Agricola Maroni: a Ranzanico violini, salami e bresaole di pecora bergamasca stagionano alle brezze di collina

Vanni Forchini
Vanni Forchini

Ameni scorci del lago d’Endine ed il profumo di salumi d’altri tempi ripagano con generosità il viaggiatore goloso delle piccole fatiche che si deve sobbarcare per raggiungere quel piccolo Elisio gastronomico che è l’Agricola Maroni di Ranzanico. L’ubicazione appartata del raccolto laboratorio di norcineria, tra i viottoli che risalgono il crinale occidentale della val Cavallina, e la calorosa accoglienza che Vanni Forchini (nella foto in apertura, ndr.) e Silvestro Maroni riservano al visitatore sono il grato proemio ad un’esperienza del gusto che assai difficilmente potrà essere scordata.
Qui tutto parla di pecora Bergamasca, a partire dalla bilancella di sontuosi prosciutti il cui affinamento è affidato alle brezze di collina sulla soglia del piccolo opificio. Forchini, autentico fuoriclasse delle salagioni, quasi si schermisce indicando i rari insaccati di maiale che si celano tra le fila di violini e bresaole ovine. Eppure si tratta di rigatini e lombi di cinta senese, le cui preziose carni sono fornite da un allevatore di fiducia della Maremma grossetana. Silvestro Maroni è invece la mente zootecnica del sodalizio, e supervisiona la cura del gregge di cinquecento capi, tutti appartenenti alla razza gigante bergamasca ed allevati inderogabilmente al pascolo, che rappresenta la principale fonte d’approvvigionamento del laboratorio. Nella bella stagione l’armento staziona sulle alture soprastanti gli Spiazzi di Gromo, per transumare ai primi freddi verso le più temperate distese prative della pianura bresciana.
La pecora di razza bergamasca è uno straordinario patrimonio gastronomico, oggi purtroppo a seria minaccia di dilapidazione. L’ovino adulto ha storicamente costituito una colonna alimentare del circondario di Bergamo, apprezzato al punto da rivaleggiare per prezzo, tra il XVI ed il XVII secolo, con il vitello. Eppure questo ruolo è attualmente messo in discussione da una diffusa miopia culturale. Da un lato, il pregiudizio popolare associa alle carni della pecora afrori troppo pronunciati. Dall’altro, la ristorazione e la grande distribuzione restano testardamente aggrappate agli ormai consunti stereotipi dello scottadito e dell’arrosticino. Di conseguenza, il mesto presente commerciale della pastorizia bergamasca è per lo più rappresentato da un manipolo di grossisti che si prendono il bestiame vivo pagandolo – se e quando viene pagato – poco più di un euro al chilogrammo. Ed è sconfortante assistere alla partenza degli autotreni stipati di capi che fanno la spola con l’Abruzzo per rifornire la vorace industria dell’arrosticino.prosciutti
Il modello di valorizzazione prescelto da Vanni e Silvestro pare davvero l’unico che possa assicurare un futuro economicamente sostenibile al settore silvo-pastorale della nostra montagna. L’utilizzo delle carni di pecora autoctona in elaborazioni di alta norcineria e la commercializzazione diretta presso il segmento della ristorazione di fascia medio-alta tutelano l’elevato valore aggiunto di questa formidabile risorsa alimentare. Ma non sono pochi i mulini a vento che Forchini e Maroni devono sfidare nella loro campagna di resistenza gastronomica. Dalla riluttanza degli altri allevatori a “fare sistema”, quando l’unione delle limitate forze disponibili sarebbe essenziale per riuscire a creare un marchio riconoscibile, alle patenti di tipicità – oggi di cruciale importanza per conferire visibilità alle eccellenze gastronomiche – accordate con modalità tutt’altro che disinteressate. Fornire sostegno a questi sforzi di rivitalizzazione della pastorizia bergamasca rappresenta non solo una lampante opportunità di sublimazione del gusto – basta assaggiare lo straordinario salame di pura pecora di Vanni per ottenerne immediata evidenza – ma, soprattutto, un autentico imperativo di salvaguardia culturale.

