VisitBergamo è in finale al Digital Award. Si vota online per la vittoria

visit bergamoVisitBergamo è in finale al “Digital Award – Il coraggio di innovare”, il premio indetto da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Meet The Media Guru e riservato ai migliori progetti del settore del turismo e dell’attrattività che abbiano scelto il digitale come strategia vincente. VisitBergamo è in gara con il progetto del Marketing Diretto, iniziativa realizzata in collaborazione  con le strutture ricettive e di ristorazione del territorio che permette di inviare agli ospiti newsletter personalizzate. Per vincere il premio è necessario che il progetto incassi il maggior numero di voti, che vengono raccolti fino al 25 novembre sul sito www.ilcoraggiodinnovare.it. Il vincitore sarà proclamato il 1° dicembre. Il progetto offre la possibilità, a chi arriva a Bergamo, di essere informato in tempo reale su eventi, iniziative, mostre, concerti, così da organizzare al meglio il proprio soggiorno.

VisitBergamo mette a disposizione di tutti gli albergatori e commercianti un sistema automatizzato e sempre aggiornato in grado di inviare quotidianamente, per conto di ogni struttura aderente, e-mail personalizzate agli ospiti in arrivo selezionando per loro tutte le attività “da non perdere” in corrispondenza delle date di check-in e check-out. Agli operatori viene richiesto di aggiornare il database dei propri clienti con liste che rimangono totalmente protette e separate tra loro, per il rispetto della privacy. Grazie a questo sofisticato sistema sviluppato in sinergia con il partener tecnologico NT Next, ogni giorno VisitBergamo individua quali sono gli ospiti che arriveranno da lì a 3 giorni e invia a ognuno di loro e-mail personalizzate intestate con loghi e grafica della struttura ricettiva che li ospiterà. I vantaggi di questa iniziativa sono molteplici: le strutture del territorio possono coltivare un rapporto one-to-one con i turisti, fidelizzandoli e valorizzandone offerte e promozioni; i clienti si sentono coccolati e facilitati nel pianificare il soggiorno, senza dover cercare da soli le informazioni necessarie. Marketing Diretto è un progetto che racconta del legame tra Visit Bergamo e gli operatori del settore che hanno creduto nell’innovazione e lo hanno reso possibile ed è completamente gratuito per chi vuole aderire.




Valorizzare il Sebino, a Lovere una guida alle buone pratiche




Teatro Sociale e Palazzo della Ragione si aprono al turismo

Teatro Sociale_ridIl recupero e l’apertura al pubblico del foyer del Teatro Sociale con la creazione di un nuovo infopoint turistico; l’apertura del Palazzo della Ragione per mostre e iniziative; lo sviluppo di un piano di comunicazione e promozione coordinato di Bergamo e del territorio provinciale attraverso VisitBergamo: sono gli interventi previsti dal progetto “Bergamo a porte aperte”, per la cui realizzazione questa mattina hanno firmato la lettera d’intenti l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Mauro Parolini e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.

Il progetto, nato dal bando di Regione Lombardia “Capitali d’Arte – Cult City”, prevede un investimento complessivo di 1.423.764 euro, finanziato in parti uguali da Regione e Comune.

«Cult City è una delle iniziative più importanti tra quelle che abbiamo promosso in quest’anno dedicato interamente al turismo in Lombardia – ha sottolineato Parolini -. L’obiettivo comune è valorizzare l’offerta turistica esperienziale legata alle nostre città d’arte in sinergia con i Comuni». « Con questo progetto abbiamo voluto spingere sull’acceleratore e mettere le ali al dinamismo e alla creatività delle città – ha aggiunto -, favorendo l’aggregazione tra pubblico e privato e l’integrazione tra tutti i settori che ne definiscono l’attrattività in modo da affermarle come un prodotto turistico di punta e farle diventare “Cult City”». E “Bergamo a porte aperte” «mette a sistema la bellezza, le potenzialità e tutti gli elementi che contraddistinguono l’attrattività della città rendendola realmente più aperta e visibile sul mercato turistico».

L’avvio dei lavori è previsto nella prossima primavera, la conclusione a settembre con la previsione quindi che nel 2017 Città alta abbia il suo nuovo punto di informazione turistica.




Ardesio, anche Sgarbi al convegno su cibo e promozione del territorio

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Vittorio Sgarbi

Ad Ardesio ci si interroga su come coniugare prodotti tipici, ambiente e cultura con l’aiuto anche del critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Venerdì 28 ottobre l’Ardes, Associazione di promozione sociale per le Ricerche e le Divulgazioni Etnografiche e Storiche organizza – alle ore 20.30, nella Sala del teatro dell’Oratorio Don Riccardi di Ardesio – il convegno: “Quali Prodotti della Val Seriana a Km Zero?”, ad approfondire le opportunità di un legame virtuoso tra agricoltura, gastronomia e territorio.

