Ristorazione e vino di qualità. Si apre il bando #iobevolombardo

Dalla Lombardia 2,6 milioni di euro per sostenere il sistema vinicolo e gli operatori dell’Horeca: obiettivo favorire e incrociare domanda e offerta a livello territoriale

Sostenere il vino e, di riflesso, i ristoratori del territorio: è l’obiettivo del bando #iobevolombardo di Regione Lombardia che mette a disposizione 2,6 milioni di euro per sostenere il sistema produttivo vinicolo di qualità e gli operatori della ristorazione a seguito dell’emergenza Covid.
Due le fasi del bando: la prima fase consiste in una manifestazione di interesse rivolta ai produttori e/o imbottigliatori dei vini Dop, Docg e Igp e ha lo scopo di raccogliere le adesioni da parte dei produttori/imbottigliatori al fine di costituire un elenco di fornitori di vini di qualità, disposti a ricevere un numero di voucher proporzionale agli ettolitri imbottigliati nel 2019 al fine di favorire l’offerta di vino di qualità, al consumatore attraverso gli operatori della ristorazione che parteciperanno all’iniziativa (fase 2). Tra le novità dell’edizione 2021 del bando la possibilità per la cantina/imbottigliatore di cedere i voucher all’agente mono/plurimandatario e l’ampliamento dei codici Ateco (I.56.10.11 – Ristorazione con somministrazione, 56.21 – Catering Eventi Banqueting, 56.30 primario o secondario – bar, pub, enoteche …. – 55.10 hotel).

Le risorse
A disposizione per l’intero bando 2.641.000 euro. Il produttore/imbottigliatore che ha aderito alla manifestazione di interesse avrà diritto nella Fase 2 a ricevere un numero di voucher secondo la sua capacità produttiva: aziende che imbottigliano fino a 100 hl 6 voucher; aziende che imbottigliano da 100 a 500 hl 20 voucher; aziende che imbottigliano oltre i 500hl 40 voucher.
Il produttore/imbottigliatore che ha aderito dovrà vendere il vino di qualità al prezzo di mercato. Il voucher ha un valore di € 250, l’operatore della ristorazione potrà beneficiare al massimo di due voucher.

Condizioni
Nel caso in cui produttori/imbottigliatori di vini di qualità lombardi si avvalgano di agenti mono o plurimandatari per la commercializzazione dei propri vini, i voucher potranno essere ceduti a questi, al fine del rimborso presso. Il produttore/imbottigliatore di vini di qualità lombardi, in caso decida di avvalersi di agenti mono o plurimandatari per la commercializzazione dei propri vini oggetto dei voucher, dovrà indicarlo nel modello di domanda.
Il valore del voucher verrà riconosciuto da Unioncamere Lombardia al produttore/imbottigliatore, che emetterà la fattura propria o presenterà quella dell’agente mono o plurimandatario se indicato in domanda, scorporando la quota del voucher. Il voucher può rappresentare fino a un massimo del 60% del valore della fornitura.

Tempistiche
Le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 12.00 del 29 marzo fino alle ore 17.00 del 26 aprile tramite il sito http://webtelemaco.infocamere.it .
La finestra per la presentazione domande della Fase 2 va dal 17 maggio al 18 giugno.
Tutti i dettagli del Bando e la Documentazione Online




Più tutele, sgravi fiscali e un protocollo per ripartire: è il Manifesto del wedding

Il settore dei matrimoni insieme per la ripartenza lancia un appello condiviso chiedendo misure chiare e linee guida per poter tornare a lavorare in sicurezza

È stato presentato in conferenza stampa online – a cui hanno partecipato anche alcuni politici bergamaschi – il Manifesto del wedding sottoscritto da Ascom Confcommercio Bergamo e Confesercenti Bergamo con il decalogo delle proposte avanzate dagli operatori bergamaschi: un documento nel quale vengono messe in evidenza tutte le richieste del settore da sottoporre al mondo politico. Quella del wedding è infatti una filiera molto lunga che in Italia genera un indotto annuo di decine di miliardi di euro.

“Anche in Bergamasca la situazione non è rosea e pur contando su poco più di mille imprese con oltre 2300 addetti, il mondo degli eventi muove un indotto di proporzioni enormi sul territorio, con circa 3 mila professionisti e oltre 5 mila atipici – ricorda Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Intorno alla categoria professionale dei wedding planner ruotano infatti diverse altre professionalità e il blocco dei matrimoni sta mettendo al palo proprio queste categorie di lavoratori che, di fatto, stanno perdendo un sostegno al reddito e sono senza ammortizzatori sociali. La paura è che neanche nel 2021 si possano svolgere matrimoni e così ai professionisti cominciano ad arrivare richieste di slittamenti di data e risarcimenti degli acconti già forniti. Con questo Manifesto si chiede al Governo una maggiore considerazione perché la platea è ampia e non appartiene a un unico codice Ateco. Dietro al mondo del wedding c’è infatti una filiera lunghissima e integrata che da più di un anno è allo stremo e deve essere messa nelle condizioni di ripartire il prima possibile e in sicurezza. Per il wedding non basta infatti rialzare una saracinesca: la riapertura è lenta e graduale perché organizzare matrimonio richiede tempo”.

