Libri e vino, quattro serate con gli autori

Pieghevole ottobre letterario 2015È dedicata al vino la seconda edizione dell’Ottobre letterario, rassegna di autori e libri organizzata dal Comune di Scanzorosciate. È in programma per quattro venerdì e riunisce firme che hanno saputo unire alla conoscenza del mondo vitivinicolo la capacità di scriverne sia nella forma del saggio che in quella del romanzo. Si tratta di alcune tra la personalità più blasonate in questo campo: Gian Arturo Rota, Daniele Cernilli, Giovanni Negri e Camilla Baresani.

Il programma

venerdì 2 ottobre

Gian Arturo Rota parla di Luigi Veronelli presentando il libro “Luigi Veronelli” (Giunti)

venerdì 9 ottobre

Daniele Cernilli racconta il mondo dei grandi produttori vinicoli italiani e propone la sua personale selezione dei migliori vini presentando il libro “I racconti (e i consigli) di Doctor Wine” (Einaudi)

venerdì 23 ottobre

Giovanni Negri sceglie la forma del romanzo per narrare il mondo del vino e dei cospicui interessi che gli ruotano intorno presentando il libro “Il sangue di Montalcino” (Einaudi)

venerdì 30 ottobre

Camilla Baresani propone un insolito abbinamento fra brevi racconti incentrati sul tema dell’incontro sentimentale e il vino che li ha accompagnati presentando il libro “Vini, amori” (Bompiani editore);

In più, venerdì 16 ottobre, il vicepresidente del Consorzio di Tutela parlerà del Moscato di Scanzo, delle sue caratteristiche e di quelle del territorio dove viene prodotto.

Tutte le serate si svolgono nella sala consiliare del municipio di Scanzorosciate, con inizio alle 20.45. L’ingresso è libero.




Scanzo, nel Salotto del Moscato ogni sabato si incontra un produttore

cipresso a salotto moscato scanzoIl Salotto del Moscato – Enoteca Consortile è la nuova sede del Moscato di Scanzo, che trova dimora nella villa Galimberti al civico 36/38 di via F. M. Colleoni, nel cuore del centro storico di Scanzo.

Ospita sia il Consorzio Tutela del Moscato di Scanzo sia l’Associazione Strada del Moscato di Scanzo e dei sapori scanzesi e vuole essere un luogo capace di far immergere nella cultura del vino. È aperto dal martedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e il sabato dalle 9 alla 12.30 e dalle 15 alle 19.

Ogni sabato fino al 19 dicembre propone l’iniziativa il “Sabato del produttore”, che dà la possibilità di incontrare ogni volta un’azienda diversa del territorio e degustare Moscato di Scanzo di una specifica etichetta accompagnato con stuzzichini e abbinamenti. Il “Sabato del produttore” è ad ingresso libero e non è necessaria alcuna prenotazione.

Per informazioni: http://enotecamoscatodiscanzo.com/




A Solto Collina lo show cooking è “fiorito”

camomilla

Lo show cooking sale in collina. Domenica 4 ottobre ad Esmate di Solto Collina dalle ore 14.30 la Proloco di Solto Collina e l’Azienda Agricola L’Asino del lago, in via Cerrete 6/A, propongono una mini rassegna dedicata ai fiori, alle erbe e alla cucina della salute con presentazione delle erbe e indicazioni di come possono essere usate in cucina, laboratorio dimostrativo per la preparazione di pane alla calendula e laboratorio per bambini, che prepareranno dolcetti menta e cioccolato e biscotti glassati ai fiori. Si imparerà anche a scegliere l’infuso adatto al dessert degustando le diverse proposte.

In caso di maltempo la rassegna verrà proposta alla sede della Pro Loco. Per informazioni: Proloco La Collina 3480811402 – Az. Agricola Asino del Lago 3471492726.




