I bambini bergamaschi e internet, primo accesso a 7 anni e mezzo

Il 98% degli studenti tra i 15 e i 19 anni della provincia di Bergamo, senza differenza di genere e classi di età, si è connesso a internet nel corso dell’anno: il 18% per meno di un’ora al giorno, il 54% da 1 a 5 ore, il 14% è rimasto connesso per tutto il giorno. E il 6,9% ha avuto un utilizzo di Internet definibile “a rischio”. Sono questi alcuni dei dati emersi dall’indagine Espad realizzata sulla popolazione studentesca della provincia di Bergamo dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche in collaborazione con l’Osservatorio Dipendenze di Ats Bergamo.

Per rilevare il grado di rischio associato all’uso di Internet è stato utilizzato il test Short Problematic Internet Use Test (Spiut), un questionario di screening specifico per adolescenti, validato a livello nazionale, dal quale è emerso che per il 7,1% degli studenti della provincia di Bergamo che durante l’anno si sono collegati on-line l’utilizzo di Internet è definibile “a rischio” (M=6,4%; F=8,0%), quota che corrisponde al 6,9% di tutti gli studenti della provincia.

«Lo studio ci ha consentito di rilevare anche che la quota di studenti con profilo a rischio tende ad aumentare in corrispondenza delle ore trascorse a fare attività on-line – spiega la dottoressa Elvira Beato, assistente sociale specialista, responsabile dell’Osservatorio delle Dipendenze Ats Bergamo –. È emerso infatti che è a rischio il 30% di chi giornalmente naviga su internet per più di 6 ore, contro il 2% di chi è collegato circa per 1 o 2 ore. Numeri inequivocabili che ci impongono una particolare attenzione proprio alle fasce adolescenziali e dei giovani adulti, sicuramente più sensibili e più esposte al rischio».

Le attività che gli adolescenti svolgono su Internet

Secondo l’indagine, il 93% di chi si è connesso durante l’anno ha usato Internet in un giorno infrasettimanale qualsiasi lo ha fatto per chattare e/o partecipare ai social network, l’84% per leggere quotidiani, il 78% per scaricare film o musica e il 37% per accedere a siti specificatamente rivolti ad adulti (il 37% anche tra i soli minorenni). In quest’ultimo caso sono soprattutto i maschi ad aver adottato tali comportamenti. In particole: il 14% degli studenti italiani si dedica a giochi di abilità (come Texas Hold’em o Sudoku) e il 33% a giochi di ruolo, in particolar modo i ragazzi e gli studenti minorenni.

Accesso sempre più precoce

bambine internet computer webUn quadro arricchito dai risultati dell’analisi condotta sempre sul territorio di Bergamo e provincia grazie alla collaborazione di più di 90 pediatri e dedicata all’analisi di un ampio campione pre-adolescenziale (più di 3.000 questionari nel 2016, primo anno della ricerca, e già circa 2.000 nell’anno in corso). «Dalle rilevazioni è emerso che l’uso di internet si sta progressivamente anticipando. Accade sempre più spesso – rivela il dottor Luigi Greco, pediatra di famiglia – che anche bambini molto piccoli navighino da soli. Se è vero però che i bambini tra gli 8 e i 10 anni sono più sorvegliati, è vero altrettanto che per questa fascia si ha una percezione del rischio minore. Viceversa, tra gli 11 e i 13 anni, c’è maggiore autonomia nella gestione delle connessioni, ma anche minore percezione del rischio. Dati che devono farci riflettere anche perché i pericoli a cui i nostri figli si espongono sono tantissimi.».

Nello specifico, il 97% degli intervistati afferma di avere dei dispositivi con cui accedere alla rete (il 72% addirittura attraverso uno smartphone personale) e l’83% dispone di questi strumenti tutti i giorni, con limitazioni di orario (il 60%) o senza (il 30%) in orari giornalieri mentre il 9% ne fa uso anche di notte. Solo nell’ultimo anno l’età media di primo utilizzo di un web device si è abbassata da 9 anni (2016) a 7 anni e mezzo (2017). Il 17% invia foto personali, il 4,4% chatta con sconosciuti e il 1,4% invia dati personali a sconosciuti; in generale gli strumenti informatici vengono utilizzati per navigare in Internet, scaricare musica, giochi, effettuare ricerche scolastiche, vedere filmati su YouTube e chattare sui social media. Dal 2016 al 2017 non ci sono grossi cambiamenti per quanto riguarda i dati sulla sorveglianza parentale: circa il 20% dei ragazzi non è controllato dai genitori mentre naviga.

