ATB, in distribuzione la carta della mobilità 2015

Carta MobilitàDa oggi è disponibile in ATB Point la Carta della Mobilità 2015, una guida utile e aggiornata per viaggiare informati con ATB. Nata nel 2003, la Carta della Mobilità illustra, con la collaborazione dei cittadini che utilizzano il servizio e le Associazioni dei consumatori, le caratteristiche e gli impegni assunti quotidianamente da ATB per soddisfare le esigenze della mobilità collettiva nel territorio di Bergamo e dell’hinterland. La Carta della Mobilità è uno strumento di conoscenza completo che ATB mette a disposizione, anche online sul sito www.atb.bergamo.it, nella prospettiva della maggior trasparenza possibile: numerose infatti sono le informazioni che spiegano i servizi offerti, il sistema tariffario, le regole del viaggio, le modalità e gli strumenti di comunicazione con la clientela e i risultati qualitativi evidenziati dalle indagini di soddisfazione sulla prestazione dei servizi erogati. La Carta della Mobilità non è solo una “carta d’identità” dei servizi di ATB Consorzio, necessaria ai fini della trasparenza istituzionale, ma è soprattutto un documento che riporta i principi, i risultati raggiunti e gli obiettivi preposti.

La Carta della Mobilità è distribuita gratuitamente presso:

  • ATB Point – largo Porta Nuova 16, Bergamo
  • Biglietteria Stazione Autolinee – Piazza Marconi 1, Bergamo
  • URP Comune di Bergamo – Palazzo Frizzoni, Piazza Matteotti 27, Bergamo
  • URP dei 27 comuni dell’area urbana
  • Turismo Bergamo – Aeroporto di Orio al Serio
  • i punti informativi dei soci ATB Consorzio
  • le sedi delle 3 circoscrizioni di Bergamo
  • le sedi di Adoc, Adiconsum, Federconsumatori, Movimento Consumatori e Unione Bergamasca Consumatori



Edilizia, Italcementi lancia i.nova POINT

i.nova PointItalcementi ha presentato al mondo dell’edilizia i.nova POINT, un’iniziativa dedicata alle rivendite per mettere a loro disposizione l’innovazione del Gruppo. L’obiettivo è favorire e alimentare il dialogo con la clientela privata, gli architetti, gli ingegneri, i prescrittori, i designer e più in generale con la building community sui temi dell’innovazione di prodotto e della sostenibilità. “Abbiamo scelto 300 rivendite in tutta Italia, di cui 100 al Nord, all’interno delle quali saremo presenti e facilmente riconoscibili con un presidio fisso – ha detto Stefano Roncan, direttore commerciale di Italcementi -. Metteremo a disposizione il network di relazioni di Italcementi con il mondo dell’architettura, il nostro centro ricerche i.lab al KilometroRosso, la gamma di prodotti orientati all’innovazione e alla sostenibilità e la possibilità di formazione del personale commerciale. Un approccio completamente nuovo per il settore dell’edilizia”.




Ubi Banca, più di 1.300 dipendenti donano un giorno di solidarietà

ubi_b5.jpgUBI Banca, in collaborazione con la Fondazione Sodalitas, si conferma partner di riferimento del non profit: più di 1.300 dipendenti hanno infatti aderito a “Un giorno in dono”, un progetto di solidarietà attraverso il quale è stato offerto a tutto il personale del Gruppo la possibilità di impegnarsi in un’attività di volontariato sui propri territori di riferimento. Ogni dipendente aderente, infatti, ha donato un proprio giorno di ferie, trascorrendolo presso una associazione e impegnandosi in una tra le 226 attività di volontariato proposte.

