Reti d’impresa, un convegno Ascom spiega come si fa

Le reti d’impresa saranno al centro di un convegno dal titolo  “Fare rete, bene. Dalla collaborazione tra PMI al successo della rete di imprese”, in programma giovedì 24 maggio alle ore 17 nella sede di Ascom Confcommercio Bergamo di via Borgo Palazzo 137. Il convegno è promosso da Ascom Confcommercio Bergamo, Confcommercio Lombardia e in collaborazione con Assoretipmi. L’incontro nasce per approfondire la realtà delle reti tra imprese, una realtà in crescita per numero che si sta consolidando come modello anche nel territorio bergamasco e nei settori del terziario.
“Oggi occorre investire maggiore qualità nella fase di costituzione e nella gestione della rete – spiega Oscar Fusini, direttore di Ascom – Non serve solo la scelta dell’abito “su misura”,  ma è fondamentale la verifica di fattibilità preventiva della sostenibilità della rete prima del suo varo. Inoltre è cruciale il ruolo del manager di rete, soggetto che può costituire l’elemento di reale sviluppo della collaborazione. Con l’obiettivo che nella rete la risultante sia superiore alla semplice somma delle parti”. Il convegno verrà aperto dal direttore Ascom Fusini e da Gabriele Cartasegna responsabile Relazioni istituzionali Concommercio Lombardia. Seguiranno gli interventi di Fabrizio D’Adamo, dell’omonimo studio legale di Bergamo, Tamara Gerbino, Studio Tomasi & Associati Bergamo, Christian Maurelli, Cidiemme Servizi Bergamo, e Ivana Moscato, manager di rete accreditata Regione Lombardia. Alle 18.30 spazio alle testimonianze di reti costituite con Edoardo Ranzini di I&T – Innovation and Technology Hub e Rudy Zanchi di ALLinOne e alle 19 dibattito.   La partecipazione è gratuita previo accreditamento, clicca qui e compila il modulo per iscriverti.  

Per informazioni, Ascom Bergamo tel. 035.4120203 – direzione@ascombg.it

• Programma del convegno




Credito, venerdì l’Assemblea Fogalco

Si svolge venerdì 18 maggio a partire dalle 17 in sede a Bergamo (via Borgo Palazzo 137) nella sala conferenza l’Assemblea annuale della cooperativa di garanzia Ascom Fogalco. All’ordine del giorno la presentazione del bilancio, la relazione sulla gestione al 31 dicembre 2017 e il rinnovo delle cariche sociali.

La Cooperartiva di Garanzia Fogalco conta 4.152 soci e dal 2009 fa parte di AsconfiLombardia, ( di cui è socio fondatore)  confidi regionale a cui aderiscono 13 consorzi di garanzia lombardi.
Nell’anno appena trascorso, l’attività di garanzia e controgaranzia della Cooperativa ha deliberato, garantito ed erogato dagli Istituti di credito convenzionati finanziamenti per 9.026.546 euro (11.861.134 euro nell’anno 2016) per 153 posizioni (174 posizioni nell’anno 2016) ai quali vanno aggiunti euro 4.984.301 (importo garantito euro 1.537.775) relativi a finanziamenti deliberati ma, al 31 dicembre scorso, non ancora erogati. Gli importi comprendono i finanziamenti deliberati ed erogati attraverso la società partecipata Asconfidi Lombardia, per un ammontare complessivo di euro 8.496.066 (rischio a carico della nostra cooperativa euro 2.518.261).
Le garanzie si sono perfezionate in particolare, ed in ordine di volumi, nel comparto del commercio al dettaglio, dei servizi di ristorazione e somministrazione alimenti e bevande e del commercio all’ingrosso.
L’importo complessivo relativo alle operazioni garantite e perfezionate dal 1978, anno di costituzione, al 31 dicembre scorso è di poco inferiore ai 607 milioni di euro.
L’assemblea rappresenta anche l’occasione per fare il punto sulla garanzia consortile in un contesto caratterizzato dall’imminente entrata in vigore di importanti e innovative normative di settore.
L’assemblea eleggerà il nuovo Consiglio d’amministrazione, che successivamente nominerà presidente e vicepresidente.
Le nuove cariche sociali scadranno all’approvazione del Bilancio d’esercizio relativo all’anno 2020.




Treviglio, Anghinoni confermato presidente dell’associazione commercianti

L’Associazione Commercianti Trevigliesi, Professionisti e Artigiani ha un nuovo Consiglio di amministrazione. Il sodalizio riconferma alla sua guida Gabriele Anghinoni, presidente e Matteo Testa vicepresidente.  Sotto il segno della continuità anche il consiglio che vede riconfermati Gabriele Anghinoni (Angolo Verde), Matteo Testa (Panificio Testa), Dario Lonati (Limited Edition), Elena Ronchi (Viaggi al Portico), Paolo Genovese (Ombrellificio Elena), Stefano Redaelli (Bar Rheda), Stefano Brivio (Olimpique2)Daria Caldarola ( BITE Tennis). Le novità sono l’ingresso di Federica Carletta (Retrobottega) e Massimo Sau (Hamburger & Co.).  Il direttivo ripropone la rappresentatività delle principali vie del commercio trevigliese e rilancia l’obiettivo di facilitare il dialogo con la base associativa e di stimolarne la partecipazione attiva. Per quanto riguarda il programma saranno rafforzate le iniziative passate,  in particolare  quelle che attirano a Treviglio target trasversali, con il coordinamento del Distretto del Commercio con cui in questi mesi l’amministrazione comunale e l’associazione stanno lavorando. L’obiettivo comune è di estendere l’azione dal centro storico a tutto il territorio comunale e rafforzare la promozione del territorio. Nell’agenda del nuovo direttivo per i prossimi mesi ci sarà anche il rafforzamento della comunicazione degli eventi e dell’offerta commerciale.

 




Giovanni Zambonelli eletto presidente di Ascom Confcommercio Bergamo

Giovanni Zambonelli è il nuovo presidente di Ascom Confcommercio Bergamo. L’elezione è avvenuta oggi, lunedì 14 maggio, nell’ambito del Consiglio direttivo dell’Associazione. Il nuovo presidente subentra a Paolo Malvestiti che da 18 anni è stato alla guida dell’Associazione. A Malvestiti va la carica di presidente onorario e a lui viene intitolata la sala conferenze di Ascom.