Il risotto scende in piazza, a Milano dieci giorni di degustazioni

risotto-alla-milanese-ossobuco-e-gremolata-di-panettoneUna festa per celebrare il re indiscusso della cucina milanese: il risotto preparato secondo la tradizione meneghina, simbolo dell’eccellenza culinaria e dell’importanza del territorio agricolo metropolitano. È la manifestazione organizzata dal Distretto rurale “Riso e rane” e dal Distretto agricolo milanese (Dam), in collaborazione con il Comune di Milano e la Regione Lombardia. Per promuovere e valorizzare il riso prodotto dai due distretti, nelle storiche varietà italiane Carnaroli ed Arborio, dal 1° al 6 ottobre saranno organizzate degustazioni di risotti in Piazza Argentina e in Piazza XXV Aprile: in questi luoghi – sia a mezzogiorno sia alla sera, dalle 12 alle 14 e dalle 19.30 alle 22 – saranno presenti gli chef di alcuni importanti ristoranti cittadini, che prepareranno le loro migliori ricette a tema. Inoltre, da venerdì 25 settembre, si svolgeranno incontri e convegni per favorire la conoscenza del riso e la sua importanza per lo sviluppo e la tutela ambientale del territorio milanese, presso l’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele e la Sala del Grechetto alla Biblioteca Sormani. “Si tratta di un’occasione importante per raccontare e gustare un’eccellenza gastronomica che rappresenta il simbolo di Milano e della Milanesità in cucina, una ricchezza in grado non solo di attirare turisti e contribuire a rendere la città famosa nel mondo, ma anche di tutelarne il paesaggio e il territorio agricolo” ha affermato l’assessore al Commercio, Franco D’Alfonso. “Organizzate dai Distretti milanesi, queste giornate dedicate ai convegni e alle risottate in piazza ci consentono di ricordare come il riso non sia solo l’ingrediente del più tipico piatto milanese, ma anche la coltivazione più diffusa nel nostro territorio che, grazie alle proprie peculiarità pedoclimatiche, produce un riso di rara eccellenza ed ha consentito di selezionarne una qualità molto pregiata come il Carnaroli” hanno sottolineato i presidenti del “Distretto Riso e rane”, Francesco Galimberti, e del Distretto Dam, Andrea Falappi. “Lo scopo di proporlo alla cittadinanza con questa iniziativa nasce dal desiderio di sottolineare la preziosità di questa tradizione culinaria anche in una città che sta diventando cosmopolita”.




Panettone Day, 6 finalisti bergamaschi pronti alla sfida del gusto

panettoneIl panettone bergamasco rivendica il proprio valore per la finale  del concorso “Panettone Day” organizzato da Braims, che da oltre quarant’anni promuove con passione e dedizione l’eccellenza della pasticceria artigianale italiana,  in partnership con Novacart e in collaborazione con l’Accademia dei Maestri Pasticceri Italiani e con il Gambero Rosso. Ben 6 finalisti su 25 provengono dalla nostra provincia e sono pronti alla sfida di fronte ad un giudice prestigioso e altrettanto inflessibile come Iginio Massari, in programma  il 19 settembre a Milano, al Palazzo delle Stelline in corso Magenta. Il Panettone Day è organizzato all’interno della manifestazione Sweety of Milano, importante evento gourmet aperto al pubblico, che vedrà come protagonisti alcuni tra i nomi più noti della pasticceria  italiana e che gode del patrocinio di Expo. Questi i nomi dei sei finalisti bergamaschi: “Bontà del Grano” di Scanzorosciate; “Croissanteria La Rocca” di Cologno al Serio; “Fratelli Marchesi” di Bergamo; “Panificio Artigianale F.lli Gamba” di Bergamo; “Pasticceria Adriano” di Seriate ; “Voglia di Pane” di Nembro.




Al Carroponte spegne la prima candelina. Il 15 settembre grande evento aperto a tutti

Al carroponteE’ festa Al Carroponte! Il ristorante eno-bistrot di via De Amicis 4, a Bergamo, spegne la prima candelina e annuncia un grande evento, aperto a tutti. L’appuntamento è per il prossimo 15 settembre. “Quella che dodici mesi fa era per noi un’ambiziosa scommessa – ammette il sommelier Oscar Mazzoleni, ideatore e guida del locale – oggi è una splendida realtà che ci regala infinite soddisfazioni. Il merito di questo successo lo devo ai clienti, allo staff e anche alla famiglia. Ecco perché ho voluto condividere con tutti questo primo traguardo”.

Martedì, dalle 19, porte aperte quindi, con l’occasione di degustare i vini di grandi produttori come Berlucchi, Ferghettina, Derbusco Cives, Colline di Sopra, Feudi San Gregorio, Conte Vistarino, Castello delle Regine e Tenuta Vinea. Tutti i produttori saranno presenti e disponibili a raccontare i loro grandi vini. Spazio anche agli amanti della birra, con lo storico birrificio Angelo Poretti. Non mancheranno inoltre i patanegra de La Fenice di Grassobbio, fedele fornitore fin dall’apertura, oltre agli ormai famosi finger food, simboli dell’anima bistrot di Al Carroponte. Infine, per concludere i festeggiamenti, alle 21.30 verrà spenta la prima candelina con relativo taglio della torta e brindisi collettivo. “Sarà l’occasione – annota Mazzoleni – per rivederci, per stare insieme, per fare festa e per ringraziare tutti del consenso ricevuto in questo primo anno”.




