Artigiani, la sferzata di Carrara: «Politica e banche devono cambiare»

«Se per la prima volta nella storia dell’umanità la prossima generazione starà peggio di quella che l’ha preceduta, chi ci guida e ci rappresenta ha sicuramente la fetta maggiore di responsabilità.
Ma ora il tempo delle divisioni è finito: chiediamo a gran voce che il lavoro e lo sviluppo siano messi al centro dell’agenda politica, e che il confronto con le rappresentanze sia la base su cui costruire le nuove politiche di sviluppo».
È un’analisi dura della realtà, con una pressante richiesta di cambiamento rivolta al mondo politico e bancario, quella tracciata dal presidente Angelo Carrara durante la 68ª Assemblea Generale dell’Associazione Artigiani, che ha visto la presenza del presidente nazionale di Confartigianato Giorgio Merletti e di numerose altre autorità.
«Guardiamoci dentro… per continuare a guardare oltre» recitava il titolo del principale appuntamento statutario di Via Torretta, ed è stato questo lo spunto preso da Carrara per mettere in evidenza gli sforzi compiuti dalle imprese nell’ultimo anno, che hanno dovuto destreggiarsi con una burocrazia schiacciante e interloquire con una controparte politico-istituzionale sorda e formata da «burosauri».
«La tenuta delle nostre imprese – ha detto – è dovuta in massima parte alla caparbietà e al coraggio di noi imprenditori, al fatto che l’impresa viene vista come parte stessa della nostra esistenza. E questi fattori sono stati lo stimolo ad “andare oltre” un mercato interno asfittico e verso un mercato globale che nonostante tutto continua ad essere in espansione. Abbiamo anche “guardato oltre” come Organizzazione, facendo partire attività e servizi nuovi. Ma poi abbiamo “guardato oltre” verso le istituzioni e la politica e, nel migliore dei casi, abbiamo visto solo nebbia e muri insormontabili».
Carrara ha anche criticato l’applicazione italiana delle normative europee: «Molte volte – ha precisato – fatichiamo a capire certe normative che sono vessatorie e non adeguate per le nostre piccole imprese, anche se forse non sono loro ad essere pesanti ma lo è il modo italiano di applicarle».
Una stoccata è poi stata lanciata nei confronti del sistema bancario, accusato di non voler valutare appieno il merito creditizio delle imprese che pure, a Bergamo, registrano una bassissima percentuale di insoluto (l’1,41%, contro una media regionale del 2,34%).
«Pur capendo tutte le problematiche che anche loro stanno attraversando e pur rendendomi conto delle loro legittime richieste di garanzie – ha detto – mi trovo in forte difficoltà a comprendere questa posizione di negatività verso le piccole imprese. Di fronte a loro è seduto non solo un numero di conto corrente, ma una persona con la sua famiglia, la sua vita e la sua storia. Non è possibile ribaltare sul tessuto delle Pmi gli errori o i costi delle loro gestioni finanziarie a dir poco allegre».
Da qui la necessità di «guardarsi dentro» per cercare insieme, imprese, Organizzazioni di rappresentanza e istituzioni, nuove strade di risalita.
«Guardarci dentro – ha continuato – non significa chiuderci in uno splendido isolazionismo, ma trovare energie e risorse per potenziare il nostro essere impresa e valorizzare la persona che sempre vi si trova dietro, o meglio, dentro. Con queste premesse bisogna ritornare a mettere in pratica quello che storicamente ci ha contraddistinto, ossia la solidarietà e  la sussidiarietà. Ma forse ci siamo lasciati abbagliare da una sorta di secolarismo, anteponendo i miti del consumismo e l’effimero, ad un vero progetto di sviluppo sostenibile, solidale, etico e soprattutto duraturo».
Ha quindi invitato tutti a raccogliere la sfida della globalizzazione vista non più come una negatività ma come un’opportunità e un terreno su cui confrontarsi, mettendo a frutto le abilità tipiche dell’artigianato.
«I nostri artigiani – ha insistito – hanno una peculiarità: non fanno prodotti in serie ma una serie di pezzi unici, ed è questo che ci caratterizza nel mondo. Ripartiamo dunque da qui, giocando la partita della globalizzazione per vincerla insieme. Poniamoci obiettivi sempre più alti e incamminiamoci verso nuovi traguardi sfruttando la rete, sia quella virtuale del web sia quella che si può tessere tra imprese e tra persone».
Imprescindibili, in questo contesto, devono essere le potenzialità offerte dal cambio generazionale. Ma a questo proposito, il presidente Carrara ha voluto porre l’accento sulla piaga della disoccupazione, soprattutto quella giovanile, «una situazione a cui le ultime leggi e gli ultimi decreti hanno contribuito in modo sostanziale».
Tra i vari problemi che richiedono risposte, per Carrara occorre quindi affrontare l’aspetto sociale dell’essere impresa e dell’essere Organizzazione di rappresentanza.
«Dobbiamo riscoprire i valori della solidarietà e delle relazioni, che sono la base del vivere civile e i pilastri di una società che mette al primo posto la persona ed il suo avvenire. E dobbiamo aver ben presente che la costruzione del futuro va ripensata, specialmente in una società che invecchia e che già oggi presenta due persone non attive per ogni lavoratore. Occorre attivarsi per proporre politiche di supporto alla famiglia, ragionare sul quoziente famigliare, costruire percorsi di welfare integrativo e pianificare, partendo dai giovani, uno sviluppo di attività a lungo periodo con finalità mutualistiche. Chiediamo che anche gli altri attori sociali si interroghino sulle cause che ci hanno portato a questa situazione e che, insieme, si studino le vie d’uscita».




