Assistenza sanitaria, Masec rilancia su servizi e collaborazioni

La crisi che continua a farsi sentire sui consumi (e sui commercianti) non risparmia la spesa sanitaria. Lo segnala con precisione anche la Masec, la mutua assistenza volontaria dell’Ascom, ha archiviato ancora un anno in flessione di iscritti, pur attenuando la fuoriuscita rispetto al passato. Gli associati alle formule tradizionali Valore, Sicurezza e Tranquillità presentano infatti un saldo passivo di una sessantina di unità tra nuovi soci e cessati, dato imputabile in larga parte alle difficoltà economiche del comparto.
Uno scenario che spinge sempre più alla ricerca di una svolta. «La situazione dell’economia bergamasca resta ancora problematica – ha ricordato il presidente della Masec e dell’Ascom Paolo Malvestiti nel corso dell’Assemblea annuale della mutua -. Le nostre aspettative di ripresa si sono arenate nel perdurare della crisi, che da congiunturale è ormai un fatto strutturale con il quale convivere. Come documentato dai dati dell’osservatorio camerale, se per l’industria, almeno per quella che si rivolge ai mercati internazionali, la produzione è già cresciuta, sono la domanda interna ed i consumi a restare debolissimi». «La pressione fiscale – ha aggiunto -, con l’ultima batosta delle cartelle della Tasi delle scorse settimane, resta altissima, in un momento nel quale il limitato reddito disponibile delle famiglie sta mortificando il consumo e quindi le vendite».
In un quadro così negativo, la Masec può comunque contare su un conto economico in pareggio e un bilancio solido da un punto di vista patrimoniale e finanziario. «Il bilancio di Masec dell’anno – ha illustrato il presidente – presenta un andamento economico in linea con quello degli anni precedenti, sia pur con un margine di gestione leggermente migliore per una contrazione delle spese. Abbiamo chiuso con un sostanziale pareggio tra costi e ricavi, grazie anche ai proventi finanziari derivanti dal patrimonio». La mutua è intervenuta in circa 1.800 richieste di rimborso di visite e ricoveri, con un erogato complessivo di oltre 150.000 euro. «La nostra mutua – ha evidenziato Malvestiti –, unica esperienza del mondo associazionistico bergamasco, è viva e solida e soprattutto pronta rispondere ai cambiamenti che la crisi sta purtroppo accelerando. Di fronte ai tagli nella sanità e al conseguente innalzamento dei costi a carico degli assistiti, diventa infatti sempre più strategico il ruolo dell’assistenza integrativa. Un dato di fondo da non dimenticare, ragione per la quale da qualche mese stiamo collaborando con le altre mutue lombarde del sistema Confcommercio, in particolare con l’ente mutuo di Milano, per cercare di capire come sta velocemente cambiando lo scenario socioeconomico ed in generale il mondo delle mutue private. Stiamo studiando i servizi offerti dalle realtà attive nel mondo associativo e riflettendo su quale strada possa essere più conveniente per favorire un processo di sviluppo, non escludendo nemmeno l’ipotesi di ripartire dal progetto della costituzione di un ente mutuo regionale, già oggetto di esame qualche anno fa».
Se quello di una riorganizzazione su scala più ampia è un obiettivo che richiede tempi più lunghi, per “dare una scossa” nell’immediato l’organizzazione sta mettendo a punto un nuovo prodotto, in grado di intercettare i bisogni dei nuovi e potenziali soci, integrando le proposte tradizionali. Si tratta del servizio Cardea, articolato in due formule. Cardea 1.1 agisce su versanti innovativi, perché oltre a garantire la copertura dei grandi interventi chirurgici prevede un assegno per l’assistenza a lungo termine (long term care), problema sempre più sentito, ma agisce anche sulla prevenzione con un pacchetto di test da effettuare a casa. Cardea 1.2 prevede invece un’indennità per i periodi di ingessatura, una diaria da convalescenza e un’integrazione alle formule tradizionali sui rimborsi per i ricoveri.




