Anche l’abito fa il professionista. Lo si impara a Osio Sotto

abito - ufficio“Dimmi come ti vesti” è il corso promosso da Ascom Formazione e dedicato a chi desidera approfondire gli aspetti comunicativi dell’immagine per esigenze professionali o personali. La lezione, di 8 ore, si svolge nella sede Ascom di Osio Sotto (piazzetta don Gandossi,1) mercoledì 3 febbraio dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.

«In una realtà veloce e ultra visiva, come quella nella quale viviamo, siamo chiamati quotidianamente a veicolare un messaggio di noi stessi – afferma Daniela Nezosi, responsabile di Ascom Formazione -. Ciò che indossiamo diviene parte integrante della nostra immagine e del nostro stile e quindi il look che scegliamo può diventare un potente strumento di comunicazione attraverso il quale raccontare chi siamo, cosa facciamo, cosa ci rende unici. Crediamo che questo sia un aspetto importante per i nostri imprenditori e da non sottovalutare, per ciò abbiamo proposto in calendario il corso che aiuta a creare una propria immagine efficace».

Il corso ha l’obiettivo di fornire gli strumenti di base per creare un’immagine parlante, adatta a comunicare gli aspetti legati alle caratteristiche personali e professionali.

I temi trattati vanno dall’analisi della propria immagine come strumento comunicativo e di personal branding all’individuazione di un proprio stile fino alla scelta di linee, tessuti, forme e colori adatti alla propria fisicità.

Per informazioni : info@ascomformazione.it.




Buona la partenza dei saldi, +6% nel primo fine settimana

COMMERCIO: SALDI; SHOPPINGBuone notizie sul fronte dei saldi. «Per questo primo fine settimana possiamo ritenere positivo l’andamento delle vendite, che in media ha registrato un +6% rispetto allo scorso anno – afferma Paolo Malvestiti, presidente di Ascom Bergamo -. Continua quindi la leggera ripresa dei consumi che avevamo intravisto a dicembre. La partenza è stata quindi buona». I saldi hanno però una durata breve.paolo-malvestit.jpg

Dopo i primi 10-15 giorni, la corsa alle vendite di fine stagione rallenta o addirittura si ferma, soprattutto perché sia nell’abbigliamento che nelle calzature vanno ad esaurirsi velocemente taglie e  numeri. «Aspettiamo il prossimo fine settimana, in cui le vendite a prezzi scontati dovrebbero ancora reggere bene, ma poi, come succede da alcuni anni, i saldi si fermeranno e l’interesse sarà spostato altrove – continua Malvestiti -. Nei negozi dove sono comparsi i primi capi e i primi accessori della stagione primaverile si respira da parte dei clienti una certa curiosità e un certo interesse: sono attratti dai colori pastello delle nuove collezioni».

La buona partenza nei saldi non è stata omogenea: ci sono negozi, soprattutto in provincia, che registrano una stabilità rispetto allo scorso anno. «Comunque, quello che di positivo vediamo – conclude Malvestiti – è una certa fiducia che è tornata tra le gente e un desiderio di cambiare, innovare. I bergamaschi rimangono sempre attenti al prezzo e alla qualità, ma sono un po’ più sereni rispetto ai primi mesi del 2015». Anche l’ultima analisi sui consumi fatta da Confcommercio indica un graduale rafforzamento della domanda delle famiglie. I dati appena pubblicati dall’Ufficio Studi della Confederazione indicano che, dopo un trimestre di rallentamento, a novembre si è segnalato una crescita dei consumi dello 0,4%  rispetto al mese precedente e del 2,2% in confronto allo stesso mese del 2014.




Saldi al via, ogni famiglia spenderà 350 euro

Mentre in Basilicata, Campania, Sicilia e Valle d’Aosta la corsa ai saldi è scattata oggi, in tutte le altre regioni il via ufficiale alle vendite di fine stagione sarà martedì 5 gennaio. L’attesa è alta, per i commercianti fiduciosi nella possibilità di confermare i dati positivi registrati durante le vendite natalizie (a Bergamo pari al +6%, superiore rispetto alle aspettative), ma anche per i consumatori, che potranno portarsi a casa il capo che mancava ad un prezzo vantaggioso.