Bottura a Bergamo, la cena è sold out. Ma ecco cosa cucinerà

Il ricordo di un panino alla mortadella
Il ricordo di un panino alla mortadella

I posti a disposizione sono saliti a 72, ma già da diverse settimane è comunque sold out la cena a tre stelle Michelin che Massimo Bottura servirà al Balzer mercoledì 2 settembre, primo appuntamento del poker di grandi della cucina portato nel centro di Bergamo dalla speciale edizione di GourmArte realizzata in occasione dell’Expo.

Chi non ci sarà all’esclusivo convivio si può accontentare (si fa per dire) di sapere cosa proporrà il modenese patron dell’Osteria Francescana, incoronata a giugno secondo miglior ristorante al mondo dalla classifica The World’s 50 Best Restaurants.

Ebbene, saranno alcuni dei suoi piatti più emblematici e conosciuti, chiara espressione di quella tradizione sublimata che condensa in un boccone storia gastronomica e prodotti di eccellenza del suo territorio. Nell’ordine sfileranno “Il ricordo di un panino alla mortadella”, “La parte croccante della lasagna”, “Il compromesso storico” ossia i tortellini che riassumono le diverse modalità di preparazione lungo la via Emilia, “Beautiful spin painted veal not flame grilled” cioè il filetto di vitello che sembra grigliato ma non lo è, “Caesar in bloom” e “Oooops mi è caduta la crostatina al limone”.

Ma si potrà conoscere Bottura anche nel corso dell’incontro alla Domus Bergamo, dove dalle 18 racconterà la propria carriera venticinquennale e la propria filosofia, ripercorse nel suo libro “Vieni in Italia con me”, e si cimenterà nella preparazione di un piatto con un prodotto bergamasco tra quelli a marchio “Bergamo città dei Mille…sapori”. Al termine dello show cooking gratuito, nel Ristolab della Domus Bergamo Wine sarà possibile gustare (costo 10 euro) un aperitivo accompagnato dal vino Brut Classico Millesimato 2011 Terre del Colleoni doc Villa Domizia. (Per prenotazioni: info@alta-qualità.it).

GourmArte Special Edition è un evento Promoberg in collaborazione con Balzer, Domus Bergamo Wine e Multimedia, con partner: Camera di Commercio di Bergamo, Ascom di Bergamo, Ente Bilaterale Commercio e Servizi di Bergamo, Ente Bilaterale Alberghiero e dei Pubblici Esercizi di Bergamo, Comune di Bergamo, Alta Qualità, Associazione culturale Sìgnum.

Il 21 settembre sarà la volta di Pino Cuttaia, chef siciliano del ristorante La Madia di Agrigento, anch’egli in vista del tutto esaurito. Nonostante manchino ancora alcune settimane, c’è grande interesse pure per Annie Féolde e i suoi chef dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze (il 5 ottobre) e per Gennaro Esposito della Torre del Saracino di Vico Equense, Napoli (il 12 ottobre). La chiusura sarà affidata ai tristellati fratelli Cerea venerdì 6 novembre in un evento alla Cantalupa Ristorante Da Vittorio a Brusaporto.

Per info e prenotazioni Balzer: tel. 035 23.40.83 – info@balzer.it

Per info, prenotazioni aperitivo: www.domusbergamo.it




Filippa Lagerback: “Non vedo l’ora di provare il Moscato di Scanzo”

Negli anni 90 è diventata famosa in Italia per lo spot tv di una famosa birra e da quel momento la sua carriera non si è più fermata: moda, pubblicità e televisione hanno caratterizzato la sua vita, complice una bellezza fiera e un sorriso che non lascia indifferenti. È Filippa Lagerback, svedese di origine, ma ormai italiana per scelta (qui ha trovato lavoro, amore e famiglia), che sarà l’ospite d’onore venerdì 4 settembre alla 10° edizione della Festa del Moscato di Scanzo. «Conosco Bergamo abbastanza bene – racconta a La Rassegna.it. – L’ho visitata più volte, perché ho degli amici che abitano in città e poi perché adoro la tradizione culinaria bergamasca. Sono sempre molto curiosa di scoprire nuovi piatti e ricette particolari e poi ritengo importante la convivialità della tavola, perché unisce ed aggrega le persone. E ovviamente non deve mai mancare un buon bicchiere di vino, per rendere completi i piatti e più piacevole lo stare insieme».

