Clima di fiducia in miglioramento ma pesa l’ombra dell’inflazione

Nonostante la corsa dei prezzi, il terziario ha ritoccato in misura ridotta i listini. Ma il timore è che i prossimi mesi siano ancora difficili 

Dopo il panico dello scorso anno, causato dall’esplosione dei costi dell’energia, il clima di fiducia delle imprese del terziario bergamasco mette a segno un deciso miglioramento, in linea con il dato nazionale. La fiducia nell’economia italiana sale a quota 43 recuperando ben 17 punti rispetto all’autunno 2022. La previsione per il prossimo autunno è di un suo assestamento a 42, un punto in meno dell’attuale. L’indice bergamasco è migliore di 4 punti rispetto a quello nazionale. È questa una delle principali evidenze emerse dall’Osservatorio congiunturale Ascom Confcommercio Bergamo commissionato a Format Research con focus sull’andamento delle imprese del terziario. Non mancano zone d’ombra e preoccupazioni per le imprese con l’inflazione che galoppa e rappresenta ormai una sorta di “tassa occulta” per gli imprenditori , con previsioni di ulteriori aumenti per il prossimo semestre.

Giovanni Zambonelli

“Le imprese vengono da tre anni estremamente difficili dal Covid all’emergenza energetica – commenta Giovanni Zambonelli presidente Ascom Confcommercio Bergamo-. La ripartenza è stata gravata dall’inflazione che non arresta la sua corsa e dall’aumento esponenziale del prezzo dell’energia. Se il clima è in generale miglioramento, anche per effetto di Bergamo Brescia capitale della cultura nel turismo, l’inflazione grava su consumatori e imprese. Gli imprenditori stanno assorbendo in buona parte i maggiori costi ma si rileva in generale una diminuzione della clientela e un timore per la tenuta per i prossimi mesi, visti gli aumenti previsti per il prossimo semestre”. Le imprese bergamasche del terziario stanno facendo ogni sforzo possibile per assorbire gli aumenti senza affossare i consumi: “Il 29,5% non ha nemmeno ritoccato i prezzi- commenta, presentando la ricerca, Pierluigi Ascani, presidente di Format Research-. Del 70% di chi si è visto costretto a rivedere i prezzi di vendita, quasi il 30% ha ritoccato i listini il minimo possibile, in misura inferiore o di gran lunga inferiore all’aumento dei costi. Si può dire che in questo il terziario abbia svolto quasi una funzione sociale. I dati Istat di fine 2022 evidenziano un aumento per le imprese dell’industria di 28 punti, mentre il settore dei servizi di mercato ha aumentato di soli 3 punti i prezzi”. Inflazione e liquidità, con un peggioramento rilevato nei tempi di pagamento, rappresentano le principali preoccupazioni del comparto: “Da un lato la riduzione del costo delle bollette e il momento felice che sta vivendo il turismo costituiscono i fattori che stanno riportando un po’ più di ottimismo negli imprenditori del terziario- commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. Di contro, le imprese del terziario sono ancora fortemente indebitate e l’aumento dei tempi di pagamento è lo scricchiolio che segnala le difficoltà di molte imprese. L’inflazione  impatta sotto diversi punti di vista, in particolare su ricavi e marginalità. Nonostante gli sforzi fatti dal comparto di assorbire parte degli aumenti, l’incremento dei prezzi  rappresenta la sciagura del momento. Mette infatti un tetto inesorabile alla possibilità di spesa delle famiglie e dei consumatori e  il timore è che questo aspetto si farà presto sentire in maniera strutturale”.

I dati della ricerca

Sentiment

Il sentiment resta positivo sopra la media per il solo settore dei servizi e sopra i 10 addetti, in media per il commercio e per le imprese sopra i 2 addetti e nettamente sotto per il settore turismo e fino ad 1 addetto. Cresce anche la fiducia nell’andamento della propria impresa: l’indicatore sale a 48 (8 punti in più rispetto a ottobre 2022). Tuttavia la previsione in vista dei prossimi mesi è che l’indice si stabilizzerà a 47, un punto in meno dell’attuale. I bergamaschi sono più ottimisti della media degli imprenditori italiani che si attesta a 45. Di molto sopra la media è l’indice del settore dei servizi e quello delle imprese sopra i 10 addetti. Un po’ sopra la media anche l’indice del commercio. Sotto la media resta l’indice del settore turismo e quello delle imprese fino a 9 addetti.

Ricavi

L’indice dell’andamento dei ricavi è salito a 48 (+5 punti rispetto a quello dell’autunno). Le previsioni  da qui a sei mesi è che l’indicatore si assesterà a 47. Pur cresciuto, l’indice delle imprese del terziario orobico è più basso di quello nazionale, arrivato dallo stesso punto di partenza fino a 51. L’indice è sopra la media per i servizi e il commercio e quello delle imprese dai 10 addetti a salire. E’ sotto la media per il turismo e per imprese fino a 9 addetti.

Occupazione

L’indice dell’andamento occupazionale delle imprese del terziario orobico è migliorato rispetto a ottobre 2022 ed è passato da 47 a 51. L’assestamento per il prossimo autunno è peggiorativo con la perdita attesa di 4 punti. Il dato è più alto di quello nazionale che è 46 sebbene le previsioni a sei mesi dovrebbero portare l’indice nazionale a 49 e superare quello bergamasco. L’indice è sopra la media per il settore dei servizi e per il commercio e per le imprese dai 6 addetti. E’ nettamente sotto la media per il settore del turismo e per le imprese micro e fino a 5 addetti.

I tempi di pagamento

Le imprese del terziario bergamasco segnalano l’allungamento dei tempi di pagamento che è ulteriormente peggiorato per il 35% delle imprese. L’indice si è posizionato a 33 perdendo un punto rispetto all’autunno 2022, anche se la previsione dovrebbe riportarlo a 35 nel prossimo semestre.

La corsa dei prezzi e l’impatto dell’inflazione

I prezzi praticati dai fornitori dopo la corsa degli ultimi mesi registrano una leggera frenata. L’aumento è dichiarato dal 68,9% delle imprese contro l’82% rilevato nello scorso autunno. Negli ultimi sei mesi i prezzi rilevati all’acquisto dai propri fornitori sono aumentati  per il 68,9%; invariati per il 30,9%. Solo lo 0,1% li trova “diminuiti”. Le previsioni per il secondo semestre dell’anno è che i prezzi saranno ancora in crescita per il 72% degli imprenditori.

Impatto dell’inflazione sui prezzi

Nel corso del 2022, a seguito dell’aumento del costo dei fornitori la maggior parte delle imprese ha aumentato i prezzi di vendita, anche se i rialzi di listino riguardano quasi la metà meno degli aumenti subiti. Gli imprenditori hanno deciso in larga misura di assorbire questi costi per non affossare i consumi.  Nel dettaglio durante il 2022  il 29,5% delle imprese non ha aumentato i prezzi di vendita , contrariamente al 70,5% che si è vista costretta ad aumentare i prezzi di vendita.

Di queste il 39,8% ha rivisto i listini in proporzione all’aumento dei costi, mentre quasi il 30% ha ritoccato il minimo possibile i prezzi ( il 18,7% In misura inferiore all’aumento dei costi, il 12% in misura molto inferiore all’aumento dei costi).

