Italcementi diventa tedesca, Italmobiliare cede la partecipazione alla HeidelbergCement

L'impianto Italcementi di Calusco
L’impianto Italcementi di Calusco

Italcementi finisce nell’orbita della tedesca HeidelbergCement. È di queste ore la notizia della cessione ai tedeschi della partecipazione detenuta da Italmobiliare – pari al 45% del capitale della società – che darà vita al secondo operatore nel cemento in termini di capacità produttiva, al primo operatore in termini di vendite nel settore degli aggregati e al terzo nel calcestruzzo. Il nuovo gruppo potrà contare su una capacità produttiva totale di circa 200 milioni di tonnellate di cemento, 275 milioni di tonnellate di aggregati e 49 milioni di metri cubi di calcestruzzo, con un fatturato proforma 2014 di circa 16,8 miliardi di euro realizzato in oltre 60 Paesi presenti in 5 continenti.

L’accordo siglato fra Italmobiliare e HeidelbergCement prevede:

– l’acquisto della partecipazione detenuta da Italmobiliare nel capitale azionario di Italcementi (pari al 45% del capitale, rappresentato da 157,2 milioni di azioni) ad un prezzo di 10,60 euro per azione, che rappresenta un premio del 70,6% rispetto al prezzo medio ponderato di Borsa degli ultimi 3 mesi, per un controvalore totale di 1.666 milioni di euro. Sulla base di questa valutazione, tenuto anche conto della posizione finanziaria netta e il valore delle minoranze, l’Enterprise Value di Italcementi è pari a circa 7 miliardi di euro. Qualora ricorressero determinati eventi negativi prima del closing sono previsti specifici meccanismi contrattuali di riduzione del corrispettivo.

– L’assegnazione ad Italmobiliare, come parte del corrispettivo della transazione, di azioni ordinarie HeidelbergCement (tramite un aumento di capitale riservato) per un numero compreso fra 7,75 milioni e 10,5 milioni di azioni a scelta di Italmobiliare (corrispondenti a una quota compresa fra il 4,0% e il 5,3% del capitale di HeidelbergCement post aumento) che corrisponde a un controvalore di 560 e 760 milioni di euro. Italmobiliare determinerà prima del closing le azioni che sottoscriverà. Con questa partecipazione azionaria Italmobiliare diverrà il secondo azionista industriale di HeidelbergCement ed esprimerà una sua rappresentanza nel Consiglio di Sorveglianza.

– Il valore delle nuove azioni HeidelbergCement emesse a favore di Italmobiliare sarà il più alto fra il valore definito di 72,5 euro per azione e la media ponderata del prezzo di Borsa delle azioni HeidelbergCement registrato nel mese prima del closing. Una volta definito il prezzo unitario e il numero delle azioni HeidelbergCement ricevute da Italmobiliare, la differenza rispetto al corrispettivo complessivo pattuito per le azioni Italcementi fissato in 10,60 euro (soggetto alla eventuale revisione già menzionata) sarà pagata per cassa da HeidelbergCement a Italmobiliare.

– Il completamento dell’operazione subordinatamente alle approvazioni da parte delle autorità antitrust previsto entro il 2016.

– L’acquisto da parte di Italmobiliare delle partecipazioni detenute da Italcementi nel settore delle energie rinnovabili (Italgen) e del settore eprocurement (BravoSolution), oltre ad alcuni immobili. Il valore complessivo di queste transazioni è di circa 241 milioni di euro. L’accordo prevede alcune pattuizioni funzionali all’operazione che potrebbero astrattamente essere considerate di natura parasociale e che in via prudenziale saranno pubblicate secondo quanto previsto dall’Art. 122 TUF e dal Regolamento Emittenti. Successivamente al closing dell’operazione, per effetto dell’acquisizione della partecipazione in Italcementi, HeidelbergCement sarà tenuta a lanciare un’Offerta Pubblica di Acquisto Obbligatoria per cassa sul restante capitale di Italcementi al medesimo prezzo per azione corrisposto ad Italmobiliare. Italmobiliare con questa operazione conferma la propria missione di holding di partecipazioni industriali, mantenendo un forte impegno nel settore dei materiali da costruzione il cui peso sul NAV sarà di circa il 37%. A fianco di questo settore sarà 4 rafforzata la componente industriale degli investimenti attraverso l’acquisto, come detto, delle due partecipazioni detenute da Italcementi nel settore delle energie rinnovabili ed eprocurement, che andranno ad affiancarsi a quelle già detenute nel settore dell’imballaggio alimentare e alle altre partecipazioni già in portafoglio. Con il perfezionamento dell’accordo con HeidelbergCement e le altre iniziative di semplificazione e riorganizzazione già in atto nel Gruppo, Italmobiliare potrà poi contare su una solida posizione finanziaria e una cassa di circa 670-870 milioni di euro, in funzione della quota di capitale HeidelbergCement sottoscritta, che potrà essere destinata a nuovi investimenti. Italmobiliare conferma l’obiettivo primario di creazione di valore e rendimenti nel tempo per gli azionisti attraverso gli investimenti e il sostegno alle partecipate nei loro progetti di crescita. In una situazione pro-forma post operazione, il NAV di Italmobiliare salirà da circa 1.400 milioni a circa 2.100 milioni, di cui il 50% circa rappresentato da partecipazioni nel settore industriale, il 13% nel settore finanza e banche e il 37% rappresentato da liquidità.

