Francia, arriva in Parlamento la contestata legge contro il “separatismo”

PARIGI – Ha scatenato l’ira del presidente turco Erdogan ma anche le perplessità della stampa americana. La controversa legge francese contro il “separatismo” arriva in Parlamento con una prima novità: non si chiama più così. Il nuovo nome tenta di essere più consensuale: “Disegno di legge che rafforza i principi repubblicani”. Il concetto però è sempre lo stesso: impedire le derive dell’islamismo nella République e l’apparizione di un progetto di contro-società. La riforma è stata varata a dicembre dal governo nel giorno dell’anniversario della promulgazione della legge sulla laicità del 1905. Il ministro Gérald Darmanin ha citato uno dei padri della separazione tra Stato e Chiesa, Aristide Briand: “È un testo per pacificare gli animi e ridare forza alla République”.

Anche se il governo insiste sul fatto che non è nel mirino una religione ma derive individuali, è evidente che molte misure puntano a combattere il radicalismo islamico. La legge permette di sciogliere più rapidamente associazioni o di chiudere moschee che non rispettano i valori repubblicani, di arginare il fenomeno di scuole coraniche, di mettere al bando i certificati di verginità o di espellere gli stranieri che praticano la poligamia. Sull’onda dell’attentato contro Samuel Paty, avvenuto a ottobre, sono state inserite misure contro chi mette in pericolo lavoratori dello Stato attraverso la diffusione di dati privati com’era successo all’insegnante. Vengono inasprite le norme contro chi vuole imporre una visione religiosa nei servizi pubblici. Vale nel mondo della scuola ma anche negli ospedali dove alcuni uomini rifiutano ad esempio che le loro mogli siano esaminate da ginecologi maschi.

Sulla nuova legge sarà battaglia: l’opposizione ha già presentato 1700 emendamenti sui 51 articoli. Per la destra il governo è stato troppo timido contro l’islamismo, mentre la sinistra teme una stigmatizzazione dei musulmani e critica la mancanza di misure di aiuto sociale. Timori ripresi dai media americani in un Paese dove il rapporto alla religione è molto diverso.

Il rischio, spiegano alcune associazioni, è che la laicità venga usata come pretesto per discriminare chi è religioso, e in particolare i musulmani. Un equivoco secondo Emmanuel Macron che ha mandato una lettera al Financial Times e chiamato il New York Times per spiegare cosa sia la “neutralità” dello Stato rispetto ai culti. “Il nostro obiettivo – ha spiegato il leader – è combattere contro quei gruppi e quelle associazioni che, in nome di un’ideologia, vogliono separarsi dalla Repubblica”.

Argomenti
francia




Usa, Biden pronto a regolarizzare 11 milioni di migranti. L’obiettivo: legalità contro repressione

Il piano è ambizioso: legalizzare 11 milioni di clandestini che già vivono negli Stati Uniti. L’immigrazione era stato uno dei cavalli di battaglia di Donald Trump e lo sarà anche per Joe Biden, ma a parti completamente rovesciate nel programma, negli aiuti, nella filosofia su come affrontare il delicato problema. Il nuovo presidente ha deciso di affrontare di petto la questione immigrati fin dal primo giorno dopo l’insediamento alla Casa Bianca, in quello che vuole essere allo stesso tempo una grande riforma e un atto simbolico di rottura totale con il recente passato ‘trumpiano’: legalità contro repressione, apertura contro muri.

Alle nuove carovane di migliaia di migranti in arrivo dall’America Centrale che bussano alle porte degli Stati Uniti, la nuova Casa Bianca ha lanciato un messaggio chiaro (“non venite ora”), perché gli afflussi al confine meridionale con il Messico rischiano di diventare ingestibili. Con la promessa di ridefinire rapidamente le procedure per l’idoneità all’asilo politico e al ricongiungimento familiare e per varare altrettanto rapidamente un nuovo percorso di immigrazione legale.

Il pacchetto legislativo che Biden ha intenzione di inviare al Congresso prevede due percorsi paralleli per ottenere la cittadinanza americana. Uno più breve, che riguarda circa un milione di persone che oggi hanno uno status di ‘protezione temporanea’, come i cosiddetti Dreamers (gli immigrati clandestini arrivati negli Stati Uniti da bambini e che da anni vivono, studiano e lavorano negli Usa) o i ‘lavoratori essenziali’ (operatori sanitari, camionisti, impiegati dei supermercati), il cui lavoro in tempi di pandemia è ancora più rilevante. Un secondo, più lungo, che interessa almeno dieci milioni di clandestini, concentrati soprattutto nelle grandi metropoli e in alcuni Stati del sud come Florida e Texas.

Quest’ultimo percorso richiama altre leggi sull’immigrazione, ad iniziare da quella voluta da George W. Bush, che venne bocciata dal partito repubblicano che controllava il Congresso, solo in parte ripresa durante la presidenza di Barack Obama. Biden intende ampliarla con un significativo cambiamento: non legando più l’allargamento dell’immigrazione alla politiche di sicurezza lungo i confini. Ron Klain, capo dello staff della nuova Casa Bianca, nel promemoria che ha mandato a tutti i componenti della prossima amministrazione ha scritto che la nuova legge “restituirà l’umanità al nostro sistema di immigrazione”.

Con le nuove direttive gli immigrati clandestini avranno diritto alla residenza legale permanente (la ‘green card’) dopo aver vissuto cinque anni negli Stati Uniti e alla cittadinanza americana dopo altri tre anni. Non sarà facile per Biden farla passare al Congresso. Nonostante adesso i democratici abbiano la maggioranza sia alla Camera dei Rappresentanti che al Senato, il disegno di legge vedrà probabilmente una forte opposizione e una grande pressione delle lobby anti-immigrazione. E non è escluso che qualche deputato o senatore democratico, negli Stati di confine dove il problema è più sentito, si schieri (con un occhio alle elezioni di Mid Term del 2022) insieme ai repubblicani per far fallire il progetto di riforma.

