Negozi “copiati”, la Kiko di Percassi vince la battaglia legale

Wjcon vs kikoQuanto può valere per un brand l’arredamento dei propri negozi? Tanto, se è vero che Kiko, il marchio di make up di Percassi, ha deciso di tutelarsi portando davanti a un giudice chi per lo stesso genere di prodotti ha giocato su forme, linee, colori e concezione degli spazi molto simili. Il risultato? I concorrenti della Wjcon devono pagare un risarcimento di oltre 700mila euro e hanno 60 giorni per modificare gli allestimenti per non vedere la cifra crescere ulteriormente. La sentenza è innovativa perché applica il concetto di diritto d’autore anche all’arredamento d’interni.

Ecco la vicenda ricostruita da Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera del 19 ottobre 2015

 

Anche un negozio, nella concezione dei suoi interni, può meritare la protezione del diritto d’autore: al punto che la sezione specializzata in materia d’impresa del Tribunale di Milano, in una innovativa pronuncia a scioglimento del braccio di ferro legale tra due colossi dei cosmetici, impone un ultimatum a Wjcon srl e (oltre a un risarcimento di 716.000 euro) ordina a questa catena commerciale di smontare e cambiare entro due mesi gli interni di tutti i propri 120 negozi italiani «copiati» da quelli del concorrente Kiko srl, pena in caso di inadempienza una sanzione di 10.000 euro per ogni negozio che al 60esimo giorno non fosse ancora stato modificato.

Kiko, rappresentata dagli avvocati Giacomo Bonelli, Fabio Ghiretti e Giorgio Mondini, sosteneva che Wjcon dal 2009 avesse vampirizzato nei propri negozi il progetto di design di arredi di interni per monomarca stilato nel 2005 dallo studio Iosa Ghini Associati srl e replicato a partire dal 2006 in 299 negozi in Italia: tutti con le stesse simmetrie ed essenzialità nella combinazione di open space, grandi grafiche retroilluminate, prodotti inseriti in alloggi traforati in plexiglass su isole a bordo curvilineo, schermi tv incassati, colori bianco-nero-rosa-viola e luci a effetto discoteca.

Wjcon, difesa dall’avvocato Roberto Bocchini, opponeva invece i due provvedimenti del Tribunale di Milano nel 2009 e di Roma nel 2012 che le erano stati favorevoli in sede cautelare, e ribatteva che nei negozi non poteva parlarsi di confusione o copiatura, giacché negli allestimenti del settore esistono «elementi necessitati e diffusamente utilizzati». Ma è qui il punto centrale della decisione redatta dall’estensore Claudio Marangoni con la presidente Marina Tavassi e la giudice Letizia Ferrari Da Grado, e cioè che anche la concezione degli interni di un negozio può avere carattere creativo e originale meritevole della tutela del diritto d’autore: questo perché «il necessario (seppur minimo) atto creativo suscettibile di manifestazione nel mondo esteriore non può essere escluso soltanto perché l’opera consiste in idee e nozioni semplici», e perché «la creatività non è costituita dall’idea in sé ma dalla forma della sua espressione».

Nel caso di specie, il Tribunale valuta appunto che nessun concorrente avesse prima «mai adottato nell’allestimento dei negozi una combinazione di tutti gli elementi in una chiave stilisticamente paragonabile a quella adottata nei negozi Kiko»; e che invece Wjcon si sia «appropriata del complesso di elementi che compongono il concept sviluppato da Kiko, con differenze del tutto irrilevanti rispetto alla ripresa pressoché integrale di tutti gli elementi». Per i giudici non merita invece tutela del diritto d’autore la pure ravvisata imitazione di sito web e campagne promozionali, in quanto non si può affermare con sicurezza che la percezione del consumatore medio li riconduca a un esclusivo marchio. Tuttavia ad avviso del Tribunale «questo comportamento di pedissequa imitazione del complesso delle attività commerciali e promozionali» rileva sotto un altro profilo: quello della «concorrenza sleale parassitaria», cioè dello «sfruttamento sistematico del lavoro e della creatività altrui in violazione dei principi di correttezza professionale».




