Vacanze e tempo libero, da Ascom un pacchetto di sconti

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Si apre la stagione delle gite fuori porta. Le opportunità offerte dalla nostra provincia sono tante e varie. Per gli imprenditori associati ad Ascom Bergamo Confcommercio lo sono molto di più, grazie a un carnet di sconti che arrivano anche al 30%.

L’associazione commercianti di via Borgo Palazzo ha infatti firmato una serie di convenzioni con numerose strutture e aziende che spaziano dal settore dei trasporti a quello dei viaggi, passando per alberghi, centri benessere, agenzie viaggi, parchi divertimenti e luoghi culturali.

Sul fronte trasporti, commercianti e imprenditori dei servizi e del turismo possono godere, ad esempio, di sconti sul noleggio di auto e pullman con le società Zani Viaggi (riduzioni del 10% cumulabili con tutti gli altri sconti previsti dalla società, per gite di una giornata), Hertz e Party in Furgone (specializzato nel nolo di pulmini Volkswagen d’epoca), oltre che di riduzioni fino al 30% sui biglietti Trenitalia (con la possibilità di fatturare mese per mese all’azienda), di 5 euro sui biglietti di viaggio Flixbus (società di autobus a lunga percorrenza che effettua servizi di trasporto low-cost in tutta Europa) e del 15% sulle singole soste nei parcheggi di Bergamo di piazza della Libertà e via Paleocopa gestiti da Best in parking. Per chi invece pensa a una vacanza lontana, Ascom riserva tariffe preferenziali per l’uso dei parcheggi negli aeroporti di Orio al Serio, Malpensa e Linate per tutto il 2017 in accordo con ViaMilano parking di Sea.

Chi vuole regalarsi una vacanza all’agenzia Ovet Viaggi può avere uno sconto fino al 10%, e sulle vacanze Valtur del 5% sui prezzi dei listini  Prenota prima, Stai 7 e paghi 6 e Quota base.

Chi ama il relax può  godere di biglietti ridotti del 25% per le Terme di Colà a Villa dei Cedri e del 20% alla beauty farm Villa Ortensie di Sant’Omobono e usufruire di soggiorni scontati (del 10%) all’Hotel resort e spa Miramonti di Rota d’Imagna, al QC Terme Spa & resorts di San Pellegrino e al Tata-o Family spa di Palazzago, innovativo centro benessere dedicato anche ai bambini.

Proprio alle famiglie è indirizzato il maggioro numero di offerte che riguardano tutti i luoghi più amati del divertimento: Gardaland (sconto del 30% sui biglietti a data aperta), Leolandia a Capriate San Gervasio (sconto di un euro sui biglietti a data fissa), Parco Avventura della Roncola di Bergamo (sconto del 20% sulle tariffe di ingresso ai percorsi del parco per l’associato e un accompagnatore), Parco zoologico Natura Viva di Bussolengo (sconto di 5 euro sull’acquisto dei biglietti in pre-ordine senza limiti di numero da ritirare in Ascom), Canevaworld Resorts (sconto di 4 euro sull’ingresso per i parchi Caneva o Movieland e per la cena a Medieval Times restaurant and show e di 2 euro sulla cena a Rock Star restaurant), Acquasplash Franciacorta (sconti di 2 e 3 euro sui biglietti di ingresso) e Acquardens le Terme di Verona (sconto di 3 euro sulla tariffa intera giornaliera di accesso al parco).

Chiudono il pacchetto di proposte vantaggiose due offerte culturali: l’ingresso ridotto a Gamec (dove si possono anche acquistare i cataloghi scontati del 20% e i libri del bookshop del 10%) e biglietti scontati di 2 euro ai cinema Conca Verde e Del Borgo di Bergamo per le proiezioni del venerdì.

Per accadere agli sconti è sufficiente richiedere in Ascom il codice sconto relativo all’offerta di cui si vuole godere e presentare la tessera associativa o la dichiarazione di tesseramento insieme al codice al momento dell’arrivo sul posto. Per alcuni parchi, i biglietti possono essere prenotati e ritirati negli uffici Ascom.

Per informazioni si può contattare l’ufficio soci Ascom al numero 035 4120304. Il referente è Giorgio Lazzari.