Non a caso l’Ufficio studi di Confcommercio stima che ciascuna famiglia italiana spenderà in media 346 euro per i saldi invernali, il 3% in più rispetto all’anno scorso. «I saldi sono occasioni importanti per i consumatori a caccia dell’affare – commenta Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio -. Per gli operatori commerciali sono fondamentali più per dare continuità a quei piccoli, quasi impercettibili, segnali di ripresa che per le loro casse. Con questo tipo di vendita, aumentano i ricavi, ma diminuiscono i margini – precisa infatti -. Servono ora segnali forti e politiche di sostegno e rilancio dei consumi nei negozi che stanno abbandonando le vie dei nostri centri».

E se il clima è diventato sempre più mite dal punto di vista metereologico, «ma non così clemente è nei confronti degli operatori commerciali che hanno visto ridurre fortemente le vendite di capi più pesanti e di calzature ed accessori di stagione – rileva Borghi -. Anche per questo siamo sempre più determinati a chiedere lo spostamento dei prossimi saldi ad effettiva fine stagione, almeno a fine gennaio, scelta confermata da circa l’80% delle aziende del settore».




Consumi, a Bergamo si conferma la ripresa. Malvestiti: «Attese positive anche per i saldi»

Paolo Malvestiti
Paolo Malvestiti

Dopo sette Natali all’insegna della crisi, i segnali di ripresa sono confermati. «È stato un buon dicembre – afferma Paolo Malvestiti, presidente dell’Ascom di Bergamo -. Dopo diversi anni e mesi di stasi nei consumi, questo mese si chiude con un segno positivo, superiore rispetto alle aspettative. Anche le vendite natalizie sono state buone».

Il dicembre 2015 per il commercio bergamasco si chiude con un 6% in più rispetto alle scorso anno, una crescita che è andata oltre le aspettative e le previsioni fatte sia a livello locale che nazionale da Confcommercio, «è tornato un clima di fiducia, lo si vede sulle facce di chi entra in negozio e ha voglia di spendere, sempre con un’attenzione al rapporto tra qualità e prezzo – continua Malvestiti -. La ripresa c’è stata in molti settori, a partire dall’alimentare, che ha registrato un andamento molto positivo, confermato nell’approssimarsi della Vigilia. Quest’anno a vincere sulle tavole del Natale sono state la qualità e la tradizione del made in Italy». Il settore alimentare è infatti tornato a crescere, con un +2% rispetto allo scorso anno. Segno più anche per l’abbigliamento. «Anche il mondo dell’abbigliamento conferma la sua crescita di qualche punto rispetto allo scorso anno. Complice il clima mite di queste festività natalizie, i bergamaschi si sono indirizzati soprattutto sulla maglieria, sulle calzature, sull’accessorio e sul “piccolo pensiero”», evidenzia il presidente. 

Il bel tempo di questi giorni ha un effetto a doppia faccia: nei centri storici e nell’hinterland le belle giornate hanno invogliato ad uscire a fare acquisti, mentre la mancanza di neve in montagna ha fatto registrare la cancellazione delle prenotazioni degli appassionati dello sci.

Dopo Natale, l’attesa dei commercianti è concentra sul 5 di gennaio, data di avvio dei saldi di fine stagione. «Dal 5 gennaio prendono il via saldi – spiega Malvestiti –. E i dati positivi di dicembre fanno ben sperare i nostri commercianti. Le otto settimane sono occasioni importanti per l’acquisto di articoli più importanti come capospalla, giacconi e abiti da uomo».

Le regole dei saldi

Nei due mesi di saldi cinque sono i principi che i commercianti sono chiamati ad osservare, cinque regole di trasparenza e di correttezza pensate per la tutela della concorrenza e del cliente relative a cambi, prova capi, pagamenti, tipologia dei prodotti in vendita e indicazione dei prezzi.