Per accelerare l’iter legislativo Biden (e soprattutto la vice-presidente Kamala Harris, che è la vera anima della riforma sull’immigrazione) hanno previsto di varare nei primi giorni di lavoro della nuova amministrazione una serie di ordini esecutivi che, combinati con una serie di progetti di leggi già in approvazione (o approvati) alla Camera, segnino l’avvio di un processo che cambierà in modo definitivo le regole dell’immigrazione. Dando la cittadinanza a milioni di americani che vivono, lavorano, pagano le tasse negli Usa e non sono tali solo per questioni giuridiche. E che in futuro potrebbero diventare 11 milioni di nuovi elettori.

Argomenti
stati uniti – usa immigrazione




Perché il giuramento di Biden sarà diverso dal solito

NEW YORK. Alle 12 in punto di mercoledì 20 gennaio Joe Biden diventerà il 46° presidente degli Stati Uniti. Quella di mercoledì sarà la 59ª cerimonia dell’Inauguration Day. Per motivi di sicurezza e sanitari sarà un evento molto diverso dal passato. Rispetto a quattro anni non fa ci sarà il grande pubblico e una vera parata d’onore lungo Pennsylvania Avenue. Niente pranzo al Congresso, ma solo un sobrio scambio di doni tra presidente, vice e membri di Capitol Hill. Saranno diversi anche i toni del primo discorso ufficiale. Biden lancerà un messaggio di unità all’America, spiegando come intende combattere la pandemia e ricomporre le divisioni del Paese. Nel 2017 Trump, con il discorso più breve dai tempi di Jimmy Carter nel ’77, ricalcò i toni populisti e nazionalisti dei suoi comizi, evocando più volte lo slogan “America First” e ribadendo la sfiducia nella democrazia. Come il repubblicano Richard Nixon, che nel ’74 non presenziò al giuramento di Gerald Ford, così Trump non parteciperà all’insediamento del suo successore. A ottobre, secondo i media americani, The Donald aveva provato alla Casa Bianca il discorso di inaugurazione del suo secondo mandato. Vediamo che cosa prevede il programma della cerimonia di insediamento e le differenze con il passato.

Il tema

Quest’anno sarà “America United”. E’ il messaggio che ispirerà tutta la cerimonia e, come ha spiegato la commissione per l’inaugurazione presidenziale, “riflette l’inizio di un nuovo viaggio a livello nazionale che riporterà lo spirito americano, unendo il Paese e creando un percorso per un futuro più luminoso”.

I precedenti

Con Donald Trump, quattro anni fa, il tema fu “Make America Great Again”. Trump anticipò la prima frase in un’intervista a Fox News. “Ringrazio tutti, tutti i presidenti”. Nel 2009, Barack Obama lanciò “A New Birth of Freedom”, nel 2013 “Faith in America’s Future”.

La sicurezza
La commissione organizzatrice sostiene che la “massima priorità sarà la sicurezza dei cittadini mentre verranno celebrate le tradizioni americane”. i circa mille partecipanti ammessi alla cerimonia dovranno indossare la mascherina e rispettare il distanziamento sociale di sicurezza. Tra soldati della Guardia nazionale, agenti di polizia e agenti federali, saranno in 25 mila a presidiare l’area federale a Washington. Il National Mall e i Memorial Parks sono stati chiusi per motivi di sicurezza. Dal 15 gennaio tutti i parcheggi nella zona tra Casa Bianca e Capitol Hill, sede del Congresso, e teatro dell’assalto dei manifestanti il 6 gennaio, sono chiusi. Chiuse fino al 21 gennaio l’accesso ai ponti della zona e tredici stazioni della metropolitana. Saranno chiuse al pubblico Constitution Avenue da Rock Creek Parkway alla 17th Street NorthWest, dalla H Street alla 15th Street, Pennsylvania Avenue dalla 15th Street NorthWest alla 3rd Strett SoutWest.

A due gruppi di cento manifestanti sono state destinate due aree: la Navy Memorial Plaza e il John Marshall Park, entrambi lungo Pennsylvania Avenue. I partecipanti saranno perquisiti accuratamente e tenuti sempre sotto sorveglianza.

Precedenti
Nel 2017 furono impiegati più di 11 mila uomini delle forze armate e dei reparti della Guardia nazionale, a cui si aggiunsero polizie e agenzie federali.

Il pubblico

In passato i rappresentanti del Congresso avevano a disposizione 200 mila biglietti da destinare ai propri elettori di riferimento. Quest’anno, per motivi di sicurezza e sanitari, sono stati solo un migliaio i tagliandi disponibili.

Precedenti

Nel 2009 per il giuramento di Obama furono circa due milione le persone che assistettero alla cerimonia. Nel 2017, Trump disse che alla sua cerimonia aveva partecipato la “folla più vasta della storia”, ma da un riscontro fotografico venne quantificata in circa 600- 700 mila il numero dei partecipanti.

Gli ospiti d’obbligo

i giudici della Corte Suprema, i membri del Congresso, gli ufficiali militari, gli ex presidenti, altri dignitari.

I protagonisti della cerimonia

Amanda Gorman, 22 anni, poetessa afroamericana, leggerà un brano.

Alle 11,30 Lady Gaga canterà l’inno americano “The Star spangled banner”, mentre Jennifer Lopez darà vita a un’esibizione musicale con coreografie. L’invocazione di rito sarà pronunciata dal reverendo Leo J. O’Donovan, ex presidente di Georgetown University, mentre il Pledge of Allegiance, il giuramento di fedeltà alla bandiera e agli Stati Uniti, sarà letto da Andrea Hall, prima donna afroamericana nominata tenente dei vigili del fuoco. La benedizione verrà impartita dal reverendo Silvester Beaman della chiesa metodista episcopale di Wilmington, Delaware, e confessore da oltre trent’anni di Biden.

Precedenti

Con la giovane poetessa Gorman continuerà la tradizione dei presidenti democratici che hanno sempre chiamato poeti, come Robert Frost che, all’inagurazione di John F. Kennedy, nel ’61, ebbe il compito di leggere “The Gift Outright”, ma poi recitò i versi a memoria per il riverbero del sole sulla neve che gli aveva oscurato la vista attraverso gli occhiali. Nel ’93, per Bill Clinton, Maya Angelou lesse “On the Pulse of Morning”. Nel 2013 Richard Blanco lesse “One Today” per il secondo mandato di Obama. Alla cerimonia di Trump non furono previsti poeti.