Giro d’Italia, domenica l’arrivo a Bergamo. Ecco le strade chiuse e i divieti

percorso giro l'italia bergamo 21 maggio 2017

Domenica 21 maggio la 15ma tappa del Giro d’Italia, edizione numero 100, arriverà a Bergamo. Tra centro e Città alta è prevista un’affluenza di 60mila persone per seguire le fasi finali della corsa, tra le 16.50 e le 17.30. Su disposizione della Prefettura, il percorso sarà chiuso almeno due ore prima: dalle ore 14.50 e sino al passaggio dell’ultimo concorrente tante strade di Bergamo non saranno percorribili.

Su tutto il percorso – informa il Comune – non sarà possibile, nemmeno a residenti e disabili, lasciare veicoli in sosta.

Queste le limitazioni (che potranno comunque subire variazioni a seconda delle situazioni in corso d’opera).

Divieto di sosta e di circolazione (compreso l’attraversamento di tutto il percorso)

via Corridoni, provenienza Torre Boldone, Borgo Santa Caterina, piazzale Oberdan, via Nazario Sauro, via Baioni, via Crocefisso, via Maironi da Ponte, porta Garibaldi, via Boccola, Colle Aperto, viale delle Mura, porta Sant’Agostino, viale Vittorio Emanuele, viale Roma, porta Nuova e viale Papa Giovanni XXIII.

Il traffico sarà interdetto su molte altre strade che incrociano il percorso della corsa

  • incrocio Martinella – via Correnti in direzione di via Corridoni
  • in tutte le via affluenti alla via Corridoni anche se a fondo chiuso
  • via Leone XIII incrocio con via Berlese
  • via Papa Ratti – incr. Via Buratti
  • via V° Alpini incr. via De Pretis (Bonaldi – Fidelitas)
  • via Legrenzi incr. G. Cesare
  • via Legrenzi incr. Corridoni
  • via Bianzana incr. Serassi in direzione via Corridoni
  • via Bronzetti incr. Codussi in direzione via Corridoni
  • viale G.Cesare incrocio Piazzale Oberdan
  • viale G.Cesare incrocio Lazzaretto
  • via Crescenzi incr. Via Lazzaretto direzione via Baioni
  • via Lazzaretto incr. Baioni
  • via Baioni incr. Pescaria
  • via Crescenzi incr. Pescaria
  • via Crescenzi incr. Rossi
  • via Crescenzi incr.Terzi
  • via Maironi da Ponte incr. via Crocefisso
  • via Ruggeri da Stabello – Crocefisso
  • via Valverde in direzione Maironi da Ponte
  • via Circonvallazione Fabriciano – Ruggeri da Stabello (se necessario)
  • Tutte le vie affluenti a via Baioni e Sauro anche se a fondo chiuso.

Tutta l’area di Città Alta compresa nel percorso di gara sarà chiusa al traffico. Sarà possibile l’uscita solo da via Borgo canale, da via Castagneta e da via Sudorno.

Ecco le vie in cui il traffico sarà interdetto:

  • via Tre Armi e Sant’ Alessandro in direzione di Bergamo bassa
  • via Pelabrocco
  • via Locatelli in direzione Vitt. Emanuele
  • via Zelasco in direzione Vitt. Emanuele
  • via San Giovanni e via Verdi in direzione Vitt. Emanuele
  • largo Belotti incr. via Partigiani
  • rotonda Muraine in direzione San Giovanni e Oberdan
  • viale Muraine in corrispondenza con la Rotonda Galgario
  • via Frizzoni incrocio Madonna della Neve
  • via A. Mai incrocio Via Foro Boario
  • via Papa Giovanni incrocio Bonomelli in direzione Centro
  • via Camozzi incrocio Madonna della Neve
  • via Tiraboschi incr. Largo medaglie d’oro
  • via Tiraboschi – Ghilslanzoni
  • via Garibaldi dall’incrocio con Via Nullo – Statuto
  • Galleria Conca D’Oro incrocio via Nullo
  • Rotonda dei Mille sia verso via Tasca che verso via Cucchi

Eventuali altre vie non in elenco saranno comunque segnalate da segnaletica o transenne posizionate in luogo.