UBI Banca, a conclusione delle giornate, riconosce un contributo economico a favore di ciascuna organizzazione coinvolta, pari al totale del valore economico medio delle giornate lavorative corrispondenti a quelle donate dai lavoratori-volontari. L’edizione 2015 di “Un giorno in dono”, che dopo il successo della prima fase sperimentale milanese del 2014 si è svolta in tutta Italia coinvolgendo tutte le banche e le società del Gruppo, si è conclusa lo scorso 30 giugno. 78 organizzazioni non profit selezionate in collaborazione con Sodalitas hanno accolto i dipendenti di UBI nelle loro sedi in 30 diverse città e province italiane dove il Gruppo è particolarmente radicato. Grazie a tutti coloro che hanno deciso di mettersi in gioco il Gruppo riconoscerà una liberalità di oltre 130mila complessivi alle diverse organizzazioni coinvolte.

Il Gruppo UBI Banca nel corso degli anni ha attivato diverse iniziative di corporate social responsibility. La tradizionale vicinanza al territorio, e il conseguente legame di fiducia che si è instaurato nel tempo, hanno consentito inoltre a UBI Banca di mettere a disposizione del Terzo Settore i suoi canali fisici e virtuali, coinvolgendo spesso direttamente i suoi dipendenti e clienti, e di fornire una serie specifica di prodotti e servizi dedicati.

Per questo nel 2011 il Gruppo ha costituito UBI Comunità, divisione specificatamente dedicata al mondo del Non Profit, per migliorare l’efficacia delle sue azioni e sostenere le diverse realtà della società civile. In tal modo UBI Banca si propone come partner strategico delle ONP, con l’obiettivo di accompagnarle nel loro processo di crescita sostenibile e di supporto ai bisogni delle comunità di riferimento.




Ubi Pramerica Sgr, Ghidoni nuovo amministratore delegato

Andrea Ghidoni
Andrea Ghidoni

Il Cda di UBI Pramerica Sgr ha nominato Andrea Ghidoni amministratore delegato e direttore denerale dell’azienda. Il manager ha alle spalle una lunga carriera interna al Gruppo UBI del quale fa parte dal 2005 e dove ha ricoperto vari incarichi tra cui quello di responsabile dell’Area Organizzazione, dal 2011, e in precedenza di responsabile della Formazione, della Selezione, della Gestione delle Risorse Chiave e Alti Potenziali e delle Politiche Retributive di Gruppo. In precedenza ha lavorato, dal 2000 al 2005, nella practice Financial Institutions di Bain&Company dove si è occupato di consulenza strategica a vari Gruppi Bancari. Prima ancora ha esercitato la professione di Dottore Commercialista a Torino. Andrea Ghidoni ricopre attualmente anche l’incarico di Consigliere di amministrazione di Prestitalia. Si è laureato in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano nel 1996. Andrea Ghidoni succede ad Andrea Pennacchia, recentemente chiamato alla guida di IW Bank Private Investments. “Il valore che il risparmio gestito può generare è fondamentale per i risparmiatori che si trovano oggi ad affrontare un periodo prolungato di tassi di interesse insolitamente bassi – sostiene Ghidoni – sono quindi lieto di assumere l’incarico in questa fase cruciale, ma positiva, per un’industria in cui sarà sempre più importante offrire prodotti di qualità  in grado di soddisfare esigenze del cliente che vanno oltre il semplice rendimento”.




Riforma delle Popolari, convegno di Imprese & Territorio

ubi31.jpgLa riforma delle Banche Popolari rivoluzionerà la loro natura trasformandole da cooperative in società per azioni, quando le attività superino gli 8 milioni di euro. Per approfondire i principali aspetti della riforma col contributo di autorevoli relatori, Imprese & Territorio ha organizzato per giovedì 2 luglio, alle 18, all’ex Borsa Merci di Bergamo, un convegno dal titolo “La riforma delle Banche Popolari – Profili di costituzionalità e modelli alternativi”. L’incontro, patrocinato dalla Camera di Commercio di Bergamo, vedrà gli interventi di Giuseppe Guerini, presidente di Imprese & Territorio, Giulio Sapelli dell’Università degli Studi di Milano, Giovanni Ferri della Libera Università di Maria Santissima Assunta (Lumsa) di Roma, Mario Zanchetti dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza e Maurizio Allegro Pontani, Sergio Di Nola e Antonino Restuccia dello Studio Legale Di Nola, Restuccia, Pontani di Milano.