La svolta del dirigente: «Addio Bergamo Mercati, ora “alleno” imprenditori e manager»

Il primo a «non irrigidirsi in schemi», come consiglia di fare ai manager che ora affianca, è stato lui. Dopo 15 anni da amministratore delegato di Bergamo Mercati, la società pubblico-privata che gestisce il mercato ortofrutticolo di Bergamo, Mattia Rossi ha scelto di voltare pagina. Un cambiamento netto, che lo proietta nel mondo della formazione aziendale, del coaching in particolare, ossia quel supporto personalizzato che aiuta ad esprimere al meglio le potenzialità e a raggiungere gli obiettivi. In scadenza di mandato, d’accordo con gli azionisti privati, ha deciso di non presentare la propria candidatura per il prossimo triennio all’assemblea che lo scorso 22 maggio ha rinnovato il Consiglio di amministrazione della società e confermato alla presidenza Renzo Casati. Nella prima riunione del Consiglio saranno assegnate le deleghe e la sua potrebbe andare al neoeletto Andrea Chiodi, responsabile prezzi e qualità, professionalmente cresciuto al suo fianco.
Quarantasette anni, giornalista della carta stampata e televisivo dall’87 al ’95, poi addetto stampa della Provincia con presidente Ceruti e per due anni responsabile della comunicazione della Bas, ha guidato Bergamo Mercati dal ’98, in pratica dai primi passi della nuova società. «Far partire da zero Bergamo Mercati è stato stimolante e divertente – racconta Rossi –, ma sono una persona sempre alla ricerca di nuove sfide e negli ultimi quattro-cinque anni mi sono appassionato alle tematiche legate allo sviluppo della capacità manageriali e imprenditoriali e sono stato sempre più attirato da questo mondo».
Scegliere di lasciare una carriera avviata per una tutta da costruire può però non essere così scontato, soprattutto in un Paese in cui le poltrone si cerca di tenerle ben strette. E la crisi aggiunge instabilità. «L’incarico di amministratore viene rinnovato ogni tre anni – precisa -, è perciò un lavoro “precario” e la crisi non è, dal mio punto di vista, un freno ma una situazione che rende semmai più facile trovare nuove opportunità, perché non ci sono più schemi fissi e si è di fronte ad un flusso continuo di cambiamento. Credo che stiamo attraversando una svolta epocale – rimarca –, di quelle che capitano pochissime volte nella storia, si può stare a guardare ciò che finisce o pensare che siamo all’inizio di ciò che verrà. Io sto cercando di dare il mio contributo in questa direzione». Già, perché davanti all’emergenza, il rischio è che si perda la bussola, la visione a lungo termine. «Ovviamente gli imprenditori hanno oggi problemi immediati e concreti – rileva Rossi -, su tutti ottenere ossigeno dalle banche e mettere in sicurezza i conti, ma occorre anche mantenere spazi per progettare una linea strategica. Non bisogna pensare che le capacità che hanno consentito di far crescere un’azienda nel tempo siano scomparse, le potenzialità ci sono ancora, si tratta magari di fare le cose in modo diverso».
Ed è qui che può essere d’aiuto il coach, termine con cui nel mondo anglosassone si indica l’allenatore sportivo, esteso poi alla figura che supporta lo sviluppo personale e professionale. «Un’attività che negli Stati Uniti è già presente da almeno vent’anni – ricorda – e che si sta diffondendo anche in Italia. Proprio come l’allenatore di un atleta, il coach individua le potenzialità, stila un programma d’azione ed offre il supporto da bordo campo, ossia un diverso punto di vista della situazione. La gara poi se la deve giocare il singolo».
Rossi si occupa, in particolare, di sviluppo della leadership, delle relazioni interpersonali e dell’organizzazione. «Gli interventi – spiega – prevedono una parte di formazione in aula e un vero e proprio accompagnamento per alcuni mesi su obiettivi operativi, in modo concreto e pratico. Sono mirati al miglioramento delle cosiddette soft skills, non le competenze specifiche in una materia ma le capacità personali e di relazione». Non ha dato vita ad una società, ma può contare su una rete di colleghi con cui collaborare su progetti. «Nelle grandi aziende, dove la formazione è un’attività più strutturata  – dice –, il coaching è una metodologia conosciuta, ma ho avuto modo di incontrare anche giovani imprenditori di piccole e medie aziende molto preparati e con una mentalità aperta su questi temi, l’interesse c’è e questo è importante, soprattutto in prospettiva». Attualmente sta lavorando con aziende a Milano e privati in Bergamasca. «Le criticità maggiori? La mancanza di autenticità nelle relazioni interpersonali – evidenzia -. Si sta troppo sulla difensiva, c’è sospetto, diffidenza. Lo si nota nelle difficoltà nel processo di delega, quando si dimentica che è grazie alla crescita di tutti che possono migliorare la redditività e la competitività. La vera leadership è creare una visione condivisa e farsi seguire».
E sulla sua scelta rimarca: «Fare il coach vuol dire essere prima di tutto essere chiari con se stessi. L’esperienza in Bergamo Mercati si è conclusa naturalmente quando ho capito che potevo dare di più in quest’altro settore».   




