Bergamo, confronto aperto sulla Voluntary Disclosure

convegno voluntary2La stretta intorno ai paradisi fiscali, gli accordi incassati con Svizzera e Liechtenstein e il trattato, più recente, con il Principato di Monaco. Scrivi “cooperazione amministrativa tra Paesi”, leggi “contrasto all’evasione fiscale transazionale”. Su tutto questo hanno fatto il punto l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo e Ubi Banca, nel corso del convegno tenutosi il 23 marzo presso il Centro Congressi Giovanni XXII, a Bergamo.

Un incontro nato dal bisogno di approfondire tutti i contorni della Voluntary Disclosure, la legge di “pacificazione fiscale”, che permette ai contribuenti italiani di regolarizzare la propria posizione fiscale per le annualità pregresse sia con riguardo alle attività detenute all’estero che in Italia. Questione con la quale già numerosi commercialisti di Bergamo stanno avendo a che fare.

«Sottolineo il ruolo centrale che nella procedura di voluntary disclosure assume il commercialista in quanto trattasi, di fatto, di un accertamento fiscale la cui realizzazione è stata delegata al consulente. È un accertamento basato su dati autodichiarati e su cui poi l’amministrazione finanziaria effettuerà le opportune verifiche. Pertanto, è di fondamentale importanza che vi sia grande accuratezza nel ricostruire un quadro fedele e completo del comportamento complessivo del contribuente negli anni rilevanti ai fini della disclosure (e prudenzialmente ritengo sia sempre opportuno indagare oltre il quinquennio nel presupposto di un raddoppio dei termini). Molti clienti arrivano al primo colloquio informativo dichiarando che la propria posizione è assolutamente semplice. Nel corso del colloquio emergono invece sovente fatti che, se sottaciuti, potrebbero addirittura portare alla nullità della disclosure con effetti devastanti per il contribuente sia dal punto di vista penale che da quello sanzionatorio» – spiega il Alberto Carrara, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Bergamo.

La Voluntary, infatti, si presenta come un provvedimento realmente rivoluzionario: profondamente diverso dai precedenti condoni e scudi fiscali in quanto trova la sua genesi in un mutato contesto internazionale, segnato di fatto dal crollo del segreto bancario.

convengo voluntarySono intervenuti al convegno importanti relatori tra i quali l’on. Giovanni Sanga, componente della VI commissione Finanze e relatore della legge 186/2014, Renzo Parisotto, consulente del gruppo Ubi Banca e pubblicista e Paola Flora responsabile del servizio consulenza e compliance fiscale di Ubi Banca, Antonio Martino responsabile dell’Ufficio Centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali dell’Agenzia delle Entrate ma anche professionisti come Stefano Massarotto, Luca Rossi e Federico Pezzani.

Il convegno ha affrontato gli aspetti operativi nonché le criticità della norma, ivi compresi i riflessi in tema di antiriciclaggio, autoriciclaggio e penali, con particolare riferimento alle norme e ai contenuti della prima Circolare, numero 10\E, dell’Agenzia delle Entrate che con oltre 60 pagine ha contribuito a sciogliere alcuni dei tanti dubbi interpretativi. Con l’emanazione della circolare suddetta è entrata nel vivo la procedura di emersione e numerosi commercialisti bergamaschi stanno incontrando i propri clienti per effettuare le necessarie valutazioni.

