Bettineschi: “Io vicepresidente? Aspettiamo il 9 aprile”

Ottorino Bettineschi
Ottorino Bettineschi

Il record di voti, dodici, è andato a Ottorino Bettineschi, presidente di Ance in rappresentanza di Confindustria Bergamo. No comment sui rumors che lo vogliono a fianco di Malvestiti nelle vesti di vice: “Non sta a me decidere e non voglio parlarne, anche per scaramanzia. Il 9 aprile sapremo chi sarà vicepresidente”.

Più che positivo il commento sulla nomina in Giunta: “Non mi aspettavo di raccogliere tanti voti. Oltre ad esserne lusingato, non posso che apprezzarne il significato, un vero e proprio segno di distensione tra Confindustria e Imprese & Territorio. Ora non resta che collaborare e convogliare le risorse di tutti verso i programmi fondamentali per la salvaguardia e la crescita del nostro sistema imprenditoriale. Tutti oggi hanno mostrato attenzione con la mia nomina all’edilizia, un settore vitale per la nostra economia che purtroppo attraversa una crisi profonda. È’ importante lavorare tutti fianco a fianco e affrontare le tematiche che toccano i settori rappresentati dal sistema camerale”.

Elena Fontana
Elena Fontana

Elena Fontana, 60 anni, da quattro anni alla vicepresidenza di Confesercenti Bergamo si occupa della consulenza per l’internazionalizzazione d’impresa. Nel corso della mia carriera – ha detto subito dopo l’elezione in Giunta – ho avuto modo di confrontarmi a livello internazionale con enti e istituzioni come quelle camerali. Della gestione straniera, in particolare della Camera di commercio svedese, con cui ho avuto modo di confrontarmi maggiormente, apprezzo la snellezza e da imprenditrice invidio l’ impegno per alleggerire la burocrazia che grava enormemente sulle imprese. Ecco, credo che la vera sfida per la nostra Camera di Commercio sia quella di essere un facilitatore e semplificatore della vita d’ impresa”.

Maria Bertuletti
Maria Bertuletti

Vicepresidente di Confimi e del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di Commercio, Maria Teresa Bertuletti – alla guida con la famiglia del Mollificio Bergamasco di Carvico – saluta con favore il nuovo incarico in Giunta. “Non posso che essere orgogliosa della nomina sia per l’ associazione sia per il settore che rappresento. La piccola industria sta attraversando un momento difficile ed è decisivo avanti le nostre istanze e confrontarci con le altre realtà della nostra economia”. “L’ incarico è importante – aggiunge Bertuletti – anche perché porta una presenza femminile nella Giunta camerale, che finalmente per la prima volta si tinge un po’ di rosa”.

 




Camera di Commercio, fatta la nuova Giunta

Giunta Camera di Commercio 2015
La nuova Giunta della Camera di Commercio di Bergamo

E’ fatta la nuova la Giunta della Camera di Commercio di Bergamo. Oggi pomeriggio il voto dei 31 consiglieri (erano assenti Nicefori della Cna e Cicerone della Uil) che ha portato all’elezione della squadra che affiancherà il presidente nel prossimo mandato. Le conferme riguardano – oltre ovviamente al presidente Paolo Malvestiti  Alberto Capitanio, presidente della Compagnia delle Opere, e Angelo Carrara, presidente di Confartigianato. Tra i volti nuovi in Giunta non mancano due presenze femminili, quella di Elena Fontana, vicepresidente di Confesercenti e di Maria Bertuletti, vicepresidente di Confimi – Confederazione dell’Industria Manifatturiera Italiana e dell’Impresa Privata. Siedono in Giunta, sempre in rappresentanza ed espressione di Imprese & Territorio,  Marco Amigoni, presidente della Lia-Liberi Imprenditori Associati, Alberto Brivio, presidente di Coldiretti e Giuseppe Guerini, presidente di Confcooperative.  In rappresentanza degli Industriali, come già trapelato nelle ultime ore, è stato eletto Ottorino Bettineschi presidente di Ance- Associazione Nazionale Costruttori Edili, che i ben informati dicono potrebbe affiancare Malvestiti nel ruolo di vicepresidente, ma bisognerà aspettare il 9 aprile per conferme . Lavoro e credito continuano ad essere al centro dell’attenzione della nuova Giunta, con due nomine ad hoc in rappresentanza dei settori. Il consiglio affida un tema delicato e importante come quello del lavoro a Marco Cicerone, segretario Uil. A Gualtiero Baresi, presidente Bcc di Zanica, il compito di occuparsi del Credito.