La serata è organizzata in collaborazione con il Miur – Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Isiss Val Seriana, Comune di Ardesio, Pro loco Ardesio e PromoSerio. Sarà introdotta dal presidente di Ardes Guido Fornoni e dai saluti di Fabio Molinari, dirigente Miur, Alessio Masserini, dirigente scolastico dell’Isiss Valle Seriana, dal sindaco di Ardesio Yvan Caccia e dal presidente di Promoserio Guido Fratta. Seguiranno le relazioni di Andrea Messa su “I grani della Valle Seriana”, Paolo Valoti “Sentieri e rifugi per promuovere un turismo consapevole tra qualità e tipicità del territorio alpino orobico” e Claudio Cecchinelli “Il facilitatore turistico, una professione tutta da inventare”.

A Sgarbi, che presenta il libro “La costituzione e la bellezza”, scritto con il costituzionalista Michele Ainis, sarà chiesto di evidenziare i punti di forza artistici e culturali del territorio. Nell’occasione, il professore sarà libero di utilizzare l’appellativo “capre”, diventato un tormentone, senza temere di offendere. Il soprannome degli abitanti è, infatti, “i cavre de Ardés” (le capre di Ardesio).

 




Affitti brevi, anche gli agenti immobiliari contro i portali

Troppi portali online per gli affitti condivisi fanno business in modo illegale senza alcuna garanzia per i consumatori e a danno della collettività, aggirando i canali del mercato legittimati a farlo. Dopo Federalberghi, è la Fimaa, la Federazione italiana dei mediatori agenti d’affari, a puntare il dito contro le piattaforme per gli affitti a breve termine.

«La maggior parte degli annunci (70,2% secondo Federalberghi, che ha svolto un’indagine su Airbnb) si riferisce all’affitto breve di interi appartamenti in cui non abita nessuno – rileva la Fimaa -. E più della metà sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi, contrariamente alla stessa filosofia di tali portali web basata sulla condivisione di piccoli spazi, per pochi giorni, insieme al proprietario dell’immobile».

Nel 2016 Federalberghi ha censito quasi 160mila interi appartamenti in cui non abita nessuno, pubblicizzati sui portali online e posti in affitto per periodi brevi. Considerato che nel 2015 l’Agenzia delle Entrate ha rilevato solo 101.058 abitazioni oggetto di contratti di locazione registrati (intero immobile) di durata inferiore a 1 anno (esclusi quelli di durata inferiore al mese) il dato desta preoccupazione. «Il dato – afferma il presidente nazionale della Fimaa Santino Taverna – è preoccupante perché l’offerta degli immobili su internet risulta concentrata soprattutto nelle grandi città italiane e nelle principali località turistiche del Bel Paese, laddove opera la maggior parte degli Operatori immobiliari associati Fimaa. La conseguenza – continua Taverna – è un mercato “inquinato” in cui si danneggiano, oltre gli imprenditori turistici, anche gli agenti immobiliari che operano in modo onesto, trasparente e secondo gli adempimenti di legge a tutela dei consumatori».

A tal proposito la Federazione ricorda che tutti i contratti aventi oggetto locazione di immobili (esclusi quelli la cui durata complessiva non superi i 30 giorni all’anno) devono essere obbligatoriamente registrati dal conduttore o dal proprietario, qualunque sia l’ammontare del canone pattuito, entro i 30 giorni successivi dalla data di stipula o dalla sua decorrenza (se anteriore). E che anche per gli affitti turistici di durata inferiore ai 30 giorni, la Polizia di Stato richiede la comunicazione attraverso l’apposita schedina per gli alloggiati. Questi oneri si applicano anche per i privati che locano direttamente l’immobile senza passare dall’agenzia immobiliare.

«La sharing economy rappresenta una grande opportunità per il mercato ed i proprietari in genere – spiega Taverna – ma a patto che le regole e le normative siano da tutti rispettate nell’interesse dei clienti-consumatori. Oramai troppo spesso assistiamo a controproducenti stimoli o a pericolosi inviti verso il “fai da te”. Ci sono persone e società che traggono enormi vantaggi economici senza fornire informazioni adeguate sia per la compravendita che per la locazione coinvolgendo proprietari, acquirenti, locatori e conduttori in pesanti responsabilità. Se a questo si aggiunge l’elusione fiscale che spesso ne consegue, allora sarà sempre più difficile restituire ossigeno e dignità ai professionisti di un comparto da anni in difficoltà. Gli operatori immobiliari hanno competenze specifiche per accompagnare i fruitori del servizio verso operazioni trasparenti in assoluta tranquillità. C’è chi, però, – continua il presidente Fimaa – sembra averci preso la mano per farne una attività di basso livello a scapito delle competenze, senza alcuna garanzia per i consumatori. Una situazione inaccettabile, verso la quale chiediamo un tempestivo intervento del Governo per permettere la maggior tutela della collettività nel rispetto anche degli Operatori abilitati. Come Fimaa Confcommercio – conclude Taverna – siamo sin d’ora disponibili con proposte concrete a fornire tutto l’appoggio necessario».