Giovanni Zambonelli, classe 1960, imprenditore del settore dell’ospitalità, è titolare, insieme al fratello, del Best Western Hotel Cappello d’Oro di Bergamo e del Best Western Plus Hotel Monza e Brianza Palace di Cinisello Balsamo. Dal 2013 è vicepresidente di Ascom (vicario dal 2017) e consigliere di Confcommercio Lombardia; nel 2006 entra a fare parte della Cooperativa di Garanzia Fogalco; dal 2005 è membro del consiglio direttivo di Ascom Bergamo, presidente del Gruppo Albergatori Ascom – Federalberghi Bergamo e consigliere e membro di giunta di Federalberghi Lombardia; dal 2002 è consigliere dell’Ente Bilaterale del Turismo. E’ stato confermato come vicepresidente dell’Associazione Giorgio Beltrami, che prende il ruolo di vicepresidente vicario.
Entra a far parte del consiglio direttivo Cristian Botti, presidente del Gruppo Librai, Cartolai e Forniture d’ufficio, come primo candidato consigliere non eletto nell’assemblea elettiva del 2017.
Nel corso del Consiglio direttivo sono stati nominati anche i consiglieri di Confcommercio Lombardia. Oltre a Zambonelli prenderanno parte del Consiglio regionale della Confederazione: Giorgo Beltrami, Lorenzo Cereda, Diego Pedrali e Luciano Patelli.
Il nuovo consiglio direttivo di Ascom, che rimarrà in carica fino al 2021, risulta così composto: Giovanni Zambonelli, presidente; Giorgio Beltrami, vicepresidente vicario; consiglieri: Luca Bonicelli, Cristian Botti, Livio Bresciani, Roberto Capello, Lorenzo Cereda, Mauro Dolci, Petronilla Frosio, Riccardo Martinelli, Giuseppe Milazzo, Luciano Patelli, Diego Pedrali, Alessandro Riva, Giampietro Rota, Adriano Vacchelli.

 

 




Il terziario tiene: +1,2% rispetto al 2017, in città +2,7%

Complessivamente nell’ultimo anno il saldo delle imprese bergamasche è positivo, con una crescita di 281 attività, rispetto al primo trimestre 2017, pari a +1,2% (dati Ascom Confcommercio Bergamo su Elaborazione Cciaa). Anche in città il dato è nel segno più, con una crescita di 108 imprese (+ 2,7%).

In particolare, prosegue il trend positivo delle attività di somministrazione bar e ristoranti e delle strutture ricettive: +3,1%, con 125 attività in più rispetto all’anno scorso. La tendenza ricalca quella degli ultimi tre anni: +8,9 % rispetto al 2015 (335 imprese in più) e +14,1% negli ultimi cinque anni (531 attività in più).

Resta invariato nell’ultimo anno il numero delle attività del commercio fisso alimentare, che venivano da un lungo periodo di crescita negli ultimi tre anni (+1,3% tra il 2015 e il 2017).

Quanto al commercio fisso non alimentare, rispetto al 2017, le attività sono cresciute del 5,2%, con 320 negozi in più. Il dato conferma il trend degli ultimi cinque anni che ha sfiorato il +9% con 540 attività (negli ultimi tre anni, dal 2015, il saldo è stato di 473 imprese, +7,9%).

Per quanto riguarda il commercio ambulante scende invece il numero delle imprese: il saldo è negativo con 78 attività in meno, pari al -3,3%. Si inverte così un trend di crescita che durava da tempo: +5,4% negli ultimi tre anni e ben +16,26% negli ultimi cinque anni.

Agenti e procacciatori e attività di servizi alle imprese sono diminuiti anche nell’ultimo anno (86 attività in meno). Prosegue così una striscia negativa che nell’ultimo triennio ha visto il comparto scendere di 332 attività (-3,9%) .

“L’aumento del numero delle imprese dedite alla ristorazione è in alcuni casi dettato da un cambio di vocazione e destinazione di attività, in altri da un cambio di abitudini del consumo fuori casa -spiega il direttore Oscar Fusini-. Nutriamo però dubbi sull’effettiva tenuta dell’offerta, considerato che la domanda cresce molto più lentamente dell’offerta”.

Il commercio alimentare tiene complessivamente: “La chiusura dei punti vendita tradizionali compensa l’apertura di nuove attività con consumo sul posto, in stile street-food” -continua il direttore Ascom. Quanto alla crescita dei negozi non alimentari “l’ aumento è dovuto all’apertura e alla riapertura di nuovi negozi per lo più da parte di stranieri”.

Non preoccupano il calo delle attività di commercio su area pubblica, né di agenti, procacciatori e attività di servizi: “Il numero delle imprese di commercio ambulante scende per una maggiore rigidità sull’apertura ai fini di cittadinanza da parte di stranieri. Per quanto riguarda i mediatori e i servizi alle imprese, il calo è imputabile in larga misura al fatto che molti titolari di partita Iva sono stati assunti in aziende, grazie anche alle politiche di incentivi occupazionali”.

La città rispecchia l’andamento complessivo, enfatizzandone numeri e dinamiche: bar e ristoranti crescono del 7,2 %, il commercio non alimentare segna +10,9%, quello alimentare +0,4 %, mentre agenti e servizi registrano -2,56%; il calo è più accentuato per il commercio ambulante: -4,7%.




Paolo Malvestiti: “Lascio l’eredità del metodo dell’ascolto, della proposta e della condivisione”

“Questa è la mia ultima assemblea da presidente di Ascom. Dopo 18 anni con oggi termino il mio impegno. Non è questa l’occasione per celebrare quanto di buono ho fatto durante questi lunghi anni di presidenza. Lascio a tutte le persone coinvolte nell’Associazione, ai soci, ai consiglieri, ai presidenti, ai dipendenti, alla pubblica opinione e a chi mi ha voluto bene, il compito di dare una valutazione al mio operato”. Queste le parole di Paolo Malvestiti, con cui ha introdotto la sua relazione, con quel piglio concreto che da sempre lo contraddistingue. Il suo primo pensiero va all’Ascom di domani, cui lascia la preziosa eredità della sua guida: ” Voglio indicare a chi mi succederà, l’eredità del metodo con il quale abbiamo affrontato i problemi delle imprese in questi anni. É stato il metodo dell’ascolto, della proposta e della condivisione e anche della collaborazione con la parte politica. Non abbiamo mai alzato la voce, ma abbiamo sempre cercato di condividere proposte e trovare soluzioni ad ogni livello, nazionale, regionale e locale.  Non ci è mai appartenuto quel modo che caratterizza oggi il fare politica di  annientare gli avversari, giocare sul sentimento di pancia e trovare facili slogan. Non è mai stato nostro e mai dovrà entrare nelle corde del fare associazione. Noi siamo per la buona politica e per la collaborazione con chi pone al centro il bene delle imprese e del sistema Paese”.  Il primo ingrediente per una gestione di successo è la responsabilità: “Siamo convinti che non si possono più affrontare le grandi sfide agendo sulla difesa degli interessi di corporazione, ma partendo dalla logica della difesa di un bene più grande che è il futuro di questo Paese.  Credo che il giudizio su quanto ho fatto e su quanto la nostra Associazione sarà chiamata a fare, dovrà essere valutato alla luce di ciò che sta avvenendo e delle difficoltà che il nostro sistema economico vive.  Oggi, da più parti, si torna a riconoscere il ruolo delle associazioni datoriali e questo ci rimette al centro di un progetto Paese e ci chiama a delle responsabilità”. 