Tra i musicisti, Aretha Franklyn e il violoncellista Yo-Yo Ma si esibirono nel 2009 per il primo Inauguration Day di Obama. Beyoncé cantò l’inno al secondo mandato di Obama. Con George W. Bush si esibì, alla vigilia, Ricky Martin. Con Trump spazio alle star televisive come Jackie Evancho, 17 anni, la cantante che si era piazzata al secondo posto nell’edizione di “America’s Got Talent” 2010. Ospiti anche la corale dlla Missouri State University, and il The Mormon Tabarnacle Choir e le ballerine del The Radio Rockettes.

Il rito

L’arrivo: Biden non raggiungerà Washington in treno da Wilmington, Delaware, come era previsto all’inizio. La decisione è stata presa per motivi di sicurezza. Come tradizone il futuro presidente dormirà con la moglie alla Blair House, una residenza dell’800 vicino alla Casa Bianca.

Ore 12 (18 in Italia) comincia l’era Biden: Il democratico giurerà dal palco allestito nell’ala ovest del Campidoglio, o Capitol Hill, assieme alla vicepresidente Kamala Harris, che avrà giurato cinque minuti prima, intorno alle 11,54-11,55. La tradizione impone che tocchi al presidente della Corte Suprema pronunciare la formula inserita nella sezione 1 della Costituzione americana, all’articolo 2, e il presidente deve ripetere il testo. Al termine, una batteria di obici del 3° reggimento fanteria dell’esercito renderà omaggio al presidente con 21 colpi a salve, mentre la banda d’onore eseguirà le note dell’inno “Hail to the Chief”, “Saluto al comandante”.

Dove: fino all’insediamento di Jimmy Carter, nel ’77, il giuramento veniva fatto nel portico est di Capitol Hill. Dal 1981 con Ronald Reagan si è utilizzato il lato ovest. Nell’85 la cerimonia venne svolta al chiuso a causa delle condizioni atmosferiche: dopo la nevicata che aveva coperto Washington, la temperatura era scesa a -14. Venne annullata anche la parata.

Il testo del giuramento: Il presidente eletto leggerà il testo del giuramento che dice: “Io, Joseph Robinette Biden Jr, giuro solennemente di adempiere con fedeltà all’ufficio di presidente degli Stati Uniti, e di preservare, proteggere e difendere la Costituzione al meglio delle mie capacità. Dunque che Dio mi aiuti”. Biden giurerà su una bibbia appartenuta alla sua famiglia, di origine irlandese, fin dalla fine dell’800.

I precedenti

Dal 1798 al 1933 il presidente americano giurava il 4 marzo, ma poi nel ’33 venne fatta una modifica al ventesimo emendamento che spostò la data al 20 gennaio. Obama commise errori nel leggere la formula in entrambi i giuramenti del suo doppio mandato. Lui e Trump hanno qualcosa in comune: hanno utilizzato entrambi la Bibbia appartenuta a Abramo Lincoln.

La curiosità

La formula “so help me God”, “Che Dio mi aiuti” sarebbe stata aggiunta da George Washington e non è compresa ufficialmente nel testo. Ogni presidente decide se usarla o no, ma è considerata ormai prassi normale.

Il discorso

il nuovo presidente farà il discorso inaugurale in cui parlerà del suo piano per sconfiggere la pandemia, ricostruire il Paese, unificarlo e sanare le tensioni sociali.

Precedente

Quello di Trump, nel 2017, durò circa 16 minuti e fu formato da 1433 parole. Fu il discorso più breve di un presidente dai tempi di Jimmy Carter, nel ’77. I toni toccarono il nazionalismo e la sfiducia nella democrazia, in cui le parole “America first” risuonarono più volte. I giornali lo definirono un discorso che ricalcava i toni utilizzati nei comizi in tutta la campagna.

La curiosità: è di George Washington il record per il discorso più breve, 135 parole in tutto, ma facevano parte del suo secondo mandato. Il discorso più lungo è stato fatto da William Harrison, nel 1841: usò 8.495 parole. Morirà appena un mese dopo di polmonite e tifo.

L’omaggio ai Caduti

Finita la cerimonia, il presidente Biden e la vice Harris, assieme ai rispettivi coniugi, la First Lady Jill Biden e il Second Gentleman Doug Emhoff, passeranno in rassegna le truppe, nell’ala est di Capitol Hill, a simboleggiare la transizione pacifica di potere da un Commander in Chief a un altro. A seguire, i quattro visiteranno il cimitero monumentale di Arlington dedicato ai Caduti, e saranno raggiunti da tre ex coppie presidenziali: Barack e Michelle Obama, George W. e Laura Bush, Bill e Hillary Clinton.

La parata: ore 15 (le 21 in Italia)

I Biden verranno scortati alla Casa Bianca. Qui ci sarà la “Parade Across America”, lungo tutta Pensylvania Avenue, che conduce dal Campidoglio alla Casa Bianca, residenza del presidente. La parata (senza pubblico causa Covid) sarà trasmessa in tv. Sono previsti spettacoli in tutto il Paese.

I precedenti

Quattro anni fa Trump e Melania sfilarono davanti a ottomila persone. Nel ’77 il presidente democratico, Jimmy Carter, decise di fare il percorso interamente a piedi. La parata lungo Pennsylvania Avenue venne inaugurata da Thomas Jefferson, nel 1805.

Come seguire la cerimonia sul web e le piattaforme social: L’intera cerimonia sarà visibile sui canali televisivi internazionali, YouTube, Facebook, Twitter e Twitch, Amazon Prime Video, Microsoft Bing, e sul sito httips://bideninaugural.org/watch.

Lo show in tv in Usa
Alle 8,30 di sera (le 2,30 in Italia) condotto dall’attore premio Oscar Tom Hanks, andrà in onda su molti network, da Abc a Cbs, Cnn, Nb, Msnbc, Pbs, compresi i canali conservatori Fox e NewsNow, in prima serata un programma di novanta minuti, “Celebrating America”, che presenterà i messaggi e i passaggi più importanti del presidente Biden e della vicepresidente Harris. Previste le partecipazioni in remoto di Bruce Springsteen, Ant Clemons, Jon Bon Jovi, i Foo Fighters, Eva Longoria, John Legend, Kerry Washington, Demi Lovato e Justin Timberlake. Tra gli ospiti personaggi dello sport come l’icona del basket Nba Kareem Abdul-Jabbar, e Kim Ng, diventata il 13 novembre 2020 la prima donna general manager del baseball professionistico maschile, i Miami Marlins.

