Pos, l’obbligo slitta al 30 giugno 

L’Aula del Senato ha approvato l’emendamento della Commissione Affari Costituzionali al Dl milleproroghe che sposta al 30 giugno 2014 l’obbligo per commercianti e professionisti di accettare pagamenti con carte di debito per le transazioni sopra i 30 euro. Lo slittamento, si legge nell’emendamento, viene previsto «al fine di consentire alla platea degli interessati di adeguarsi all’obbligo di dotarsi di Pos». Il decreto è stato approvato con 134 voti a favore, 60 contrari e 36 astenuti. Il testo passa ora alla Camera. La data del 30 giugno è l’ennesima di un “balletto” che dal primo gennaio di quest’anno – quando sarebbe dovuto entrare in vigore l’obbligo secondo il decreto Sviluppo bis del 2012 che lo aveva istituito – tiene in allerta imprese e professionisti. Una nuova scadenza era stata infatti fissata per il 28 marzo (dal DM 24 gennaio 2014) prevedendo anche una fase transitoria – fino al 30 giugno 2014 – nella quale erano assoggettati all’obbligo soltanto i professionisti e le imprese che, nell’anno precedente a quello in cui è effettuato il pagamento, avessero fatturato più di 200mila euro. Ora, con la proroga varata dal Senato, tale fase transitoria viene a cadere. Quindi, nel momento in cui l’obbligo di Pos entrerà in vigore (30 giugno 2014) riguarderà tutte le imprese e i professionisti, senza limiti minimi di fatturato. A meno che non arrivi un successivo decreto attuativo, previsto entro la fine di giugno 2014 dallo stesso DM 24 gennaio 2014, a modificare i limiti minimi di importi e fatturato, oltre che ad estendere il campo ad ulteriori strumenti di pagamento elettronici, anche mobili.  
Intanto la Confcommercio «esprime la propria soddisfazione per un provvedimento che tiene conto delle esigenze dalla vasta platea degli operatori interessati all’obbligo di dotarsi di Pos». «Per il nostro sistema d’imprese – sottolinea la Confederazione – è di assoluta importanza l’adozione di criteri di gradualità e sostenibilità in relazione agli effetti, agli oneri ed al rilevante numero di soggetti coinvolti. Ed è fondamentale che tale principio venga ulteriormente ribadito nelle norme attuative che dovranno essere emanate dal Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell’economia e delle finanze per disciplinare gli importi minimi, le modalità ed i termini applicativi dei nuovi obblighi». Confcommercio ritiene che «la modernizzazione del sistema dei pagamenti nel nostro Paese continui a rappresentare un importante obiettivo per il miglioramento delle condizioni di efficienza dell’intero sistema economico, ma è fondamentale che costi ed oneri della moneta elettronica non vadano ulteriormente a gravare sulle imprese, già fortemente penalizzate dalla perdurante crisi economica».




Commercio da rivitalizzare, ora tocca ai quartieri

Nuovi contributi per chi apre attività commerciali e artigianali in aree della città da rivitalizzare. Il Comune di Bergamo ha emanato un quinto bando che, sulla scorta delle precedenti iniziative, mette a disposizione fino a 15mila euro per attività economiche che si insedieranno in zone individuate come carenti. La mappa è tracciata con precisione. Si tratta dei quartieri di Longuelo, Grumello al Piano e Celadina (tutte novità rispetto al quarto bando, che contemplava invece il Villaggio degli Sposi) e delle vie Pignolo, Bonomelli, Quarenghi, San Bernardino (nel tratto compreso tra le intersezioni con largo Cinque Vie e via Previtali) e Moroni, già presenti nell’edizione precedente, alle quali si aggiungono le vie San Giovanni, Verdi (parte alta, zona Caserma Montelungo), Locatelli e Zelasco. Anche le tipologie di offerta sono fissate e riguardano essenzialmente servizi di vicinato, antichi mestieri e gallerie d’arte e antiquariato. Rispetto al passato vengono inserite le attività di fotografo e di riparazione di elettrodomestici, le librerie, le erboristerie e i negozi di modellismo. Possono presentare richiesta coloro che siano intenzionati ad avviare una nuova attività commerciale o artigianale nelle aree indicate, mentre sono esclusi i soggetti che subentrano ad un’attività già esistente oppure coloro che, alla data di pubblicazione dell’esito della procedura di selezione, risultano avere già avviato una nuova attività. Il contributo per ogni attività è pari al 50% degli investimenti previsti e documentati, fino ad un massimo di 15mila euro. Non sono ammesse richieste di contributo per investimenti il cui ammontare minimo sia inferiore a 15mila euro. I contributi dovranno essere utilizzati per supportare le spese riconducibili alla creazione della nuova attività. La domanda deve essere presentata entro le ore 12,30 del 15 aprile 2014 (moduli e dettagli sul sito del Comune, www.comune.bergamo.it)
I quattro precedenti bandi hanno portato all’assegnazione di contributi per sette attività (una con la prima edizione, una con la seconda e cinque con la quarta). Via Pignolo, la parte alta di via San Bernardino, via Paglia e il Villaggio degli Sposi le aree interessate dalle nuove aperture. 