Lo scenario economico 

Le nostre imprese hanno bisogno di aiuto.  Dall’analisi dei dati risulta che la crisi è terminata; i principali indicatori rilevano che il Paese è ripartito. Non è proprio così, perché i nostri settori, quelli vocati alla soddisfazione del mercato interno, sono ancora fermi al palo. Ad aprile il clima di fiducia è peggiorato; e quello dei consumatori è diminuito da 117,5 punti a 117,1 mentre le imprese hanno registrato una flessione da 105,9 a 105,1. Molto marcato è il calo avvenuto nel commercio al dettaglio (da 105,0 a 97,5).  È come se, con la decennale crisi, fossimo franati in un pozzo alto dieci metri. Ci serviranno altrettanti anni per recuperare quanto abbiamo perso e non sarà facile.

Il quadro politico 

Il quadro politico internazionale e nazionale non aiuta. Il muro doganale degli Stati Uniti, la situazione orientale e in particolare quella siriana, i paesi del Sud America con la crisi del Venezuela, e, per stare in Europa, la Brexit, e l’asse produttivo della Germania con i paesi dell’est, sono situazioni che stanno indebolendo il quadro geopolitico internazionale.  Se veniamo all’Italia il contesto non migliora con l’incertezza degli esiti del voto, un governo che stenta a formarsi e i veti incrociati dei diversi partiti.  Quanto avviene a livello internazionale, a causa anche del suo clamore mediatico, incide sull’economia reale con gli stessi effetti immediati che da sempre ha sui mercati finanziari. Abbiamo davanti un quadro preoccupante che non aiuta né la spinta ottimistica dei consumi né gli investimenti delle imprese.  Non solo. A ciò si aggiunge il cambiamento di acquisto dei consumatori che hanno ridotto programmazione e prevedibilità. 
Il consumatore non solo compra meno nei negozi e più on line, ma  è soggetto a spinte spesso compulsive.  Questo si traduce in un altalenarsi di periodi di punta molto forti a lunghi periodi statici, che comportano evidenti e seri problemi di gestione del lavoro. 

Le richieste al Governo 

Servono risposte urgenti per le imprese. La prima è sicuramente la riduzione della pressione fiscale, in modo da liberare risorse  che possano tradursi in consumi per le famiglie e in investimenti per le imprese. Solo una politica fiscale coraggiosa può invertire un ciclo che è stato negativo in questi anni. Occorre ridurre la spesa pubblica, alleggerire il sistema della spesa improduttiva, diminuire le tasse e far ripartire l’economia. Una seconda risposta deve essere data sul versante degli adempimenti. Sono troppi, troppo onerosi e penalizzano il desiderio di fare impresa. Come può un imprenditore dedicare metà del suo tempo lavorativo per i corsi obbligatori e l’altra metà per gli adempimenti fiscali? La terza risposta è lo snellimento dell’approccio verso le PMI. Se dobbiamo recepire le normative europee lo dobbiamo fare bene e non come è avvenuto spesso in maniera maldestra o addirittura punitiva per il nostro tessuto economico. I modelli di applicazione delle norme per le micro e piccole imprese devono essere diversi e più agevoli rispetto alle grandi aziende. Come è possibile che l’applicazione della normativa sulla privacy, che a breve entrerà in vigore, metta sullo stesso piano grandi e piccole imprese? Infine, la risposta più incisiva che chiediamo alla buona politica  è di  affrontare con urgenza e in chiave europea il tema della concorrenza del commercio elettronico, che rischia seriamente di uccidere il commercio tradizionale. Non è certamente possibile sostenere o difendere le grandi piattaforme che stanno sottraendo capitali alle nostre imprese, ai nostri lavoratori e allo Stato. In questo modo si creano solo concentrazioni di capitali che si dirigono verso paradisi fiscali e un modello di dualismo che non appartiene al nostro modo di vivere e lavorare, ponendo una frattura tra chi è ricco, pochi, e chi si impoverisce, molti.

La sfida dell’innovazione 

L’innovazione non va demonizzata, ma va governata. Questo deve valere tanto nel ragionamento dell’equilibrio tra uomo e macchina quanto nel commercio on line. Bisogna trovare soluzioni anche dal punto di vista ambientale, perché non è sostenibile un modello che muove corrieri per portare anche un solo articolo a casa del consumatore.  Così come l’industria ha lavorato per la sostenibilità dell’ambiente in questi decenni, anche nel comparto del terziario servono misure urgenti e forti per impedire che la situazione  degeneri. 

Lavoro e sviluppo

È necessario produrre buon lavoro su tutti i fronti. La nostra Associazione ha attraversato sia le fasi delle relazioni conflittuali che quelle partecipative con i sindacati dei lavoratori. Ora ci troviamo nelle condizioni di costruire relazioni collaborative per frenare l’espansione di modelli che danneggiano le imprese e il lavoro. Il commercio per tornare a crescere deve ritrovare un percorso di sviluppo equilibrato.  La nostra Associazione ha sempre sostenuto la crescita armonica del terziario. Un mix di grandi, medi e piccoli esercizi che rispondono al bisogno della clientela e assicurano la vivacità e il presidio dei centri storici.  All’indomani del decreto Bersani del 1998 i nostri settori hanno registrato un decennio di crescita per numero di aziende, fatturato e addetti.  Poi, complice la crisi, ma anche l’attuazione di alcune direttive comunitarie, negli ultimi anni stiamo registrando una crescita esagerata e caotica del numero di medie superfici.  Questi insediamenti, non essendo sottoposti alla conferenza di servizi regionali, sfuggono a qualsiasi controllo e supervisione e stanno realmente minacciando il commercio di vicinato.Occorre una modifica della normativa che sottoponga di nuovo gli insediamenti di medie superfici alla conferenza di servizi e riassegni un ruolo consultivo alle associazioni di categoria.
Il lavoro è l’altro elemento fondante i nostri settori. Siamo un paese con forti difficoltà occupazionali sul fronte giovanile e le nostre imprese faticano a trovare manodopera.  I modelli di istruzione devono cambiare e devono essere assegnate più risorse alla formazione senza la quale il paese non potrà crescere. I percorsi scolastici devono essere adeguati alle necessità attuali e prospettiche delle imprese.  L’alternanza scuola lavoro è una prima risposta al bisogno di creare ponti tra il mondo dell’impresa e gli studenti. Ci stiamo lavorando grazie anche ai fondi stanziati dalla Camera di Commercio, ma la programmazione deve ancora essere messa a punto perché lo strumento dispieghi il suo effetto di crescita dei ragazzi.   Il titolo di questa assemblea “Il terziario cresce. Tradizione e innovazione” indica quale è la chiave di volta per le imprese: dobbiamo  mantenere le nostre radici, nostri  valori, l’attenzione all’accoglienza e al servizio ai clienti. Un modus operandi che ci ha portato a sopravvivere e a resistere in un mondo sempre più difficile. Siamo chiamati a continuare su questa strada con metodi e strumenti nuovi, innovativi e al passo con i tempi. 