«L’età della prima connessione è sempre più bassa. Per questo deve nascere in noi adulti una consapevolezza maggiore. A marzo 2018 avremo i dati complessivi – anticipa Alberto Zucchi, direttore del Servizio Epidemiologico di Ats Bergamo – e da qui potremo partire per sviluppare idonei sistemi di accompagnamento per i minori che navigano online. È inquietante pensare che ci siano così tanti bambini da soli dietro a uno schermo. E questo, senza contare che oltre ai rischi esterni, sono tante e purtroppo gravi le possibili ricadute sulla salute: dall’alterazione del sonno ai disturbi nella concentrazione alle interferenze della tecnologia nei rapporti interpersonali».

I rischi per la salute

Studi scientifici recenti (“The associations between sedentary behaviour and mental health among adolescents: a systematic review”, “Myopia, a growing health problem” e “Protective and risk factors for adolescent sleep: a meta-analytic review”) rilevano che l’iper connessione può avere serie ripercussioni sulla salute dei bambini e dei giovani adulti. Spiega il dottor Roberto Moretti, medico, responsabile  dell’unità promozione della salute Ats Bergamo: «L’impatto dell’uso di internet sugli stili di vita negli adolescenti, in particolare sulla sedentarietà e sul sonno è molto rilevante con conseguenze misurabili già dopo 2-3 ore di utilizzo. Pensiamo all’aumento della sedentarietà con la conseguente diminuzione degli anni di vita, ma anche all’esposizione alle cosiddette fake news che rischiano di innescare comportamenti sbagliati nell’accesso alle cure, nell’uso di farmaci o nell’adozione di particolari diete. Conseguenze a cui si aggiungono quelle legate alla vista. Senza contare che un’eccessiva esposizione al web, a prescindere dal device utilizzato, provoca una perdita di sonno. E dormendo meno di otto ore per notte le ripercussioni negative sulla salute possono essere importanti».

Le iniziative di prevenzione dell’Ats

Ats Bergamo rivolge la massima attenzione alla salute di bambini e adolescenti non solo analizzando caratteristiche e rilevanza ma anche attraverso azioni di prevenzione di comportamenti a rischio e le diverse forme di dipendenza nei loro differenti contesti di vita. A partire dagli interventi nelle scuole, dove da tempo Ats è impegnata in collaborazione con le tre Asst Orobiche e il Provveditorato agli Studi.

«Abbiamo diversi progetti attivi rivolti ai giovani bergamaschi, dal Life Skills Training program ad Unplugged rivolti alla scuola secondaria di secondo grado, a Giovani Spiriti, che interviene sui temi della guida, del gioco d’azzardo e delle nuove tecnologie. Quest’anno, inoltre, abbiamo lanciato una nuova sperimentazione regionale per l’adattamento del progetto Life SKills sulla scuola primaria che sta coinvolgendo l’Ic di Calcinate. Anche se non sempre intervengono sul tema specifico dell’utilizzo delle nuove tecnologie, tutti questi progetti hanno l’obiettivo di sviluppare le abilità di vita degli studenti (life skills) tra cui le capacità di comunicare con gli altri, di risolvere problemi, di resistere alle pressioni esterne e di dire di no; l’assertività e le capacità di resistenza sociale. Forniscono quindi agli studenti gli strumenti per gestire il meglio possibile le situazioni che la vita presenta loro e, proprio per questo motivo. hanno un effetto protettivo trasversale a numerosi comportamenti a rischio tipici della fase adolescenziale», commenta Luca Biffi, Psicologo, Responsabile UOS Prevenzione delle Dipendenze Ats.

Si lavora su immagine di sé e autostima

A questi progetti si aggiunge l’educazione tra pari (peer education) «che – come spiega Giuliana Rocca, medico, responsabile dell’Unità di prevenzione dei fattori di rischio comportamentali Ats Bergamo – è una metodologia che abbiamo importato dagli Stati Uniti e che stiamo sperimentando con le classi terze del liceo Don Milani (4 classi scientifico, 2 classi linguistico, 4 classi psicopedagogico). Gli studenti di queste 10 classi, dopo aver seguito un percorso formativo curato da Ats Bergamo, ora svolgono attività di promozione salute con gli studenti delle prime e anche con tutto l’Istituto. Alla sperimentazione in questi ultimi due anni ha aderito anche l’Istituto Betty Ambiveri. Inoltre da quest’anno scolastico il Comune di Treviglio ha attivato un intervento di peer education su due Istituti Superiori, nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro, in partnership e con la collaborazione di Ats e sta per essere un ulteriore progetto con una scuola di formazione professionale di Clusone».

Autostima-TAGGli argomenti scelti dagli studenti e poi affrontati vanno dall’immagine di sé all’autostima, come i pari influenzano l’immagine di sé, come nei social media viene percepita l’immagine di sé. Nell’ultimo anno scolastico i peer educatori del Liceo Don Milani hanno lavorato su immagine di sé e social media, producendo un decalogo di buon uso dei social media da pubblicare sul sito della scuola.