Già dal mattino alle ore 6 sarà chiusa alla circolazione

l’area compresa tra via Tasca- Petrarca e via A. Mai, ovvero lungo viale Roma, piazza Matteotti, largo Gavazzeni, via Tiraboschi e il tratto finale di via Camozzi in direzione porta Nuova, sino a via Mario Bianco (in caso di necessità direttamente da via Madonna della Neve).

Ecco dove passerà la corsa rosa in provincia di Bergamo

giro d'italia tappa valdengo - bergamo

giro d'italia tappa rovetta - bormio




Credito e pmi, Fogalco guarda agli strumenti alternativi

Bilancio dell’attività e scenari futuri per il sistema del credito. Sono questi i temi al centro della assemblea annuale di Fogalco, la Cooperativa di Garanzia di Ascom Bergamo Confcommercio, in programma venerdì 19 maggio alle ore 15.30 nella sala conferenze della sede cittadina di via Borgo Palazzo 137.

Ai lavori prenderà parte Ernesto Ghidinelli, responsabile dell’area Finanza e Credito di Confcommercio Imprese per l’Italia, che traccerà il punto di vista dell’Osservatorio del credito della Confederazione, gli scenari futuri e le nuove politiche a sostegno dei Confidi.

Nell’anno appena trascorso, sono stati deliberati dalla cooperativa, garantiti ed erogati dagli Istituti di credito convenzionati finanziamenti per quasi 12 milioni di euro (11.861.134), in diminuzione del 15,4% rispetto ai 14.021.572 del 2015. Le posizioni gestite sono state 174. Al bilancio vanno aggiunti 1.975.625 relativi a finanziamenti deliberati ma, al 31 dicembre scorso, non ancora erogati. L’importo complessivo relativo alle operazioni garantite e perfezionate dal 1978, anno di costituzione, al 31 dicembre scorso è di poco inferiore ai 597 milioni di euro, i soci effettivi iscritti alla cooperativa sono 4.430.

Nello scorso esercizio l’importo medio dei finanziamenti deliberati ed erogati è stato di poco superiore ai 68.000 euro. Le garanzie si sono perfezionate, in particolare e in ordine di volumi, nel comparto del commercio al dettaglio, del commercio all’ingrosso e nei servizi di ristorazione e somministrazione alimenti e bevande.

Gli importi comprendono i finanziamenti deliberati ed erogati attraverso la società partecipata Asconfidi Lombardia, per un ammontare di 10.774.111 euro. Nel corso del 2016 la rete tra i 15 confidi territoriali lombardi ha garantito 2.355 operazioni per un totale finanziato di oltre 162 milioni di euro.

Riccardo Martinelli
Riccardo Martinelli

«La recente iscrizione della “nostra” Asconfidi Lombardia, avvenuta con decorrenza 26 ottobre 2016, al nuovo Albo ex articolo 106 del Testo Unico Bancario, conferma ulteriormente la validità di un “sistema di garanzie baricentro”, in grado di rispondere alle esigenze di un mercato del credito sempre più complesso e globalizzato, salvaguardando il radicamento nel territorio e la conoscenza diretta delle imprese da parte delle realtà provinciali aderenti», evidenzia il presidente della Fogalco Riccardo Martinelli.

Per quanto riguarda il ruolo dei confidi, «le innovazioni normative degli ultimi anni hanno avuto l’involontario effetto di accentuare alcune situazioni di difficoltà – afferma il presidente Fogalco -. Da un lato l’innalzamento delle soglie di copertura del Fondo Centrale di Garanzia a favore delle richieste di “garanzia bancaria diretta” ha messo in moto l’effetto “sostituzione” nel circuito del credito, favorendo una progressiva disintermediazione a danno dei Confidi, dall’altro la riduzione delle risorse pubbliche, in particolare delle Camere di commercio, ha notevolmente ridimensionato uno dei principali canali di sostegno finanziario».

