Popolare di Bergamo, utile a 44 milioni

ubi_b5.jpgIl Cda della Banca Popolare di Bergamo ha approvato la situazione patrimoniale ed economica alla fine del primo trimestre 2015 che evidenzia un utile netto di 43,9 milioni, in crescita del 2,09% rispetto al risultato del medesimo periodo del 2014 (pari a 43 milioni). La gestione operativa, pari a 91,4 milioni, ha evidenziato una flessione di 9,3milioni (-9,22%) determinata dalla contrazione del 4,49% dei proventi operativi (-9,5 milioni) alla quale si è contrapposta la lieve diminuzione degli oneri operativi (- 0,2 milioni, -0,21%).

In evidenza, in particolare, la positiva dinamica del risultato dell’attività di negoziazione, copertura e cessione crediti (+1,9 milioni) e degli altri proventi e oneri di gestione (+0,4 milioni) mentre sono in calo il margine d’interesse (-7,67%, -8,6 milioni) e le commissioni nette (-3,51%, -3,2 milioni da attribuire in particolare alla netta contrazione delle commissioni di collocamento di titoli di Gruppo); la crescita delle spese del personale (+2,3 milioni, + 3,48% principalmente dovuta agli effetti derivanti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro – incrementi tabellari da luglio 2014 e ripresa maturazione TFR da gennaio 2015) è stata bilanciata dai risparmi nelle altre spese amministrative (-2,3 milioni, -5,32%).

Il rapporto Cost/Income si posiziona al 54,86% contro il 52,51% del primo trimestre 2014. Nei primi tre mesi dell’anno sono state effettuate rettifiche su crediti per 25 milioni (33 milioni a marzo 2014, -24,25%), di cui 9,8 milioni su sofferenze e 12,7 milioni su incagli, posizionando il costo del credito allo 0,53% annualizzato, in decisa flessione rispetto allo 0,71% di fine primo trimestre 2014. Circa gli aggregati patrimoniali, a fine marzo gli impieghi alla clientela si sono attestati a 18,9 miliardi con un incremento di un punto percentuale sul dicembre 2014, determinato principalmente dalla crescita del comparto dei mutui (+2,47%, +0,3 miliardi) e parzialmente compensato dalla flessione delle altre operazioni e dei conti correnti. Nel trimestre si rilevano nuove erogazioni di finanziamenti a medio/lungo termine per 778 milioni a favore sia dei privati che delle imprese. Da fine 2014 il comparto dei crediti deteriorati netti, attestatosi a 1,5 miliardi (pari all’8,02% dei crediti netti verso la clientela, 7,93% a fine 2014), si è incrementato di circa 2,2 punti percentuali in seguito del contemporaneo aumento di sofferenze ed incagli. Con riferimento agli indicatori di rischiosità, il rapporto sofferenze nette/impieghi netti è pari al 4,32% (stabile rispetto a fine 2014 allora pari al 4,33%), in crescita invece il rapporto incagli netti/impieghi netti al 2,85% dal 2,72% dello scorso dicembre.

La raccolta totale alla fine dei tre mesi si è attestata a 47,9 miliardi con una crescita di circa 3,3 punti percentuali dal dicembre 2014. Più in particolare, la raccolta diretta da clientela, pari a 15,1 miliardi, raggiunge 20,4 miliardi (-2,39% da fine 2014) se si comprendono i prestiti obbligazionari (PO) emessi dalla Capogruppo e collocati dalla Banca (complessivamente 5,2 miliardi circa).

La raccolta indiretta da clientela ordinaria (al netto dei PO UBI collocati dalla Banca) è pari a 27,5 miliardi, suddivisi fra “raccolta amministrata” per 11,6 miliardi (+3,85%) e “risparmio gestito” comprensivo di “polizze vita” per 16 miliardi (+11%). Il patrimonio ed i coefficienti di vigilanza a fine primo trimestre 2015 sono stati calcolati applicando la normativa Basilea 3.

