Cultura della legalità, intesa tra Provincia e associazione Libera

Promuovere la cultura della legalità sul territorio bergamasco: questa la finalità del protocollo d'intesa triennale firmato in via Tasso, il 28 giugno, tra il presidente Ettore Pirovano per la Provincia di Bergamo e Davide Saluzzo, presidente del Coordinamento Regionale della Lombardia di Libera (associazione, nomi e numeri contro le mafie).
L'intesa prevede azioni utili a contrastare la criminalità organizzata, pratiche di corruzione, illegalità e violazione delle leggi, attività che necessitano di un forte impulso di carattere formativo in un'ottica di collaborazione tra istituzioni e cittadinanza.
Provincia di Bergamo e associazione Libera si impegnano quindi, in stretto raccordo con le autorità scolastiche competenti, a collaborare per la definizione di percorsi finalizzati alla formazione, alla cultura della cittadinanza, alla democrazia, alla legalità. Un ulteriore tassello è costituito dai "viaggi della legalità", incontri di giovani con testimoni di giustizia e familiari delle vittime di mafia che permettono di capire i fenomeni di illegalità dalle testimonianze di chi li ha conosciuti da vicino. Si sa che l'economia di tipo illecito subisce contraccolpi, anche in termini di immagine, quando la confisca dei proventi delle organizzazioni criminali è affiancata da un reale utilizzo sociale e produttivo degli stessi.
La piena applicazione della legge 109/1996, come sostituita dal D. Lgs. 159/ 2011, sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità è sicuramente una delle risposte più significative alle infiltrazioni criminali, in grado inoltre di distruggere il capitale sociale della mafia. A tale scopo, Provincia di Bergamo e Libera intendono promuovere attività informativa e progetti territoriali che puntano alla restituzione alla collettività delle ricchezze e dei patrimoni accumulati illecitamente dalla criminalità, anche di tipo mafioso.
L'intesa raccoglie una serie di interventi concreti in questa direzione:
· analisi della situazione effettiva dei beni confiscati nel territorio provinciale. Secondo i dati forniti dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, aggiornati al 27 marzo 2013, nella provincia di Bergamo sono presenti 28 beni confiscati;
· verifica delle possibilità di un loro riutilizzo secondo quanto previsto dalla legge;
· rimozione delle cause del mancato utilizzo e del deperimento dei beni confiscati;
· promozione della riconversione e riuso legale dei beni, anche in termini di avvio di nuove attività e opportunità occupazionali;
· promozione del valore simbolico, educativo e culturale del riuso sociale dei beni confiscati, anche attraverso forme di partecipazione attiva dei cittadini e delle realtà territoriali nella definizione delle nuove funzioni da assegnare agli immobili.




Movida in centro, il meteo fa slittare il debutto. Giovedì 4 luglio sarà “Notte blu”

Slitta al 4 luglio il debutto di “Vivi Bergamo il Giovedì”, la manifestazione che per tre serate chiude il centro città al traffico automobilistico e lo mette a disposizione della passeggiata, dello shopping e dell’intrattenimento. Le previsioni del tempo per giovedì 27 giugno hanno fatto decidere ai promotori della manifestazione di rimandare l’appuntamento alla settimana successiva. Non cambia la formula, che proporrà negozi aperti, punti ristoro e intrattenimento legati al tema “Danza e teatro, luci e colori”. C’è anche un filo conduttore cromatico, l’iniziativa è stata infatti ribattezzata “Notte blu” e invita gli esercenti ad utilizzare il colore per le vetrine e a farsi ispirare per iniziative speciali. “Vivi Bergamo il Giovedì” è promossa dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il distretto del commercio Bergamo Centro e le associazioni di categoria.   




