Macellai alla Fiera di Sant’Alessandro, «per non dimenticare il valore delle botteghe»

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Poco tempo per cucinare, pasti sempre più spesso fuori casa e la tendenza – dettata da scelte più o meno consapevoli e allarmi salutistici esasperati – a ridurre il consumo di carne stanno facendo dimenticare una figura centrale della tradizione gastronomica italiana, quella del macellaio. Per ricordare il valore delle botteghe, offrie i consigli giusti per portare in tavola un buon piatto, ma anche far conoscere il dietro le quinte dall’approvvigionamento alla lavorazione, il Gruppo Macellai dell’Ascom ha scelto la Fiera di Sant’Alessandro.

Domenica 4 settembre, all’interno della storica rassegna dedicata all’allevamento, all’agricoltura e ai prodotti tipici organizzata dalla Promoberg al polo espositivo di via Lunga a Bergamo, una decina di macellerie bergamasche allestiranno un banco frigo con un’esposizione delle principali varietà di carni e preparazioni e a partire dalle 16 si metteranno al lavoro mostrando ai visitatori le operazioni di disossatura e sezionamento di manzo, vitello, maiale e carni bianche. Illustreranno le caratteristiche e gli utilizzi più adatti per ciascun taglio per poi passare il testimone allo chef Darwin Foglieni, del ristorante Ol Giopì e la Margì di Bergamo, che proporrà alcune ricette per valorizzarli al meglio, raccolte in un promemoria che verrà omaggiato al pubblico.

ettore coffetti«L’iniziativa vuole fare riscoprire il piacere di entrare in macelleria – evidenzia il presidente del Gruppo Macellai Ascom, Ettore Coffetti -, il piacere del taglio fresco, della qualità di prodotti selezionati, il contatto diretto con chi sta dietro al banco e sa consigliare e rispondere ad ogni domanda». Quella dei macellai Ascom vuole essere una sorta di operazione verità. «Intendiamo mostrare da dove arriva la carne e in cosa consiste il nostro lavoro – prosegue Coffetti -. Oggi, in tempi di supermercati e confezioni già pronte, lo si è forse dimenticato. Il macellaio sceglie direttamente l’animale e lavora le carni, non siamo rivenditori di fettine o scatolette, ma professionisti con precise competenze ed esperienze». Insomma entrare in una macelleria ha ancora un senso, «per acquistare prodotti di qualità, controllati e con indubbi valori nutrizionali, a cominciare dall’apporto di proteine, fondamentale per la crescita dei bambini».

«L’allarme dell’Oms sulla carne rossa – spiega il presidente – è rientrato ed i consumatori hanno imparato a valutare bene le notizie, il problema per il nostro settore oggi non è tanto questo. A farsi sentire è semmai il fatto che le giovani famiglie non hanno tempo per dedicarsi alla cucina ed hanno rinunciato a preparare tanti piatti che fanno parte della nostra tradizione. Grazie alle ricette dello chef in Fiera vorremmo far ritrovare la voglia di cimentarsi in qualche proposta, da quelle più classiche a quelle più veloci ed attuali».

E dell’avanzata del movimento vegano che dice? «Sono scelte rispettabilissime ed ognuno è libero di farle – riflette -. Troppo spesso invece vengono esposti giudizi provocatori nei confronti di chi non segue questa visione, della nostra categoria e dei nostri prodotti. Il rispetto dovrebbe essere reciproco».




Clusone, un festival dello street food per rilanciare il centro

fiva street food

Clusone celebra i piatti da strada. Da venerdì 9 a domenica 11 settembre in piazza Manzù, debutta “Fiva Street Food and Show Festival”, appuntamento dedicato alle specialità gastronomiche da passeggio.

fiva street foodDurante i tre giorni del festival, dalle 10 alle 24, sarà possibile fare il giro del mondo gastronomico in 22 stand allestiti con piastre, forni, friggitrici, bollitori e griglie. Cuochi e gastronomi provenienti da tutta Italia proporranno piatti preparati al momento e legati alle grandi tradizioni regionali: supplì, arrosticini abruzzesi, gnocchi fritti, tigelle, piada romagnola, lampredotto, hamburger di chianina, pesce fritto, agnolotti alla zucca, pecorino arrosto, spianata modenese, ma anche tante specialità dall’estero, Argentina, Messico e Spagna come tapas, paella, enchiladas, moules frites, picanha, fish and chips. Il tutto accompagnato da Chianti, Lambrusco e un’attenta selezione di birre artigianali.