“Se siamo riusciti a organizzare in sicurezza il Festival di Sanremo sono sicuro riusciremo a far convolare a nozze due persone che si amano – commenta Cesare Rossi vicedirettore di Confesercenti Bergamo -. Il settore delle cerimonie è tra i più colpiti dalla pandemia, con perdite di fatturato anche del 100%, e sicuramente è tra i meno ristorati e considerati dal dibattito politico e dalla stampa, nonostante siano moltissime le imprese che afferiscono a tutta la filiera. Oggi, insieme ai colleghi di Ascom, presentiamo alla politica e all’opinione pubblica il Manifesto del wedding per esprimere innanzitutto vicinanza agli imprenditori e nel contempo contribuire a iniettare un po’ di fiducia alle imprese provando a dimostrare che una ripresa può esserci e che una convivenza con il virus è possibile e la nostra storica fiera Bergamo Sposi, arrivata alla sua 23ª edizione, ne è la riprova. Un grande grazie quindi agli operatori del settore che insieme a noi scommettono su questa nuovissima edizione virtuale: siamo certi che il loro entusiasmo, la voglia di ritornare a lavorare e la grande professionalità contribuiranno a rendere Bergamo Sposi una prima concreta occasione di ripartenza”.

“Il settore wedding è stato completamente dimenticato – conferma Matteo Mongelli, presidente di Confcommercio Professioni Ascom Bergamo -. Nei vari Dpcm che si sono susseguiti si è fatto riferimento solo alle cerimonie religiose e laiche senza considerare però tutta la filiera degli eventi che ruota attorno a un matrimonio e che numericamente rappresenta solo a Bergamo e provincia più di 10.000 persone, per un giro di affari di milioni di fatturato. La richiesta è tanto scontata quanto importante: si richiede un protocollo per dare una strada ad un settore che naviga ormai nel buio da mesi. Rinnoviamo anche la nostra disponibilità ad essere parte attiva nella realizzazione di queste linee guida. È estremamente importante che le regole e i protocolli vengano condivisi anche da chi ogni giorno vive il settore in prima persona”.

“Da più di un anno è vietato celebrare la vita e ogni giorno che passa muoiono aziende del settore del wedding – ribadisce Paola Rovelli, presidente di Aiom Bergamo (Associazione Italiana Organizzatori Matrimoni) –. Viviamo di programmazione ed è necessario aver subito protocolli certi e date per la ripartenza”.

Durante la conferenza stampa è stata presentata anche la fiera Bergamo Sposi 2021-Virtual Edition – ideata da Promozioni Confesercenti e organizzato da Ecspo -, giunta quest’anno alla 23ª edizione e in programma dal 19 al 21 marzo 2021 con accesso gratuito sul sito fierabergamosposi.it: “Grazie a 30 aziende che, con coraggio e determinazione, si metteranno in gioco su una piattaforma digitale quest’anno desideriamo offrire ai futuri sposi un’esperienza virtuale che però non rinuncia al contatto diretto con i protagonisti della filiera del wedding – dichiara Ornella Schenatti, organizzatrice della fiera Bergamo Sposi e amministratrice di Ecspo Srl – . Il 2020 è stato un anno fuori dall’ordinario dove abbiamo imparato che la condivisione è un valore fondamentale. Con questo manifesto, creato a più mani, proponiamo un decalogo di richieste concrete da sottoporre alla politica a sostegno di un settore duramente provato dallo stop forzato delle cerimonie. La fiera degli sposi sono certa che tornerà ancora in presenza e la organizzeremo con la passione e l’entusiasmo che da sempre ci contraddistinguono”.

 

 

Gli interventi del mondo politico

Abbiamo sempre tenuto alta l’attenzione sottolineando peraltro che sistema dei codici Ateco non funziona – ricorda Alessandra Gallone, senatrice -. Quella del wedding è un’attività fondamentale per il Paese che insieme al settore eventi e cerimonie fa da traino per il turismo. Per questo è importante pianificare una distribuzione delle risorse in modo equo e nel prossimo Dl Sostegni non ci saranno più i codici Ateco ma categorie ben definite per risarcire anche e soprattutto in tempi corretti”.