Modera i lavori Marco Girardo, Caporedattore Redazione Economica del quotidiano “Avvenire”. Per informazioni è possibile contattare la segreteria di direzione di Imprese & Territorio (tel. 035.274.263; e-mail segreteriadirezione@artigianibg.com).




ATB, positivo il 2014. Ancora investimenti

Il Bilancio consolidato 2014 del Gruppo ATB – che comprende oltre alla Capogruppo ATB Mobilità, i risultati di ATB Servizi, Trasporti Bergamo Sud Ovest, ATB Consorzio, Nuovi Trasporti Lombardi, Tramvie Elettriche Bergamasche e Bergamo Parcheggi – chiude con un utile di competenza del pari a 1.925.347 milioni di euro. Il margine operativo lordo è pari a 6,3 milioni (erano 5,7 nel 2013) e di segno positivo risulta anche la differenza tra valore e costi della produzione con un risultato di 2,9 milioni di euro (2,3 nel 2013). Tutte le imprese partecipate, anche al di fuori dell’area di consolidamento, presentano risultati positivi, in miglioramento o in sostanziale pareggio.

Il valore della produzione sfiora i 40 milioni di euro, in crescita del 2,5% rispetto all’anno precedente e la situazione patrimoniale conferma la solidità della società che presenta, al 31 dicembre 2014, un patrimonio netto di oltre 55 milioni di euro. Il Gruppo ATB, che nel corso del 2014 ha rinnovato la flotta con l’acquisto di 21 nuovi autobus e la sostituzione integrale dei parcometri in città (130 nuovi), si appresta ad affrontare nel biennio 2015/2016, importanti investimenti sia nel campo del trasporto pubblico (nuovi sistemi di bigliettazione elettronica e di emissione a bordo dei biglietti, acquisto di nuovi autobus), sia nel campo dei servizi per la mobilità (infomobilità integrata, sistema di indirizzamento ai parcheggi, estensione del bike sharing, controllo delle Ztl con telecamere).

A tal fine, l’assemblea ha anche approvato il “Piano Programma 2015-2017” che comprende i principali investimenti nel triennio di ATB Mobilità. “I risultati positivi – annota Alessandro Redondi, presidente di ATB – ci consentiranno di proseguire nella politica degli investimenti e dello sviluppo dei servizi. Tutto ciò nonostante sia ancora incerto e in evoluzione il quadro normativo delle gare per l’affidamento dei servizi di Trasporto Pubblico, e in ulteriore calo le risorse (-3%) per l’anno 2015”. nuovi-bus-atb-631x354“Il bilancio di ATB Mobilità e quello consolidato di Gruppo – dichiara il direttore generale Gianbattista Scarfone – evidenziano, anche in un momento economico e normativo difficile, l’impegno nel garantire e migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini nel trasporto pubblico e per una mobilità sempre più moderna ed integrata”.




Alleanza tra Sea e Sacbo, Radici: “Si aprono prospettive interessanti”

aeroporto-di-Orio-al-Serio-2013-129Sea, la società di gestione degli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa nonché socia, e Sacbo hanno dato mandato all’Università degli Studi di Bergamo – che contiene al suo interno competenze tecniche e scientifiche che la caratterizzano per la sua unicità – per valutare la possibilità della costituzione di un unico soggetto a cui afferiscano, anche indirettamente, le gestioni degli aeroporti di Milano Malpensa, Milano Linate e Bergamo Orio al Serio, attualmente gestititi dalle due Società.

