetto delle leggi e pagano le tasse». Ciò che possono fare i cittadini contro il fenomeno è tantissimo. «Le forze dell’ordine – rileva Torti – svolgono un ruolo basilare, ma i sequestri sono solo la punta dell’iceberg di un male criminoso e criminale che non è semplice da affrontare, ma al quale la consapevolezza dei consumatori può dare una stoccata significativa».




Web e tecnologie digitali, sei incontri gratuiti per le pmi

Il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile della Camera di Commercio, con l’organizzazione di Bergamo Sviluppo in collaborazione con il sistema associativo provinciale, propone un ciclo di sei incontri gratuiti per spronare le micro, piccole e medie imprese dei diversi comparti a sviluppare e approfondire l’utilizzo del web e delle tecnologie digitali. L’appuntamento è per una sera a settimana – dal 25 settembre al 28 ottobre, dalle ore 17 alle 20 -, con sessioni che focalizzano di volta in volta un tema specifico. Gli incontri si tengono nella Sala Consiglio del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (primo piano della ex Borsa Merci in via Petrarca 10 a Bergamo) e sono rivolti a imprenditori, collaboratori, responsabili di Mpmi.
Queste le date e gli argomenti: “Social media: quali sono e come possono essere utilizzati da una MPMI” (giovedì 25 settembre); “Il sito e il blog aziendale” (giovedì 2 ottobre); “Aumentare la propria visibilità e le opportunità d'affari grazie al web e alla multicanalità” (martedì 7 ottobre); “Il web marketing: come convertire in business le visite sul sito web” (martedì 14 ottobre); “Il cloud computing è davvero una miglioria in ambito organizzativo e di business?” (martedì 21 ottobre); “La mobile economy creerà benefici per il business?” (martedì 28 ottobre).
Per partecipare è necessario iscriversi sul sito http://www.bergamosviluppo.it (sezione news scorrevoli; i posti disponibili sono 33).




Abbigliamento e calzature, seminario su etichettatura e lotta alla contraffazione

“Come evitare sanzioni e prevenire rischi: l’etichettatura dei prodotti tessili, abbigliamento e calzature e la lotta alla contraffazione” è il titolo di un seminario rivolto a consumatori e commercianti promosso dalla Camera di Commercio di Bergamo e da Federazione Moda Italia, l’organizzazione di settore del sistema Confcommercio. L’evento è in programma lunedì 29 settembre nella Sala Giunta dell'Ente, in Largo Belotti 16, a partire dalle ore 10. Sarà aperto dai saluti del presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti e di Umberto Dolci, componente del Consiglio camerale in rappresentanza delle Associazioni dei Consumatori e degli Utenti. Seguiranno gli interventi di Massimo Torti, segretario generale di Federazione Moda Italia, che illustrerà il kit “Sos etichettatura” messo a punto dall’organizzazione e i 10 motivi per non comprare i prodotti falsi, e di Anna Maria Colitti, responsabile Servizio di Regolazione del Mercato, sulle attività di vigilanza del mercato in settori specifici da parte della Camera di Commercio di Bergamo. Al termine si darà spazio agli interventi dei partecipanti. La chiusura dei lavori è affidata ad Andrea Vendramin, dirigente della Camera di Commercio di Bergamo.
Ai partecipanti sarà consegnato il kit “Sos etichettatura-contraffazione”, realizzato nell’ambito del progetto regionale “Sportelli legalità delle Camere di Commercio lombarde”.