«I dati presentati oggi hanno dimostrato quanto grande sia il bisogno di fare attenzione all’età adolescenziale. Una fase difficile durante la quale si può essere più sensibili al richiamo di alcune dipendenze. Alcool, droghe ma anche distorsioni nell’uso di internet, appunto. Senza contare che, in quest’ultimo caso, non sappiamo ancora calcolare quanto possa essere grave l’impatto di tali comportamenti. Per questo abbiamo deciso di fare una riflessione specifica sull’uso della rete. A fronte di enormi potenzialità di internet, infatti, non possiamo non considerare i rischi di abuso soprattutto in adolescenza, già portati alla nostra attenzione da genitori e pediatri. Preoccupazioni fondate visto che diversi studi hanno evidenziato la maggior vulnerabilità degli adolescenti rispetto al rischio di abuso o di dipendenza da internet con possibili ripercussioni sui circuiti neuronali, sul modo di leggere, pensare, ricordare, organizzare le informazioni e sul modo di relazionarsi con gli altri, con una tendenza sempre maggiore all’isolamento», conclude la dottoressa Mara Azzi, direttore generale Ats Bergamo.




Dormire in aeroporto: a Orio nuove cabine con musica, film e giochi

cabine dormire aeroporto orio ZZZleepandGO BGY interno

A due anni dall’inaugurazione delle prime tre capsule all’interno dell’Aeroporto di Milano Bergamo, ZZZleepandGo annuncia l’ampliamento dell’area riservata al riposo e alla privacy in un ambiente comodo e riservato.

La domanda sempre crescente e i feedback positivi dei clienti, soprattutto dei frequent flyers diventati ormai fedeli al servizio, hanno spinto ZZZleepandGo a progettare insieme a Sacbo un nuovo spazio, più grande e congeniale alle esigenze dei clienti.

cabine dormire aeroporto orio ZZZleepandGO BGY esterno (1)Le tre capsule originarie sono state sostituite con nove cabine di nuova generazione, dotate di una nuova piattaforma di intrattenimento all’interno (film, musica e giochi), tenda apribile sul soffitto e diversi miglioramenti dal punto di vista delle finiture.

Anche il sistema di check-in/check-out è stato rivisitato attraverso l’utilizzo di due virtual reception installate all’ingresso del locale. Attraverso questa  nuova configurazione, l’accesso allo spazio in cui si trovano le capsule viene garantito alle sole persone ospiti delle capsule, evitando qualsiasi tipo di intrusione o disturbo da parte di altre persone.

Infine il ventaglio dei servizi offerti da ZZZleepandGo è stato allargato attraverso una futuristica vending machine creata ad hoc, con prodotti utili al viaggiatore e complementari al servizio erogato.

cabine dormire aeroporto orio ZZZleepandGO BGY esterno (2)La tariffa notturna, dalle 23 alle 6 del mattino, è di 39 euro. Le prenotazioni possono essere eseguite online direttamente sul sito zzzleepandgo.com o sulle principali piattaforme booking, expedia, trivago, hotels.com. Nelle altre ore della giornata è previsto l’accesso diretto sul posto, al costo di 9 euro per ogni ora di permanenza in cabina.




Lavoro, nuovi voucher al palo. L’Ascom: «Servono correttivi»

Da sinistra: Vittorio Feliciani, Carlo Colopi, Enrico Betti, Orazio Pedalino
Da sinistra: Vittorio Feliciani, Carlo Colopi, Enrico Betti, Orazio Pedalino

Il paragone con i voucher non regge. I contratti introdotti per sostituire i buoni lavoro per le prestazioni occasionali, aboliti nel marzo scorso e spendibili sino a fine anno, hanno (almeno per quanto riguarda l’utilizzo in ambito aziendale, mentre per le collaborazioni saltuarie con i privati è nato il Libretto di famiglia) limiti, costi e per giunta una procedura di attivazione non sempre agevole che, nel tentativo di frenare gli abusi cui avevano dato luogo i predecessori, li ha resi davvero poco interessanti.

Lo hanno denunciato le imprese e le loro associazioni non appena sono stati presentati ed ora lo confermano i numeri. Nei primi tre mesi di vita, secondo i dati Inps pubblicati dal Sole 24 Ore, i nuovi contratti (si chiamano PrestO, da Prestazione Occasionale) hanno coinvolto 17mila lavoratori per un valore di circa 12 milioni di euro, nulla a che vedere con i circa 400mila lavoratori e i 360 milioni di euro di compensi fatti segnare dai voucher negli stessi tre mesi (luglio, agosto e settembre) del 2016. In pratica due strumenti nemmeno confrontabili tra loro.

tavolo con Malvestiti«Il colpo di spugna con cui sono stati eliminati i voucher ha rappresentato un grave danno per le nostre imprese che si sono trovate senza uno strumento per gestire con flessibilità picchi di lavoro e attività residuali», ha detto senza mezzi termini il presidente dell’Ascom e della Camera di Commercio di Bergamo, Paolo Malvestiti, aprendo il seminario che l’Ascom ha organizzato alla Fiera per fare chiarezza sui nuovi strumenti, in collaborazione con l’Ispettorato territoriale del Lavoro e l’Inps.