AGRICOLA MARONI
Via Panoramica 760
Ranzanico (BG)
tel 347 223 7255
www.agricolamaroni.it




I fioristi celebrano “Raffaello e l’eco del mito” con sei installazioni floreali alla GAMeC

I visitatori di “Raffaello e l’eco del mito”, in mostra alla GAMeC fino al 6 maggio, saranno accolti nel cortile della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, da installazioni floreali a tema, realizzate dal Gruppo Fioristi Ascom. Sei pannelli in legno alti due metri riproducono altrettante coppe medicee, in omaggio al Rinascimento italiano e ad uno dei suoi indiscutibili maestri. Orchidee, rose, bulbose e tulipani celebrano Raffaello e la sua arte, con colori tenui, dal bianco al verde e qualche macchia di colore. “L’eco del mito” rivive anche nei pannelli floreali, tra rimandi al nostro Cinquecento e gusto contemporaneo.
Le installazioni sono frutto della giornata di lavoro, che ha visto impegnati venti fioristi in occasione del workshop organizzato lunedì 12 dalla categoria alla GAMeC, cui è seguita la visita guidata alla mostra: “Avevamo preparato i pannelli qualche giorno prima, ma nel corso del laboratorio, cui hanno partecipato venti giovani fioristi, abbiamo cercato di interpretare al meglio il tema della mostra, lasciandoci ispirare anche da una location unica come il museo” commenta Adriano Vacchelli, presidente del Gruppo Fioristi Ascom Confcommercio Bergamo.
I pannelli floreali accoglieranno i visitatori nel cortile della GAMeC per tutta la durata della mostra.




Carlo Giordano di Immobiliare.it incontra i mediatori Fimaa

Venerdì 16 marzo a partire dalle ore 15.30 alla sede di Bergamo Fimaa organizza un incontro dal titolo ‘Internet… sempre più strumento di business’. Relatore dell’incontro sarà Carlo Giordano, il fondatore di Immobiliare.it, il primo portale immobiliare italiano. Giordano interverrà sui trend del mercato e sul tema del marketing digitale spiegano come si fa l’annuncio perfetto’. Parlerà inoltre di innovazione e dei nuovi  strumenti a disposizione degli agenti immobiliari. L’incontro si terrà in aula corsi piano terra (ingresso sul retro). Il termine è previsto per le ore 17. La partecipazione al seminario è gratuita e riservata agli agenti immobiliari associati a Fimaa Ascom Bergamo. Per iscrizioni (entro mercoledì 14 marzo): clicca qui




Sacchetti alimentari, arriva la guida del Ministero dell’Ambiente

 

Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato il vademecum sull’applicazione della legge sugli shoppers e sui sacchi per imballo alimentari. Il vademecum ha lo scopo di dirimere i dubbi sulle varie questioni che sono state sollevate dall’entrata in vigore delle nuove disposizioni ed offrire elementi di chiarezza nell’interpretazione della normativa. Nel vademecum sono confermate la non obbligatorietà di un unico prezzo di vendita; l’esclusione dalla normativa di alcune tipologie di sacchetti come ad esempio quelli di plastica forata a protezione del pane o quelli con spessore superiore ai 15 micron destinati a contenere latticini e loro liquidi (per esigenze di resistenza dell’involucro e comunque rispondenti a norme di igiene).
Il vademecum è pubblicato e scaricabile sul sito www.ascombg.it.