Turismo, «a Bergamo serve un’identità»

Con un terzo del budget a disposizione rispetto all’anno scorso, la quarta edizione del Festival Internazionale della Cultura ha ugualmente messo in campo più di trenta appuntamenti in due settimane, seguiti da oltre 18mila persone. Un calendario ampio e diversificato, che ha spaziato dalla musica alla fotografia, alla filosofia e che ha posto l’attenzione, in particolare, sul coinvolgimento dei più giovani e sulla valorizzazione dei loro talenti. «È costato fatica – rileva Casto Jannotta, presidente del Festival – ma siamo riusciti a mantenere alto il profilo, grazie ad un Comitato artistico di livello, con eventi calati sulle esigenze della città, che puntavano soprattutto a mettere in luce le qualità dei giovani del nostro territorio e a creare per loro un ponte verso l’internazionalità».
Cosa dice a chi non crede che abbia senso investire nella cultura di questi tempi?
«A differenza dell’Italia, altri Paesi europei in un momento di crisi come questo hanno aumentato in maniera significativa gli investimenti nella cultura. Ci sono studi che dimostrano che una crescita della conoscenza porta vantaggi dal punto di vista sociale. Aprire lo sguardo e la mente permette di ridurre l’ansia nei confronti delle situazioni che non si conoscono, di valutarle con un approccio diverso dal quotidiano. Assistere ad un concerto, ad un dibattito, godersi uno spettacolo teatrale è utile per risollevarsi e guardare le cose da una prospettiva diversa: è ciò che abbiamo cercato di fare con il Festival, i cui eventi erano tutti gratuiti».   
Ma la cultura può generare anche un ritorno più concreto e misurabile?
«È strettamente legata al turismo. Le ragioni principali per cui gli stranieri arrivano i Italia sono il paesaggio e il patrimonio storico e artistico, la moda, il design e l’enogastronomia. In un momento in cui l’industria sta soffrendo, il turismo internazionale è la nostra unica risorsa ed investire in cultura è la maniera per migliorare l’attrattività».
Anche per Bergamo?
«Certamente, tanto più che possiamo contare su uno dei primi aeroporti italiani – si gioca il terzo posto con Linate – per numero di passeggeri. Sino ad oggi non abbiamo ancora sfruttato questa possibilità, il turismo lo stiamo subendo, non c’è una precisa scelta politica, un progetto per i prossimi anni. Ci sono tante cose buone, iniziative di qualità, questo sì, manca però un’integrazione, una visione per il futuro».
Intanto la città è candidata a Capitale europea della Cultura…
«È un grande stimolo e di questo va dato merito al Comune, non deve però essere il traguardo ma una tappa per arrivare alla definizione di una visione, chiamando a dare il proprio contributo tutti i soggetti interessati, nel rispetto dei ruoli».
Quale può essere il punto di forza di Bergamo?
«Bergamo ha un patrimonio ricco ma è difficile trovare, rispetto ad altre realtà, un elemento portante. Ravenna, ad esempio, ha un’eccellenza mondiale nei mosaici ed è questo il suo biglietto da visita. Credo che la direzione sia nel recupero delle nostre radici storiche, i valori dei bergamaschi, che comprendono anche il modo di essere nel mondo del lavoro e lo stile di vita. Insomma, occorre costruire un’identità che renda la nostra proposta unica e non replicabile. Non qualcosa costruito a tavolino, ma di profondamente ancorato e condiviso».
Insiste sulla collaborazione e la condivisione…
«È fondamentale ed è quanto stiamo cercando di sviluppare sempre più con il Festival della Cultura, che ha ampliato le collaborazioni – quest’anno con la Fondazione Bernareggi, il Conservatorio, il Talent Garden, Notti di Luce -, proponendosi come una piattaforma sulla quale le diverse realtà si possono innestare con le proprie peculiarità».