I ristoranti “Veg+”si presentano con un aperitivo in Città alta

L’Ascom e la Lav (Lega antivivisezione) di Bergamo sono state pioniere a livello nazionale del progetto Veg+, che ha sollecitato i ristoranti a proporre piatti e menù vegani, senza cioè l’utilizzo di alcun ingrediente di origine animale. Sono 15 le insegne di città e provincia che hanno accettato la sfida – seguendo un corso e mettendo a punto le proprie originali proposte – e che ora espongono il marchio “Qui si mangia anche Vegano 2014”. Per lanciare il circuito e far conoscere questo tipo di cucina, giovedì 24 luglio alle 19 è stato organizzato l’aperitivo “Veg+” nell’ambiente a cinque stelle del Relais San Lorenzo in piazza Mascheroni in Città alta, che aderisce al marchio. Si spazierà tra dry snack e finger food caldi e freddi con in più la possibilità di apprezzare il bel contesto ed reperti archeologici valorizzati dalla struttura. La partecipazione è aperta a tutti previa prenotazione alla Lav. Il costo è di 20 euro a persona e comprende due calici di prosecco. 




Alimentaristi, la San Lucio dà appuntamento a settembre

Dopo la passeggiata ecologica sul monte Poieto, la prossima iniziativa della Pia Unione sarà in alta Val Seriana

Dopo un mattino incerto, la “Passeggiata ecologica” della Pia Unione San Lucio è stata incorniciata da una bella giornata di sole, ingrediente fondamentale per il successo dell’iniziativa. Lo storico sodalizio tra i commercianti alimentari – che fa capo all’Ascom, è presieduto da Pierantonio Chiari e promuove momenti di incontro, confronto, svago e solidarietà – ha organizzato la scorsa domenica 6 luglio la propria tradizionale scampagnata sulle montagne bergamasche per rinsaldare lo spirito di gruppo all’insegna della natura, della buona tavola e della buona compagnia. L’iniziativa ha coinvolto anche 50 & Più Fenacom, l’associazione provinciale degli anziani del commercio guidata da Giuseppe Capurro. Confermando la meta dello scorso anno, la trentina di partecipanti si è ritrovata nella parrocchiale di Aviatico per la messa, per poi salire con la cabinovia al monte Poieto, a quota 1.400 metri, e pranzare all’omonimo resort. La comitiva si è intrattenuta piacevolmente fino a sera, tra passeggiate e tornei di carte. Per chi avesse perso l’occasione per passare una giornata con i colleghi o volesse invece replicare l’esperienza, la Pia Unione ha già pronto un bis. A settembre infatti organizzerà una gita in alta Valle Seriana, che darà anche l’opportunità di fare visita all’assistente spirituale Don Tarcisio Ferrari a Dorga.




Ambulanti e Coldiretti, appello ai Comuni per contrastare i finti produttori agricoli

In una lettera alle Amministrazioni comunali della Bergamasca, chiesti più controlli nei mercati

Fiva Ascom, Anva Confesercenti, e Coldiretti hanno chiesto alle Amministrazioni comunali di vigilare sulla presenza di “falsi” produttori agricoli nelle aree di mercato. In una lettera indirizzata ai sindaci e agli assessori al Commercio della Bergamasca, le associazioni ribadiscono i passaggi fondamentali della normativa vigente, in modo da facilitare le operazioni di controllo e porre un freno a quello che le associazioni definiscono “il fastidioso fenomeno dei finti produttori che danneggia sia gli ambulanti sia i veri produttori”.
Insomma, va benissimo che i contadini vendano direttamente i loro prodotti, purché siano veramente tali. Anche a tutela dello stesso consumatore, che non merita prese in giro. Nulla di tutto questo ha a che fare con i “Farmers market” – sottolineano le associazioni scriventi – che sono realtà disciplinate e sottoposte a regole rigide: la genuinità dei loro prodotti è assicurata.
L’obiettivo, semmai, è colpire i “furbi” che fanno concorrenza sleale. Con questa finalità, Anva, Fiva e Coldiretti avanzano alcune proposte alle amministrazioni comunali.
“Come prima cosa – scrivono – pensiamo che possa essere utile alle Amministrazioni chiedere ai produttori, in fase di richiesta di concessione di posteggio all’interno dell’area mercato, il “fascicolo aziendale”: trattasi di una sorta di “carta d’identità” dell’impresa attraverso il quale si evincono le caratteristiche dell’azienda e l’indirizzo produttivo. Potremmo paragonare tale documento alla Carta d’Esercizio che ogni ambulante deve produrre in fase di controlli”.
“In seconda battuta confermiamo l’obbligo per tutte le imprese agricole, anche quelle con fatturato inferiore ai 7mila euro, che per fare vendita su area pubblica devono essere obbligatoriamente iscritte alla Camera di commercio. In questo caso si potrebbe chiedere, sempre in fase di richiesta di concessione di posteggio anche una semplice visura Camerale”.
Infine, le associazioni ribadiscono l’obbligo dello scontrino: solo le aziende che adottano il regime IVA speciale agricolo non hanno questo obbligo per i prodotti di provenienza aziendale. Tali aziende sono comunque tenute all’annotazione delle cessioni dei propri prodotti effettuati nei confronti di privati nel registro dei corrispettivi.