“Italcementi e HeidelbergCement sono due società che operano in questo settore da ormai un secolo e mezzo – commenta il presidente Giampiero Pesenti -. Questo lungo cammino, con un solido bagaglio di conoscenza tecnica e imprenditoriale, viene ora messo in comune con una scelta lungimirante per garantire continuità e crescita di entrambe le realtà. Dalla nostra storia abbiamo ereditato valori che la capacità imprenditoriale ha saputo mettere a frutto creando un grande gruppo internazionale. Un imprenditore sa che l’importante è garantire lo sviluppo futuro dell’attività più che arroccarsi nella continuità del controllo dell’azienda”. “L’accordo raggiunto oggi, rappresenta sia per Italcementi che per HeidelbergCement la soluzione ottimale in termini di sviluppi futuri e creazione di valore, ben superiori a quelli che avrebbero potuto raggiungere le due società singolarmente – sottolinea il CEO Carlo Pesenti -. Il profilo dei due gruppi è complementare e permette sinergie in grado di creare valore industriale in un mercato sempre più consolidato. Con questa operazione rafforziamo il futuro di Italcementi e garantiamo le risorse per un ulteriore sviluppo del portafoglio di investimenti di Italmobiliare”. “La combinazione di HeidelbergCement e Italcementi è ideale. Nel settore non esistono altri due maggiori gruppi con una tale complementarietà geografica – spiega Bernd Scheifele, CEO di HeidelbergCement – Italcementi con la sua lunga tradizione, con i suoi marchi prestigiosi e la sua forte posizione in Italia e in altri mercati diventerà una parte importante del gruppo HeidelbergCement. Unendo le forze saremo in grado di accelerare la crescita. Vediamo un potenziale significativo per creare valore, realizzando sinergie e combinando i nostri standard di eccellenza operativa e commerciale con i risultati raggiunti nella Ricerca e Sviluppo da Italcementi. HeidelbergCement è organizzata in modo decentralizzato con forti management e marchi locali. Siamo felici di poter collaborare con il management e il team di Ricerca e Sviluppo di Bergamo. Inoltre siamo lieti di comunicare che Italmobiliare diventerà il secondo più grande azionista industriale di HeidelbergCement”.




Consulenza e assistenza, bando della CdC

camera di Commercio (2)A partire dal 28 luglio, e fino ad esaurimento delle risorse disponibili, le micro, piccole e medie imprese operativa nella Bergamasca possono presentare domanda per l’assegnazione di voucher di assistenza e consulenza previsti dal bando “Azioni di supporto al miglioramento dei rapporti con il sistema creditizio”. Il fondo stanziato da tale bando, pari a 210mila euro, è destinato alla realizzazione di interventi di assistenza e consulenza aziendali aventi l’obiettivo di contribuire al miglioramento della gestione finanziaria aziendale e dei rapporti con il sistema creditizio, favorendo un più agevole ed economico ricorso al credito. Le imprese interessate ad usufruire degli interventi di consulenza previsti dal bando dovranno sottoscrivere e inviare la domanda di adesione a uno dei soggetti attuatori accreditati, tra cui l’Ascom. Sia la “Domanda di adesione azienda” sia l’elenco dei soggetti attuatori accreditati sono scaricabili dal sito camerale www.bg.camcom.it.




Ubi Banca e ICE, accordo per sostenere le imprese all’estero

Il Gruppo UBI Banca e l’ICE – agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane – hanno siglato un accordo biennale di collaborazione per orientare le imprese clienti del Gruppo interessate a operare sui mercati internazionali e sostenerne le attività attraverso una serie di servizi specifici di assistenza, consulenza e sviluppo di azioni promozionali.

Attraverso l’accordo sottoscritto, il network internazionale di UBI Banca si integra con gli 80 Uffici in 64 Paesi che l’Agenzia ICE mette a disposizione. In particolare l’Agenzia fornirà pacchetti di servizi a tariffe agevolate per le aziende clienti del gruppo bancario, condividendo informazioni sul Paese, sulle opportunità commerciali, sulle gare internazionali e su investimenti da e per l’Italia.