Cosa non ci sarà
Oltre all’assenza di pubblico e la parata virtuale, è stato annullato il pranzo d’onore al Campidoglio con i membri del Congresso, che si teneva dal 1953 dopo la cerimonia di insediamento. Nel 2017 al pranzo in onore di Trump e del suo vice, Mike Pence, vennero servite portate di aragosta, gamberi, agnello grigliato con patate gratin, soufflé di cioccolato e gelato alla vaniglia. Stavolta l’incontro sarà limitato a uno scambio di doni tra presidente, vice e membri del Congresso.

Cosa farà Donald Trump

Il presidente uscente lascerà Washington prima che cominci la cerimonia di insediamento. In passato era successo altre volte: John Adams non andò all’insediamento del successore, Thomas Jefferson, nel 1801, così come John Quincy Adams a quello di Andrew Jakson nel 1829, e Andrew Johnson a quello di Ulysses Grant, nel 1869. Richard Nixon, che si era dimesso dopo lo scandalo Watergate, nell’agosto del ’74 non presenziò al giuramento del suo vice, Gerald Ford. Trump, unico presidente della storia americana a finire due volte sotto impeachment, dovrebbe partire in aereo dalla base Andrews diretto in Florida, dove starà con tutta la famiglia, compresi i figli maggiori Donald Jr, Ivanka e Eric. Il presidente uscente ha chiesto che venisse organizzata una cerimonia per il suo congedo, con tappeto rosso, banda militare e i 21 colpi sparati a salve in segno di saluto. A ottobre, hanno raccontato i media americani, aveva provato anche il discorso di investitura per il secondo mandato.

Argomenti
stati uniti – usa




Un mese nel segno di Primo Levi

Considerate se questo è un uomo. Una frase che è un’intimazione e una domanda rivolta direttamente a te, accompagnata da uno sguardo che fissa negli occhi e non dà tregua. Alla fine bisogna rispondere, e la risposta che dai dice chi sei. Una frase che è un verso di una delle più importanti poesie del Novecento italiano. Si trova all’inizio di un classico della letteratura mondiale e ne ispira il titolo: ” Se questo è un uomo”, l’esordio narrativo di Primo Levi. Pubblicato nel 1947 dalla casa editrice De Silva, per volontà del suo direttore Franco Antonicelli, verrà riproposto da Einaudi nel 1958. Da allora comincia la fortuna del libro e dell’autore.

La poesia che introduce il racconto “nato -come spiega lo stesso Levi- fin dai giorni di lager per il bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi”, comincia così: “Voi che vivete sicuri/ Nelle vostre tiepide case,/ Voi che trovate tornando a sera/ Il cibo caldo e visi amici:/ Considerate se questo è un uomo/ Che lavora nel fango/ Che non conosce pace/ Che lotta per mezzo pane/ Che muore per un sì o per un no./ Considerate se questa è una donna,/ Senza capelli e senza nome/ Senza più forza di ricordare/ Vuoti gli occhi e freddo il grembo/ Come una rana d’inverno”.

Formidabile. Fondamentale. Da ricordare. Da scolpire nel nostro cuore, da ripetere ai nostri figli, come chiede Levi. Nel nome del ricordo e di Primo Levi, il Circolo dei Lettori, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi Primo Levi, organizza online sul profilo facebook e sul sito “Io so cosa vuol dire non tornare”: non un Giorno della Memoria, ma un mese intero dedicato alla memoria attraverso la voce di un testimone di Auschwitz.

Da giovedì fino a martedì 16 febbraio. Iniziativa utile dalla giusta ambizione: cercare di contribuire a non far più accadere l’orrore. Una serie di incontri e lezioni. Nove appuntamenti fra letteratura e scienza, più una mostra fotografica, tre podcast e un gruppo di lettura dedicato al rapporto di Levi con Torino. Si comincia dopodomani alle 21. Con la poesia. Titolo della serata, ” Annunciazione. Dodici poesie intorno ad Auschwitz” a cura di Domenico Scarpa, consulente editoriale del Centro studi Primo Levi. Si va alla scoperta dei versi di Levi, con Scarpa che spiega e racconta e Valter Malosti che legge dodici poesie.

La più famosa, quella di “Se questo è un uomo”, non c’è. Uno se la tiene cara e la ripete per conto suo. Qui ne scopre altre, molto meno conosciute. Fra tutte, colpisce ” Il primo Atlante”, che è un giro del mondo, un volo colorato pieno di bizzarrie e invenzioni, con un bellissimo finale.

« Sono un uomo che crede poco alla poesia e tuttavia la pratica » confessava una trentina di anni or sono Levi. E aggiungeva: « Ho l’impressione che la poesia in generale stia diventando uno strumento portentoso di contatto umano » . Sin da giovane ha scritto versi per dare forma al suo sentire. E subito dopo Auschwitz, il primo modo di esprimersi, di mettere parole sulla carta, è stato in poesia. Al filosofo Theodor Adorno, secondo il quale dopo Auschwitz non si poteva più fare poesia, ribatteva che proprio nel 1945-1946 la poesia gli sembrò più idonea della prosa a esprimere ciò che gli pesava dentro. E precisava: ” Dicendo poesia, non penso a niente di lirico”.

Con la poesia, frutto di una lettura morale della realtà, Levi gioca, riflette, racconta di animali e di piante. Le prime ventitré le stampa in trecento copie nel 1970, battute a macchina, senza titolo, con la copertina in cartoncino. Nel 1975, con l’editore milanese Vanni Scheiwiller, All’insegna del pesce d’oro, ne escono ventisette con il titolo “L’osteria di Brema”. Infine, nel 1984 Garzanti pubblica ” Ad ora incerta” (ristampato nel 2019), che recupera le precedenti. Sono sessantatré in tutto, più dieci traduzioni, la maggior parte da Heinrich Heine.