Cucina di selvaggina, opportunità a km zero per i ristoratori bergamaschi

Le carni di selvaggina sono state al centro lunedì di un seminario promosso dall’Associazione commercianti in collaborazione con Una onlus nell’ambito del progetto “Selvatici e buoni: una filiera alimentare da valorizzare”. L’incontro ha rappresentato un’occasione di approfondimento della conoscenza delle carni di grossa selvaggina per i ristoratori del territorio e ha visto la partecipazione dei rappresentanti di tutti i partner del progetto: Petronilla Frosio, Presidente Ristoratori Ascom Bergamo, Nicola Perrotti, Presidente Fondazione UNA Onlus, Antonio Sorice, ATS Bergamo – Presidente Società Italiano Med. Vet. Preventivo, Paolo Lanfranchi, Università degli Studi di Milano, Lorenzo Bertacchi, Presidente Federcaccia Bergamo, Silvio Barbero Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Luca Pellicioli e Roberto Viganò, Studio Associato AlpVet, Eugenio Demartini, Ricercatore Dip. VESPA – Università degli Studi di Milano.
“La giornata – ha detto Petronilla Frosio, presidente del Gruppo ristoratori Ascom – ha offerto una grande opportunità di formazione a 360 gradi perché sono stati illustrati anche gli aspetti nutrizionali e le normative relative alle carni di selvaggina. Sono molti i ristoranti nella nostra provincia che le usano ma nella maggior parte dei casi vengono acquistate dai grossisti e si tratta di prodotti esteri. Oggi abbiamo avuto l’occasione di conoscere prodotti locali che in un momento di grande attenzione per il km zero è un grande vantaggio”.
“Sostenere il progetto Selvatici e Buoni – ha spiegato Nicola Perrotti, Presidente della Fondazione UNA Onlus – vuol dire valorizzare il patrimonio faunistico dei territori rispettando l’ambiente e dando nuovo impulso al turismo enogastronomico. Questo percorso virtuoso a Bergamo è già una realtà grazie alla collaborazione e alla lungimiranza di enti e istituzioni locali che per prime hanno capito le potenzialità della filiera della selvaggina come strumento per produrre nuova economia e nuovo lavoro. Come Fondazione UNA ci auspichiamo che il modello Bergamo possa essere replicato in molti in altri territori italiani”. Per Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Pollenzo “La carne di selvaggina rappresenta una risorsa da valorizzare – ha commentato Silvio  – attraverso la creazione di una filiera certificata che parte dal bosco e arriva fino alla tavola includendo proficuamente diverse figure: cacciatori, macellai, trasformatori, operatori sanitari e ristoratori. Si processo di creazione di valore non solo dal punto di vista alimentare ma anche da quello economico e occupazionale. Sono felice – conclude Barbero – che il territorio bergamasco abbia sposato il progetto con impegno e passione, che intensificheremo di certo nei prossimi mesi”.

Il seminario è l’ultima delle iniziative messe in campo in questi mesi nella provincia di Bergamo nell’ambito del progetto “Selvatici e buoni” curato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e sostenuto dalla Fondazione UNA Onlus, che punta a ridare valore ad un’eccellenza alimentare troppo spesso sottovalutata come la carne di selvaggina, che nel territorio bergamasco ha enormi potenzialità considerata la presenza di oltre 13.000 ungulati selvatici tra cui cervo, camoscio, capriolo e cinghiale.
A partire da settembre scorso si sono svolti tre corsi formativi, della durata di 16 ore ciascuno distribuiti in 5 lezioni, di cui 2 pratiche svolte rispettivamente nei Centri di Lavorazione della Selvaggina (CLS) ed una prova dimostrativa attraverso uno show cooking. I corsi hanno riscosso un’enorme adesione tra i rappresentanti del mondo venatorio, coinvolgendo complessivamente 126 cacciatori che hanno acquisito la qualifica di persona formata in armonia al Reg. CE 853/2004. Nel mese di novembre, inoltre, sono state realizzate quattro degustazioni guidate dal titolo ‘Selvatici e buoni…a tavola’ in altrettanti ristoranti di Bergamo città, valle Seriana e valle di Scalve, che hanno complessivamente coinvolto quasi 200 partecipanti ai quali sono stati proposti menù a base di carne di selvaggina locale. Durante la stagione venatoria appena conclusa, infine, è stata avviata la fase scientifica e di ricerca prevista dal progetto, attraverso una serie di campionamenti, eseguiti sugli ungulati selvatici prelevati, al fine di eseguire accertamenti sanitari finalizzati alla miglior definizione delle caratteristiche delle carni di selvaggina. Il programma delle attività del progetto Selvatici e Buoni proseguirà nei prossimi mesi con altre azioni previste tra cui un evento dedicato alla comunicazione dei risultati preliminari raggiunti.