“Il nostro modello di business internazionale è fortemente incentrato sul sostegno alle aziende che si muovono a diverso titolo sui mercati esteri. La presenza del nostro Gruppo all’estero è quindi studiata in funzione delle esigenze delle imprese italiane nelle diverse aree del mondo.”, sostiene Rossella Leidi, Chief Business Officer di UBI Banca, “L’accordo con l’Agenzia ICE rafforza la nostra proposta e ci consentirà di essere ancora più efficaci nella fase di supporto operativo ai nostri clienti”.

Siamo certi – ha sottolineato il direttore generale dell’Agenzia ICE, Roberto Luongo – che la collaborazione con UBI Banca e le Banche del Gruppo UBI offrirà interessanti opportunità di sviluppo per le nostre aziende e non possiamo che essere soddisfatti di un accordo che ci consente di mettere a disposizione le nostre migliori risorse in tema di promozione del prodotto italiano nel mondo. Questo Accordo inoltre – ha proseguito Luongo – ben si inserisce nello spirito dei Roadshow per l’internazionalizzazione delle imprese italiane, un’iniziativa che stiamo portando avanti da gennaio 2014 e che, per la prima volta, vede tutti i soggetti pubblici e privati del Sistema Italia, impegnati in un’azione congiunta di medio termine su tutto il territorio”.

Il Gruppo UBI Banca, infatti, offre un supporto alla propria clientela attraverso i 32 Centri Estero attivi in tutte le aree di presenza del Gruppo in Italia, gli Uffici di Rappresentanza in Cina (Hong Kong e Shanghai), Brasile (San Paolo), India (Mumbai), Russia (Mosca) e la struttura della business consultancy a Vienna attraverso la quale sono presidiati i Paesi dell’Europa dell’Est. E’ inoltre prevista entro il 2015 l’apertura dei nuovi Uffici di Rappresentanza negli Stati Uniti (New York) e negli Emirati Arabi Uniti (Dubai).

 




Orio, in sei mesi salito del 15% il numero di passeggeri

Orio al serio aeroportoIl Consiglio di Amministrazione di Sacbo – preso atto delle indicazioni pervenute dalla Provincia di Bergamo, che ha designato in sua rappresentanza Giampietro Benigni in qualità di consigliere al posto del dimissionario Enrico Piccinelli – ha analizzato i dati semestrali che indicano un incremento significativo del movimento passeggeri, nell’ordine del 32% rispetto allo scorso anno, quando però le attività di volo si sono fermate dal 13 maggio al 1° giugno per consentire i lavori di rifacimento della pista. Il totale complessivo dei passeggeri, da gennaio a giugno 2015, assomma a 4.913.750. Il trend di crescita attuale è nell’ordine del 15 per cento, a cui concorre con 9 punti percentuali l’incremento del load factor sui voli di linea. Segno positivo anche per le merci aeree, con un totale di 60.483 tonnellate. I risultati operativi del primo semestre 2015, ottenuti con un totale di movimenti aerei comparabile a quello degli anni 2012 e 2013, consentono di conseguire gli obiettivi prefissati in termini di budget economico-finanziario.




Start up / A Bergamo la voglia d’impresa non tramonta, ma le scelte sono sempre più meditate

A Bergamo e in Lombardia non tramonta la voglia di fare impresa, a differenza del resto d’Italia, che registra un calo dell’1 per cento. Una nuova impresa su sei in Italia nasce in Lombardia e vede protagonisti i giovani, con un terzo di nuove iscritte con titolare con meno di 35 anni. A Bergamo il dato, aggiornato al primo trimestre del 2015, si presenta sostanzialmente in linea con lo scorso anno, sulla base del quadro tracciato a livello regionale dalla Camera di Commercio di Milano. Sono 1.799 le neo-imprese iscritte nei primi tre mesi dell’anno (lo 0,5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014); di queste 534 vedono protagonisti i giovani, che pesano per quasi il 30% (29,7% per l’esattezza). Quanto ai settori, il dato che balza all’occhio è che molte neo-attività rifuggono le classificazioni tradizionali, tanto che le “imprese non classificate” occupano la voce più rilevante, con un vero e proprio esercito di 495 imprese. Segue il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio che, con 375 nuove imprese non perde il suo appeal tra gli aspiranti imprenditori. Nella patria dell’edilizia fiaccata dalla crisi, le costruzioni contano su 288 nuove imprese. Il manifatturiero segue a distanza con 111 nuove attività. Gli altri settori non arrivano a tre cifre, sfiorate per un soffio dalle attività dei servizi di alloggio e ristorazione; non vanno male le attività professionali, scientifiche e tecniche, con 82 imprese e quelle che operano nel noleggio, le agenzie viaggio e i servizi di supporto alle imprese.