Impatto dell’inflazione sui ricavi

Negli ultimi sei mesi un’ impresa su quattro ha registrato un contraccolpo dell’inflazione sui suoi ricavi, con una riduzione degli stessi. Nel dettaglio negli ultimi sei mesi se per il 53,1% delle imprese il livello dei ricavi è rimasto invariato, per il 46,9% l’impatto si è fatto sentire (sia in negativo che in positivo). Il 9,6% ha registrato una riduzione sia dei ricavi sia della clientela e il 16,6% ha registrato una riduzione dei ricavi ma non della clientela. Non manca però il risvolto positivo con un 20,7% che ha registrato un aumento dei ricavi.

Impatto dell’inflazione sugli investimenti

Del 21,8% delle imprese che avevano pianificato investimenti ( poco più di una su cinque) ben un terzo rinuncerà o rimanderà agli investimenti e un altro terzo li effettuerà solo in parte. Nel dettaglio: il 34% effettuerà regolarmente gli investimenti, mentre il 36% lo farà solo in parte. Il 21% rimanderà a tempi migliori gli investimenti previsti, mentre il 9% vi rinuncerà. Resta ancora elevata in generale la percentuale di chi non aveva pianificato alcun investimento.

Impatto dell’inflazione sulle imprese

Dalla perdita di margine fino alla riduzione del personale, la corsa dell’inflazione non risparmia le imprese. L’impatto previsto per la propria impresa: va dalla riduzione dei margini (29%) al peggioramento della liquidità (19%), dalla riduzione dei ricavi (19%) a quella di forniture in quantità (8%), da una riduzione della clientela (7%) alla variazione degli investimenti programmati fino a quella del personale (4%).

 




La Camera di Commercio propone l’alta formazione per le mpmi locali

In 11 edizioni il corso ha formato 290 imprenditori, manager e dipendenti appartenenti a mpmi locali

Saranno accettate fino a mercoledì 26 aprile le domande per l’ammissione al Corso di alta formazione “GO. IN’ 2023 – Scenari internazionali e opportunità di crescita per le mpmi, corso rivolto a imprenditori, manager e lavoratori di micro, piccole e medie imprese della provincia di Bergamo. In 11 edizioni di attivazione il corso ha consentito la formazione di 290 imprenditori, manager e dipendenti appartenenti a MPMI locali.
L’iniziativa, realizzata con il sistema associativo territoriale e grazie al finanziamento della Camera di Commercio di Bergamo, prevede, per la parte tecnico-didattica, il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Bergamo, ed in particolare dei Centri di Ateneo SdM – Scuola di Alta Formazione e CYFE – Center for Young and family enterprise.
Il percorso, della durata di 120 ore, verrà avviato venerdì 5 maggio con lezioni che si svolgeranno parte online e parte in presenza (le lezioni in presenza si terranno nelle sedi dell’Università di Bergamo e di Bergamo Sviluppo, a Bergamo e a Dalmine).
La partecipazione al corso permetterà ai partecipanti di acquisire conoscenze, competenze e strumenti efficaci per comprendere e affrontare un contesto sempre più dinamico e internazionalizzato; rafforzare competenze imprenditoriali/manageriali per poter assumere efficaci decisioni strategiche e organizzative in un periodo caratterizzato dal continuo cambiamento; accrescere la dimensione innovativa nella conduzione aziendale, grazie alla creazione di un mindset favorevole allo sviluppo dell’innovazione sostenibile, della crescita e del rinnovamento strategico; favorire la formazione e la valorizzazione dei talenti.

METODOLOGIA DIDATTICA

Durante i moduli tematici e di approfondimento i partecipanti verranno stimolati e coinvolti utilizzando diverse metodologie didattiche: la formazione frontale (in aula o da remoto) sarà accompagnata dall’utilizzo di strumenti multimediali, dallo svolgimento di giochi di ruolo o di business game, da momenti laboratoriali di simulazione, da lavori di gruppo (anche questi realizzabili in presenza o da remoto). Saranno inoltre previste testimonianze e incontri con stakeholder del sistema economico territoriale.
I laboratori di networking, infine, favoriranno momenti di condivisione e scambio di esperienze con imprese che hanno già preso parte alle precedenti edizioni dei corsi Go. In’.
DESTINATARI E QUOTA DI PARTECIPAZIONE
Le micro, piccole e medie imprese (MPMI) che hanno sede legale e/o operativa in provincia di Bergamo, in possesso dei requisiti sotto elencati, potranno usufruire del finanziamento della Camera di commercio di Bergamo: tali imprese potranno iscrivere un solo lavoratore versando una quota a titolo di cofinanziamento privato pari a € 330,00 + Iva 22%L’accoglimento della domanda di iscrizione è da considerarsi quale concessione di un contributo in natura, soggetto al regime de minimis ai sensi del Reg. UE 1407/2013 e s.m.i. o del Reg. UE 1408/2013 e s.m.i., e quantificato in € 3.760,00.
Sarà inoltre ammessa la partecipazione di altri lavoratori e di soggetti diversi da quelli sopra citati (imprese non aventi sede legale e/o operativa in provincia di Bergamo, liberi professionisti, funzionari di organizzazioni di categoria, privati, imprese che hanno già partecipato all’ultima edizione del percorso, imprese che desiderano iscrivere un secondo partecipante a questa edizione del corso, ecc.) a fronte del versamento di una quota di iscrizione pari a € 4.000,00 + Iva 22%In questo caso per iscriversi è necessario contattare la referente dell’iniziativa indicata a fondo pagina.
REQUISITI DI AMMISSIONE PER LE MPMI CON QUOTA DI ISCRIZIONE RIDOTTA E MODALITA’ DI ISCRIZIONE
Per avere diritto al versamento della quota di iscrizione ridotta, l’impresa deve essere in possesso dei seguenti requisiti:
  • avere sede legale e/o operativa in provincia di Bergamo
  • essere iscritta al Registro delle Imprese
  • essere attiva ed in regola con il pagamento del diritto annuale dovuto alla C.C.I.A.A. di Bergamo
  • essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (DURC regolare)
  • non deve trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione (anche volontaria), di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente, e nei cui riguardi non è in corso un procedimento per la dichiarazione di una di tali situazioni
  • non deve aver ottenuto nell’ultimo triennio (compreso l’anno in corso) aiuti in regime de minimis che, sommati all’agevolazione richiesta, superino i limiti definiti dal Reg. UE n. 1407/2013 e s.m.i. o dal Reg. UE n. 1408/2013 e s.m.i., con riferimento al concetto di impresa unica [1].
  • non deve avere in corso forniture con la Camera di commercio di Bergamo, anche a titolo gratuito, ai sensi dell’art. 4, comma 6, del D.L. 95 del 6 luglio 2012, convertito nella L. 7 agosto 2012, n. 135 [2]
  • non aver partecipato all’ultima edizione del corso.
Potrà iscriversi al corso il lavoratore che in tali imprese ricopre uno dei seguenti ruoli: titolare, socio, amministratore delegato o consigliere delegato, amministratore unico, coadiuvante o collaboratore familiare iscritto all’Inps, dipendente a tempo indeterminato

Per maggiori informazioni

Silvia Campana
email: campana@bg.camcom.it
tel. + 39 035 388 8036




Ente Mutuo: 33 istituti convenzionati, crescono assistenza e soci a Bergamo

La sanità integrativa Confcommercio tutela imprenditori e le loro famiglie con diverse proposte di assistenza