Questo manifesto raccoglie le proposte delle associazioni con cui abbiamo avuto momenti di confronto e che sono condivisibili – ricorda Antonio Misani, senatore -. Ora è importante avviare un tavolo di confronto con gli organi istituzionali preposti perché il settore del wedding ha bisogno di protocolli specifici. Anche per i ristori è ora di accelerare le tempistiche: abbiamo infatti i dati sul 2020 e l’obiettivo è superare i codici Ateco con un meccanismo mese su mese”.

Siamo di fronte a un settore che vale diversi miliardi ed è importante per il made in Italy e l’attrattività del nostro Paese ma che è stato abbandonato – sottolinea Rebecca Frassini, deputata -. Nel dl rilancio avevamo infatti chiesto un fondo ad hoc che non è stato inserito e ora è il momento di fare di più perchè il settore è fermo e sta aspettando risposte. Occorre infatti istituire un tavolo permanente per definire le linee guida per ripartire”

Le stime parlano di circa 35 miliardi di mancati introiti in dodici mesi e che pesano troppo sulla categoria – afferma Marco Osnato, deputato -. I ristori dovranno però essere calibrati non su anno per anno ma su mesi per mesi. Inoltre, la logica delle facilitazioni fiscali è importante: dalle proroghe alla possibilità di un anno bianco per gli autonomi”.

“Abbiamo già erogato tre milioni di euro tramite il bando Si Lombardia alla filiera degli eventi e spettacoli” ricorda Claudia Terzi, assessore alle Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile della Regione Lombardia -. Questo è lo sforzo fatto dalla Regione – ma dobbiamo porre le basi anche per chi deciderà di entrare in questo settore un domani”.

Durante la conferenza stampa sono intervenuti anche Daniele Ribolla (deputato), Daisy Pirovano (deputato), Guia Termini (parlamentare) e Nicolò Carretta (coordinatore regionale Azione).

 

IL MANIFESTO DEL WEDDING

 

I professionisti del wedding chiedono:

  1. Stabilire già dai prossimi DPCM il riavvio del settore all’interno delle zone bianche e gialle e rimettendo al raggiungimento di risultati di copertura ottimale della campagna vaccinale l’operatività crescente del wedding nel rispetto delle regole.
  2. Spingere per accelerare la stesura di una o più linee guida della Conferenza delle Regioni in tema di eventi, creandone una ad hoc per eventi di wedding da coordinare con quelle già esistenti per la ristorazione e la ricettività.
  3. Stabilire il sistema di ristoro che basandosi sulla perdita di fatturato annuale possa superare il problema dell’iniquità dei precedenti provvedimenti, basati sulle differenza mensile e sui codici ATECO. Per i professionisti, che devono avere pari dignità, devono essere stabiliti analoghi strumenti di ristoro o di sostegno al reddito.
  4. Prevedere l’allungamento delle moratorie sui versamenti fiscali e retributivi di imprese e professionisti e l’estensione della moratoria sui mutui in scadenza a giugno 2021.
  5. Estendere alle imprese che locano gli immobili per gli eventi e le manifestazioni (come già fatto per le imprese ricettive) l’esenzione di IMU e TARI per l’anno 2020/2021, oppure riconoscere loro un credito di imposta per il recupero di costi sostenuti durante i periodi di fermo dell’attività.
  6. Introdurre un bonus wedding o una detrazione di imposta per almeno un biennio, come già fatto per altri bonus, per le persone che organizzano una cerimonia al fine di accelerare il percorso di recupero degli eventi con impatto positivo sulla dimensione sociale. Peraltro il bonus sarebbe ampiamente ripagato dalle imposte dirette e indirette incassate per la realizzazione e l’anticipazione delle cerimonie.
  7. Introdurre un credito di imposta per la partecipazione alle spese di promozione, pubblicità e partecipazione alle fiere delle imprese e dei professionisti del settore per incentivare la spinta del settore. Il credito di imposta sarebbe recuperato dall’erario in forma anticipata dalle imposte dirette indirette generate dagli investimenti.
  8. Sostenere attraverso un fondo ad hoc l’incontro tra domanda e offerta di servizi professionali tra imprese e tra imprese e professionisti e la partecipazione a eventi e fiere. Entrambe le misure potrebbero generare un rilancio del settore insieme alla crescita professionale di tutti gli attori coinvolti.
  9. Incentivare percorsi di collaborazione e di rete tra impresa e professionisti per lo sviluppo di eventi e manifestazioni. Le reti potrebbero favorire uno sviluppo sinergico del settore wedding, turismo e cultura.
  10. Completare il percorso della legge 4 del 2013 per la regolamentazione dell’attività delle professioni non ordinistiche con incentivazione della certificazione delle competenze dei professionisti del settore. La certificazione potrebbe costituire un volano per la crescita professionale e di garanzia per il cliente



Scanzorosciate, nuovo punto service per l’Autosalone Epis

Inaugurato giovedì 18 febbraio. Tra i presenti anche Buongiardino, presidente Federmotorizzazione. Loreno Epis: “Un segnale di unità in questi momenti difficili”