  1. Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
  2. Prova dei capi: non c’è obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante
  3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione. Inoltre è previsto l’obbligo di accettazione dei pagamenti tramite bancomat e carte di credito sopra i 30 euro
  4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
  5. Indicazione del prezzo: è obbligo del negoziante indicare il prezzo iniziale di vendita e lo sconto in percentuale, è facoltà, ma consigliabile, indicare anche il prezzo di vendita ribassato, mentre è vietato indicare qualsiasi altro prezzo.

Le violazioni alla norma sulle vendite straordinarie saranno punite con sanzioni amministrative da 500 a 3.000 euro, secondo la legge regionale 9/2009.




Saldi anticipati al 2 gennaio, l’Ascom dice no

Martedì 27 ottobre  si terrà un’audizione presso la Conferenza delle Regioni richiesta da Federdistribuzione per anticipare a livello nazionale i saldi dal 5 gennaio (data già da qualche anno condivisa dalla maggioranza delle Regioni per l’avvio allo shopping scontato) a sabato 2 gennaio 2016.

La ragione è nel calendario poco favorevole. Il 5 gennaio è infatti un martedì, giorno lavorativo, per quanto prefestivo, che farebbe partire in modo fiacco la stagione dei ribassi, sottraendo per di più flussi e spesa nel fine settimana precedente.

Federazione Moda Italia è contraria alla proposta di anticipare le vendite di fine stagione al sabato 2 gennaio. Il direttore di Ascom Bergamo, Oscar Fusini, di concerto con il presidente dell’Associazione Paolo Malvestiti e con il presidente di categoria Diego Pedrali, intende sostenere la linea di FedermodaItalia.

Secondo Fusini «l’anticipazione estrema dei saldi al 2 gennaio, in pieno periodo feriale, colpirebbe l’effetto Natale che auspichiamo possa essere positivo, consolidando così i primi tiepidi effetti positivi delle vendite di fine stagione estive in un settore che, lo ricordiamo, resta comunque stremato». Tanto più che «per ragioni climatiche il rischio che oggi registriamo è che la stagione invernale possa partire molto tardi. Inoltre, in aree a vocazione turistica come quella bergamasca, l’anticipazione dei saldi produrrebbe un calo delle presenze dannoso per le Orobie e il lago d’Iseo, che perderebbero turisti anziché guadagnarne, a tutto vantaggio della permanenza in città o comunque a casa per la visita di outlet e centro commerciali». «Nulla vieta di raccogliere l’effetto positivo dei saldi anche posticipandoli», è la considerazione finale.




Abbigliamento, la regina dello stile ai negozianti: «L’errore è sottovalutare internet»

Con savoir faire ed eleganza ha conquistato il pubblico di Real Time come conduttrice del programma televisivo “Ma come ti vesti?”. Tubino nero, tacchi a spillo e grandi occhiali da vista, la biondissima fashion coach Carla Gozzi è riuscita a stregare in pochi istanti anche i piccoli imprenditori bergamaschi del settore abbigliamento che lo scorso 19 ottobre sono accorsi numerosi all’Accademia del Gusto di Osio Sotto per seguire i suoi preziosi consigli di stile.

carla gozzi a Osio Sotto - Ascom FormazioneL’esperta di moda più trendy d’Italia – nota per le sue collaborazioni con Jean-Charles de Castelbajac, Thierry Mugler, Christian Lacroix, Calvin Klein, Mila Schön, Gabriele Colangelo, Yohji Yamamoto ed Ermanno Scervino – ha svelato ai commercianti trucchi intelligenti ed efficaci tecniche di vendita per difendersi dalla spietata concorrenza delle offerte che si rincorrono sul web.

«Una brava commessa deve saper anticipare i bisogni e i gusti del proprio cliente mettendolo a proprio agio, alla stregua di una psicologa – ha detto la Gozzi durante il corso organizzato da Ascom Formazione e dal Gruppo Abbigliamento Ascom –. In un periodo in cui noi consumatori possiamo acquistare tutto comodamente seduti a casa davanti al computer, la sfida per i retailer è grandissima. È l’essere umano che fa la differenza».