Dopo la poesia, il ciclo prosegue con la prosa. Martedì prossimo Elena Loewenthal e Alain Elkann ricordano un altro sopravvissuto alla Shoah, lo scrittore israeliano Aharon Appelfeld, autore di “L’immortale Bartfuss” in uscita da Guanda. Il 26 gennaio viene presentato “Auschwitz, città tranquilla”, dieci testi narrativi e due poesie di Levi pubblicato da Einaudi. Gli appuntamenti di gennaio si chiudono giovedì 28 con Fabrizio Gifuni che, in dialogo con Ernesto Ferrero, racconta e legge ” I sommersi e i salvati”, l’ultimo lavoro di Levi, un saggio che è un ragionamento sui luoghi e i modi dell’orrore, del genocidio, dell’olocausto. Un altro seme che fa germogliare memoria.




Regali di Natale, il 62% non rinuncia allo shopping, spesa media di 174 euro

Il risparmio, le restrizioni e la pandemia condizionano le festività, ma il 62% dei bergamaschi non rinuncerà ai regali di Natale ( dato inferiore alla media nazionale, pari al 74,2%). Tra il 38% che non li farà, oltre la metà – il 53,2%- aveva sempre fatto doni a parenti e amici, anche l’anno scorso. Un sacrificio motivato soprattutto dal tentativo di cercare di risparmiare (28%), dalla mancanza di occasioni di scambio di auguri (25,6%), dal peggioramento della condizione economica (18,1%) e infine, da scelte personali (16%).
Quest’anno la spesa media scenderà comunque sensibilmente rispetto a quella dello scorso anno:  174 euro contro i 185 dello scorso anno (– 5,9%). Il dato è superiore alla media nazionale che si attesta a 164 euro con un calo più contenuto (-2,9%). A Bergamo si spende più che nel resto d’ Italia, ma il budget pro capite previsto scende maggiormente per via della propensione al risparmio che, a queste latitudini, è più spiccata. La spesa da destinare alle strenne natalizie sarà di circa 194,2 milioni di euro contro i 206 milioni di euro di un anno fa, con una perdita in un anno di 11 milioni e 800mila euro. Dal 2009, anno in cui il commercio ha iniziato a soffrire, sono andati in fumo oltre 70 milioni di euro di spesa e il 28,6% di budget destinato ai consumi. Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dalla ricerca Ascom-Format Research sui regali di Natale, presentata oggi. 
“Quanto emerge dall’indagine, in particolare il raddoppio di bergamaschi che rinuncia ai regali, è conseguenza della situazione della pandemia e anche delle restrizioni conseguenti- commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo-. Novembre ha evidenziato comunque un crollo delle vendite, che a dicembre non hanno avuto nemmeno il tempo di risollevarsi”. La difficoltà ad accedere alla piattaforma per recuperare il 10% della spesa attraverso il Cashback procede a rilento: “Molti non riescono ad iscriversi alla piattaforma e rinviano gli acquisti- continua Fusini-. Invece di rivelarsi una leva per incentivare lo shopping nei negozi, sta procrastinando le spese”. Lo spettro di nuove restrizioni condiziona lo shopping natalizio: “Nel caso in cui si tornasse zona rossa, il 41,8% di coloro che effettueranno i regali lo farà solo online- sottolinea il direttore Ascom Confcommercio-. Il 34,3% tuttavia li acquisterebbe nei negozi fisici che effettuano consegne. Ma molti negozi non sono ancora attrezzati e per il commercio tradizionale rinunciare al Natale sarebbe una vera catastrofe”.  Gli acquisti a dicembre hanno perso quota anche per effetto di Black Friday e Cyber Monday di novembre che anticipano le spese, ma che quest’anno sono state meno consistenti con la chiusura dei negozi tradizionali. Secondo il dato nazionale la quota di regali acquistati dal 16 al 30 novembre si è ridotta infatti al 20% rispetto al 26% del 2019 e si registra una crescita degli acquisti a dicembre ( 60,9%) contro il 51,3% del 2019. Solo il 15,8% si dedicherà alla “caccia ai regali” per le feste in questi giorni (per la precisione, a partire dal 16 dicembre) e fino al 31 dicembre. 

Come cambiano i regali con la pandemia 

In tempi di crisi la scelta si orienta verso regali utili. In cima alle preferenze cesti, bottiglie e cadeaux gastronomici (il 68% acquista generi alimentari); seguono giocattoli e giochi per i più piccoli (51,2%), libri ed ebook (47,2%), capi di abbigliamento (45%).
Con lo stop a concerti ed eventi, si rinuncia per forza di cose a regalare esperienze, dai biglietti alle visite (-25,9%). Di contro, ci si rifugia nell’intrattenimento domestico: crescono del 10,5% gli abbonamenti a piattaforme streaming (+10,5%). E, della serie “i regali sceglieteli pure voi”, oltre che per scongiurare doppioni o doni poco graditi, tornano in auge i buoni-spesa: carte regalo e voucher crescono del 7,2 %. 

I luoghi d’acquisto  

Il canale online è al primo posto come luogo di acquisto, seppure virtuale, dei regali di Natale. Tuttavia il dato risente del fatto che al momento delle interviste la Lombardia era ancora zona rossa e, con gran parte dei negozi chiusi l’e-commerce era una delle poche opzioni a disposizione. Il 64,4% dei bergamaschi dichiara di voler acquistare i regali di Natale in internet, il 53,3%  nella grande distribuzione, il  39,5% nei punti vendita tradizionali, il 15,5% negli outlet, il 7,3% in punti vendita equo- solidale. I dati evidenziano, come si evince dalle percentuali, scelta multi-canale e risposte multiple. Tra i motivi della scelta dell’acquisto via web prevalgono la comodità (per il 66,5%),  la varietà dei prodotti (per il 57%), la convenienza (55,8%). Ma il 36,7% dichiara di aver acquistato on-line solo per scelta obbligata, con la chiusura dei negozi. Un dato che lascia ben sperare il commercio tradizionale.