Finanziare l’impresa, quattro incontri sugli strumenti più innovativi

fundingVenture capital e private equity, business angels, minibond e cambiali finanziarie, crowdfunding: questi i temi dei quattro incontri di approfondimento promossi dal Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile della Camera di commercio di Bergamo e realizzati da Bergamo Sviluppo in collaborazione con il sistema associativo locale.

Rivolti in particolare agli imprenditori delle piccole e medie imprese, sia in fase di startup sia già attive sul mercato, i quattro incontri puntano a diffondere e ad approfondire la conoscenza e il funzionamento di alcuni strumenti di finanziamento presenti sul mercato finanziario ancora poco diffusi in Italia rispetto all’estero.

Dato che in tempi di crisi risulta più difficile ottenere prestiti sia per le imprese sia per le startup, ecco che conoscere nuove opportunità di finanziamento, che intervengono a sostenere sia il capitale di rischio (in particolare le attività di investimento di venture capital o di private equity, le operazioni effettuate dai businnes angels o ancora le modalità di finanziamento attraverso le varie tipologie di crowdfunding), sia quello di debito (è il caso della emissione di minibond e di cambiali finanziarie), può rappresentare un’occasione da cogliere per far decollare o far crescere la propria attività.

Tutti e quattro gli incontri, affidati ad esperti degli argomenti trattati, si terranno, in orario 14.30-17.30, nelle sale del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni (in via Petrarca 10 a Bergamo), secondo il seguente calendario:

Mercoledì 21 ottobre

“CONDIVIDERE IL RISCHIO: IL VENTURE CAPITAL E IL PRIVATE EQUITY”
Valentina Lanfranchi, AIFI- Associazione italiana Venture Capital e Private Equity

Lunedì 2 novembre

“CAPITALE UMANO E CAPITALE FINANZIARIO: COME OPERANO I BUSINESS ANGELS”
Paolo Anselmo – Presidente IBAN, Associazione italiana Businnes Angels

Giovedì 5 novembre

“MINIBOND E CAMBIALI FINANZIARIE: OPPORTUNITÀ DA APPROFONDIRE”
Claudio Rossi – Esperto di finanza aziendale

Martedì 10 novembre

“QUANDO I CAPITALI ARRIVANO DAL WEB: L’EQUITY BASED E IL REWARD BASED CROWDFUNDING”
Giorgio Ferrari – Business Designer di Quo-D e Business Developer di Advicy Drive; Domenico Genovese – Portfolio Manager di SiamoSoci

La partecipazione agli incontri è gratuita; iscrizioni online sul sito www.bergamosviluppo.it

 




Slot machine, definite le sanzioni per i locali

slotmachineLa lotta alla ludopatia in Lombardia può contare ora anche sulle sanzioni ai gestori che non rispettano il “Regolamento per l’accesso alle aree e ai locali per il gioco d’azzardo lecito” definito dalla legge regionale in materia di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico.

Il dispositivo, proposto dall’assessore Mauro Parolini (Commercio, Turismo e Terziario) di concerto con l’assessore Viviana Beccalossi (Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo), è stato approvato dalla Giunta e sarà trasmesso al Consiglio regionale per il parere della Commissione competente prima dell’approvazione definitiva.

«Con l’introduzione delle sanzioni si completa oggi – ha spiegato Parolini – l’ampio quadro normativo che abbiamo implementato con l’obiettivo di responsabilizzare i gestori, rendere consapevoli i giocatori e tutelare i minori».

Queste le sanzioni amministrative previste

  • da 1.500 a 5.000 euro

per la violazione degli articoli che prevedono l’individuazione negli esercizi di un’unica area dedicata all’installazione degli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito e il divieto d’installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito all’esterno dei locali

  • da 1.000 a 3.000 euro

per la violazione dell’articolo che vieta l’oscuramento delle finestre e dispone l’istallazione degli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito in posizione frontale l’uno rispetto all’altro

  • da 500 a 1.500 euro

per la violazione degli articoli che obbligano i gestori a consentire l’accesso agli operatori sociali e sociosanitari dei servizi ambulatoriali accreditati per le dipendenze, nonché ad altre figure professionali esistenti, debitamente autorizzate dalle Asl, al fine di fornire informazioni preventive e di offrire un sostegno di prossimità ai giocatori con possibile patologia del gioco d’azzardo, nonché
a invitare i giocatori ad effettuare il test di verifica per una rapida valutazione del rischio di dipendenza