La Fondazione UNA Onlus (Uomo, Natura, Ambiente) nasce dal confronto tra mondo ambientalista, agricolo, venatorio, scientifico e accademico, per far compiere un salto di qualità nella tutela e nella gestione della natura. Tale sinergia si è concretizzata in 5 progetti dedicati alla salvaguardia e alla valorizzazione della biodiversità. Si tratta di un vero cambiamento culturale che mette in connessione idee e progetti in cui i valori tradizionali delle comunità, il presidio del territorio e le attività ecologiche diventino un nuovo modo di agire dell’uomo, finalmente in equilibrio con l’evoluzione della natura.

 




Pubblici esercizi e ristorazione, ecco cosa cambia con il nuovo contratto

IMG_2432Bar, ristoranti, trattorie, pizzerie, pub, grandi aziende della ristorazione commerciale e collettiva, discoteche e sale giochi hanno un nuovo contratto di lavoro di riferimento, autonomo e dedicato solo al settore del fuoricasa italiano. Il nuovo Ccnl Turismo è stato rinnovato poco più di un mese fa, il 9 febbraio, con validità quadriennale.
Ascom Confcommercio Bergamo, in collaborazione con Fipe- Federazione Italiana Pubblici Esercizi e con l’Ordine dei Consulenti del lavoro, ha organizzato questa mattina, 14 marzo,   nella Sala Mosaico del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni di Bergamo (Ex Borsa Merci) in via Petrarca 10 un convegno per approfondire le novità del contratto che interessa la categoria.
Aumento in busta paga di 100 euro a regime, rafforzamento dell’assistenza sanitaria integrativa, durata quadriennale e importanti innovazioni mirate al recupero di produttività sono alcune tra le principali novità. Il contratto per la Bergamasca va ad impattare su circa 4mila imprese. Coinvolti circa 12 mila addetti.
L’ incontro, moderato da Enrico Betti, responsabile dell’Area Lavoro Ascom, si è aperto con i saluti del presidente dell’Associazione Paolo Malvestiti, di Giorgio Beltrami, presidente del Gruppo bar pasticcerie e vicepresidente Ascom, di Marcello Razzino, presidente dell’Ordine Consulenti del Lavoro e di Claudio Suardi, presidente dell’Associazione Consulenti del Lavoro.
Tra i relatori, Silvio Moretti, direttore Area Sindacale Fipe e Andrea Stoccoro dell’Area Sindacale Fipe. “Il rinnovo dopo più di quattro anni di negoziazione, segna una svolta importante nelle relazioni sindacali, con regole certe e adeguate alla normativa recente e che rispondono alle esigenze delle imprese del settore. Sono stati trattati argomenti innovativi quali la flessibilità di orario e il welfare, con sostanziali migliorie rispetto al passato” commenta Enrico Betti, responsabile dell’Area lavoro e sindacale Ascom Confcommercio Bergamo e componente della commissione nazionale Fipe- Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Il nuovo contratto, indipendente e svincolato rispetto ai precedenti, ha un campo di applicazione che interessa in Italia oltre un milione di addetti di un settore dove operano più di 300 mila imprese, con un fatturato di oltre 80 miliardi di euro.