Gli orari di apertura 

A più di sei anni dall’introduzione del decreto Monti è inoltre ancora ferma la questione degli orari di apertura. La liberalizzazione totale non ha portato ad una crescita delle vendite ma alla loro distribuzione su 7 giorni anziché 6. Non è tanto in gioco il sistema della concorrenza tra grandi e piccoli, quanto la necessità di assicurare condizioni lavorative migliori agli addetti del commercio, titolari e dipendenti. Per questo a distanza di qualche anno di sperimentazione auspichiamo che il Governo torni sul tema con una legge snella che preveda un numero minimo di chiusure nelle principali festività nazionali. Anche in questo caso sarebbe opportuno riassegnare un ruolo consultivo e di proposta alle associazioni di categoria che potrebbero mediare tra i diversi interessi in gioco. 

I distretti del commercio 

Questi anni sono stati contraddistinti dalla costituzione e dallo sviluppo dei distretti del commercio. Ricordo che nacquero all’indomani di alcuni viaggi di studio in alcuni paesi europei ai quali partecipammo come Ascom. I distretti sono una felice intuizione lombarda per favorire l’investimento pubblico e privato nel commercio e creare cabine di regia per il confronto tra i diversi attori sulle opportunità e i problemi che affliggono la distribuzione. Sono inoltre occasione di integrazione tra commercio e turismo. 

Il turismo 

Quest’ultimo è il comparto che maggiormente è cresciuto in questi anni in provincia, in particolare grazie al successo registrato dal nostro aeroporto e dagli sforzi che gli enti preposti –  Regione, Camera di Commercio Provincia e Comuni – hanno compiuto in questa direzione. Le ricadute del turismo sono strategiche per il commercio. Soprattutto la città e l’hinterland hanno goduto di evidenti vantaggi dalla crescita dei visitatori, arricchendo anche la proposta per i cittadini residenti.

La formazione 

La vocazione turistica si deve ancora affermare appieno e come per altri comparti serve più managerialità nel lavoro. Per questo, accanto agli investimenti, devono crescere le competenze degli addetti. Come organizzazione stiamo per scendere in campo soprattutto su questo versante, dove la difficoltà di reperire manodopera e la distanza tra scuola e imprese sono più evidenti. Nei prossimi anni il nostro sistema dovrà puntare in maniera sinergica alla creazione di percorsi scolastici e di formazione che preparino le figure necessarie nel campo dell’accoglienza.
Oggi è necessario più che mai migliorare i collegamenti tra l’aeroporto, la città e i principali centri della nostra provincia, in modo da rendere più appetibile la destinazione Bergamo e favorire una distribuzione equilibrata dei benefici dei flussi turistici. Inoltre occorre proseguire nella direzione di costruire e valorizzare i percorsi che interessano i turisti, le proposte culturali ed enogastronomiche.  
Infine, pur riconoscendo il ruolo importante della ricettività extralberghiera, occorre proseguire sulla strada del rigore e del rispetto delle regole in modo che allo stesso mercato corrispondano le stesse regole per tutti.

Appello agli imprenditori 

In questo contesto chiediamo ai nostri imprenditori, in primo luogo, di continuare a fare bene. Anzi, meglio di quanto abbiano fatto fino ad oggi. 
Chiediamo di fare impresa per il bene loro, dei loro familiari e dei loro dipendenti. 
Chiediamo di credere che questo Paese ha ancora un futuro e può continuare ad essere un Paese in cui si vive e si lavora bene.
Chiediamo di tornare ad investire. L’investimento e la programmazione sono la base per la crescita delle imprese.
Chiediamo di credere nella formazione, che è la strategia sulla quale puntare per la crescita della managerialità.
Chiediamo di cogliere la sfida dell’innovazione e della digitalizzazione.
I dati dicono che i nostri settori sono quelli che hanno investito meno, in questi anni, nell’innovazione tecnologica. Siamo in ritardo, perché abbiamo prima investito nella costruzione dei punti vendita, nel loro ammodernamento e nelle competenze di accoglienza. Ora è necessario investire in digitalizzazione, perché senza tecnologia si compete con maggior difficoltà. L’introduzione della fattura elettronica, per esempio, che oggi è fonte di grandi disagi per i piccoli imprenditori, rappresenterà l’occasione di far entrare la tecnologia nella gestione quotidiana delle imprese. L’Ascom è consapevole di questo cambiamento e pronta ad affrontare, insieme a ciascuno di voi, questa nuova sfida.
Perché prima delle imprese ci sono gli uomini, le persone e il loro lavoro. 

 




La parola alle imprese: “E-commerce, digitalizzazione e concorrenza gdo, sfide da cogliere”

Alessandra Cereda

Oltre a ringraziare il loro presidente per 18 anni di appassionata guida dell’Associazione, i rappresentanti di categoria hanno portato le istanze delle imprese di fronte alle autorità presenti e alla folta platea.
Alessandra Cereda, presidente di Terziario Donna, Gruppo nato dalla volontà del presidente Malvestiti nel 2013, ha acceso i riflettori sulle difficoltà delle imprese al femminile: “La nostra è una vita di tripli sacrifici e salti mortali per conciliare famiglia, impresa e casa. La gestione familiare è complicata dagli orari di asili e scuole che se faticano a rispondere a quelli delle lavoratrici dipendenti, sono decisamente inadeguati per chi deve mandare avanti un’attività. La mia e la nostra promessa come Gruppo è che cercheremo di fare bene e con caparbietà, carichi della responsabilità e della fiducia che il presidente Malvestiti ci ha rinnovato oggi”.

Diego Pedrali

Il presidente del Gruppo Abbigliamento, calzature e articoli sportivi Diego Pedrali, recentemente confermato nel direttivo nazionale di Federmoda, ha messo in luce i problemi che ogni giorno vivono i negozi: “Sono dispiaciuto che Malvestiti lasci prima della scadenza del suo mandato, in un altro periodo difficile che siamo chiamati ad affrontare come commercianti. Da 35 anni gestisco un punto vendita, ma oggi non basta più avere clienti fidelizzati. La gente è sempre meno attratta dai negozi e il commercio si trova sopra un baratro che non ha fondo. Con i consumi fermi al palo un ulteriore aumento dell’Iva sarebbe una vera mazzata, letale per tante imprese. Quando si è sul baratro non resta che arretrare. Mai come oggi abbiamo bisogno di un governo, solo così si può rilanciare l’economia”. Rivolto alle autorità presenti, Pedrali, ha aggiunto: “Serve una maggiore attenzione nella calendarizzazione degli eventi e le attenzioni sul fronte della sicurezza non sono mai abbastanza”.