«Le indicazioni della circolare sono state certamente utili per iniziare a lavorare su alcune domande di disclosure anche se rimangono da definire molti altri aspetti e vi è la necessità che in tempi brevi per non dire brevissimi venga dato seguito a questa prima circolare dell’Agenzia. La stabilità legislativa ed interpretativa sono infatti essenziali per poter fare un lavoro accurato e il successo di tale provvedimento dipenderà molto più da questi fattori che non dalla minaccia che la disclosure rappresenti l’ultima spiaggia per chi in anni passati non ha dichiarato. I tempi stanno diventando troppo stretti per poter rispettare la scadenza del 30 settembre: o in tempi brevissimi arrivano le modifiche legislative e gli ulteriori chiarimenti interpretativi dell’Agenzia oppure la scadenza dovrà essere prorogata” ha concluso Carrara, ribadendo che -“sono convinto che i commercialisti bergamaschi siano ben preparati e attrezzati per assolvere alle funzioni richieste e che l’obbligo di riservatezza, derivante dal segreto professionale, possa tutelare adeguatamente gli interessi dei contribuenti bergamaschi che potranno affidarsi ai propri professionisti di riferimento con fiducia, senza che pensare di recarsi in altre città per maggiormente tutelare le informazioni che li riguardano».

 

 




L’analisi / Su Montichiari, i veneti spiazzati dagli asset di Sacbo

Aeroporto_di_Brescia-MontichiariCos’è il know-how è qualcosa che ogni imprenditore e manager che si rispetti dovrebbe sapere. Così come quanto possa valere, e pesare, nella valutazione di un asset. La lunga trattativa per arrivare a un accordo sulla gestione dell’aeroporto di Montichiari, avviata dopo che l’a.d. veneziano Enrico Marchi ha preso praticamente il controllo della Catullo, sembrava aver messo al cospetto di SACBO un interlocutore concreto e determinato. Miro Radici ha creduto, e crede, che ci siano le condizioni per una joint-venture paritetica (mai e per nessuna ragione al di sotto del 50%), ma soprattutto conosce bene le regole del mercato. Il punto di forza di SACBO è rappresentato proprio da quel polo della logistica delle merci courier che da 40 anni è attestato sullo scalo bergamasco. Un attore di primo piano come DHL Express Italy, che ha sempre riconosciuto l’importanza della base a Orio al Serio e con il contratto in scadenza a dicembre 2016, non poteva starsene alla finestra in attesa che qualcuno a est sciogliesse il nodo al fazzoletto e ha ottenuto da SACBO le certezze per pianificare le proprie strategie operative, prolungando di due anni l’accordo contrattuale senza cambiare di una virgola le condizioni in essere.

Un atto formale, consumato tre settimane dopo la scadenza di una lettera d’intenti che impegnava gli interlocutori, Save e Catullo da una parte e SACBO dall’altra, fino al 28 febbraio scorso. Enrico Marchi è sembrato spostarsi dalla pista del Marco Polo al vicino velodromo di Portoguaro per un surplace prolungato che nulla di buono lasciava presagire. In gioco c’era la continuità dell’accordo tra SACBO e DHL Express Italy e i bergamaschi, in un mare di sirene pronte ad abbordare gli aerei a tinte gialle e rosse del vettore courier, hanno fatto ciò che aziendalmente era dovuto. E aggiungendo a chiare lettere di aver voluto salvaguardare il know-how e avvalersi delle condizioni ottimali per proseguire il percorso intrapreso con altri interlocutori. Che hanno reagito adducendo scorrettezza ma in realtà utilizzando il passaggio come pretesto per nascondere le proprie difficoltà a realizzare un piano comune con SACBO, forte del peso di un asset fondamentale.

di Flyng




Mosler: “I parametri di Maastricht hanno creato solo impoverimento e disoccupazione”

Warren Mosler, economista statunitense,  fondatore – con un’esperienza alle spalle di oltre trent’anni nel mondo della finanza – della Modern Money Theory, sfata i falsi miti dell’economia con cui siamo abituati a interpretare i fattori macroeconomici. La piena occupazione e la stabilità dei prezzi sono scelte esclusivamente politiche, alla portata di qualsiasi stato con sovranità monetaria, basta solo aumentare la spesa pubblica . I parametri di Maastricht che fissano un tetto al deficit degli stati membri hanno imbrigliato le nazioni dell’Eurozona e creato austerità e disoccupazione.