La presenza di Ente Mutuo su Bergamo e provincia è ormai consolidata e in continua crescita: lo dimostrano i numeri che rilevano come la sanità integrativa pensata da Confcommercio per i suoi associati presenti sul territorio bergamasco la più ampia proposta di strutture convenzionate rispetto alle altre province in cui opera, quali Milano, Monza Brianza, Como e Lecco. Un risultato straordinario raggiunto in soli quattro anni di attività. «Attualmente abbiamo all’attivo 33 convenzioni, tra forme dirette e indirette – afferma Giuseppe dalla Costa, Direttore di Ente Mutuo Regionale – attraverso le quali siamo in grado di garantire ai nostri Soci uno standard di visite specialistiche, esami diagnostici, cure odontoiatriche e prestazioni ospedaliere. Tra le principali strutture convenzionate rientrano l’ospedale Humanitas Gavazzeni, la clinica Humanitas Castelli, il poliambulatorio Humanitas Medical Care Bergamo, i centri del Gruppo Habilita (Bergamo, Clusone, Osio Sotto e Zingonia), i punti prelievo Synlab (10 sedi), la Casa di Cura San Francesco, gli Istituti Ospedalieri Bergamaschi (Policlinico San Marco di Zingonia, Policlinico San Pietro, Centro Diagnostico Treviglio). Sono tutte realtà estremamente rinomate che ci consentono di offrire una copertura sanitaria e servizi ad alto valore aggiunto».

Giuseppe Dalla Costa

Cosa prevede nello specifico l’offerta di Ente Mutuo? «Da oltre 65 anni basiamo la nostra attività su un principio fondamentale: la tutela della salute delle imprenditrici e degli imprenditori Soci e delle loro famiglie. Una mission chiara che perseguiamo attraverso l’offerta di forme di copertura capaci di rispondere alle diverse esigenze in ambito sanitario in tempi rapidi, a tariffe agevolate e per tutta la vita, ma anche con attività di sensibilizzazione sul valore della sanità e della prevenzione. In tal senso, ci impegniamo costantemente a fare cultura attraverso la realizzazione di articoli, incontri e webinar pensati per informare, educare e rendere le persone più consapevoli, coinvolgendo direttamente i professionisti, come abbiamo fatto con Humanitas Gavazzeni e Gruppo Habilita, o nostri partner come il Gruppo Terziario Donna Confcommercio Bergamo» spiega il direttore.

Gli imprenditori e i professionisti di Confcommercio Bergamo possono quindi usufruire delle coperture sanitarie e dei servizi di Ente Mutuo, che si aggiungono alle tradizionali Forme di copertura S, T, V, da sempre presenti sul territorio bergamasco: la “Forma B”, ad esempio, offre le visite specialistiche, gli esami diagnostici e le prestazioni in day hospital, comprese in un contributo annuo, in parte fiscalmente deducibili; le richieste di prenotazione alle strutture convenzionate vengono gestite nell’arco di una settimana, evitando le attese del sistema sanitario nazionale. Le “Forma D”, le più complete tra le coperture, aggiungono a queste prestazioni gli interventi chirurgici. «Siamo sempre alla ricerca di nuove soluzioni e servizi per venire incontro alle esigenze dei nostri Iscritti – aggiunge dalla Costa – e per questo abbiamo introdotto Smart Plus, la nostra nuova soluzione di welfare aziendale dedicata ai dipendenti degli Associati di Confcommercio a cui offriamo assistenza ambulatoriale a tariffe agevolate, visite mediche specialistiche e la diagnostica strumentale (esami radiografici, ecografie, TAC, RMN, MOC, endoscopie, scintigrafie, doppler). Non solo. A queste si aggiungono le analisi di laboratorio, le prestazioni odontoiatriche, la terapia fisica e l’assistenza medica 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Tutto, a un costo calmierato e con vantaggi contributivi e fiscali sia per i datori di lavoro sia per i dipendenti».

Ente Mutuo si qualifica così come un riferimento affidabile per l’associato, e grazie all’ufficio di Bergamo e alla sede di Milano, offre informazioni e assistenza immediata per tutti gli aspetti che riguardano il delicato tema della salute.

«Il nostro lavoro è solo agli inizi – conclude – e continueremo a lavorare su nuove convenzioni in forma diretta e indiretta: in quest’ultimo caso, abbiamo attivato accordi con Centro Medico Polispecialistico FOR ME e Centro Borgo Palazzo Poliambulatorio per la donna, ma l’idea è quella di ampliare la nostra rete di convenzionati anche a realtà che operano in ambiti strettamente legati alla vita quotidiana, come le palestre o i centri ottici».
Per info: 035. 4120132 – entemutuobergamo@ascombg.it




Giornata della ristorazione, il punto sull’ospitalità con il convegno Ascom il 27 aprile, ore 15.30

Enogastronomia e ospitalità, tipicità e identità di un territorio” è in programma giovedì 27 aprile a partire dalle 15.30 in Sala Conferenze

In vista della giornata della Ristorazione per la cultura dell’Ospitalità italiana promossa a livello nazionale da Fipe Confcommercio e in programma il 28 aprile, Ascom Confcommercio Bergamo ha organizzato un convegno rivolto ai pubblici esercizi per fare il punto sull’enogastronomia, tra tradizioni e innovazione nell’accoglienza. L’incontro “Enogastronomia e ospitalità, tipicità e identità di un territorio” è in programma giovedì 27 aprile a partire dalle 15.30 in Sala Conferenze, nella sede Ascom Confcommercio Bergamo in Via Borgo Palazzo 137.  L’appuntamento, nato con lo scopo di raccogliere con testimonianze di valore e relatori d’eccezione riflessioni e spunti, si apre con i saluti di Petronilla Frosio, presidente Gruppo Ristoranti Ascom Confcommercio Bergamo e di Diego Rodeschini, presidente Gruppo Caffè Bar Pasticcerie Ascom Confcommercio Bergamo, pronti a fare gli onori di casa. Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo, presenta i risultati del sondaggio effettuato tra i pubblici esercizi, raccogliendo alcune prime conclusioni sul valore dell’enogastronomia per il territorio. Sul tema “Tradizioni, innovazione e accoglienza per una proposta di valore” interverranno Roberta Garibaldi, professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e vicepresidente del Comitato Turismo OECD (OCSE), Mauro Carbone, direttore Centro Nazionale Studi del tartufo di Alba e Valerio Massimo Visintin, critico enogastronomico de Il Corriere della Sera.

Partecipazione libera previa registrazione. Info: 0354120320, direzione@ascombg.it

Stampa e tv sono invitate.