 

 




Auchan taglia l’integrativo, si temono esuberi

auchanTagli ai salari, alla copertura della malattia e degli infortuni sul lavoro. C’è persino l’eliminazione della carta di sconto del 5% sull’ acquisto dei prodotti da parte dei dipendenti nella disdetta unilaterale del contratto integrativo aziendale, firmato nell’ottobre 2007, a partire dal primo luglio, comunicata nei giorni scorsi dal colosso della grande distribuzione Auchan. Il taglio del CIE costa ai lavoratori fino a 300 euro al mese. Nella provincia di Bergamo, Auchan gestisce 3 ipermercati, uno nel capoluogo, e altri a Curno e Antegnate, per un totale di oltre 500 dipendenti.

“Un passo unilaterale – dice una nota delle Segreterie Nazionali di Fisascat, Filcams e Uiltucs – che ci “obbliga” allo stato di agitazione con il blocco degli straordinari”.

Le segreterie nazionali stigmatizzano la decisione dell’azienda, che non ritengono giustificata “dalla sia pur grave evoluzione degli andamenti aziendali degli ultimi anni, in cui le lavoratrici e i lavoratori sono stati chiamati a consistenti sacrifici in numerose realtà attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali e financo a riduzioni temporanee degli orari di lavoro contrattuali settimanali laddove il ricorso agli ammortizzatori sociali non era più consentito dalle norme di legge vigenti”.

I sindacati ribadiscono che soluzioni alternative sono disponibili e praticabili senza giungere a tale grave decisione. “Ci aspettiamo ulteriori iniziative – dice Alberto Citerio, segretario generale di Fisascat Bergamo – riguardanti eventuali esuberi. A Bergamo, infatti, avevamo avviato un tavolo di trattativa per cercare di evitare tagli sul personale, ma la decisione dell’azienda ha bloccato ogni iniziativa livello territoriale, quindi, temo, dovremo aspettarci che anche qui saranno avviate le procedure”.




Buoni pasto, Fipe: “Ribassi inaccettabili, serve nuova disciplina”

Buoni pasto”Chiediamo al Governo e al Parlamento di mantenere e migliorare, nell’approvazione della legge delega sugli appalti, la legislazione sulle gare dei buoni pasto per frenare i ribassi insostenibili che si vedono continuamente”. E’ Aldo Cursano, vice presidente vicario di Fipe, a lanciare la richiesta circa la proposta presentata oggi al Senato, per regolare diversamente le gare d’appalto per i buoni pasto, a tutela di esercenti e lavoratori. ”Le società emettitrici più aggressive offrono al committente sconti altissimi a fronte di commissioni nominalmente basse agli esercenti e si ritrovano a vincere la gara con offerte in perdita, anche di svariati milioni di euro”, insiste la Fipe che, a tutela della salvaguardia del valore facciale del buono pasto. ”Negli ultimi anni abbiamo contestato di fronte alle autorità giudiziarie e non diverse gare, purtroppo senza i risultati sperati”, ha precisato la Fipe nell’intento di favorire una disciplina normativa del settore più equa e sostenibile per tutta la filiera.




Bergamo, confronto aperto sulla Voluntary Disclosure

convegno voluntary2La stretta intorno ai paradisi fiscali, gli accordi incassati con Svizzera e Liechtenstein e il trattato, più recente, con il Principato di Monaco. Scrivi “cooperazione amministrativa tra Paesi”, leggi “contrasto all’evasione fiscale transazionale”. Su tutto questo hanno fatto il punto l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo e Ubi Banca, nel corso del convegno tenutosi il 23 marzo presso il Centro Congressi Giovanni XXII, a Bergamo.