Luca Bonicelli

Luca Bonicelli, presidente dei Gastronomi e salumieri, ha invitato i soci a guardare a minacce, dal boom dell’ e-commerce alla concorrenza della gdo, come opportunità: “Ho un’attività in un piccolo comune, a Villa d’Ogna dove sono rimasto l’unico o quasi negozio aperto. Credo che il commercio tradizionale abbia tutte le qualità per potere stare sul mercato: dopo tutto l’e-commerce ha replicato in grande scala il nostro servizio di ordini e consegna a domicilio, la gdo ha voluto ricreare il mix di botteghe creato nelle vie dei nostri centri storici dalle nostre vetrine e il prodotto tipico, rivendicato da tante catene del food, l’abbiamo sempre selezionato noi. Io credo che per il futuro dobbiamo solo capire cosa vogliono consumatori, attraverso un dialogo con i nostri clienti”.

Cristian Botti, presidente del Gruppo Librai e Cartolibrai Ascom, ha indicato nella sfida alla digitalizzazione l’impegno futuro per il commercio: “Le nostre imprese hanno investito ancora poco in innovazione e digitalizzazione. Io credo che il digitale, a partire da quello che sarà la fatturazione elettronica, porti con sé, pur tra le mille difficoltà, dei vantaggi, oltre che un risparmio nei costi e una maggiore facilità di archiviazione. E’ una sfida anche per la nostra associazione, che può fare molto per agevolarci in questo passaggio epocale”.

Mauro Dolci

Mauro Dolci, presidente provinciale e vicepresidente vicario Fiva- Federazione italiana venditori su area pubblica, ha sottolineato come “le attività di commercio tradizionale e quelle ambulanti debbano lavorare insieme per contrastare la concorrenza della grande distribuzione e delle vendite on- line. Lavorando fianco a fianco possiamo avere risultati”.

Non potevano mancare i saluti di chi ha affiancato durante la sua lunga guida Malvestiti. Riccardo Martinelli, presidente di Fogalco, è stato per anni vicepresidente dell’Associazione, e ha voluto ricordare l’intuizione di Malvestiti nel dare vita ad un grande Confidi regionale: “Nel 2009 Ascom è stata tra i promotori di Asconfidi Lombardia, una realtà di primaria importanza a livello nazionale ed un esempio virtuoso nel credito”.

Pier Carlo Capozzi

Pier Carlo Capozzi, primo albergatore ad affiancare Paolo Malvestiti come suo vice nel 2000, ha aggiunto, rivolto al presidente: “Ci hai accompagnato in anni davvero difficili e hai vinto tante scommesse, a partire da quella della sede di Osio Sotto, superando con i fatti le perplessità di molti, oltre che la mia. Sei stato un dirigente appassionato e Ascom è stata davvero la tua seconda casa, oltre a lavorare in parallelo in Camera di Commercio, senza perdere mai vista le tue attività imprenditoriali”.




Il saluto e gli attestati di stima delle autorità

Al saluto del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, sono seguiti gli attestati di stima delle autorità che hanno voluto partecipare ad un’assemblea affollata come non mai per Paolo Malvestiti.

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha anche dato rassicurazioni sull’impegno dell’amministrazione per commercio e turismo: “Sono qui per testimoniare la qualità della collaborazione con Ascom e con la Camera di Commercio in questi anni di presidenza di Paolo Malvestiti. Dal 2000 ha affrontato sfide, difficoltà e cambiamenti, dal passaggio all’euro all’ascesa della gdo, fino alla concorrenza dell’e-commerce. Con Ascom e le altre associazioni di rappresentanza abbiamo cercato di proporre, attraverso il distretto del commercio, un’alleanza tra attività commerciali di diverse dimensioni e caratteristiche. Abbiamo cercato di governare queste dinamiche”. Sulle vendite on-line il sindaco ha aggiunto: “Quanto all’e-commerce, la prima idea è vederlo come antagonista e la web- tax quanto meno rende la concorrenza meno sleale. E’ impossibile governare o arrestare fenomeno, ma si può trovare una terza via, aprendo le porte dei propri negozi al mondo attraverso il web”. In questi anni la città si è trasformata grazie al turismo, ma il fenomeno va governato: “Lo sviluppo di strutture extra- alberghiere ha subito un’ulteriore accelerazione negli ultimi anni. Lo sviluppo di queste attività, specialmente in Città Alta , va monitorato”.

Lara Magoni, assessore regionale al Turismo

L’assessore regionale al Turismo e marketing territoriale Lara Magoni, nonché imprenditrice nel settore alberghiero nella sua Selvino, dopo i ringraziamenti a Malvestiti come associata per la sua rappresentanza, ha assicurato il suo impegno e vicinanza agli imprenditori: “Gli albergatori, i commercianti, i ristoratori e gestori di bar ogni giorno alzano saracinesca e cercano di stare sul mercato, stretti tra le commissioni dei portali di prenotazione e la concorrenza sempre più pressante dell’e-commerce. L’ obiettivo delle istituzioni deve essere quello di sburocratizzare ed è quello che cercherò di fare in Regione. E poi vanno date opportunità alle imprese: ho chiesto di organizzare per il prossimo anno un “Fuori salone lombardo”, allargato all’intera regione. Turismo e moda sono fondamentali per la Lombardia, che conta 34 mila imprese e 4 mila a Bergamo. Nella nostra città passano 2,3 milioni a Bergamo, dei 39 milioni di presenze lombarde”.

Renato Borghi, vicepresidente vicario Confcommercio Lombardia

Il vicepresidente di Confcommercio Lombardia, Renato Borghi, ha voluto che il suo saluto fosse quello di un amico più che di un collega: “Ho letto un detto bergamasco che recita “raramente mostra la fiamma, ma sotto la cenere la brace è sempre accesa”. Ho sempre percepito la passione di Paolo Malvestiti in ogni cosa che ha fatto ed è questa l’ unica cosa che è in grado di cambiare veramente tutto, nell’appartenenza, nella passione e nei valori. L’ impresa nasce per passione e desiderio di fare qualcosa e solo gettando il cuore oltre l’ostacolo resiste alle difficoltà”.

Alberto Brivio, presidente di Imprese&Territorio

Anche il presidente di Imprese & Territorio, nonché di Coldiretti, Alberto Brivio ha ringraziato Paolo Malvestiti per la “responsabilità portata avanti nel fare una politica di relazioni sul territorio e di territorio. La strada giusta per rappresentare al meglio i nostri associati”.