Fogalco continua in ogni caso a caratterizzarsi per la capacità di far dialogare banche e imprese e punta a potenziare l’attività di consulenza tecnica e finanziaria, anche in tema di finanza agevolata. Ma guarda anche più in là. «Forse è giunto veramente il momento per pensare a progetti strategici che possano fornire al nostro sistema proposte operative concrete e nuovi sbocchi e opportunità di mercato – è la riflessione di Martinelli -, ci riferiamo in particolare ai canali alternativi al credito bancario come ad esempio il finanziamento diretto di piccolo importo (microcredito), il crowdfunding e i minibond. È comunque fuor di dubbio che occorra maggiore incisività a livello politico anche per chiarire definitivamente se sia intenzione o meno delle istituzioni pubbliche valorizzare il ruolo dei Confidi nel nuovo scenario».




Nei quartieri o nelle associazioni, con BG+ i giovani possono prendersi cura della città

giovani - lavoro- team - mani

I giovani si prendono cura della loro città e dei propri concittadini: torna infatti anche nell’estate 2017 BG+, l’iniziativa pensata dall’assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Bergamo in collaborazione con il Centro Servizi Bottega del Volontariato, il Consorzio Solco Città Aperta e HG80.

Il progetto, giunto alla terza edizione, è un ricco cartellone di proposte di volontariato e di impegno civico offerto ai giovani della città nel periodo compreso tra il 12 giugno e il 17 settembre. Si tratta di esperienze che permettono ai partecipanti di svolgere attività di utilità sociale e di conoscere le numerose associazioni di volontariato e realtà sociali di cui il nostro territorio è particolarmente ricco.

Il progetto si articola in due filoni di proposte: “I care my city” e “Volunteer Experience”.

I care my city consiste in un’attività di volontariato che si realizza in 11 quartieri della città, costruita insieme alle realtà sociali che vi operano (Spazi Giovanili, Oratori, associazioni) e condotta da educatori professionali. Si tratta di esperienze rivolte a ragazzi nati dal 1999 al 2003 della durata di pochi giorni e finalizzate al “prendersi cura” e alla “valorizzazione del bene comune”: piccoli interventi di manutenzione, cura di arredi urbani (tinteggiatura di muri, panchine, pulizia di parchi), animazione negli spazi giovanili, negli oratori, nei parchi, partecipazione all’organizzazione di eventi insieme a educatori e volontari nei quartieri di Boccaleone, Borgo Santa Caterina, Celadina, Città Alta, Grumello, Longuelo, Malpensata, Monterosso, Redona, San Tomaso e Villaggio degli Sposi

Con “Volunteer Experience” numerose realtà sociali della città di Bergamo accoglieranno i giovani nati dal 1992 al 2000 per vivere un’esperienza di volontariato e sperimentarsi in attività di servizio. Le realtà che partecipano al progetto sono: Associazione I colori del mondo – Cooperativa sociale Il seme, Associazione Giochincorso, Associazione Agathà onlus, Casa Samaria, Cooperativa Famille, Cooperativa Impresa sociale Ruah- Scuola di italiano, Fondazione Carisma Casa di riposo Santa Maria Ausiliatrice, Orto Botanico di Bergamo – “Lorenzo Rota”.

L’adesione al progetto da parte dei volontari avviene attraverso la compilazione di un modulo on line (www.giovani.bg.it) e a seguito di un colloquio motivazionale (per le attività Volunteer Experience). C’è tempo fino al 29 maggio per partecipare a Volunteer Experience e fino al 5 giugno per “I care my city”.

Per richiedere maggiori informazioni contattare l’Informagiovani del Comune di Bergamo:www.giovani.bg.it  tel. 035 399675/646

 




Estivi a Bergamo, dal 15 giugno si animerà anche piazzale Alpini

piazzale degli AlpiniBeach volley, minigolf, cucina bergamasca e latino americana e uno spazio attrezzato per i bambini: queste le attività che caratterizzeranno lo spazio estivo di Piazzale degli Alpini, che la Giunta del Comune di Bergamo ha assegnato nel corso della sua ultima seduta.

Nel 2017 tutti gli spazi estivi di aggregazione e somministrazione sono stati dunque assegnati. Quello di Piazzale Alpini si aggiunge a quelli di Sant’Agostino, dello spalto di San Michele, del Parco Goisis e del Parco della Trucca, che erano stati assegnati nelle scorse settimane attraverso bando pubblico. Piazzale Alpini era rimasto vacante (dopo essere rimasto non assegnato già nelle scorse due stagioni), con una manifestazione d’interesse pervenuta, ma incompleta. La Giunta del Comune ha valutato le integrazioni presentate dal proponente e ha approvato il progetto, che partirà il 15 giugno 2017.