Cristiano Arrigoni
Cristiano Arrigoni

Cristiano Arrigoni, direttore di Bergamo Sviluppo, l’azienda speciale della Camera di Commercio di Bergamo che aiuta le idee d’impresa a diventare progetti, fa il punto sulle neo-attività avviate nel nostro territorio. La crisi fa fare passi sempre più piccoli e cauti: «Gli aspiranti imprenditori sono sempre più attenti e ponderano con cura le loro scelte. Valutazioni e business plan vengono affrontati con maggiore consapevolezza. Anche il livello di qualifiche e preparazione è elevato e coerente con il percorso imprenditoriale scelto». Cresce l’attività di consulenza: «Gli aspiranti imprenditori si avvalgono del Laboratorio delle Idee per la stesura di business plan, che mette a disposizione 8 ore di consulenza. Il piano d’impresa è sempre più inserito in un percorso guidato, anche attraverso i nostri sportelli, dal Punto Nuova Impresa a S.Te.p, il servizio per testare l’attività d’impresa attraverso strumenti di business design».

Tra le attività nuove, cresce la green economy e tutte le imprese ad essa correlate, dal settore dell’edilizia ad attività all’insegna della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente. «Molte nuove imprese operano nell’edilizia, ma portano con sé nuovi valori e una nuova visione del costruire, a partire dal risparmio energetico – continua Arrigoni -. C’è una crescita delle imprese innovative, come testimoniano le iscrizioni al nuovo registro delle Start- Up innovative, che conta già 71 nuove imprese. Ma settori tradizionali come quello manifatturiero si arricchiscono di nuovi sviluppi, ad elevato tasso hi-tech, come mostrano le tre imprese presenti nel nostro Incubatore, dall’attività specializzata nella creazione di prototipi di droni a quelle che puntano a soluzioni eco-compatibili e a produzioni “green”. La sfida che molte imprese stanno cogliendo è quella della progettazione e stampa in 3d e della creazione delle cosiddette “fabbriche intelligenti”». Il terziario continua ad essere tra i settori preferiti dagli aspiranti imprenditori: «A fianco delle attività tradizionali del commercio e dei servizi cresce il numero di imprese che punta sull’e-commerce, sulla creazione di “App” per smartphone, per intercettare una nuova clientela e allargare il proprio business. Anche nel turismo crescono le attività di facilitatori di servizi, con i nuovi profili del personal shopper e dell’organizzazione di eventi» spiega il direttore di Bergamo Sviluppo.

Quanto all’identikit dei nuovi imprenditori, si evidenzia un incremento dell’istruzione e della preparazione nel settore di riferimento: «Il target resta eterogeneo, ma la presenza dei giovani sfiora comunque il 30 per cento. Le aspiranti imprenditrici possono inoltre contare sull’ulteriore supporto offerto dallo Sportello Crisalide e dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile – continua Arrigoni -. Non manca chi si fa influenzare dalla moda del momento, pensiamo al boom delle sigarette elettroniche che solo l’anno scorso ha portato a diverse aperture. Le tendenze restano, ma sono fenomeni momentanei, come tali valutati nel corso dell’analisi e dei percorsi di accompagnamento d’impresa».

Un grande successo lo riscuotono gli Open Day “Facciamo impresa” promossi dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile: «Ogni imprenditore ha a disposizione fino a 4 ore di consulenza in ben otto ambiti diversi, affrontati da otto specialisti. Si va dall’esperto fiscale, a quello negli adempimenti, dal mercato alla comunicazione, dal mentoring al settore delle cooperative, ai marchi e brevetti – spiega Silvia Campana, referente di Bergamo Sviluppo e del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile -. Gli aspiranti imprenditori, in prevalenza dai 25 ai 40 anni, hanno le idee o molto chiare o ancora confuse. In generale, sono davvero pochi comunque coloro che azzardano o che si buttano in un settore che non conoscono a fondo. La preparazione è davvero alta, un fattore fondamentale per partire con il piede giusto». La Camera di Commercio propone poi ogni anno seminari e percorsi per le imprese, l’ultimo, organizzato alla fine di giugno, si è concentrato sui nuovi canali di finanziamento tra capitale di rischio e di debito, dal reward based all’equity crowdfunding, dal venture capital al private equity, ai business angels.

 

Bergamo patria dell’innovazione

La prima- e al momento unica a Bergamo-  impresa  iscritta al nuovo Registro Pmi Innovative, è la Cosberg di Terno d’Isola, specializzata nella meccatronica e nella produzione di macchine industriali. Sono invece 71 le imprese iscritte al Registro Start-Up Innovative, 37 in città e 34 in provincia.