Expo e Bergamo 2019, occasione per ripensare il nostro futuro

La candidatura di Bergamo a Capitale Europea della Cultura ha varie caratteristiche che la diversificano dalle altre città candidate. Una di queste è la "tappa intermedia" dell'Expo 2015. Che solo Bergamo ha, ma che fa di questa candidatura qualcosa che vive anche al di là del suo successo. Per intendersi, se ad esempio Matera, altra città candidata, dovesse fallire la candidatura, per la città sarebbe finita lì. Se questo avvenisse a Bergamo, questa avrebbe comunque lavorato per il 2015, cioè per la sua parte di Expo. Se questo è vero appare tanto più superficiale la perplessità di qualche bergamasco sul doversi la città impegnare o meno nella candidatura. Bergamo per la  prima volta nella sua storia moderna ha due grosse sfide, ostacoli, opportunità, collegate  davanti a sé. E per paradosso, le iniziative necessarie per la candidatura del 2019 sono se non altrettanto urgenti addirittura più urgenti di quelle dell'Expo 2015. Perchè, come ad alcuni sfugge, ed altri forse non sanno, il Dossier sulla quale le città candidate verranno giudicate va consegnato alla giuria internazionale che li giudicherà entro il prossimo 20 settembre. Appare allora un po' anacronistico il dibattito dai tempi a maglie larghe  che si continua ad intrattenere da oltre un anno sull'opportunità o meno della candidatura, quanto anacronistico appare il meccanico ripetersi di generiche critiche o astratte ricette mai seguite da concreti progetti; il tutto condito da commenti sul fatto di non sapere nulla della candidatura quando da quasi un anno basta cliccare Bergamo 2019 su qualsiasi computer per avere su un sito pur imperfetto, oggi migliorato, quelle informazioni essenziali e i contatti necessari per connettersi progettualmente con la candidatura. Il tutto come se questo astratto  dibattito potesse andare avanti fino al 2019. Purtroppo no si fa una candidatura nè un Expo con ricette a mezzo stampa. Per usare una metafora calcistica è come se nello spogliatoio prima della partita ci si incaponisse a discutere della scelta della formazione o del modulo di gioco, o delle tattiche  al punto che ci si dimenticasse che l'arbitro sta fischiando il calcio d'inizio con una sola squadra in campo condannando la squadra che non è uscita dallo spogliatoio ad una sconfitta a tavolino. Questo rischio, non solo bergamasco, è reale ed insidioso: il parlare troppo per mettere tutti d'accordo e accontentare tutti, ma arrivare tardi. I due impegni sono domani. Ed è francamente il doppio appuntamento che potrà cambiare definitivamente alcune cose in Bergamo e provincia: rimodellare la percezione della città all'esterno, smussare una mentalità un po' troppo autoreferenziale, ma soprattutto costruire una accelerazione nella fusione virtuosa tra la città del fare e la città del creare. Tra cultura e impresa. Tra pubblico e privato, tra  territorio ed istituzioni. Inoltre data la convivenza  progettuale tra maggioranze ed opposizioni politiche nella cabina di regia della candidatura, la stessa ottiene anche l'utile risultato di ricostruire una distanza tra cultura e politica, con la precedenza della prima sulla seconda, cosa non frequente. Ma la candidatura è fatta di progetti, concreti e innovativi;  progetti che possono venire sia da un team di professionisti che dal territorio, meglio se da entrambi in dialogo. Un dialogo auspicabile, indispensabile, ma dialogo deve essere. Presupponendo gli uni siano disposti ad ascoltare gli altri. Però non possono restare progetti, devono tramutarsi in realtà. Si può mettere Palazzo Suardi a disposizione della candidatura, ma non lo si puó far vivere se la comunità non lo colonizza di solide realtà progettuali bergamasche. Fare, costruire, lavorare insieme in modo operoso, riuscire dove altri falliscono era ed è il dna di questa comunità bergamasca;  questa caratteristica non deve farsi inceppare  dalle troppe parole. Bergamo 2019 è il sostegno reale e concreto alle domande della cittadinanza che sono fatti, opere, infrastrutture, miglioramento della vita, lavoro per le nuove generazioni. La candidatura e l'Expo insieme rappresentano un test della voglia di Bergamo  di tornare di amministrare autorevolmente il futuro, invece di subirlo. Vedremo la città come reagirà agli stimoli che chi lavora sodo  alla candidatura costruisce..tra non molto.

Claudia Sartirani
Assessore alla Cultura del Comune di Bergamo




I sette negozi che sfidano la desertificazione in città

Non si può dire che non siano originali le sette attività commerciali ammesse ai contributi del Comune di Bergamo attraverso i bandi (da fine 2011 ad oggi ne sono state varate quattro edizioni) per favorire l’apertura di negozi nelle zone più a rischio desertificazione della città. Ci sono la bottega di specialità francesi, la latteria-gelateria che lavora anche latte d’asina, di capra e di bufala, il negozio di abbigliamento con abiti esclusivi, l’officina per le biciclette, il laboratorio sartoriale, quello per lo sviluppo e il restauro di fotografie analogiche e il ritorno della macelleria di quartiere. Insomma chi ha scelto di lanciarsi di questi tempi una nuova attività ha pensato bene di dargli un carattere preciso. Via Pignolo incassa ben tre iniziative, segue la parte alta di via San Bernardino con due e poi via Paglia e il Villaggio degli Sposi con una nuova attività ciascuna. Un’assegnazione è avvenuta con il primo bando, una con il secondo e cinque con il quarto bando.  «Per destinare al meglio le risorse pubbliche – ricorda l’assessore alle Attività produttive Enrica Foppa Pedretti – il bando fissa precisi requisiti, in primis quello di avere già la disponibilità dei locali, rigorosamente affacciati e a livello della strada, e prevede una valutazione dell’idea e della sua sostenibilità da parte di una commissione. Ad oggi le richieste sono state una ventina, quelle ammesse sono sette, più una, a Grumello al Piano, che poi non avuto bisogno di richiedere il contributo. L’Amministrazione crede molto nella capacità del commercio di rivitalizzare la città e i contributi hanno prima di tutto una valenza sociale in aree di forte sofferenza, bastano tre o quattro aperture per cominciare a cambiare il volto di una zona».
Proprio in virtù di questo valore, l’assessore ha ottenuto il rifinanziamento del bando. «Attingendo a residui di bilancio sono stati messi a disposizione altri 100mila euro – spiega –, si tratta di una delle poche misure che hanno trovato nuova copertura. Serve del resto continuità perché l’incentivo abbia effetto: un’attività non si apre in dieci minuti e l’iniziativa aveva bisogno di tempo per essere conosciuta, come dimostra l’alto numero di richieste e assegnazioni registrate dall’ultimo bando. L’idea è di aprire selezioni di circa tre mesi ogni volta fino ad assegnare tutte le risorse». Il contributo è pari alla metà delle spese documentate fino ad un massimo di 15mila euro. Viene erogato in due tranche, in due anni successivi a partire dalla presentazione della documentazione delle spese. Le attività ammesse sono negozi di vicinato, piccolo commercio, attività artigianali, di tradizione ed artistiche. Le zone sono il Villaggio degli Sposi, via Bonomelli, via Paglia (tra via Bonomelli e Paleocapa), via Pignolo, via Quarenghi, via S.Bernardino (tra Largo Cinque Vie e via Previtali), via Moroni, via Broseta (tra Largo Cinque Vie e via Palma il Vecchio)