E al riguardo aggiunge: «Ho un buonissimo rapporto con il vino, mi piace berlo a tavola e mi piace scoprirlo. L’Italia è ricca di un’importante tradizione vinicola e ci sono molti addetti del settore, che lavorano con passione e sacrificio per realizzare un prodotto eccellente. Quando riesco, visito le cantine “minori” quelle del produttore piccolo e non famoso e scopro sempre che la qualità è invece al massimo livello».

Cosa apprezza dei vini italiani?

«Offrono una qualità molto buona ad un prezzo ragionevole e sono eccellenti “foodwines”, cioè perfetti negli abbinamenti a tavola. E poi la scelta è ampia e tale varietà rende il panorama enologico italiano davvero interessante».

C’è un vino che preferisce?

«In realtà non ne ho uno preferito, perché come ho detto, mi piace sperimentare; se posso scegliere, opto per un vino bianco fermo, ma dipende dal contesto e da cosa sto mangiando: alle volte un buon bicchiere di vino rosso diventa la ciliegina sulla torta per un primo piatto gustoso o per certi antipasti. Sono anche molto curiosa di assaggiare il Moscato di Scanzo, che mi hanno detto essere vellutato e corposo con un gusto equilibrato e moderatamente dolce. Perfetti quindi da abbinare a formaggi erborinati, a pasticceria secca e a certi tipi di cioccolati fondenti».

In Svezia che vini si bevono?

«Dopo un dominio di anni che ha visto protagonisti i vini provenienti dal Sudafrica, oggi sono gli italiani a farla da padrone; i vini preferiti sono quelli con un alto residuo zuccherino come l’Amarone e lo Zinfandel; al tempo stesso sono molto apprezzati anche i vini spumanti come il Metodo Classico ed il Prosecco. Forse non tutti lo sanno, ma il governo svedese detiene il monopolio sulle vendite al dettaglio del vino e delle bevande alcoliche in generale; ciò significa che le vendite al cittadino sono effettuate attraverso l’azienda di proprietà statale Systembolaget che ha più di 410 punti vendita nell’intera nazione. Considerato che non esiste concorrenza, il vino venduto è sempre di buona qualità e senza massimizzazione del profitto. Per qualcuno può sembrare una “forzatura”, in realtà è un modo per tutelare la salute delle persone e per creare una buona cultura del bere, evitando il commercio di prodotti scadenti e di bassa qualità».

Considerato che è una mamma e una donna che lavora molto, come riesce a conciliare famiglia e lavoro?

«È difficile, ma per quanto mi riguarda molto facile: ho scelto di mettere al primo posto famiglia e ciò significa che in passato ho rinunciato a proposte interessanti perché mi portavano lontano da loro. È fondamentale stare accanto ai figli, dedicare loro tutto il tempo che si ha a disposizione, ascoltarli ed aiutarli a crescere, anche se ciò richiede dei sacrifici e delle rinunce nel campo professionale. Ma sono anche fortunata: il mio compagno mi aiuta molto e il lavoro di squadra fa sempre la differenza, sia che si faccia parte del mondo dello spettacolo sia che si lavori in ufficio. Lo diceva anche Gothe, “è necessario unirsi, non per stare uniti, ma per fare qualcosa di bello e importante insieme”».

 




Angurie quadrate, la Regione in campo per “difenderle” dai giapponesi

Anguria_quadrata01Scoperto che in Giappone è nato un Consorzio di produttori di angurie “quadrate”, l’inventore del cocomero a forma di cubo o di parallelepipedo, Franco Feroldi, cremonese di Vicobellignano, è tornato alla carica per chiedere che la sua idea venga tutelata, lamentando complicazioni burocratiche per ottenere il brevetto e rilanciando l’idea di consorziare più produttori della zona.

Feroldi ha raccontato più volte l’origine della sua idea e il clamore mediatico suscitato dal primo raccolto nel ‘97, che lo spinse presentare domanda di brevetto. “Ma poi tutto tacque e io continuai con lo sviluppo della mia tecnica”. “Nell’estate 2001, però, i giapponesi mostrarono delle angurie quadrate e le spacciarono per una loro invenzione. Mi resi conto che la domanda di brevetto che a me era stata rifiutata nel 2000 con la dicitura testuale: “Mancanza di attività inventiva” (!), altrove invece non era andata cestinata. Non mi sono perso d’animo e ancora una volta ho continuato da solo e con pochi, anzi pochissimi mezzi, migliorando sempre di più la tecnica e il prodotto. Nel 2007 ho deciso di legare la mia idea al territorio che lo ha prodotto. Da qui il lavoro per rendere Casalmaggiore zona di produzione di angurie poliformi. Ma non è cosa facile”.