Il recente decreto salva-Roma, le polemiche sui fondi alle aree a statuto speciale e le difficoltà di bilancio dei Comuni di Napoli, Catania e Torino dimostrano che le differenti aree geografiche hanno trattamenti molto diversi da parte dello Stato. A pagare il conto però sono soprattutto Lombardia e Veneto, che – pur subendo pesantemente gli effetti della crisi – sono ancora quelle che permettono di pagare i conti delle altre Regioni. In questo momento di difficoltà è giusto mantenere lo stesso meccanismo di oggi, aiutando il Mezzogiorno e le altre zone disagiate, oppure bisogna favorire la locomotiva lombardo-veneta (anch’essa in difficoltà) in modo che riparta e possa tornare a trainare il Paese e la ripresa?

“Le tasse del Nord non aiutano il Sud e viceversa. E’ solo un giro di soldi nel medesimo contenitore, l’Italia, lontana dalla ripresa con la tassazione insostenibile di oggi. L’unica soluzione per raggiungere l’equità sociale e tasse e prezzi più bassi per tutti è quella di incrementare la spesa pubblica. Per premiare la produttività e l’efficienza di un’area rispetto all’altra si può modificare la spesa pubblica e bilanciare le tasse in ogni area geografica. Bisogna ritrattare i criteri di Maastricht innalzando il tetto del deficit all’8-8,5%”.

Qual è oggi la priorità per rilanciare imprese e lavoro: liberalizzare contratti di lavoro in entrata e in uscita?

“Bisogna partire dal presupposto che, in generale, alla imprese non piace assumere chi è disoccupato, specialmente dopo due o tre anni di assenza dal mercato del lavoro, anche se si è molto qualificati e si hanno competenze elevate. Una soluzione per favorire il reinserimento lavorativo può essere rappresentata dall’impiego di transizione. Questo tipo di impiego facilita la transizione dalla disoccupazione all’impiego nel settore privato, come è stato dimostrato laddove è stata messa in atto. La Banca Centrale Europea potrebbe finanziare un posto di lavoro di transizione per tutti coloro che siano a disposizione per quel lavoro con una retribuzione salariale minima stabilita”.

Un detto popolare afferma che il buongiorno si vede dal mattino. Ma ad oggi, mentre il governo ha dato il via libera all’aumento della Tasi, non si sente ancora parlare di taglio dei costi e delle spese inutili. Per quale ragione in Italia è tanto difficile tagliare le spese? La responsabilità va ricercata nella mancata volontà della classe politica o – per incapacità o mancanza di volontà – nei burocrati che scrivono leggi, decreti legge e decreti attuativi?

”Gli sprechi vanno sempre  eliminati, in modo  che queste risorse possano essere rimesse nell’economia. Con una maggior efficienza di gestione si può arrivare ad  abbassare le tasse. Ma questo non è sufficiente, serve incrementare il deficit italiano. Bisogna guardare al deficit come ad un’opportunità e non ad un limite: da sempre i Paesi che hanno un deficit pubblico elevato sono contraddistinti dalla maggior crescita. Visto che ai politici italiani piace tanto spendere  e spandere, non resta che aumentare la spesa pubblica per far tornare a girare l’economia. I parametri di Maastricht hanno creato solo impoverimento e disoccupazione.  Con la disoccupazione al 12,6% i tagli alle tasse efficaci per far ripartire l’economia dovrebbero arrivare a 100 miliardi di euro, ossia esattamente dieci volte tanto quello che si annuncia di voler fare”.




La lettera / Io, precario, mi chiedo se esiste ancora il diritto al lavoro

disoccupato“Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro e alla protezione contro la disoccupazione”; “Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro”; ”Ogni lavoratore ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente, che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un’esistenza conforme alla dignità umana”.

Era il 1978 e in procinto di cominciare il mio primo giorno di lavoro, mio padre mi lesse questi tre passi contenuti nella Dichiarazione dei Diritti Umani, approvata nel lontano 1948 dall’Assemblea delle Nazioni Unite, pregandomi di tenerli sempre a mente.