In città

Wineamore Srl;  It-Change Srl; Diabetes Diagnostics  Srl; Prima Da Noi ; Tpm Srl; Driwe Srl; Virtualrobotix Italia ; Kalter Srl; W2w Solutions Italia Srl;  Energaia; Green Seed Srl;  Energaia Inventa Srl;  Delukim Srl; Officina Della Ricerca; Hermes Ventures  Srl; P2r Srl; Dom Byron; Time Changers Srl; Startapps Srl;  Ravaiola Tecnologica Srl;  Societa’ Agricola Brignano Energia ;  Verde Di Calcio; Tapmylife ; Covone Tecnologica ; Calcio Energia Srl Energetica Biometano; Progetto Biometano ; Wearestarting Srl; Al.Pi. Energia Srl; Exsicus Srl; Frutta Innovativa Srl ; Treverde Srl; Solitaly Srl; Soap Collection Srl; Nexapp Srl; Dronica Srl; Beleza Srl.

In provincia

Smartmechanical_Company Srl Albano Sant’alessandro ; Bio Last Laser Srl Albino;  Gmaker 3d Engineering S.R.L. Antegnate ;  Egaltech Srl Azzano San Paolo; Arcoingegno Srl Bonate Sotto; Armadillo Lab Srl Brusaporto; Avelina Srl  Chiuduno; Hair Cloud  Cividate Al Piano;  Nrg Green Recovery Power Systems  Brembate Di Sopra ; Thermo Recovery Srl Caravaggio; Mechatronics And Dynamic Devices S.R.L.  Dalmine;  Bigflo Srl Dalmine;  Made For School Srl  Dalmine; Servicewhale  Foresto Sparso ;More Srl Grassobbio; Plat1 Srl San Giovanni Bianco; Avanix S.R.L. Scanzorosciate ;  Progetto Ric  Stezzano; Whattaspot S.R.L. Trescore Balneario ;  Sun Go Srl Treviglio; Ipsum Srl. Treviglio;  Societa’ Agricola Bosco Verde Srl Treviglio; Green Lab Societa’ Consortile Treviglio;  Land Energy Srl Treviglio ; Verde Di Santa Cristina Srl Treviglio; Villanova Energia Srl Treviglio; Massalengo Energia Srl Treviglio; Verde Di Romano Srl Treviglio; Verde Di Seniga Srl Treviglio ; D.A.B.B. Innovazione Srl  Treviglio; Non Qualunque S.R.L. Treviglio; Fermopoint Srl Treviolo; Dxdrone Srl Treviolo ; Blaze Srl Vilminore Di Scalve.




Martinelli (Fogalco): “La formazione resta un passaggio basilare”

Riccardo Martinelli
Riccardo Martinelli

Il credito resta un aspetto centrale per chi si appresta a metter su un’impresa: «Le start-up sono sempre oggetto di maggiore attenzione da parte del sistema bancario – spiega Riccardo Martinelli, presidente Fogalco, cooperativa di Garanzia dell’Ascom-. La necessità spesso porta anche chi non ha una preparazione adeguata ad aprire un’impresa. Per questo non smettiamo mai di indirizzare gli aspiranti imprenditori alla nostra scuola di formazione e Accademia ad Osio Sotto». L’attenzione al progetto è sempre più alta rispetto agli scorsi anni: «Da un anno e mezzo gli aspiranti imprenditori sono sempre più cauti e attenti – continua Martinelli -. Cresce l’attività di consulenza, ormai in linea con quanto avviene all’estero, dove nessuno aprirebbe bottega senza prima fare un adeguato studio del settore e del mercato di riferimento. I progetti contano poi sull’esperienza dei rappresentanti di ogni categoria e settore del terziario che fanno parte del nostro Consiglio. Spesso ogni singolo progetto viene discusso più volte. Capita anche che venga bocciato ad una prima valutazione ed approvato in un secondo momento. A volte basta una rivalutazione dell’ubicazione dell’attività, che resta fondamentale nel terziario». Le nuove imprese sono pronte ad affrontare il mercato al meglio: «Ormai le start-up presentano la stessa media di rischio che hanno le imprese già presenti sul mercato da anni – continua il presidente di Fogalco -. Anzi, le nuove nate sono spesso più flessibili e pronte ad affrontare un mercato in continuo cambiamento. Per le imprese ormai presenti da anni il rischio è quello di non aggiornarsi e non essere pronte a riadattarsi al cambiamento».




Giocattoli, casalinghi, riscaldamento. Rodeschini in prima fila da 80 anni

da sinistra: Riccardo Galati, Gianandrea Lecco, Ivan, Marina e Barbara Rodeschini

 

Ve li ricordate i “chiodini”? Le capocchie colorate da infilare su una tavoletta bianca creando infiniti disegni. La Quercetti, che li ha inventati e continua a produrli, ora anche nella versione pixel per riprodurre l’effetto fotografia, ha realizzato una speciale e personalissima edizione per gli ottant’anni della Figli di Pietro Rodeschini, che ora, debitamente composta puntino dopo puntino, campeggia all’ingresso della sede di Gorle.