Ict, aumentato l’“equo compenso”. «A farne le spese è la distribuzione»

Aumentate le quote del diritto d'autore per la copia privata, prevista per tutti i dispositivi elettronici in grado di memorizzare dati, come computer, smartphone, tablet e tv. Confcommercio: «Un onere non giustificato perché oggi le modalità di fruizione sono cambiate. Colpito l'anello più debole della filiera»

Al momento della sua introduzione aveva scatenato le proteste dei produttori e distributori Ict e dei consumatori. Ora, l’aggiornamento delle quote per l’equo compenso per la copia privata le rinnova, sottolineando ancora una volta numerose incongruenze nella misura.
Innanzitutto di cosa si tratta. L’equo compenso è una royalty che produttori e importatori devono versare alla Siae per “risarcire” gli autori dei mancati introiti derivanti dalle copie per uso privato, in pratica il prezzo che i cittadini pagano per copiare ed utilizzare legittimamente musica, video e film coperti da copyright. Poco noto ai fruitori, l’equo compenso era già applicato sulle ormai vetuste audio e video cassette, sugli apparecchi di registrazione, sui Cd e Dvd vergini e sui masterizzatori. A fine 2009 un decreto del ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi ne rideterminava l’entità e lo estendeva a tutti i dispositivi elettronici in grado di memorizzare, e quindi telefonini, pc, chiavette usb o, un’evoluzione dopo l’altra, smartphone e tablet. Dal 7 luglio scorso sono entrate in vigore le nuove tariffe (era previsto un rinnovo dopo tre anni), aggiornate con un decreto del ministro Dario Franceschini.
I valori crescono decisamente, anche perché sono modulati in base alla capacità di memoria. Si passa così dagli 0,90 euro (smartphone) o 1,90 euro (tablet) del 2009 ad un minimo di 3 euro per dispositivi fino ad 8 Gb e un massimo di 5,20 euro oltre i 32 Gb. Il ministro ha tenuto a precisare che si tratta dell’applicazione di una norma vigente e rimarcato la distanza con le tariffe di altri Paesi europei come Francia e Germania, dove per uno smartphone da 16 Gb si pagano 8 euro (Francia) e 36 euro (Germania) e per un tablet, sempre da 16 Gb, 8,40 euro (Francia) e 15,18 euro (Germania). Franceschini ha inoltre evidenziato che il decreto implica un automatico incremento dei prezzi di vendita al pubblico.
Rassicurazioni che non hanno avuto effetto su chi produce e vende gli apparecchi. Nel sistema Confcommercio una posizione comune hanno espresso le diverse associazioni di categoria interessate dal provvedimento, Aires (retailer elettrodomestici specializzati), Ancra (commercio degli elettrodomestici e dell’elettronica di consumo), Andec (importatori e produttori di elettronica civile), Ascofoto, Assintel (imprese Ict), Assoprovider e Comufficio. Le organizzazioni, «pur condividendo pienamente il principio per cui i titolari di diritti d’autore devono essere remunerati per l’utilizzo legittimo delle opere di loro titolarità», ritengono «che una tale decisione costituisca non solo un onere non giustificato, viste le mutate condizioni di fruizione di audio e video nella rete che – basti considerare YouTube – garantiscono con altri mezzi ingenti proventi all’industria musicale e agli autori, ma anche fortemente penalizzante per quei segmenti imprenditoriali che possono garantire sviluppo per l’intero sistema dell’industria culturale. Infatti, la misura, che, come rilevato dallo stesso ministro Franceschini, non graverà sui consumatori, finisce con il penalizzare il solo canale distributivo italiano, vero anello debole della filiera rispetto alle grandi multinazionali straniere produttrici di elettronica, accentuando inoltre ulteriormente la disparità di trattamento con competitor residenti in paesi in cui quest’onere non esiste e che già operano nel mercato elettronico con un vantaggio competitivo dovuto a regimi fiscali di favore».
Con le ulteriori puntualizzazioni dell’Andec, che giudica «discutibili e fuorvianti» due affermazioni del ministro. «Che le nuove risorse serviranno a promuovere esordienti e opere prime, quando è noto che il gettito premia soprattutto le major internazionali e i “big” dello star system – rileva l’Andec -. O anche la negazione che si tratti di una “tassa sui telefonini”, quando poi qualunque smartphone, indipendentemente dalla capacità di memoria e soprattutto dall’uso che ne fa il consumatore finale, verrà assoggettato alla fonte da un costo aggiuntivo pari a 4 euro, applicando cioè esattamente la stessa “logica” delle tasse».
L’associazione di consumatori Altroconsumo ha addirittura avviato una petizione e un’azione presso il Tar per l’annullamento «di questo decreto illogico, illegittimo, contrario agli interessi dei consumatori e contro lo sviluppo dell’innovazione tecnologica». Un meccanismo «obsoleto e ingiusto», in primis perché chi acquista musica e film legalmente da piattaforme online paga già a monte i diritti d’autore per poterne fruire – e fare copie – su un certo numero di supporti. Tassare le memorie – è l’esempio emerso durante il dibattito sulla questione – sarebbe un po’ come tassare gli scaffali su cui un tempo si riponevano vinili, cd e musicassette regolarmente acquistate, e per di più imporre il balzello anche se su quei mobili si decide di piazzarci tutt’altro, vasi, soprammobili o peluche. E che l’utilizzo della copia privata non sia così diffuso lo dice un’indagine commissionata dal precedente ministro Massimo Bray. Si va infatti verso il concetto di fruizione piuttosto che di possesso di un brano musicale o di un video. «Questa indagine – ricorda Altroconsumo – ha dimostrato che solo il 13% dei consumatori fa effettivamente copie private e di questi solo un terzo usa smartphone e tablet per archiviarle, per cui se proprio deve essere aggiornato l’equo compenso va sensibilmente ridotto e non aumentato di cinque volte come ha preteso la Siae». Anche sul confronto con gli altri Paesi l’associazione tiene a precisare che l’equo compenso per copia privata è oggetto di revisione nel più ampio dibattito sulla riforma della Direttiva sul Copyright e, che accanto a Stati in cui è presente e con valori più alti che in Italia, ce ne sono altri dove non si è mai pagato nulla, come nel Regno Unito, o che lo hanno da poco eliminato, come la Spagna.