Terziario e lavoro : mancano 230mila occupati

11 milioni di occupati degli oltre 17 milioni complessivi sono attivi nel terziario, che assorbe il 64,5%

Degli oltre diciassette milioni di occupati regolari registrati a giugno 2022, sono più di undici milioni quelli attivi nel terziario di mercato, per una quota pari al 64,5%. Parte da questo dato “Terziario e lavoro”, l’osservatorio lavoro sul terziario di mercato realizzato dall’Ufficio Studi di Confcommercio e presentato in occasione della conferenza stampa che ha aperto i lavori della ventiduesima edizione del Forum “I protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”, per il secondo anno consecutivo nello scenario di Villa Miami a Roma. E se rispetto a due anni prima la crescita dell’occupazione assoluta è stata di quasi due milioni di unità, più dei tre quarti (il 76,4% per la precisione) appartiene allo stesso terziario di mercato. Il rovescio della medaglia viene dal confronto con i risultati del 2019: se l’occupazione totale non ha completamente recuperato i livelli pre pandemici (in termini di unità di lavoro a tempo pieno siamo a quasi 23 milioni e 900mila lavoratori rispetto a poco più 24 milioni e 100mila), il deficit è attribuibile in esclusiva proprio al terziario di mercato (-2,8%). In più, la pandemia ha colpito pesantemente le piccole unità produttive e il lavoro autonomo: a fronte della  crescita di quasi 1,4 milioni dei lavoratori dipendenti nel terziario di mercato tra il 2020 e il 2022, il numero di lavoratori indipendenti nelle attività terziarie è infatti risultato inferiore di quasi 27mila unità, un calo che si registra in particolare nelle professioni e nei trasporti. Passando al numero di dipendenti per impresa, il rapporto dell’Ufficio Studi evidenzia che nel terziario è pari a 8,8 (era 8,2 nel 2020, +7,5%) contro gli 11,4 del resto dell’economia. In fondo alla “classifica” troviamo il piccolo commercio alimentare con 3,3 dipendenti per impresa, in testa l’aggregato “Altri trasporti e logistica” con 30,4. Al netto delle attività stagionali, si scopre poi che nel 2022 il 70,2% degli occupati nel terziario di mercato aveva un contratto a tempo indeterminato contro il 73,7% del complesso dell’economia. Un numero che “restituisce, contro diffusi pregiudizi, la dimensione della qualità del lavoro nei servizi, a prescindere dalla remunerazione”. Basti pensare che nelle attività stagionali caratterizzate da fermo produttivo per diversi mesi l’anno, il 44% dei contratti è, comunque, a tempo indeterminato. Se il terziario è stato il principale traino del recupero dell’occupazione dopo la pandemia, va sottolineato poi che il 53%% di questo aumento si deve alle donne, nove su dieci delle quali assunte tra il 2020 e il 2022 lavora nei servizi. Non è un caso che la quota di occupazione dipendente femminile nel terziario di mercato sia pari al 50,8% mentre nelle altre attività economiche sia ferma al 27%. Un problema impellente è invece la mancanza di manodopera, soprattutto nei settori legati al turismo. Se nel 2023 si osservasse una crescita delle presenze del 15,3% rispetto al 2019 (oltre 500 milioni, più di 60 milioni in più sul 2019), l’Ufficio Studi stima infatti che occorrerebbero 280mila nuovi lavoratori nei soli settori dell’alloggio e ristorazione rispetto allo scorso anno. Infine, le stime macroeconomiche annunciate dal direttore Mariano Bella indicano per quest’anno un aumento del Pil dello 0,9% e dell’1,2% nel 2024, mentre i consumi dei residenti sono visti in aumento dello 0,5% nel 2023 e dello 0,7% l’anno prossimo.




Bergamo e Brescia capitale: dai distretti 200mila euro di contributi a fondo perduto

Sarà possibile presentare la domanda a partire dal 2 maggio al 31 luglio. In Ascom supporto per il bando 

I distretti urbani del commercio di Bergamo e Brescia lanciano due bandi per sostenere i commercianti nei piani di rilancio e di riqualificazione delle proprie attività: contributi a fondo perduto, infatti, sono previsti, grazie a un finanziamento garantito da Regione Lombardia, per consentire ai tessuti commerciali della Capitale della Cultura 2023 di scommettere sul proprio futuro attraverso sistemazioni delle proprie botteghe, iniziative innovative o la riconversione della propria attività.

Il 2023 rappresenta l’anno del pieno ritorno alla normalità dopo un triennio di limitazioni dovute alla prevenzione del rischio sanitario da covid19. I tessuti commerciali dei due capoluoghi hanno dimostrato una particolare resilienza e una certa solidità – quello di Bergamo, anche grazie al bando Rinascimento lanciato in collaborazione con Intesa Sanpaolo nella primavera 2020, ha evidenziato dati più che molto incoraggianti, con la sostanziale tenuta del numero di attività dal 2019 al 2022 -, sopravvivendo a un periodo particolarmente delicato e difficile per il commercio di tutto il Paese.

Il bando presentato oggi dai due comuni rappresenta un’iniziativa di ulteriore sostegno, pensata per accompagnare il rilancio delle attività in un anno in cui Bergamo e Brescia sono oggetto di flussi turistici in crescita e nelle quali si moltiplicano iniziative particolarmente attrattive in occasione della Capitale della Cultura 2023.

La cifra messa a disposizione si aggira intorno a 200mila euro (per ogni città, quindi si tratta complessivamente di 400mila euro suddivise equamente tra le due città) e proviene da Regione Lombardia. Le imprese possono ottenere fino a un massimo di 3000€ di contributo a fondo perduto, cifra che potrà essere pari al 50% degli investimenti previsti dalle attività la cui domanda di finanziamento dovesse essere accettata.

Sarà possibile presentare la domanda a partire dalle ore 10:00 del 2 maggio 2023 e fino alle ore 16:00 del giorno 31 luglio 2023.

“Il Bando dei Distretti di Regione Lombardia dello scorso dicembre – commenta Nicola Viscardi, direttore del Distretto Urbano del Commercio di Bergamo – ha concesso al Distretto Urbano del Commercio di Bergamo un contributo quale Distretto di Eccellenza. Una grande opportunità che, da un lato, ci rende fieri dell’operato e delle relazioni portate avanti dal DUC, e dall’altro ci impegna a condividere i fondi a disposizione con gli esercenti dell’area del DUC emanando il bando che vi presentiamo oggi. In occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, come DUC di Bergamo ci siamo confrontati con il DUC di Brescia – anch’esso assegnatario del contributo di Regione Lombardia – per intraprendere una riflessione condivisa, una stesura congiunta e un’azione che avviasse parallelamente l’apertura del bando nei due capoluoghi, a dimostrazione che le due città, pur con le differenze che le caratterizzano, possono viaggiare di pari passo nell’elargire contributi ai propri commercianti, sostenendoli – conclude Viscardi – in questo momento di ripresa e di grande opportunità quale l’anno della Capitale.”

Il bando in sintesi

È ammessa la partecipazione di imprese che soddisfino i seguenti requisiti:

• essere MPMI ai sensi dell’allegato 1 del Reg. UE n. 651/2014;

• essere iscritte al Registro delle Imprese e risultare attive;

• essere in regola con i versamenti del diritto annuale alla Camera di Commercio;

• disporre di una unità locale, oppure impegnarsi ad aprire, entro il termine di conclusione del bando, una unità locale, che sia collocata all’interno dell’ambito territoriale del Distretto del Commercio e che:

o abbia vetrina su strada o sia situata al piano terreno degli edifici o all’interno delle corti;

o disponga di locali direttamente accessibili al pubblico, presso cui si esercita una attività di:

‐ vendita al dettaglio di beni e/o servizi;

‐ somministrazione di cibi e bevande;

‐ prestazione di servizi alla persona (Codice Ateco 96 e sottocodici);

• non rientrare nel campo di esclusione di cui all’art. 1 del Reg. UE n. 1407/2013 “De minimis”;

• non avere alcuno dei soggetti di cui all’art. 85 del D.Lgs. 6 settembre 2011 n. 159 (c.d. Codice delle leggi  antimafia) per il quale sussistano cause di divieto, di decadenza, di sospensione di cui all’art. 67 del citato D.Lgs;

• non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione (anche volontaria), di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa statale vigente.