A fine marzo il rapporto fra il capitale primario di Classe 1 ed il totale delle attività di rischio ponderate (Common Equity Tier 1) risulta essere il 18,06%. Medesima percentuale sia per il rapporto capitale di Classe 1 ed il totale delle attività di rischio ponderate (Tier 1) che per il rapporto Total Capital Ratio.




Sacbo, Bellingardi nuovo direttore generale

Bellingardi EmilioIl Cda di Sacbo – la società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio – ha preso atto delle dimissioni del direttore generale Andrea Mentasti, disponendo che tale ruolo e le rispettive funzioni vengano affidati a Emilio Bellingardi, attuale Chief Operating Officer a partire dal 01/06/2015.

Il cda di Sacbo – si legge in una nota – esprime ad Andrea Mentasti “profonda riconoscenza e vivo ringraziamento per l’operato manageriale svolto nel corso dei quattro anni d’incarico e augura i migliori successi per il suo futuro professionale”. Emilio Bellingardi ha iniziato nel 1979 la sua attività nell’ambito del sistema aeroportuale milanese ricoprendo vari ruoli professionali. E’ presente in Sacbo dal 2006 con il ruolo Chief Operating Officer.




Centri commerciali in crisi. Citerio (Fisascat): «Il 2015 sarà l’anno delle ristrutturazioni»

«Il commercio e i consumi stanno attraversando crisi profonde e cambiamenti, ma in questa fase la sensazione è che le piccole insegne riescano a reggere il colpo meglio delle grandi. Sin dalla fine del 2014 sostenevamo che la ripresa non sarebbe iniziata nel 2015. La crisi dura dal 2008 e si è ulteriormente accentuata dal 2012 al 2014. Le grandi catene hanno retto in questi anni, ma ora i conti iniziano a pesare per la grande distribuzione e quest’anno si annuncia come l’anno delle ristrutturazioni e dei riassestamenti delle catene» commenta Alberto Citerio, segretario provinciale della Fisascat Cisl.

Si rivedono le strategie di marketing: «La concorrenza a suon di volantini e promozione dei “sottocosto” ha risicato i margini e creato ben più di un problema nei conti economici – continua -. Ora assistiamo ad una riduzione delle promozioni, con ribassi che interessano più che altro i prodotti a marchio, oltre ad una riduzione delle referenze tra gli scaffali».

A cambiare sono anche le abitudini dei consumatori: «I dati sui consumi più recenti evidenziano un aumento del numero degli scontrini battuti, ma i carrelli sono sempre più ridotti. Si sta inoltre riscoprendo la sobrietà, un concetto che stride con i numeri e la filosofia della gdo. Al supermercato ci si va sempre più spesso, ma si compra sempre meno e la situazione dei piccoli negozi sembra migliorare a discapito di quelli grandi». Non a caso grandi catene come Carrefour stanno aprendo market di dimensioni ridotte, come quello in centro in Largo Rezzara e l’ex Billa (già ex Standa) in via Tiraboschi, oltre ai punti vendita Essere & Benessere, l’anima bio della catena francese, come il negozio che in via Carducci occupa i locali dell’ex Blockbuster.

I dati più recenti dei primi tre mesi di quest’anno evidenziano una timida ripresa del comparto commerciale bergamasco rispetto allo stesso periodo del 2014: «È il secondo segno positivo che incontriamo dal 2008 ad oggi, dopo il +1,1% del quarto trimestre 2013. Il comparto alimentare arranca ancora (-0,8%) ma a soffrire è la media e grande distribuzione».