I nuovi valori
(in vigore dal 7 luglio)

DISPOSITIVO

COMPENSO

smartphone

e tablet

(quelli da 32 GB)

di registrazione

computer

telefonini

non smartphone

hard disk

schede di memoria

chiavette usb

 




Ascom, gli uffici traslocano all’ex Una Hotel 

È ormai entrato nel vivo il piano di trasferimento della sede di Bergamo dell’Ascom, che ha richiesto un imponente lavoro per l’organizzazione in ogni aspetto della logistica e dell’adattamento della struttura alle esigenze dell’associazione.
Gli uffici di via Borgo Palazzo saranno chiusi al pubblico da lunedì 11 a venerdì 29 agosto e riapriranno con i consueti orari lunedì primo settembre nell’ex Una Hotel, in via Borgo Palazzo 154 (con ingresso da via Giovanni Caboto).
«La scelta è ricaduta sugli spazi lasciati liberi dell’Una Hotel sia per la vicinanza alla sede dell’Associazione, che sarà completamente ristrutturata, sia perché la ex struttura alberghiera rispetta tutti i contenuti di sicurezza e accessibilità necessari per ospitare i quasi 70 dipendenti e le centinaia di associati che ogni giorno si rivolgono ai nostri uffici – spiega il presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti -. La disponibilità dei locali che ospitarono l’Una Hotel ci hanno garantito di ottenere un canone di affitto buono e di ridurre allo stesso tempo al minimo i disagi legati ai lavori di ristrutturazione, i cui tempi grazie al trasloco saranno accorciati. Contiamo infatti di inaugurare la nuova sede nell’arco di 18-24 mesi».
«La ristrutturazione della storica sede, resa necessaria e improcrastinabile data l’urgenza di rivedere gli impianti generali ormai datati, rappresenta l’occasione per una revisione funzionale di tutti i servizi associativi – anticipa il direttore Luigi Trigona -. Nella sede provvisoria Ascom sarà creata un’area accoglienza e marketing unica per indirizzare al meglio le esigenze di ogni socio, un’area operativa di assistenza tecnica e amministrativa oltre ai servizi di contabilità. La ristrutturazione coinvolgerà anche il personale, motivato in questa importante fase in un percorso di crescita individuale. Le risorse umane che da sempre rappresentano il valore aggiunto dell’Ascom saranno coinvolte in percorsi formativi mirati che porteranno ad un’ulteriore crescita e qualificazione professionale».
Dopo la ristrutturazione la sede Ascom sarà ancora più grande grazie all’acquisizione di nuovi spazi al pian terreno e al piano seminterrato: «I servizi di accoglienza e assistenza ai soci saranno unificati, raddoppieranno gli spazi dedicati alle riunioni e alla formazione e anche quelli destinati all’archivio, saranno inoltre accorpate le aree della Comunicazione e Immagine dell’Associazione. I nuovi spazi, dove aveva sede parte della filiale della Banca Popolare di Bergamo, consentiranno di unire anche dal punto di vista logistico e strutturale tutti gli uffici associativi, eccezion fatta per 50 & Più, che manterrà l’ingresso laterale – evidenzia il presidente Paolo Malvestiti -. La sede sarà un concentrato di innovazione e tecnologia e renderà ancora più saldo il legame con il territorio assicurando agli associati nuovi servizi e un’assistenza personalizzata». 