Ricoprire il ruolo del retail manager significa avere diverse abilità: è necessario pensare e agire velocemente, sapersi assumere rischi e responsabilità, negoziare con i clienti, tenersi aggiornati sui trend di mercato. Anche l’ambiente di un negozio è importante. Attenzione quindi alla scelta dei dettagli: colori, spazi, profumi e musica possono dire molto sullo stile di una boutique e sulla personalità di chi la gestisce. Carla Gozzi tornerà all’Accademia del gusto lunedì 26 ottobre per un secondo appuntamento in cui dispenserà nuovi consigli per essere glamour in ogni occasione.

Quali sono i principali errori che i commercianti di abbigliamento compiono nel gestire la loro attività?

«Spesso sottovalutano la competizione di internet. La tecnologia e l’e-commerce hanno cambiato notevolmente i nostri usi e costumi. Quindi anche il commerciante deve modificare profondamente il suo approccio. Tecnologia non significa che i rapporti umani si siano azzerati, anzi. Bisogna impegnarsi più di prima per avere un’attività di successo e attirare gente. Di qui l’importanza di saper accogliere, coinvolgere e coccolare l’acquirente. Se non lo si fa, il cliente diventa sempre più sfuggevole. E poi attenzione alle taglie: mai proporre una 44 a una taglia 42!»

Quali sono, invece, gli aspetti che un buon commerciante non deve mai trascurare?

«L’accoglienza, la confidenza, il trattamento. Se una boutique non ha qualcosa di speciale e di accattivante, un cliente non esce nemmeno di casa. Perché far fatica, consumare benzina, fare code, quando si può acquistare tutto in internet? Il servizio oggi deve cambiare rispetto a una volta. I capi di abbigliamento non sono beni di prima necessità, come il pane, il latte… sono sfizi, ovvero rappresentano tutto ciò che esula dal fondamentale. E per incentivare una persona all’acquisto è bene conoscerne sogni e aspirazioni prima ancora che ce li dichiari. Il commesso deve entrare in empatia con i clienti, regalando sogni, emozioni, storie…».

Nulla è affidato all’improvvisazione, quindi…

«No, mai improvvisare. Anzi, bisogna avere molta cura dei dettagli. Questo non significa che per rinnovarsi bisogna rifare completamente un negozio dalla testa ai piedi. Spesso basta partire dalle piccole cose».

Quanto conta sapersi promuovere attraverso internet o i social network?

«Ci sono ancora troppi negozianti che non hanno una fan page su Facebook. I E, se ce l’ha, spesso è scarna, priva di contenuti, non c’è coinvolgimento, non si suscita reazione in chi visita la pagina».

In Bergamasca, però, ci sono anche tante botteghe storiche gestite da persone di una certa età che magari sono poco avvezze all’uso dei social network…

«In effetti la rete è più immediata per i giovani, ma c’è comunque un ampio segmento di persone tra i 55 e i 75 anni che è molto attivo su internet. E poi c’è mia madre che ha 80 anni e proprio l’altro giorno è riuscita a condividere un video su Facebook!»

Parlando di moda, qual è il trend per l’autunno-inverno?

«C’è un grande ritorno del marrone e di tutti gli accessori in cuoio. Abiti cammello, rossi, marroni, tinte calde legate all’autunno sono colori che nel nostro guardaroba non si vedevano da tempo. C’è anche una macro tendenza hippy, dal pantalone a zampa alla giacca più sportiva, che ha caratterizzato l’estate, è presente nei capi autunno-inverno e continuerà anche nella stagione primavera-estate 2016».

 




Abbigliamento, la maestra di stile Carla Gozzi dà lezioni anche ai negozianti

Carla GozziC’è grande attesa per il corso “Stile e stili: Carla Gozzi e il retail manager” organizzato da Ascom Formazione e dal Gruppo Abbigliamento Ascom e indirizzato agli imprenditori del settore moda.