Ad Alta Quota passeggiate virtuali tra i rifugi delle Orobie

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Il “Google trekker” che ha mappato i rifugi orobici

Basta uno smartphone inserito in una”cardboard”, la “magica” scatoletta di cartone che permette la visione stereoscopica della realtà virtuale, e si potrà passeggiare per i sentieri delle Orobie assaporandone la bellezza a 360 gradi. E’ l’implementazione del progetto “Orobie Google Trek”, presentato lo scorso febbraio in via Tasso: grazie all’idea della Provincia di Bergamo – Turismo, alla collaborazione di Google Italia e all’impegno dei volontari del Cai bergamasco, i percorsi che da fondovalle portano a 17 rifugi sono stati mappati dallo speciale zaino “Google trekker” e resi fruibili su Google Street View. Oggi questa esperienza virtuale diventa ancora più affascinante e potrà essere sperimentata in anteprima durante la Fiera Alta Quota, che si svolge dal 14 al 16 ottobre, nella postazione di Visit Bergamo all’interno della stand di Regione Lombardia. I visitatori di Alta Quota potranno avere un’anteprima di questa tecnologia applicata al turismo montano con postazioni di realtà virtuale da cui sarà possibile percorrere virtualmente le vette delle Orobie bergamasche con visioni degne dei più allenati mountaineers. Gli uffici del Turismo della Provincia di Bergamo, nell’ambito del suo ruolo di coordinamento e sviluppo delle azioni di marketing territoriale, hanno promosso negli ultimi mesi la realizzazione di innovativi progetti di mappatura con il Google Trekker, lo zaino tecnologico della casa di Mountain View. L’iniziativa ha permesso di mappare con le speciali telecamere a 360° di Google Trekker View i sentieri che portano dai paesi di fondovalle ai 17 rifugi alpinistici e escursionistici del CAI bergamasco. Le montagne orobiche sono così navigabili passo dopo passo via internet, regalando agli appassionati e turisti di tutto il mondo panorami mozzafiato e scorci indimenticabili.

La fruizione di questa tecnologia è davvero semplice: basta scaricare un’applicazione e inserire un normale smartphone nella “cardboard”. Sarà quindi possibile sfruttare il dispositivo per assecondare i movimenti del capo, in maniera automatica e del tutto naturale, dando così il via alla simulazione dell’ambiente.  “Sono particolarmente lieto di poter presentare oggi i nuovi sviluppi di questo ambizioso progetto di mappatura dei sentieri che ci vede collaborare con Cai,  Google e Regione Lombardia – afferma il presidente della Provincia Matteo Rossi – la Provincia di Bergamo, grazie al determinante  supporto dei volontari dell’Unione Bergamasca Sezioni Cai, ha dimostrato di saper cogliere la sfida dell’innovazione con la mappatura di porzioni sempre più significative del territorio montano. La  tecnologia di cui oggi disponiamo permette ai turisti di tutto il mondo di vivere in anteprima esperienze e sensazioni che potranno poi sperimentare direttamente sui meravigliosi sentieri delle nostre Orobie”. “L’iniziativa, ideata e realizzata dalla Provincia di Bergamo, vede la collaborazione di un partner importante come Google e apre al mondo le nostre montagne – aggiunge Luigi Trigona, presidente di Turismo Bergamo – E’ un progetto che si inserisce nella politica di promozione del territorio che integra carta stampata e il web con il portale Visitbergamo e le iniziative esperienziali che il territorio propone. E’ una promozione all’avanguardia che incanta, stimola la curiosità e  fa nascere il desiderio di vivere “dal vivo” l’emozione provata. E’ un modo nuovo di fare promozione di un territorio che porterà molti vantaggi”.

“Grazie alle sinergie tra Istituzioni e associazioni, dalla Provincia ai Comuni di montagna e il Cai Bergamasco, è stato possibile realizzare questo progetto all’avanguardia per la comunicazione e valorizzazione mondiale dei sentieri e rifugi del Orobie Bergamasche, anche come patrimonio culturale e bene comune di tutta la comunità bergamasca – spiega Paolo Valoti, presidente Unione bergamasca Cai – Il volontariato qualificato delle Sezioni e Sottosezioni bergamasche del Club Alpino Italiano conferma ancora una volta il coraggio e la volontà di intuire e realizzare insieme una grande impresa per favorire il territorio e le genti di montagna. Attraverso le più moderne tecnologie messe a disposizione dal partner internazionale di Google, sarà possibile mostrare a tutto il mondo le bellezze e la grandiosità delle Orobie e poi attirare gli appassionati, sportivi e turisti per vivere emozioni ed esperienze indelebili nella nostra terra bergamasca”.

Le Orobie su Google Trekker (+ di 30 sentieri)

 




Giornata della Bandiere Arancioni, ecco le proposte di Clusone e Gromo

Domenica 9 ottobre è la Giornata delle Bandiere Arancioni del Touring Club, l’evento con il quale l’associazione invita a scoprire le piccole località che ha insignito del proprio marchio di qualità turistico-ambientale.