Non a caso, allora, nel Festival ha trovato spazio anche quest’anno l’enogastronomia…
«Anche il cibo è cultura e racconta un territorio. Abbiamo realizzato un doppio circuito: uno nella logica dello street food, ossia alle proposte veloci, il secondo con la formula “mangi in 2, paga 1”, dedicato agli under 30, una soluzione che ha dato la possibilità ai giovani di avvicinarsi all’alta ristorazione e che ha incontrato anche il favore dei locali. Abbiamo dovuto rinunciare, per via dei costi, a Cuochi in Scena, che nelle scorse edizioni aveva avuto molto successo (portando in piazza della Libertà le cucine dei ristoranti più illustri ndr.), ma contiamo di recuperare la manifestazione dal prossimo anno, con una modalità diversa, coinvolgendo più location ma conservando il gusto di utilizzare in modo diverso gli spazi della città. Cosa che, del resto, abbiamo fatto in questa edizione con altre iniziative, proponendo ad esempio incontri sul Sentierone. L’obiettivo è portare sempre più la cultura in strada, in spazi non convenzionali, più accessibili per tutti».   
Mentre si vola alto alla ricerca di un’identità culturale e turistica, si cade sugli aspetti più pratici, dalle informazioni ai servizi per i visitatori…
«Sull’accessibilità c’è ancora tanto da lavorare, dalla segnaletica in lingua alle informazioni sugli eventi in tempo reale. Bisogna stilare una vera e propria lista della spesa di tutti gli standard che una città deve avere per presentarsi sul mercato con le carte in regola. Le entrate del Comune per la tassa di soggiorno dovrebbero servire a questo, si dovrebbero mettere sul piatto risorse e costi e confrontarsi con gli attori per individuare le priorità. Come ripeto, sino ad ora il turismo non lo abbiamo scelto ma subito. Chi potrebbe dare una mano importante per il salto di qualità è l’Università che con le facoltà di Economia, Lingue e, per lo sviluppo dell’informatica e del digitale, Ingegneria potrebbe diventare un hub dei processi di ricerca, sviluppo e monitoraggio in campo turistico».
Imprenditore alberghiero, conosce bene anche la realtà del turismo montano visto che la sua famiglia gestisce l’Hotel Milano di Bratto. Quali sono le prospettive per la montagna bergamasca?
«Sta subendo la crisi. Sono fondamentali il rinnovamento degli impianti di risalita e l’adeguamento degli alberghi ma le risorse sono limitate e la competizione è con realtà come le regioni autonome dove il turismo può contare su ben altri contributi. Siamo anche di fronte ad una contrazione del mercato interno e a nuovi fenomeni sociali, come lo scambio di casa per le vacanze. In realtà le belle idee non mancano ma, come per la città, servirebbe una visione strategica. Non dimentichiamo che Milano è il bacino principale di tutto l’arco montano e le nostre montagne hanno il vantaggio dell’accessibilità per tutte le fasce della popolazione, un bel potenziale ma dobbiamo chiederci perché un visitatore dovrebbe scegliere le nostre Valli invece di un’altra località».
Qualche suggerimento?
«Una strada possono essere i family hotel, strutture più semplici ed essenziali in coerenza con le esigenze delle famiglie, che offrono la possibilità di fare sport e stare nel verde, oppure sviluppare tutto quanto ruota intorno al mondo dei bambini, dalle attività didattiche all’alimentazione, alla moda. Occorrono però precise politiche di prodotto, il turismo non è fatto di individualità, bisogna fare squadra». 
Avete già qualche idea per il Festival del prossimo anno?
«Stiamo ancora stilando il bilancio complessivo dell’edizione da poco conclusa, un’ipotesi di lavoro è però il tema dell’ambiente. Trattato non dal punto di vista tecnico e scientifico, visto che ci sono già eventi dedicati, ma con una visione interdisciplinare, inteso come qualità della vita».  