presidio sindacati fisascat auchemn bergamoIl caso di Auchan, il primo centro commerciale ad aver aperto a Bergamo nel 1976,  in piena trattativa è emblematico: «La multinazionale deve ridurre di 50 milioni di euro il costo della forza lavoro. Si parla di 1.462 posti in tutta Italia, di cui 29 a Bergamo ed altri 6 nel magazzino di Calcinate. Sabato c’è stato lo sciopero dei lavoratori ed il 12 maggio è la data del primo incontro a Roma». Negli ultimi mesi la geografia della grande distribuzione del territorio è sempre più incerta, tra chiusure, cessioni, cambi di insegne e ridimensionamenti: «Billa ha ceduto alcuni negozi al gruppo Carrefour, come l’ex Standa in via Tiraboschi, ma ha deciso di chiudere Cisano Bergamasco, dove erano impiegati una ventina di lavoratori, in mobilità dai primi di marzo – fa il punto Citerio -. È previsto un incontro per la questione Mercatone Uno al Ministero dello Sviluppo Economico, dal quale dipende il futuro di 4mila lavoratori in Italia, di cui 40 a Verdello. Siamo all’inizio degli incontri per Mediamarket, il gruppo di Curno che opera con i marchi Mediaworld e Saturn, che prevede 900 esuberi in Italia e la chiusura di sette punti vendita sul territorio nazionale, nessuno in Bergamasca. Le trattative sono in corso: l’azienda ha dato la sua disponibilità a vagliare diverse ipotesi ed il clima è positivo e costruttivo».

Il 2015 si è aperto con il passaggio di Zerbimark al Gruppo Sigma: «Un’attività storica anche per il nostro territorio, che nel passaggio al Gruppo Sigma ha portato alla chiusura di alcuni negozi, tra cui quello di Sarnico che impiegava 15 lavoratori». Il 2014, nonostante l’arrivo della Brebemi, ha visto sgretolarsi lo shopping center di Cortenuova Le Acciaierie: 175 negozi su due piani per 44mila metri quadrati, nato per rappresentare la meta dello shopping della Bassa, ma chiamato ad affrontare negli ultimi anni la concorrenza del centro commerciale di Antegnate: «A novembre è scomparsa la galleria commerciale, dopo che il supermercato Bennet aveva chiuso ad ottobre, con 78 dipendenti diretti dell’ipermercato». La corsa alle aperture di nuovi centri commerciali a suon di investimenti ha alterato il mercato: «L’investimento nel 2011 del Gruppo Lombardini nel Centro Commerciale di Mapello, con una notevole esposizione finanziaria, ha messo in crisi di liquidità lo storico gruppo bergamasco della grande distribuzione, con quartiere generale a Dalmine, che negli anni Settanta deteneva la leadership nazionale della gdo – prosegue il segretario Fisascat-Cisl -. Il riassetto societario- la cessione a Lillo Spa di Caserta delle insegne Ld, ora Md discount; il passaggio di mano degli ipermercati di Treviglio e Mapello alla Coop e gli altri cambi di insegne Comprabene, Conad e GrosMarket – ha portato a farne le spese più di duecento lavoratori, tra cassa integrazione straordinaria e procedure di mobilità. È stato il collasso di un vero e proprio impero, ma anche il segnale di un modello distributivo che ha fatto il suo tempo. Eccezion fatta per i discount, le aziende della gdo di medie dimensioni non reggono il confronto dimensionale con le multinazionali degli ipermercati».

Da ricordare anche il ridimensionamento dell’Iper a Oriocenter, il centro commerciale per antonomasia della provincia: «Nella primavera del 2014 l’ipermercato ha deciso di rinunciare ad un intero piano, dimezzando gli spazi commerciali, passando da una superficie di 13.400 metri quadrati ad una di 7.200 metri quadrati». Sulla situazione di crisi generale che la grande distribuzione sta attraversando nel nostro territorio pesa anche – oltre alla rivoluzione in atto nei consumi – l’ondata di liberalizzazioni introdotte dal Governo Monti: «Il provvedimento del 2012, arrivato in piena crisi, ha distorto il meccanismo delle vendite, esacerbando la concorrenza tra centri e la rincorsa alle aperture domenicali, troppo spesso in perdita».