ATB, Scarfone: “Nell’ultimo biennio criticità sempre più gravi”

L’Assemblea dei soci ATB ha approvato il Bilancio consuntivo 2012 di ATB Mobilità Spa e il Bilancio consolidato di Gruppo.
Il Bilancio consuntivo 2012 di ATB Mobilità, la Capogruppo, si è chiuso con un risultato negativo di 647.162 euro (525.125 euro nel 2011), dopo aver registrato gli effetti della svalutazione della partecipazione in TEB per 496.433 euro.
Il valore della produzione è incrementato dell’1,65% attestandosi nel corso del 2012 a 8.808.783 euro, in presenza di un contenuto incremento (inferiore all’uno per cento) dei ricavi dalla gestione della sosta, riconducibile agli effetti di una maggiore attività di controllo.  I costi operativi hanno registrato un incremento dell’1,74% passando da 8.761.252 nel 2011 a 8.913.801 nel 2012.
Il risultato operativo registra un esito negativo rispetto all’anno precedente passando da meno 95.503 euro del 2011 a meno 105.019 nel 2012.
Il Bilancio consolidato di Gruppo per il 2012, che comprende i risultati di ATB Servizi, Trasporti Bergamo Sud Ovest Spa, ATB Consorzio Scrl, Nuovi Trasporti Lombardi Srl, chiude con un utile di competenza del gruppo di € 229.448.
Il bilancio consuntivo 2012 di ATB Servizi Spa., società che gestisce il servizio di trasporto pubblico nell’area urbana di Bergamo, composta dal capoluogo e da 27 comuni dell’hinterland, si è chiuso con un risultato positivo.
“Nel corso dell’ultimo biennio – dichiara Gianbattista Scarfone, Direttore Generale ATB – si sono notevolmente aggravate le criticità che hanno fortemente condizionato il settore del trasporto pubblico e della mobilità a seguito della riduzione delle risorse e dell’indeterminatezza del quadro normativo.
Lo stesso quadro normativo, che negli ultimi mesi è stato oggetto di rilevanti processi di modifica e innovazione sia a livello regionale (nuova legge per il TPL) sia a livello nazionale (disposizioni Governo Monti per la liberalizzazione dei servizi pubblici locali e provvedimenti legati alla spending review), pone con urgenza il tema del superamento dell’attuale atto di regolazione dei rapporti di affidamento dei servizi relativi alla mobilità (sosta, bike sharing, impianti semaforici, infomobilità) da parte dell’Amministrazione Comunale ad ATB Mobilità.
È quindi di rilevanza strategica ripensare alla mission di ATB Mobilità in merito alle attività di gestione dei servizi per la mobilità (bike sharing, sosta, ZTL) e sviluppare l’integrazione tra ATB e TEB per la gestione delle infrastrutture strategiche (funicolari, tramvie, tecnologie).”
“Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale – commenta Scarfone – è necessario porre attenzione ai contenuti e alle verifiche riguardanti le possibili alleanze in previsione delle gare per l’affidamento dei servizi che si svolgeranno presumibilmente nel corso del 2013, sulla base della nuova legge regionale di riforma del TPL e del protocollo sottoscritto fra Regione, Provincia e Comune in ordine alla costituzione dell’Agenzia per il TPL.”
“Ciò premesso – conclude Scarfone –  l’esercizio 2012 ha rappresentato per ATB Mobilità un anno importante durante il quale abbiamo operato con l’obiettivo di fornire a Bergamo servizi di alta qualità nel campo della mobilità e del trasporto pubblico.”