Trigona: «L’Expo occasione per rilanciare anche l’enogastronomia bergamasca»

L’Expo 2015 sarà una vetrina importante per Bergamo visto che si trova a soli 45 chilometri da Milano. Si prevede che circa 8 milioni di visitatori atterreranno tra Orio e Linate e la Bergamasca da sola è pronta ad accogliere tra i 5 e i 6 milioni di turisti. Come vi preparate all’evento?
“Anche se l’esposizione 2015 si terrà a Milano, con grandi padiglioni e 140 Stati aderenti, prevediamo che molti turisti si riverseranno nel nostro territorio e in altre province della Lombardia. Per questo la Bergamasca deve diventare sempre più un luogo bello da vivere e da visitare e il turismo dev’essere una delle componenti strategiche per il futuro del territorio. Il nostro è stato per anni un mondo chiuso, con una vocazione prevalentemente manifatturiera. Ora il nostro intento è quello di trasformare Bergamo in meglio, senza tuttavia abbandonare le tradizioni produttive che lo hanno contraddistinto per anni”.
A partire da questo primo numero del 2014 di The Key to Bergamo, l’Expo ha deciso di patrocinare tutti i servizi che parlano dell’eccellenza dei prodotti tipici bergamaschi. Una bella soddisfazione…
“Certo, anche perché il brand dell’Expo non viene mica dato a tutti. Per la prima volta l’esposizione universale, in collaborazione con la cabina di regia che si trova in Camera di commercio, ci ha dato l’ok per utilizzare il suo marchio per le iniziative di Turismo Bergamo. Siamo passati a un vaglio molto selettivo. Soltanto dopo una serie di attente valutazioni della nostra programmazione, ci è stato dato il consenso per usare il brand dell’Expo che, essendo un marchio internazionale, dev’essere utilizzato con intelligenza onde evitare problemi di percorso. Quando si muove l’Expo noi diventiamo attuatori dei suoi programmi, piuttosto che la regia, perché l’esposizione universale ha una visione unitaria e tutti i pezzi che la valorizzano devono essere armonici”.
The Key to Bergamo contiene alcune novità che la collegano al tema principe dell’Expo 2015, “Nutrire il pianeta”. Non a caso nel nuovo numero si punta su uno dei piatti forti del territorio orobico, la polenta taragna.
“Noi abbiamo delle grandi bellezze ambientali, artistiche, culturali, ma un aspetto su cui oggi dobbiamo puntare molto è la cultura eno-gastronomica. Come non pensare a un mezzo come Key to Bergamo per far conoscere e divulgare queste eccellenze bergamasche? Dobbiamo fare leva su ciò che abbiamo di più suggestivo da offrire al turista”.
Anche i distretti commerciali orobici giocheranno un ruolo strategico in vista dell’Expo?
“I 28 distretti del commercio rappresentano uno strumento per rilanciare il commercio in città e nei 130 comuni della provincia, soprattutto in vista dell’arrivo a Bergamo, tra il 19 e il 21 febbraio, dei delegati di 70 paesi cluster che parteciperanno all’esposizione universale”.
Chi collabora a The Key to Bergamo?
“Il giornalista Pino Capellini è il nostro direttore responsabile. Le altre persone che collaborano alla rivista sono tutte giovani e dinamiche. Io credo che il nostro compito sia quello di essere ispiratori di cose giovani, ma sono poi i giovani che le devono costruire, l’interpretazione della realtà va fatta da loro. Laura Landi, per esempio, è responsabile dell’ufficio comunicazione: è una giovane manager che sta lavorando bene per la realizzazione dei contenuti di questa rivista. Ma ci sono anche le altre ragazze “key expert”, ovvero  Arianna, Francesca, Elena e Sara, che con le loro competenze in ambito culturale, sportivo ed enogastronomico sapranno soddisfare le richieste di tutti i turisti in transito all’aeroporto di Orio e all’Urban center”.
La rivista sarà anche online?
“La rivista si potrà sfogliare sul sito di Turismo Bergamo, e finirà su tutti i social network, da Facebook a Twitter. Il marketing territoriale verrà fatto per il 70% solo via web, quindi l’impiego di internet sarà predominante”.
Perché non avete puntato solo sui nuovi media, quindi?
“Certamente il futuro è sul web e molti preannunciano la fine dei giornali cartacei a vantaggio di internet. Per esigenze comprensibili, però, l’Expo ha richiesto di fare una duplice versione, cartacea e telematica, in modo da poter distribuire Key to Bergamo in vari punti turistici strategici”.
Non avete pensato di distribuire la rivista anche a compagnie aeree come Ryanair, per esempio?
“Sì, ma il problema è che compagnie come Ryanair, che rendono i voli accessibili a tutti con le loro tariffe low cost, devono guadagnare sul resto. Quindi anche per far fruire una rivista come la nostra sui loro aerei bisognerebbe pagare e per noi adesso è dura”.