Sono inoltre ammissibili:

• le attività di commercio su area pubblica che soddisfino i requisiti sopra previsti e che, in luogo di una  unità locale, dispongano di una concessione all’interno dei mercati e posteggi isolati nell’ambito territoriale del Distretto. Sono esclusi gli operatori commerciali su aree pubbliche che hanno registrato tra il 01/01/2022 ed il 31/12/2022 un numero di assenze non giustificate superiore a 16 giorni.

• le attività di servizi alla persona che non soddisfino il requisito di avere vetrina su strada o essere situate al piano terreno degli edifici o all’interno delle corti;

• gli aspiranti imprenditori che soddisfino i seguenti requisiti:

o non avere cause di divieto, di decadenza, di sospensione di cui all’art. 67 del D.Lgs. 6 settembre 2011 n. 159 (c.d. Codice delle leggi antimafia);

o avviare prima dell’erogazione dell’agevolazione da parte del Comune, una attività economica che soddisfi i requisiti sopra previsti.

I requisiti di ammissibilità devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda e mantenuti fino alla data di erogazione del contributo, con l’eccezione dell’unità locale all’interno del territorio del Distretto, che deve essere posseduta alla data di richiesta di erogazione.

Per accedere al contributo, le imprese che detengono apparecchi per il gioco d’azzardo lecito devono impegnarsi formalmente a rimuovere, alla scadenza del contratto di installazione stipulato con il concessionario, gli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito eventualmente detenuti a qualsiasi titolo e non possono procedere con nuove installazioni dalla data di presentazione della domanda di contributo e per i successivi tre anni dall’erogazione del contributo.

In fase di erogazione finale del contributo concesso da parte degli Enti Locali, le imprese beneficiarie  dovranno essere in regola con gli obblighi contributivi, come attestato dal Documento Unico di Regolarità  Contributiva (DURC). Il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC) in corso di validità è acquisito  d’ufficio dall’Enti locale presso gli enti competenti.

In caso di accertata irregolarità in fase di erogazione, verrà trattenuto l’importo corrispondente  all’inadempienza e versato agli enti previdenziali e assicurativi (L. n. 98/2013, art. 31 commi 3 e 8-bis).

Le risorse complessivamente stanziate per l’iniziativa ammontano a 200.000

Le risorse sono così ripartite tra le Misure del Bando:

• Misura A: 180.000 euro complessivi, riservata alle micro, piccole e medie imprese esercenti attività di vendita al dettaglio di beni e/o servizi, somministrazione di cibi e bevande, prestazione di servizi alla persona in sede fissa;

• Misura B: 20.000 euro complessivi, riservata al commercio su area pubblica (ambulanti all’interno dei mercati e posteggi isolati).

Qualora non venissero esauriti i fondi della dotazione finanziaria della Misura A, l’Amministrazione Comunale si riserva la possibilità di spostare le risorse residue sulla Misura B, fino all’esaurimento della dotazione complessiva, e viceversa.

Il contributo è concesso con procedura automatica: le domande in possesso dei requisiti di ammissibilità formale sono finanziate in ordine cronologico di ricezione, fino ad esaurimento della dotazione finanziaria nel rispetto dei termini previsti nel presente Bando.

L’aiuto è concesso come agevolazione a fondo perduto, a fronte di un budget di spesa liberamente composto da spese in conto capitale e spese di parte corrente.

Il contributo previsto, per le domande accettate, è pari al 50% della spesa ammissibile totale (in conto capitale e di parte corrente) al netto di IVA, e in ogni caso non potrà essere superiore all’importo delle spese in conto capitale, sino ad un massimo complessivo per ciascuna impresa pari a 3.000 euro. L’ultimo operatore beneficiario potrà essere assegnato un contributo parziale rispetto a quello teoricamente spettante, in funzione del contributo residuo disponibile.

L’importo massimo potrà essere aumentato in caso di disponibilità residua derivante da risorse non assegnate, sempre nel rispetto delle percentuali massime di contribuzione sopra indicate.

Sono ammissibili progetti di investimento che devono includere almeno una delle seguenti tipologie di interventi:

• riqualificazione e ammodernamento, in una prospettiva di innovazione e sostenibilità, di attività già esistenti;

• avvio di nuove attività o apertura di nuove unità locali, oppure subentro di un nuovo titolare presso una attività esistente;

• accesso, collegamento e integrazione dell’impresa con infrastrutture e servizi comuni offerti dal Distretto o compartecipazione alla realizzazione di tali infrastrutture e servizi comuni.

Gli interventi dovranno:

• essere realizzati presso una unità locale localizzata all’interno dell’area del Distretto e in possesso dei requisiti sopra indicati;

• interessare una attività ammissibile tra quelle indicate al punto 3 del presente Bando.

 

Per maggiori informazioni e per la presentazione delle domande potete contattarci allo 035/4120123 o scrivere all’indirizzo mail giorgio.puppi@ascombg.it




Agenti di commercio, un convegno per pianificare l’evoluzione

Appuntamento venerdì 14 aprile, ore 15, nella sede Ascom, Sala conferenze

Gli agenti di commercio fanno il punto sullo stato della professione e presentano le principali novità che interessano la categoria nel convegno, in programma venerdì 14 aprile, dalle 15 alle 17, “Pianificare l’evoluzione, analisi del presente e vision sul futuro”.  L’incontro, aperto a tutti gli agenti Ascom Confcommercio Bergamo aderenti a Fnaarc- Federazione nazionale associazioni agenti e rappresentanti di commercio, moderato da Oscar Fusini, direttore Ascom, parte dalla fotografia e sviluppo della professione:  Alberto Petranzan, presidente Fnaarc nazionale, traccia il quadro degli agenti di commercio in Italia, tra luci e ombre; Fabio Fracassi, presidente Fnaarc provinciale analizza la professione a livello locale, sulla base della ricerca Ascom, dal profilo dell’agente alla tipologia di settore, ai principali trend post pandemia.  Alle 15.45 si apre la sessione dedicata agli strumenti e opportunità: Loreno Epis, consigliere nazionale Federmotorizzazione, affronta il tema, cruciale per la categoria, di come orientare nel migliore dei modi la scelta dell’auto; Paolo Foresi, direttore Servizi Tributari Confcommercio Milano, presenta tutte le novità e le opportunità di detrazione fiscale per la categoria. Alle 16.10 ci si proietta nel futuro della professione: Simone Serughetti, formatore esperto di digital thinking Adok Studio, illustra “Il metaverso: un salto nella vendita di domani”.