Nuovo centro assistenza per l’autosalone Epis, storico concessionario di Scanzorosciate. Il nuovo punto service è in via in via Galimberti 33F, a poca distanza dalla sede di via Roma, ed è il coronamento di un sogno imprenditoriale: non a caso, la sua realizzazione porta il nome del fondatore Paolo Epis.
“A 62 anni dalla nascita della nostra attività – ha spiegato Loreno Epis, titolare insieme ai fratelli dell’azienda arrivata ormai alla terza generazione – questa nuova struttura realizza il sogno di un’importante attività lavorativa, in un periodo, quale è l’attuale, contrassegnato dalla pandemia per Covid, che ha frenato molte attività, commerciali e sociali. La nostra azienda, a conduzione famigliare, ha così voluto dare un segnale di unità e combattività in questi momenti difficili. Un altra soddisfazione ottenuta grazie alla nostra affezionata clientela, ai nostri fornitori e al nostro team completo”.

Durante l’inaugurazione di giovedì 18 febbraio, che si è svolta nel pieno rispetto delle disposizioni anti Covid e con la partecipazione a distanza della maggior parte degli invitati, collegati per via telematica, è intervenuto anche Simonpaolo Buongiardino, presidente nazionale di Federmotorizzazione (di cui Loreno Epis è membro di giunta), che ha rilevato l’importanza dell’impegno dell’autosalone bergamasco, “in un momento in cui l’intero comparto dell’auto sta soffrendo, con un calo di immatricolazioni nel 2020 del 28%, che si è ridotto al 14% nel gennaio scorso, grazie all’introduzione degli incentivi”.

Per il direttore di Ascom, Oscar Fusini, l’azienda “ha effettuato un investimento in un periodo così difficile, segno che è un’impresa che ha sempre scommesso sul futuro con la stessa capacità e visione”. All’inaugurazione ha portato i suoi saluti anche il sindaco di Scanzorosciate, Davide Casati.




Fondo Ristorazione, come mai ci sono ritardi nell’erogazione dei contributi

Il bonus è fermo al palo. La Fipe: “Entro la fine di gennaio doveva arrivare il pagamento dell’anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari”. Anche la Regione sollecita l’erogazione. 

Quando sarà effettuato il pagamento del Fondo ristorazione? È la domanda che migliaia di ristoratori si stanno ponendo da giorni e su cui è intervenuta anche la Fipe lanciando l’allarme per il settore: gli oltre 46mila imprenditori della ristorazione che hanno chiesto il contributo a fondo perduto per l’acquisto dei prodotti agroalimentari italiani, non hanno ancora ricevuto quanto promesso dal governo, nonostante siano passati due mesi dall’ultima data utile per la presentazione delle domande (il 15 dicembre). Al momento Ascom ha curato circa 100 pratiche, per le quali si attende ancora una risposta.
“Ci era stato garantito – sottolinea Fipe Confcommercio – che entro la fine di gennaio sarebbe stato effettuato il pagamento dell’anticipo del 90% sugli acquisti dei prodotti agroalimentari. Siamo a metà febbraio e ancora i ristoratori non hanno visto un euro. Chiediamo un intervento immediato da parte del neo ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli: in ballo ci sono oltre 345 milioni di euro, fondamentali per un settore messo in ginocchio dalle misure di contenimento del Covid-19. Non dimentichiamoci, inoltre, che il plafond complessivo raggiungeva i 600 milioni di euro. Queste risorse non possono essere perse, ma vanno immediatamente riallocate a sostegno della filiera agroalimentare”.

Il chiarimento del Ministero
Come riporta il Portale della ristorazione del ministero della Politiche agricole, a proposito del Fondo ristorazione, “la prima fase dell’iniziativa prevede la raccolta e la verifica di tutte le domande presentate dai potenziali beneficiari, in quanto solo al termine di tali attività sarà possibile determinare il valore del contributo erogabile a ciascun effettivo beneficiario. Di conseguenza la distribuzione dei fondi potrà essere pianificata soltanto nel corso dei primi mesi del 2021”.
Sempre sul portale si specifica che non c’è stato nessun click day e che “l’ordine di presentazione non dà diritto ad alcuna precedenza sulla erogazione del contributo”.

Rischio di errori nella presentazione della domanda
C’è poi lo “spettro” di eventuali errori nella procedura di invio della domanda: chi non ha scelto la procedura online e ha presentato la richiesta tramite gli Uffici delle Poste può aver sbagliato e, dunque, è rimasto escluso dal Fondo come riporta lo stesso Portale della ristorazione del ministero della Politiche agricole: “Le domande eventualmente presentate con modalità diverse da quella prevista sono irricevibili e non saranno prese in considerazione”.