Carlo Colopi
Carlo Colopi

«La stretta si può capire solo considerando la crescita esponenziale che i voucher hanno avuto negli ultimi anni e l’ampio utilizzo improprio», ha ribattuto Carlo Colopi, capo dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Bergamo. «Casi tipici erano il pagamento a voucher di un’ora che metteva al riparo in caso di controlli e il pagamento del resto in nero. Oppure l’attivazione “lampo” con computer connesso al sito Inps in caso di accesso ispettivo – ha specificato -. I voucher inoltre venivano impiegati spesso senza garantire riposi settimanali e pause dei lavoratori, in settori non ammessi come l’edilizia, per scongiurare la maxi sanzione, e in maniera massiccia da grandi aziende».

I PrestO vogliono agire proprio su queste “derive”, fissano infatti un limite ai compensi che ciascuna azienda può erogare (5mila euro, non più di 2.500 per ciascun lavoratore), il numero massimo di ore (280 l’anno) per le quali i nuovi contratti possono essere utilizzati e anche la cifra massima che il lavoratore occasionale può percepire annualmente (5mila euro).

platea 3Il minimo retributivo – lo si ricorda – è di 9 euro, ai quali vanno aggiunti i contributi Inps, l’assicurazione Inail e il costo per la gestione del processo informatizzato da parte dell’Inps pari all’1%, per un totale di 12,41 euro (il costo totale dei voucher era 10 euro, la retribuzione netta 7,5). Il compenso, che viene stabilito tra le parti, non può inoltre essere inferiore a 36 euro giornalieri. Il lavoratore ha poi diritto ai riposi giornalieri e alle pause settimanali.

Non possono essere trasformati in PrestO rapporti di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa (è necessario che il rapporto sia cessato almeno sei mesi prima dell’attivazione) e sono vietati in settori come l’edilizia, l’escavazione, le miniere oltre che negli appalti, mentre ci sono vincoli più stringenti per l’agricoltura.

Vittorio Feliciani
Vittorio Feliciani

A finire sotto accusa è il divieto di ricorrere ai PrestO da parte delle aziende con più di cinque dipendenti a tempo indeterminato. Un limite che, solo in Bergamasca e nei settori del commercio e del turismo, ha escluso 2.300 imprese su un totale di 20mila e che anche il direttore provinciale dell’Inps Vittorio Feliciani ha indicato come principale freno ad un ricorso massiccio al nuovo strumento, insieme alla retribuzione minima giornaliera di 36 euro.

Orazio Pedalino
Orazio Pedalino

Come se non bastasse, anche la procedura informatica ci mette del suo. Chiariti ai 200 tra professionisti e imprenditori presenti in sala passaggi e gli accorgimenti per effettuare la registrazione, Orazio Pedalino, funzionario della Direzione provinciale dell’Inps, ha dovuto evidenziare i tempi lunghi per l’accredito nel portafoglio elettronico dell’azienda delle somme necessarie al pagamento della prestazione e degli oneri. «Se si utilizza il modello F24 – ha raccomandato – conviene tener presente che servono dagli 11 ai 15 giorni, più rapido, circa 3 giorni, il sistema PagoPA che vede ancora pochi istituti di credito presenti, ma funziona con l’addebito su carta di credito». Insomma, non certo l’ideale se un ristoratore o un barista deve rimpiazzare all’ultimo momento un dipendente malato o se in quel fine settimana ha un boom di prenotazioni.

Enrico Betti
Enrico Betti

Che non siano una risposta alle necessità di flessibilità delle aziende lo dice anche l’incremento del 60% dei contratti di lavoro a chiamata registrato dall’Ascom nei sei mesi successivi all’abolizione dei voucher, da aprile a ottobre 2017. «Ad optare per il contratto a chiamata non sono solo le imprese con più di cinque dipendenti ma anche quelle che potrebbero ricorrere ai PrestO, ma vi rinunciano vuoi perché la loro attivazione è più complessa, vuoi per i maggiori costi rispetto ai vecchi buoni», l’osservazione di Enrico Betti, responsabile dell’area Lavoro e Relazioni sindacali dell’Ascom. «Si è partiti PrestO e male – è il suo netto giudizio -. I nuovi contratti non sono uno strumento adeguato a rispondere alle esigenze delle aziende in merito a quelle attività residuali, di poche ore settimanali, per cui i vecchi voucher erano senza dubbio più efficaci. Ci auguriamo quindi che venga messa nuovamente mano alla normativa con risultati speriamo positivi e in grado di raccogliere le istanze delle imprese».

platea 2Inoltre l’attività se è da considerarsi occasionale lo deve essere sempre, senza limiti dimensionali, ha ribadito Betti: «La nuova normativa crea una discriminazione tra aziende con più di cinque dipendenti a cui i Prest0 restano preclusi e le aziende più piccole. Ciò determina un dumping organizzativo ed economico che per noi resta immotivato».