L’appuntamento è in programma il 19 e il 26 ottobre ed ha registrato nel giro di poche ore grande interesse da parte degli operatori.

Carla Gozzi, famosa style coach e protagonista delle trasmissioni televisive “Ma come ti vesti?” e “Shopping nigth”, in 14 ore farà conoscere l’arte perfetta per essere unici nella vendita di capi di abbigliamento. A tema tutto quanto serve per la comprensione del cliente ed il giusto look: dalla perfetta accoglienza alla corretta postura e gestualità in negozio, fino al dresscode appropriato.

Oltre ad aver collaborato nel corso degli anni con stilisti di fama internazionale come Thierry Mugler, Mila Shon, Calvin Klein, Yohji Yamamoto, la specialista del buon gusto insegna presso aziende e accademie professionali di moda e nel 2010 ha inaugurato la Carla’s Academy, accademia di stile con corsi strutturati, dedicati a chi intende migliorare e arricchire le proprie conoscenze in materia di tendenze.

Il corso si tiene all’Accademia del Gusto di via don Gandossi 1 ad Osio Sotto lunedì 19 e lunedì 26 ottobre dalle 9.30 alle 17.

Le due lezioni, grazie alla collaborazione con il Gruppo abbigliamento, sono gratuite per i soci Ascom

Per informazioni: info@ascomformazione.it

 




Stefano Cavalleri, il “papà” della moda bimbo conquista i paesi Arabi

STEFANO CAVALLERI 1«I Pinco Pallino era il mondo. Ora il mondo lo sto, lentamente, ricostruendo». Non nasconde la difficoltà di ripartire Stefano Cavalleri, classe 1951, fondatore, con Imelde Bronzieri, del marchio bergamasco di alta moda per bambini cui ha detto addio nel 2011 anche come direttore creativo, dopo che la proprietà era già passata di mano. Ma ora ritiene che tutti i tasselli stiano andando al posto giusto perché possa tornare ad essere un protagonista dello stile in formato junior, lui che nel Dizionario della Moda Italiana rappresenta l’unica menzione dedicata alla moda per bambino.

Il suo progetto si chiama QuisQuis «e sono sempre io – afferma -, l’evoluzione di 35 anni di esperienza, curiosità e ricerca in una chiave ovviamente attuale e moderna, grazie anche ad un team di giovani assistenti che mi affianca».

A che punto è la sua nuova avventura?

«Con la nuova collezione ha debuttato la partnership per produzione e distribuzione mondiale con Spazio Sei di Carpi, che dopo 18 anni ha “divorziato” da Blumarine ed è licenziataria di firme come Iceberg e Scervino. Un passaggio che mi dà la possibilità di lavorare ad un total look, non solo alla cerimonia come avvenuto in precedenza. Significa anche capi meno preziosi e poi le linee per maschietti e baby, scarpe e accessori, come coroncine, cappelli, borsine che hanno sempre fatto parte della mia immagine. La collezione è stata presentata a Pitti Bimbo ed è speciale perché è completa».

E il mercato come risponde?

«Alla kermesse fiorentina partecipo da 35 anni, l’affluenza è stata bassa ma i contatti molto buoni. Accanto ai clienti del mondo arabo si sono rivisti i russi, che la crisi aveva allontanato, oltre ad Azerbaigian e Kazakistan. Ed è tornata l’Europa, con Germania, Francia e pure l’Italia che si era persa totalmente. Sono segnali incoraggiati. Per noi la testimonianza di fiducia in ciò che stiamo producendo, per il settore moda il fatto che ci si sta rimboccando le maniche e si sta ripartendo».

La prima boutique monomarca QuisQuis è stata aperta a Doha, nel Quatar, lo scorso anno. È questa l’area più interessante?

«La penisola arabica ama molto quello che faccio e l’espansione prosegue. A Doha prevediamo di aprire un secondo spazio, mentre ad ottobre apriremo ad Abu Dhabi, in tempo per il Gran Premio di Formula Uno e il richiamo che avrà l’evento. All’inizio del 2016 sarà la volta di Dubai. Grazie a Spazio Sei siamo presenti anche in 12 negozi nelle vie della moda di tutto il mondo, nel Dubai Mall, in rue du Faubourg-Saint-Honoré a Parigi, in Piazzetta a Porto Cervo, solo per dare qualche esempio del prestigio e del valore delle location».