La proposta prevede delle strutture in legno al centro del piazzale, ma il cuore delle attività si svolgerà nell’area verde che si affaccia su via Angelo Mai: un campo da beach volley, una struttura per la pratica del minigolf, tavoli da ping-pong e un palco per delle esibizioni troveranno spazio nel prato dell’area.

Tra le attività previste, oltre a un’offerta gastronomica che spazia dai casoncelli alla cucina argentina, vi sono corsi di canto e di danza, per adulti e per bambini, un concorso di disegno (con in premio una settimana di soggiorno a Clusone) e laboratori di artigianato latino-americano. Le iniziative e la somministrazione chiuderanno alle 24.

«L’assegnazione di piazzale Alpini – spiega il sindaco di Bergamo Giorgio Gori – ha un significato particolare e dimostra come le iniziative che in quello spazio si sono susseguite nell’ultimo anno, incoraggiate dal Comune, abbiano incrementato l’appeal dell’area per quello che riguarda la sua valorizzazione commerciale. Attraverso manifestazioni di questo tipo puntiamo a favorire la frequentazione di piazzale Alpini da parte dei cittadini, riavvicinando l’area della stazione al centro cittadino».




Il lecca lecca? Fu inventato a Bergamo

La fioritura di denominazioni e di presìdi a designare le eccellenze gastronomiche del nostro Paese non è certo esclusivo vezzo dei nostri giorni. Risale infatti a cinque secoli fa la compilazione da parte del poligrafo milanese Ortensio Lando – eccentricamente temerario al punto di imbarcarsi, tra le cruente reprimende della controriforma, nella prima traduzione in Italiano delle opere di Martin Lutero – del più antico tra i repertori delle specialità della Penisola. Poco più di cent’anni dopo toccava all’incisore bolognese Giuseppe Maria Mitelli redigere un memorabile censimento grafico delle principali prerogative di molte città d’Italia circa le robe mangiative, racchiuso nella stampa di una singolare riffa seicentesca intitolata gioco di cucagna.

Non stupisce che una così puntuale rassegna figurativa di leccornie risalga al secolo che, nell’arco dell’ultimo millennio, contende all’undicesimo la poco invidiabile palma dei picchi storici di indigenza e di inedia. Più del pugno di quatrini che il succinto regolamento della scommessa metteva in palio, non v’è dubbio che ai giocatori dell’epoca stesse a cuore l’onirico approdo alle maggiormente ambite tra le caselle del percorso ludo-gastronomico. Del resto, non è mistero che il mito del paese del bengodi abbia attinto i vertici di popolarità proprio allorché le generali condizioni di vita si adagiavano sui livelli più miserevoli.

Il seicentesco gioco della cuccagna
Il seicentesco gioco della cuccagna

L’opera d’arte, destinata in origine a far da tappeto al lancio dei dadi sui tavolacci di qualche taverna piuttosto che da decoro alle pareti dei palazzi patrizi, contiene una gran copia di rivelazioni assai preziose per gli storici dell’alimentazione. In essa si provvede ben più di un’asettica elencazione di prelibatezze – espressione per giunta di un’Italia monca che vedeva tracciato a Napoli il proprio limitare meridionale. Ogni specialità vi è difatti ritratta con apprezzabile grado di dettaglio, esibendo con precisione la morfologia da cui era contraddistinta quattro secoli or sono.

Alcune delle leccornie sono icone tutt’oggi vitali ed immediatamente distinguibili dei patrimoni alimentari regionali: è il caso dei cantuchi (cantucci) di Pisa e della rosolia – attualmente chiamata ratafià – sabauda; delle persiche (pesche) di Verona e del turone cremonese, della busecha meneghina e delle spongate di Reggio Emilia. Non meno attuale è il lustro degli insaccati parmensi e modenesi, nonché della mortadella di Bologna, la cui centralità nella tavola da gioco trova presumibilmente ragione nei natali petroniani dell’incisore.