Una crisi annunciata

Da tempo la Cisl aveva sottolineato come l’occupazione iniziasse a dare segni di cedimento, rilevando una crescita di 150mila metri quadri dal 2003 al 2013 destinati alla grande distribuzione, fino ad arrivare a quota 500mila metri quadri nel 2013. «Nonostante i segni di un lento declino di questo modello di commercio siano già stati lanciati è ancora viva la tendenza a costruire mega strutture per il commercio – commentava in un comunicato alla fine del 2014 Alberto Citerio -. Ora serve una regia territoriale condivisa che sappia gestire l’esistente e lo sviluppo per evitare cattedrali nel deserto e l’uso inappropriato del territorio, mentre avvii una gestione oculata delle potenzialità occupazionali».  In dieci anni (secondo i dati di UnionCamere Lombardia elaborati dalla Fisascat-Cisl di Bergamo) la superficie di territorio destinata alla grande distribuzione è passata dai 292.225 metri quadri del 2003 agli oltre 446mila quadri del 2013. Nel frattempo, la popolazione degli addetti è passata dai 20.500 del dicembre 2011 ai 20.108 del dicembre 2013. Due cifre per definire l’impatto della “grande crisi” sul pianeta del commercio in provincia di Bergamo. Il settore che era naturalmente il salvagente occupazionale degli altri comparti (soprattutto manifatturieri)  segna il passo ma, soprattutto, delinea scenari per il futuro particolarmente inquietanti. Se infatti il continuo crescere degli spazi destinati ai grandi centri commerciali, ma anche alle strutture di medie dimensioni ( dai 470 mila ai 615 mila metri quadri), segue una pianificazione partita almeno 10 anni fa, quando cioè la crisi non era certo all’orizzonte, oggi si inizia a pagare lo scotto di una disponibilità economica molto inferiore e di una propensione alla spesa non prevista nei “business plan” dell’epoca.




Tra web, acquisti e clienti l’impresa cambia passo

formazione-3.jpgBergamo Sviluppo, in collaborazione con le Organizzazioni di categoria del territorio, promuove l’iniziativa “Progetti Territoriali”, finalizzata a sostenere lo sviluppo del sistema produttivo ed economico provinciale, in particolare della pianura e dei laghi bergamaschi e delle valli Seriana, Brembana e Imagna.

Il progetto, che coprirà tutto il 2015, prevede sia l’erogazione di consulenze personalizzate gratuite a un campione di imprese attive nei territori coinvolti (90 imprese selezionate in aprile dopo l’organizzazione di 7 seminari di animazione sui diversi territori), sia la realizzazione di iniziative di tipo seminariale destinate a informare/formare gli imprenditori.

 

In particolare tra maggio e giugno verranno realizzati i seguenti incontri:

  • L’importanza della gestione degli acquisti – mercoledì 13 maggio (18-21), a Treviglio nella sede della BCC via C. Carcano 6
  • La comunicazione d’impresa – martedì 26 maggio (19.30-22.30) a Lovere nella sede della Comunità Montana via del Cantiere 4
  • Ricerca di mercato e identificazione dei clienti – giovedì 11 giugno (19.30-22.30) a Leffe nella sede del Comune via Papa Giovanni XXIII 8
  • Le potenzialità del web e dei social media – giovedì 18 giugno (19.30-22.30), a Sant’Omobono Terme nella sede dell’Azienda Speciale Valle Imagna via Valer 2

La partecipazione agli incontri è gratuita, previa iscrizione sul sito www.bergamosviluppo.it sul quale si possono consultare i programmi dei singoli eventi.




Elettroforniture Barcella, la crescita continua

La storia della Barcella Elettroforniture inizia negli anni del boom economico, quando Oreste Barcella decide di aprire in via Camozzi a Bergamo un negozio specializzato nella vendita di materiale elettrico ed elettrodomestici. Con la corsa a frigoriferi, lavatrici e dei primissimi televisori degli anni Sessanta, quando  gli elettrodomestici rappresentano l’inconfondibile segno di un benessere economico mai raggiunto prima, l’attività si trasferisce in via Don Luigi Palazzolo, all’angolo con via Calvi.

Negli anni Ottanta, in un mercato completamente cambiato, Barcella decide di abbandonare la vendita di elettrodomestici per concentrarsi sulla fornitura di materiale elettrico, assecondando un settore sempre in fermento e vitale come l’edilizia, oltre ad imprese artigiane e installatori.