 

 




Astino nel Gusto, le immagini dell’evento più goloso della città

Tre giorni, quattro appuntamenti, chef mediatici e stellati del territorio insieme ai ristoranti di East Lombardy e poi vini, pasticceria, pizze e prodotti di eccellenza locali. Astino nel Gusto, la manifestazione enogastronomica organizzata in occasione del G7 dell’Agricoltura a Bergamo ha mantenuto le promesse, offrendo ai quasi 4mila partecipanti un’esperienza di livello tra grandi interpreti dei fornelli e con la formula a isole che ha permesso di comporre il proprio menù spaziando tra le diverse proposte. Ve la raccontiamo con le immagini.




Arredamento, Federmobili premia tre negozi bergamaschi

Federmobili - premiaizone Oscar Colleoni
Il presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, premia Oscar Colleoni

Lunedì 16 ottobre nell’ambito della convention nazionale Federmobili, in programma a Milano a Palazzo Castiglioni, che celebra i 50 anni della Federazione, saranno premiate per il loro impegno nell’associazione e per il loro contributo tre aziende bergamasche.

Riceveranno una targa di riconoscimento al merito dal presidente Confcommercio Imprese per l’Italia, Carlo Sangalli: Oscar Colleoni di “Colleoni Arredamenti New” di Curno, Giampietro Carminati di “Carminati & Sonzogni Arredamenti” di Zogno e Giulio Rota di “Mobili Rota“ di Almenno San Bartolomeo.

«Possiamo affermare con orgoglio che la nostra provincia si distingue a livello nazionale per la qualità delle sue insegne indipendenti oltre che per l’impegno a tutela della categoria, portato avanti sul territorio in raccordo con la Federazione nazionale – afferma Lorenzo Cereda, presidente Gruppo Mobili e Arredamento Ascom Confcommercio Bergamo -. La convention rappresenta l’occasione per fare il punto sul comparto e valorizzare la propria attività con workshop, dalla sfida della digitalizzazione del punto vendita alle strategie per migliorare l’esperienza d’acquisto nello showroom».

Quanto allo stato di salute del comparto, le insegne indipendenti di mobili e arredi iniziano ad intravedere segnali di ripresa, dopo anni di forte crisi: «Il risveglio dell’edilizia, gli sgravi fiscali per la ristrutturazione di casa e il bonus mobili hanno dato un nuovo impulso alle vendite – continua Cereda -. Gli incentivi hanno fatto bene a tutto il comparto, hanno avviato una leggera ripresa del mercato e hanno favorito un clima di maggior fiducia tra gli operatori. È aumentato lo scontrino medio e si lavora per progetti di maggiore qualità. Ci aspettiamo un bilancio positivo anche quest’anno».

In provincia di Bergamo si contano 419 negozi di arredamento, di cui 70 in città; negli ultimi 5 anni il numero complessivo è rimasto sostanzialmente invariato. La città ha però visto incrementare i punti vendita, da 62 a 70 (+12,9%).

Le aziende bergamasche premiate

Colleoni Arredamenti New di Curno

Federmobili - premiazione Oscar Colleoni - ritL’azienda nasce nel 1957 a Valbrembo e successivamente, ingrandendosi, si sposta prima nel  comune di Almè e poi, nel 1975 a Curno. Il titolare Oscar Colleoni è stato per decenni nel consiglio di Federmobili e revisore dei conti della Federazione; è stato inoltre uno dei fondatori di Innova.com. Per oltre vent’anni ha ricoperto la carica di presidente del Gruppo Mobili di Ascom
Confcommercio Bergamo, dopo aver svolto il ruolo di vicepresidente, contribuendo alla crescita dell’associazione. È stato membro del Consiglio direttivo di Ascom. Cinzia Colleoni porta avanti la tradizione associativa del padre come consigliere del Gruppo Mobili e Arredamento Ascom.

Carminati & Sonzogni di Zogno

Giampietro Carminati Carminati &Sonzogni Zogno
Giampietro Carminati

L’azienda nasce nel 1964 a Zogno. Giampietro Carminati nel suo negozio di falegnameria inizia a costruire i primi mobili. L’offerta si amplia con la vendita di mobili di fattura brianzola. A metà degli anni Settanta il negozio si ingrandisce e si sposta da via Cesare Battisti avVia Locatelli, sulla strada provinciale nel comune di Zogno, diventando così un punto di riferimento non solo per la Valle ma anche per tutti i proprietari di seconde case nelle vicine località di villeggiatura montana. Giampietro Carminati è nel consiglio del Gruppo Mobili di Ascom Confcommercio Bergamo.