  • da 500 a 2.000 euro

per la violazione dell’obbligo di esporre all’interno dei locali il decalogo delle azioni sul gioco sicuro e responsabile

I controlli

Le attività di vigilanza, accertamento e contestazione delle violazioni, nonché l’applicazione delle relative sanzioni, sono in capo alla Polizia locale




Bergamo Sviluppo, torna l’open day per chi vuole avviare un’impresa

impresaweb.jpgSi terrà venerdì 23 ottobre, dalle 14.30 alle 18.30, una nuova edizione dell’iniziativa “Open Day Facciamo Impresa! – Colloqui mirati per dare forma alla propria idea d’impresa”, organizzata dall’Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo e rivolta a coloro che desiderano avviare un’attività imprenditoriale o che l’hanno avviata da poco. A disposizione degli interessati la possibilità di fissare colloqui personali gratuiti, ciascuno della durata massima di 30 minuti, con esperti di 7 diversi ambiti del “fare impresa”. Questi gli ambiti tra cui è possibile scegliere di prenotare un appuntamento nella modalità one-to-one: adempimenti, scelta della forma giuridica e business plan; aspetti fiscali; comunicare e promuovere l’impresa; identificare mercato e clienti: logiche e strumenti disponibili; brevetti e marchi; come testare l’idea d’impresa; strategie organizzative per lavorare con soci, clienti e fornitori. Gli interessati ad ottenere indicazioni utili per iniziare a dare forma alla propria idea/attività imprenditoriale possono iscriversi sul sito www.bergamosviluppo.it (dalle news scorrevoli in homepage o dal calendario eventi) a uno o più ambiti di interesse. L’orario degli incontri personali sarà confermato telefonicamente o via mail qualche giorno prima dello svolgimento dell’iniziativa. Le adesioni verranno accettate in ordine cronologico di arrivo fino ad esaurimento degli appuntamenti da effettuare nelle 4 ore di durata. L’Open Day si terrà nelle aule formative di Bergamo Sviluppo, al 2° piano della sede di via Zilioli 2 a Bergamo.




Italcementi, cig per 1080 dipendenti

L’Italcementi ha annunciato la Cassa integrazione per 1.080 dei 2.700 dipendenti del gruppo in tutta Italia. Anche se l’azienda ha precisato che si tratta di una cifra per ora teorica e che il numero reale potrebbe essere più basso, stupore e apprensione è stata espressa da parte sindacale. “Il percorso formulato dall’azienda – ha dichiarato Danilo Mazzola, segretario generale di Filca Cisl di Bergamo – ha un impatto occupazionale che non può essere accettato o condiviso. Mascherare l’esigenza di tutelare i lavoratori, con il maggior utilizzo della cassa, in vista di eventuali futuri esuberi, non può lasciare tranquilli i 680 lavoratori coinvolti nella nostra provincia. Nell’assemblea sindacale di venerdì proporremo ulteriori iniziative di protesta, da intraprendere nelle prossime settimane”.




Ubi Banca, l’assemblea dà il via libera alla trasformazione in spa

ubi-bancaL’assemblea straordinaria di Ubi Banca, convocata a Brescia, ha approvato la trasformazione in spa. È la prima delle dieci banche popolari interessate dalla legge promossa dal governo Renzi ad abbandonare la forma cooperativa. I sì sono stati 4.976, 25 i no e 31 gli astenuti. Un «passaggio storico» ha detto in assemblea il ceo, Victor Massiah. In assemblea, al momento del voto erano presenti 5.032 soci, in proprio e per delega. La maggioranza a favore della trasformazione in spa è stata bulgara, pari al 98,88% degli intervenuti. Per approvare la trasformazione in spa, sulla base delle regole introdotte dal Parlamento, era sufficiente una maggioranza dei due terzi dei votanti. «Stiamo cambiando un vestito ma non è la forma giuridica che fa la banca ma gli uomini, che penso che siamo molto consapevoli delle responsabilità che hanno», ha detto il presidente del consiglio di gestione Franco Polotti. All’assemblea straordinaria presenti 4.551 soci, di cui 2.501 in proprio, in rappresentanza del 20,56% del capitale. “La scelta di Ubi Banca di procedere alla trasformazione in spa – ha detto presidente del consiglio di sorveglianza, Andrea Moltrasio – contribuirà alla stabilità dell’istituto. Non soltanto il governo, non solo Bankitalia, non solo la Bce, l’Fmi e il Comitato di Basilea, ma anche la Consob in Parlamento: tutti gli enti si sono espressi a favore di questo cambiamento. Assecondare questo cambiamento ha senso proprio per la stabilità del nostro istituto”. Moltrasio ha dato anche indicazioni sul diritto di recesso. Per chi volesse esercitarlo il tempo richiesto dalla procedura sarà di «sei mesi». Nel fissare il tetto la banca ha cercato il «giusto equilibrio» tra il diritto dei soci di monetizzare le proprie azioni «e il dovere di mantenere patrimonio alla banca per reggere eventuali intemperie nei mercati”.