Camere di Commercio: «Sì alla riforma, no allo smantellamento»

La previsione di un dimezzamento dei diritti camerali a partire dal 2015, contenuta nel decreto di riforma della Pubblica Amministrazione, rappresenta di fatto il primo passo verso lo “smantellamento” del sistema delle Camere di Commercio che, in questi anni, è stato un esempio di come un ente pubblico gestito direttamente dal mondo delle imprese possa valorizzare le attività economiche dei territori, anche in ambito internazionale, in maniera efficiente e trasparente. Invece, la strada intrapresa dal Governo, non solo costringerebbe tante Camere di Commercio a chiudere i battenti, ma metterebbe anche a rischio gli equilibri economici di tanti territori e procurerebbe un ulteriore danno al sistema delle pmi.
Cancellare le Camere e redistribuirne le funzioni ad enti locali, uffici periferici dello Stato o addirittura ad Agenzie di nuova costituzione comporterebbe non solo un costo per le finanze pubbliche, ma farebbe anche venir meno tutta una serie di attività volte alla promozione delle economie locali e priverebbe le imprese di un sostegno concreto e continuo in termini di servizi e di attività di coordinamento e confronto delle varie rappresentanze.
Sostegno confermato, peraltro, da una recente indagine di Confcommercio, secondo la quale più del 75% delle imprese del terziario sono soddisfatte dei servizi di supporto che ricevono dalle Camere di Commercio, il 70% considera il sistema camerale un ente necessario per l’economia del territorio e una percentuale analoga (il 69%) giudica soddisfacenti i servizi complessivamente erogati a fronte del diritto camerale versato. Per questo motivo Confcommercio ha mobilitato tutte le strutture confederali, Associazioni territoriali e Federazioni, per promuovere una vera e propria campagna di informazione sui danni che la strada intrapresa dal Governo produrrà e sulla necessità di avviare un’azione di riforma complessiva del sistema camerale. A partire dalla ridefinizione del perimetro delle attività presidiate, ad esempio razionalizzando i servizi erogati e rafforzando il ruolo di supporto alle imprese soprattutto per favorire l’accesso al credito; da una razionalizzazione dell’articolazione territoriale basata non su confini amministrativi (una camera per ogni Regione) ma su criteri di omogeneità dei bacini di utenza; dalla riduzione e razionalizzazione delle Aziende Speciali avviando anche un processo di dismissioni degli asset non funzionali al ruolo delle Camere, per liberare risorse a sostegno delle imprese e delle economie territoriali. Confcommercio auspica che la riforma preveda che le risorse attribuite al sistema camerale siano adeguate ai nuovi assetti organizzativi e funzionali attraverso un percorso triennale di rimodulazione del contributo camerale.