Un incontro nato dal bisogno di approfondire tutti i contorni della Voluntary Disclosure, la legge di “pacificazione fiscale”, che permette ai contribuenti italiani di regolarizzare la propria posizione fiscale per le annualità pregresse sia con riguardo alle attività detenute all’estero che in Italia. Questione con la quale già numerosi commercialisti di Bergamo stanno avendo a che fare.

«Sottolineo il ruolo centrale che nella procedura di voluntary disclosure assume il commercialista in quanto trattasi, di fatto, di un accertamento fiscale la cui realizzazione è stata delegata al consulente. È un accertamento basato su dati autodichiarati e su cui poi l’amministrazione finanziaria effettuerà le opportune verifiche. Pertanto, è di fondamentale importanza che vi sia grande accuratezza nel ricostruire un quadro fedele e completo del comportamento complessivo del contribuente negli anni rilevanti ai fini della disclosure (e prudenzialmente ritengo sia sempre opportuno indagare oltre il quinquennio nel presupposto di un raddoppio dei termini). Molti clienti arrivano al primo colloquio informativo dichiarando che la propria posizione è assolutamente semplice. Nel corso del colloquio emergono invece sovente fatti che, se sottaciuti, potrebbero addirittura portare alla nullità della disclosure con effetti devastanti per il contribuente sia dal punto di vista penale che da quello sanzionatorio» – spiega il Alberto Carrara, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Bergamo.

La Voluntary, infatti, si presenta come un provvedimento realmente rivoluzionario: profondamente diverso dai precedenti condoni e scudi fiscali in quanto trova la sua genesi in un mutato contesto internazionale, segnato di fatto dal crollo del segreto bancario.

convengo voluntarySono intervenuti al convegno importanti relatori tra i quali l’on. Giovanni Sanga, componente della VI commissione Finanze e relatore della legge 186/2014, Renzo Parisotto, consulente del gruppo Ubi Banca e pubblicista e Paola Flora responsabile del servizio consulenza e compliance fiscale di Ubi Banca, Antonio Martino responsabile dell’Ufficio Centrale per il contrasto agli illeciti fiscali internazionali dell’Agenzia delle Entrate ma anche professionisti come Stefano Massarotto, Luca Rossi e Federico Pezzani.

Il convegno ha affrontato gli aspetti operativi nonché le criticità della norma, ivi compresi i riflessi in tema di antiriciclaggio, autoriciclaggio e penali, con particolare riferimento alle norme e ai contenuti della prima Circolare, numero 10\E, dell’Agenzia delle Entrate che con oltre 60 pagine ha contribuito a sciogliere alcuni dei tanti dubbi interpretativi. Con l’emanazione della circolare suddetta è entrata nel vivo la procedura di emersione e numerosi commercialisti bergamaschi stanno incontrando i propri clienti per effettuare le necessarie valutazioni.

«Le indicazioni della circolare sono state certamente utili per iniziare a lavorare su alcune domande di disclosure anche se rimangono da definire molti altri aspetti e vi è la necessità che in tempi brevi per non dire brevissimi venga dato seguito a questa prima circolare dell’Agenzia. La stabilità legislativa ed interpretativa sono infatti essenziali per poter fare un lavoro accurato e il successo di tale provvedimento dipenderà molto più da questi fattori che non dalla minaccia che la disclosure rappresenti l’ultima spiaggia per chi in anni passati non ha dichiarato. I tempi stanno diventando troppo stretti per poter rispettare la scadenza del 30 settembre: o in tempi brevissimi arrivano le modifiche legislative e gli ulteriori chiarimenti interpretativi dell’Agenzia oppure la scadenza dovrà essere prorogata” ha concluso Carrara, ribadendo che -“sono convinto che i commercialisti bergamaschi siano ben preparati e attrezzati per assolvere alle funzioni richieste e che l’obbligo di riservatezza, derivante dal segreto professionale, possa tutelare adeguatamente gli interessi dei contribuenti bergamaschi che potranno affidarsi ai propri professionisti di riferimento con fiducia, senza che pensare di recarsi in altre città per maggiormente tutelare le informazioni che li riguardano».