In occasione dell’Anno Nazionale dei Cammini, indetto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il tema conduttore della manifestazione, giunta alla settima edizione, è #camminiarancioni. Durante la Giornata saranno distribuiti ai visitatori dei “passaporti” sui cui verrà inserito un timbro e il nome delle località visitate a partire dal 9 ottobre e per circa un mese. Successivamente alla Giornata Bandiere Arancioni, il passaporto verrà vidimato presso gli Uffici Turistici o i Municipi delle località.

Il turista che collezionerà più timbri e quindi più visite nelle località “arancioni” (inviando la foto del passaporto entro il 30 novembre all’indirizzo e-mail bandiere.arancioni@touringclub.it) riceverà un omaggio Touring.

In Bergamasca sono due i Comuni riconosciuti Bandiera Arancione, Clusone e Gromo. Entrambi hanno organizzato per domenica una serie di iniziative per conoscere e camminare il territorio.

CLUSONE

clusone-orloogio-fanzagoSono stati organizzati due percorsi di visite guidate. #camminiarancioni prevede una camminata su sentiero di circa 15 minuti. Parte dal colle Crosio, una piccola collina con vista panoramica, e arriva nel centro storico con soste alla Danza macabra e all’orologio planetario Fanzago. La seconda proposta, #scopirclusone, attraversa invece gli angoli più nascosti e meno conosciuti, mostrando chiese ed edifici della storia clusonese e terminando all’orologio planetario Fanzago e alla Danza macabra, tappe irrinunciabili di una visita.

I due itinerari sono proposti sia al mattino sia al pomeriggio. Il ritrovo è in piazza della Rocca alle 9.30 o alle 15. Le visite si concludono in piazza Orologio con il saluto dell’Amministrazione comunale e un aperitivo con prodotti tipici. Per il pranzo o la cena si può trovare un menù dedicato alla giornata nei ristoranti aderenti.

Per informazioni e prenotazioni si può contattare l’ufficio turistico al numero 0346 21113 – o all’e-mail info@turismoproclusone.it

GROMO

gromo - bandiera arancioneDue anche gli itinerari previsti a Gromo. Alle 11, con ritrovo all’Ufficio turistico, parte “Il castello Ginami, il borgo e il museo delle armi bianche” con visita del duecentesco Castello Ginami, del rinascimentale Palazzo Comunale e infine del MAP – Museo delle Armi Bianche, per raccontare la storia della piccola Toledo d’Italia.

Nel pomeriggio, alle 15, sempre con partenza dall’Ufficio turistico, la proposta è “Gromo d’argento”, visita agli imbocchi delle miniere d’argento del Corèn del Cucì, che fornirono d’argento la zecca di Bergamo sino a metà de XIV secolo. Per questo percorso è sono consigliati abbigliamento sportivo e scarpe antiscivolo o da trekking.

Intanto piazza Dante ospiterà stand enogastronomici, dalle 10 alle 18, il concerto della Piccola Orchestra Karasciò, alle 15, e la castagnata con vin brulè, alle 15.30.

Per info e prenotazione 0346 41345  – ufficioturistico@comune.gromo.bg.it




Blue Air, da marzo i voli diretti tra Orio e Liverpool

blue-airIn coincidenza con la stagione estiva del 2017, Blue Air ha annunciato l’apertura della sua ottava base operativa all’aeroporto di Liverpool da dove opererà quattro collegamenti, tra cui un servizio diretto per Milano Bergamo. Il volo verrà operato quattro volte a settimana (lunedì, mercoledì, venerdì e domenica) su base annuale a partire da 26 marzo 2017. Questa è la quarta tratta di Blue Air per Milano Bergamo che si aggiunge ai collegamenti già esistenti con Bucarest, Bacau e Costanta. Il nuovo collegamento per Liverpool – una città con un rinomato spirito arguto e un amore ossessivo per il calcio – permetterà ai viaggiatori italiani di scoprire un ricco patrimonio culturale, gallerie e musei. Oltre ad essere associati ai Beatles, cuore dell’esperienza turistica, Liverpool è anche noto per Albert Dock, Pier Head e la zona trendy di “Rope Walks”. È interessante notare che Blue Air ha testimoniato una crescita significativa quest’anno in termini di volume di passeggeri e di numero di aeromobili. Quest’anno, la compagnia aerea prevede un aumento del 50% del traffico passeggeri rispetto all’anno precedente, raggiungendo un nuovo record di 3,2 milioni di viaggiatori in un anno. Tudor Constantinescu, Chief Commercial Officer Blue Air, ha dichiarato: “Stiamo ampliando l’orizzonte e stiamo dando ai viaggiatori italiani un accesso conveniente a una nuova destinazione da Milano Bergamo, annunciando un servizio quadrisettimanale per Liverpool. Essendo la casa dei Beatles e di diversi siti del Patrimonio Mondiale, Liverpool è sicuramente una destinazione attraente per i turisti. Inoltre, oltre a promuovere lo sviluppo del turismo, sono fiducioso che la nuova rotta fornirà ulteriori possibilità alle imprese di entrambi i Paesi.” Giacomo Cattaneo, direttore aviation di SACBO, sottolinea come “la scelta di Blue Air di operare un nuovo collegamento nel cuore del Regno Unito risponda a una strategia di lunga visione attestata sull’Aeroporto di Milano Bergamo, la cui funzione baricentrica sull’asse nord-est consente di facilitare l’accesso ai passeggeri. Ulteriore motivo di soddisfazione evidenziare che la nuova rotta aggiunge una destinazione di grande richiamo al network dell’Aeroporto di Milano Bergamo”.