Il sollecito della Regione Lombardia
Sulla questione sono intervenuti anche gli assessori di Regione Lombardia, Guido Guidesi, Sviluppo economico, e Fabio Rolfi, Agricoltura, che la scorso 11 febbraio hanno scritto al presidente del Consiglio uscente, Giuseppe Conte, e al ministero delle Politiche agricole per chiedere lo “sblocco immediato dei pagamenti del Fondo Ristorazione di 600 milioni di euro ad oggi ancora non disponibile. Ogni giorno di ritardo sono pensieri e preoccupazioni aggiuntive per i lavoratori della filiera agroalimentare, già particolarmente in difficoltà a causa della persistente emergenza sanitaria”. “La misura – continua la lettera – rivolta a ristoranti, pizzerie, mense, servizi di catering, agriturismi e alberghi con somministrazione di cibo permette di richiedere contributi a fondo perduto da un minimo di mille euro fino a un massimo di diecimila euro per l’acquisto di prodotti 100% Made in Italy. Ad oggi è noto esclusivamente l’importo dei bonus richiesti in via telematica: si tratta di oltre 221 milioni di euro, per una media di 7.139 euro a domanda”. “Non c’è più tempo da perdere – concludono i due assessori – per questo confidiamo in una risoluzione immediata”.




Alla fine lo sky-non-pass. E la stagione ormai è finita

Eravamo già abituati alla tempestività del ministro Speranza nel dettare i tempi degli stop & go delle aperture-chiusure, ma quest’ultima ordinanza ha battuto tutti i record. Record nello scarso, per non dire inesistente, preavviso dato agli operatori del settore che l’indomani (oggi per chi legge) sarebbero dovuti ripartire con il loro lavoro ma, soprattutto, record dei danni economici legati anche agli investimenti degli stessi operatori effettuati negli ultimi giorni prima di essere fermati al fotofinish.

Viene da sorridere ma non c’è niente da ridere. La questione è grave.

E a questo punto ci aspettiamo anche un blocco della ristorazione…magari a mezzogiorno di domenica? Da segnare sul conto.

Ol Gigiàt

 




Per un italiano su due è ora di riaprire bar e ristoranti in sicurezza

È quanto emerge da un sondaggio lxé che vede la scuola al primo posto della graduatoria delle attività da riaprire. Per la FIPE gli italiani sono alla ricerca di luoghi dove stare insieme

Cresce tra gli italiani la voglia di tornare a godere dei piaceri della tavola al ristorante e quella di gustare un buon caffè, comodamente seduti al bar. Ovviamente nel rispetto delle misure di distanziamento e sicurezza sanitaria. È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Ixé, che ha domandato agli italiani quali siano le attività prioritarie da riaprire. È davvero straordinario che ristoranti e bar vengano subito dopo la scuola, che è al primo posto di questa graduatoria.
Dunque, per il 41% degli intervistati l’urgenza è quella di rimettere in moto in maniera continuativa i ristoranti, mentre per i bar la percentuale è leggermente più bassa. A seguire palestre, cinema e teatri, musei e impianti sciistici. D’altra parte stiamo parlando di tutte attività che sono chiuse da molto tempo.

“Questi dati – sottolinea la Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi – testimoniano l’importanza che la ristorazione riveste nella quotidianità delle persone, anche come occasione per recuperare un po’ di qualità della vita dopo 11 mesi di forte sofferenza. Gli italiani sono alla ricerca di luoghi dove stare insieme in sicurezza. L’osservatorio dell’istituto Ixé, infatti, ci dice che l’89% degli italiani è ancora preoccupato per la pandemia da Coronavirus e che c’è un 40% di persone che si dice fortemente preoccupato. Eppure per quasi un italiano su due non vi è alcuna contraddizione tra questa preoccupazione e la possibilità di riaprire i ristoranti. Segno che questi sono percepiti come luoghi sicuri. Noi stiamo lavorando in maniera serrata con il Cts proprio per rafforzare le misure di sicurezza sanitaria per avventori e dipendenti e chiediamo dunque di poter riaprire al più presto”.




Registratori telematici, che “corsa” tra Xml 7 e lotteria degli scontrini

Si avvicina la doppia scadenza dell’adeguamento alla Lotteria degli scontrini e al nuovo tracciato “XML 7.0″ . IldirettoreAscom,OscsarFusin:”Un altro intervento tecnico e l’ennesimo costo da sostenere”

Si avvicina la doppia scadenza dell’adeguamento alla Lotteria degli scontrini e al nuovo tracciato “Xml 7.0” per migliaia di registratori telematici. Un adeguamento necessario per rendere i registratori compatibili alla Lotteria degli scontrini che prenderà il via il 1° febbraio. Salvo ulteriori proroghe, sarà però una partenza azzoppata. Perché sono ancora troppi i nuovi registratori di cassa telematici che dialogano con l’Agenzia delle Entrate che non hanno ricevuto l’aggiornamento software, indispensabile per consentire ai clienti di ricevere i biglietti virtuali.