Credito: crescita e governance le nuove scommesse di Asconfidi

Gli esami per Asconfidi Lombardia non finiscono mai nonostante la carriera scolastica modello. Dopo l’ingresso nel novero degli intermediari vigilati ex 107 conseguito nei mesi scorsi, il Confidi è chiamato a fare un ulteriore passo avanti diventando un intermediario ancora più qualificato, oltre che a rivedere la propria governance, aprendo le porte ad altre cooperative di garanzia.
Sono questi alcuni dei temi al centro dell’incontro formativo organizzato dalla Fogalco, la cooperativa di garanzia dell’Ascom, tra i soci fondatori dell’organismo di secondo livello. “La garanzia collettiva in Lombardia, sostegno pubblico e scenari evolutivi”, il tema del confronto che venerdì scorso, nella sede dell’Università di Bergamo in via Salvecchio, ha coinvolto cento rappresentanti del sistema Asconfidi Lombardia dei 13 confidi soci. «Asconfidi Lombardia aggrega un terzo dei soggetti che operano in regione e sin dalla sua costituzione offre una risposta organizzativa che garantisce l’autonomia di ogni Cooperativa di Garanzia associata – sottolinea il presidente del Consiglio di Gestione Enzo Ceciliani -. La strada che abbiamo intrapreso finora si è rivelata un modello competitivo: ora Asconfidi deve crescere ancora e allargare il numero dei Confidi soci. A breve entrerà nel nostro sistema Lia Eurofidi, cui manca solo la formalizzazione dell’adesione dopo mesi di confronto e condivisione, mentre Cofal di Confagricoltura ha mostrato interesse a far parte della nostra realtà».
La scelta di allargare il numero delle Cooperative di Garanzia associate risponde alla volontà della Regione, su indicazione della Banca d’Italia, di promuovere l’aggregazione tra Confidi nell’ottica di migliorare e dare efficienza all’intera filiera del credito lombarda. Per raggiungere l’obiettivo e per indirizzare gli interventi pubblici promuovendo un sistema di garanzia sostenibile, il recente rapporto Due Diligence di Federfidi Lombardia ha passato ai raggi X la situazione gestionale e patrimoniale dei Consorzi fidi, andando a premiare e irrobustire i fondi dei Confidi che hanno dato prova della loro efficacia di gestione: «Non possiamo che apprezzare la logica meritocratica che indirizza gli investimenti pubblici, che in passato hanno favorito anche chi ha incrinato il rapporto tra patrimonio e monte di garanzia – continua Ceciliani -. L’analisi condotta ha restituito un quadro di eccessiva frammentazione del sistema, oltre ad un deterioramento del portafoglio molte pesante determinato dalla crisi e dalla crescita delle insolvenze. In questo contesto, Asconfidi ha dato prova dell’efficacia della sua gestione e della responsabilità che guida ogni scelta per fornire buon credito alle imprese».
La razionalizzazione della filiera del credito lanciata su indicazione della Banca d’Italia impone ai Confidi una revisione del loro modello organizzativo e della governance. «Sarà questa la sfida che dovremo affrontare come Asconfidi nei prossimi mesi – afferma Ceciliani -. Non è sufficiente allargare le adesioni per creare un’organizzazione più grande, occorrono grandi cambiamenti nei modelli organizzativi. Ora, raggiunti gli obiettivi e i volumi imposti dall’ex 107, dobbiamo qualificare ulteriormente la garanzia e rafforzare la nostra struttura fino ad ottenere i requisiti ex 106. Un obiettivo ambizioso che contiamo di conseguire entro la prossima primavera».
Carlo Albergo Panigo, presidente del Consiglio di Sorveglianza, ha sottolineato la difficoltà del momento: «Il credito è oggi come non mai un tema vitale per le imprese che hanno ormai hanno prosciugato i loro risparmi – ricorda -. La stretta creditizia rende ormai difficile accompagnare le imprese ad ottenere finanziamenti anche di importo limitato. In questo contesto di crescente criticità, l’impostazione della Banca d’Italia impone una nuova evoluzione di Asconfidi Lombardia che concentrerà tutte le nostre energie. Non si fa a tempo a raggiungere un traguardo importante, come l’iscrizione ex 107, che si fissa una nuova e ambiziosa meta all’orizzonte. I prossimi mesi saranno dedicati a rimodellare la nostra struttura per innalzare ulteriormente il volume garantito e rendere la nostra garanzia ancora più qualificata. La scelta impone dei sacrifici, ma anche una maggiore qualificazione professionale e un ulteriore rafforzamento della nostra struttura». 