Fipe: «Il contratto tenga conto della fase critica delle aziende»

nella foto: Silvio Moretti 

Silvio Moretti, direttore delle Relazioni sindacali e formazione di FIPE, affronta il tema lavoro, tra poche luci e molte ombre, dal bilancio più che negativo della Riforma Fornero agli ostacoli che frenano il ricorso all’apprendistato. Non manca uno sguardo in prospettiva, a partire dalle azioni che vanno intraprese per supportare le imprese del settore  e un commento al Jobs Act.
Qual è lo stato di fatto del rinnovo del contratto del turismo?
“Per quanto riguarda le aziende di pubblico esercizio, il Contratto del Turismo non è ancora stato rinnovato. Lo scorso 28 ottobre la Fipe, ha comunicato alle Organizzazioni sindacali nazionali di settore il recesso/disdetta dal Ccnl per i dipendenti di aziende del settore turismo del 20 febbraio 2010, con effetto dal 1° maggio 2014. A questa decisione, avvenuta non senza sofferenza, si è giunti dopo aver constatato l’impossibilità, al momento, di sviluppare un confronto con le Organizzazioni sindacali dei lavoratori, che abbia come obiettivo di giungere ad un recupero dei costi attraverso un miglioramento della produttività, punto di partenza ineludibile per qualsiasi ipotesi realistica ed equilibrata di soluzione alla grave crisi che il settore sta attraversando”.
Quali sono le prospettive?
“Nel nostro settore il fattore lavoro costituisce una risorsa di assoluta priorità per la gestione e il successo d’impresa, più che in altri comparti produttivi, essendo la componente del servizio un elemento fondamentale dell’offerta. Da ciò scaturisce l’esigenza di portare il tema del lavoro al centro delle riflessioni di politica, parti sociali e opinione pubblica. Le imprese stanno affrontando la crisi con senso di responsabilità ma l’impegno delle aziende deve confrontarsi  con un contesto normativo e contrattuale adeguato alle nuove esigenze del  mercato, finalizzato cioè a garantire la redditività delle imprese. Pertanto, per le aziende sono fondamentali interventi per aumentare la produttività, rimodulando gli elementi contrattuali  che prevedono la maturazione di retribuzione non in presenza di ore lavorate, migliorando il rapporto tra prestazione diretta ed oneri indiretti e differiti”.
Quali sono le azioni che Fipe intende intraprendere?
“Fipe ha elaborato una sua piattaforma che intende discutere con le Organizzazioni sindacali senza pregiudiziali. Saranno gli organi federali a decidere tempi e modi per riprendere il percorso negoziale. L’auspicio è che le organizzazioni sindacali dei lavoratori sappiano superare le posizioni fin qui espresse, agevolando il ripristino di un positivo livello di confronto sulle gravi problematiche del settore. Nel contempo la federazione sta mettendo a punto una piattaforma che recepisce le esigenze di produttività delle aziende e comunque, prima del 30 aprile 2014, in mancanza di rinnovo del Ccnl verranno fornite  a tutti gli associati le necessarie istruzioni”.
Quale è il bilancio a un anno e mezzo dalla Riforma Fornero?
“Il bilancio è assolutamente negativo. Non era una riforma da fare in un periodo di gravissima difficoltà economica ed i risultati si sono visti. Sono aumentati costi per le imprese (contributi contratti a termine, ASPI e miniASPI e via dicendo). E non è ancora finita: tra poco partiranno i fondi bilaterali per il sostegno del reddito con nuovi costi per le imprese. Sul fronte della flessibilità in entrata, l’impostazione della legge, assolutamente restrittiva, ha fatto il resto con una disoccupazione che non accenna a diminuire e le imprese che, prima di fare un assunzione, qualora se ne presenti la necessità ci pensano dieci volte”.
Come valuta il Jobs Act e il contratto unico?