 

 




L’analisi / Su Montichiari, i veneti spiazzati dagli asset di Sacbo

Aeroporto_di_Brescia-MontichiariCos’è il know-how è qualcosa che ogni imprenditore e manager che si rispetti dovrebbe sapere. Così come quanto possa valere, e pesare, nella valutazione di un asset. La lunga trattativa per arrivare a un accordo sulla gestione dell’aeroporto di Montichiari, avviata dopo che l’a.d. veneziano Enrico Marchi ha preso praticamente il controllo della Catullo, sembrava aver messo al cospetto di SACBO un interlocutore concreto e determinato. Miro Radici ha creduto, e crede, che ci siano le condizioni per una joint-venture paritetica (mai e per nessuna ragione al di sotto del 50%), ma soprattutto conosce bene le regole del mercato. Il punto di forza di SACBO è rappresentato proprio da quel polo della logistica delle merci courier che da 40 anni è attestato sullo scalo bergamasco. Un attore di primo piano come DHL Express Italy, che ha sempre riconosciuto l’importanza della base a Orio al Serio e con il contratto in scadenza a dicembre 2016, non poteva starsene alla finestra in attesa che qualcuno a est sciogliesse il nodo al fazzoletto e ha ottenuto da SACBO le certezze per pianificare le proprie strategie operative, prolungando di due anni l’accordo contrattuale senza cambiare di una virgola le condizioni in essere.

Un atto formale, consumato tre settimane dopo la scadenza di una lettera d’intenti che impegnava gli interlocutori, Save e Catullo da una parte e SACBO dall’altra, fino al 28 febbraio scorso. Enrico Marchi è sembrato spostarsi dalla pista del Marco Polo al vicino velodromo di Portoguaro per un surplace prolungato che nulla di buono lasciava presagire. In gioco c’era la continuità dell’accordo tra SACBO e DHL Express Italy e i bergamaschi, in un mare di sirene pronte ad abbordare gli aerei a tinte gialle e rosse del vettore courier, hanno fatto ciò che aziendalmente era dovuto. E aggiungendo a chiare lettere di aver voluto salvaguardare il know-how e avvalersi delle condizioni ottimali per proseguire il percorso intrapreso con altri interlocutori. Che hanno reagito adducendo scorrettezza ma in realtà utilizzando il passaggio come pretesto per nascondere le proprie difficoltà a realizzare un piano comune con SACBO, forte del peso di un asset fondamentale.