Oltre al buon cibo di strada sono in programma anche spettacoli d’intrattenimento. Sabato 9 andrà in scena l’umorismo del comico di Zelig Marco Della Noce e domenica 10 sarà protagonista la musica live con Jovanotte che farà un tributo a Jovanotti.

La manifestazione è promossa da Fiva nazionale, Fiva Ascom Bergamo, Associazione Clusonecentro e dal distretto del commercio Alta Valle Seriana Clusone e ha il duplice obiettivo di vivacizzare la cittadina seriana e di far conoscere i negozi e le bellezze di Clusone al grande pubblico. «La manifestazione nasce nell’ambito delle politiche dei Distretti del commercio con l’obiettivo di far fermare la gente per divertirsi e fare acquisti – spiega Roberto Ghidotti, coordinatore dei Distretti del commercio per l’Ascom –. Il festival sarà in perfetto stile urbano anglosassone. Lo street food è una realtà gastronomica viva, che mostra l’orgoglio di conservare il piacere del contatto umano con i clienti e la voglia di mantenere le radici con il proprio territorio. Ogni espositore proporrà pochi prodotti, così da assicurare un’offerta varia ma nello stesso tempo coordinata di prodotti freschi, cucinati a vista e serviti». «È  una sfida – dice Ghidotti -. Abbiamo raccolto il desiderio dei commercianti della associazione ClusoneCentro di vivacizzare il centro storico e abbiamo puntato su un festival di qualità, che dà risposta alla passione dilagante per il cibo di strada e valorizza il mondo degli ambulanti che sono lì tutti i giorni a fare il loro lavoro con passione e impegno. Ci auguriamo che la manifestazione sia un’occasione per i visitatori di scoprire i negozi e le bellezze culturali della cittadina».




Commercio, turismo e servizi: a Bergamo 135 attività in più

Crescono le attività del terziario a Bergamo e in provincia. Nel secondo trimestre sono 135 in più rispetto al primo trimestre 2016.

Lo dice l’analisi dell’Ascom di Bergamo sui dati relativi alle aperture e chiusure delle insegne del commercio, della somministrazione, della ricettività e dei servizi. Dalla ricerca risulta che nel periodo compreso tra aprile e giugno 2016 hanno aperto 383 imprese del terziario, mentre le chiusure sono state 248.

L’andamento ha segno “più” in tutti i settori. Nei pubblici esercizi hanno aperto 85 tra bar, ristoranti e alberghi (per un saldo positivo di 37 unità), nei servizi le nuove attività sono state 94 (+15), nel commercio alimentare 46 (+14). L’incremento maggiore è stato nel comparto “non alimentare”, dove hanno aperto 108 attività (+42), mentre tra gli ambulanti le nuove iscrizioni sono state 50 (+27).

Per quanto riguarda le aree, tutte le zone della provincia hanno registrato un segno positivo, ad eccezione del raggruppamento “Valle Brembana e Imagna” dove aperture e chiusure sono andate in pareggio: sono nate 12 nuove e altrettante hanno abbassato la saracinesca. A Bergamo hanno aperto 76 attività (+24), nell’hinterland 68 (+18), nella Bassa bergamasca 76 (+27), in Valle Seriana e Scalve 48 (+15), nell’Isola Bergamasca 51 (+23), in Val Cavallina 30 (+15), in Valcalepio 22 (+13).

«I dati evidenziano la vitalità del terziario, con un aumento della natalità, che conferma quanto già rilevato nel trimestre precedente. Si stima che entro fine 2016 nasceranno 1.500 imprese, il 7% del numero complessivo di attività del terziario bergamasche, e ne moriranno circa 1.200 – afferma Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. È un turnover molto alto che ha elementi positivi e negativi. Tra i positivi il fatto che il terziario resta uno sbocco occupazionale. Analizzando i profili emerge che chi apre oggi un’attività è per lo più giovane o over 50; tra i giovani c’è un’alta scolarità e un’attenzione e una propensione alle tecnologie. Tra gli aspetti negativi ci sono la scarsa competenza di tipo imprenditoriale e la poca conoscenza del settore merceologico di riferimento. Manca inoltre per l’imprenditore un periodo di avviamento e di affiancamento. Questi fattori, uniti al fatto che i consumi sono al palo, possono mettere in difficoltà le nuove imprese e sono la causa dell’alto turnover, che risulta essere il doppio di quanto accadeva negli anni Novanta. Formazione, assistenza e accompagnamento diventano le chiavi strategiche per la crescita delle nuove attività imprenditoriali».