Magnetti Building apre le porte agli architetti paesaggisti

Venerdì 9 ottobre Magnetti Building ospiterà per la prima volta circa 100 iscritti all’Albo degli Architetti Paesaggisti Pianificatori e Conservatori della Provincia di Bergamo. L’appuntamento è inserito nel ciclo di incontri “Visite in azienda” che l’Ordine degli Architetti organizza annualmente, selezionando imprese che pongono massima attenzione alla progettualità e alla ricerca di soluzioni innovative, al fine di consolidare il legame tra professioni e mondo della produzione. I professionisti, a partire dalle 14, verranno accolti dai responsabili aziendali nella sede di Carvico e assisteranno a una presentazione generale dell’impresa, cui seguirà la visita ai reparti produttivi, e potranno partecipare successivamente ad un seminario tecnico dedicato alle innovative tecnologie applicate utilizzate da Magnetti Building in occasione di Expo 2015 che potrà essere inserito fra le attività formative e consentirà di richiedere all’Ordine il rilascio di 4 CFP (crediti formativi professionali). Il team della Magnetti Building è stato uno dei protagonisti di Expo ed è stato chiamato a rispondere a sfide tecnologiche significative con tempistiche molto ridotte. In totale è stato fornito materiale per oltre 21.000 mq e sono stati gestiti 7 cantieri, cifre che confermano il ruolo di Magnetti Building come player importante del comparto dell’edilizia. Durante il convegno verranno in particolare illustrati i sistemi prefabbricati in calcestruzzo impiegati nella realizzazione del Padiglione del Regno di Bahrain (il primo ad essere stato consegnato) e del Padiglione Turkmenistan (edificato in soli 50 giorni), oltre alla costruzione nell’ambito Fuori-Expo del nuovo Hotel Ibis Style nei pressi di Milano.




Marchi comunitari depositati, Bergamo seconda in Lombardia

In Lombardia ci si tutela di più, anche a livello europeo: sono infatti circa 2 mila all’anno le domande di marchi comunitari depositate, il 28,1% del totale italiano, in crescita in dieci anni del 36,3%. A Milano, prima provincia in Lombardia e Italia con 1.277 domande, si depositano più marchi comunitari che nell’intero Veneto (seconda regione con 1.216) e il doppio del Lazio. Seguono tra le lombarde, Bergamo con 165 depositi (7,9%) e Brescia con 145 (7%). Varese, quarta con 126, aumenta in dieci anni del 60,7%. Lombardia prima in Italia anche per marchi e disegni nazionali (rispettivamente: 26,9% e 19,9% del totale italiano) e per disegni comunitari (27,6%). E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati dell’Osservatorio Unioncamere – Epo e Uibm.




Ubi Banca, la ragione in più per diventare spa

Ubi BancaA questo punto nulla osta a che sabato come da convocazione e da previsioni iniziali, Ubi Banca celebri a Brescia la sua assemblea e si trasformi in società per azioni, se così vorranno i soci. La terza sezione del Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva cautelare della circolare della Banca d’Italia avanzata da alcuni soci, convocando l’udienza per la discussione al 10 febbraio, quando si terrà la riunione relativa anche ad altri ricorsi che la richiesta di sospensiva non l’hanno presentata. Quindi quest’oggi, giovedì 8 ottobre, quando si riuniranno i consigli di Ubi, convocati prudenzialmente in precedenza proprio per valutare le decisioni del Tar, non resterà che prendere atto che la situazione legislativa è esattamente quella di quando è stata indetta l’assemblea e che non ci sono ragioni per cambiare il programma.