“Aver riportato al centro dell’attenzione il tema delle riforme del lavoro è estremamente importante, purché non si prosegua nell’azione di “penalizzazione” di tutte le altre forme di lavoro che non sia il contratto a tempo indeterminato. In questo senso il contratto unico rischia di riportare indietro le lancette dell’orologio, riproponendo una visione di stampo fordista che mal si coniuga con i cambiamenti in atto che vedono il settore dei servizi e del turismo di gran lunga prevalere sui vecchi modelli industriali, senza che gli vengano fornite tutte le opportunità di cui avrebbe bisogno, soprattutto, senza penalizzare i contratti flessibili. C’è bisogno di una “cassetta degli attrezzi”, sia per rispondere alle specifiche esigenze delle imprese dei diversi settori economici, sia per favorire tutte le opportunità di impiego non appena si presentano sul mercato. Se la riforma del lavoro finalmente riuscirà a porre mano ad una  riforma dei servizi pubblici per il lavoro, affrontando una volta per tutte le politiche attive che devono sostenere l’occupazione, anche quella flessibile, avrà raggiunto un obiettivo, condiviso ed importante”.
Quali sono le attività intraprese a livello governativo per l’imprenditoria?
“Le principali azioni intraprese vanno nella direzione di operare per una riduzione del costo del lavoro, assicurare una flessibilità adeguata all’organizzazione del lavoro e all’evoluzione del mercato e una semplificazione della burocrazia, in generale e della gestione dei rapporti di lavoro. Un imprenditore impegna almeno due ore al giorno della sua attività per stare dietro a tutte le incombenze amministrative e burocratiche. Si è poi posto l’accento sulla riduzione delle tasse necessaria per sostenere e rivitalizzare la fiducia delle famiglie, ancora in calo a dicembre 2013, attraverso un progetto credibile di riduzione del carico fiscale il cui attuale livello è incompatibile con qualsiasi prospettiva di ripresa. Vanno poi individuate misure maggiormente incisive, così come andrebbero rese maggiormente fruibili le misure previste per le Mpmi, internazionalizzazione e start-up innovative, ricerca, digitalizzazione delle imprese, accesso al credito, misure di contrasto al lavoro sommerso ed irregolare”.
Quali sono le prospettive del 2014 per il turismo? Quali le risposte e le azioni attese dal comparto?
“Il momento è particolarmente difficile. I dati sono sotto gli occhi di tutti. I consumi delle famiglie nel settore nel 2012 hanno avuto una contrazione dell’ 1,9%, pari a 1,2 miliardi di euro, e i dati, non ancora definitivi del 2013, attestano un’ulteriore flessione dell’1,3%. Sono calate le presenze turistiche nel 2012 (-6,4%, per ridimensionamento della domanda interna) con un’ulteriore flessione relativa al 2013 intorno al 5%. E’ calata sensibilmente la produttività del settore negli ultimi dieci anni, mentre aumenta la concorrenza sleale effettuata da una miriade di soggetti che usufruiscono di agevolazioni fiscali, tributarie ed amministrative. Non vanno meglio le cose sui dati relativi alla nati-mortalità delle imprese di ristorazione. Solo nei primi nove mesi del 2013, il saldo negativo tra aperture e chiusure è pari a 6.219 imprese. Occorre sviluppare ma soprattutto dare attuazione ad un vero piano sul Turismo che, comprenda tutte le componenti di esso e possa costituire un’opportunità per favorire lo sviluppo del settore, valorizzare l’enogastronomia, consentire un più facile accesso al credito alle piccole imprese, affrontare i problemi legati all’abusivismo che generano concorrenza sleale nel settore della ristorazione, con l’apertura di falsi circoli privati ed agriturismi, il cui volume d’affari a  livello nazionale è pari a  5 miliardi di euro”.
L’apprendistato resta ancora un contratto appetibile? Come porre al centro dell’attenzione l’ accesso al lavoro degli under 29?
“L’apprendistato resta per il settore turismo e dei pubblici esercizi in particolare uno strumento indispensabile, a riprova anche delle elevate percentuali di conferma dei giovani che vengono impiegati dalle imprese con questo strumento contrattuale. Indubbiamente, per quanto riguarda il ricorso all’apprendistato, i numeri sono un po’ in calo ed i motivi vanno ricercati, oltre che nella difficile e perdurante crisi economica, anche nelle difficoltà che le imprese incontrano nell’utilizzo. C’è ancora troppa formazione teorica, soprattutto quella pubblica, e mancano le strutture per effettuarla. Le imprese non si sentono sicure e sono preoccupate dal fatto che possano cambiare le regole in corsa”.