Ma non finisce qui. L’adeguamento alla Lotteria degli scontrini va di pari passo con l’adeguamento “Xml 7”: due aggiornamenti separati (che il tecnico del registratore dovrebbe compiere simultaneamente) ma dai fini diversi. Se infatti l’aggiornamento per la predisposizione alla lotteria degli scontrini è ancora facoltativo (ma fortemente consigliato, per evitare segnalazioni agli organi competenti), l’aggiornamento al nuovo tracciato Xml 7 è obbligatorio e dovrà essere effettuato entro il 1° aprile, in virtù del rinvio previsto dal provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 23 dicembre 2020.

“Siamo di fronte a una selva di scadenze, norme e adempimenti che richiedono continui interventi da parte dei produttori e rivenditori che stanno correndo su e giù per la provincia per adeguare i registratori telematici appena installati e che, di fatto, obbligano i commercianti a un ulteriore intervento tecnico e quindi all’ennesimo costo da sostenere per mandare avanti l’attività – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. È però paradossale che tutti questi provvedimenti cadano in un momento di emergenza sanitaria e di blocco delle attività. Da una parte, infatti, si obbliga al rispetto di adempimenti onerosi, dall’altro si impedisce di lavorare a tantissime categorie messe in ginocchio dai continui lockdown”.

 

Gli addetti ai lavori: Una corsa contro il tempo

A confermare il trend in atto e la difficoltà ad adeguare tutti gli apparecchi è Bruno Cadei, titolare dell’omonima realtà di Gorle e membro del comitato registratori telematici di Comufficio-Confcommercio, l’Associazione che riunisce produttori e rivenditori di “casse 2.0”: “C’è molta confusione sia per la lotteria sia per l’Xml7 e c’è ancora chi sta usando il vecchio registratore di cassa ed è quindi a rischio sanzioni. Sono soprattutto negozianti che fino a oggi utilizzavano ricevute o scontrini manuali, senza contare tutte quelle imprese che sono state chiuse per mesi e che non sanno nemmeno se riaprire. Si tratta di poche centinaia di attività che comunque devono mettersi in regola per non rimanere nell’ombra e incorrere in sanzioni, senza contare che poi sarà necessaria una formazione sul tema: tutte queste novità porteranno infatti ad efficientamenti dei sistemi informativi e amministrativi, standardizzando e regolando il flusso di tutte le informazioni delle attività di cassa”.

Una corsa contro il tempo, quindi, come ribadisce Michele Riva, titolare di Brevidue di Nembro: “Oggi i dispositivi installati non sono adatti a trasmettere le informazioni nel nuovo tracciato Xml 7 richiesto dall’Agenzia delle Entrate e necessitano di intervento in loco per essere aggiornati. Molti produttori hanno rilasciato il software solo a fine dicembre e ora stiamo correndo per adeguare circa 2000 nuovi registratori telematici nei pubblici esercizi. Siamo a poco meno della metà dell’opera e gli esercenti fanno giustamente pressione ma il tempo non basta”.

“Comufficio-Confcommercio sta chiedendo a gran voce di prorogare la data di inizio della lotteria anche perché molti produttori stanno rilasciando adesso gli aggiornamenti necessari – aggiunge Antonio Petti, titolare della Steva Data Sistema di Bergamo –. Per certe macchine l’adeguamento può essere eseguito anche da remoto ma molti registratori necessitano la presenza del tecnico”. E se la mancata adesione alla lotteria scontrini non è sanzionabile a preoccupare è soprattutto la scadenza del 31 marzo per il tracciato Xml 7: “Il nostro timore è di non riuscire a mettere in regola tutti i registratori entro il 31 marzo – conclude Petti -. Quelli installati dal 2019 fino a fine ottobre 2020 sono infatti ancora tutti da aggiornare in quanto i produttori hanno iniziato a rilasciare i nuovi firmware da novembre in poi. E dal 1 aprile i negozianti avranno solo due settimane per mettersi in regola”.

Per informazioni è possibile inviare una email a consulenza@ascombg.it




Il turismo verso la ripartenza Bergamo resterà in prima fila?

Martedì 2 febbraio, alle ore 18.15, il convegno dedicato alla ripartenza del settore con un focus sul nostro territorio. Tra gli ospiti anche Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi

Martedì 2 febbraio, alle ore 18.15, Ucid Bergamo (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) e Ascom Confcommercio Bergamo propongono un convegno dedicato alla ripartenza del settore turistico con un focus sul nostro territorio. L’emergenza sanitaria ci sta insegnando che le vicende dell’esistenza rimescolano le carte a volte in maniera improvvisa, rivelando la nostra realtà più fragile e penalizzando l’economia. Tanti i settori che sono andati in sofferenza e vivono l’incertezza del domani: turismo, trasporti, ristorazione e tutta la filiera dell’agricoltura.