Fabio Fracassi

“Il convegno è il primo momento di confronto per la categoria- commenta Fabio Fracassi, presidente Fnaarc Bergamo-. Un’occasione per analizzare la professione e guardare al futuro. Per pianificare al meglio la propria attività ci siamo focalizzati sull’informazione ai soci sulle principali novità che interessano la categoria, a partire dalla possibilità di beneficiare di nuove detrazioni fiscali. Sul fronte operativo abbiamo pensato di offrire una panoramica sulle opzioni migliori nella scelta dell’auto, mezzo di lavoro per noi insostituibile. Con la presentazione del metaverso offriamo invece

Info: 035.4120304,mail: fnaarc.bergamo@ascombg.it




Il passaggio generazionale su misura della micro e piccola impresa

Un convegno di approfondimento con l’Università e un docufilm raccontano la successione nelle pmi

Il tema del passaggio generazionale rappresenta uno dei momenti più importanti nella vita di un’impresa, tra investimenti sul futuro e apporto emotivo. Secondo la stima di Ascom Confcommercio Bergamo (su dati CCIAA) su 23.652 imprese del settore commercio, turismo e servizi della provincia di Bergamo (14.217 ditte individuali e 9.435 società) il 28,22% delle imprese (pari a 6.675 imprese) ha un titolare o un amministratore che ha 60 o più anni e quindi deve intraprendere probabilmente nei prossimi anni un percorso di ricambio generazionale per dare continuità alla propria impresa, con tutte le difficoltà connesse in quanto ogni società familiare è diversa da un’altra perché ogni famiglia è unica.
Le relazioni tra familiari prevalgono spesso su quelle economiche e le esperienze sono sempre l’una diversa dall’altra.
Temi psicologici, patrimoniali e di dialogo generazionale si intrecciano e rendono la successione una fase molto delicata, al punto che tra le imprese piccole e medio piccole supera la terza
generazione solo il 15-20%, secondo quanto rileva Studio temporary manager (Stm), società specializzata nei servizi di temporary management (dopo aver sondato 300 manager tra C-Level e
quadri direttivi, che hanno vissuto almeno un passaggio generazionale negli ultimi 10 anni). Dalla ricerca è emerso che sono ancora pochi gli imprenditori che decidono di affrontare con il giusto
anticipo il tema: solo il 15%, infatti, ha pianificato il ricambio, indirizzando i familiari verso i percorsi formativi e professionali necessari per la posizione che dovranno ricoprire. E solo il 41% si
affida a manager esterni esperti, mentre in oltre la metà dei casi viene gestito direttamente dall’imprenditore senza l’aiuto di persone esterne (39%) o al massimo con il supporto di una
persona di fiducia ma non esperta (16%). Inoltre, gli imprenditori nella loro scelta hanno cercato di dare precedenza agli equilibri familiari (per il 69% dei manager) piuttosto che puntare alla
competitività dell’impresa.

Il convegno

Per questo Ascom Confcommercio Bergamo ha deciso di dedicare un focus sul tema, a partire dal convegno, realizzato in stretta collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo e il suo centro Cyfe (Center for Young and Family Enterprise) per analizzare in profondità tre temi significativi che sono al centro della questione: la delega con i ruoli e le responsabilità, l’affiancamento e il passaggio delle competenze ed infine le aspettative e le aspirazioni delle persone, perché è vero che si parla di continuità delle imprese ma soprattutto di passato presente e futuro delle persone.

Il convegno ”Il passaggio generazionale nelle Pmi: dinamiche, aspirazioni, aspettative” e il docufilm “L’impresa familiare tra passato, presente e futuro”, promosso dal Gruppo Giovani
Imprenditori, rispondono all’obiettivo di raccontare e far emergere le dinamiche e gli aspetti principali di uno dei momenti più particolari della vita di un’ azienda a conduzione familiare.

“Il passaggio generazionale è un momento di cambiamento e al tempo stesso di crescita personale sia per chi lascia sia per chi raccoglie il testimone di un’impresa- commenta Giovanni
Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo-. Passato, presente e futuro si fondono e legano, con un unico filo invisibile, le storie e le esperienze di persone che hanno dedicato la loro
vita – non solo lavorativa – alla costruzione di una visione e di un bene comune. Un progetto fatto di regole visibili e invisibili, di valori dominanti e caratterizzanti, di sogni e prospettive, di
promesse e sacrifici, che coinvolge e mette inevitabilmente a confronto due distinte generazioni”.

Carlo Mazzoleni, presidente della Camera di commercio di Bergamo, ha riportato a tratti anche la sua personale esperienza: “Rappresento la quarta generazione ma ho la quinta già in azienda, quindi sto vivendo il ruolo su tutti i fronti. Il tema del passaggio generazionale ha riempito biblioteche di studi. Decisamente meno esplorato il ricambio tra generazioni calato nelle micro e piccole imprese, dove il passaggio rappresenta aspetti particolari diversi da aziende più strutturate dove sono più persone a detenere cariche di manager. Come ricordava in una bellissima lettera Alberto Falck ai suoi figli ogni generazione è chiamata a rifondare e riscrivere il futuro dell’azienda di famiglia”. Armando Santus della Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha sottolineato il valore dell’imprenditoria familiare: “La testimonianza degli imprenditori sancisce il successo del passaggio generazionale. Fare impresa arreca beneficio a tutta la comunità con le ricadute positive che ciò comporta. L’iniziativa è lodevole perché ha fondamento scientifico grazie alla validazione dell’Università degli Studi di Bergamo e del suo centro specializzato Cyfe. Il filmato unisce le emozioni delle varie generazione un aspetto fondamentale del passaggio familiare dove il subentro si fa comunità e condivisione. Il passaggio avrà un buon successo se L imprenditore saprà staccarsi dalla sua impresa come accade a un padre con un figlio alle soglie dell’eta adulta e maturità”. Anche Federica Bruletti neosegretario generale della Fondazione Comunità Bergamasca ha ribadito l’importanza del tema: “Il tema del passaggio generazionale è cruciale perché porta alla nascita di nuove prospettive senza dimenticare mai il passato. Gli imprenditori coinvolti con la loro testimonianza raccontano al meglio tutto ciò che questo particolare momento per le imprese portano con sè”.
Tommaso Minola docente ingegneria gestionale e direttore Cyfe Università degli Studi di Bergamo ha messo in luce le peculiarità dell’imprenditoria familiare: “Non è solo questione di orgoglio italiano e passione: i nostri studi evidenziano come l’ azienda familiare sia un valore aggiunto con vero e proprio vantaggio competitivo. L’idea di rifondare l’ azienda ad ogni generazione, la capacità di gestire relazione è la pazienza nell’attesa del risultato economico sono dei veri vantaggi.Oggi non si fa impresa da soli: servono testa, cervello energia ma anche cuore.  L’impresa familiare ci insegna questa condivisione questo apporto emotivo fatto di aspettative e responsabilità. Essere parte di qualcosa che è venuto prima di noi e che verrà dopo di noi è un valore importante. L’ università è consapevole di avere un compito e vuole lavorare su questi asset anche per poter dare il suo supporto al territorio”.

Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo, nella presentazione del docufilm, ha messo in evidenza come “Il video fa emergere dal basso aspetti e testimonianze autentiche di ogni tema, mettendo  in evidenza la peculiarità delle micro e piccole imprese, spina dorsale del sistema economico bergamasco che ne conta oltre 9mila. Il tema emerge quindi con tutto il suo interesse, coinvolgendo potenzialmente  il 97 per cento delle imprese”.
Giovanna Campopiano, docente Università degli Studi di Bergamo e Cyfe: “Il docufilm evidenzia la ricchezza delle relazioni, raccontando di un passaggio ricco di sfide ma anche di opportunità. Studi internazionali evidenziano come mettendo a confronto imprese con età Ceo in Italia 94 per cento di over 40 e over 70 ( in altri contesti Ceo hanno meno di 40 anni).  L’età di pensionamento medio è di oltre 70 anni, un primato tutto italiano.  Nella maggior parte dei casi chi si appresta a cedere la realtà fatica a pensare a se stesso con “pensione”. In Italia prevale la tendenza ad essere ancorati a propria realtà di business . Il ricambio generazionale è un processo lungo che inizia con la selezione di chi sarà designato a portare avanti l’azienda e a rifondarla fino al processo in sè, alla fase del passaggio che deve essere il più fluida possibile . Uno studio internazionale identifica studenti universitari con impresa familiare alle spalle, lasciando emergere chiaramente come chi abbia un’impresa di famiglia abbia buone possibilità di intraprendere carriera imprenditoriale o fondando una start up o mandando avanti attività di famiglia”.
Trasmettere il bagaglio di conoscenze non scritte consente di portare azienda e business ad avere successo nel tempo: “La formazione assume un ruolo centrale nel passaggio generazionale, specie se la scelta di successione avviene in famiglia. Talvolta si costruisce un percorso formativo in linea con quelle d’azienda, ma anche trasversali come accade con l’ ingegnere che decide di mandare avanti la macelleria di famiglia (la Macelleria Cazzaniga di Canonica d Adda, ndr.).  La terza fase del passaggio avviene con la vera e propria consegna dell’azienda: come accade con la panetteria rilevata da due ragazzi ( Panificio di via Rocca di Urgnano,ndr).

Il docufilm

Con Indie Studio e l’associazione culturale Art Maiora di Bergamo, grazie alla collaborazione del gruppo Giovani Imprenditori, è stato realizzato il docufilm “Impresa familiare tra passato, presente
e futuro”, in cui, attraverso dieci interviste, vengono raccontate e fatte emergere le dinamiche e gli aspetti principali di questo delicato percorso. Le attività coinvolte sono 10 e appartengono al settore dell’ospitalità, del commercio, dei servizi e dell’ambulantato. L’intento è quello di essere di aiuto agli imprenditori, studiando in profondità casi nei quali si è o si sta consumando il ricambio generazionale per isolarne punti di forza, criticità e buone prassi. Rispetto a un tema che rende ogni esperienza diversa l’una dall’altra, è infatti fondamentale avere metodo anche per la selezione delle buone pratiche e dei consigli giusti per affrontarlo, senza improvvisare, ma pianificando.
Partecipano al docufilm:
 Macelleria Cazzaniga Elio snc di Canonica d’Adda: Nicola Cazzaniga e il papà Elio
 Socaf Spa di Osio Sotto: Sara Carrara e il papà Marino
 Abbigliamento Cadei di Credaro: Silvia Cadei e il papà Giovanni
 Interconsult srl Medical Division di Caravaggio: Giorgio Franzosi e la mamma Anna
Cremaschi
 Albergo Ristorante Sporting di Endine Gaiano: Guido Bolandrina e il papà Luciano
 Albergo Ristorante da Giorgio di Ardesio: Romina e Neomi Fornoni e la mamma
Annunciata Morstabilini
 Polleria Rosticceria Colleoni di Terno d’Isola: Francesca Felini e il papà Giancarlo Colleoni
 Panificio di via Rocca di Urgnano: Giulia Carlessi, il fidanzato Samuele Marinoni e il papà
Erminio Carlessi
 Bar Giass di Verdellino: Consuelo Giassi e il papà Luigi
 Spaccio del Parmigiano di Bergamo: Roberta Grisenti e la mamma Fernanda Mazzoli




Dagli Enti Bilaterali, 1,2 milioni di euro per bollette, formazione e sussidi per i lavoratori

Lo stanziamento straordinario allevia i rincari con contributi su più fronti per lavoratori e imprese 

Enrico Betti

Gli Enti bilaterali territoriali di Terziario e Turismo- organismi paritetici costituiti da Ascom Confcommercio Bergamo, Filcams-Cgil Bergamo, Fisascat- Cisl Bergamo e Uiltucs Bergamo-  hanno presentato questa mattina i nuovi sussidi messi a disposizione degli iscritti. Si tratta di risorse per complessivi 1,2 milioni di euro per contribuire su più fronti a sostenere aziende e dipendenti, dal rimborso per costi energetici alla formazione.

Sono tre le misure previste: una per contribuire, visti i pensanti rincari energetici, al pagamento delle bollette di energia elettrica e gas (400mila euro complessivi); una a sostegno della formazione con contributo per la frequenza di corsi per innalzare le competenze di dipendenti e imprenditori ( per complessivi 300mila euro: 200mila per le imprese del Terziario e 100mila per Ente Alberghiero e Pubblici esercizi); una a supporto dei lavoratori e delle loro famiglie, dai contributi per spese scolastiche e libri di testo, a mense, trasporti e assistenza disabili (per complessivi 500mila euro).

“Con queste misure intendiamo alleggerire in una qualche misura il peso dei rincari che gravano sempre più nei bilanci familiari – commenta il vicepresidente dei due Enti Enrico Betti, responsabile dell’Area Lavoro e Welfare Ascom Confcommercio Bergamo-. Sono potenzialmente beneficiari dei sussidi circa 7mila imprese iscritte e dai 21mila ai 24 mila dipendenti. La scelta dell’Ente per lo stanziamento straordinario del 2023 è ricaduta sull’energia, che interessa tutti. Ci aspettiamo che le risorse vadano esaurite in breve tempo, come è accaduto nel 2020 per i contributi straordinari a sostegno del reddito per tutti i dipendenti in cassa integrazione durante l’emergenza Covid”.

SUSSIDIO A SOSTEGNO DEL CARO ENERGIA

Possono beneficiare della misura a sostegno dei rincari energetici  i dipendenti delle aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi e del turismo con sede a Bergamo e provincia iscritti all’Ente (indispensabile che l’azienda sia in regola con i contributi e abbia versato quote per 12 mesi consecutivi). L’accesso al contributo è riservato ai lavoratori a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti e ai lavoratori a tempo determinato con un contratto non inferiore a 9 mesi continuativi. Il contributo varia da 50 euro (con indicatore Isee del nucleo familiare superiore a 15mila euro) a 100 euro (con Isee fino a 15mila euro).
Le erogazioni (a disposizione di un solo componente del nucleo familiare iscritto all’ente) avverranno fino al raggiungimento della cifra massima deliberata dal Consiglio Direttivo pari a 400mila euro (equamente ripartite tra Turismo, 200mila euro, e Terziario, 200mila). La domanda di ammissione al sostegno economico dovrà essere presentata a partire dal 2 maggio 2023, utilizzando l’apposita sezione disponibile sul sito internet www.eblink.it. La domanda deve essere corredata da questi documenti: copia stato famiglia o autocertificazione; copia dichiarazione sostitutiva; copia ultima busta paga 2023; copia di una bolletta 2023 relativa alla fornitura dell’energia elettrica o gas, intestata ad uno dei componenti del nucleo familiare; copia carta d’identità del richiedente.