Cucinare la selvaggina in Ascom un workshop per ristoratori

Per i ristoratori Ascom organizza un workshop dedicato alla cucina di selvaggina. Il seminario si tiene lunedì 12 marzo alla sala corsi dell’Ascom in via Borgo Palazzo 137 dalle 15 alle 18. Esperti della materia interverranno su diverse tematiche: Silvio Barbero dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenza illustrerà gli aspetti storici come la cultura e la tradizione legata al consumo della selvaggina nel territorio alpino; Roberto Viganò dello studio associato AlpVet spiegherà i principi nutrizionali di queste carni e come valorizzarle; Eugenio Demartini tratterà  gli aspetti di marketing e economici di questo mercato. La presentazione del progetto è a cura di Petronilla Frosio presidente del Gruppo Ristoratori Ascom, Nicola Perrotti, presidente della fondazione Una onlus, Maurizio Zipponi, presidente del Comitato Scientifico Fondazione Una onlus, Antonio Sorice, Ats Bergamo – presidente della Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva e Lorenzo Bertacchi presidente di Federcaccia Bergamo. Coordinerà l’incontro Luca Pelliccioli di Studio AlpVet. L’iniziativa è organizzata nell’ambito del progetto “Selvatici e buoni’ una filiera da valorizzare. Per iscrizioni e informazioni info@ascombg.it.




Bergamo Sviluppo, un corso per l’innovazione e internazionalizzazione delle micro e piccole imprese

Sono aperte le iscrizioni per il corso di Alta Formazione “Imprenditorialità e innovazione per l’internazionalizzazione delle Micro e Piccole Imprese – Go.In’ basic”, corso rivolto a imprenditori, manager e dipendenti di micro, piccole e medie imprese locali interessati a innovare la propria impresa.  Obiettivo del corso, organizzato da Bergamo Sviluppo-Azienda Speciale della Camera di Commercio, è fornire ai partecipanti strumenti efficaci per riuscire ad affrontare meglio le future decisioni strategiche e organizzative necessarie ad aprirsi a nuovi mercati, anche internazionali, rafforzando al contempo le competenze imprenditoriali e la capacità innovativa dell’impresa. Il percorso,  giunto alla settima edizione, negli anni ha accompagnato 189 imprenditori, manager e dipendenti appartenenti a micro, piccole e medie imprese locali a cogliere le sfide del mercato. Il corso  si svolgerà a Dalmine nella sede al Polo Tecnologico e della facoltà di Ingegneria dell’Università di Bergamo, da marzo a novembre,  con formula week- end (lezioni in programma al venerdì pomeriggio e al sabato mattina) per un totale di 100 ore.
Nel corso delle 25 lezioni previste saranno trattati tutti i temi necessari alle piccole imprese  per competere ed affrontare la sfida dell’internazionalizzazione, dai mercati internazionali e strategie d’ingresso alle tecniche di export, dal web marketing all’ innovazione, alla proprietà intellettuale.
La metodologia didattica del corso prevede l’alternanza tra momenti di docenza frontale, svolgimento di giochi di ruolo, di business game, di laboratori e di project work di gruppo, per stimolare nei partecipanti un atteggiamento aperto all’innovazione e al mettersi in gioco.
Le imprese interessate a partecipare all’edizione 2018 del corso devono presentare domanda di adesione entro mercoledì 7 marzo (la domanda, scaricabile dal sito www.bergamosviluppo.it, è poi da inviare all’indirizzo mail campana@bg.camcom.it). Il corso, finanziato dalla Camera di Commercio, è realizzato in partenariato con il sistema associativo territoriale e con il supporto tecnico dell’Università degli Studi di Bergamo (in particolare del Centro di Ateneo SdM – School of Management). La partecipazione al corso prevede una quota di finanziamento privato, che le imprese ammesse e selezionate dovranno versare prima dell’inizio del corso.
Dopo la presentazione della richiesta i candidati saranno invitati ad un colloquio conoscitivo, che si terrà nella sede di Bergamo Sviluppo, in via Zilioli 2 a Bergamo.
Per informazioni contattare Bergamo Sviluppo-Azienda Speciale della CCIAA di Bergamo (referente iniziativa: Silvia Campana, tel. 035/3888011  campana@camcom.it )




Donne al lavoro, l’imprenditorialità femminile protagonista della mostra di Terziario Donna