Imprese, ricette su misura per il rilancio

Tra le molteplici forme di supporto messe in campo dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzate dalla sua azienda speciale Bergamo Sviluppo, i Progetti Territoriali sono quelli che raggiungono le pmi nei luoghi in cui operano e le prendono per mano, accompagnandole in percorsi di crescita e consolidamento.
Questa modalità di intervento è nata nel 2006 dalla volontà di ricercare strade per il rilancio in aree della provincia, prime fra tutte le Valli, segnate dall’indebolimento del tessuto produttivo ed economico. Negli anni, anche per via delle crescenti difficoltà intervenute con la crisi, il percorso si è evoluto, ampliando i territori coinvolti, passando dal solo settore artigianale a tutto il sistema imprenditoriale e inserendo iniziative per aspiranti e neo-imprenditori. L’edizione 2014, che prosegue lungo questa direzione, interesserà quattro aree – Pianura, Valle Seriana, Valle Brembana e Valle Imagna – attraverso un insieme di azioni. Alle imprese partecipanti, in particolare, saranno erogate consulenze specialistiche gratuite, progettate in base ai bisogni riscontrati e condivisi in ogni azienda nel corso di incontri diretti, con l’obiettivo di superare situazioni di difficoltà ed intraprendere un progressivo percorso di sviluppo o rilancio competitivo.  L’iniziativa verrà presentata in sei focus-group di animazione locale, che permetteranno di raccogliere problematiche ed esigenze e di selezionare le imprese da accompagnare (in totale saranno 57: 20 nell’area della Pianura, 15 in Val Seriana, 12 in Val Brembana e 15 in Valle Imagna).
Accanto al supporto singolo, sono previste attività dedicate al contesto imprenditoriale di ciascun territorio, come percorsi formativi, incontri su temi specifici (dall’innovazione al controllo di gestione, dal marketing all’aggregazione) e giornate di orientamento sul mettersi in proprio. Il percorso partirà a metà febbraio per concludersi a dicembre.




Alberghi, sistema a rischio con l’erosione delle tariffe

Le strutture ricettive bergamasche sono – per 21 mila utenti – migliori per diverse aspetti di quelle di grandi città e capitali europee, da Londra a Vienna, da Parigi a Berlino e, in Italia, surclassano Venezia, Milano, Roma e Firenze. Parola di Trust You, standard della reputazione on line adottato in Svizzera, Germania e Austria, che dal 2008 cattura le opinioni  e le sensazioni di milioni di commenti presenti in centinaia di fonti sul web –  come Tripadvisor, Facebook, Google+, Twitter, Yelp –  in 20 lingue diverse. Un campione di 40 strutture ricettive di città e provincia (che include anche b&b con almeno 150 opinioni) ha fatto scalare a Bergamo il ranking di città come Valencia, Vienna, Zurigo, Barcellona, Goteborg, Berlino, Monaco di Baviera, Amsterdam e Francoforte. Rispetto ad altre destinazioni italiane, il punteggio complessivo di 82 centesimi raggiunto da Bergamo è lo stesso di una località-cult come Taormina, supera di un soffio Bologna e Venezia (81), Torino e Verona (80), Firenze e Palermo (79), Milano (78), Roma (77), Bari e Napoli (74). La cortesia è al top con 94 punti e la pulizia della camera meticolosa con 89 trust-score. Posizione e atmosfera sfiorano l’eccellenza e letti, colazione e prezzo sono oltre la sufficienza. Da migliorare, anche se promossa, l’insonorizzazione, la connessione ad internet e la manutenzione.

â–  Le strategie per essere al top delle recensioni
Gli studi riportati su Trust You evidenziano come i social media influenzano direttamente più dell’83 per cento di tutte le prenotazioni online e il 49 per cento dei clienti non penserà mai di prenotare un hotel che non ha recensioni. Il prezzo conta, ma la qualità di più: i clienti sono anche disposti a pagare di più per strutture che presentano punteggi più alti perché “la qualità si paga”. In media, i prezzi per una camera aumentano di 12 dollari (quasi 9 euro) per ogni punto percentuale in più che compare in un TrustScor per un hotel. I siti con recensioni e punteggi affidabili, che sono stati integrati nel proprio sito web, ottengono una frequenza fino al 200 per cento in più. Il 93 per cento di tutti gli utenti si affidano alle recensioni dei loro amici (rispetto al 43 per cento di coloro che si affidano alla pubblicità). Se si dispone di recensioni sul sito web dell’azienda i clienti sono incoraggiati a prenotare/acquistare direttamente da quel sito, piuttosto che da un concorrente.