Sono passati trent’anni e ieri ho fatto la stessa cosa con mio figlio: gli ho letto gli stessi passi, chiedendogli di non dimenticare mai le parole appena ascoltate; alla fine mi ha detto “non preoccuparti”.

Sarà che sono invecchiato, ma è tutta sera che penso a quel “non preoccuparti”, che non ha il sapore del “non preoccuparti, me le ricorderò”, ma piuttosto del “non preoccuparti, adesso ci sono io a prendermi cura di te”.

Io ho 55 anni e sono da tempo un dipendente precario: l’ultima impresa per la quale ho lavorato, mi ha pagato l’ultimo stipendio “intero” due anni fa, poi ha cominciato a centellinarlo, un mese si, due mesi no, poi una piccola parte, una sorta di contentino quando facevo il mio malumore. E io intanto non ho mai smesso di presentarmi in ufficio con puntualità e non c’è stato giorno in cui abbia lavorato con meno impegno o con minore responsabilità, fidandomi delle parole del titolare “mi devono entrare dei soldi, poi vi pago” o “è questione di qualche giorno, massimo di un mese e saldo i miei debiti con voi”.

Poi un giorno è cominciata la trafila della cassa integrazione: prima ordinaria, poi straordinaria, un periodo tremendo pieno di confusione, di false speranze e di tante arrabbiature. Ho chiesto aiuto ai sindacati, per essere aiutato a difendere i miei interessi e per capire come muovermi senza fare passi falsi; ho pagato la “tessera” e almeno all’inizio sono stato preso in considerazione e la mia realtà fatta di diritti violati sembrava interessare a qualcuno; anzi mi sono state fatte anche delle promesse, che mi hanno galvanizzato, ma poi tutto è lentamente scemato e chi mi diceva “non preoccuparti, che risolviamo”, ha cominciato a dire “c’è poco da fare” perché nel frattempo la mia azienda ha dichiarato fallimento.

Oggi il tutto è in mano ad un legale e ancora una volta rimango in attesa: dietro a questo fallimento ci sono un mare di debiti non pagati e molti lavoratori (dipendenti, fornitori…) che insieme alle proprie famiglie sperano di riavere quello che spetta loro. Io cerco di essere positivo, ma francamente non so se riuscirò più a ricevere i ventimila euro di stipendi arretrati e il TFR di una vita di lavoro, di sacrifici e di impegno costante. Intanto il mio ex titolare ha aperto un’altra azienda, questa volta intestata a sua suocera e ha ripreso a lavorare come se niente fosse. Io continuo a credere che ogni individuo abbia diritto al lavoro, a delle condizioni soddisfacenti per potersi esprimersi nel migliore dei modi e ad una vita dignitosa, caratterizzata dal rispetto. Ma al tempo stesso ho il sospetto che siano concetti destinati a diventare pura teoria, perché concretamente non viene fatto nulla per migliorare lo stato delle cose e per fermare chi conduce una vita a scapito degli altri, cavalcando la filosofia del “mors tua vita mea”. Non sono pentito di aver letto a mio figlio qualche passo della Dichiarazione dei Diritti Umani, perché è con certi valori che desidero affronti la vita e perché esistono dei diritti a cui ogni essere umano deve potersi appellare per la sola ragione di essere al mondo. Alcune volte mi viene da pensare che documenti come la Dichiarazione dei Diritti Umani siano solo una pantomima, una sorta di grande rappresentazione scenica per rallegrare i cuori scontenti e portare conforto alle persone tristi, ma spero di sbagliarmi. Però a mio figlio non lo dico, mi spiacerebbe vivesse con questo sospetto.