Casto Jannotta è presidente del Festival internazionale della Cultura di Bergamo, del Centro Congressi Giovanni XXIII, del Bergamo Convention Boureau, associazione specializzata nel fornire consulenza alle società di organizzazione di convegni ed eventi, fondata dal Centro congressi e dalla Promoberg. È inoltre presidente di Exclusive Hotel Collection, gruppo attivo nella gestione e commercializzazione di alberghi di alto profilo che ha nel proprio portafoglio il Castello di Velona a Montalcino, Palazzo Gattini a Matera, l’Hotel Imperiale a Taormina oltre all’Hotel Milano a Castione della Presolana, gestito dalla famiglia Jannotta.




Costi della politica, la Regione pronta a tagliare 80 milioni

“In un periodo di crisi e difficoltà come quello attuale era giusto che la politica mandasse un segnale forte e il segnale forte qui in Regione Lombardia è arrivato, subito, attraverso questa proposta di legge, che taglierà pesantemente i costi del Consiglio regionale della Lombardia,
con un risparmio complessivo che, nell'arco della legislatura, considerando anche i tagli già effettuati per la Giunta, sarà addirittura superiore a 80 milioni di euro”. L'assessore all'Economia della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia, presenta così la proposta di legge – elaborata dal gruppo di lavoro misto, formato dai presidenti dei Gruppi consiliari e dallo stesso assessore in rappresentanza della Giunta regionale – finalizzata a ridurre drasticamente i costi del Consiglio regionale. Una riforma che elimina, per i consiglieri regionali, voci del trattamento economico quali la diaria, l'indennità di missione, i rimborsi spesa per il trasporto, oltre al vitalizio e all'indennità di fine mandato. “Non abbiamo perso tempo e abbiamo dato subito un segnale importante e concreto in termini di risparmio – precisa l'assessore -. Grazie a questa riforma gli organi istituzionali costeranno 1,3 euro l'anno al singolo cittadino lombardo, la media più bassa a livello nazionale e addirittura la metà rispetto al costo antecedente a questa riforma, che, per inciso, era già quello più basso  come media nazionale”.




Agenzia delle Entrate: «Attenzione alle truffe, il rimborso fiscale non arriva via e-mail»  

Sono stati segnalati nuovi tentativi di truffa ai danni di ignari cittadini. In particolare, le segnalazioni riguardano e-mail apparentemente provenienti dall’Agenzia delle Entrate dall’oggetto “Rimborsi fiscali è disponibile in formato html”.
Il messaggio invita il contribuente a cliccare su un link per scaricare una nuova pagina web e seguirne le istruzioni per ricevere un accredito sul proprio conto corrente. L’Agenzia delle Entrate fa sapere  di essere totalmente estranea all’invio di questi messaggi.
Si tratta infatti di un tentativo di truffa informatica architettata per entrare illecitamente in possesso di informazioni riservate. A questo proposito, vale la pena di ricordare che la procedura seguita dagli uffici dell'Amministrazione finanziaria per erogare i rimborsi non prevede mai il ricorso ad avvisi telefonici o via e-mail, ma solo alla posta tradizionale. I rimborsi fiscali spettanti al contribuente possono essere riscossi, a seconda dei casi, presso un ufficio postale, con vaglia della Banca d’Italia o con accredito su conto corrente. Anche in quest’ultimo caso, i contribuenti comunicano le proprie coordinate bancarie all’Agenzia delle Entrate direttamente in ufficio oppure attraverso la piattaforma telematica “Fiscoonline” alla quale si accede esclusivamente autenticandosi attraverso il codice Pin rilasciato dalla stessa Agenzia.
La Direzione regionale ha già provveduto a denunciare il tentativo di truffa alla Procura della Repubblica. L’Agenzia raccomanda i cittadini di non rispondere in nessun caso a questi messaggi fraudolenti, anzi a segnalarli agli Uffici di Polizia.  