Parte da Gandino la sfida a Groupon e Amazon

Non soffrono la crisi gli acquisti che avvengono su internet. L'ultima novità commerciale nella Bergamasca si chiama “Il Gruppone”. Il sito di e-commerce è sbarcato sul mercato on line lo scorso giugno ed è presente come negozio su E-bay. Spazia tra moltissimi articoli, dal comparto giochi agli arredi e alla biancheria per la casa, dal settore fitness e tempo libero all'abbigliamento fino all'elettronica e alla vendita di olio e vino. Entro fine luglio vedrà la luce anche una nuova iniziativa: saranno disponibili anche i coupon che offriranno sconti in negozi, attività e esercizi di ristorazione. Il modello sono i famosi “Groupon” e “Amazon”. Il bacino d'utenza punta al territorio orobico. A ideare la moderna impresa on line è un ragioniere 24enne di Gandino, Giulio Caccia, che ne è l'amministratore delegato. I suoi soci sono Denis Servalli, ingegnere informatico che ha curato il progetto web, i fratelli Franco e Fabio Ongaro e Claudio Tomasini. Testimonial, il cantante Roberto Picinali, in arte “Cato”, originario di Gandino, che ha appena pubblicato l'omonimo album. Basta dare un occhio al loro sito, www.ilgruppone.it, per capire che i ragazzi fanno sul serio. E combattono la crisi con creatività e idee all'avanguardia.
Giulio, come nasce Il Gruppone?
“Ho cominciato a comprare on line quando avevo 14 anni e mi sono appassionato al punto da farne una professione. Ricordo ancora l'emozione per il mio primo acquisto: un televisore portatile da mettere sull'Ape. E-bay mi ha aperto le porte di un mondo nuovo. Non è sempre stato facile, all'inizio mi è anche capitato di prendere alcune fregature. Ma poi il servizio è migliorato. Oggi ci sono garanzie a tutela dei consumatori e, come nel nostro caso, assicurazioni facoltative, anche se difficilmente i prodotti arrivano rotti o deteriorati”.
Come funziona il commercio elettronico?
“Nel nostro sito puoi trovare oltre 3mila articoli. Come nel mondo reale, tutto è suddiviso per categorie. Vendiamo soprattutto giochi, quindi ping pong, calcio balilla, tavoli da biliardo, altalene, scivoli, torrette, castelli e giostrine. Ci sono, poi, poltrone per il relax, cinture, borse, spesso griffate, orologi. La provenienza è quasi esclusivamente italiana e, quindi, di qualità. Ci sono le vetrine con le offerte della settimana, il mese dedicato a un oggetto in particolare, la sezione ultimi arrivi. I clienti possono venire a ritirare la merce scelta direttamente nel nostro magazzino all'ingrosso oppure spediamo in tutta Italia entro 24 ore. La tariffa unica è di 7,90 euro. La consegna avviene entro le 48 ore e c'è la tracciabilità del percorso”.
Tra pochi giorni sbarcate sul web anche con i coupon, unica impresa di questo tipo nella bergamasca. Di cosa si tratta?
“E' tutto pronto, stiamo definendo il progetto nei dettagli e questa settimana parte la campagna pubblicitaria a tappeto in tutto il territorio. Sono 200 gli esercizi commerciali già coinvolti, che hanno mostrato interesse verso l'iniziativa. Ce n'è per tutti i gusti: si va dalla pizzeria al parrucchiere, dall'estetista e dal centro benessere alla palestra, dal meccanico e dal gommista a hotel e negozi di abbigliamento. I clienti acquistano un servizio on line, un menù o un pacchetto scontato. Il prezzo scende almeno del  35 per cento (inclusa la nostra provvigione). “Groupon” e “Amazon” riescono a strappare offerte più vantaggiose, ma non volevamo strozzare il commerciante, semmai aiutarlo in un momento non facile per l'economia e le tasche degli italiani. Poi arriva una mail con un codice, che deve essere stampata e portata nell'attività o negozio scelto”.
Il settore on line non risente della crisi, alla pari di quello tradizionale?
“Assolutamente no. Le nostre vendite, in questo periodo di rodaggio, sono andate molto bene. Siamo presenti sui social network e i click sul sito www.ilgruppone.it hanno superato i 6mila al mese. Le vendite, nel mondo virtuale, volano. Rispetto ai canali classici sono raddoppiate. Il merito va alla velocità delle spedizioni, al miglioramento dei servizi pre e post vendita. Spesso si è anche spinti alla caccia all'affare o al pezzo introvabile. Credo, però, che il vero punto forte del commercio elettronico sia la fidelizzazione del cliente, che la ottieni soltanto se garantisci un servizio eccellente. Visiti il sito, acquisti e, se soddisfatto, prendi confidenza e continuerai a comprare e a spargere la parola diventando a tua volta testimonial”.
Chi volesse aderire, come deve fare?
“Chiunque fosse interessato può inviare una mail a info@ilgruppone.it. Valuteremo ogni richiesta”.
Quali sono i vostri progetti?
“Nei prossimi mesi contiamo di aumentare la gamma di prodotti. Sarebbe perfetto se sul nostro sito si potesse acquistare o richiedere qualsiasi oggetto. Ma resta un punto fermo: ci concentriamo sul territorio bergamasco”. 