La valutazione prevede l’analisi dei seguenti aspetti: analisi dello scenario di riferimento macro e microeconomico, del contesto normativo nazionale e comunitario, delle condizioni di miglior sviluppo sostenibile, ambientale e territoriale e degli elementi di autonomia gestionale rispetto all’attuale configurazione. la valutazione, comprenderà inoltre l’analisi degli assetti azionari, pubblici e privati, degli elementi di convenienza economico-finanziaria, delle potenzialità di posizionamento di mercato e il Piano Industriale

Il referente per l’espletamento del mandato è il rettore dell’Università, Stefano Paleari. “Si apre una prospettiva interessante sulla quale ragionare – ha dichiarato Miro Radici, presidente di Sacbo -. L’incarico a Paleari ci mette nelle condizioni di valutarla col massimo di competenza e di serenità”. “E’ un passo importante – ha commentato il presidente di Sea, Pietro Modiano – da cui può scaturire, e io me lo auguro, quel processo di integrazione del sistema aeroportuale lombardo che mi pare quanto mai necessario per valorizzare le rispettive infrastrutture nel rispetto dei territori”. “Ringrazio Sea e Sacbo e i rispettivi azionisti, per la fiducia accordatami – ha commentato Paleari -. Studierò le possibilità alla luce della situazione e delle prospettive del trasporto aereo e delle istanze raccolte dagli stakeholders. Mi auguro che il lavoro che verrà svolto possa essere un elemento di chiarezza e un’opportunità di crescita nell’interesse di tutte le parti”.

Il planisfero degli aeroporti del nord diventa dunque una sorta di biliardo. Un colpo di sponda a ovest per fare rimbalzare gli effetti a est e aggirare i birilli posti da Verona e Venezia con il concorso di Brescia. Tutto ciò in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato in merito al ricorso avverso la concessione dell’Aeroporto di Montichiari, attesa a giorni. E se si dovesse decidere per una gara europea per la gestione dello scalo bresciano, ecco che l’asse Sea-Sacbo avrebbe numeri da far valere




Birra, vino e bevande: i fusti nati a Bergamo alla conquista del mondo

Ha inventato un prodotto e il modo per realizzarlo. Ed ora sta bruciando le tappe per produrlo in tutto il mondo. L’ascesa è quella di PolyKeg, società con sede a Grassobbio che fa parte di un gruppo con esperienza ventennale nel settore dei contenitori in Pet. Ha portato l’innovazione nei fusti per spillatura, riuscendo a realizzarli in materiale plastico, monouso, completamente riciclabile e compatibile con i sistemi di riempimento e spillatura già esistenti. Cosa significa? Un’alternativa ai pesanti fusti in acciaio utilizzati per mescere birra, bibite e vino alla spina, con vantaggi importanti sul piano della logistica. «I fusti in acciaio – spiega Sergio Sonzogni – sono pesanti, il che significa difficili da movimentare ma anche che su ogni trasporto incide fortemente la tara. Inoltre sono forniti dietro cauzione e vanno restituiti, richiedono perciò un viaggio di ritorno, senza contare che per essere riempiti di nuovo devono essere trattati. Questo rende in pratica impossibile spedire lontano ciò che si imbottiglia. I nostri fusti riducono quasi a zero questi svantaggi essendo a perdere e completamente riciclabili».

L’azienda ha messo a punto una famiglia di fusti con quattro diverse capacità ma anche attacchi in grado di adattarsi ai cinque sistemi più diffusi del mondo, riciclabili anch’essi. I prodotti hanno incontrato il favore di produttori di bevande e birra, da Pepsi Italia ai birrifici Paulaner, Chimay, Pedavena, Menabrea, solo per citarne alcuni. «Vendiamo già in tutto il mondo – evidenzia Sonzogni – ma abbiamo l’esigenza essere più vicini ai clienti, per questo entro l’anno contiamo di aprire stabilimenti in Belgio, Nord America e Australia».