Credito, «il terziario bergamasco investe sul rilancio»

Cresce il fabbisogno finanziario delle imprese del terziario. Secondo i risultati dell’Osservatorio del Credito realizzato da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research, nel secondo trimestre 2016, l’indicatore congiunturale relativo all’esigenza di finanziamenti da parte delle imprese del terziario è passato da un valore di 39,6 a 40,9.

L’incremento del fabbisogno non va però di pari passo con l’aumento della richiesta formale agli istituti di credito. Dallo studio emerge infatti che nei mesi di aprile, maggio, giugno 2016 è rimasta invariata la percentuale delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi che si sono recate in banca per chiedere il credito del quale avevano bisogno (un finanziamento, un affidamento o la rinegoziazione di un finanziamento o di un affidamento esistente): tale percentuale è risultata pari al 22,1% contro il 22% registrato a dicembre.

Antonio Arrigoni
Antonio Arrigoni

«L’indicatore nazionale rispecchia quanto sta avvenendo anche nella nostra provincia – afferma Antonio Arrigoni, direttore di Fogalco, la Cooperativa di credito di Ascom Confcommercio Bergamo -. Il fabbisogno aumenta, mentre il numero di finanziamenti è consolidato al dato dello scorso anno. Continua ad esserci una domanda di credito da parte delle imprese sia sul fronte degli investimenti che su quello relativo a nuove iniziative imprenditoriali. E stiamo esaminando richieste relative a piani di rientro da parte di aziende in difficoltà ma che hanno un buon progetto imprenditoriale e che intravedono una prospettiva di crescita. È un dato positivo che speriamo si mantenga anche nei prossimi mesi».

I dati della ricerca

Dalla ricerca confederale emerge invariata nel secondo trimestre 2016 la percentuale delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi che si sono recate in banca per chiedere il credito del quale avevano bisogno: tale percentuale è risultata pari al 22,1% contro il 22% registrato a dicembre.

Si conferma, tuttavia, una percentuale di imprese (24,3%) che pur avendo bisogno di credito evita di chiederlo in banca a causa della scarsa fiducia nella situazione economica o per il timore di vedere respinta la propria richiesta (si tratta della domanda “inespressa”).

Per quanto concerne l’offerta, flette leggermente la percentuale delle imprese che hanno ottenuto il credito richiesto senza alcun problema (l’area di stabilità scende dal 38,7% al 38,2%) facendo ristagnare la percentuale di imprese effettivamente finanziate (8,4% contro il precedente 8,5%).




Distretto di Curno, 90 negozi sfitti in cerca di rilancio

curno piazza papa giovanni e chiesa parrocchiale

Nel Distretto del commercio dei Colli e del Brembo, in particolare nei Comuni di Curno, capofila, Almè, Mozzo, Paladina, Ponteranica, Sorisole e Villa d’Almè ci sono 90 negozi sfitti contro 700 tra bar, ristoranti, take away e negozi di vicinato attivi. Ovvero l’11,4% del totale (786 attività). Lo indica la rilevazione effettuata dal Distretto stesso che ha voluto fotografare la situazione commerciale, le dinamiche e le criticità per poter impostare meglio le iniziative di rilancio.

Con 25 locali sfitti contro 120 attività di piccolo commercio attive (pari al 17,2% del totale di 145 esercizi), Almè è in cima alla classifica dei paesi dell’area con maggiori serrande abbassate. Lo segue Paladina, con 10 negozi sfitti (16,9% del totale) contro 49 insegne attive, mentre il rapporto più favorevole lo si registra a Villà d’Almé, dove i locali liberi sono 10 (8,1% del totale) contro i 113 operativi. Attorno al 10% la media negli altri Comuni, con Curno che ha 15 vetrine vuote contro 141 in attività, Mozzo (10 contro 91), Ponteranica (7 contro 70), Sorisole (10 contro 113).

L’analisi, effettuata presso i Comuni, indica anche che in 7 casi su 10 la “desertificazione” è concentrata in determinate vie e che il fenomeno non è recente, ma dura da oltre cinque anni a questa parte. Il 71,4% degli intervistati giudica la situazione critica, mentre per la percentuale restante non ci sono motivi di preoccupazione.