â–  I dati del Barometro alberghiero
Il turismo in Italia cresce del 6 per cento, ma Bergamo perde oltre 3 punti percentuali (-3,3 per cento) nel 2013 rispetto all’anno precedente in termini di fatturato generato dalla vendita delle camere in rapporto al numero totale di stanze disponibili. L’indice dell’occupazione delle camere si conferma sostanzialmente stabile, con maggiori presenze da martedì a giovedì, sempre più riequilibrate dalla crescita di turisti nel fine settimana (il venerdì crescono al 54,2 per cento le camere occupate contro il 53,2 per cento del 2012 e il sabato si passa dal 54,9 per cento del 2012 al 56 per cento). Il giorno su cui lavorare resta la domenica, che occupa solo il 44,6 per cento delle stanze, magari andando ad intercettare una clientela che non deve preoccuparsi del rientro al lavoro al lunedì.  Anche se bisogna lavorare per far si che l’inizio della settimana non sia desolante agli occhi del forestiero. Nel complesso il sistema turistico bergamasco regge, ma è chiamato a fare alcune importanti riflessioni a partire dall’erosione delle tariffe che non porta alcuna crescita, ma anzi danneggia l’intero sistema in una controproducente gara al ribasso. Anche perché le tariffe a Bergamo sono ferme da dodici anni: “Allora il mercato era diverso, non c’erano le difficoltà di oggi e non eravamo disorientati da un continuo affastellarsi di sigle e tasse da pagare, che hanno raggiunto dei livelli insostenibili – ha sottolineato Giovanni Zambonelli, presidente degli Albergatori Ascom -. Oggi si fa davvero fatica a quadrare i bilanci”. Ora c’è pure la tassa di soggiorno che porta nelle casse del Comune imposte per quasi un milione di euro: “I nostri prezzi sono rimasti gli stessi, ma da un anno a questa parte si è aggiunta anche la tassa di soggiorno – aggiunge Montserrat Satorra Farrè, vicepresidente del Gruppo Turismo di Confindustria Bergamo, di cui è referente per gli alberghi -. Non vogliamo che questa sia una tassa di scopo e la speranza è che vengano reinvestiti in un progetto turistico”. Anche  politica e istituzioni devono fare la loro parte: “Le infrastrutture fanno la differenza. Il collegamento ferroviario ad alta velocità ha portato molti clienti del Salone del Mobile a spostarsi su Torino, surclassandoci e tagliandoci di fatto fuori da un evento che ha sempre riempito i nostri alberghi” continua Zambonelli. I nuovi collegamenti con Orio e i cambi di rotta hanno portato dal 2010 ad oggi un nuovo turista: “Abbiamo perso una fetta di clientela dal Nord Europa che era ormai consolidata – sottolinea Sebastiano Scanavino, consigliere del Gruppo Albergatori Ascom – . I nuovi collegamenti, con i Paesi dell’Est,  altre destinazioni dell’area mediterranea e dal nord Africa non portano ad un incremento di turisti in città”. 




Lab3G, i giovani in campo per sostenere Giorgio Gori 

E' stato presentato nella sede del Comitato 'Gori x Bergamo', Lab3G – Giovani x Giorgio Gori. "Il nostro gruppo è composto da una ventina, fra ragazze e ragazze, di età compresa tra i 16 e i 25 anni" ha esordito Niccolò Carretta, coordinatore del nuovo soggetto politico, nato a sostegno della candidatura di Giorgio Gori a Sindaco di Bergamo. "Al nostro interno contiamo studenti liceali – ha precisato Carretta – e universitari, iscritti sia a Bergamo, in particolare a Economia, Scienze della comunicazione, Ingegneria informatica, sia ad altri Atenei lombardi: Politecnico, Bicocca, Statale di Milano e Università di Brescia".
Nato come "officina politica", Lab3G mira ad ideare e realizzare iniziative "animate da un forte spirito civico giovanile", oltre che da "una profonda volontà di contribuire, concretamente, ad un rilancio socio-culturale di Bergamo, che deve trovare nei giovani il vero elemento di slancio".
Non a caso, lo slogan scelto recita : "Se Bergamo non pensa ai giovani, i giovani pensano a Bergamo".
Convinti dell’importanza del mettersi in gioco in prima persona, i componenti di Lab3G hanno espresso riconoscenza a Giorgio Gori: "Ci ha dato e ci sta dando una grande occasione" – ha riconosciuto Carretta. Che ha aggiunto: "Per la prima volta, i giovani bergamaschi non vengono coinvolti solo per volantinaggi, o poco più. Hanno, invece, l’opportunità di collaborare attivamente nel disegno per la Bergamo del futuro. Una città che desideriamo moderna, innovativa e attrattiva per noi e per tutti i nostri coetanei".
Lab3G intende restare sulla scena anche dopo le imminenti amministrative. "Saremo un pungolo costante per chi governerà Bergamo" assicura il coordinatore. "E per fare questo – sottolinea ancora – abbiamo bisogno del sostegno e della partecipazione dei giovani della città. Ragazzi e ragazze che abbiano voglia di dare una mano concreta alla nostra 'officina, allo scopo di stimolare Bergamo, ridestandola dal torpore in cui l'hanno relegata troppi anni di politiche timide oltre che rinunciatarie".
Oltre ad una pagina Facebook (LAB 3G Giovani x Giorgio Gori), il neonato gruppo di giovani dispone di un account Twitter (@LAB_3G) ed è contattabile all’indirizzo email: giovanixgiorgiogori@gmail.com. Lab3G ha inoltre attivato un blog (http://lab3g.altervista.org/) dove saranno caricati tutti gli interventi già scritti e le proposte che verranno elaborate nel corso della campagna elettorale.