Assemblea, premiazioni negozi storici

Nel corso dell’assemblea generale, Ascom rende omaggio a 24 insegne che hanno fatto la storia del commercio. Le attività sono state riconosciute da Regione Lombardia negli ultimi due anni. Con gli ultimi riconoscimenti salgono a 114 i negozi ed i locali storici complessivamente riconosciuti in provincia di Bergamo. In particolare, possono vantare il riconoscimento di “storica attività” le insegne che possono dimostrare almeno 50 anni di storia, anche non continuativa, conservazione della medesima merceologia ed insegna e possibilmente conservazione della stessa gestione e sede fisica. Possono fregiarsi del titolo di “negozio storico” le attività che, oltre a vantare più di 50 anni di continuità aziendale e merceologica, hanno una collocazione di pregio storico, architettonico e artistico o ha mantenuto arredi originali.

LA STORIA DEL COMMERCIO. LE SCHEDE DEI PREMIATI

NEGOZIO STORICO

CORNARO GIOIELLI

Via Gabriele Camozzi 44

Bergamo

In attività dal 1964

La Gioielleria Cornaro con le sue sei vetrine all’angolo con via Taramelli e i suoi tre piani è uno degli indirizzi di riferimento per gioielli, orologi e argenteria. L’attività, rilevata da un negozio esistente, inizia nel 1964. Renzo e Alessandra Cornaro hanno portato avanti la gioielleria con grande entusiasmo, affiancati da vent’anni dalle figlie Giovanna e Marialuisa.

GAROFANO DI EGMAN EMILIO
via Vittorio Emanuele II, 50
Zogno
In attività dal 1933

Giovanni Garofano, ambulante di prodotti tessili si trasferisce a Zogno nei primi del Novecento. Nel 1933 con la moglie Maria apre al piano terra della loro casa il suo negozio di vendita al dettaglio, continuando fino alla fine degli anni Sessanta a fare anche mercati Nel 1978 Giovanni cede l’attività alla primogenita Clorinda. Nel 1999 la gestione passa al nipote Emilio che, dopo la laurea in Economia e commercio, decide di continuare la strada intrapresa dal nonno.

STORICA ATTIVITA’

PANIFICIO PASTICCERIA ZATTI
Via Chiesa, 1
Tavernola Bergamasca
In attività dal 1849

Lo storico forno di via Chiesa è attivo da più di 170 anni, dal 1849, ed è alla quinta generazione. Il nonno Alessandro e la nonna Catina hanno trasmesso segreti e passione ai figli Giulietta, Gilda, Luisa e Cornelio. Quest’ultimo ha preso in mano le redini del forno e del negozio nel 1983 e li sta portando avanti con la famiglia. Tra i fiori all’occhiello della produzione sfongade, biscotti, salatini e pasticcini.

VOLPI
via Gregorini, 5
Lovere
In attività dal 1910

Paola Volpi porta avanti la tradizione centenaria di famiglia nell’abbigliamento a Lovere. Il bisnonno Piero, inizia a commerciare tessuti per il confezionamento di abiti e biancheria per la casa alla fine dell’Ottocento. La gestione passa alla moglie Pierina. Nei primi anni Sessanta subentra Giampiero, che trasferisce il negozio nella zona del lungolago, prima in piazza Tredici Martiri, poi più in là in via Gregorini. Con la moglie Milena gestisce il negozio per 50 anni. A loro segue la figlia Paola che amplia e fa crescere ulteriormente l’attività.

DALL’ARA MOTOTECNICA
Via Giorgio e Guido Paglia, 19
Bergamo
In attività dal 1920

La storia della famiglia Dall’Ara nell’ambiente motociclistico risale agli inizi del secolo scorso, quando nonno Urbano commercializza le prime moto inglesi importate in Italia. A Urbano subentra Aldo e nel 1973 è il nipote del capostipite Ezio a mandare avanti il negozio, che porta il suo nome. Il figlio Andrea lo affianca nell’attività di vendita, officina e ricambi, fiore all’occhiello della mototecnica.

BAR WENDER
Via Cavallotti, 6
Lovere
In attività dal 1929

Nel 1929 Adele Pifferetti avvia a Lovere un piccolo laboratorio di pasticceria per i figli Giuseppe e Luigi Vender al piano terra della casa “Secchia”. Il negozio si trasferisce nel 1950 nell’attuale sede. Nel 1977 la pasticceria è rilevata da Luigi, con la moglie Cecilia e le figlie. Negli anni ’80 si affianca nel lavoro il figlio Pier Giacomo che si forma anche all’Ecole Nationale Superiore de patisserie di Yssenjeaux in Francia. La moglie Elisabetta si dedica principalmente al negozio e alle confezioni. Dal 2016 anche la figlia Veronica lavora nell’attività di famiglia.

ROTA ROSANNA ABBIGLIAMENTO

Via Vittorio Emanuele 61

Calusco D’Adda

In attività dal 1931

Nel 1931 Emilio Dadi con la moglie Teresa Regazzi fonda l’attività di vendita al dettaglio di tessuti, mercerie, grano, cascami e pasta. Negli anni 50 la licenza si estende a cancelleria, profumi, ceramiche e ombrelli. Nel 1954, i figli Aldo, Angelo e Maria subentrano nella gestione del negozio. Nel 1979 è Aldo a continuare l’attività, fino al 1993 quando gli succede la moglie Rosanna Rota che ristruttura il negozio, dove la affianca il figlio Omar.

GASTOLDI MACELLERIA, SALUMERIA, GASTRONOMIA
Via Roma, 12
Bariano
In attività dal 1937

La macelleria Gastoldi nasce nel 1905 a Bariano, in via Roma. Il titolare è Antonio, affiancato dai tre figli Rino, Giovanni e Cesare. Giovanni, con la la moglie Teresa, rileva nel 1937 la drogheria di famiglia e nel 1951 manda avanti la professione del padre con la licenza di macelleria, producendo anche salumi. Negli anni Settanta la macelleria Gastoldi diventa una vera e propria azienda di famiglia con tutti e cinque i figli di Giovanni in negozio. E’ il 1978 quando Piero, l’unico figlio maschio, rileva l’attività con la moglie Beatrice.

EDICOLA CARTOLERIA CONSOLI
Via Roma, 31
Tavernola Bergamasca
In attività dal 1947

Tre gestioni e una storia imprenditoriale lunga 75 anni. Nel 1942 Antonia Strigelli e Natale Pedrocchi richiedono una licenza di rivendita di giornali e giocattoli e profumi. Nel 1947 la cartoleria passa alla figlia Candida. Oggi la nipote Mariangela Consoli guida l’attività, punto di riferimento per la comunità di Tavernola e per i villeggianti. Il negozio è anche ufficio turistico aggiunto.