FORMAZIONE

Gli Enti supportano la formazione strategica per l’innalzamento e aggiornamento delle competenze delle risorse umane, stanziando un budget di complessivi 300mila euro (200mila per gli iscritti all’Ente Bilaterale Territoriale del Terziario, 100mila per l’Ente Alberghiero e Pubblici Esercizi). In particolare i percorsi formativi dovranno essere indirizzati a migliorare la qualifica delle risorse umane anche in riferimento alle competenze trasversali, rivolgendosi a titolo esemplificativo e non esaustivo alle seguenti professionalità: sales assistant, marketing consultant, social media specialist, data analyst, programmatori, addetto al banco, personale di sala, chef, desk. Le attività formative verranno affidate ad enti accreditati al sistema regionale lombardo convenzionati con gli enti.

https://www.entebilcombg.it/calendario-dei-corsi-finanziati-dallente/

https://www.entebilturbg.it/calendario-dei-corsi-finanziati-dallente/

SUSSIDI AI LAVORATORI

I sussidi ai lavoratori spaziano dall’assistenza per  disabili al contributo per malattia o infortunio oltre il 180°giorno, al concorso spese per i figli (libri scolastici, mensa, trasporto pubblico, asili nido), al trasporto pubblico ai lavoratori, al concorso spese per assunzione di badanti.

SOSTEGNO ALLE IMPRESE

I contributi per le imprese vanno dalla formazione e apprendistato ai corsi di formazione sulla sicurezza, alla promozione di sistemi di qualità, all’assunzione di giovani disoccupati al concorso spese alle aziende che adottano il welfare aziendale.




Passaggio generazionale: serve un processo su misura delle micro e piccole imprese

Le relazioni familiari fanno sempre la differenza. Oltre la governance e gli aspetti manageriali e gestionali, resta l’unicità di ogni famiglia, che rispecchia anche quella d’impresa

Il tema della governance delle società familiari e le dinamiche del passaggio generazionale sono argomenti trattati già da molti anni dalla letteratura e dal mondo accademico eppure sono ancora aspetti poco conosciuti dagli imprenditori, almeno dalla stragrande maggioranza di essi. Il ricambio generazionale è un processo lungo e laborioso che tutte le imprese longeve  sono chiamate ad affrontare, anche se spesso in modo dilettantesco o meglio con un forte supporto tecnico legale e fiscale da parte dei consulenti ma uno scarso supporto di processo.  Perché avviene questo?

Perché le numerose ricerche sul tema, considerato ormai molto esaminato dal mondo accademico, hanno portato molta teoria ma poca pratica. La colpa certamente non è del mondo accademico ma dal mondo delle imprese che forse l’ha trascurato un po’,  rispetto all’importanza di tutti i processi che portano all’efficienza negli adempimenti obbligatori o a quelli immediati di sviluppo e ritorno degli investimenti.

Inoltre i vari aspetti sono stati poco declinati verso la micro e la piccola impresa. Eppure è proprio in queste imprese, che non si caratterizzano per una quota societaria e per un dividendo come remunerazione ma per un asset familiare da salvaguardare e soprattutto in un lavoro da passare da una generazione ad un’altra dove il problema del ricambio generazionale si acuisce.

Infine forse si ritiene che questo processo possa essere affrontato solo con forti competenze legali, economiche e finanziarie trascurando invece gli aspetti più psicologici del sistema delle relazioni dei familiari e del rapporto familiari e management che spesso invece fanno la differenza nel buon fine del processo. Certo i “Patti sociali e parasociali”, “Trust”, “Holding” e “Patto di famiglia” costituiscono la “cassetta degli attrezzi” per affrontare il processo, ma restano strumenti che vengono dopo due aspetti che sono fondamentali: cultura e sensibilità verso la continuità aziendale (e familiare).

Partiamo dall’assunto che la micro e la piccola impresa sono la spina dorsale del nostro sistema economico. Sono i numeri a confermarlo. Se le imprese micro e piccole in provincia di Bergamo (da 1 a 9 addetti) costituiscono il 93% delle imprese attive, per i settori del terziario, servizi esclusi, possono addirittura arrivare al 95% del commercio e al 97% del turismo. Non conta solo la dimensione ma il management. Ci sono imprese che per fatturato e numero di addetti sono grandi in cui però la gestione mantiene una dimensione familiare.  Estendendo quindi l’esigenza alle imprese più grandi dei 9 addetti e nelle quali la gestione è comunque, almeno nelle sue funzioni-chiave diretta dall’imprenditore e dai suoi familiari allora il bisogno potrebbe rasentare addirittura il 98/99% delle imprese longeve, cioè di qualsiasi impresa che voglia darsi una proiezione oltre la prima generazione.

Il Registro delle Imprese che tanto è utile per valutare l’andamento del sistema economico non risolve l’esigenza di isolare nell’immediatezza le imprese e le società familiari. Rileva le nuove imprese e le cessate, di ogni settore, le imprese di stranieri, di giovani e a prevalenza femminile, le tipologie di società ma non le imprese gestite in famiglia. Eppure queste imprese sono un elemento distintivo del nostro tessuto economico e dovremmo cercare di definirne il peso prima ancora che porre delle tutele per le stesse. Ad esempio da anni rileviamo un calo sensibile delle società di persone a dispetto di quelle di capitale ma non sappiamo se questo fenomeno depauperi o meno il sistema e la forza delle imprese familiari. Eppure il futuro del nostro sistema economico passerà dalla comprensione di questo fenomeno.

Esistono due approcci di analisi del tema e di supporto alle imprese. Uno è quello degli Istituti previsti dalla legge e gli strumenti giuridici e fiscali a disposizione. Queste competenze non possono che venire dall’alto, dal mondo accademico e dai professionisti avvocati, notai e commercialisti. Peraltro sono stati i contenuti di due importanti seminari organizzati pochi giorni fa dalla Camera Arbitrale di Bergamo e dal titolo: “Le società familiari e le PMI tra organizzazione della Governance e raccolta dei finanziamenti”. Gli strumenti ci sono sebbene debbano essere maneggiati con cura.

L’altro approccio non meno importante viene invece dal basso. Ogni società familiare è diversa da un’altra perché ogni famiglia è unica. Le relazioni tra familiari prevalgono spesso su quelle economiche e le esperienze sono sempre l’una diversa dall’altra. Nei fattori ESG (Environmental, Social and Governance Criteria) non è casuale che la governance sia il primo fattore,  più importante ancora degli altri, per l’ottenimento del credito. Noi vorremmo essere di aiuto agli imprenditori studiando in profondità casi nei quali si è o si sta consumando il ricambio generazionale per isolarne punti di forza, criticità e buone prassi. Da qui nasce il coinvolgimento del Centro Cyfe (Center for Young and Family Enterprise) dell’’Università degli Studi di Bergamo  per analizzare in profondità tre temi significativi che sono al centro della questione: la delega con i ruoli e le responsabilità, l’affiancamento e il passaggio delle competenze ed infine le aspettative e le aspirazioni delle persone, perché è vero che si parla di continuità delle imprese ma soprattutto di passato presente e futuro delle persone. Quindi della loro buona vita. Grazie al suo Gruppo Giovani  la nostra associazione ha realizzato un docu-film sul tema del ricambio dal titolo “L’impresa familiare tra passato presente e futuro” : abbiamo intervistato dieci senior e junior di imprese che stanno affrontando gli elementi positivi e negativi del passaggio. Pensiamo che su un tema che rende ogni esperienza diversa da un’altra sia fondamentale avere metodo anche per la selezione delle buone pratiche e dei consigli giusti per affrontarlo. Insomma cercando di non improvvisare.