Parliamo di olio, prospettive per produzione sebino e giuria per il migliore evo di Monte Isola

Sabato 19 dicembre alle ore 16 nella Sala Consiliare del Municipio di Monte Isola si terrà la Tavola Rotonda “Monte Isola 2020. Parliamo di olio” promossa dal Comune di Monte Isola e da Cascina Clarabella, gestore del frantoio comunale montisolano, in collaborazione con Aipol. La conferenza avverrà sia in presenza che in remoto ed illustrerà i risultati della stagione olivicola 2020 e le prospettive per l’olio sebino, anche in chiave turistica. Una giuria di tecnici e di esperti coordinata da Aipol eleggerà il “miglior olio novello 2020 di Monte Isola”. In gara ci sono 27 – tra produttori e hobbisti – rappresentativi di tutte le frazioni dell’isola. Il vincitore del concorso riceverà dall’amministrazione comunale un buono spesa di 250 euro.
“A causa dell’emergenza Covid non abbiamo potuto organizzare la tradizionale “Festa dell’Olio Montisolano ma la resa olivicola eccezionale di questa stagione della molitura va celebrata, anche perché l’olio rappresenta un’importante prodotto della tradizione” afferma il Sindaco Fiorello Turla. La conferenza si aprirà con i saluti del Sindaco Turla. A seguire, gli interventi del Presidente dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio Michele Sonnessa e del Presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini, che saranno collegati in videoconferenza. L’assessore all’agricoltura di Monte Isola Mario Archetti presenterà i dati della stagione olivicola isolana e le iniziative programmate dall’Amministrazione per valorizzare l’olio. Interverranno inoltre, in presenza, Marco Ghitti, Presidente della Comunità Montana del Sebino Bresciano, Andrea Rossi Presidente di Clarabella Soc. Coop. Soc. Agricola Onlus, Massimiliano Poli Direttore di Aipol e Anna Patrizia Ucci, fiduciaria della condotta Slow Food Franciacorta Lago d’Iseo.

Ecco il programma




Sciopero benzinai, stop a rifornimento fino a mercoledì pomeriggio

Il presidente Renato Mora

Dalle ore 19 di lunedì 14 dicembre prossimo e fino alle 15 di mercoledì 16, gli impianti di distribuzione carburanti, sia in rete ordinaria che su viabilità autostradale, saranno chiusi per sciopero. Lo confermano in un comunicato congiunto le organizzazioni di categoria, Figisc/Anisa Confcommercio, oltre a Faib Confesercenti e Fegica Cisl.

“La chiusura si è resa indispensabile e indifferibile per impedire il fallimento delle gestioni che, escluse immotivatamente dai Decreti Ristori, sono destinate alla chiusura definitiva entro poco tempo, lasciando sulla strada migliaia di posti di lavoro- sottolinea Renato Mora, presidente del Gruppo Benzinai Ascom Confcommercio Bergamo e consigliere Figisc Confcommercio-. Infatti, nonostante le fortissime limitazioni imposte dai provvedimenti adottati dal Governo e alla mobilità (coprifuoco compreso) e senza distinzione di “colore delle zone che “dividono il Paese, i Gestori devono comunque mantenere aperti gli impianti anche di fronte alla precipitazione delle vendite o, peggio, in totale assenza di erogati. Al Governo i gestori hanno già rappresentato che, senza vendite, (e con margini unitari di circa 3 centesimi a litro), non hanno più risorse economiche per approvvigionare gli impianti del carburante necessario”. I gestori bergamaschi sono in grave difficoltà, per il calo del lavoro e per i margini estremamente risicati, al netto di imposte, accise e royalties: “Le restrizioni nelle aree rosse, hanno prodotto effetti simili al primo lockdown, con un crollo di fatturato del 50% sulla viabilità ordinaria e di circa il 70% su quella autostradale. Senza sostegni e aiuti o sgravi fiscali, anche la rete bergamasca potrebbe vedere scomparire per sempre tante attività, a prevalente gestione familiare” aggiunge Renato Mora.

Nelle stazioni di servizio saranno esposti i cartelli con un messaggio più che eloquente: “Con l’obiettivo di sopravvivere, i gestori sono costretti a chiudere gli impianti ora -come forma estrema di protesta- per non chiudere per sempre”. Non mancano le scuse agli automobilisti per il disservizio: “Ci scusiamo per il disagio. Chiediamo inoltre la comprensione e la solidarietà dei clienti ai quali, ogni giorno, garantiamo i nostri servizi. Per continuare a farlo”.




Effetto pandemia, case più grandi con terrazzo o giardino. Sul mercato più immobili anni ’70 causa eredità

Oscar Caironi

La presentazione della 26a edizione del Listino degli immobili di città e provincia, di Fimaa- Federazione Italiana Mediatori e Agenti d’Affari aderente ad Ascom Confcommercio Bergamo,  ha rappresentato l’occasione per fare un focus sul mercato immobiliare residenziale e non, nell’anno della pandemia e sulle prospettive del settore. Mai come quest’anno, con il lockdown totale della scorsa primavera, si è evidenziata l’importanza dell’abitare, spingendo a riconsiderare le priorità del proprio ideale di casa, facendo emergere mancanze e desideri, caratteristiche imprescindibili nella scelta di una nuova abitazione. L’emergenza sanitaria e la crisi economica impatteranno inoltre enormemente sul mercato delle locazioni: crescono le richieste di immobili in affitto, scelta dettata dalla precarietà lavorativa ed economica, ulteriormente accentuata dalla pandemia.  Il crollo delle presenze turistiche ha rimesso sul mercato molti immobili per locazioni tradizionali e la previsione è che a breve calerà la domanda di case da destinare ad affitti brevi e turistici. I canoni diminuiscono in città (-3%) , dopo anni di crescita a ritmo consistente per effetto del crollo degli affitti turistici, che sottraevano offerta alla locazione ordinaria. I prezzi sono sostanzialmente stabili nei principali paesi della provincia (-0,8%).