Ucid, insieme ad Ascom Confcommercio Bergamo, vuole offrire un contributo per la ripartenza economica della nostra provincia ponendo l’attenzione al mondo del turismo e delineando un modello capace di coniugare la creazione di valore economico con la dignità del lavoro, la salvaguardia della salute e con la soluzione dei problemi ambientali.

Interverranno per i saluti Daniela Guadalupi, Presidente Ucid Bergamo, Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, Claudio Bolandrini, Consigliere della Provincia di Bergamo e Giorgio Beltrami Presidente VisitBergamo. Introduzione e interventi di Roberta Garibaldi, Professore di Tourism Management Università degli Studi di Bergamo, presidente Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e socia Ucid, Alessandro Nucara, Direttore generale Federalberghi, Christophe Sanchez, Amministratore delegato VisitBergamo, Giovanni Sanga, Presidente Sacbo Aeroporto Orio al Serio.
Interverrà Giovanni Zambonelli, Presidente Ascom Confcommercio Bergamo per conclusioni e proposte.

Per seguire il convegno basta collegarsi alle pagine Facebook e Youtube di Ascom Confcommercio Bergamo




Conte: “Sgomento per la crisi, ora si volta pagina”. Appello ai “volenterosi che hanno a cuore il destino dell’Italia” live video

Rilancia l’alleanza di governo aprendola ai “volenterosi” che hanno “a cuore il destino dell’Italia”. Rompe definitivamente con Renzi, perché questa crisi aperta in piena pandemia è “senza un plausibile fondamento”, ma lo strappo del leader di Italia viva è “incancellabile”, quindi adesso “si volta pagina”. Promette una legge elettorale proporzionale e rinuncia alla delega ai servizi. Tutto questo in poco meno di un’ora. Giuseppe Conte comincia a parlare nell’Aula della Camera alle 12.13 e finisce alle 13.08, intervallato da 14 applausi e 4 momenti di protesta delle opposizioni, di cui però il premier riconosce il contributo costruttivo nei momenti più critici. Al momento la seduta è stata sospesa per consentire la sanificazione dell’Aula e riprenderà alle 17.15 con le dichiarazioni di voto. Il voto di fiducia è previsto questa sera, intorno alle 20.




Nel discorso del premier il no definitivo a Renzi e la mossa sulla legge elettorale

Il discorso di Conte, in attesa del voto di fiducia di oggi alla Camera e domani al Senato, chiarisce alcuni punti chiave della sua strategia per uscire dalla crisi. Il primo: nessuna ricucitura con Matteo Renzi, che pure non nomina: “Quel che è successo è incancellabile”. Il presidente del Consiglio non prende in considerazione un riavvicinamento: “È venuta meno la fiducia”. Conte ha anche annunciato che cederà la delega all’intelligence, una delle richieste avanzate da Renzi: soddisfarla pur senza ambizioni di ripresa del dialogo con Renzi ha un chiaro significato, provare a dimostrare la pretestuosità della crisi aperta da Iv. Confermato dunque che Conte punterà alla sostituzione di Renzi. Con chi?

L’identikit disegnato in aula parla di “forze politiche volenterose” e “persone disponibili”, l’appello è rivolto a chi voglia perseguire una linea europeista contro “le logiche sovraniste”. In questo passaggio echeggia la strategia suggerita in particolare da Goffredo Bettini, secondo i bene informati l’autore del discorso di Conte: la collocazione europeista come chiave per allargare, in prospettiva per parlare soprattutto a Forza Italia o almeno a una parte. Conte cita “popolari, liberali e socialisti”, confermando anche che l’obiettivo è la costruzione di una nuova gamba della maggioranza, obiettivo che non appare ancora a portata di mano. Altro passaggio cruciale: l’impegno in direzione di una legge elettorale proporzionale. La chiede il Pd, terrorizzato dall’idea di tornare al voto con l’attuale sistema che sfavorisce il centrosinistra. Dovrebbe essere gradita pure a Forza Italia, che senza una riforma che cancelli il meccanismo delle coalizioni elettorali sarebbe costretta a correre alle prossime elezioni sotto la guida della destra sovranista di Salvini e Meloni. Poco, forse, per sperare che Forza Italia possa entrare in maggioranza, ma abbastanza per sperare che tenga una condotta non del tutto ostile in aula nelle prossime settimane.