Altre tra le ghiottonerie illustrate dal Mitelli sono passate attraverso secolari processi evolutivi, che ne hanno più o meno profondamente modificato denominazione e caratteristiche. Delle gatafure genovesi – antesignane delle celebri torte liguri di verdura – scriveva nel cinquecento il già menzionato Ortensio Lando, chiosando che così erano denominate perché le gatte volentieri le furano (rubano) e vaghe ne sono. Non è dato di sapere quale i felini dell’era moderna prediligessero tra la versione alle biete e quella alla cipolla, di cui Bartolomeo Scappi forniva le ricette nella coeva Opera. Nelle provature romane non è altresì arduo individuare le progenitrici di mozzarelle e scamorze dell’Agro Pontino, mentre il cuore del distretto di produzione dell’antico formaggio di Piacenza è negli ultimi secoli migrato a sud-est di qualche miglio, fondendosi con quello del parmigiano.

L’aldilà delle memorie gastronomiche ha, infine, ineluttabilmente accolto tra le sue brume un buon numero delle specialità vagheggiate lungo la tratta della seicentesca cuccagna. La tardiva comparsa dei broccoli napoletani scandiva ormai il crepuscolo dell’era, protrattasi appunto sino al termine del XVII secolo, nella quale la civiltà alimentare partenopea era designata come quella dei mangiafoglie, spianando la strada alla calata dei mangiamaccheroni. Delle trote che sguazzavano nei laghi di Mantova, così come della persicata ferrarese e dei pinoli ravennati – all’epoca rinomati al punto da meritare alla città rivierasca l’eponimo di bolla dil pignoli – oggi si serbano solo sbiadite rimembranze. Eguale sorte è toccata al pane di Padova, del quale già nel XIX secolo il clinico patavino Antonio Faggiani lamentava l’irreversibile decadenza. Irrimediabilmente trapassata è anche la prelibatezza a celebrazione della quale il Mitelli aveva riservato a Bergamo una tappa del suo itinerario. Si tratta del cinamomo confetto, a riguardo del quale già ci si è dilungati nel numero di Affari di Gola del novembre 2014. È comunque d’uopo tornare brevemente sul tema, giacché dall’incisione emergono nuovi ed interessanti particolari.

Il "lecca solo" bergamasco raffigurato nel seicentesco gioco della cuccagna
Il “lecca solo” bergamasco raffigurato nel seicentesco gioco della cuccagna

Colpisce anzitutto la singolare conformazione dello storico dolciume. In virtù della sua appartenenza al dominio della confetteria, ci si sarebbe attesi un morselletto oblungo o tondeggiante. Ma la raffigurazione che ne fornisce la stampa è quella di un sottile stecco di scorza di cannella, che da fonti del tempo sappiamo rivestito di zucchero. Quanto poi alle modalità del suo consumo, è affatto eloquente l’indicazione lecca solo che correda l’icona.

Questi indizi paiono convergere verso una curiosa conclusione. La letteratura gastronomica tende ad individuare nella Gran Bretagna del XVII secolo la culla di quello che nel mondo anglosassone è chiamato lollypop. In realtà il più antico lecca-lecca di cui si abbiano dettagliate notizie è proprio il cinamomo confetto di Bergamo, i cui natali sono da collocarsi nella prima metà del cinquecento. È indiscutibile che si trattasse di un prototipo ingegnosamente atipico, di un mangetout del quale nulla andava perduto. L’asticciola di legno aromatico che ne costituiva lo stelo – ed al contempo l’anima – era infatti da sgranocchiarsi dopo che la glassa che la ricopriva si era dissolta. In un’epoca di fiatelle pestilenziali, vieppiù appesantite dal largo consumo di agli e cipolle crudi e da condizioni di igiene orale sulle quali è preferibile glissare, la cannella d’altronde rappresentava uno dei più efficaci palliativi per le problematiche di alitosi.

Al di là di queste contingenze, spiccano le benemerenze della Consorteria degli Speziali ed Aromatari di Bergamo. Oltre ad aver dato vita alla prima specialità locale di autentica fama planetaria, la leggendaria corporazione ha infatti titolo ad annoverare, tra le proprie patenti di invenzione, anche quella dell’archetipo di uno tra i più popolari dolciumi di ogni tempo.