“Il mercato nonostante tutto tiene e, al netto dello stop legato al primo lockdown, tra luglio e ottobre abbiamo superato il volume delle compravendite registrate nel 2019- commenta Oscar Caironi, presidente provinciale Fimaa e coordinatore a livello regionale della Federazione dei Mediatori e Agenti d’affari-. La pandemia ha allineato i prezzi del mercato reale i valori degli immobili e c’è maggiore disponibilità in fase di trattativa a trovare un accordo tra le parti, grazie anche all’insostituibile ruolo degli agenti immobiliari. La vera sfida, in assenza di nuovi interventi e costruzioni, sarà quella della riqualificazione degli immobili esistenti, grazie anche a sisma bonus ed ecobonus, con una maggiore qualità abitativa senza ulteriore consumo di suolo”. La stima, in linea con la previsione a livello nazionale di Fimaa Confcommercio è di un calo delle compravendite nel 2020 che sfiora il 18% (il dato nazionale stima un calo rispetto all’anno scorso da 603mila a 494mila compravendite).

Nell’acquisto della casa, la scelta si orienta verso metrature più generose: cresce del +9% la richiesta di abitazioni dai 70 metri quadri ai 125 mq. Sempre più ambiti terrazzi vivibili o giardini (si rileva una crescita tra il 12 e il 15% delle richieste); in cima alla lista dei desideri doppi o tripli servizi e torna in auge lo “studiolo” da destinare a smart working, didattica a distanza  o hobby.

“Inoltre, passando gran parte del tempo a casa si rileva anche una maggiore attenzione alle prestazioni energetiche degli immobili – sottolinea Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo e della nuova edizione del Listino- . Il mercato si orienterà sempre più su case in classe energetica elevata o si terrà particolarmente conto in fase di ristrutturazione dell’abbattimento dei consumi di energia”. 

Gli incentivi per la ristrutturazione rappresentano un’opportunità interessante e, ferme le quotazioni del nuovo in classe energetica elevata (che si mantengono stabili se non al rialzo), la scelta ricade su immobili anche datati, ma con spazi e metrature più ampie, sia per investimenti che per ristrutturazioni prime case. L’offerta sul mercato è aumentata (anche purtroppo per effetto eredità di morti da Covid-19 sia in città che in provincia) e l’interesse alla compravendita è alto sia in città che nell’hinterland. I prezzi sono stabili e in ripresa in centro (+1,8% nel centralissimo) e in provincia (+0,8%): si risveglia la domanda nei centri maggiori (+1,2%)  e nei paesi a ridosso della città. In generale, sembra esserci maggiore disponibilità ad uscire dalle Mura cittadine, in cambio di maggiore comfort abitativo (giardini, terrazze e ampie metrature). Il 51% delle compravendite è per trilo-quadrilocali dai 100 ai 125 mq. In lieve ripresa il mercato dei box (+1,2% in città, +0,6% in provincia); in calo gli affitti (-1,4% in città e -2% in provincia). “E’ sempre fondamentale una corretta valutazione degli immobili onde evitare che si parli di ribassi al mercato, che non avvengono mai se il valore di partenza corrisponde a quello di mercato- sottolineano Enzo Pizzigalli e Marco Fagiani, consiglieri Fimaa Bergamo-. E, grazie anche ad una maggiore offerta di immobili sul mercato, tornano anche piccoli investimenti per appartamenti di piccola metratura”. 

La sensazione, in un mercato che comunque resta estremamente variabile,  è che il box si acquisti solo se indispensabile e ad un prezzo congruo. 

Antongiulio Lascari

Il settore commerciale risente della crisi, nell’annus horribilis dell’economia, dopo una lunga fase di indebolimento. L’effetto Covid-19 è evidente nel limitare le transazioni e nel posticipare l’avvio di nuove attività. “La difficoltà nell’accesso al credito e le aspettative di scarso guadagno scoraggiano nuovi investimenti- sottolinea Antongiulio Lascari, consigliere Fimaa Bergamo-   I prezzi calano del 2% in città e dell’1,8% in provincia. Anche le locazioni seguono il trend: – 1,6% in città e -1,4% in provincia. 

Il mercato di capannoni e immobili industriali continua a restare debole più per mancanza di offerta che per deficit di domanda. Per il secondo anno consecutivo si registra un incremento dei canoni di locazione (+2,2%) per immobili rispondenti a elevati standard di sicurezza. Crescono anche i prezzi di compravendita: +2,8%. Quando l’immobile presenta caratteristiche idonee l’operazione si chiude in tempi brevi e con prezzi che rispecchiano l’interesse per siti produttivi di questa tipologia. Eccezion fatta per i grandi insediamenti logistici concentrati nella Bassa bergamasca, la domanda si orienta verso superfici medio-piccole, al di sotto dei mille mq. Per superfici maggiori le aziende preferiscono acquistare terreni su cui edificare ex novo capannoni in acciaio, che rispettano le regole antisismiche, con aree esterne per carico e scarico e circolazione di autoarticolati. 

 

I prezzi al mq, le principali quotazioni residenziali

Resta alla portata di pochi una casa in Città Alta (6.300 euro/mq), sui colli di Bergamo (5.200 euro/mq), in Viale Vittorio Emanuele e centralissimo di pregio (5.200 euro/mq). Mantengono quotazioni elevate Via XX Settembre e centrale di pregio (4.700 euro/mq), zona Piscine e Via Statuto (4.500 euro/mq). Per una casa in Via San Tomaso e zona Accademia Carrara il prezzo medio è di 3.600 euro al mq; si scende leggermente di prezzo nel quartiere Finardi (3.400 euro/mq). 

In provincia le quotazioni più significative si rilevano nel centro di Treviglio (2.800 euro/mq), a Sarnico e Lovere (in entrambi i comuni lacustri, senza vista sul Sebino, si spendono in media 2.800 euro/mq). Sempre apprezzate Castione (Dorga, Bratto) con 2.600 euro al mq, Gorle (2.500 euro/mq), San Pellegrino Terme (2.500 euro/mq) e Clusone (in centro la media è di 2.300 euro/mq). 

I canoni di locazione di mono e bilocali arredati, dai 400 euro in provincia ai 750 euro in Città Alta

Si parte da 400 euro a 550 euro mensili nei quartieri residenziali cittadini per salire a 500-600 euro in zona centrale, fino a 700 euro al mese in zone di pregio. In Città Alta e nel centralissimo di pregio la richiesta minima è di 550 euro per salire fino a 750 euro. 

In provincia il canone mensile medio in zona residenziale è di 400 euro per salire a 500 in zone di pregio e 550 nelle vie centrali dei comuni più grandi. 