Moscato di Scanzo, il punto sul progetto di valorizzazione in un convegno il 5 febbraio

Il progetto di collaborazione del Consorzio di tutela del Moscato di Scanzo Docg con il Cirive (Centro Interdipartimentale di ricerca per l’innovazione in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Milano), volto alla caratterizzazione e alla valorizzazione del vitigno Moscato di Scanzo, nel corso del 2013 ha conseguito ulteriori importanti progressi.
È stato completato il sequenziamento del dna del Moscato di Scanzo nell’ambito di un progetto finanziato dal Mipaf (ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali). Sulla base del sequenziamento è possibile mettere in luce le specificità genetiche del vitigno, in comparazione con numerosi altri vitigni autoctoni e studiarne quindi in modo efficace la risposta in termini di potenziale qualitativo delle uve al variare delle condizioni ambientali e colturali. Nel corso del 2014 l’analisi della sequenza sarà completata con gli strumenti della bioinformatica.
Sono proseguite le attività di selezione clonale del Moscato di Scanzo nell’ambito del progetto finanziato dalla Regione Lombardia. Le 23 linee clonali raccolte presso i campi di selezione e omologazione clonale del polo regionale di Riccagioia scpa sono state tenute sotto osservazione in relazione allo stato sanitario e alle prestazioni produttive e qualitative, anche attraverso la micro-vinificazione delle uve. Due linee clonali saranno presto iscritte al Registro Nazionale delle Varietà di Vite. Le linee clonali saranno moltiplicate e messe a disposizione dei viticoltori del Consorzio nella primavera 2015, per realizzare vigneti sperimentali policlonali capaci di esprimere un maggiore potenziale enologico rispetto ai vigneti monoclonali o realizzati con materiali standard.
Quanto alla valorizzazione enologica del Moscato di Scanzo, è stata completata la caratterizzazione dei profili compositivi delle molecole aromatiche (aromi liberi) e dei loro precursori glicosilati (aromi legati).
Su tale base sono state elaborate e verranno sperimentate nel 2014 le più opportune tecniche per la gestione della vinificazione al fine esaltare le peculiarità aromatiche del vitigno. Sono state raccolte ulteriori prove documentali comprovanti l’antichità e l’autoctonia dell’origine del Moscato di Scanzo. Mercoledì 5 febbraio, alle 20, alla sala consiliare del Comune di Scanzorosciate si terrà un seminario di approfondimento della materia, con il patrocinio del Comune di Scanzorosciate.




Grossisti di vini e bevande, bilancio in chiaroscuro per l’articolo 62

nella foto: Giampietro Rota

L’articolo 62 resta l’argomento più dibattuto del Gruppo Grossisti di Vino e Bevande dell’Ascom di Bergamo, al centro dell’ultimo consiglio di categoria dei giorni scorsi. Le criticità non mancano nell’applicazione di una legge che ha in parte stravolto le normali prassi commerciali, a partire dall’obbligo di stipulare i contratti in forma scritta che non tiene conto delle esigenze di snellezza, informalità e celerità che caratterizzano  il settore . Ad oltre un anno dall’introduzione del vituperato articolo, il bilancio è  infatti in chiaroscuro. A tirare le somme sulla nuova disciplina delle relazioni commerciali per la cessione di prodotti agroalimentari è Giampietro Rota, presidente del Gruppo Grossisti di Vino e Bevande, che ripercorre il tortuoso iter di legge. “Se al momento dell’entrata in vigore della nuova disciplina gli imprenditori si trovarono sostanzialmente impreparati, nel corso dei mesi successivi non si è fatto che creare ulteriore confusione  fino ad instillare  dei veri e propri dubbi sulla legittimità stessa dell’articolo 62, ritenuta in contrasto con la direttiva comunitaria 7 del 2011, recepita dall’Italia con il Decreto Legislativo 192 del 2012. La giurisprudenza, attraverso una  più recente sentenza del Tar del Lazio, ha invece affermato la piena e perdurante vigenza dell’articolo 62, andando così a dirimere la querelle interpretativa scaturita dal dissenso d’opinione  tra il Ministero delle Politiche Agricole e quello dello Sviluppo Economico”. In estrema sintesi, la nuova disciplina – oltre a minare le prassi commerciali ormai affermate e consolidate negli anni – si è trovata in contraddizione con l’Unione Europea, ha diviso due ministeri fino a trovare un primo chiarimento con la sentenza 7195 del 2013, depositata il 17 luglio presso il Tar del Lazio. “La sentenza ha confermato una volta per tutte la vigenza della normativa – sottolinea Rota – . Come ogni altra legge dello Stato, la normativa va osservata in ogni suo punto, anche se ciò comporta degli inevitabili e gravosi oneri per le imprese, in un momento in cui i contratti vengono spesso rivisti. Ogni contratto ed ogni fornitura hanno delle caratteristiche specifiche e, in assenza di una norma generale certa, oggetto di dibattito tra istituzioni, esperti e legislatori, non è certo sul mercato che si fa chiarezza. Sono così state all’ordine del giorno le  contestazioni con fiscalisti, commercialisti e i clienti stessi”.  Il percorso normativo non è stato privo di conseguenze e ripercussioni sulla distribuzione, chiamata a fare da tramite tra le esigenze della produzione  e quella del piccolo commercio e dei pubblici esercizi. Anche sui termini di pagamento molta confusione è stata fatta tra data di ricevimento e data di consegna: “Per i prodotti alcolici (vino, birra e distillati) il termine è di 60 giorni dalla data di consegna, come già previsto dall’articolo 22 della Legge 18 febbraio 1999, numero 28, mentre per i prodotti non deteriorabili la scadenza scatta a 60 giorni fine mese dalla data ricevimento fattura” sottolinea il presidente della categoria. Chiaro e certo, di contro, il regime sanzionatorio, da 516 a 20 mila euro per contratti non scritti o non compilati in ogni parte e ritardi nei pagamenti da 516 a 3mila euro. “Le sanzioni previste dall’articolo 62 risultano assolutamente sproporzionate nonché in contrasto con la necessaria elasticità nell’ambito del fisiologico andamento del rapporto commerciale – continua Rota -.  Perfino le imprese più virtuose, che sono solite adempiere puntualmente ai propri obblighi di pagamento, se dovessero trovarsi nell’impossibilità materiale di onorare i propri impegni nei termini contrattuali, sarebbero colpite, oltre che da pesanti interessi di mora, anche da una sanzione dovuta al semplice ritardo, a prescindere da qualsiasi valutazione in merito alla loro correttezza e buona fede ed alle cause del ritardo”. 