Non poteva che essere un gioco a rappresentare il traguardo dell’azienda, che alla vendita all’ingrosso dei giocattoli deve la metà del proprio fatturato e con il grande showroom pieno di tutti i possibili balocchi, molti in esclusiva, è capace di lasciare a bocca aperta i bambini di ogni età.

ivan rodeschiniIl “compleanno” è stato il 20 luglio. Ottant’anni esatti da quando, nel 1935, i giovanissimi fratelli Rodeschini fondavano la società che portava avanti in Valle Imagna l’attività ambulante dei genitori prematuramente scomparsi, vendendo nei mercati ferramenta, casalinghi e articoli di legno.

Da allora di passi ne sono stati fatti, seguendo e spesso anticipando l’evoluzione sempre più veloce del commercio. Cambiamenti di scenario anche repentini che, se hanno spiazzato tanti, non hanno mai trovato impreparata la compagine bergamasca. Oggi la Figli di Pietro Rodeschini Spa è forte di 35mila referenze tra casalinghi, ferramenta e giocattoli e si colloca nella “top five” nazionale delle aziende di distribuzione di giocattoli. È inoltre attiva nel settore energetico, anch’esso ramo storico dell’attività, che dalla fornitura di combustibili è passata man mano agli impianti (dal teleriscaldamento in giù) e ai servizi di manutenzione, con un forte plus dato dalle certificazioni.

L’azienda ha chiuso il 2014 con un fatturato di 30 milioni, in crescita (addirittura del 27% per i casalinghi). Circa 2 milioni sono generati dalla ferramenta, 2,5 dai servizi di riscaldamento e condizionamento, il restante è suddiviso tra giocattoli (60%) e casalinghi. Anche le prospettive per il 2015 sono positive e parlano di un +6% nel primo semestre.

«Un settore in ampliamento è quello della ferramenta – evidenzia il presidente Ivan Rodeschini – sul quale abbiamo investito con nuove referenze e nuovo personale, compreso un agente di vendita che sta espandendo il mercato nel Nord Est con possibili sbocchi oltreconfine».

rodeschini giocattoli rodeschini magazzino ridE dopo essere stata tra i pionieri degli acquisti in Cina (la prima missione è del 1982) non poteva mancare l’approdo, ormai da tre anni, nel retail on line, comprese le flash sales, le vendite a tempo, dal trend in forte crescita. La Rodeschini lavora oggi con colossi del calibro di Amazon. «Al canale on line cerchiamo di destinare prodotti appositamente selezionati – precisa il presidente – diversi da quelli dei negozi, che restano la nostra maggiore fetta di mercato, così da tutelarne l’offerta». «Il web è un settore schizofrenico, è difficile fare programmi e capire cosa funzionerà e per quanto tempo – aggiunge Riccardo Galati, che ha fatto il suo ingresso nell’azienda di famiglia nel 2012, mentre il padre Roberto è vicepresidente -. La nostra forza sta nell’assortimento e nella logistica, oggi che tutti cercano di non fare più magazzino, comprese le stesse aziende produttrici». «Avere un articolo e consegnarlo nel più breve tempo possibile è oro, soprattutto nel giocattolo», gli fa eco Gianandrea Lecco, che con Marina Rodeschini completa la quarta generazione impegnata in azienda. E di logistica la società s’intende, con cash and carry di 10mila metri quadrati gestito con il sistema della radiofrequenza.

La Figli di Pietro Rodeschini dà lavoro a 73 persone, 50 dipendenti e 23 in outsourcing. Con loro ed alcuni fornitori celebrerà il traguardo degli ottant’anni il prossimo 13 settembre al ristorante Da Vittorio di Brusaporto.

 




Agenti immobiliari, compravendite più sicure con la collaborazione di geometri e notai

convegno-fimaa_lug2015-ritFimaa-Ascom, l’associazione dei mediatori immobiliari di Bergamo stringe le sinergie con il Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Bergamo e con il Consiglio Notarile di Bergamo.

È il primo risultato del convegno “La centralità del Mediatore in sinergia con Tecnici e Notai a garanzia di compravendite sicure”, svoltosi ieri nella sala Mosaico del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazione di Bergamo. «Oggi per vendere un immobile ed offrire un servizio professionale di qualità oltre alla regolarità catastale è necessario verificare il percorso urbanistico dell’immobile ed eventuali trascrizioni pregiudizievoli – dice Luciano Patelli, presidente di Fimaa -. È un lavoro per il quale serve creare una rapporto di collaborazione con i geometri e i notai. Questa sinergia va a tutela dei nostri clienti ed eleva la nostra professionalità di mediatori facendoci diventare un punto di riferimento nelle compravendite immobiliari».