“Nel corso del 2012 il settore ha subito, a seguito di provvedimenti nazionali che hanno avuto forti ripercussioni a livello locale e regionale, gli effetti di trascinamento di un processo di ridefinizione delle risorse che ha generato un quadro d’instabilità crescente” –  dichiara Fabrizio Antonello, Presidente ATB. 
“La sfida più complessa per lo sviluppo dell’Azienda – continua –  è rappresentata dalle gare per l’affidamento del servizio che avranno luogo nel 2013 in attuazione della legge di riforma, che si pone, fra gli obiettivi generali, anche quello di spingere le aziende lombarde di Trasporto Pubblico Locale ad allearsi per coprire aree geografiche che, come nel nostro caso, avranno una estensione provinciale.”
“Siamo impegnati da tempo – conclude Il Presidente di ATB – in una profonda riflessione strategica sulle prospettive di ATB Servizi e già sono state attivate alcune azioni mirate a creare reti di alleanze che possano consentire all’Azienda sia di inserirsi con successo nel processo di aggiudicazione delle gare, sia di modificare le sue condizioni strutturali di funzionamento modificando, insieme ad altre imprese, il suo livello dimensionale.
Preoccupa comunque lo scenario futuro di ATB Servizi, che nel corso del 2013 affronterà una situazione critica dovuta presumibilmente al mancato trasferimento di circa 1 milione di euro, destinati al pagamento dei servizi erogati da parte dell’amministrazione competente.
Ciò comporterebbe un indebolimento dell’azienda nella fase più delicata di definizione e confronto con le possibili realtà che, insieme ad ATB, parteciperanno alla gara unica provinciale per l’affidamento del servizio.”
“Pur nelle difficoltà in cui si trova la finanza pubblica ed il trasporto pubblico locale, il bilancio del gruppo è positivo in quanto ATB ha nel corso degli anni patrimonializzato le sue risorse e le sue attività – dichiara Gianfranco Ceci, Vicesindaco e Assessore Infrastrutture e gestione della mobilità e Trasporti del Comune di Bergamo -. Da parte dell'azionista c'è tutto il sostegno e la fiducia necessaria gli organi ammnistrativi per affrontare nel migliore dei modi le sfide future con particolare attenzione ai servizi dell'agenzia della mobillità e alla gara del trasporto pubblico locale”.




“Progetti Territoriali”, riflettori accesi sulla Bassa 

Una serie di interventi diversificati a seconda delle aree territoriali coinvolte e destinati sia ad imprese di tutti i settori economici sia ad aspiranti/neo-imprenditori: è quanto prevede l’iniziativa “Progetti Territoriali – Attività e servizi per supportare la nascita e la crescita delle imprese nei territori della Bassa Bergamasca, della Valle Seriana e della Valle Imagna”, finanziata dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzata dall’Azienda Speciale Bergamo Sviluppo in collaborazione con il sistema associativo locale, che mira a supportare le diverse fasi del ciclo di vita aziendale, per rilanciarne la competitività e favorire lo sviluppo dell’intero territorio provinciale.
In particolare sul territorio della Bassa Bergamasca nei prossimi mesi sono in programma una serie di attività (riassunte in questa pagina) rivolte sia a imprese, per le quali sono stati pensati seminari mirati su specifiche tematiche, percorsi formativi per approfondire alcuni aspetti strategici per la competitività aziendale, check-up e interventi consulenziali, sia ad aspiranti imprenditori, per i quali è stato calendarizzato un seminario di orientamento sul “mettersi in proprio”.
Per Giorgio Ambrosioni, delegato alla creazione d’impresa dell’Azienda Speciale -“le azioni in programma nell’area d’intervento della Bassa Bergamasca, oltre a sostenere lo sviluppo delle imprese con attività sia di formazione sia di consulenza mirata, “sulla scorta” delle precedenti edizioni dei progetti “Promo”, offrono anche un’opportunità di informazione e orientamento per coloro che si affacciano al percorso dell’autoimprenditorialità, che oggi rappresenta per molti una possibilità di lavoro alternativa al lavoro dipendente”. Per quanto riguarda le tematiche dei seminari informativi e dei percorsi formativi, si spazia dall’accesso al credito alla comunicazione, dall’aggregazione tra imprese alla definizione dei prezzi, fino all’innovazione. “Particolare attenzione -sottolinea Cristiano Arrigoni, Direttore di Bergamo Sviluppo- è stata dedicata ai temi oggetto degli incontri: a guidarci nella scelta è stata la volontà di strutturare dei percorsi “a misura di PMI” che introducano alcuni elementi oggi prioritari per comprendere quali sono le chiavi strategiche della competitività e agire poi di conseguenza. Inoltre tutti gli incontri avranno un taglio fortemente pratico ed esperienziale, in modo che gli imprenditori possano poi applicare le indicazioni ricevute nel quotidiano”. Gli interventi consulenziali permetteranno infine a 30 imprese, già individuate, di beneficiare di un pacchetto di ore di consulenza personalizzata per implementare progetti di sviluppo tecnico e/o organizzativo (esempi di aree di intervento: comunicazione, sviluppo commerciale e marketing, amministrazione, internazionalizzazione, logistica, passaggio generazionale, ecc.), grazie all’accompagnamento di consulenti esperti e il trasferimento di conoscenze, competenze e strumenti tecnici/gestionali per “leggere meglio” la realtà e anticipare il futuro. “Con i Progetti Territoriali -conclude Giovanni Paolo Malvestiti, Presidente della Camera di Commercio di Bergamo – il nostro obiettivo è il rafforzamento competitivo di diversi territori provinciali nel rispetto delle caratteristiche di ciascuno, orientando strategicamente le risorse verso una progettualità mirata che metta a disposizione delle imprese servizi e strumenti efficaci, snelli e facilmente fruibili, così da accompagnare e guidare le imprese verso il cambiamento”.