Meno significativo l’elenco dei presunti successi di governo e dei punti di programma, sui quali Conte si è limitato a un elenco di obiettivi già indicati, riservandosi però di formalizzare un piano d’azione portando a conclusione l’opera dei tavoli di programma che si era arenata prima della crisi. Ci sarà un “patto di legislatura”, come chiede il Pd. È chiaro che il voto in Senato, che realisticamente Conte supererà senza raggiungere la maggioranza assoluta, è solo un passaggio che non basterà ad archiviare la crisi. Saranno decisive le mosse e i movimenti dei giorni seguenti per capire se davvero il presidente del Consiglio ha la forza, oltre che per proseguire, anche per sperare di arrivare a fine legislatura.

LEGGI I COMMENTI
I commenti dei lettori

Login

21 commenti
Ordina

1 ora fa
forzatoro02
L’augurio e l’auspicio degli italiani ONESTI, è che questa crisi che nessuno comprende, finisca il prima possibile. Il felpato e la sorellina di nero vestita chiedono le elezioni anticipate in piena pandemia, per mandare definitivamente il paese a gambe all’aria. Non passa giorno se non leggiamo di leghisti e destrossi vari finire in galera, dal VERCELLESE alla CALABRIA è tutto uno stillicidio di personaggi che disonorano il nostro paese, e i due di cui sopra vogliono fare le pulci al governo del paese. Cose da matti. Invece di vivere bellamente sulle nostre spalle i due individui meglio farebbero se si trovassero un lavoro vero.
RispondiCondividi163

1 ora fa
utente13858
Sicuramente Renzi e Conte non si amano ma credo che Renzi lo abbia sgamato sui suoi progetti futuri. Un gruppo di 300 donne e uomini che riportassero a lui con 6 superesperti per gestire 200 miliardi sarebbe stato uno straordinario trampolino di lancio per le future imprese politiche del premier compreso il lancio del suo partito. Questo gli avrebbe creato, con la narrazione di Casalino, un consenso straordinario
RispondiCondividi2 risponde146

1 ora fa
Andrea Ronchi
legge proporzionale?? magari pura?? ma chi lo ha autorizzato?? basta con sto proporzionale….ci ha già fatti finire nel pantano !
che si scelga un maggioritario di collegio o proporzionale con premio x chi arriva primo
RispondiCondividi1 risposta94

42 minuti fa
gabriverdi
Per chi non abbia ancora capito, una bella legge proporzionale che consenta di istituzionalizzare in saecula saeculorum trasformismi, alleanze contro natura e responsabili/costruttori vari
RispondiCondividi41

21 minuti fa
eccomiiiii
Cappellini parla della legge proporzionale;

– Dovrebbe essere gradita pure a Forza Italia, che senza una riforma che cancelli il meccanismo delle coalizioni elettorali sarebbe costretta a correre alle prossime elezioni sotto la guida della destra sovranista di Salvini e Meloni-

Ma non è quello che serva al Paese.
Se non si vuole continuare ad avere governi il cui programma non sia mai stato presentato a noi elettori, serve proprio il sistema delle Coalizioni. Ma NON come l’attuale, che prevede l’accordo anche sull’imponderabile, pena la caduta del governo.
Bensì coalizioni, fatte Prima del voto e solo sui punti sui quali ci sia veramente intesa. Tutto il resto deve essere lasciato nella disponibilità di qualsiasi altra maggioranza parlamentare, senza che ciò si ripercuota sul governo.
Ovviamente se ci fosse un partito che avesse il 50%+1 potrebbe governare da solo. Ma dubito ci sarà.

RispondiCondividi20

39 minuti fa
Filippo Maio
scusate:”lavorino per il bene dell’Italia”
RispondiCondividi10

41 minuti fa
Filippo Maio
Ho ascoltato per intero(sto seguendo la diretta tv) il deputato Scalfarotti, che conoscevo solo di nome. Il suo intervento mi ha emozionato, e quello che mi aspetto di sentire da chi ama il proprio paese, sia di destra, di centro o di sinistra. E poi mi chiedo perché ci troviamo in questa situazione. Speriamo che tutti lavorino il bene dell’Italia…
RispondiCondividi21

1 ora fa
secondolivia
Si facciamo i gamberi , torniamo al proporzionale che sommato al bicameralismo ha portato allo sfascio l’Italia
Siamo pagliacci , e poi ci meravigliamo di cio che pensano di noi gli europei d’oltralpe !
RispondiCondividi54

1 ora fa
utente12711
Utente 13858, la domanda da farsi è se sia un bene o un male per noi italiani, non se sia un trampolino per Conte.
RispondiCondividi43
23 minuti fa
robertobonetti
Speriamo di tornare al proporzionale per davvero.
Il maggioritario viola il principio di rappresentanza e, se e’ maggioritario per coalizione, costringe anche ad alleanze elettorali puramente opportunistiche.
RispondiCondividi23
Mostra altri commenti