Guido Barcella ritGuido Barcella entra nell’azienda fondata dal padre nel 1990, imprimendo presto una vera e propria svolta, dalla logistica alla distribuzione. Barcella diventa un marchio di riferimento per il settore, pronto ad aprire punti vendita non solo  in provincia – il primo a Gazzaniga – ma in tutta la Lombardia. Oggi Barcella Elettroforniture è una realtà affermata in tutto il Nord Italia, con ben 23 punti vendita in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, dove con le due imminenti aperture a Bologna e Reggio Emilia – con un investimento di un milione e mezzo di euro – l’azienda arriva  a coprire l’intera regione.

Nonostante la crisi dell’edilizia, l’impresa non ha mai smesso di investire e i bilanci positivi confermano la lungimiranza dell’aver colto in anticipo le nuove opportunità del mercato elettrico: «I settori emergenti sono senza dubbio quelli delle fonti rinnovabili, dal fotovoltaico all’eolico, e in generale il risparmio energetico, con lampade a led che ormai stanno soppiantando quelle tradizionali – spiega Guido Barcella -. La domotica prende sempre più piede e senz’altro in futuro la mobilità sarà sempre più elettrica, motivo per cui siamo pronti a supportare l’installazione di nuove colonnine per ricaricare le batterie delle auto ibride nel territorio».
Anche il mercato per rendere più sicure imprese, negozi  e case non conosce crisi: «L’installazione di dispositivi antintrusione e videocontrollo è sempre più richiesta». In oltre sessant’anni di storia la Barcella Elettroforniture ha superato a testa alta crolli di mercato e crisi di settore, a partire dall’edilizia residenziale, tanto da riuscire a segnare in un periodo congiunturale difficile una crescita del 7% del fatturato nei primi quattro mesi di quest’anno. La società, che oggi conta 200 dipendenti, deve il suo successo anche alla gestione della logistica, con consegne in tempi record: «Il quartiere generale di Azzano San Paolo conta su una superficie di 11mila metri quadri con 14 magazzini verticali con un transelevatore e macchine per il taglio rapido dei cavi – continua Barcella -. Se riceviamo un ordine alle 19, siamo in grado di garantire la consegna in qualsiasi nostro punto vendita alle 8 del mattino successivo, in poco più di 12 ore, grazie ai continui investimenti in informatizzazione e all’organizzazione del lavoro su due turni per la preparazione notturna dei materiali».  Tra gli obiettivi futuri dell’azienda, l’apertura di nuovi punti vendita per consolidare la presenza di Barcella Elettroforniture soprattutto in Lombardia e in Veneto.




Lanzagomma: una famiglia di specialisti, dalla distribuzione alla produzione

FOTO LANZA GOMME
Mario Lameri, con la moglie Ida Bassanelli e il figlio Fabio

Lanzagomma nasce nel 1962 per un accordo tra Antonio Lanza che da Predore voleva creare un punto di vendita a Bergamo, affidato a Gianfranco Carinelli che, dopo aver lavorato per anni alla Pirelli, aveva deciso di mettersi in proprio, inaugurando l’attività in via Verdi, per poi trasferirla di lì a qualche anno in via Suardi.

Alla scomparsa di Carinelli, nel 1976, Mario Lameri, all’epoca capo ufficio acquisti alla Magrini, decide di abbandonare il suo lavoro di sempre per entrare a far parte della società con gli eredi del fondatore. Nel 1980 Lameri inizia ad essere affiancato dal figlio Fabio, perito industriale chimico alimentare, suo braccio destro nella gestione dell’attività. La moglie Ida Bassanelli è alla guida con l’altro figlio, Gianfranco, perito industriale elettrotecnico, della società L.G.- Lavorazione Gomma.

Grazie alla lunga esperienza acquisita e ai crescenti investimenti effettuati, l’azienda continua a potenziare i servizi rivolti alla clientela. Nel 2002 l’azienda si trasferisce nella sede attuale in via Serassi per migliorare la logistica ed ampliare la gamma di articoli a disposizione della clientela, che spazia dall’industria meccanica a quella tessile, dal settore chimico all’auto-motive. Negli anni l’attività dell’azienda – da sempre specializzata nella distribuzione di articoli tecnici in gomma e materie plastiche destinati a svariati settori produttivi con attenzione alla manutenzione industriale – si è continuamente evoluta: «La crisi nella distribuzione ci ha portato a cercare nuove vie per rimanere sul mercato – spiega Mario Lameri -. Così nel 2008 abbiamo deciso di ampliare il business, curando la produzione in conto terzi di materiale plastico. Abbiamo investito in macchinari, dalla fresa a controllo numerico alla fresa  per tecnologia waterjet, per rispondere ad ogni esigenza del committente. Grazie ad un’accurata programmazione software siamo in grado di lavorare su disegno tutti i materiali plastici, dal teflon al pvc , del policarbonato all’acrilico».