Luca Ungarelli e Sergio Sonzogni
Luca Ungarelli e Sergio Sonzogni

Lo sviluppo dell’azienda e le nuove prospettive sono state possibili grazie all’ingresso di 035 Investimenti, società costituita di imprenditori bergamaschi che effettua investimenti in aumento di capitale in piccole e promettenti realtà del territorio. Motivo per cui l’esperienza è stata raccontata nel corso di un incontro in Camera di Commercio sui canali innovativi di finanziamento per le imprese.

«Abbiamo capito che il prodotto era valido – ricorda Sonzogni – ma anche che occorreva fare presto per portarsi più vicino ai clienti e per questo ci serviva un sostegno finanziario adeguato. La banca non ha probabilmente capito la portata del progetto, ma è comunque grazie ad essa che abbiamo conosciuto 035 Investimenti. Il fondo non ci ha chiesto gli ultimi tre anni di bilancio, ci siamo intesi parlando di macchine e l’accordo si è concluso in alcuni mesi». L’ingresso in società è del 2013 e ora l’azienda dà lavoro direttamente e indirettamente a una quarantina di persone. «035 Investimenti – spiega il responsabile operativo Luca Ungarelli – è costituita da imprenditori bergamaschi e investe diventando socio di minoranza su Bergamo e la Lombardia in settori industriali e su realtà che siano proprietarie di tecnologia. La crescita è l’obiettivo comune a noi e alle aziende».

All’estero PolyKeg approderà con nuovi stabilimenti in punti strategici da cui distribuire i fusti a più clienti o con impianti realizzati direttamente nella sede del cliente vendendo le eccedenze sul mercato dell’area. La produzione di tutti i componenti, dalle preforme alle valvole, rimane invece a Bergamo. «Belgio, Nord America e Australia sono le prime mete – conclude Sonzogni -, ma nei progetti ci sono anche Romania, Regno Unito e Sudafrica».




Business angel e imprese, un’agenzia “matrimoniale” li fa incontrare

La direzione è ormai chiara. Il sistema bancario ha stretto i cordoni della borsa  (anche per via dei requisiti patrimoniali di Basilea 2 e 3) e per le aziende ottenere finanziamenti è diventato più difficile. Diventa perciò obbligatorio guardarsi attorno e andare alla scoperta di canali alternativi e innovativi, tra capitale di rischio e di debito.

Una panoramica l’ha offerta il convegno (qui tutti i relatori) promosso dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile della Camera di Commercio di Bergamo e realizzata da Bergamo Sviluppo in collaborazione con l’Incubatore d’Impresa, mercoledì 24 giugno all’ex Borsa Merci in città.

Il partecipato incontro ha fatto luce su strumenti diversi, come crowdfunding, business angels, venture capital, private equity fino alla quotazione sul mercato alternativo del capitale Aim Italia, all’emissione di cambiali finanziarie e di minibond. Strumenti ai quali in Italia si ricorre ancora poco, ma che, in accordo anche con le dinamiche internazionali e con la necessità di partire alla pari nella competizione e non essere gravati dal fardello del credito, sono destinati a crescere.

Le tipologie sono diverse, ma ciò che è emerso è che anche realtà medio-piccole possono avvicinarsi e valutarne le opportunità. Tanto più che anche a Bergamo sono presenti realtà che operano in questi campi, rendendo di fatto più legato al territorio l’intervento. È il caso di Opstart, piattaforma di crowdfunding per le start up innovative, o del progetto BacktoWork24, società del Gruppo 24ore, che ha un referente anche per Bergamo, Marco Bracci. «Il fondatore Carlo Bassi – ha ricordato Bracci – l’ha definita “un’agenzia matrimoniale” tra le aziende alla ricerca di capitali per svilupparsi e l’esperienza professionale di manager maturi, che la congiuntura sta escludendo dal mercato del lavoro e che vogliono investire i propri capitali ed esperienza diventando soci dell’impresa». Oltre che di risorse finanziarie l’apporto è, quindi, di capitale umano, ugualmente importante, e forse più, per la crescita e la competitività.