Il “Premio dei Premi” ai Social bond di Ubi Banca

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito il “Premio Nazionale per l’Innovazione” (cosiddetto “Premio dei Premi”), al progetto “Social Bond UBI Comunità”. Il premio è stato consegnato a Roma al Gruppo UBI Banca rappresentato dal presidente del Consiglio di Gestione Franco Polotti, dal Consigliere Delegato Victor Massiah e dal Chief Business Officer Rossella Leidi, presso la sede del Consiglio Nazionale per le Ricerche (Cnr), alla presenza del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza e del Presidente del CNR Luigi Nicolais.
La candidatura del progetto del Gruppo UBI Banca è stata resa possibile dal conseguimento, lo scorso marzo, del Premio ABI per l’innovazione nei servizi bancari, nella categoria “La banca solidale” assegnato, secondo la motivazione ufficiale riconoscendo,“le sue caratteristiche di concretezza ed efficacia nel generare immediati impatti positivi sul contesto socio-ambientale concorrendo direttamente a supportare lo sviluppo dell’economia del bene comune, aumentando la coesione sociale”.
“Ringraziamo il presidente Napolitano per l’importante riconoscimento”, ha commentato Franco Polotti, “per noi è la conferma ulteriore del valore del progetto “Social Bond” avviato dal Gruppo nel 2012 a sostegno del Terzo Settore: una componente di primaria importanza del tessuto economico e sociale del Paese”.
"Ispiriamo la nostra azione al "Fare Banca per bene" e lo facciamo anche studiando prodotti nati da un'interpretazione moderna e concreta della società italiana", sostiene Victor Massiah, che aggiunge, "è da questo approccio che nascono i Social Bond, ma anche i mutui pensati per chi ha un lavoro a tempo determinato e i finanziamenti per l'avvio di nuove imprese e attività economiche".
Il Premio dei Premi è stato istituito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2008 ed è conferito ai vincitori dei premi per l’innovazione assegnati periodicamente nei settori dell’industria e dei servizi, dell’università e della ricerca pubblica, dell’amministrazione pubblica e del terziario con l’obiettivo di evidenziare l’importanza attribuita ad aziende, enti pubblici o privati o singoli ideatori in qualità di attori dell’innovazione, sostenendo il loro ruolo nello sviluppo sociale, economico, scientifico del Paese.
Da aprile 2012 a oggi sono stati collocati dal Gruppo UBI Banca 28 Social Bond per un controvalore complessivo di oltre 290 milioni di euro, che hanno reso possibile la devoluzione a titolo di liberalità di contributi volti a sostenere iniziative di interesse sociale per circa 1,5 milioni di euro. La gran parte di queste obbligazioni è stata sottoscritta con largo anticipo rispetto al termine di chiusura del relativo periodo di offerta, a testimonianza della comunanza di intenti fra il Gruppo UBI Banca e i suoi territori di riferimento.




Via XX settembre, continua il valzer delle insegne

Un’altra insegna storica lascia via XX settembre, la “Bottega del caffè”, al numero 32 esercizio “gemello” alla Torrefazione Lombarda di via Gugliemo d’Alzano, al quale la coriacea titolare, Elena Bosis, classe 1927, che ha sempre gestito entrambe le attività, si dedicherà ora completamente. Pur avendo una storia centenaria da raccontare, considerando che l’impresa è stata fondata dal padre, la signora Bosis non ha mai amato metterla in mostra e anche ora che saluta la vetrina affacciata sulla via più commerciale e vivace della città mantiene lo stesso profilo, preferendo il silenzio a parole che per forza di cose conterrebbero una buona dose di nostalgia. Non ha comunque dato l’addio definitivo alla professione di una vita, decisa a resistere – «fin che ce la faccio» – nella torrefazione di via Gugliemo d’Alzano, anch’essa testimonianza schietta di locale d’altri tempi. Al posto della “Bottega” dovrebbe aprire un negozio di abbigliamento.
Ma non sarà l’unica novità della via. La boutique di abbigliamento e calzature Dev, con i marchi Tod’s, Hogan e Fay del Gruppo Della Valle, si sposterà poco più giù lungo lo stesso lato della via nei locali lasciati liberi da Calvin Klein. Il punto vendita, che si sviluppa ora su tre piani, potrà così contare su un’unica superficie espositiva e su più vetrine.          




Ubi Leasing, nuovo cda Giovanni Lupinacci presidente

L’Assemblea Ordinaria di Ubi Leasing ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione che resterà in carica un triennio, fino alla data di riunione dell’Assemblea Ordinaria per l’approvazione del bilancio di esercizio 2015. Il numero dei membri del Consiglio di Amministrazione è stato ridotto da dieci a cinque, in linea  con le modifiche statutarie di semplificazione della Governance deliberate nell’ambito di un più ampio progetto di riorganizzazione della società e vede la presenza di management del Gruppo.
Il Consiglio di Amministrazione risulta composto da Giovanni Lupinacci, Gaudenzio Cattaneo, Andrea Tassoni, Paola Montresor e Carlo Re.