Alle imprenditrici del commercio, del turismo e dei servizi è dedicata la mostra fotografica organizzata dal Gruppo Terziario Donna di Ascom Confcommercio Bergamo. La mostra, dal titolo “Sguardi di donne, storie di commercio”, si puo’ visitare fino all’11 marzo nello spazio espositivo dell’Ex Ateneo di Città Alta. Trenta scatti, realizzati dal fotografo bergamasco Sergio Nessi, rendono omaggio alla figura femminile per raccontarne lo spirito imprenditoriale, ritraendo le donne al lavoro nei loro negozi, bar, ristoranti, uffici e aziende. L’iniziativa ha il patrocinio del Comune Bergamo e del Consiglio delle donne del Comune di Bergamo, è sostenuta dalla Fondazione della Comunità Bergamasca, dall’Ente Bilaterale del Terziario e dalla Cooperativa di Garanzia Fogalco. La mostra accompagna e finanzia un progetto solidale: attraverso il “Centro Antiviolenza Aiuto Donne” due corsi professionalizzanti proposti dall’Accademia del Gusto Ascom aiuteranno due donne a proporsi sul mercato del lavoro.
La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta sabato 10 e domenica 11 marzo dalle 10 alle 18. Su libera donazione verranno raccolti fondi interamente devoluti all’Associazione Centro Antiviolenza Aiuto Donne.  “Non possiamo che ringraziare le donne che da sempre ricoprono un ruolo centrale nel terziario, apportando in molti casi quello spirito di creatività che determina la crescita dei nostri settori, oltre a sostenere la famiglia, punto di riferimento per la gestione di molte attività” sottolinea il presidente Ascom Paolo Malvestiti. “Le donne hanno un peso determinante nella gestione d’impresa, dalle storiche botteghe commerciali al turismo, dalla ristorazione al mondo dei servizi- commenta Alessandra Cereda, presidente provinciale di Terziario Donna- . La mostra dà uno sguardo all’imprenditorialità femminile e alla sua capacità di interpretare con occhi diversi e mille sfaccettature svariati contesti lavorativi di successo e valore”.