Musica classica e solidarietà, sabato un concerto per i Dutur Claun

La musica classica sposa la solidarietà sabato primo giugno, alle ore 21, nella chiesa di San Bartolomeo a Bergamo con la quarta edizione del Concerto di Pasqua, iniziativa promossa e diretta dal maestro Ruggero Barbieri (nella foto), tradizionalmente legata ad un fine benefico. Quest’anno la collaborazione è con l’Associazione Dutur Claun Vip Bergamo Onlus, che porta la clownterapia negli ospedali e nelle residenze sanitarie assistenziali. Di scena i solisti Flavio Bombardieri al violoncello, Alice Morzenti al Flauto, Elena Piva all’arpa e l’ensamble Orchestra filarmonica italiana in un programma che propone in apertura “Elegia”, prima esecuzione mondiale del compositore bergamasco Andrea Brignoli, impegnato anche nel campo cinematografico e televisivo, per poi passare a Mozart con la “Sinfonia in la maggiore K.201” e il “Concerto per flauto e arpa in do maggiore K.299”.
Ruggero Barbieri è fondatore ed attuale direttore artistico dell’Intramuros International Music Festival a Manila ed ha diretto prestigiose orchestre nel mondo quali l’Orquesta Nacional de Espana a Madrid, l’Orquesta de Estado de Mexico a Città del Messico, la Czech National Symphony Orchestra di Praga, l’Orquesta Nacional de Argentina a Buenos Aires. La collaborazione artistica con la “Philippine Philarmonic Orchestra” di Manila di cui è stato direttore musicale e direttore artistico per nove anni (fino al 2005) continua in qualità di principale direttore invitato. Fondatore dell’Orchestra “Città di Bergamo” (1986), dalla quale è nata l’attuale “Orchestra Bergamo – Musica Festival G. Donizetti”, si è perfezionato con bacchette del calibro di Leonard Bernstein ed Aldo Ceccato, di cui è stato direttore assistente a Madrid dal 1989 al 1995.
L’Associazione Dutur Claun, nata nel 2002, oggi è composta da un centinaio di soci, tra volontari attivi e sostenitori, e si occupa di portare, a titolo esclusivamente gratuito, positività dove si vive un disagio sanitario o sociale. Si rifà al padre della Clownterapia moderna, il famoso dottor Hunter “Patch” Adams, da sempre convinto che la risata, il sorriso e il buonumore portino grandi benefici ai pazienti (ma anche a familiari, amici e al personale stesso delle strutture). I Dutur Claun sono volontari che hanno abbracciato questa visione e intrapreso un percorso di formazione specifico. L’Associazione si appoggia sia a Vip Italia onlus, che offre corsi di formazione, sia a professionisti in settori di interesse, come improvvisazione teatrale, drammaterapia, psicologia, assicurando un allenamento e un aggiornamento costante degli operatori.




Federmanager, 5 giorni di formazione gratuita ai dirigenti disoccupati

Il Consiglio Direttivo di Federmanager Bergamo, presieduto da Diego Macario, ha deciso di mettere a disposizione dei colleghi, momentaneamente senza lavoro, un pacchetto di 5 giornate di formazione (completamente gratuite per i partecipanti) per un totale di circa 40 ore. Le iscrizioni al corso si chiuderanno il 28 giugno. A livello nazionale, i posti disponibili sono 400.
All’iniziativa, promossa da Federmanager Bergamo, collaboreranno sia Federmanager Academy – la Management School creata a livello nazionale da Federmanager a fine 2010 per formare, in un’ottica di lifelong learning,  le figure direttive che operano in aziende fornitrici di beni e servizi – sia Fondirigenti, l’Ente bilaterale partecipato da Confindustria e Federmanager per favorire lo sviluppo della cultura manageriale.
Nello specifico, Federmanager Academy ha messo a punto un percorso articolato in due parti: 3 giornate di assesment, riorientamento e formazione di base articolate su sette distinte tipologie di reinserimento dei Dirigenti nel sistema delle imprese, con particolare riferimento alla formazione sui soft skill necessari per la ‘spendibilità’ del Manager in nuovi ruoli legati alle più attuali esigenze delle imprese; e due  giornate di formazione, su competenze manageriali, per colmare gap specifici o per consolidare i punti di forza del singolo Dirigente.
L’iniziativa, rivolta ad un massimo di 400 Manager italiani disoccupati, sarà finanziata da Fondirigenti. Due i requisiti richiesti ai potenziali partecipanti: essere iscritti all’Agenzia del Lavoro di Fondirigenti (l’iscrizione via web è gratuita) e aver intrattenuto l’ultimo rapporto di lavoro in aziende iscritte a Fondirigenti. "Con questo innovativo servizio – commenta Macario – intendiamo dare ancor più valore aggiunto alle forme di  assistenza che la nostra organizzazione ha finora erogato ai propri associati”. E aggiunge: “Considerando, poi, che le posizioni disponibili, a livello nazionale, saranno solo 400, invito caldamente i colleghi a cogliere questa opportunità. Più in fretta aderiranno alla proposta, maggiori probabilità avranno di essere inclusi nel novero dei partecipanti”. I dirigenti bergamaschi interessati, sia ad approfondire l’argomento sia a manifestare la volontà di candidarsi, potranno partecipare all’incontro di presentazione del progetto, fissato per lunedì 3 giugno, alle 11.00 (nella sede di Federmanager Bergamo, in via Pascoli 3), oppure inviare un’e-mail al seguente indirizzo: info@federmanagerbergamo.it
Una volta verificata la sussistenza delle condizioni necessarie, Federmanager Bergamo si attiverà per fornire tutto il supporto necessario.