OTTICA ROVETTA
Piazza Giuseppe Garibaldi, 6
Lovere
In attività dal 1950

Nel 1950 a Lovere i fratelli Rovetta aprono l’ottica che porta il loro nome. L’attività viene rilevata negli anni Sessanta dalla famiglia Vasconi, che mantiene il nome. Nel 1991 il negozio viene ceduto ai fratelli Tagliabue, che ancora oggi mantengono per tradizione il nome, l’arredamento e diversi strumenti appartenuti ai fondatori dell’attività.

PANIFICIO MUSONI SILVANO
via Achille Grandi, 25
Lovere
In attività dal 1951

Per risalire alla nascita dell’attività della famiglia Musoni dobbiamo partire dal 1932 a Brescia. È qui che i fratelli Paolo e Carlo iniziano la loro avventura. Dopo il trasferimento a Lovere, nel 1967, l’attività passa al figlio di Paolo, Silvano. Nel 1996 il testimone passa ai nipoti Giovanna e Marino, che portano avanti tradizione e tipicità nella preparazione di prodotti da forno.

CASALINGHI CESTERIE GIOCATTOLI BACCHETTA
Via Tadini, 50
Lovere
In attività dal 1954

Sotto i Portici Tadini nel 1954 Renzo Bacchetta trasforma il negozio di zoccoli della famiglia della moglie, vendendo anche manufatti di vimini e giocattoli. L’attività è in continua espansione e, negli anni, occupa locali sempre più grandi. Nel 2008, anche i vani del primo piano, inizialmente adibiti ad abitazione della famiglia, vengono dedicati al negozio. Ancora oggi l’attività portata avanti da Giuseppe e Adeliana ha l’insegna originale del 1966.

CONFEZIONI GREGIS DI OSVALDO GIMONDI

Via Roma 105

Sedrina

In attività dal 1954

Nel 1946, Maria Santa Gregis lavora come commessa dal cognato Santo Morosini, che le affida presto la direzione di due suoi negozi a Brescia. A Sedrina, in Via Roma, apre con il marito Giovanni un negozio di tessuti, con vendita di capi confezionati e biancheria. Nel 1977 il figlio minore affianca Maria nella conduzione del negozio mentre lei si dedica a sponsorizzare iniziative sportive e culturali, come il Centro Studi Francesco Cleri. Da dicembre 2007, il titolare di questa impresa familiare, è Osvaldo Gimondi.

PELLICCERIA CASTELLI

Via Padergnone 28
Zanica

In attività dal 1955

Carlo Castelli nel 1955 gestisce con la moglie Teresa Provenzi, figlia di ambulanti, un negozio di abbigliamento e confezioni, in Via Roma, a Zanica. Nel 1971 l’attività si estende alla vendita di pellicce, capi in pelle, montone e tappeti pregiati. Si affiancano i cinque figli. Nel 1980 l’attività si trasferisce in via Padergnone 28 e si allarga alla custodia di pellicce nel caveau blindato. Dal 1989, è il figlio Pietro con la sorella Carla, a continuare la storia della pellicceria.

COLTELLERIE COLLINI
via Antonio Gramsci, 8
Lovere
In attività dal 1955

L’attività nasce sulla scia del fenomeno migratorio degli arrotini dalla Val Rendena. Dopo anni di attività come ambulante, Mansueto Collini decide nel 1955 di aprire il suo negozio nel centro storico di Lovere, insieme ai figli Lino e Quintilio. Negli anni Ottanta Lino sposta l’attività di fronte alla vecchia sede scelta dal padre e nel 1995 gli succedono i figli Norma e Attilio.

GIOIELLERIA ROSASPINA

Via Borgo Palazzo, 39b

Bergamo
In attività dal 1956

La storia della Gioielleria Rosaspina risale agli inizi del 1900, quando Luigi apre il negozio in via Borgo Palazzo. Al fondatore seguono la figlia Giulia e il marito Angelo Marchesi. La nipote, Luisa Marchesi, insieme al marito Pierangelo e al figlio Stefano, manda oggi avanti l’attività, arricchita dal laboratorio orafo e orologiaio. Negli ambienti rinnovati e moderni fa bella mostra la storia con una cassaforte originale dei primi del Novecento.

FOTO OTTICA SKANDIA

Via Borgo Palazzo 102-104

Bergamo

In attività dal 1957

Il nome “Skandia” omaggia la Svezia, dove il fondatore Nicola Viscardi nel 1948 imparò a guardare la luce attraverso l’obbiettivo fotografico. Di ritorno a Bergamo, con la moglie Ornella, apre nel 1957 uno studio fotografico a Boccaleone. L’attività cresce e si trasferisce prima in via Piatti, e dal 1974 è in via Borgo Palazzo nella sede attuale, ristrutturata nel ’91. Oggi l’azienda è guidata dai figli Giovanni e Roberto e dal nipote Nicola. Nel 2009 Skandia raddoppia spazi e servizi con il negozio di ottica.

PARIGI MARKET

Via Iv Novembre 38

Ponte Nossa

In attività dal 1958

Nel 1958 la famiglia Parigi investe in un negozio di alimentari sulla terrazza di fronte a via 4 novembre 38, fino a quando nel 1973 lo trasferiscono nella sede attuale. Nel 1992 Stefano e sua moglie sostituiscono i genitori nella gestione del negozio, che offre un “banco freschi servito” con prodotti di gastronomia, salumi, formaggi, carni. Si affianca il servizio a domicilio.

LE DELIZIE

Via Giuseppe Mazzini 4
Osio Sopra

In attività dal 1958

Caterina Cassotti, nel 1958, apre un negozio di frutta e verdura con edicola. La figlia Giovanna Dalmaggioni si dedica poi all’attività di ortofrutta, e cede la licenza di vendita di quotidiani. Dal 1996 il figlio Omar la affianca nella gestione, introducendo piatti di gastronomia e la vendita di pane e pasticceria la domenica. Nel 2011 si aggiunge il fratello Daniele con l’edicola accanto al negozio. Nel 2015 Omar inventa il “kebabg”, una rivisitazione locale del panino turco.

LA PICCOLA TRATTORIA DA TITE
Via Cascutelli, 23
Sant’Omobono Terme – Valsecca
In attività dal 1958

Quasi un secolo fa, tra i verdi boschi dell’Alta Valle Imagna, Noè ed Elvira Vanoli conducevano la loro piccola trattoria con negozio attiguo. Nel borgo montano di Valsecca si produceva pane con il forno a legna, si macellava la carne per lo spaccio interno, si selezionavano i formaggi migliori della valle. La gestione passa poi alla figlia dei fondatori Adoratrice, per tutti Tite, e oggi è affidata alla nipote Silvia Invernizzi, cuoca tuttofare, che si alterna tra fornelli e sala. Accanto al locale c’è un negozio multiservizio con cartine e brochure per la promozione turistica.