Bergamasca è anche 035 Investimenti, società nata nel 2012 da un gruppo di imprenditori del territorio, che investe nel capitale di aziende di piccole dimensioni di Bergamo e della Lombardia per favorirne lo sviluppo a livello nazionale e internazionale. Proprio l’ingresso di 035 Investimenti come socio di minoranza nella PoliKeg di Calcinate porterà l’azienda a realizzare impianti in tutto il mondo per la produzione del proprio innovativo fusto per sistemi di spillatura in Pet completamente riciclabile, che manda in pensione i fusti in acciaio, pesanti e gravati dai costi di restituzione e riempimento.

Come sempre, gli scogli maggiori per l’accesso a questi nuovi canali sono di tipo culturale, oltre ai ritardi legislativi tipici del sistema Italia. Il problema di chi ha un’azienda è dover condividere le decisioni con gli investitori, visto come una limitazione della propria autonomia. Chi investe però lo fa perché crede nel progetto ed ha interesse a farlo crescere.

IL CASO/Advicy Technology

«Con il crowdfunding abbiamo testato il mercato del nostro dispositivo antisonnolenza»

Giorgio Ferrari - Advict TechnologyTra i casi aziendali presentati all’incontro quello di Advicy Technology, start up operativa a Bergamo, ma con sede legale a Londra per potersi iscrivere alla piattaforma Kickstarter, la più grande al mondo per progetti creativi, non ancora presente in Italia quando è partita la ricerca dei fondi. Ha messo a punto e realizzato un dispositivo antisonnolenza alla guida, composto da un braccialetto che rileva il battito cardiaco e da un’app che mette in relazione i dati rilevati con la soglia di attenzione del guidatore e avvisa con un segnale sonoro e luminoso per consigliare una sosta prima che sia troppo tardi. «Avevamo il prototipo funzionante – racconta Giorgio Ferrari, 31 anni, uno dei quattro giovani fondatori della società -, ci mancava di capire il mercato. Così abbiamo deciso di testarlo attraverso il web rivolgendoci ad un pubblico di innovatori». Tra le diverse forme di crowdfunding, che vanno dalla semplice donazione all’investimento, hanno optato per il crowdfunding reward based, ossia il finanziamento di un progetto attraverso la prevendita del prodotto che sarà realizzato. «La campagna non è andata a buon fine – ammette Ferrari -, ma l’operazione è stata utile per noi per aprire e validare il mercato. Abbiamo capito che è meglio indirizzarci verso aziende piuttosto che sui consumatori finali. Il nostro cammino perciò prosegue, anche perché il prodotto c’è già e lo abbiamo realizzato tutto con competenze interne, in questa fase dello start up il capitale non era fondamentale». «Di certo anche l’insuccesso è formativo – conclude filosoficamente – sull’esperienza si impara e in più si vede come si reagisce».

 




In edicola anche bibite e snack. «Una boccata di ossigeno per le attività»

Le edicole cambiano ancora una volta il loro volto. Dopo aver fatto spazio a gadget e servizi diventano anche un piccolo punto di ristoro vendendo – accanto a quotidiani e periodici, che devono restare l’attività prevalente – acqua, bibite, caramelle e snack, ossia prodotti alimentari confezionati che non richiedono particolari trattamenti di conservazione.

È quanto previsto dagli “indirizzi regionali per il riordino del sistema di diffusione della stampa quotidiana e periodica”, proposti dall’assessore al Commercio, Turismo e Terziario della Regione Lombardia Mauro Parolini e approvati ora dal Consiglio regionale. Il provvedimento intende accompagnare i gestori verso un’evoluzione che pare inevitabile di fronte alla contrazione della domanda e alla crisi dell’editoria. Ed è in quest’ottica che contiene anche la possibilità di destinare una parte della superficie di vendita all’erogazione di ulteriori servizi, come l’informazione turistica.