L’Assemblea ha altresì nominato Giovanni Lupinacci alla carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione e ha  nominato il nuovo Collegio Sindacale di UBI Leasing che risulta composto da Maurizio Baiguera, (Presidente), Enrico Agnese (Sindaco Effettivo), Marco Baschenis (Sindaco Effettivo), Sergio Comincioli (Sindaco Supplente) e Roberto Rangozzi (Sindaco Supplente).
Il Consiglio di Amministrazione ha quindi nominato Gaudenzio Cattaneo Vice Presidente e Andrea Tassoni Consigliere Delegato della società.




Il futuro delle imprese, due generazioni a confronto

Per le associazioni dei Giovani Imprenditori si è chiuso l’anno accademico di Let’s Sinergy, la scuola di sinergia che ha visto tra i banchi il neonato Coordinamento Bergamo Giovani, frutto della collaborazione di Ance, Ascom, Confartigianato e Confindustria. Prima di ripartire a settembre con la nuova sfida dell’internazionalizzazione con Let’s International, abbiamo chiesto ai rappresentanti junior e senior delle Associazioni di categoria di invertire per un attimo i loro ruoli in un vero e proprio cambio – e ricambio – generazionale, oltre ad indicare limiti e freni allo sviluppo d’impresa ed aprire uno sguardo al futuro e ai possibili scenari economici per il nostro territorio.
Se la determinazione rappresenta una qualità fondamentale per ogni imprenditore, la convinzione per le proprie idee è davvero forte. Se ricominciassero da zero, tre presidenti senior su quattro riaprirebbero la stessa tipologia di azienda, con cui si identificano in modo integrale. Cambierebbe invece impresa Angelo Carrara che oggi aprirebbe un’impresa piccola, ma estremamente innovativa, pronta a cogliere la sfida delle nanotecnologie e della fibra di carbonio. Del resto senza troppi giri di parole, Carrara da vero rottamatore, auspica ad un cambiamento drastico per una città come Bergamo “vecchia” impreparata ad arrendersi di fronte al fatto che il benessere costruito nel tempo non tornerà mai più. Sul fronte junior, anche i giovani imprenditori non riescono ad immaginarsi tra qualche lustro lontano dalla propria azienda. Anche se ciò non significa rinunciare a pensare ad un futuro diverso e migliore. I sogni del prossimo futuro per i giovani imprenditori mettono a sorpresa ai primi posti ambiente, famiglia, valori e attenzione al sociale. Nulla di più diverso e lontano dai pensieri yuppie che hanno animato gli anni Ottanta, alla faccia di chi accusa le nuove generazioni di avere un sistema valoriale stravolto e sballato. Quanto all’immediato futuro, i presidenti senior sono ottimisti e, con sano realismo, sanno che grazie alle proverbiali doti bergamasche, dall’attaccamento al lavoro all’orgoglio, al sacrificio, il territorio saprà rimettersi in piedi. Purché sappia alzare la testa, si impegni a cogliere le opportunità di Expo e della candidatura a Capitale europea della cultura nel 2019 e non rinunci alla collaborazione e all’apertura ad altri contesti.

QUI SENIOR
LE DOMANDE

1 Con un tasso di disoccupazione elevatissimo ed una percentuale preoccupante di Neet, per non parlare degli under 34 che rinunciano a cercare lavoro, che consigli si sente di dare ai giovani?

2 Che impresa aprirebbe oggi se dovesse ripartire da zero?

3 Quali sono gli scenari per Bergamo da un punto di vista economico da qui a dieci anni?

Ercole Galizzi – Confindustria Bergamo
«Bisogna ripartire dalla fatica e dal senso di responsabilità»

1. Non mi stanco di ripetere ai giovani che bisogna partire e ripartire dal sudore, dalla fatica, dall’impegno, dal senso del dovere e della responsabilità. Bisogna insistere e difendere le proprie idee perché alla fine, anche se con grande fatica, si riesce ad arrivare. Coloro che sono nati negli anni Trenta e Quaranta ce lo dimostrano: senza fatica non avrebbero ricostruito il Paese.
2. Aprirei la stessa impresa che ho oggi (la Argomm di Villongo, specializzata nella lavorazione di materiale plastico, ndr.). Mi identifico molto in quello che faccio e credo che non sia possibile fare impresa senza una profonda identificazione con essa.
3. Bergamo ha dei valori profondi e forti, radicati nel nostro proverbiale attaccamento al lavoro e nella propensione al sacrificio. È grazie a queste qualità che la nostra città, nonostante tutto, presenta, in un contesto di grande difficoltà, dei dati economici buoni se confrontati con quelli – a tratti disastrosi – nazionali. Per questo, senza dubbio tra dieci anni il contesto sarà diverso, ma migliore di oggi. A patto che si veda nella collaborazione e nell’apertura ad altri contesti un’opportunità e non una minaccia.