Mobili Rota di Almenno San Bartolomeo

L’azienda nasce nel 1974 ad Almenno San Bartolomeo dai fratelli Bernardo, Martino e Augusto Rota. Tra gli anni ’70 e ’90, alla sede centrale si affiancano due altri negozi, uno a Brembate Sopra e uno a Roncola San Bernardo. Negli anni Novanta i punti vendita si accorpano nella sede originaria di Almenno che viene ampliata e ristrutturata. Nel 2013 l’azienda passa nelle mani dei figli dei fondatori Giulio, Luigi, Stefania, Laura e Veronica. Veronica Rota fa parte del consiglio del Gruppo Mobili di Ascom Confcommercio Bergamo.

mobilificio rota

>> Il programa della convention Federmobili




Ambulanti, dieci anni senza Vanoncini. A Brembate la commemorazione

Foto commemorazione Vanoncini - rit

La Fiva-Federazione Italiana venditori ambulanti e su aree pubbliche di Ascom Confcommercio Bergamo ha ricordato oggi, a dieci anni dalla scomparsa, Mario Vanoncini, presidente dell’associazione e per 40 anni ambulante di abbigliamento nei principali mercati della provincia.

Nella piazza del mercato di Brembate si è svolta una cerimonia commemorativa davanti alla targa che il Comune gli ha dedicato nel 2009, con la partecipazione dei familiari, della moglie Lory e della figlia Michela. Non sono voluti mancare al ricordo di Vanoncini il presidente nazionale della Federazione Giacomo Errico e Luigi Leanza, segretario nazionale ambulanti, che hanno deposto dei fiori insieme all’assessore ai Servizi alla persona e alla comunità di Brembate Savina Ferrari, a Sara Margutti, responsabile Commercio del Comune di Brembate e al presidente di Fiva Bergamo Mauro Dolci,

Al ricordo si sono uniti il direttore Ascom Bergamo Oscar Fusini, i presidenti di categoria Ascom e il vicepresidente Fiva Bergamo Diego Pesenti. «Ha dedicato la sua vita alla tutela della categoria, distinguendosi sempre per le doti umane e professionali, che gli hanno fatto meritare la fiducia delle imprese associate – le parole di Mauro Dolci -. Il suo profondo senso delle relazioni sindacali ha dato un’impronta fondamentale all’azione dell’associazione portandola su livelli di rappresentatività tra i più elevati dal punto di vista numerico a livello nazionale».

Vanoncini è stato presidente di Fiva dal 1992 al 2007, quando è mancato improvvisamente, all’età di 58 anni. Per 40 anni ha svolto l’attività di commerciante su aree pubbliche nel settore abbigliamento. Associato all’Ascom Confcommercio di Bergamo nel gruppo Fiva, negli anni 80 è stato chiamato a ricoprire il ruolo di consigliere direttivo. Eletto nel 2002 vicepresidente della Federazione nazionale, è stato anche consigliere dell’Unione Regionale Lombarda del Commercio, del Turismo e dei Servizi e della cooperativa di garanzia Fogalco.




Serata Barbaresco, al Carroponte i vini della famiglia Rocca e i sapori piemontesi

evento-barbaresco-bruno-rocca - ritMartedì 17 ottobre alle 20.30 Al Carroponte di Bergamo ospita, a partire dalle 20.30, una degustazione dedicata ai profumi intensi e avvolgenti del Piemonte.

Protagonista della serata sarà la straordinaria qualità dei vini dell’azienda agricola Rabajà Bruno Rocca, una realtà a conduzione familiare che coltiva direttamente nei comuni di Barbaresco e Neive, nelle Langhe, oltre che a Vaglio Serra, nel Monferrato. I vini della famiglia Rocca sono il risultato di un intenso lavoro di ricerca e selezione, volto a esaltare le caratteristiche distintive delle uve e del territorio dal quale provengono.

Il tasting del 17 ottobre prevede un ricco menù di terra, legato ai sapori della tradizione piemontese, che lo chef Lanceni ha studiato per esaltare i vini selezionati dal patron di Al Carroponte, Oscar Mazzoleni.

La degustazione partirà con un Cadet Chardonnay Langhe 2015, seguito da tre eccezionali Barbaresco: un Barbaresco Docg 2014; un Barbaresco Rabajà Docg 2014, prodotto con le eccezionali uve provenienti dal Cru Rabajà; infine il Barbaresco Riserva Currà Docg 2012, appena arrivato sul mercato ma già selezionato dal palato attento di Mazzoleni per la raffinatezza assoluta del suo avvolgente profumo.

IL MENÙ

  • Cubo di manzo alla bourguignonne con fonduta di toma

Cadet Chardonnay Langhe 2015

  • Tartare di fassona piemontese con tartufo nero

Barbaresco Docg 2014

  • Risotto mantecato ai porcini e robiola della Langa

Barbaresco Rabajà Docg 2014

  • Guancia di vitello brasata con scaloppa di foie gras e puré di patate

Barbaresco riserva Currà Docg 2012

  • Semifreddo alle castagne

Il costo è di 80 euro a persona. La serata è organizzata per un numero massimo di 40 persone, è quindi necessario prenotare con anticipo. Si comincia alle 20.30, puntuali.