Alberghi, il premio di produttività passa anche dalla reputazione on line

albergoFederalberghi, Faita-Federcamping e le organizzazioni sindacali dei lavoratori Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno raggiunto un’intesa quadro per la detassazione delle erogazioni salariali legate al raggiungimento di obiettivi di produttività, redditività e qualità nelle strutture ricettive.

«Si tratta di un accordo innovativo – commenta Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi – che coglie le opportunità offerte dalla legge di stabilità 2016, collegando le erogazioni premiali al raggiungimento di performance significative per l’azienda e introducendo la facoltà per i collaboratori di fruire degli incentivi sotto forma di prestazioni di welfare».

Oltre ai classici indicatori di produttività (tasso di occupazione) e redditività (ricavo medio), l’intesa ha individuato strumenti volti a rilevare la capacità dell’azienda di far fronte alle nuove sfide del mercato in materia di reputation, riduzione della dipendenza dagli intermediari, fidelizzazione del cliente e allungamento della permanenza media.

La qualità del servizio potrà essere misurata anche sulla base dei giudizi espressi dai clienti attraverso i portali di prenotazione. Al riguardo, l’accordo prevede che vengano utilizzati esclusivamente i giudizi formulati da veri clienti che hanno effettivamente soggiornato nella struttura. «L’offerta ricettiva italiana ha uno standard di qualità elevato – prosegue Bocca – e ci aspettiamo che con il concorso degli strumenti che abbiamo messo in campo con questa intesa possa ulteriormente migliorare».

Secondo le elaborazioni di TrustYou, la più grande piattaforma al mondo per le recensioni degli ospiti, che ha analizzato oltre 10 milioni di recensioni relative a quasi 42mila strutture dall’ottobre 2014 al settembre 2016, il punteggio medio complessivo attribuito dagli ospiti degli alberghi italiani è di 83/100, con valori di eccellenza per la professionalità (84/100), il servizio (89/100) e la gentilezza del personale (95/100).

«Ci auguriamo che il Governo prosegua anche con la legge di stabilità 2017 – conclude Bocca – sulla strada della valorizzazione della contrattazione a tutti i livelli ed estenda sia la platea dei possibili fruitori che i limiti di reddito oltre le soglie attualmente prevista, in modo da stimolare il recupero di produttività del sistema Italia. Questo accordo è importante anche perché dimostra che nei settori – come il turismo – composti in prevalenza da piccole e medie imprese, in cui non si svolge la contrattazione aziendale, è possibile promuovere l’efficienza e la qualità anche con intese di livello nazionale e territoriale».




I bergamaschi e la colazione, il rito raccontato dai baristi

Barista Cappuccino zu in seinem Cafe

Ci sono giovani che fin dalle prime ore del mattino amano deliziarsi con frappuccini o caffè lunghi, magari accompagnati da muffin e pancakes, in perfetto stile americano. I più salutisti, invece, preferiscono sostituire caffeina e cibi troppo calorici con spremute d’arancia, centrifughe, succhi di frutta biologici o infusi alle erbe. Alla fine però, vuoto o ripieno, il classico cornetto accompagnato da un cappuccio resta un connubio intramontabile per la maggior parte dei bergamaschi.

Già, perché se è vero che le nuove tendenze hanno trasformato la colazione in un irrinunciabile appuntamento goloso ricco di estrose ghiottonerie, la tradizione mantiene il primato sulle mode. Così, chi entra nel suo bar di fiducia tra le 6 e le 10 del mattino ha già le idee chiare. Circa il 70% dei clienti ordina ancora una bevanda calda con un dolce, quasi sempre una brioche, con una spesa media che oscilla intorno ai 2,30 euro. A cambiare sono più che altro gli ingredienti. Se un tempo il cappuccino era preparato solo con latte di mucca, oggi esiste una miriade di varianti che vanno dalla soia alle bevande di riso o mandorla, fino al latte senza lattosio. Idem per le brioche: accanto a quelle farcite con crema, cioccolato o marmellata spiccano croissant integrali, al carbone vegetale, senza glutine, con cereali e miele. E se fino a qualche decennio fa erano soprattutto gli uomini a fare colazione al bar prima di andare in ufficio, oggi è aumentato anche il numero di donne, in particolare le mamme che accompagnano i figli a scuola o le signore anziane che si fermano a chiacchierare con le amiche fino a tarda mattinata sorseggiando un tè caldo con qualche frolla. Il posto preferito è il bar ma sta prendendo piede anche la moda di fare colazione nei centri commerciali, al McDonald’s, in panetteria e persino al parco.