Angelo Carrara – Associazione Artigiani
«Il modello su cui abbiamo fondato il nostro benessere non esiste più»

1. In questo momento bisogna cercare di non pensare ai problemi e impegnarsi per fare la propria strada e inseguire i propri sogni, anche se il percorso si profila davvero ad ostacoli. È chiaro che partire da questa prospettiva è estremamente difficile in questo contesto, ma oggi come non mai serve ottimismo per andare avanti, anche perché non costa nulla e può fare molto.
2. Oggi aprirei un’azienda innovativa. Un’impresa piccola, ma davvero hi-tech e specializzata, pronta a cogliere le sfide delle nanotecnologie e dell’edilizia con fibre di carbonio.
3. Purtroppo Bergamo oggi è una città di vecchi e dobbiamo andarcene tutti. Servono nuove leve perché il benessere che è stato costruito in questi anni ci ha abituato troppo bene ed è un modello purtroppo inattuale, impossibile da replicare. La Bergamo che fino ad oggi abbiamo conosciuto non esiste più ormai né tanto meno esisterà ancora, bisogna ripensare seriamente al nostro futuro.

Paolo Malvestiti – Ascom 
«La mentalità sta cambiando, ora c’è più sostegno ai giovani»

1. Non è il momento di demoralizzarsi, perché la crisi – che stiamo affrontando senza sosta e respiro – sta portando ad un cambio di mentalità e ad una nuova e maggiore considerazione delle nuove e giovani imprese, fondamentali per il nostro sistema. Alcuni esempi? La Camera di Commercio ha stanziato un milione di euro per favorire l’inserimento lavorativo dei più giovani e supporta le nuove imprese accompagnandole nella crescita attraverso Bergamo Sviluppo, mentre Ascom offre percorsi formativi in grado di rispondere ad ogni esigenza.
2. Aprirei di nuovo un’impresa nel mio settore (pelletteria e calzature). Ogni imprenditore si deve sentire competente nel proprio ambito e oggi non esiterei a scegliere di nuovo un prodotto in cui ho creduto da subito e che in cinquant’anni ha retto la mia famiglia, quella dei miei genitori e oggi quella dei miei figli. È con orgoglio che mi pongo come obiettivo futuro aziendale la continuità nella famiglia.
3. Abbiamo due grandi opportunità da cogliere: Expo, occasione unica di portarci ben oltre i confini nazionali, e la scommessa da vincere di diventare Capitale europea della cultura nel 2019. Dobbiamo uscire dal nostro orticello e cercare altrove, attraverso l’internazionalizzazione, nuove opportunità e sbocchi. Diventare Capitale europea della cultura sarebbe un’opportunità unica e si sta lavorando molto per presentare al meglio la candidatura, con progetti importanti che Bergamo dovrebbe realizzare in ogni caso, anche se non dovessimo essere selezionati, per rilanciare il territorio. Perché la cultura è un capitale prezioso.

Ottorino Bettineschi – Ance
«Il futuro avrà bisogno della massima collaborazione tra associazioni»

1. Ai giovani consiglio di essere ottimisti e di credere di avere l’occasione di veder realizzato il proprio sogno imprenditoriale.
2.  Se dovessi ricominciare tutto da capo oggi aprirei un’impresa che si occupa di ambiente e di tutela dell’ambiente, magari sempre legata all’edilizia.
3. La nostra economia futura avrà bisogno della massima collaborazione tra associazioni. I giovani imprenditori ci insegnano come sia possibile condividere problemi e mettere in campo strategie comuni attraverso un’operazione di coordinamento. Le associazioni oggi sono infatti chiamate a sfide importanti, a ripensare il loro ruolo e a riorganizzarsi per sopperire le carenze del sistema Paese, in primis della politica. Da un punto di vista meramente economico credo che Bergamo abbia tutte le carte in regola per assicurarsi un futuro buono. Tra i migliori presupposti la nostra forza e tenacia, che ci spingono a resistere e a non mollare mai, lavorando sodo per raggiungere i nostri obiettivi. Ma la nostra debolezza è ancora rappresentata dalla nostra incapacità a lavorare insieme. La nostra vera ricchezza di domani starà nell’aver messo da parte egoismo, individualismo e rivalità.

QUI JUNIOR
LE DOMANDE 

1 Che imprenditore vorrebbe essere a 50 anni?
2 Quali sono i freni allo sviluppo per le giovani imprese in un sistema poco incline a favorire nuove idee?
3 Tra i giovani una buona fetta di coloro che non si scoraggiano fuggono all’estero. Come impedire la fuga di cervelli e talenti?

Luca Bonicelli – Giovani Imprenditori Ascom
«Le vecchie guardie non hanno fiducia in noi, ci tengono in naftalina»

1. Vorrei essere l’imprenditore che sono oggi, con ancora lo stesso entusiasmo e passione per il mio lavoro. Senza dubbio vorrei veder realizzati gli obiettivi che mi sono prefissato, in primis creare benessere per chi viene dopo di me, per i miei due figli. Non intendo con questo solo benessere economico, ma una ricchezza ancora più preziosa perché immateriale, fatta di valori, idee, passione e fiducia. Sono convinto oggi ci siamo fermati perché al nostro futuro, a differenza di quanto fatto dai nostri nonni con risorse infinitamente più limitate, non ha pensato proprio nessuno.
2. Le vecchie guardie non hanno fiducia nei giovani. Temono il confronto perché non sono stati in grado di allevare talenti e di farli crescere. Ci tengono in naftalina, come fa il Pd con Renzi.
3. Finché non si crea un sistema idoneo per forza in tanti scappano! Le capacità per crescere ci sono anche qui. Noi italiani siamo capaci di inventarci dal niente e il futuro non deve rappresentare per noi un problema. Le qualità non ci mancano, ma dobbiamo lavorare ancora molto sull’aspetto umano e sui valori che abbiamo perso per strada.