La scelta continua a rivelarsi vincente: «Oggi la lavorazione conto terzi vale il 60-70% del fatturato. In futuro cercheremo di allargare ulteriormente la produzione, con l’acquisto, previsto a breve, di nuovi macchinari, per incrementare ulteriormente le possibili trasformazioni dei semilavorati secondo le sempre maggiori esigenze della clientela».

 




Salvi, «così ho portato i piatti di gastronomia sulle tavole bergamasche»

piergiorgio salviIl nuovo volto dei negozi di alimentari e le abitudini in tavola del boom economico sono passate dai suoi furgoni. Quelli che all’inizio degli Anni 60 hanno cominciato a distribuire in Bergamasca pasta fresca e ripiena e le prime specialità di gastronomia – a cominciare dall’insalata russa -, portando nel quotidiano piatti un tempo riservati ai giorni di festa. Lui è Piergiorgio Salvi, fondatore della Fratelli Salvi di Gorle, da più di cinquant’anni un punto di riferimento per le forniture alimentari, e non è azzardato definirlo un fine precursore dei tempi, capace com’è stato di cogliere l’evoluzione dei consumi e aprire un nuovo mercato.

Salvi oggi ha 83 anni. Quando ne aveva 28 ha deciso di mettersi in proprio, lasciando la Knorr, nella quale aveva fatto carriera. «Per la multinazionale  ero stato un po’ in tutto il mondo – ricorda – ed avevo voglia di tornare a stare a casa mia. I mercati li avevo studiati, così sono partito, con l’aiuto di mia moglie Elena, che si è sempre occupata dell’amministrazione e alla quale devo gran parte del successo dell’azienda. Gli esordi sono stati in un appartamento in zona Loreto, con una stanzetta per il freddo e sei furgoncini. Nel giro di sei mesi avevo già una mia piccola rete di venditori. Abbiamo cominciato con i tortellini Fioravanti e l’insalata russa Vogliazzi, nel bicchiere da 100 grammi, che era il formato più vendibile. I negozi prima vendevano soprattutto prodotti secchi e confezionati, come pasta e riso, la nostra azienda ha impresso una svolta».

Lo sviluppo è stato continuo, in società sono entrati i tre fratelli e la sede si è trasferita e ingrandita, fino all’attuale spazio in via Roma di 3mila metri quadrati. A caratterizzare sempre l’attività è, accanto alla gestione tradizionale degli ordini, la formula della “tentata vendita”. Sul furgone sono cioè disponibili prodotti freschi in pronta consegna in modo che il venditore durante la visita a cadenza fissa al cliente può effettuare direttamente la fornitura. Un modello che resta vincente anche dopo tanti anni, che velocizza e snellisce la gestione da parte del negoziante e rappresenta un servizio su misura. Altre cose invece sono cambiate. A cominciare dalla geografia del commercio, con l’avvento della grande distribuzione: «Quelli che un tempo erano i titolari dei negozi che servivamo sono andati a lavorare nei supermercati», sintetizza Salvi. L’azienda è stata però in grado di mantenere le posizioni, restando tra la poche del settore. E se da un lato lavora con la distribuzione organizzata dall’altro continua ad assicurare un servizio capillare e completo ai negozi specializzati, che siano in cima alle Valli o nei paesini della Bassa. «I prodotti sono migliorati tantissimo – evidenzia Salvi – ed oggi la gamma è vasta, antipasti, primi piatti, secondi e dolci».

fratelli salvi - gorleDall’assetto societario, nel frattempo, sono usciti alla fine degli anni Novanta i fratelli ed è entrato il genero Dante Alborghetti che porta avanti l’attività insieme alla moglie Manuela Salvi. Oggi la Fratelli Salvi serve tutta la Bergamasca, parte di Milano Ovest e attraverso la filiale di Marnate il nord Milano e la zona di Varese e Novara, selezionando partner che assicurano la qualità dei propri prodotti.