L’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava ha raccolto l’invito: “Non posso che dargli ragione. Ricordo bene la nascita delle angurie quadrate, nella seconda metà degli anni Novanta, e mi impegno a fare in modo che la sua idea venga tutelata”. L’assessore si è reso disponibile a incontrare Feroldi già la prossima settimana, per “cercare di capire cosa fare per aiutarlo e in quale sede è possibile proteggere l’origine delle angurie quadrate. In questa Europa è sempre più difficile tutelare l’ingegno e la proprietà intellettuale, con il rischio che le multinazionali o imprenditori di Paesi terzi impongano i loro prodotti, nell’indifferenza dell’Unione europea”.




Un birrificio artigianale su due ha saturato la capacità produttiva

birre artigianaliSi afferma sempre più sul mercato la birra artigianale con i produttori che crescono sia per fatturato (oltre il 60% dei birrifici guadagna tra i 100 mila e gli 800 mila Euro) che per dimensioni (oltre il 51% si avvale di personale a tempo indeterminato), e volumi di birra prodotti, ossia 445 mila hl in media in un anno sul territorio nazionale (pari al 3,3% degli hl totali di birra prodotti in Italia, + 2,2% rispetto al 2011).

Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto di ricerca commissionato da Unionbirrai allo staff di Altis (Alta Scuola Impresa e Società) dell’Università Cattolica di Milano, presentato al Parco della biodiversità di Expo. “Le stime, ricavate da un campione di 63 imprese – microbirrifici, brew pub e beer firm – interpellate via mail o ‘vis a vis’ durante eventi fieristici tra maggio e giugno 2015, rivelano impennate di numeri sui rispettivi fronti produttivo e qualitativo – spiega il rapporto -. Il questionario (33 domande divise per caratteristiche, dimensioni commerciali, rapporti con le banche, scelte di produzione) disegna una situazione di salute generale di questo segmento del mercato dovuta alla crescita significativa dell’indotto, dei consumi rispetto alle birre industriali, dell’export, del numero di Festival e concorsi dedicati, e al sempre più alto livello di qualità del prodotto”.

“Il trend di crescita costante, +18,3% rispetto al 2011, anno del primo report Altis, si evince dai dati relativi al grado di saturazione della capacità produttiva. Rispetto alle edizioni precedenti il questionario del 2015 ipotizza in partenza un aumento considerevole della produttività e mira diretto a conoscerne il livello. I risultati sono all’altezza delle aspettative, quasi 1 birrificio su 2 (46,9%) ha dichiarato di aver saturato la capacità produttiva e di essere dunque vincolato a nuovi investimenti. Gli importanti margini di crescita si devono in via generale al raggiungimento di una maggiore efficienza in fase produttiva e ad un’effettiva capacità di collocare volumi più ampi sul mercato”, spiega ancora l’indagine che rileva come “il settore si fa concorrenziale, i produttori, siano essi microbirrifici, brew pub (produttori con mescita diretta in loco) o beer firm (con impianti presso terzi) dimostrano di poter espandere la propria quota di mercato sullo scenario nazionale. Ne è un effetto il dato osservato sulle dimensioni dei soggetti intervistati – spiega ancora l’indagine -: quelle che erano start up solo tre anni fa sono oggi in grado di avere persona le dipendente oltre che un fatturato medio (valutato in capo ai soli microbirrifici) di oltre 100 mila euro. Nei report 2011 e 2013 oltre 1 birrificio su 2 (57,7% nel 2013 e 54,3% nel 2011) non disponeva di addetti, ricorrendo esclusivamente al lavoro dei soci di capitale; nel 2015 si assiste ad una inversione di tendenza, cala infatti la percentuale di birrifici che possono fare a meno di personale (sono circa il 49%) mentre aumenta quella che favorisce l’occupazione, apre le porte al praticantato e soprattutto non licenzia (4 imprese su 5)”. “Cresce mediamente anche il giro di affari – rileva infine il rapporto -, che va dai 100mila agli 800mila euro per il 62,8% dei (micro) birrifici, +23,4% rispetto al 2011. Anzi, tocca l’11,6% la quota di micro birrifici con fatturato intorno al milione di euro”.