di Flyng




Montichiari, tra Sacbo e Save-Catullo volano gli stracci

Aeroporto_di_Brescia-MontichiariInterrotta ogni trattativa. Catullo e Save fanno calare la mannaia sui negoziati avviati con Sacbo per la cogestione dell’aeroporto di Montichiari, nel Bresciano. Il motivo: il mancato rispetto degli accordi finora assunti. La doccia gelata per i bergamaschi è arrivata con un comunicato firmato dal Gruppo Save (l’ente che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso) e dalla Catullo (la società di gestione degli scali di Verona e Brescia). “Con riferimento alla notizia riportata in questi giorni da alcuni quotidiani relativa ad un accordo tra Sacbo e un operatore leader nel settore della logistica e delle spedizioni – è scritto nel testo – Catullo e Save si dichiarano profondamente sorprese e amareggiate per il comportamento della Società di gestione dell’aeroporto di Bergamo in contrasto con tutto quanto finora discusso». “Infatti, dopo la costituzione del polo aeroportuale del Nord Est, lo scorso mese di novembre – continua la nota – Catullo con Save avevano avviato un tavolo tecnico finalizzato ad individuare le condizioni per la gestione congiunta dell’aeroporto di Brescia, con l ’obiettivo di sviluppare lo scalo e il territorio monteclarense. Attraverso la costituzione del tavolo tecnico si creavano le condizioni per superare le querelle legali che hanno impedito per decenni lo sviluppo di Montichiari. Abbiamo invece appreso con sorpresa dell’accordo tra Sacbo e l’operatore della logistica, parallelo al tavolo tecnico , di cui Sacbo ha tenuto all’oscuro Catullo e Save, nonostante una lettera d’intenti condivisa tra le parti finalizzata alla costituzione di una joint venture per la gestione congiunta dell’aeroporto di Brescia. L’ultimo incontro negoziale tra le società aeroportuali si era tenuto lunedì 16 marzo, vale a dire solo due giorni prima della notizia dell’accordo tra l’aeroporto di Bergamo e l’operatore della logistica e delle spedizioni. È pertanto evidente come i tempi relativi alla trattativa tra Sacbo e l’operatore si siano sovrapposti a quelli degli accordi preliminari in corso con Catullo e Save. Per tale motivo – conclude la nota – Catullo e Save, che da parte loro hanno intessuto le relazioni con Sacbo sulla base di un comportamento sempre leale e trasparente, ritengono il comportamento di Sacbo del tutto censurabile e al di fuori di ogni regola etica, imponendo l’interruzione di qualsiasi ulteriore trattativa con un interlocutore che si è dimostrato inaffidabile, nonostante gli intenti di apertura di Catullo e Save, riservandosi quindi ogni iniziativa in proposito». Sacbo ha replicato manifestando tutta la sua sorpresa per la presa di posizione di Save e Catullo e “fermamente ne respinge il contenuto”. “È vero, piuttosto – afferma Sacbo – che abbiamo rinnovato il contratto in essere con Dhl Express Italy agli stessi termini e condizioni e che per concordare un simile rinnovo non è stato necessario dar corso ad alcuna trattativa. È altrettanto vero che Dhl Express Italy era disponibile a rinnovare il contratto già alla fine del 2014 e che ogni contatto – continua Sacbo – è stato correttamente interrotto, da parte di nostra, fino alla scadenza dei termini previsti dalla lettera di intenti con Save e Catullo, fissati al 28 febbraio 2015”. “È, infine vero – continua la società di gestione dell’aeroporto di Orio al Serio – che il rinnovo con Dhl, a fronte dell’aggressione commerciale che veniva da più fronti proprio sui clienti del settore cargo, è un elemento di rafforzamento, che sarebbe stato utile alla creazione della joint venture che, piuttosto, Save ha reso difficoltosa già in sede di trattativa e, poi, interrotto strumentalizzando in modo inaccettabile il rinnovo del contratto Dhl Express Italy”. Sacbo ribadisce di aver operato con assoluta correttezza e nel pieno rispetto di tutti gli elementi contenuti nella lettera di intenti a suo tempo sottoscritta con Save e Catullo.




Concorso gelato artigianale, i premi e i protagonisti




Gelato artigianale, l’Oasi di Villongo vince il concorso

2° classificata Artigel. ritJPG 3° Classificato Petit Fleur rit

È della Gelateria Oasi di Villongo il successo nella terza edizione del Concorso di Gelateria Artigianale, promosso dal Comitato gelatieri di Bergamo e svoltosi ieri nel pomeriggio all’Istituto alberghiero di San Pellegrino Terme. Tema della competizione era l’interpretazione del Mielgot (gelato di latte, miele e biscotto di mais spinato di Gandino, gusto che il Co. Gel. ha lanciato l’anno scorso in onore alle produzioni bergamasche) nella combinazione con i prodotti d’eccellenza del territorio. Venti le gelaterie che vi hanno partecipato, insieme agli studenti di due istituti: l’IPSSAR di San Pellegrino Terme e l’Istituto Serafino Riva di Sarnico.

Il primo classificato, Giuseppe Mologni, ha presentato il gusto Mielgot con miele di tiglio, achillea di Monte Bronzone e amarene. Al secondo posto Simone Rota Biasetti di Artigel di Azzano San Paolo con Crema al Passito di Torre de’ Roveri e miele mille fiori. Al terzo posto Enrica Natali del Petit Fleur di Almenno San Salvatore con L’allegro Mielgot, preparato con infuso di menta fresca e salsa alle noci.

Premio Scuola Iacopo Zenoni S.Pellegrino rit Premio Scuola Sarnico rit

Nella sezione dedicata agli alunni della scuola alberghiera, si è aggiudicato il primo posto Jacopo Zenoni dell’Ipssar di S. Pellegrino Terme con un gelato al gusto Fiordilatte con miele d’acacia Mielgot e crema di marron glacè; mentre all’Istituto di Sarnico è andato un premio per aver ottenuto il maggior punteggio assegnato dalla Giuria sulla base dei gusti presentati.