La colazione classica all’italiana

Marcello Menalli
Marcello Menalli

Scervellarsi per inventare nuove ricette e combinazioni originali può aiutare il barista ad attirare la clientela. Tuttavia, sono molti i locali storici di Bergamo che, in barba alle tendenze, preferiscono seguire la tradizione. «Bene o male la colazione dei bergamaschi negli anni è rimasta invariata – dice Marcello Menalli della Pasticceria Sant’Orsola -. La gente predilige sempre più il cappuccino o il caffè accompagnato da un croissant fresco di pasticceria; il più gettonato rimane il croissant vuoto, seguito da quello con la marmellata. Curioso è che il sabato e la domenica, invece, sono più richiesti quelli ripieni con la crema o con il cioccolato».

Anche per Lino Gatti, titolare della Latteria caffetteria Beretta di via San Bernardino, il gusto classico di un cappuccio con una brioche resta imbattibile: «Dagli anni Sessanta a oggi ho visto cambiare un sacco di mode, ma sono tutte passeggere. Ma l’accoppiata cappuccino e croissant sono un must per quasi tutti i clienti. Tra le bevande vanno molto anche il latte macchiato, il marocchino e il caffè americano. Le brioche più gettonate? Sono quelle al cioccolato, mela, nutella, marmellata, vuota e la treccia. C’è però anche chi chiede una frolla, una barretta ai cereali o un pacchetto di biscotti, magari con il tè caldo al limone».

Un trend seguito anche dal Gino’s bar che dal 2013 ha lasciato largo Barozzi per trasferirsi in via Moretti, nell’area dell’ex Cesalpinia: «Non ho mai avuto richieste troppo stravaganti – spiega Elena Stroppa che insieme ai fratelli Monica e Massimo gestisce questo storico bar fondato nel 1971 dal padre Igino, oggi in pensione –. La colazione classica all’italiana va sempre per la maggiore: un espresso o un cappuccio accompagnato da un cornetto».

La colazione all’americana

Giuseppe Montrone
Giuseppe Montrone

C’è chi a colazione ama gusti decisi, strutturati e magari salati. Americani, tedeschi e inglesi, per esempio, abituati come sono a svegliarsi con il profumo di uova fritte e pancetta, non si accontentano certo di una brioche. E così quando sono in vacanza a Bergamo trovano conforto mattutino in locali come Yoguito, Lekka Lekka o il McCafé dove la colazione ha il sapore caramellato di un soffice pancake con sciroppo d’acero, ma anche di muffin ai mirtilli, cookies con pepite di cioccolato, donuts con glassa colorata, cheesecake, il tutto accompagnato da tazzone di caffè nero bollente.

«Vicino alla stazione transitano molti turisti – conferma Marcello Moroni, titolare del Bar De Berghèm di piazzale Marconi -. Non tutti si adeguano ai gusti italiani. Parecchi stranieri chiedono il caffè americano, quello super lungo tipo minestrone, ovvero un espresso allungato con l’acqua». E c’è addirittura chi scambia la colazione per un vero e proprio pranzo: «I turisti spesso mi stupiscono, c’è persino chi riesce a mangiare una pastasciutta all’alba – conferma Giuseppe Montrone, titolare del Pastifrulligeleria di viale Papa Giovanni, in città -. Gli stranieri per colazione preferiscono il salato al dolce e vorrebbero ordinare toast o crepes con prosciutto e formaggio fin dalle prime ore del mattino. Ma quelli sono piatti che si possono offrire dalle 11 in poi, quando apre la cucina, magari come brunch accompagnati da una spremuta. Non è sempre facile soddisfare le richieste di tutti perché la clientela che transita nei locali del centro è molto varia: si va dal ragazzino che va a scuola alle mamme che accompagnano i figli all’asilo. Il clou del lavoro si concentra dalle 8 alle 10 con l’apertura degli uffici, ma già alla mattina presto inizia il via vai. E poi dopo le 10 arrivano le anziane».

La colazione rapida ed economica

La colazione al Gino's Bar
La colazione al Gino’s Bar

Ci sono momenti in cui il rito della colazione può rappresentare un vero stress. Chi è sempre di corsa per esempio ha tempo solo per un fugace espresso al banco. È il caso dei pendolari che abitualmente transitano dalla stazione e che si spintonano all’ora di punta con un dito alzato e lo scontrino nell’altra mano per prenotare il loro caffè e trangugiarlo a tempo record. «I clienti qui alla stazione sono sempre di corsa e la spesa media non è molto alta – conferma Moroni -. A volte passano solo per un rapido espresso, solo chi ha qualche minuto in più chiede il classico cappuccio con brioche». Un trend riscontrato anche da Elena Stroppa che per anni ha gestito il Gino’s Bar di fronte agli Ospedali Riuniti: «Quando il nostro locale si trovava in largo Barozzi avevamo un via vai continuo di gente che era sempre di corsa. Magari doveva accudire un parente malato all’ospedale e non aveva tempo o voglia di chiedere colazioni troppo elaborate. Al massimo chi voleva strafare ordinava una spremuta con un muffin fatto in casa».