I box, per un posto auto coperto si arrivano a spendere da 40mila a 100mila euro nelle zone più ricercate

Nel cuore di Città Alta un box vale dai 90 ai 100mila euro; nel centralissimo di pregio in città si spendono 70mila euro in media. In zona Accademia Carrara la richiesta è di 50mila euro, nella zona Piscine-Conca d’Oro 40mila euro. In provincia gli esborsi più consistenti sono sul lago (escluso il lungolago, dove le quotazioni sono ancora più elevate): 26mila euro a Sarnico e 25mila a Lovere. Le richieste si mantengono elevate anche nei centri di Clusone (25mila euro), Treviglio (25mila euro) e San Pellegrino Terme (18mila euro). 

La 26a edizione del Listino degli immobili

La nuova edizione è  realizzata da Fimaa Bergamo in collaborazione con Adiconsum, Collegio dei Geometri e Geometri laureati di Bergamo, Consiglio Notarile di Bergamo, Appe e con il patrocinio di Provincia di Bergamo, Comune di Bergamo, Camera di Commercio e Università di Bergamo. Il volume, che sarà in edicola a partire da venerdì 11 dicembre al prezzo di 18 euro, rappresenta ormai un punto di riferimento per la compravendita di immobili residenziali, commerciali e per le locazioni, con quotazioni basate sui valori reali degli atti registrati in città e provincia. 

La 26a edizione pubblica i dati aggiornati a novembre 2020 dei prezzi di compravendita con relative mappe, di tutte le aree cittadine, dei centri principali della provincia: Albino, Caravaggio, Clusone, Dalmine, Lovere, Ponte San Pietro, Romano di Lombardia, San Pellegrino Terme, Sarnico, Seriate, Trescore e Treviglio e i prezzi di tutti i paesi della provincia.

I listini classificano i valori degli immobili in categorie omogenee sulla base dell’area in cui sono ubicati e degli anni dell’immobile. Per tutti i centri della provincia la suddivisione è in immobili: nuovi (classe A), recenti (5-20), semirecenti (20-40) e da ristrutturare (>40 anni). I prezzi sono riferiti al reale venduto, a compravendite realmente definite. 

La nuova edizione rileva i canoni di locazione aggiornati a novembre 2020 di tutte le aree cittadine e di tutti i paesi della provincia. Le tipologie di appartamenti quotati sono il mono/bilo vuoto; il mono/bilo arredato; il trilocale vuoto e il quadrilocale vuoto.

Rileva i dati aggiornati a novembre 2020 dei box in tutte le aree cittadine e di tutti i paesi della provincia.   

Il listino pubblica in sezioni separate i prezzi di vendita e di locazione delle tre categorie di immobili non residenziali: uffici, negozi e laboratori/capannoni. 




Cashback, al via gli storni per almeno 10 acquisti dall’8 al 31 dicembre

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato l’avviso con il quale conferma l’avvio del programma Cashback, un sistema di rimborso che consente a chi, dall’8 al 31 dicembre, effettui almeno dieci acquisti con strumenti di pagamento elettronici (carte di credito, carte di debito, bancomat e Satispay) di recuperare il 10% della spesa effettuata, per un totale massimo di rimborso pari a 150 euro, importo che verrà accreditato direttamente sul conto corrente nei primi mesi del 2021. Il rimborso massimo per ogni singola transazione è di  15 euro. Dal primo gennaio cesserà la sperimentazione e il sistema diventerà ordinario e consentirà il recupero fino a 300 euro annuali. 
Non sono necessari obblighi e oneri per gli esercenti. Non è infatti necessaria l’adozione di ulteriori apparecchiature rispetto ai Pos e dispositivi di accettazione di carte di credito, bancomat e altre forme di pagamento elettronico.

L’adozione del Cashback da parte del Governo ha lo scopo di incentivare i consumatori ad effettuare i pagamenti elettronici, ricompensandoli con uno storno parziale degli importi spesi. Ad oggi, nonostante il sistema non sia ancora attivo, oltre 6 milione di utenti ha già scaricato l’applicazione per beneficiare dello storno degli importi. Un fenomeno da non sottovalutare ma da trasformare in una delle poche opportunità che questo periodo ci consente. Il programma,  infatti, favorisce gli acquisti nei negozi “fisici” poiché non è attivo per gli acquisti online. 




Compro sottocasa perché mi sento a casa, al via la campagna salva-Natale

“Compro sottocasa perché mi sento a casa”. È questo lo slogan che accompagna la campagna nazionale Confcommercio finalizzata a sostenere, anche in vista del Natale, gli acquisti nei negozi di vicinato e nei banchi di fiducia dei mercati e aiutare così le attività che tengono vive le città. Ascom Confcommercio Bergamo aderisce alla campagna nazionale, distribuendo ai negozi e nei banchi dei mercati locandine e materiale dell’iniziativa in formato digitale, oltre a veicolare il messaggio sui propri canali istituzionali e social. Sono oltre 12mila le attività di commercio (alimentare e non) potenzialmente interessate dall’iniziativa, di cui oltre 1400 in città.
“La campagna promossa a livello nazionale da Confcommercio è stata condivisa con convinzione ed entusiasmo da parte della nostra associazione- commenta il presidente Ascom Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli-. Non possiamo che appellarci al senso etico e alla sensibilità dei cittadini che hanno a cuore i loro centri storici per contribuire a sostenere le attività di vicinato e i banchi di fiducia nei mercati in un momento di grande difficoltà che ne mina la tenuta”.
La campagna è online sul sito Ascom Confcommercio Bergamo (www.ascombg.it) e sulla pagina Facebook dell’Associazione, con un video con un messaggio del direttore Oscar Fusini.
A livello nazionale la campagna è presente sulla pagina web del sito confederale ( https://www.confcommercio.it/comprosottocasa ) e sui canali social della Confederazione con la pubblicazione di uno spot, un logo ideato per l’occasione e una vetrofania. L’hashtag è #ComproSottoCasa. Nello spot, con il claim “Facciamo rivivere le nostre città. Compra sotto casa” si sono voluti sintetizzare i principi alla base dell’iniziativa: quelli della sostenibilità e della solidarietà. Oltre a dare un messaggio di speranza e serenità per le festività natalizie. 

locandina_sottocasa