Quella del Tribunale infatti non è stata una “non decisione”, ma ha stabilito quale è la normativa in vigore e quindi con quali regole si può tenere l’assemblea di sabato. A dire una qualsiasi Popolare un’assemblea per la trasformazione in società per azioni avrebbe potuto tenerla anche se non ci fosse stato l’obbligo di lasciare lo status di cooperativa entro la fine del 2016. E Ubi avrebbe potuto tenerla anche in caso di sospensiva dell’intera riforma delle Popolari. Il chiarimento necessario, arrivato in conseguenza della non sospensiva del Tar, è che sabato sarà possibile la limitazione del diritto di recesso deliberata in 350 milioni, pari al 5% del capitale e concessa dalle disposizioni attuative della Banca d’Italia. Se la norma fosse stata sospesa, il gruppo si sarebbe esposto al rischio di dover comprare a circa 7,2 euro l’una tutte le azioni presentate dai soci non favorevoli all’operazione. Considerato che ieri, mercoledì 7 ottobre, la quotazione in Borsa di Ubi era di 6,64 euro, il “premio” garantito di una sessantina di centesimi rispetto a quanto un’azionista potrebbe ottenere sul mercato, avrebbe potuto alimentare qualche speculazione ed esporre la banca a un improvvido depauperamento patrimoniale. Forse il rischio non sarebbe stato così alto – ma lo si saprà solo quando il diritto verrà effettivamente esercitato – e l’assemblea si sarebbe potuta tenere anche con diritto di recesso illimitato. In ogni caso l’udienza dal Tar ha tolto anche questa preoccupazione.

Quello che il Tribunale amministrativo regionale non ha potuto cancellare, e che inevitabilmente sarà il tema dell’assemblea, sono i dubbi sulla tempistica scelta da Ubi, oltre ovviamente alle perplessità, di fatto accademiche, sulla bontà di una legge, che però la banca non ha scelto, ma si trova a dover rispettare. Senza entrare nelle sterili elucubrazioni sul fatto che questa imposizione possa essere tutto sommato gradita a parte dell’azionariato, rompendo gli indugi e i tabù della intoccabile cooperativa, o sia una prevaricazione, la concreta discussione riguarderà la decisione di Ubi di trasformarsi subito in Spa e non aspettare, come sono orientate le altre Popolari, la primavera o addirittura l’autunno 2016.

La prima obiezione è che, in caso di accoglimento dei ricorsi o di qualsiasi modifica della legge, c’è la possibilità che Ubi si trovi ad essere una società per azioni, anche se avrebbe potuto evitarlo. Non si vedono i motivi di possibile impugnazione di una libera delibera dell’assemblea straordinaria secondo la normativa in vigore e quindi Ubi si sarebbe in quel caso effettivamente condannata a una natura che ufficialmente non desiderava.

Ma nel caso, non improbabile, che in futuro la normativa non cambi, il risultato di rinviare la trasformazione sarebbe stato per la banca quello di trovarsi in una situazione di precarietà e di debolezza di fronte, ad esempio, alle possibili aggregazioni. Risolvere la questione “cooperativa o spa” vuol dire trovare almeno un punto fermo in un mondo bancario dove anche le regole apparentemente stabili sono in continuo movimento. Ma Ubi ha una ragione in più, rispetto alle altre popolari, per una trasformazione precoce ed è quella del rinnovo cariche in programma in primavera. Appare un controsenso rinnovare con le logiche della cooperativa un consiglio che dopo pochi mesi si troverebbe a guidare una società per azioni. Più lineare sarebbe affidare una spa a un consiglio nato con le regole della spa. Su questo però non è d’accordo chi ritiene che in una cooperativa con il voto capitario, dove ogni socio vale un voto, possa sperare anche di conquistare il vertice, nella consapevolezza che in una spa, dove si contano le azioni, non avrà più alcun peso. Che questo vada nella direzione dell’interesse della banca è tutto da dimostrare: per sapere se questo scenario è veramente possibile, non c’è che da aspettare l’esito del voto.