Come si conquista una platea così ampia e differente?

«È complicato. Le collezioni sono sempre più vaste per rispondere ai climi, alle ricorrenze, alle usanze e alle religioni. L’estate è, se vogliamo, più semplice perché fa caldo un po’ dappertutto, per l’inverno si ragiona “a strati”, dai golfini che sono sufficienti nei paesi arabi ai cappotti, piumini e pellicce per il mercato russo. Ma cambia anche il gusto e la scelta dei colori, le tinte pastello piacciono ai russi, i colori forti agli arabi, mentre bianco e avorio non vanno in Giappone. E poi ci sono le lunghezze di maniche e gonne, per non parlare delle ricorrenze diverse per ogni nazione e religione. In 35 anni ho imparato a conoscere tutto questo e a tenerne conto».

Come definisce il suo stile?

«Poetico. Da sogno perché senza sogni non si vive. E sempre sereno. Mi piace regalare dei sogni ai bambini e trasmettere l’idea del buon gusto, mostrare che ci si può vestire bene. I miei sono capi cari, per chi ha certe possibilità, non lo nego, ma i bambini sono ben vestiti anche con una camicetta bianca e un paio di jeans».

Ma perché vestire i bambini con capi eleganti e ricercati. Non dovrebbe essere l’età della spontaneità?

«Io credo che sia un modo per far conoscere ed apprezzare il bello e dare un valore alle cose, contro la cultura dell’usa e getta che travolge tutto, anche i ricordi. Contro la volgarità e la violenza. Significa insegnare loro a prendersi cura delle cose, a fare attenzione. Quando i miei figli hanno compiuto 18 anni ho regalato loro un paio di scarpe importati e insieme spazzola e lucido perché le conservassero al meglio, come un caro ricordo. L’abito della comunione, la bella camicia sono anche memoria, si legano ai momenti della vita. In bermuda e t-shirt si può stare tutti i giorni, perché andarci anche ad una cerimonia? Naturalmente il compito di indirizzare al bello e al buon gusto sta ai genitori…».

Quando disegna i capi pensa ai bambini o alle mamme che li compreranno per loro?

«Ho sempre pensato ai bambini. Ogni bambino sogna il bello. La bambina di fare la giravolta con un abito da principessa, per il maschietto forse è un po’ più difficile, ma delle giacche in jersey o felpa lo possono conquistare per una cerimonia».

Come non dovrebbero, invece, essere vestiti i bambini?

«Come dei piccoli adulti. Le bambine con pance scoperte, piercing finti, minigonne esagerate, i bambini come macho in miniatura. Purtroppo è la tendenza in atto, spinta anche da alcune aziende. Ma non la si ritrova solo nel vestire, su Internet, nei talent si vedono sempre più spesso bambini che cantano e ballano scimmiottando gli adulti. È un’immagine che non condivido».

La produzione di QuisQuis è cominciata in Puglia ed ora è Carpi, il made in Italy continua a fare la differenza?

«La manodopera italiana è unica, ma per alcuni tessuti, ad esempio delle sete meravigliose, e lavorazioni scelgo anche all’estero. In India, soprattutto, dove sono maestri nell’uso del colore e nel ricamo con paillette e filo di seta».

Con Bergamo che rapporto ha?

«È la mia città, che amo e dove dovrei vivere, anche se ora gli impegni fuori sono tanti, tra Carpi, dove si produce QuisQuis, la Puglia per seguire la prima linea bambino di Cesare Paciotti, un’iniziativa tutta nuova per la quale hanno scelto me, e i viaggi. Oggi comunque sono più spesso a Bergamo, da mio padre novantenne, che a Trescore, dove abito. Ciò che apprezzo è la possibilità di vivere ancora vicini alla natura, una delle scorse sere mi sono goduto l’arrivo del temporale…».