Per quanto riguarda l’andamento dei settori, le chiusure hanno riguardato in maniera più intensa la somministrazione e i servizi, in seconda battuta il commercio non alimentare e solo marginalmente quello alimentare. Tra le nuove aperture, inoltre, il turn over è generalmente ampio.

La ragione che porta alla chiusura emerge chiaramente: la redditività insufficiente, soprattutto per il calo delle vendite, motivazione indicata da tutti i Comuni e che influisce mediamente per il 53,3%. Seguono la decisione dei figli di non proseguire l’attività, una nuova destinazione dell’immobile, una redditività insufficiente a causa dei costi di locazione e delle tasse e, infine, la ricerca di affitti più convenienti. I Comuni hanno anche indicato le maggiori richieste, lamentele e proposte ricevute negli ultimi cinque anni dai commercianti. In tutti è emerso il problema dei parcheggi, che si tratti di numero insufficiente o di regolazione, seguito da quello dell’accessibilità e della viabilità, dalla richiesta di maggiori eventi ed attività di animazione, dal problema della sicurezza. Meno frequenti le lamentele su tasse, caro affitti e zone a traffico limitato o pedonali.

Roberto Ghidotti
Roberto Ghidotti

«Con questa indagine, realizzata da TradeLab – evidenzia Roberto Ghidotti, coordinatore dei Distretti per l’Ascom di Bergamo – il Distretto è voluto andare più a fondo nelle proprie attività, scattando una mappa precisa di un fenomeno che sta investendo tutti i centri urbani, quello dei negozi sfitti, per il quale si è alla ricerca di soluzioni, come dimostra il bando innovativo della Regione sul franchising, che però riguarda le aree cittadine». «L’analisi effettuata nel distretto dei Colli e del Brembo fa parte di quel salto di qualità al quale sono chiamati oggi i distretti, che non possono più limitarsi ad organizzare e coordinare manifestazioni ed eventi, ma possono dare un indirizzo alle politiche commerciali di un’area. Oggi abbiamo i numeri e la distribuzione dei locali commerciali sfitti nel Distretto dei Colli e del Brembo ed anche una lista delle principali cause che portano alla chiusura e alla mancata riapertura, un passo fondamentale per impostare iniziative di rilancio, magari anche innovative».




Masec, rinnovato il Cda. Malvestiti: «Più attenzione a prevenzione e cure a lungo termine»

Nel corso dell’Assemblea annuale la Masec, la mutua assistenza sanitaria dell’Ascom di Bergamo, ha rinnovato il Consiglio di Amministrazione per il triennio 2016-19. Due i nuovi ingressi, quello di Diego Pedrali, titolare del negozio L’Uomo Più di Torre Boldone, nonché presidente del gruppo Abbigliamento e calzature e componente del Consiglio direttivo dell’Ascom, e di Giuseppe Betti, socio dell’omonima azienda di distribuzione di vini e bevande di Cividate al Piano. Prendono il posto di Cesare Dolci, ex presidente della Fogalco, e di Nadia Palazzi, rappresentante di Confartigianato Bergamo. Sono stati confermati Ivan Rodeschini, Giuseppe Capurro, Livio Bresciani, Giovanni Cacciolo Molica, Ettore Coffetti, Attilio Del Rosso, Delisa Sanzani e Italo Testa. La presidenza, secondo lo statuto, spetta al presidente dell’Ascom, Paolo Malvestiti.

Il presidente della Masec, Paolo Malvestiti (al centro) con i nuovi consiglieri Diego Pedrali (a sinistra) e Giuseppe Betti
Il presidente della Masec, Paolo Malvestiti (al centro) con i nuovi consiglieri Diego Pedrali (a sinistra) e Giuseppe Betti

Tra i revisori dei conti Massimiliano Serra sostituisce Maria Grazia Volpi e si affianca ai confermati Gianfranco Ceruti e Zaverio Cortinovis.

Organismo storico per la tutela della salute degli imprenditori del commercio e delle loro famiglie, la Masec ha chiuso il bilancio 2015 in attivo e guarda con attenzione alle nuove esigenze degli iscritti e all’evoluzione dei sistemi dell’assistenza integrativa, nella consapevolezza di dover offrire strumenti sempre più efficaci e competitivi.

«Dopo qualche anno in cui abbiamo assistito al ricorso sempre più massiccio alla sanità privata – rileva il presidente Malvestiti – oggi registriamo un ritorno verso il servizio pubblico, non solo perché in Bergamasca è valido, ma anche perché c’è meno possibilità di spesa. Inoltre, accanto alle prestazioni tradizionali, ossia la degenza in ospedale, che del resto presenta una durata media sempre in discesa, oggi risultano essere sempre più necessarie prestazioni alternative come la cura infermieristica a domicilio e l’assistenza di lungo termine per la non autosufficienza».