A marzo nuovo aumento
delle accise. è il terzo
in meno di un anno

Oltre all’articolo 62 e ai relativi adempimenti, l’aumento dell’ accise sugli alcolici si somma a quello dell’Iva. Un primo aumento delle accise su birra e alcolici era già stato fatto il 10 ottobre 2013. Nella road map prevista dal decreto istruzione dello scorso autunno (Dl 104/2013, articolo 25) è scattato il 1° gennaio il momento del secondo ritocco: le accise sono infatti  passate da 2,66 a 2,70 euro per ettolitro e per grado-Plato; da 77,53 a 78,81 euro per ettolitro per prodotti alcolici intermedi; da 905,51 a 920,31 euro per ettolitro per l’alcol etilico. Ma i ritocchi – sempre al rialzo – non si fermano qui, perché il decreto sulla cancellazione della seconda rata Imu sull’abitazione principale farà scattare un altro rincaro dal 1° marzo 2014. Sulla birra, per esempio, l’accisa salirà a 2,77 per ettolitro e per grado-Plato. “E’ la terza volta in meno di un anno che cambiano le accise su birra e distillati, con continui cambi di prezzi – sottolinea Giampietro Rota -. La stima effettuata dalla nostra associazione è di un aumento di alcuni centesimi a bicchiere”. 




Expo 2105, Explora incontra  gli operatori bergamaschi 

Il prossimo 6 febbraio, a partire dalle 15, all’ex Borsa merci di Bergamo, si terrà un incontro dedicato alla valorizzazione e al rilancio dell’offerta turistica del territorio lombardo in vista dell’ Expo. L’incontro è organizzato dalla Camera di Commercio di Bergamo in collaborazione con Explora, società costituita tra Regione Lombardia (attraverso Finlombardia) e la Camera di Commercio di Milano, in coordinamento con le realtà istituzionali associative locali per Esposizioni universale del 2015. L’incontro sarà presieduto dal direttore generale di Explora, Jospe Ejarque. La prima importante operazione di Explora è la compilazione del manuale di vendita del territorio lombardo utile a presentarsi a importanti appuntamenti internazionali per la commercializzazione del prodotto turistico. Accanto a questa iniziativa Explora propone i Club di prodotto a cui possono aderire, dietro pagamento di una contenuta quota di adesione, gli operatori in possesso dei requisiti che vogliano incrementare la propria visibilità e aumentare quindi il proprio vantaggio competitivo. Sulla base dei prodotti turistici individuati nella regione Lombardia, sono stati selezionati diversi Club di prodotto destinati ad altrettanti mercati di riferimento.
L’incontro è rivolto a: strutture alberghiere ed extra-alberghiere; centri benessere di qualità e centri termali; operatori turistici; guide alpine; golf club aperti al pubblico; agriturismi in zone rurali; fattorie didattiche; aziende agricole che offrono la possibilità di effettuare visite, percorsi di scoperta, degustazioni; cantine vinicole e aziende di prodotti tipici che offrono la possibilità di effettuare visite guidate e degustazioni di prodotti propri. Per partecipare è necessario iscriversi compilando il modulo online sul sito della Camera di Commercio. Per informazioni: Ufficio promozione, Tel. 035 4225-270/223/213 mail promozione@bg.camcom.it