Da anni Fimaa collabora con i geometri nella redazione del Listino degli immobili, ora l’associazione dei mediatori immobiliari fa un passo in più con l’obiettivo di garantire ulteriormente le transazioni, nell’interesse degli acquirenti e della trasparenza.

«Stiamo studiando con il Collegio geometri una convenzione sul prezzo dei loro servizi di verifica urbanistica degli immobili – spiega Patelli -. E anche con i notai stiamo cercando di dialogare nella stessa lingua, soprattutto sulle problematiche che colpiscono il settore immobiliare e che ci vedono ugualmente interessati». «È importante – dichiara il presidente Fimaa – che si crei un tavolo con tutti i soggetti coinvolti nella filiera immobiliare: Ance, geometri, notai, architetti, ingegneri e mediatori. Noi abbiamo nozione di prima mano delle richieste del mercato e possiamo orientare le scelte delle imprese in modo che vadano incontro alle richieste e quindi abbiano meno invenduti. Siamo un pozzo di conoscenze del mercato che non va perduto».

Al convegno hanno partecipato Riccardo Martinelli, presidente Fogalco e vicepresidente Ascom Bergamo, Luciano Patelli e Oscar Caironi, rispettivamente presidente e vicepresidente Fimaa Bergamo, Mario Belotti, Marco Tucci del Consiglio Notarile di Bergamo, Daniele Mammani, avvocato e consulente legale Fimaa Italia, sulle compravendite e le responsabilità del mediatore.




Buone prassi aziendali, aperte le domande per il premio regionale

buone prassi aziendali - lombardiaSi è aperta il 20 luglio e si concluderà il 15 ottobre la raccolta delle buone prassi aziendali e organizzative per la responsabilità sociale delle imprese lombarde, progetto che premia e valorizza i comportamenti virtuosi, promosso dalla Regione e da Unioncamere Lombardia

Giunta alla sesta edizione, l’iniziativa ha registrato una crescente adesione, toccando il tetto delle 137 imprese premiate lo scorso anno.

La partecipazione è aperta sia alle piccole e medie imprese che alle grandi imprese e alle cooperative che si sono distinte per il loro impegno e comportamento responsabile verso la società, l’ambiente e gli stakeholder in generale (personale, clienti e fornitori, comunità locali, ecc).

Le categorie di riferimento – che recepiscono le indicazioni derivanti dalle linee guida normative ISO26000 – sono cinque: ambiente, lavoro, società, mercato, governo e gestione dell’azienda.

Tra il vantaggi del riconoscimento il “peso” che questo ha per l’ottenimento del “rating di legalità”, il sistema di premialità per le organizzazioni rispettose della legalità assegnato dall’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato, nonché come elemento di valutazione per l’accesso al credito bancario o concessione di finanziamenti e premialità sui bandi della Pubblica Amministrazione.

«Registriamo un costante aumento del numero di imprese lombarde attente alla valorizzazione del capitale umano e sensibili ai temi sociali e ambientali – dichiara Gian Domenico Auricchio, presidente di Unioncamere Lombardia –. È importante che, nel nostro ruolo istituzionale, si valorizzi questo impegno, dandone adeguato risalto, confidando che queste Buone Prassi diventino sempre più patrimonio comune di tutti».

«Sosteniamo fortemente questa iniziativa perché ha il merito di premiare le Buone Prassi aziendali che investono nella responsabilità sociale – afferma Mario Melazzini, assessore alle attività produttive, ricerca e innovazione di Regione Lombardia – un fattore che crediamo determinante per la crescita e lo sviluppo sostenibile del nostro tessuto imprenditoriale e su cui intendiamo continuare a destinare la massima attenzione».

L’istruttoria per vagliare richieste e documentazioni resterà aperta sino al 20 novembre.

Le imprese selezionate riceveranno ampia visibilità nel Repertorio delle Buone Prassi on line, nel sito completamente rinnovato nella grafica e nei contenuti.  Inoltre tutte le imprese parteciperanno all’evento di premiazione finale che si terrà a Palazzo Lombardia entro fine 2015 anno, con la consegna degli attestati di riconoscimento da parte di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia in una cerimonia pubblica




Ribolla: “Nelle imprese lombarde più donne e attenzione al welfare”