Meno ospedale e più cure programmate. Maggiore prevenzione e assistenza di lungo termine per la non autosufficienza sono perciò i bisogni su cui la mutua intende lavorare. Di pari passo c’è il progetto di creazione di un ente mutuo regionale per le Ascom della Lombardia, attraverso l’estensione di Ente mutuo Milano su alcune altre province dove il mondo del commercio non ha un sistema complementare di assistenza sanitaria. «La mutualità privata rappresenta una delle poche strade percorribili dal settore sanitario – ribadisce Malvestiti -. Per sostenere le cure mediche di chi ne ha bisogno occorre l’iscrizione generalizzata delle famiglie. I fondi integrativi e le mutue sanitarie sono gli organismi che potrebbero traghettare un sistema oggi per lo più ancora pubblico verso un sistema di sanità privata, più efficiente e meno costoso. Meno costoso anche e soprattutto per i pazienti».

Nadia Palazzi e Paolo Malvestiti
L’omaggio a Nadia Palazzi

Durante la riunione è stata omaggiata con un bouquet floreale la componente femminile dell’assemblea: Nadia Palazzi, consigliere uscente, Maria Grazia Volpi, che ha lasciato l’incarico tra i revisori dei conti, e Delisa Sanzani, confermata nel Cda.

Maria Grazia Volpi e Paolo Malvestiti
a Maria Grazia Volpi

Paolo Malvestiti e Delisa Sanzani
e a Delisa Sanzani




Negozi di moda, finanziamenti su misura grazie all’accordo nato in Ascom

Parte da Bergamo l’accordo di collaborazione tra la Federazione Moda Italia e il Gruppo Ubi Banca che mette a disposizione di tutte le imprese commerciali lombarde dei settori abbigliamento, calzature, pelletteria e accessori uno specifico plafond di finanziamenti.

Realizzato in sinergia con Fogalco, la cooperativa di garanzia dell’Ascom di Bergamo, va a beneficio delle imprese che avviano entro la fine del 2016 programmi e progetti di investimento – riqualificazione, ristrutturazione, ampliamento, ammodernamento delle strutture o dei processi – o di sostegno nell’ambito della gestione ordinaria.

Il requisito per accedere è che l’impresa sia iscritta alla Federazione Moda Italia, la più importante organizzazione di rappresentanza del dettaglio e ingrosso dei settori abbigliamento, tessile per arredamento, tessuti per abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, articoli sportivi con oltre 35mila imprese commerciali piccoli e medie associate.

Il finanziamento proposto è di tipo chirografario a medio termine per un importo massimo di 100mila euro, con la possibilità di condividere eventuali deroghe. L’importo del finanziamento potrà essere al massimo pari a quattro volte il volume delle transazioni del Pos annuo, che sarà interamente canalizzato sul conto di regolamento del prestito. La durata massima è di 48 mesi, con rimborso in rate mensili posticipate costanti.

Il tasso proposto per la finalità investimenti è variabile indicizzato all’Euribor 3 mesi maggiorato di uno spread compreso tra il 2,65% e il 3,50%, a seconda del rating assegnato dalla banca. Per altre finalità gli spread vanno dal 3,15% al 3,95%.

Le spese di istruttoria sono ridotte nella misura dello 0,90% dell’importo del finanziamento, con un minimo di 300 euro e un massimo di 600 euro. Qualora intervenisse un Confidi, è previsto un ulteriore abbattimento del 50% delle spese di istruttoria con un minimo di 300 euro.

L’accordo riguarda le imprese del settore operanti in Lombardia e le banche del Gruppo Ubi Banca operanti sul territorio: Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio &Industria, Banca di Valle Camonica.