Roberto, Bergamo




Prima Guerra mondiale, gli errori e gli equivoci

Trincea_alpina“Nel contesto delle celebrazioni per il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, nel 1915, i calendari delle manifestazioni, così come gli scaffali delle librerie, si stanno riempiendo di date e di titoli: si tratta, indubbiamente, di una grande occasione di studio e di riflessione sul primo conflitto mondiale, ma, purtroppo, si tratta anche di una formidabile ribalta per storici dell’ultima ora ed avventizi assortiti, che cercano di appendere il proprio cappello al chiodo della ricorrenza storica. Questo, oltre ad ingenerare un certo fastidio negli addetti ai lavori, rischia di creare negli appassionati e nel pubblico una specie di assuefazione, il cui portato peggiore sarebbe la tendenza a considerare sullo stesso piano tutti gli interventi e tutti i contributi. Manca, per dire in breve, un’organizzazione degli studi: è assente o latitante un’analisi sistematica e settoriale della prima guerra mondiale. Per questo motivo, l’associazione Alle Radici della Comunità ha deciso di affrontare questo intenso quadriennio con un approccio diverso: analitico ed ordinato cronologicamente. In questo quadro si colloca l’incontro con Giuseppe Parlato e Marco Cimmino, incentrato sulle dinamiche, gli equivoci, gli errori e le forzature che condussero un’Italia fondamentalmente neutralista ed ancora in larga parte triplicista nei suoi vertici politici a quella specie di colpo di stato in minore che fu il patto di Londra, anticamera del nostro ingresso nel conflitto al fianco dell’Intesa. L’appuntamento – intitolato “Subito prima del Diluvio: Gli errori, gli equivoci, i pregiudizi che portarono allo scoppio della Grande Guerra” – è fissato per il 27 marzo, alle 20,45, nella sede dell’Associazione Torquato Tasso, in via Tasso 7, a Bergamo. Le relazioni dei due storici, , partendo dal groviglio intricatissimo della cosiddetta “crisi di luglio”, che precipitò il mondo in guerra, ruoteranno intorno alla neutralità italiana, alla questione dell’interventismo e del neutralismo e ai molteplici inganni ed equivoci che maturarono in quei giorni concitati. Temi fondamentali, ma, forse per la loro stessa complessità, spesso trascurati tanto dalla manualistica quanto dalla divulgazione storica”.




Con l’Accademia un corso per cucinare a costi quasi zero

A Bergamo mercoledì 18 marzo arriva un minicorso che insegna a risparmiare in cucina senza rinunciare alla qualità.
Si intitola “La cucina a costo ‘quasi’ zero” e l’ha pensato Ascom Formazione.
Si tratta di un laboratorio di ricette e consigli che permette di apprendere le tecniche di recupero e di lavorazione di ciò che normalmente, in cucina, viene considerato “scarto”: bucce di verdure, bucce di frutta, lische di pesce, croste di formaggio: per una cucina che nobilita gli avanzi. Nel corso della serata si parlerà di cucina sostenibile e di tecniche di lavorazione dei prodotti, e, ovviamente, verranno illustrate le preparazioni delle ricette. Al termine ci sarà una degustazione. Il corso si terrà dalle ore 20 alle 23, all’Accademia del Gusto di Osio Sotto (piazzetta Gandossi 1), con la docenza dello chef Fabio Potenzano.
Informazioni e prenotazioni a: Ascom Formazione, tel. 035 41.85.706/707/725/712 o info@ascomformazione.it.




Movida nel Borgo. Gli esercenti: «Con la repressione non si risolvono i problemi»