 




Galizzi: “Il Modello Bergamo va rivisitato e potenziato”

ercole_galizzi.jpg“I segnali positivi a Bergamo prevalgono. Tuttavia, la più lunga crisi degli ultimi 70 anni non è ancora definitivamente alle spalle. Per questo Confindustria Bergamo si concentrerà sempre di più sull’utilità che riesce a trasferire alle industrie associate e, di conseguenza, al sistema produttivo locale attraverso gli incrementi della produttività totale dei fattori aziendali e del miglioramento della competitività del territorio”. A sottolinearlo è stato Ercole Galizzi, presidente di Confindustria Bergamo, nel corso dell’assemblea generale che si è tenuta nell’aula magna dell’Università di Bergamo, in Sant’Agostino. “Lo sforzo – ha aggiunto Galizzi – andrà in questa direzione e chiediamo a tutti i protagonisti del Sistema Bergamo di procedere con noi: alle banche e ai servizi; all’Università e alla scuola; alla pubblica amministrazione e ai sindaci; agli ordini professionali e alle altre associazioni datoriali; e, soprattutto, ai sindacati”.

Fare industria nei Paesi sviluppati oggi non significa altro che stare sulla frontiera tecnologica, innovare. In questo processo prevalgono sugli altri due fenomeni strettamente legati fra di loro: il primo la rivoluzione digitale e il secondo una vera rivoluzione delle macchine. “La nostra Associazione – ha continuato Galizzi – si sta preparando per sostenere al meglio le imprese in questa trasformazione epocale. Questa è la ragione prima della riforma organizzativa del Sistema Confindustria. In queste settimane è stato approvato il nuovo Statuto di Confindustria Bergamo che semplifica e rende più autorevole la rappresentanza e ci consentirà una maggiore e più tempestiva efficacia nelle decisioni e nella loro attuazione, concentrandoci su alcuni obiettivi strategici su cui investire tempo, capacità e risorse”.

Galizzi nella sua relazione ha ricordato i vari ambiti che vedono impegnata Confindustria sul territorio, e i relativi risultati conseguiti, e ha ribadito l’importanza dell’Università di Bergamo “il cui ruolo per il nostro territorio è essenziale”. “Siete un partner privilegiato e obbligato – ha detto il presidente rivolgendosi al nuovo rettore Remo Morzenti Pellegrini – . I vostri successi nella formazione e nel campo della ricerca, la vostra apertura internazionale e il network di Università con cui collaborate, il Laboratorio Luberg, sono una grande prospettiva per le imprese bergamasche e una necessità per Confindustria Bergamo per raggiungere la nostra missione di finalizzare tutte le attività di servizio e di consulenza al target delle innovazioni. Insieme a voi puntiamo all’eccellenza”.

“Il marketing territoriale e il rilancio dell’imprenditorialità – ha poi sottolineato il presidente di Confindustria Bergamo – sono due temi strategici per il dopo crisi che desideriamo consegnare, insieme ad altri, al Modello Bergamo, un’iniziativa in cui Confindustria Bergamo crede, ma i bergamaschi assai meno. Soprattutto gli si rimprovera poca efficacia. Certamente non abbiamo saputo comunicare bene i risultati; certamente le azioni per lo sviluppo hanno ricadute a medio termine e se ne dimenticano i padri. Però non può essere negato da nessuno che l’obiettivo della coesione sociale sia stato raggiunto in anni così difficili e pieni di tensione per tutti. È tutt’altro che poca cosa. Confindustria Bergamo è consapevole che il Modello Bergamo vada rivisitato per potenziarlo. Nelle prossime settimane si discuterà dell’allargamento dei soggetti coinvolti che implica una formalizzazione della sua governance con una ristretta “cabina di regia” che si interfaccia con i gruppi di lavoro cui saranno affidati i progetti territoriali. In questa fase in cui le riforme istituzionali hanno svuotato alcuni poteri e redistribuito, non sempre appropriatamente, le funzioni, il Modello Bergamo, senza diventare un soggetto politico, deve rafforzare la sua capacità di proposta e la sua operatività”.