Diego Pedrali
Diego Pedrali

«Sono soddisfatto per l’accordo che abbiamo stipulato – afferma Diego Pedrali, presidente del Gruppo abbigliamento di Ascom Confcommercio Bergamo e membro di Giunta della Federazione Moda Italia -, soprattutto perché è un accordo che ha una valenza lombarda ed è indirizzato a tutte le imprese del settore. Inoltre le condizioni offerte sono particolarmente vantaggiose e vanno a beneficio di una importante categoria che, nonostante le difficoltà del contesto economico, continua a svolgere un importante ruolo nell’economia del paese. L’accordo è frutto della collaborazione in atto tra Ascom Bergamo, Ubi Banca e FedermodaItalia, che ha scelto la nostra città per portare avanti e concludere un progetto così importante, la cui valenza potrebbe diventare nazionale. Dopo una primo rodaggio l’accordo potrà essere indirizzato alle 98 associazioni provinciali e alle 35mila imprese che fanno parte della nostra Federazione. È un aiuto che vogliamo offrire all’intero settore che nel 2014 ha visto chiudere 3.378 negozi e nel primo trimestre di quest’anno 1.749 attività. Per superare il momento di crisi attuale abbiamo pensato di mettere in campo un progetto che potesse dare ossigeno alle nostre imprese, coinvolgendo Ubi Banca che è presente su tutto il territorio nazionale. Vogliamo stimolare i nostri commercianti facendo loro conoscere questa nuova opportunità, che è un punto di forza del nostro sistema».

«Attraverso la società partecipata AsconfidiLombardia, soggetto intermediario finanziario vigilato, siamo nelle condizioni di prestare al sistema bancario una garanzia qualificata che consente all’imprenditore di ottenere risorse a condizioni agevolate – evidenzia Antonio Arrigoni, direttore di Fogalco -. Questo accordo consente inoltre di fornire all’impresa una consulenza mirata e personalizzata sulla propria situazione economica e creditizia, che permette di conoscere in maniera più approfondita la propria capacità e solidità finanziaria».

«La firma di questo accordo – dichiara Osvaldo Ranica, direttore generale di Banca Popolare di Bergamo – è importante sia per la nuova collaborazione attivata con una Federazione particolarmente rappresentativa di settori economici significativi per la nostra economia sia per la rinnovata sinergia con Ascom e la sua cooperativa di garanzia Fogalco, che si traduce in un quotidiano e reciproco essere al fianco delle aziende del territorio di cui siamo Banca di riferimento».

«L’accordo raggiunto con FedermodaItalia – aggiunge Luca Gotti, direttore territoriale di Banca Popolare di Bergamo – ci consente di mettere a disposizione di tutte le aziende iscritte una forma di credito, quella del finanziamento chirografario, con condizioni dedicate e finalizzato a sostenere sia l’avvio di programmi e progetti di investimento sia le più ordinarie esigenze della gestione operativa tipiche delle imprese del settore del commercio».

Per informazioni: Fogalco tel. 035 4120321.




Accordo Ascom-Popolare di Vicenza, nuove convenzioni per gli associati

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Da sinistra, seduti: Paolo Malvestiti e Riccardo Martinelli. In piedi Oscar Fusini, Diego Ipprio, Antonio Arrigoni e Maurizio Rossi

L’Ascom di Bergamo e la Banca Popolare di Vicenza hanno rinnovato nei giorni scorsi l’accordo siglato nel settembre 2013, aggiornandolo ed integrandolo con nuove opportunità per gli associati.

Il pacchetto comprende condizioni agevolate su conti correnti, sistemi di incasso e pagamento e alcune forme di elasticità di cassa come l’anticipo sugli incassi Pos calcolato sul transato trimestrale. Le maggiori novità riguardano due strumenti di finanziamento: un prestito chirografario entro i 18 mesi non finalizzato e uno, sempre chirografario, della durata massima di 84 mesi, per un importo fino a 50mila euro, destinato alle start up. Ci sono inoltre alcuni servizi di base per l’operatività con l’estero.

L’intesa pensa anche alle esigenze personali degli imprenditori associati Ascom e di tutti i loro dipendenti. Prevede per entrambi i profili un conto corrente a costo zero e un affidamento fino a 5mila euro al tasso del 4,75%. «Con l’ingresso del fondo Atlante e l’aumento di capitale da 1,5 miliardi di euro – hanno evidenziato Diego Ipprio e Maurizio Rossi, responsabili di area e del mondo dei confidi della Popolare di Vicenza – sono rientrate le criticità emerse a fine anno. La banca è stata messa in sicurezza ed oggi la situazione patrimoniale è tra le migliori del settore. L’istituto di credito è pronto a scendere in campo mettendo a disposizione due miliardi per operazioni da qui alla fine dell’anno».