Al Carroponte

via E. De Amicis, 4
Bergamo
tel. 035 2652180
www.alcarroponte.it



Treviglio, un museo lungo otto chilometri. E la guida è un’app

agrimuseo treviglio
La passeggiata inaugurale dell’AgriMuseo Orizzontale di Treviglio

Treviglio ha inaugurato, lo scorso 24 settembre, un nuovo museo. Non ha sale, né orari, né biglietteria. Ma pannelli informativi e audioguida sì. È l’AgriMuseo Orizzontale, un percorso di 8 chilometri che si snoda tra il Museo Verticale di piazza Manara e la frazione di Castel Cerreto, dove gli oggetti “esposti” sono le strade, le rogge, i campi, le cascine, i luoghi che dal centro storico portano in aperta campagna, alla riscoperta del paesaggio agrario e della storia di Treviglio.

A fare da guida sono 14 pannelli curati dall’architetto Barbara Oggionni, ma c’è anche la possibilità di essere accompagnati dalla voce di un “cicerone digitale” che aggiunge informazioni e curiosità, scaricando sullo smartphone l’app AMOTreviglio, disponibile gratuitamente da App Store e Google Play.

treviglio - mappa agrimuseo orizzontale«Ogni cartello ha un Qr Code – spiega l’assessore alla Cultura Giuseppe Pezzoni – che permette di scaricare l’applicazione. A questo punto, ad ogni postazione raggiunta nel corso della visita viene segnalato che ci sono nuovi contenuti da ascoltare. È una modalità nuova che dà la possibilità di immergersi nel territorio e nella sua storia e a noi di misurare le visite di questo museo all’aria aperta».

Il progetto è stato finanziato dalla Regione Lombardia con 100mila euro a fondo perduto, nell’ambito delle iniziative Oltre Expo, a fronte di una spesa complessiva di 165mila euro, destinati alla riqualificazione dei percorsi ciclo-pedonali esistenti e a una migliore fruizione da parte del mondo agricolo, con il plus dei cartelli informativi e delle postazioni multimediali. La parte interattiva e digitale è stata realizzata da Studio Base2.

«Il precorso è pensato per chi vuole fare una passeggiata a piedi o in bicicletta in campagna, per chi viene da fuori ma anche per gli stessi trevigliesi che potranno scoprire, ad esempio, perché una zona si chiama Bagni Pubblici o com’era in quel punto il paesaggio cento anni fa. È un museo dalla dimensione liquida – aggiunge -. Ci si può muovere liberamente, ogni cartello indica infatti in dove si trova e quanto dista la tappa successiva e quella precedente, permettendo a ciascuno di muoversi come preferisce».

agrimuseo treviglio - ritIl museo Orizzontale dialoga in modo stretto con il Museo storico Verticale, che si sviluppa – interattivo e con forte impatto emozionale – nei sette livelli della torre civica ed è uno dei capolinea dell’itinerario. «Raccontano entrambi, nello spazio vissuto e non artificiale di un edificio costruito per mettere in mostra altro – evidenzia Pezzoni -, la storia di una comunità, il suo evolversi ma soprattutto le sue radici. Sono musei “nuovi” nella concezione perché raccontano non solo la storia nello spazio ma la storia dello spazio, integrando così il tempo, quello che tutti noi associamo al concetto di storia, all’ambiente, all’habitat, di cui anche noi siamo parte».

La rete museale della città, quindi, cresce. «Il Museo Verticale compirà due anni tra poco – ricorda l’assessore – mentre il museo scientifico, che fa conoscere la scienza attraverso esperienze dirette, festeggia il decimo anno. E poi ci sono il museo civico e quello archeologico, insomma Treviglio sta sviluppando la sua dimensione culturale e turistica».

 




Niente Irap per i nuovi negozi. L’Ascom: «Ma non dimentichiamo chi c’è già»

Misura annunciata nel giugno scorso, la Giunta della Regione Lombardia ha approvato ieri la delibera con la quale azzera per tre anni l’Irap sulle nuove attività nei centri storici dei Comuni capoluogo e in quelli con una popolazione al di sopra dei 50mila abitanti.

Il provvedimento, in vigore in via sperimentale dal primo gennaio al 31 dicembre 2018, riguarda l’apertura di attività commerciali e di attività artigianali che vendono i propri prodotti nei locali di produzione o adiacenti e sono in possesso dell’annotazione della qualifica artigiana nel registro delle imprese (ad esempio, sono ammesse pasticcerie, gelaterie e panifici ma non le attività commerciali di servizi). L’agevolazione non si applica agli esercizi nei quali risultino installati apparecchi di gioco, in coerenza con l’impegno di Regione Lombardia in materia di prevenzione del gioco d’azzardo patologico. Le imprese, inoltre, devono avere sede legale e operativa nel territorio lombardo.