Più attenzione agli ingredienti

Sui banconi del bar non mancano mai le classiche brioche vuote e farcite. Sembrano tutte ugualmente appetibili, fragranti e golose. Eppure non contengono i medesimi ingredienti, come spiega Riccardo Schiavi titolare del bar La Pasqualina con sedi a Bergamo, Almenno San Bartolomeo, Milano e Porto Cervo: «Esiste un segreto per capire se una brioche è buona e sana. La prima regola è ascoltare il proprio stomaco. Se dopo aver mangiato un croissant vuoto sul palato resta un velluto e dopo un’ora lo si sente ancora sullo stomaco, significa che contiene margarina. Questo grasso vegetale aiuta a mantenere la brioche più friabile ma è altamente indigesto. Se invece il croissant emana il profumo del burro è un bene, mentre molti lo percepiscono come un male perché hanno paura di ingrassare o del colesterolo».

Ricche di fibre, ultimamente sono molto richieste anche le brioche integrali, soprattutto da parte della clientela femminile. Ma, anche in questo caso, attenzione alla scelta: «Le brioche integrali contengono anche una percentuale di grani raffinati – avvisa Schiavi -, quasi nessuno, infatti, utilizza la farina al 100% integrale perché di difficile lievitazione. Noi lo facciamo, con il miele al posto dello zucchero, ma abbiamo buttato via molti impasti prima di raggiungere il risultato che volevamo. Chi fa il nostro mestiere deve avere una missione: preparare prodotti buoni, ma soprattutto sani».

Anche secondo Menalli, i clienti sono sempre più attenti a ciò che consumano: «I prodotti serviti dalle pasticcerie come la nostra sono sempre freschi di giornata in quanto il gusto di un croissant appena sfornato fa sempre la sua parte. Altra novità che ha affascinato gran parte della clientela è la grande varietà e scelta di caffè dai differenti sapori e luoghi di provenienza. La spesa media di una colazione è di 2,30 euro per una clientela di fascia medio-alta con preparazione e interesse verso i prodotti scelti».

Freschi o surgelati

Le brioche di pasticceria sono le più ricercate, sia per il loro aspetto morbido e fragrante che per la qualità degli ingredienti. Eppure, il 60% della croissanteria presente in molti locali è surgelata. A differenza di quanto avveniva negli anni Novanta, quando il cornetto congelato doveva essere tolto dal freezer e messo a lievitare di notte per poi cuocerlo la mattina dopo, oggi la brioche viene congelata dopo la lievitazione e quindi è già pronta per la cottura. Tanti sono quindi i bar che scelgono questa opzione per sopperire alle emergenze: «Ogni mattina mi arrivano prodotti freschi di pasticceria – spiega Montrone -, tuttavia tengo sempre alcuni dolci industriali surgelati. In caso di necessità si mettono nel microonde e in pochissimo tempo è possibile soddisfare il cliente offrendogli un croissant caldo anche quando finiscono le forniture della mattinata». Non sempre questa scelta è da stigmatizzare, soprattutto se si considera che anche la migliore brioche di pasticceria dopo due ore dalla cottura comincia lentamente a perdere fragranza. Locali come il McCafé, ad esempio, offrono una vasta gamma di dolciumi precotti che vengono scongelati e cotti nel forno “sur place” sprigionando un gradevole profumo di burro e cioccolato a cui è difficile resistere.

L’origine di caffè e miscele

Riccardo Schiavi
Riccardo Schiavi

L’85% delle bevande consumate al bar per colazione sono calde. L’espresso in particolare è un must intramontabile. Non tutte le miscele selezionate però hanno le stesse proprietà: «In generale il mercato italiano del caffè non punta abbastanza sulla qualità – spiega Schiavi -. Si compra caffè economico e per coprire le pecche del prodotto lo si tosta troppo conferendogli così un sapore di bruciato (quello a cui oggi purtroppo ci siamo abituati). Noi, per esempio, abbiamo scelto di acquistare un caffè crudo di alta qualità e di tostarlo poco per valorizzarne i profumi e gli aromi, anche se non sempre per il cliente è di facile comprensione. Avrei un appunto da fare per quanto riguarda il prezzo dell’espresso che per me non è equo. In autogrill paghi gli spaghetti 5 euro, nel ristorante stellato 20 euro, mentre il caffè deve avere un prezzo standard. Trovo assurdo che in tutti i bar che dedicano lunghi studi e ricerca ai loro prodotti, il caffè si paghi allo stesso prezzo dei locali industrializzati. Nei bar come il nostro, dove il caffè viene tostato in casa e lavorato con macchinari e macinini tra i migliori al mondo, l’espresso dovrebbe costare almeno 1,30 euro. Ma a quel punto il cliente noterebbe solo che è molto caro rispetto agli altri, senza prestare particolare attenzione a tutto il lavoro che c’è dietro».