“Turismo Bergamo”, Trigona presidente

Cambio al vertice di Turismo Bergamo. L’Assemblea dell’Agenzia di promozione del turismo, riunitasi lo scorso lunedì nella sede dell’Urban Center cittadino, ha nominato il nuovo Consiglio d’Amministrazione ed eletto il presidente che guiderà l’ente per i prossimi tre anni. All’unanimità l’incarico è stato assegnato a Luigi Trigona, direttore dell’ Ascom di Bergamo e membro di Giunta della Camera di Commercio di Bergamo. Trigona – che subentra a Silvano Ravasio, in carica dal 2010 ad oggi –  è avvocato, sposato e padre di una figlia. Ha ricoperto cariche importanti a livello nazionale occupandosi di turismo e di marketing territoriale sia da segretario generale di Confcommercio sia da consigliere d’amministrazione dell’Istituto Tagliacarne per la promozione della cultura economica. Sempre con un occhio di riguardo rispetto della promozione del territorio, è stato membro della Giunta esecutiva di Fiera Milano e della società Fiera Milano Congressi. Con lo stesso spirito riveste la carica di segretario generale dell’Ente Fiera Promoberg – che negli ultimi anni ha realizzato fiere, manifestazioni ed eventi anche con lo scopo di promuovere il territorio bergamasco – e di consigliere dell’Ente Promos, l’azienda speciale per le attività internazionali della Camera di Commercio di Milano, struttura specializzata che opera nel campo dell’internazionalizzazione e del marketing territoriale.
Nel Consiglio d’Amministrazione, che rimane in carica per i prossimi tre anni, siedono: Trigona e Giacomo Salvi, entrambi delegati dalla Camera di Commercio, Elisabetta Mangili e Gabriele Cortinovis, nominati dalle Provincia di Bergamo e Paolo Moretti, delegato dal Comune di Bergamo. I sindaci sono: Riccardo Previtali, riconfermato nella carica di presidente, Andrea Locati (riconfermato) e Antonella Tassi.
«E’ con piacere che assumo questo nuovo incarico – afferma il neo presidente Trigona -. Continuerò l’egregio lavoro fatto dal presidente Ravasio, che con responsabilità e passione ha guidato l’ente negli scorsi tre anni. Il mio mandato sarà caratterizzato dal motto: Bergamo e il suo territorio, belli da vivere e belli da visitare. Desidero coordinare il lavoro di Turismo Bergamo indirizzandolo su due binari: quello del turista che viene a visitare il territorio, ammirandone le bellezze ambientali, culturali ed enogastronomiche; e quello di chi viene per l’attività imprenditoriale e quindi un turismo legato al mondo congressuale, convegnistico e delle fiere».
Il Consiglio di Amministrazione si riunirà nelle prossime settimane per impostare il programma di lavoro e gli obiettivi per i prossimi tre anni.
«Certamente tra le priorità da affrontare ci sarò l’Expo 2015 e la candidatura di Bergamo a Capitale Europea della cultura 2019» afferma il presidente.