Movida Borgo S caterinaLa multa ricevuta nei giorni scorsi da sei locali di Borgo Santa Caterina per non aver adottato idonee misure affinché all’uscita del locale i frequentatori turbassero la quiete pubblica, sta mandando su tutte le furie i gestori. Le sanzioni-fotocopia emesse tra l’altro allo stesso orario, allo scoccare della mezzanotte, del 27 febbraio, tolgono il sonno agli esercenti, che si sentono vittime di un vero e proprio incubo. «La polizia municipale ci sanziona senza indicare cosa dovremmo fare in più di quello che facciamo per limitare i disagi, dalla pulizia al controllo delle strade, dai cartelli per promuovere comportamenti corretti alle azioni per sensibilizzare la clientela- questo, in estrema sintesi, il comune pensiero degli esercenti, tutti ragazzi di poco più di vent’anni-. Spiace sentire i soliti slogan per favorire l’imprenditorialità giovanile, quando in realtà sembra che ci si mettano solo i bastoni tra le ruote». Luca Rebuzzi, dal 2009 gestore del Reef Cafè di Borgo Santa Caterina, a soli 29 anni è il più “vecchio” dei gestori dei locali serali nella via. «In quattro anni ho sempre cercato un dialogo con l’amministrazione. Per sei mesi l’ anno scorso abbiamo limitato gli orari, chiudendo in settimana all’1.30 anche se la legge ci consentirebbe di tenere aperto anche tutta la notte.  Abbiamo investito nei servizi per la sicurezza della via, pagando buttafuori, utilizzando bicchieri di plastica e mettendo in campo azioni di sensibilizzazione rivolte alla clientela. E questa è la risposta dell’attuale amministrazione, che cerchiamo di incontrare senza esito da diversi mesi«  Limiti e sanzioni pesano sulle tasche degli esercenti: «Tra mancati incassi legati a coprifuoco ed altre limitazioni, costo del buttafuori (che da solo incide 10 mila euro l’anno) e sanzioni ho perso, conti alla mano freschi di controllo contabile, 50 mila euro.

luca rebuzziNessuno mi rida’ indietro questi soldi nonostante io rispetti la legge e le normative vigenti. È’ stato trovato in questi anni il compromesso dell’orario di apertura fino alle due di notte e, oltre all’auto limitazione dell’orario, da parte nostra c’è sempre stato il massimo impegno per evitare che certe situazioni degenerassero. E ora, su invito del vicesindaco Sergio Gandi, dobbiamo anche considerare le spese per gli avvocati, dato che ci ha invitato a fare ricorso tramite legali». La risposta dell’amministrazione è andata di traverso ai gestori: «Speravamo di instaurare un dialogo come fatto con la precedente amministrazione, ma se questa è la risposta e non ci sono alternative a repressione e sanzioni, sembra che non ci siano altre scelte se non il ricorso, ultimo baluardo di difesa delle nostre istanze. Il punto è che noi siamo i primi a non volere che il Borgo degeneri e abbiamo fatto di tutto per cercare di evitare situazioni spiacevoli, anche perché capiamo le esigenze dei residenti nella via». Una soluzione deve essere comunque trovata a breve: il 14 gennaio il Tar di Brescia fissò una scadenza di cento giorni per arrivare ad una soluzione: «Il tempo stringe. Sono già passati quasi 70 giorni e il Comune non solo non ha cercato un dialogo, ma non ha ancora risposto alle nostre richieste di incontro. Nessuno vuole uno scontro, ma è evidente che la questione vada affrontata e non rinviata».




Sacbo, Dhl prolunga l’accordo fino al 2018

DHLSacbo e Dhl Express Italy hanno rinnovato l’accordo di collaborazione, in scadenza a dicembre 2016, prolungandolo di ulteriori due anni.

La volontà reciproca di estendere il rapporto contrattuale conferma il legame esistente tra il vettore courier e il gestore aeroportuale e rafforza l’intesa, anche e soprattutto in vista del maturare di nuovi e diversi scenari operativi. Il nuovo accordo consolida il valore dell’Aeroporto di Bergamo come polo logistico, salvaguardandone il know-how, e pone le premesse per sviluppare e condividere le future strategie comuni.

La continuità contrattuale con Dhl Express Italy consente a Sacbo di avvalersi delle condizioni ottimali per proseguire il percorso intrapreso con altri interlocutori con l’obiettivo di pianificare le strategie di lungo periodo nel settore del trasporto delle merci aeree.