Marco Bellini – Giovani Imprenditori Confindustria
«Con la fuga di giovani e idee stiamo finanziando gli altri Paesi»

1 Mi immagino alla guida di un’impresa più grande, la stessa che ho contribuito finora a far crescere. Gli obiettivi che vorrei veder realizzati sono l’internazionalizzazione e l’affermazione del marchio.
2 Dobbiamo scatenarci e rompere le catene che ci limitano ed iniziare davvero a liberare le nostre energie. Abbiamo un sistema Paese che ci blocca, come se ci tenesse immersi nel cemento, e tarpa le ali ad ogni nostra iniziativa tra vincoli e ostacoli. Il sistema è davvero penalizzante per la libera imprenditorialità e lo è ancora di più per le imprese giovanili. Mancano azioni concrete per favorire e supportare la nascita di nuove imprese: non vogliamo sussidi, ma un sistema che consideri i giovani come una risorsa e non come una minaccia.
3 Dobbiamo creare delle opportunità per valorizzare la nostra forza, le nostre idee e la nostra capacità di trovare soluzioni innovative a problemi complessi. I Paesi nordici riconoscono questo nostro talento, oltre alla nostra capacità ideativa, e non mancano di richiedere in ambito lavorativo queste qualità. Noi invece lasciamo fuggire idee e competenze all’estero, finanziando di fatto le economie altrui, negando opportunità ai giovani migliori. La nuova generazione di venticinquenni e trentenni ha una marcia in più: in questo periodo difficile e catastrofico per l’occupazione i ragazzi hanno ormai capito di doversi creare un lavoro. Sta nascendo una nuova generazione di imprenditori e il nostro Paese non può perdere l’occasione di lasciarsi sfuggire di mano il proprio futuro e quello di tutta la nostra economia.

Daniele Lo Sasso – Giovani Imprenditori Associazione Artigiani
«Il credito e la burocrazia scoraggiano anche i più determinati»

1. Vorrei essere un imprenditore aperto a nuovi cambiamenti ed evoluzioni del mercato, attento al sociale, che è fondamentale, e all’ambiente, attraverso l’impegno nell’utilizzo delle fonti rinnovabili. A 50 anni spero di non sentirmi mai arrivato e di essere pronto a cogliere, se non ad anticipare, le nuove tendenze del mercato.
2. L’accesso al credito è il primo grande muro per ogni start-up, con la richiesta di garanzie impossibili. Il secondo scoglio è rappresentato dalla zavorra burocratica che frena e scoraggia anche l’imprenditore più determinato. Poi di traverso si mette una tassazione elevatissima che porta sempre più in là nel tempo il break-even, ormai di 11-12 mesi. C’è ancora troppa diffidenza verso nuovi progetti ed idee. Ottime iniziative imprenditoriali vengono ancora viste male da chi invece dovrebbe considerarle semplicemente un ottimo investimento. La formazione poi è costante e permanente, ma i percorsi tradizionali sono slegati dalla realtà.
3. I giovani vanno all’estero perché per realizzarsi devono fare le valigie e accettare malincuore di essere nati in un Paese che non sa valorizzarli. Finché non si creeranno condizioni favorevoli per fare impresa redditizia in Italia è difficile immaginare un cambiamento.

Francesco Savoldelli – Giovani Imprenditori Ance
«Il traguardo più bello? Condividere gli obiettivi con i dipendenti»

1. Vorrei essere un imprenditore realizzato nel mio settore delle costruzioni. Considerata la situazione attuale avere un’impresa anche quando avrò 50 anni mi sembra già un buon traguardo. Senza dubbio sarò un imprenditore diverso da quello che sono oggi in un’azienda più tecnologica ed evoluta. Spero che il futuro riservi un’immagine ed un ruolo diverso al costruttore edile, che non sia più visto come un palazzinaro o uno speculatore. Ma la costruzione più importante che mi piacerebbe veder realizzata è quella sociale, con maestranze ed operai più vicini, impegnati a lavorare ad una mission comune. Perché per costruire un futuro migliore bisogna partire dal sociale.
2. Per le imprese giovani è impensabile raggiungere o anche solo avvicinarsi alle rendite di posizione delle imprese più strutturate e storiche che fanno azione di lobbying ed impediscono lo sviluppo di nuove imprese.
3. Il primo passo credo sia quello di creare una sinergia tra università e imprese, in modo che al termine di un percorso formativo si creino contatti utili con il mondo imprenditoriale. Chi ha maggiori qualifiche va pagato di più, non di meno, altrimenti come purtroppo accade oggi l’università resta un investimento non pagato. Chi è più qualificato non trova la collocazione che merita, in un sistema che non valorizza le competenze. Prima di entrare nell’impresa di famiglia, da neo-laureato in ingegneria, non posso purtroppo dire di aver trovato le porte spalancate dal sistema lavorativo.