Diverse e insolite le combinazioni proposte dai venti gelatieri: dalla birra fruttata alla grappa di moscato, dalla salsa di polenta con stracchino al latte delle stalle di Piario; dall’infuso di alloro all’agrì di Valtorta.

La giuria – presieduta da Luciana Polliotti e composta dai giornalisti Emanuela Balestrino, Gloria Levati, Elio Ghisalberti, da Giovanni Martinelli, vicepresidente Associazione Pasticceri bergamaschi e da Pietro Bresciani, segretario del Comitato Gelatieri di Ascom Bergamo – ha valutato il gelato in gara sulla base del gusto, della struttura, dell’aspetto visivo e dell’originalità degli abbinamenti.

I gelatieri in gara

Sergio Pezzoli (Laboratorio Gelateria Franca, Albino), Enrica Natali (Petite Fleur, Almenno San Salvatore), Daniela Nodari (Rosa, Arcene), Simone Rota Biasetti (Artigel, Azzano San Paolo), Pierangelo Suardi (Cherubino, Bergamo), Viviana Elena Cremaschi (Cuore, Bergamo), Roberto Acerbis (Frigidarium, Bergamo), Cristian Daldossi (Safarà Soft, Bergamo), Manuel Fratus (La Piazza, Bolgare), Francesca Gelmi (Il Gelato da Giò, Chiuduno), Alessandro Bosio (Selz Café, Clusone), Claudio Negri (Da Claudio – Clusone), Pietro Andreoli (Gelatissimo, Darfo Boario Terme), Colombano Mariani (Oasi, Fara Gera d’Adda), Paolo Mariani (Gelateria Dolce Vita, Lallio), Laura Colombelli (Pasticceria Laura, Medolago), Graziella Molinari (Gelateria Arizzi, Olmo al Brembo), Simona Pansa (La Gelatteria, Pedrengo), Luigi Cornolti (Taverna del Caio, Ponteranica), Marco Mangini (La Gelateria, San Pellegrino Terme), Giuseppe Giudici (La Gatta, Sarnico), Andrea Giudici (La Gatteria, Sarnico), Marco Pietrobono (Gelato Matto, Seriate), Matteo Corna (Gelatiamo, Treviolo), Giuseppe Mologni (L’Oasi, Villongo), Marcello Gusmini (La Crem, Vertova), Maria Angela Giassi (Il Gioppino, Zanica), Daniel Rossi (Voglia Matta, Zanica).

E gli studenti

IPPSSAR di San Pellegrino Terme: Marco Scalabrino, Edison Gropaj, Andrea Oliveri, Federico Maestroni, Fabio Fabbris, Davide Brambilla, Nicole Perico, Alessia Ancora, Jacopo Zenoni

Istituto Serafino Riva di Sarnico: Sara Dosselli, El Yousfi Lemghari Hajar, Deborah Finazzi, Martina Milesi, Giulia Pezzoli, Valentina Rapis, Elena Rivadossi, Sara Vavassori, Claudia Venezia




Imprenditori 2.0: « Grazie ai social incrementiamo il nostro business»

social networkAi social, in particolare a Facebook, dedicano attenzione ogni giorno e i risultati non tardano ad arrivare. Abbiamo chiesto ad alcuni imprenditori che hanno scelto di partecipare ad un corso dedicato alle potenzialità dei social network organizzato da Ascom, quali risultati concreti rilevino per le loro attività. E non sorprende come tutti ammettano che tra post e like gli affari vadano un po’ meglio, anche se il punto di forza degli strumenti è senza dubbio quello della fidelizzazione della clientela.
imageSilvia Monzio Compagnoni, 39 anni, titolare del negozio di abbigliamento “Silvia” specializzato anche in indumenti sostenibili in cotone organico, non lascia passare un giorno senza un post: «Da quando ho inaugurato il negozio nel 2012, ogni giorno pubblico qualcosa sulla mia pagina Facebook. E’ uno strumento amato, seguito, ma soprattutto molto utile per comunicare- gratuitamente per di più- con i miei clienti. Fotografo ogni cambio di vetrina per invogliare la gente a visitarmi in negozio e ogni giorno presento un capo di abbigliamento diverso. Non lo faccio mai con frasi asettiche, ma amo cercare empatia e coinvolgimento emotivo, che premiano sempre. Scegliere la frase giusta è fondamentale, ma la ricerca è sempre ripagata. Quanto vale Fb per le vendite? Beh, anche se è difficile fare una stima, credo che un bel 10 per cento lo porti tutto». Il coinvolgimento oltre che emotivo è reale: «Quando chiedo alle mie clienti se possono farmi da modelle per presentare su Facebook vestiti e accessori oltre a rafforzare il mio rapporto e la fiducia con ognuna di loro si crea una vera e propria tempesta di likes e commenti. Ho organizzato una sfilata, coinvolgendo dieci modelle clienti e abbiamo ottenuto mille contatti in poche ore».