Seriate, inaugurato il nuovo reparto dialisi

Mail05Tx0057“Nuovi spazi, ambiente confortevole e tecnologie d’avanguardia, credo che la Nefrologia dell’ospedale Bolognini di Seriate sia un altro esempio di eccellenza sanitaria lombarda e di un’attenzione sempre più grande nei confronti dei cittadini”. Lo ha detto il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani nel corso dell’inaugurazione dei nuovi spazi per l’attività di dialisi dell’ospedale Bolognini di Seriate. La sede, ora situata al secondo piano dell’edificio E, può contare di 10 posti letto presso il reparto di degenza e 10 posti tecnici per attività di dialisi ambulatoriale. La dialisi al Bolognini di Seriate deriva da una sperimentazione gestionale pubblico-privato. La struttura eroga attualmente (dati 2014) prestazioni dialisi in regime ambulatoriale per circa 7milioni di euro e prestazioni in ricovero per oltre 1 milione. Mail05Tx0054“Il sistema sanitario lombardo – ha sottolineato l’assessore Mantovani – nella continua ricerca di modalità innovative di cura, ha messo in campo negli anni forme di sperimentazione pubblico-privato capaci di offrire realtà d’avanguardia. Si tratta di un modello che costituisce una grande opportunità e risorsa quando, come avviene in questo caso, c’è una collaborazione positiva e una ripartizione equa tra diritti e doveri”.




Istituto Mario Negri, medici a lezione di social network

Istituto-Mario-NegriIl Laboratorio di Informatica Medica del Dipartimento di Epidemiologia dell’Irccs, Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” di Milano, propone nuovi corsi sull’uso di Internet in ambito medico, con particolare riferimento all’uso delle nuove tecnologie del web 2.0 e dei social media (Facebook, Twitter, SlideShare e molti altri), all’impiego delle app per smartphone e tablets, a quello di database entrati ormai a far parte degli strumenti di lavoro del medico e dell’operatore sanitario come PubMed/Medline. Da quest’anno, parte anche un nuovo corso riguardante l’uso dei social media e delle apps per la comunicazione e la promozione della salute. I corsi sono previsti nelle seguenti giornate: il 19 maggio – PubMed e la ricerca bibliografica (Corso aggiornato) scarica il programma , il 20 maggio – Web 2.0, social media e apps per l’aggiornamento del medico e dell’operatore sanitario (corso aggiornato) ; il 21 maggio – Social network, social media e apps per la comunicazione e la promozione della salute (nuovo corso). I corsi, tenuti alla sede di Milano dell’Istituto “Mario Negri”, saranno realizzati attraverso una didattica interattiva che prevede il coinvolgimento diretto dei partecipanti e l’impiego di una aula multimediale dotata di nume rose postazioni Internet. Il Laboratorio di Informatica Medica del Dipartimento di Epidemiologia dell’Irccs propone nuovi corsi sull’uso di Internet in ambito medico, con particolare riferimento all’uso delle nuove tecnologie del web 2.0 e dei social media, all’impiego delle apps per smartphone e tablets, a quello di database entrati ormai a far parte degli strumenti di lavoro del medico e dell’operatore sanitario come PubMed/Medline.Da quest’anno, parte anche un nuovo corso riguardante l’uso dei social media e delle apps per la comunicazione e la promozione della salute. I corsi sono previsti nelle seguenti giornate: 4 novembre 2014 – PubMed e la ricerca bibliografica (corso aggiornato). 11 novembre 2014 – Web 2.0, social media e apps per l’aggiornamento del medico e dell’operatore sanitario (corso aggiornato), 19 novembre 2014 – Social network, social media e apps per la comunicazione e la promozione della salute (nuovo corso). I corsi, alla sede di Milano dell’Istituto “Mario Negri”, saranno realizzati attraverso una didattica interattiva che prevede il coinvolgimento diretto dei partecipanti e l’impiego di una aula multimediale dotata di numerose postazioni Internet.