La seconda generazione è addirittura passata sul versante della produzione, confermando l’inclinazione del fondatore a stare sul mercato da protagonisti. Nel 2003 è nata infatti Al.ma, azienda che produce pasticceria fresca, secca e salata, dolci tradizionali e stagionali alla quale si è affiancata nel 2010 la bella pasticceria caffetteria Almadolce, sempre nell’area della sede aziendale, in via Roma, che offre l’indiscutibile plus dei prodotti di produzione propria, dalla ricca colazione allo snack veloce, all’aperitivo. E anche la terza generazione è già parte integrante delle imprese, con i nipoti Fabio, impegnato nella società di distribuzione, e Giorgia che segue il locale.




Commercio, l’Ascom premia tre benemeriti

«Persone e aziende che si sono distinte sia per fedeltà associativa che per aver contribuito allo sviluppo dell’economia locale. Imprenditori che in questi decenni hanno saputo far crescere le loro imprese, inserendole in mercati sempre più competitivi e globali e sui quali il nostro sistema confida per superare la pesantissima crisi attuale».

Questa la motivazione con la quale l’Ascom premierà con una medaglia d’argento tre benemeriti del commercio nel corso dell’assemblea annuale in programma lunedì 11 maggio alla Fiera di Bergamo, con inizio alle 15.

I premi andranno a Giudo Barcella della Barcella Elettoforniture spa di Azzano San Paolo, a Piergiorgio Salvi fondatore della Fratelli Salvi srl di Gorle e a Mario Lameri di Lanzagomma Snc di Bergamo. Sarà inoltre consegnata una targa di riconoscimento ai negozi storici che hanno ottenuto il riconoscimento nel corso del 2014: Hosteria del Vapore di Carobbio degli Angeli (1870), Ristorante Trattoria Ca’ Sabì di Palazzago (1913) e Macelleria Cazzaniga di Canonica d’Adda (1918).

L’assemblea  è accompagnata dallo slogan “70 anni. Una storia, tante imprese”, con il quale si sottolineano i settant’anni di attività dell’organizzazione imprenditoriale, una ricorrenza alla quale l’Ascom ha dedicato anche un nuovo logo che accompagna tutte le iniziative del 2015




Regione, il Consiglio contro la riforma delle Popolari

ubip.jpgIl Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione che impegna la Giunta a presentare ricorso presso la Corte Costituzionale contro la riforma sulle banche popolari introdotta dal Governo. Primo firmatario è il consigliere regionale Antonio Saggese, del gruppo consiliare “Maroni Presidente”, che nelle scorse settimane aveva proposto di entrare tramite un’agenzia finanziaria riferita a Regione Lombardia nelle banche popolari del territorio ed esercitare una sorta di golden share per bloccare progetti finalizzati a ridurre il credito e i livelli occupazionali del territorio. “Sono molto soddisfatto per l’approvazione da parte del Consiglio regionale di questa mozione, che invita Regione Lombardia a prendere una posizione chiara e forte contro una riforma che rischia di avere delle pesanti conseguenze sulle famiglie e sulle imprese. Gli studi di settore – spiega Saggese – hanno evidenziato che l’apertura dei cancelli agli investitori esteri rischia di causare una contrazione del Pil pari a tre punti percentuali, una perdita di 80 miliardi di euro di crediti di cui 25 in meno alle famiglie e 55 alle imprese e circa 20 mila esuberi”. Secondo il consigliere, inoltre, il provvedimento incorre in una serie di motivi di incostituzionalità di merito. “Infine – sottolinea Saggese – in Lombardia, dove le banche popolari sono nate e dove la loro presenza e la loro attività è ancora più incidente in percentuale rispetto al quadro italiano, la riforma rischia di produrre degli effetti ancora più pesanti. È quindi doveroso fare tutto il possibile affinché il provvedimento, che rischia di mettere in ginocchio le nostre imprese e di lasciare senza lavoro i soci lavoratori delle banche cooperative, venga rivisto”.