Delle due novità, quella salutata con maggiore favore dagli operatori è la possibilità di vendere bibite e confezioni. «Rappresenta una boccata d’ossigeno – commenta Marco Paciolla, presidente del gruppo Rivendite giornali e riviste dell’Ascom di Bergamo -, una possibilità di integrare le vendite che fa sicuramente comodo per il nostro settore, in difficoltà per il calo dei consumi ma anche per le politiche sugli abbonamenti portate avanti dagli editori, fortemente penalizzanti». «Della piccola distribuzione, le edicole restano tra i pochi esercizi che continuano ad intercettare ampi flussi di clientela, anche se le spesa media ed i margini sono molto bassi. Vendere anche questi articoli dà delle possibilità in più».

marco paciolla - presidente edicolanti ascomCapiterà così che il ragazzino che compra il fumetto decida anche di sgranocchiarci qualche caramella insieme o che in una giornata calda ci si fermi all’edicola per un bibita in lattina. «Il problema sono semmai gli spazi – rimarca Paciolla -. Nei classici chioschi, dove è già difficile far stare la grande quantità di pubblicazioni e gadget, sarà dura introdurre anche articoli alimentari e magari anche un frigorifero per tenere fresche le bibite. Ma credo sia proprio sulle superfici che si gioca la sfida per il futuro delle edicole». Lo dice a ragion veduta. «Ho passato 14 anni in piccolo chiosco e conosco le difficoltà – ricorda -. Ad un certo punto ho capito che per stare al passo occorreva una svolta».

Da un anno è mezzo la sua Edicola Al Ponte è diventata un vero e proprio tempio dell’editoria, trasferendosi in un punto vendita di oltre 250 metri quadrati, a Grassobbio in via Azzano, 71/d. Basti pensare che le pubblicazioni occupano 50 metri lineari su cinque ripiani. E poi ci sono cancelleria, cartoleria, articoli regalo, ricevitoria, scommesse e tutti quei servizi che si possono effettuare tramite terminale, dal pagamento delle bollette alle ricariche telefoniche. «Caccia, pesca, cucito, riviste di nicchia, da noi gli appassionati di ogni argomento trovano ciò che fa per loro – evidenzia –. Quello che cerco di fare è dare un servizio e fidelizzare il cliente, facendogli capire che non serve rincorrere ogni volta la testata che gli interessa, ma che se lo desidera può trovarla puntualmente qui». «In Bergamasca – prosegue – la gestione di così tante referenze, tra ordini e resi, si è, tra l’altro, semplificata di molto grazie al sistema informatico che mette in rete i punti vendita con la società di distribuzione Dif, realizzato nell’ambito di una collaborazione con l’Ascom. Ciò ci dà ancor più la possibilità di curare il servizio e proporci con professionalità».

edicola al ponte - grassobbioSecondo Paciolla, in un mondo in cui ormai tutti vendono tutto e riviste e giornali si trovano anche nei bar e nei supermercati, «competenza e specializzazione possono ancora fare la differenza». E non vede così nero il futuro della carta stampata. «Leggere testi su uno schermo resta poco piacevole – nota – e poi quando si fa una ricerca su internet si finisce sempre dirottati su altri argomenti, per non parlare delle pubblicità e delle finestre che si aprono. Direi che le pubblicazioni cartacee mantengono il loro valore».

Ma anche il suo caso aziendale dimostra che non si vive di soli giornali. E il provvedimento regionale che amplia le merceologie lo conferma. «Secondo me la professionalità paga – rimarca -, ma è indubbio che è importante anche riuscire ad integrare le vendite. La possibilità di proporre dei prodotti alimentari ci restituisce una piccola opportunità, anche se tardi, dopo il duro colpo che il settore ha subito con la libertà di commercializzazione di quotidiani e periodici in altri esercizi, come i bar. Adesso probabilmente questa novità darà fastidio a qualcun altro, ma ormai la direzione del commercio è questa». «Tutti stanno soffrendo per il calo dei consumi, le edicole hanno ulteriori problemi e i piccoli chioschi ancora di più. Per andare avanti oggi servono progetti coraggiosi».