Andrea Suardelli, 32 anni, ha scelto di fare di Facebook e YouTube i principali veicoli di promozione della professionalità di famiglia, da sempre alla guida dell’omonimo e storico panificio di Urgnano. «Dal 2009 mostro su Facebook tutto il lavoro che sta dietro al pane e ad ogni singolo prodotto del nostro laboratorio. L’arte della panificazione attira sempre e non manca chi chiede Andrea suardelliconsigli e maggiori informazioni. Grazie a YouTube ho fatto apprezzare tutto il lavoro che sta dietro ad ogni singolo filone di pane, dall’impiego di un lievito naturale di oltre cinquant’anni che rinfreschiamo di continuo, alla selezione accurata di farine locali, coltivate grazie al progetto “Qui vicino” di Aspan che oltre a valorizzare varietà di grano a km zero, ha dato lavoro al territorio, impiegando 15 persone». I social consentono di allargare i confini, andando oltre le proprie aspettative: «Un amico ha un blog di cucina in Finlandia e, quando mi ha chiesto di inviare una ricetta per realizzare un ottimo pane, ho avuto tantissime visualizzazioni dal Nord Europa, dalla Finlandia alla Germania». E’ capitato anche di alzare la saracinesca la mattina avendo già esaurito, a suon di prenotazioni via social, tutta la produzione della nottata: «Mia mamma Giulia prepara ogni anno delle frittelle a forma di raviolo con mele e miele. Un anno abbiamo organizzato un concorso con in premio un vassoio di frittelle per chi indovinasse gli ingredienti della nuova ricetta con pere e cioccolato e il successo è stato enorme. Quest’anno invece è bastata una foto con le frittelle alla Nutella la mattina all’alba perchè fossero già esaurite ancora prima di aprire il negozio». L’obiettivo è quello di intensificare ulteriormente la presenza sui social: «Se oggi dedico un’ora in media a questi strumenti, l’obiettivo per il futuro è di investirci sempre più tempo. Mi piacerebbe poi trasformare le occasioni di incontro virtuali in vere e proprie visite: sarebbe bellissimo fare vedere a tutti il nostro laboratorio all’opera, magari in occasioni particolari, dalla preparazione delle colombe a Pasqua ai panettoni a Natale».
imageFabio Martinelli, 34 anni, titolare del “Caffè 500” di Romano di Lombardia, dal 2007 dedica anche tre ore al giorno a Facebook: «Ormai il 30-40% della mia clientela viene al bar per parlare, tra un caffè e uno spuntino, dei social. Credo che il bar sia una piccola famiglia e facebook si presta alla grande per offrire nuovi argomenti di conversazione. Mi piace tenere aggiornati i miei clienti non solo sulle novità legate alla mia attività ma su quanto mi capita durante la giornata. La comunicazione è sempre emozionale e alla fine un linguaggio semplice ed informale crea un bel clima, aggrega ed ispira sincera condivisione». I post spaziano dall’attualità al meteo, dalle ricorrenze a fatti ordinari come il traffico: «Ogni giorno pubblico almeno due o tre post, la maggior parte direi personali. Finora la scelta mi ha sempre premiato, anche perchè se ti apri agli altri, gli altri finiscono con l’aprirsi anche a te».