Valvole per l’industria, a Bergamo i big mondiali

Anche nel 2013 l’Italia ha mantenuto il primato mondiale nella produzione ed esportazione di valvole destinate all’industria impiantistica energetica (oil & gas, petrolchimica, chimica e produzione di energia elettrica da fonti fossili). Con una produzione stimata in circa 4 miliardi di euro, l’export italiano – del solo settore dedicato all’estrazione, alla raffinazione e distribuzione di gas e petrolio e prodotti derivati – ha raggiunto alla fine dello scorso anno la cifra di 2,8 miliardi di euro che rappresenta, rispetto alla domanda mondiale del settore una percentuale pari al 23.
In pratica, quasi una valvola su 4, esportata ed installata nel mondo, nei settori On-shore e Off-shore, è made in Italy.
Un risultato di eccellenza per la nostra industria manifatturiera, che continua ad essere apprezzato dalla maggior parte degli International Oil Companies e dai principali Engineering, Procurement and Construction operanti in campo mondiale.
Se l’Italia è quindi a ragion veduta leader mondiale nella produzione di valvole industriali, è un fatto più che positivo la prima IndustrialValveSummit, manifestazione internazionale dedicata al settore delle valvole industriali e alla relativa filiera, in programma a Bergamo il 27 e il 28 maggio 2015.
Un’occasione unica di confronto tra eccellenze globali con focus sui comparti Power e Oil&Gas Upstreaming. L’appuntamento, a cadenza biennale, si propone come nuovo riferimento per tutte le novità in ambito produttivo e applicativo ed è reso possibile dall'impegno di
Confindustria Bergamo e dell' Ente Fiera Promoberg, che in collaborazione con la Commissione Europea, organizzeranno l'evento negli spazi espositivi della Fiera di Bergamo chiamando a raccolta produttori, end user, studi di progettazione e tecnici specializzati da tutto il mondo.
Sulla base di un’approfondita analisi di scenario, che ha avallato la visione dei promotori, l' IndustrialValveSummit prende forma nella consapevolezza del livello produttivo del manifatturiero italiano nel contesto delle valvole industriali, e dalla volontà di promuoverne il valore e le soluzioni. IVS non rappresenterà solo un evento fieristico, ma anche e soprattutto un simposio tecnico-scientifico d’eccellenza.
Progetti, processi, prodotti di alta gamma, ma soprattutto soluzioni e applicazioni industriali in ambito di Power e Oil&Gas Upstreaming saranno il cuore pulsante dell’evento. Per agevolare il confronto tra domanda ed offerta, e incentivare concretamente le occasioni di business per le aziende partecipanti, Confindustria Bergamo e Promoberg hanno previsto incontri diretti con le delegazioni dei mercati esteri emergenti di maggiore interesse.
Tra gli espositori saranno presenti produttori di attuatori, riduttori, guarnizioni e verniciature, fornitori di fusioni, forgiatori e sviluppatori di impianti prova.
Di grande valore viene considerato anche l’aspetto congressuale e formativo: conferenze, seminari, laboratori e workshop dedicati ai tecnici, con riconoscimento di crediti formativi, spazieranno dagli aspetti normativi a quelli finanziari, ponendo ovviamente l’accento anche sugli approfondimenti di processo.
L' IVS sarà infine lo scenario anche per il lancio di Valve Academy, un progetto di formazione internazionale destinato a creare, grazie al contributo di aziende leader, competenze specialistiche per tutte le figure tecniche del settore su tematiche di rilevanza (compatibilità dei materiali, longlife learning program dedicato ai sistemi di tenuta delle valvole). Le prime sessioni  formative della Valve Academy si terranno durante la manifestazione.