L’alta cucina omaggia la Giornata delle malattie rare

L’alta cucina sposa la solidarietà e mette a tavola una ricetta inconsueta in omaggio alla ricerca sulle malattie rare.  I ristoratori aderenti a Ingruppo, l’iniziativa che rende l’alta gastronomia «prêt-à-manger», hanno accettato con entusiasmo l’invito dell’Istituto Mario Negri a promuovere insieme la Giornata Internazionale delle Malattie Rare in programma oggi 28 febbraio. Abalone, Caviale di Lumaca, Pepe Timur di Tarai, Toothfish della Patagonia: sono solo alcuni degli ingredienti inconsueti che i ristoratori renderanno protagonisti delle ricette che cucineranno in occasione della Giornata devolvendo il valore simbolico del «piatto raro» (15 euro) all’Istituto Mario Negri, che da oltre 25 anni è impegnato nella ricerca sulle malattie rare. Tutti gli sforzi dei ricercatori di spostare sempre più avanti i confini della conoscenza sono volti a fare luce sui meccanismi di progressione delle malattie e a trovare nuove terapie farmacologiche e non, donando speranza a quei pazienti che ad oggi non hanno ancora trovato una cura. In Lombardia i pazienti con malattie rare riconosciute dal sistema delle esenzioni sono circa 70 mila, oltre 6.500 nella provincia di Bergamo.
Fil rouge dell’iniziativa: la ricerca. Ognuno dei 20 chef si è prodigato nello studio di un ingrediente esclusivo per sensibilizzare i palati più esigenti e per far sì che l’emozione di un gusto mai provato prima possa raggiungere direttamente il cuore. Per dare un aiuto concreto a chi da sempre combatte per realizzare importanti progressi nel campo della scienza.
“Mostra che ci sei, a fianco di chi è raro!” è questo il tema dell’undicesima Giornata Internazionale delle Malattie Rare: la comunità dei rari lancia un appello mondiale ai politici, alle istituzioni, ai ricercatori, alle aziende, per porre al centro dell’attenzione e dare visibilità alle malattie rare, ai pazienti, alle loro famiglie e agli operatori sanitari che li seguono condividendone difficoltà e speranze. Un’attenzione che il Mario Negri testimonia concretamente con gli oltre 25 anni di attività del Centro “Aldo e Cele Daccò” a Ranica. In questi anni l’Istituto ha dato un contributo sostanziale ad accrescere la consapevolezza del problema tramite campagne di sensibilizzazione, ha offerto ai pazienti sostegno, accompagnamento e informazioni utili supportate da elevate conoscenze scientifiche e tecnologie all’avanguardia. Sono stati realizzati molti progetti che spaziano dalla ricerca di base a quella epidemiologica, ma soprattutto alla ricerca clinica, accompagnati da un forte impegno nella divulgazione e nella formazione dei giovani ricercatori. Oggi il Centro Daccò è una realtà di riferimento nel contesto nazionale e internazionale. Dal 2001 è Centro di Coordinamento della Rete Regionale per le Malattie Rare in Lombardia.  Questi alcuni numeri dell’attività dedicata alle malattie rare dal Mario Negri: 26.060 richieste di informazioni da parte di pazienti, familiari e operatori sanitari. 2.774   pazienti e loro familiari di cui si conservano campioni biologici nella Biobanca malattie rare, 2.120  pazienti inseriti in tre Registri di malattie rare,
979  malattie rare segnalate al centro, 333 associazioni italiane di pazienti e familiari in contatto con il Centro, 676  mutazioni genetiche trovate, 131 geni studiati.
Pur interessando ciascuna un piccolo numero di malati, infatti, i ristoratori di Ingruppo sanno bene che le malattie rare sono solo apparentemente un problema di pochi: solo in Italia, sarebbero un milione e mezzo le persone colpite. È dunque importante l’aiuto di tutti. Anche degli chef che per l’occasione creeranno preparazioni uniche, con ingredienti insoliti e di difficile reperimento come le uova di Balik, il Garam Masala, il Kopi Luwak, il Fotoplancton Marino, le Uova di Chioccola, lo Yuzu, i Licheni della Valsassina e la Rosa Tajsolo per citarne alcuni.
La cucina di alto livello di Ingruppo, nata per valorizzare il moderno ristorante e che, grazie alla sua particolare formula negli anni ha conquistato migliaia di giovani, diventa così veicolo di valori e di azioni, di solidarietà e di impegno. E questo grazie alla sensibilità dimostrata da tutti i ristoranti aderenti che arrivano a contare ben 14 stelle, tutte in campo per la ricerca e per le malattie rare.

In occasione della giornata mondiale delle malattie rare, sarà possibile assaggiare nei ristoranti aderenti:
A’Anteprima (Chiuduno – Bg): Abalone
Al Vigneto (Grumello del Monte – Bg): Uova di Balik dei salmoni Keta dell’Alaska
Antica Osteria dei Camelì (Ambivere – Bg): Pastinaca
Casual Ristorante (Bergamo): Pepe Timur della regione Tarai nel Nepal
Colleoni & Dell’Angelo (Bergamo Alta): Garam Masala
Collina (Almenno S. Bartolomeo – Bg): Fegato e latticello di bottatrice
Da Vittorio (Brusaporto – Bg): Salicornia
Frosio (Almè – Bg): Tè alla rosa d’oriente
Il Saraceno (Cavernago – Bg): Kopi Luwak
La Caprese (Mozzo – Bg: Fitoplancton marino
Lio Pellegrini (Bergamo): Uova di chiocciola
LoRo (Trescore Balneario – Bg): Carraggenina
Nuova Trattoria Dac A Trà (Castello Brianza –Lc): Toothfish della Patagonia
Osteria della Brughiera (Villa d’Almè – Bg): Fava Tonka
Pomiroeu (Seregno – MB): Curcuma e licheni della Valsassina
Posta (S. Omobono Terme – Bg): Mais Scagliolo di Carenno
Roof Garden Restaurant (Bergamo): Farina integrale di mais nero
Ristorante Enrico Bartolini al Mudec (Milano): Yuzu
Ristorante Ezio Gritti (Bergamo): Muschio d’alta quota e rosa Taj
Villa Patrizia Ristorante (Petosino di Sorisole – Bg): Lombo di Bruna Alpina bergamasca