«L’economia mostra segnali di miglioramento, ma il momento resta difficile – ha affermato il presidente dell’Ascom di Bergamo Paolo Malvestiti -. Compito dell’associazione è ricercare tutti gli strumenti che possano essere d’aiuto alle aziende per uscire da questa lunga crisi. L’attenzione al mondo del credito è una delle priorità e l’accordo con la Banca Popolare di Vicenza si inserisce nel quadro delle nostre trattative con i diversi istituti per mettere a disposizione degli associati servizi e prodotti interessanti».

Per informazioni e dettagli sulle condizioni è possibile contattare in Ascom-Fogalco il numero 035 4120212.




Commercio e turismo, i distretti alzano il tiro

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Da sinistra: il presidente dell’Ascom Paolo Malvestiti, Giorgio Puppi responsabile delle applicazioni informatiche dell’associazione, Maria Rosa Marchetti Uo sistemi informatici e Ict di Regione Lombardia, Maurizio Brioschi head of digital Enterprise Division Cefriel Politecnico di Milano e Roberto Ghidotti, coordinatore dei distretti dell’Ascom

Sui distretti – del commercio prima e dell’attrattività poi – Bergamo rappresenta un’eccellenza. È infatti la provincia che in Lombardia nell’ultima tornata dei bandi ha ottenuto i maggiori finanziamenti, a conferma della capacità di fare rete e costruire progettualità. «Ora però è il momento di alzare l’asticella», ha affermato Roberto Ghidotti, coordinatore dei distretti per l’Ascom, nel corso del convegno organizzato dall’associazione per dare conto dell’evoluzione digitale attraverso l’ecosistema E015.

Roberto Ghidotti
Roberto Ghidotti

«La rete dei distretti costruita in Bergamasca a partire dal 2008 – ha ricordato Ghidotti – è molto forte, ma è necessario guardare più in là degli eventi e delle manifestazioni, fino ad oggi elemento principale delle diverse azioni. Occorre diventare motore delle politiche commerciali e turistiche, fare in modo che i distretti siano un fattore di competitività, così da far scattare nelle imprese la creatività e la voglia di essere parti attive».

I distretti devono diventare, secondo Ghidotti, un punto di riferimento per le amministrazioni, un soggetto capace di indirizzare scelte e strategie. «Un esempio di questo salto di qualità – annuncia – avverrà con l’inserimento di una rappresentanza dei distretti all’interno di Turismo Bergamo, l’agenzia per lo sviluppo turistico dell’intera provincia, prossima al rinnovo del Consiglio di amministrazione. Sarà creato un gruppo di lavoro con tutti i distretti e sarà perciò un’occasione per far conoscere e sviluppare tutto ciò che nasce e si realizza a partire dai territori».

Quanto al dialogo tra le diverse aggregazioni, intanto, l’esperienza è già consolidata, grazie ad incontri periodici e con il più recente portale www.goinbergamo.it, che coordina, riunisce e valorizza dieci distretti dell’attrattività della Bergamasca (Valli in Famiglia, Fontium et Mercatorum, La Valle dei Sapori, Lemine Valle Imagna, Isola Bergamasca, Brembo e Colli, Gate – Green Attractivity for Expo, Iseo L@ke, Viaggio alla Scoperta della Pianura bergamasca tra il Serio e l’Oglio e Bassa pianura bergamasca). Realizzato dall’Ascom e premiato da Confcommercio Lombardia, utilizza il sistema digitale E015, uno dei lasciti di Expo, che facilita la gestione e lo scambio delle informazioni, favorendo l’incontro tra la domanda di accoglienza e servizi di cittadini e turisti e l’offerta espressa dalle imprese e dalla pubblica amministrazione.

convegno E015 - plateaLa strada è segnata. «Il ruolo dei distretti dovrà essere sempre più incisivo – ha concluso Ghidotti -. La Regione chiede che i territori si aggreghino e soprattutto che sviluppino progettualità. Ha già messo a disposizione 30 milioni di euro per il prossimo biennio su alcuni temi ritenuti strategici. Gli spazi per crescere ci sono e sono enormi, non resta che farsi avanti».




Discoteche, un patto con il ministero per migliorare la sicurezza

Quasi un anno fa la morte di un sedicenne per ecstasy al Cocoricò di Riccione e la decisione del questore di chiudere il locale per quattro mesi riapriva il dibattito sul mondo della notte, le responsabilità dei gestori e le misure per migliorare la sicurezza dentro e fuori dagli esercizi.