Consumi, a Bergamo è cominciata la ripresa

Il cambio di passo dell’industria bergamasca atteso nel corso del 2015 si vede per ora più nelle aspettative sul secondo trimestre che nei risultati del primo. La dinamica dei tre mesi iniziali del 2015 per Bergamo è di poco negativa sia sul piano congiunturale (-0,5% sull’ultimo trimestre del 2014) che nel confronto con un anno fa (-0,3%).  Sono le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale della Camera di Commercio sul primo trimestre dell’anno. Il dato complessivo – e statisticamente più affidabile – dell’intera industria lombarda descrive una situazione di sostanziale stazionarietà del ciclo: dopo la battuta d’arresto della scorsa indagine (-0,1%) la variazione trimestrale torna debolmente positiva (+0,2%). Su base annua il recupero è del +0,4%, in progresso rispetto alla precedente rilevazione (+0,2%).

Il risultato provinciale è coerente con le previsioni molto caute che le stesse imprese del campione avevano espresso nella scorsa indagine – rileva lo studio -. In base alle attuali aspettative delle imprese, un più marcato miglioramento del ciclo potrebbe manifestarsi dal prossimo trimestre: le attese di crescita sono prevalenti non solo per quanto riguarda la domanda estera ma anche per la produzione e per l’occupazione. Risulta meno negativamente squilibrato anche lo scenario previsto per la domanda interna.

Nello specifico dell’analisi, il fatturato totale segna un modesto progresso, più dinamico nella sempre più rilevante componente estera rispetto a quella interna, mentre gli ordinativi mostrano un andamento fiacco, soprattutto quelli provenienti dal mercato interno. L’intero comparto metalmeccanico si distingue per performance nettamente migliori. Il proseguimento di una fase positiva del ciclo è confermato dall’indicatore, più strutturale, rappresentato dal saldo tra imprese con livelli produttivi in crescita o in calo su base annua: il saldo è risalito e vede la maggioranza delle imprese in fase positiva.

Dati incoraggianti emergono sul versante occupazionale: gli addetti all’industria nel trimestre crescono del +0,7% (+0,3% al netto della stagionalità), un incremento più elevato rispetto ai trimestri iniziali degli anni precedenti. È possibile che si tratti di un “rimbalzo” dopo la contrazione nell’ultimo trimestre del 2014 contemporanea all’annuncio degli sgravi fiscali e della nuova normativa sul lavoro avviate rispettivamente a gennaio e a marzo di quest’anno. Conferme di un miglioramento della situazione occupazionale vengono dal graduale riassorbimento della Cassa integrazione ordinaria.

L’artigianato manifatturiero conferma una dinamica congiunturale all’insegna della stazionarietà (+0,1% nel trimestre) ma anche un primo distacco (+2,6% sull’anno scorso) dai livelli produttivi in cui è sprofondato da tempo. Il relativo miglioramento è suggerito anche da un’evoluzione positiva delle aspettative dei produttori artigiani.  Va tuttavia considerato che il ciclo della produzione artigiana nell’intera regione mostra ancora segni negativi.

Spunti positivi giungono dal commercio al dettaglio: l’aumento del +0,4% delle vendite complessive su base annua, presente anche nella dinamica regionale, è di entità modesta ma interrompe una serie negativa da tempo e pare indicare un primo risveglio dei consumi. Anche nel commercio migliorano relativamente le aspettative ed aumenta nel primo trimestre del 2015 il numero degli addetti delle imprese minori.

Meno incoraggianti i dati provenienti dai servizi: il giro d’affari è in calo tendenziale (-2,1%, ma il più robusto dato regionale indica una variazione positiva) soprattutto nei servizi alle imprese. Anche qui le aspettative sono in rialzo e gli addetti aumentano nel trimestre.

Infine, nelle costruzioni si delinea a livello regionale un primo timido risultato positivo.