L’aliquota ordinaria dell’Irap è il 3,9% sul valore della produzione netta. Il peso dell’operazione è stimato in 2 milioni di euro di mancato gettito nelle casse regionali a fronte dei 13 milioni incassati annualmente. Ma si tratta di un mancato gettito puramente teorico, come ha avuto modo di ricordare l’assessore al Economia Crescita e Semplificazione Massimo Garavaglia, dal momento che attualmente il saldo tra aperture e chiusure è negativo, mentre l’intervento di sostegno potrebbe riportare in positivo le entrate fiscali.

In provincia di Bergamo ad essere interessato è il solo capoluogo, in particolare l’area del Duc, il distretto urbano del commercio che comprende il centro, Città alta, Borgo Santa Caterina e Borgo Palazzo. In base all’andamento delle aperture nell’ultimo anno, l’Ascom stima in circa 110 le attività commerciali che potranno godere dell’agevolazione più una ventina di imprese artigiane, per un totale di 130 insegne. «L’azzeramento dell’Irap – commenta il direttore Oscar Fusini – è un primo passo positivo per il rilancio delle attività di vicinato nei centri storici, non può però essere l’unico. È auspicabile che le misure di sostegno per le nuove attività si accompagnino a provvedimenti strutturali finalizzati alla sopravvivenza dei negozi già esistenti, che fanno sempre più fatica a resistere».

L’agevolazione, inoltre, pur importante può non avere grande impatto, soprattutto per piccole attività. «Nel settore commerciale il turn over è elevato – rileva Fusini -, molto spesso le nuove insegne non reggono e chiudono dopo qualche anno. È perciò fondamentale prevedere anche strumenti che rendano stabili questi sforzi imprenditoriali».

«L’abolizione dell’Irap per le nuove attività – conclude – si combina con le deroghe regionali per l’insediamento di medie strutture nei centri storici e insieme può, in ogni caso, contribuire a ridare vivacità e slancio alla rete commerciale».




Lavoro, Bergamo chiede specialisti e laureati. Nei servizi il maggior numero di nuovi posti

Lavoro Jobs ActLe imprese con dipendenti della provincia di Bergamo prevedono tra settembre e novembre 20.910 entrate, il 79% riguardanti lavoratori dipendenti. Lo dice l’indagine continuativa Excelsior, resa nota oggi e realizzata mensilmente in collaborazione tra sistema camerale e ANPAL-Agenzia nazionale delle politiche attive sul lavoro.

Un’entrata su quattro (il 24,9%) riguarda il gruppo professionale high-skill degli specialisti e dei tecnici, con un’incidenza di quasi 4 punti superiore alla media nazionale. Resta alta a Bergamo, rispetto ai valori medi dell’Italia, anche la domanda di operai specializzati e conduttori di impianti.

La ricerca di figure professionali più qualificate incontra, nel 29% dei casi, difficoltà di reperimento e si associa a un più alto livello di istruzione richiesto. Le professioni più difficili da reperire in provincia nel periodo sono: specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche; tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione; progettisti e ingegneri.

Il 16,3% delle entrate a Bergamo riguarda laureati contro il 14% medio nazionale. «La crescente domanda di titoli di studio di livello universitario – spiega l’analisi – è imposta sia dal salto tecnologico che le imprese stanno affrontando, sia dalla necessità di recuperare il divario ancora presente nei livelli di istruzione formale dei dipendenti delle imprese di Bergamo. Oltre che all’innalzamento di competenze e skill elevate, bisogna prestare attenzione alla necessaria riqualificazione professionale degli organici attuali caratterizzati, soprattutto tra gli operai, da titoli di studio molto bassi».

Le entrate previste si concentreranno nel settore dei servizi (63%) e nelle imprese con meno di 50 dipendenti (61%). Il maggior numero di nuovi posti di lavoro nel trimestre sarà nei servizi alle persone (2.960), nel commercio (2.720), nell’area alloggio, ristorazione e servizi turistici (2.320) e nelle costruzioni (2.020). Il principale contratto previsto è quello a tempo determinato (45%), seguito dal contratto a tempo indeterminato (24%), dal contratto di somministrazione (16%) e dall’apprendistato (8%).

«Questi dati saranno sempre più comunicati durante gli incontri di orientamento proposti alle scuole secondarie di secondo grado che Bergamo Sviluppo realizza da ormai un ventennio – commenta il presidente della Camera di Commercio Paolo Malvestiti -. Rappresentano infatti uno spaccato aggiornato dei fabbisogni delle nostre imprese e possono quindi aiutare da un lato le scelte di studio dei ragazzi, dall’altro i programmi di lavoro dei docenti».