Senza caffeina

C’è anche chi al classico espresso preferisce il ginseng, sebbene il suo prezzo medio sia superiore del 25% rispetto a un normale caffè. Questa bevanda di origine asiatica è composta da crema di latte vegetale, zucchero, caffè istantaneo ed estratto secco di ginseng ed ha una percentuale molto bassa di caffeina. C’è poi il caffè d’orzo che non contiene caffeina ed è ottenuto dalla tostatura e dalla macinazione dell’orzo. È ricco di fibre e lo possono bere anche i bambini: «Il barista moderno ha una vita molto più difficile perché sono state introdotte parecchie varianti all’espresso, dal ginseng all’orzo, dal marocchino al latte di soia per gli intolleranti – afferma ancora Schiavi -. Il ginseng è nato per chi ha problemi con la caffeina, tuttavia io sono contrario al suo consumo perché è un insieme di latte in polvere, emulsionanti e altri ingredienti poco sani e poco tracciabili. L’orzo invece è un ottimo sostitutivo del caffè tradizionale».

Le alternative per gli intolleranti al lattosio

Grazie alla buona quantità di proteine contenute e all’aggiunta di calcio e vitamina D, le bevande vegetali rappresentano una valida alternativa al latte di mucca, soprattutto per chi ha problemi di intolleranze alimentari o di colesterolo alto. Negli ultimi tempi, quasi tutti i bar della Bergamasca si sono adeguati a questa nuova tendenza e non è più così raro trovare, nella lista, bevande preparate con la soia. Non sempre, però, c’è grande smercio: «Un paio di anni fa abbiamo deciso di adeguarci anche noi acquistando il latte di soia, ma ancora pochi lo richiedono – dice Lino Gatti -. La moda sta dilagando piano piano. All’inizio era più quello che buttavamo di quello utilizzato. C’erano giorni in cui lo ordinavano in tre o quattro, altri giorni non lo chiedeva nessuno. Poi abbiamo iniziato a usare il mezzo litro per limitare gli sprechi. Di solito lo chiedono indifferentemente giovani e adulti. Va abbastanza anche il latte senza lattosio».

Lo conferma anche Menalli: «Negli ultimi tempi – dice – sono sicuramente in aumento i cappuccini e i caffè con latte di soia ed è necessario adattarsi anche a questo tipo di clientela, al fine di dare un servizio completo». L’unico neo resta il prezzo: un buon latte di soia ha infatti un costo che in media è del 30% superiore rispetto al latte fresco intero.

Meno zucchero

Dallo zucchero cristallino a quello di canna, dal miele alle compresse dietetiche ipocaloriche, i modi per dolcificare un caffè sono ormai svariati. Ma c’è anche chi preferisce berlo amaro: «Vent’anni fa la gente ordinava un caffè o cappuccino con ben due bustine di zucchero – dice Schiavi -. Oggi, invece, c’è stata una svolta nella dolcificazione e l’utilizzo dello zucchero è più oculato: solo una bustina, preferibilmente di canna. Nell’espresso c’è addirittura chi abolisce completamente lo zucchero per apprezzarne meglio l’aroma».

Non solo al bar

La colazione oggi non si fa soltanto al bar. Dal 2013 McDonald’s ha aperto una serie di McCafè nei principali centri commerciali e in città, offrendo alla clientela colazioni dall’impronta a stelle strisce. Qui infatti Donuts, pancakes e muffin la fanno da padrone. Tante sono anche le librerie o i negozi di casalinghi come Semeraro o Ikea che offrono al loro interno punti di ristoro. E poi, quando il clima lo consente, c’è chi ama fare colazione al parco. Tra i più apprezzati c’è per esempio il Parcobaleno di Azzano San Paolo che da marzo a ottobre apre il suo rifornito chiosco all’interno del giardinetto pubblico situato a pochi passi dalla scuola dell’infanzia. Sono moltissime le mamme e i bambini che la mattina si fermano in questa oasi verde per sorseggiare un cappuccio, magari aromatizzato al caramello, accompagnato da una sfoglia alla mela, una treccia al cioccolato o una girella alla crema e uvetta. Ci sono poi alcuni storici panettieri orobici, da Rota a Tresoldi, che stanno allargando il loro assortimento proponendo all’interno delle loro botteghe piccoli angoli per la somministrazione di bevande calde.

La top ten delle preferenze

colazione-cappuccino-croissantCibo

1. Croissant vuoto
2. Croissant farcito (crema, cioccolato, marmellata)
3. Croissant integrale (vuoto o con miele)
4. Fagottini alla mela, treccine al cioccolato, girelle all’uvetta
5. Muffin
6. Krapfen
7. Frolle
8. Brioche salata
9. Torte farcite
10. Pancakes con sciroppo d’acero

Bevande

1. Cappuccio
2. Espresso
3. Latte macchiato
4. Marocchino
5. Tè caldo
6. Ginseng
7. Caffè d’orzo
8. Caffè americano
9. Bevande di soia
10. Spremute, centrifughe