L’estate 2016 si apre all’insegna di un patto nato proprio all’indomani di quel tragico episodio, dagli incontri tra il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il Silb, il sindacato dei locali da ballo del sistema Confcommercio, alla ricerca di soluzioni condivise.

L’Accordo quadro è stato firmato nei giorni scorsi al Palazzo del Viminale dal ministro Alfano e dai rappresentanti delle Organizzazioni dei gestori di locali notturni e dei servizi di controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo e sancisce un approccio collaborativo al complesso problema del divertimento e delle pericolose derive che mettono a rischio la salute e l’incolumità delle persone.

L’obiettivo è incrementare la sicurezza, contrastare la violenza, l’abuso di droghe e alcol e diffondere una maggiore cultura della legalità tra i giovani e per raggiungerlo si stabilisce un più stretto coinvolgimento degli operatori e lo sviluppo di «forme avanzate di collaborazione» con le Forze dell’ordine, secondo modalità da concordate localmente.

Tra i punti di maggiore interesse per i gestori c’è il principio “premiante” che non si applichi l’articolo 100 del Tulps (quello che prevede la sospensione della licenza in caso di situazioni pericolose) se non c’è una diretta responsabilità dell’esercente e se questi ha «tempestivamente informato le Forze dell’ordine delle situazioni a rischio nel locale e prestato ogni opportuna forma di leale e fattiva collaborazione». Viene anche concesso di derogare alle disposizioni dell’articolo 187 del regolamento del Tulps che impedisce la selezione della clientela all’entrata del locale, promossa l’installazione di sistemi di videosorveglianza e formalizzato l’impegno al contrasto dell’abusivismo.

paolo visinoni
Paolo Visinoni

«È un passo avanti importante – commenta Paolo Visinoni, presidente del gruppo Sale da ballo dell’Ascom e titolare del Life di Rovetta – soprattutto perché riconosce un ruolo collaborativo alle discoteche, riscattandole da un’immagine spesso negativa e penalizzante. Detto questo, occorre però anche sottolineare che, in Bergamasca, nei locali seri e storici la collaborazione con le Forze dell’ordine è già in atto, le segnalazioni da parte dei gestori non mancano, così come gli interventi degli agenti. Chi ha un’attività è, del resto, il primo a non volere che ci siano problemi».

Lo dimostrano, ad esempio, i passi avanti fatti nel contrasto all’abuso di alcol. «Da dieci anni – evidenzia Visinoni – sono partner del progetto Ragazzi on the Road per la sicurezza stradale e posso dire che in quest’arco di tempo la sensibilità è aumentata, tanto è vero che se prima ad un locale servivano 500 posti auto, oggi ne bastano 200 perché ci si organizza e c’è qualcuno che non beve e riaccompagna a casa il gruppo o ci sono i pulmini messi a disposizione dai bar del preserata. Noi stessi offriamo a chi mette in atto comportamenti responsabili riduzioni o drink analcolici».

Rispetto al protocollo d’intesa con il ministero, il suo dubbio è semmai su come potrà essere misurata e valuta quella collaborazione attiva con le Forze dell’ordine che scongiurerebbe la chiusura dell’esercizio. Apprezza invece la possibilità di selezionare la clientela all’ingresso, «anche se qualche sistema per non fare entrare persone visibilmente ubriache lo abbiamo sempre messo in atto, supportati se necessario dai Carabinieri stessi».

Ma soprattutto guarda con favore all’impegno a contrastare l’illegalità e l’abusivismo. «È un problema che ci attanaglia – dichiara – e con la crisi è ancor più pesante. Si tratta di circoli privati che fanno ballare senza rispondere agli obblighi di sicurezza e alla fiscalità dei locali. Fortunatamente in Bergamasca la magistratura interviene e fa chiudere queste situazioni, ma è vero anche che il fenomeno è difficile da intercettare. E poi c’è il capitolo delle feste, come gli school party, organizzate in capannoni con centinaia di persone, senza che venga rispettato alcun requisito».

Per porre un freno a queste realtà sommerse, da tempo Visinoni propone ai tavoli dedicati alla salute e alla sicurezza la possibilità di creare dei meccanismi automatici di controllo a partire dalle richieste dei permessi Siae. Un altro tema fondamentale è una migliore definizione del ruolo e dei compiti dei “buttafuori”. «Seguono un corso – spiega -, ma non sono agenti di pubblica sicurezza. Sarebbe necessario chiarire una volta per tutte ciò che possono fare, ad esempio chiedere i documenti o effettuare segnalazioni di comportamenti scorretti».