Alberto Ribolla
Alberto Ribolla

Per il mercato del lavoro lombardo il 2014 è stato un anno sospeso, di attesa. Non sono mancati i segnali positivi, in particolare tra le aziende medium e high tech, oltre alle conferme di alcune peculiarità tutte lombarde. In particolare si conferma l’alto tasso di femminilizzazione, una lieve contrazione dei contratti a tempo indeterminato, e la grande attenzione delle imprese ai programmi di welfare aziendale. Segnali quindi contrastanti quelli emersi dall’Indagine “Il Lavoro in Lombardia – Rapporto 2015” effettuata dal Centro studi di Confindustria Lombardia, in collaborazione con l’Università Cattaneo – LIUC, su un campione di 1.430 imprese rappresentativo di tutte le province lombarde (l’11,5% bergamasche). “Come emerge dal nostro monitoraggio regionale – spiega Alberto Ribolla, presidente di Confindustria Lombardia – nel 2014 tra le nostre imprese è tornato un clima di fiducia e cauto ottimismo. Gli imprenditori lombardi sono da sempre molto attenti al contesto e alle novità. Questo lo dimostra lo stand-by dei contratti a tempo indeterminato in attesa delle riforme del governo, ma anche l’attenzione al welfare aziendale: in un periodo di crisi infatti emerge con forza il ruolo sociale ricoperto dalle nostre imprese che, invece di tagliare, hanno deciso di incrementare i programmi di welfare aziendale. Anche l’aumento della presenza delle donne in ruoli decisionali e più in generale in azienda è sinonimo di maturità imprenditoriale”. “La maggiore dinamicità delle imprese dei settori medium e high tech emersa dai dati, poi, – aggiunge il presidente di Confindustria Lombardia – testimonia che la strada intrapresa dalle nostre imprese manifatturiere è quella giusta. Il prossimo salto è verso l’Industria 4.0 ma per affrontare il passaggio servono investimenti, anche in risorse umane high-skilled, oltre a una cabina di regia pubblico-privata”, conclude Alberto Ribolla.

Questi, nel dettaglio, i dati più significativi emersi dall’VIII edizione del Rapporto che sarà diffuso integralmente a settembre:

  • Nel 2014 si conferma la tendenza (già avviatasi da qualche anno) all’aumento significativo della quota di donne che ricoprono professionali apicali o semi-apicali (quadri e dirigenti). Oggi le donne coinvolte in ruoli di media e alta responsabilità pesano in Lombardia per il 12.1% del totale dei dipendenti.
  • Il 2014 ha registrato una lieve ma diffusa contrazione del numero di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato (-1.6% rispetto al 2013). Un’apparente inversione di tendenza rispetto ad una caratteristica consolidata degli organici lombardi – l’elevata quota dei lavoratori con contratto stabile – che aveva trovato conferma anche nei peggiori anni della crisi: una necessità vitale per le nostre imprese, che sulla costanza del rapporto di lavoro con i loro dipendenti più specializzati costruiscono uno dei principali asset competitivi. In realtà, come hanno ampiamente dimostrato recentemente i dati sulle Comunicazioni Obbligatorie nel I trimestre 2015 fornite dal Ministero del Lavoro, il fenomeno va ricondotto all’aspettativa per gli sgravi contributivi e per l’introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti sulle nuove assunzioni che sono effettivamente entrati in vigore dall’inizio del 2015;
  • Le imprese operanti nei settori a medio-alta e alta tecnologia sono le più aperte a donne e giovani, con una forte attenzione a politiche di retention delle risorse umane. Secondo l’indagine è in queste aziende che si riscontrano i più alti tassi di femminilizzazione dei dipendenti in Lombardia (rispettivamente 21.8% per le medium-high tech e il 30.8% per le high tech) e un ricorso superiore alla media regionale ai contratti di apprendistato (li usa il 26.2% delle aziende MHT e il 21.2% delle HT). Le imprese dei settori a maggiore intensità tecnologica brillano inoltre per la più alta incidenza di nuove assunzioni a tempo indeterminato (rispettivamente il 35.6% e il 52.2% del totale assunzioni) e maggior ricorso a strumenti di welfare (li utilizza rispettivamente il 46,7% delle MHT e il 52.5% delle HT);
  • Nonostante l’austerità imposta dalla lunga crisi, le imprese lombarde non hanno “tagliato” le risorse di welfare aziendale, anzi. In base all’indagine, nel 42% delle imprese lombarde i dipendenti beneficiano di programmi di welfare, in molti casi avviati proprio negli ultimi anni.

Il campione analizzato dal Centro studi di Confindustria Lombardia è composto da 1.430 imprese associate per 213.467 addetti. Il 72,4% delle imprese campione appartiene all’industria manifatturiera, il 27,6% al terziario. Il campione copre in maniera omogenea tutte le classi dimensionali, e tutte le classi di intensità tecnologica (Low Tech 22,4%, Medium Low 35,9%, Medium High 32,1%, High Tech 9,6%.

Il campione analizzato dal Centro studi di Confindustria Lombardia è composto da 1.430 imprese associate per 213.467 addetti. Il 72,4% delle imprese campione appartiene all’industria manifatturiera, il 27,6% al terziario. Il campione copre in maniera omogenea tutte le classi dimensionali, e tutte le classi di intensità tecnologica (Low Tech 22,4%, Medium Low 35,9%, Medium High 32,1%, High Tech 9,6%.