Come sono i bergamaschi nel vestire?

«È sempre stata una città perbene, mai d’avanguardia. Per un acquisto speciale la meta è sempre stata Milano, come del resto per il teatro e il divertimento. Ci sono però due donne che con i loro negozi fanno tendenza. Una è Rosy Biffi che sin dagli anni 70 è un punto di riferimento per la moda, una talent scout, direi, perché alcuni stilisti li rende famosi lei. L’altra è Tiziana Fausti, che ha portato griffe importanti come Dior, Gucci e Prada».

Mai pensato di passare alla moda per adulti?

«Ho cominciato con la moda donna e con un negozio in via San Tomaso. Il progetto è sempre stato nel cassetto ed ora quel cassetto si è dischiuso, ma è un po’ presto per parlarne…».

Un “assaggio” del prossimo autunno – inverno QuisQuis




Nuovi costumi made in Bergamo, la sfilata in Galleria Mazzoleni

C’è un nuovo marchio di costumi, interamente realizzati a Bergamo. A crearlo due vulcaniche amiche, Elisabetta Giazzi, 32 anni, e Francesca Fiorini, 33, i cui cognomi, in libera versione inglese, sono diventati il brand Jazz & Flower Beachwear.

La collezione del debutto è presente come temporary shop in Galleria Mazzoleni a Bergamo fino al 28 giugno, forse qualche settimana in più, e poi si farà conoscere tra eventi e negozi. Nel frattempo è già riuscita a regalare uno sprazzo di colore in un sabato grigio (lo scorso 23 maggio) con la sua sfilata all’interno del complesso commerciale.




Bianconiglio, il riciclo comincia dai più piccoli

Il Bianconiglio BergamoSONO SOSTENIBILE/ I PREMIATI

A soli 18 anni Clara Regonesi ha aperto un negozio di abiti e attrezzature rigorosamente di seconda mano per bambini fino a 10 anni. Si chiama Il Bianconiglio Bergamo, è in via Don Luigi Palazzolo 32 ed ha ormai più di tre anni di vita. «In famiglia avevamo l’abitudine di passarci i vestiti tra sorelle e cugine, così mi è sembrato naturale aprire un’attività di questo tipo, in più avevo già una certa conoscenza del mondo del bambino, essendomi diplomata ad una scuola per servizi sociali», spiega la giovane titolare.

Il punto vendita rappresenta una risorsa per le famiglie su due versanti. Per chi vuole liberare armadi e cantine da vestiti, accessori e attrezzature che i piccoli che crescono non usano più, ricavandone un compenso, e per chi è alla ricerca di articoli di qualità ma a prezzi ben più bassi del nuovo. «Saranno la necessità di risparmiare, l’attenzione al riciclo e al riuso o il fatto che l’usato va di moda – riflette Clara –, tant’è che posso dire che la proposta ha gradualmente incontrato l’interesse dei clienti, che non considerano il mercato di seconda mano come un ripiego, ma come un modo intelligente per dare nuova vita alle cose e fare acquisti».

Il funzionamento è semplice. Mamme e nonne portano abiti, scarpe, coordinati letto, giochi, passeggini, fasciatoi e seggiolini auto, ma anche sterilizzatori, radioline e set per la pappa, in negozio. Silvia ne valuta qualità, stato e “vendibilità” e li espone. A fine stagione restituisce ai proprietari la merce che non è stata acquistata, mentre riconosce il 50% del prezzo su quanto è stato venduto. L’attenzione al riciclo è tale che per riconsegnare gli articoli invenduti riutilizza le borse e i contenitori nei quali sono stati consegnati. Anche la struttura e la gestione del negozio seguono principi di sostenibilità: i mobili sono fatti con legno di riciclo, le poltrone sono in cartone riciclato pressato, le luci sono a led o a risparmio energetico.

Il punto vendita è diventato recentemente anche una vetrina per prodotti fatti a mano da hobbisti e di piccole aziende che producono capi in cashmere, pura lana e cotone biologico.