LA PRIMAVERA
via Gregorini, 23
Lovere
In attività dal 1960

Angela Mazzoleni nel 1950 apre un piccolo negozio, che nel 1960 prende il nome de “La Primavera”. Angela si avvale della collaborazione delle due figlie Anna e Imelda nei locali al numero 23 di via Gregorini. Con il passare del tempo le donne de “La Primavera” abbandonano la vendita dei tessuti e si dedicano a quella dell’abbigliamento intimo e dei costumi da bagno; nel 1977 l’attività viene rilevata da Imelda. Nel 2002 la figlia Sara entra nell’azienda di famiglia continuando la tradizione tutta in “rosa” del negozio.

ISNENGHI ISTITUTO OTTICO
Via Tasso, 62
Bergamo
In attività dal 1962

La storia della famiglia Isnenghi nel commercio risale al 1860, quando Enrico, al rientro dalla Spedizione dei Mille apre il suo negozio di orologiaio all’antica Fiera di Bergamo. Edoardo Isnenghi eredita il negozio introducendo l’Ottica, che passerà poi al fratello Giovanni e successivamente al figlio Giuseppe, che nel 1962 apre l’attuale negozio Isnenghi Istituto Ottico in Via Torquato Tasso, 62. Il figlio Mirko gestisce l’attività dal 1975, ispirandosi ai criteri e alla tradizione di famiglia. La figlia Lisa dal 2013 lo affianca in negozio.

TRATTORIA BOLOGNINI
Via Divisione Alpina Tridentina, 11
Mapello
In attività dal 1963

È da poco finita la guerra quando, nel 1947, Pietro Bolognini e sua moglie Caterina decidono di aprire un ristorante. Lo chiamano la “Frosca” e si trova in località Piana di sotto. Nel 1951 l’attività si trasferisce e diventa un Circolo Arci Enal. È con la seconda generazione, con Natale e Felicita che il locale diventa una trattoria e si trasferisce nella sede attuale. Il figlio Gian Battista, nel 1975 prende le redini dell’impresa con la moglie Maria Grazia. Nel 1995 si unisce anche Romina. Molti dei prodotti serviti provengono dalla Fattoria e Allevamento Bolognini, portata avanti dall’altro figlio, Cristian.

ALBA ABBIGLIAMENTO
Via Borgo Palazzo, 39
Bergamo
In attività dal 1966

“Alba abbigliamento” nasce nel 1966 quando Giovanni Mangili e sua moglie Marilena, rilevano l’attività del negozio Alba, dal nome della fondatrice negli anni Cinquanta. Da oltre cinquanta anni “Alba abbigliamento” è il punto di riferimento cittadino per capi di abbigliamento classici: “non tutto ma di tutto” recita il motto dell’attività. Oggi Angelo Mangili porta avanti con dedizione l’attività iniziata mezzo secolo fa dai suoi genitori.




Ascom, Paolo Malvestiti lascia la guida dopo 18 anni

Carlo Sangalli

Oggi, lunedì 7 maggio alle ore 15, nella Sala Conferenze della sede di Via Borgo Palazzo, 137, si è svolta la 73esima assemblea generale di Ascom Confcommercio Bergamo, dal titolo “Il terziario cresce. Tradizione e innovazione”. L’appuntamento si è aperto con la relazione del presidente Paolo Malvestiti. L’assemblea è stata l’occasione scelta da Malvestiti, come annunciato da tempo, per lasciare dopo diciotto anni la guida dell’Associazione e tutti gli incarichi ad essa collegati, inclusa la vicepresidenza di Confcommercio Lombardia.
Un video ha raccontato il suo lungo percorso in associazione, ripercorrendone le tappe più significative: dall’elezione a presidente nel 2000 alle riconferme (2001, 2005, 2009, 2013, 2017), passando per le nomine a vicepresidente di Confcommercio Lombardia nel 2006 (riconfermata nel 2009 e 2013) a presidente della Camera di Commercio di Bergamo nel 2010 (riconfermata nel 2015) e al titolo di Commendatore della Repubblica nel 2012. Diverse le sfide e le date da ricordare in quasi vent’anni: nel 2001 Malvestiti è referente della Prefettura per il passaggio alla moneta unica; nel 2004 inaugura l’Accademia del Gusto; seguono i tagli di nastro delle delegazioni presenti sul territorio: Osio Sotto (2004), Trescore Balneario (2005), Zogno (2006), Albino e Romano di Lombardia (2007), Sarnico (2008); la sede cittadina viene inaugurata nel 2016. Nel 2005 presiede la nascita del Gruppo Giovani Imprenditori, a cui segue nel 2013 quella di “Terziario Donna”, rappresentanza provinciale di imprese al femminile.
Nel 2007 nasce il Comitato Unitario Imprese & Territorio, fortemente voluto da Ascom.
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia, ha voluto rendere omaggio a Malvestiti: “Non potevo non essere presente a questa importante manifestazione di affetto e riconoscenza per un grande presidente”‘. Di ritorno dall’inaugurazione della Milano Food Week,  dove ai fornelli Confcommercio ha battuto- parola di chef Carlo Cracco- Fontana e Sala, Sangalli ha aggiunto: “Malvestiti è stato un presidente stellato per Confcommercio. Ha imposto standard elevati e portato un sapore in più in associazione”. Ripercorrendo i suoi mandati, ha commentato: “Gli anni duemila, che hanno accompagnato all’inizio la presidenza di Malvestiti, sono stati fertili, poi sono arrivati quelli difficili. Si è camminato in salita, come sugli scorlazzini dei colli bergamaschi”. Il presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia non ha nascosto la preoccupazione per il paventato aumento dell’Iva e per il clima di scarsa fiducia che ancora rileva l’Ufficio Studi della Federazione. “Il rallentamento dell’economia e l’aumento dell’incertezza stanno riducendo la fiducia delle famiglie. Negli ultimi dieci anni gli italiani hanno perso 20 mila euro in potere d acquisto: serve un supplemento di responsabilità per dare almeno un governo al paese”. 
In assemblea sono intervenuti il sindaco di Bergamo Giorgio GoriLara Magoni, assessore al Turismo e marketing territoriale Regione Lombardia, Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia e Alberto Brivio, presidente di Imprese & Territorio. Nel corso dell’assemblea si è tenuta la cerimonia di premiazione di 24 insegne che hanno fatto la storia del commercio bergamasco, riconosciute dalla Regione dal 2015 al 2017: si tratta di 22 storiche attività e di 2 negozi storici.
L’assemblea si è chiusa con la sintesi e approvazione del bilancio 2017. Il nuovo presidente di Ascom Confcommercio Bergamo verrà eletto dal consiglio direttivo dell’Associazione lunedì 14 maggio.