Un marchio premia i negozi sostenibili

Essere eco friendly può sembrare una moda, uno strizzare l’occhio ad una tendenza del momento che rende più favorevole lo sguardo dei consumatori. In realtà è un’opportunità e potrebbe tra poco essere addirittura una necessità, dato il crescente stress sulle risorse e sull’ambiente. Si inserisce in quest’ottica “Sono Sostenibile”, un progetto di accompagnamento delle attività commerciali verso una maggiore sostenibilità ambientale. «Il percorso nasce da una criticità – ha avuto modo di ricordare il vicedirettore dell’Ascom Oscar Fusini nel corso della presentazione -. Nell’inverno 2011-12, il Comune di Bergamo si trovava a dover decidere se “punire” con una sanzione, sulla scorta di quanto aveva stabilito Milano, i negozi che tenevano aperte le porte provocando dispersione del calore e invece, grazie al confronto con le associazioni di categoria, si è imboccata la strada opposta, quella di premiare le insegne virtuose».
È stato perciò siglato un protocollo, dal quale si è sviluppato l’attuale progetto, che oltre al Comune e alle associazioni del commercio ha coinvolto la Camera di Commercio per il finanziamento, l’azienda speciale Bergamo Formazione per la realizzazione e il coordinamento e il Centro di Etica Ambientale per il supporto tecnico. «Il marchio “Sono Sostenibile” – ha spiegato il presidente dell’Ente camerale Paolo Malvestiti – vuole premiare gli esercenti sensibili al tema, qualificando le loro attività nei confronti della clientela italiana e straniera, ma è anche il riconoscimento del ruolo determinante che negozi e locali possono recitare nella promozione dell’attenzione all’ambiente e agli stili di vita consapevoli». La “serietà” del riconoscimento è garantita dagli standard che caratterizzano anche gli altri marchi camerali, come i Ristoranti dei Mille Sapori, Bergamo Charme o gli Hotel di Qualità, che prevedono verifiche periodiche dei requisiti e l’obbligo di brevi percorsi formativi. «Si comincia con il capoluogo – ha precisato Malvestiti – ma l’obiettivo è estendere il percorso a tutta la provincia». 
«Questa iniziativa – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente del Comune di Bergamo Massimo Bandera – si inserisce nel più ampio progetto “Bergamo Sostenibile”, che vuole coinvolgere tutta la città, rivolgendosi ad componente che mancava, le attività commerciali, che per emissioni di CO2 pesano quanto il residenziale. È un modo per superare i conflitti, ad esempio sull’apertura delle porte in inverno o le Ztl, e migliorare la collaborazione, ma non dimentichiamo che è soprattutto un’opportunità di risparmio per le imprese, sul fronte energetico in primis». E c’è pure la possibilità che il Comune vada incontro alle attività «con sgravi che valuteremo – ha dichiarato -, ad esempio sulla tassa per i rifiuti o con ulteriori agevolazioni sugli oneri per le ristrutturazioni oltre a quelle già previste».
«Non siamo sul punto più avanzato di un vecchio mondo che cerca di riciclarsi per andare avanti – ha evidenziato don Francesco Poli, presidente del Centro di Etica Ambientale –, ma stiamo entrando nell’orizzonte di una nuova terra che siamo chiamati a conoscere dialogando in un clima collaborativo. Nell’ambito di questo progetto il nostro Centro realizzerà un’indagine statistica e interverrà sul piano formativo, propedeutico a tutto il resto perché pone le basi di una trasformazione culturale che accompagni l’evoluzione in atto».




Bergamo Sviluppo, al via l’ “Incubatore tecnologico 2020″

La Giunta della Camera di Commercio di Bergamo ha deciso di realizzare il progetto “Incubatore Tecnologico 2020” per il tramite della propria azienda speciale Bergamo Sviluppo. Il progetto si svolgerà presso la nuova sede operativa che l’azienda speciale  ha aperto presso il Polo per l’Innovazione Tecnologica (POINT) di Dalmine e prevede sia la realizzazione di azioni mirate di “scouting tecnologico” per lo start-up di imprese innovative, anche di carattere manifatturiero, da insediare negli spazi del Point di Dalmine, sia l’attivazione di una serie di servizi tecnologici avanzati a favore dello sviluppo delle imprese del territorio della provincia, sia il potenziamento di servizi formativi, seminariali e consulenziali.
Bergamo Sviluppo, oltre ad essere accreditata dalla Regione Lombardia come Centro di Ricerca e di Trasferimento Tecnologico all’interno del sistema “Questio”, con l’insediamento al Point di Dalmine è stata inclusa tra i 30 parchi scientifici e tecnologici nazionali associati alla rete APSTI (Associazione Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani) e a IASP (International Association of Science Parks). Per la realizzazione delle attività di animazione, informazione, formazione e consulenza previste dal progetto “Incubatore Tecnologico 2020” la Giunta camerale ha stanziato 200mila euro per l’anno 2013, e 400mila euro per gli anni successivi.