Città alta, fino a domenica la festa del casoncello

de-casoncello -sfoglina Giusi

Si apre alle 19 di venerdì 12 maggio, in una Città Alta addobbata a festa con drappi e stendardi, la seconda edizione dello Street Casoncello, l’iniziativa gourmet nell’ambito di De Casoncello, manifestazione nata lo scorso anno per celebrare i 650 anni del piatto tipico bergamasco che quest’anno si confronta con le paste ripiene di Mantova, Cremona e Brescia, dato il titolo di Capitale europea della gastronomia assegnato alla Lombardia orientale.

Il borgo storico sarà animato sfogline, cuochi, ristoratori, musici e figuranti e si potranno gustare varie tipologie di questi scrigni golosi, infatti, ogni famiglia, ogni ristorante, ogni cuoco ha la sua ricetta che naturalmente, considera la migliore.

Da piazza Mascheroni e da piazza Mercato delle Scarpe partiranno due percorsi gemelli che, attraverso diverse tappe, racconteranno la storia dei casoncelli. Infine in piazza Vecchia, attraverso pannelli narranti, verranno svelate le particolarità delle diverse paste ripiene della Lombardia Orientale. Tutto sarà “condito” con balli, musiche per finire con uno spettacolo in costume che riporterà un fatto delittuoso “a base di casoncelli” realmente accaduto nel 1393.

L’ormai famosa sfoglina bergamasca Giusy si esibirà nella chiusura di scarpinòcc, casonsèi e dei “casoncelli storici” sotto i portici del Palazzo della Ragione.

Il programma prosegue nel pomeriggio di sabato 13 maggio (dalle 17 alle 19)  quando, sotto i portici del Palazzo della Ragione, lo chef Francesco Gotti del direttivo della Nazionale Italiana Cuochi, terrà una “lezione di casoncelli” svelando trucchi, segreti e tecniche di cottura. Infine, domenica 14 maggio in piazza Vecchia, verrà allestito il Palo della Cuccagna per bambini e adulti con “gustosi” premi e animazione mentre alle 17 i campioni in carica “Gli acrobati della cuccagna” parteciperanno alla tappa bergamasca del Campionato Italiano.

Durante lo Street Casoncello sarà distribuito il libretto “De Casoncello e delle altre paste ripiene” contenente la storia e alcune ricette di casoncelli bergamaschi e delle altre paste ripiene della Lombardia Orientale.




Borgo Palazzo si tinge di rosso. E sabato i negozi organizzano la “Sfilata al rovescio”

Borgo Palazzo si è accesa di rosso per “Bergamo in Fiore – Maggio un mese di colori”, la nuova manifestazione del Distretto urbano del commercio, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, che veste le vie dello shopping con fiori, piante e allestimenti a tema delle vetrine, richiamando l’attenzione sul piacere di fare una passeggiata in città e acquistare nei negozi.

È toccato a piazza Sant’Anna e dintorni aprire le danze di un calendario proseguirà in Borgo Santa Caterina dal 13 al 19, con il giallo scelto come colore dominante, in Città alta dal 20 al 26 (rosa, in perfetta nuance con il Giro d’Italia che passerà in quei giorni), per finire con un tripudio floreale del centro, che si tingerà di bianco con richiami di rosso, giallo e rosa, dal 25 al 28 maggio.

Ai commercianti è stato chiesto di partecipare acquistando la composizione coordinata realizzata per l’iniziativa, da posizionare all’esterno, del negozio e il materiale di comunicazione. Sono stati inoltre invitati ad interpretare il tema cromatico-floreale nell’allestimento delle vetrine. Le botteghe di Borgo Palazzo non si sono fatte attendere e sono spuntati abiti fiorati e accessori nelle più vivaci tonalità del rosso, mentre il Comune di Bergamo ha offerto delle foriere che resteranno posizionate fino a settembre.

borgo palazzo in fiore 2017 (2)La rassegna ha anche ispirato un originale evento, con la collaborazione di diverse attività del Borgo. Si chiama “Sfilata al rovescio” ed è in programma sabato 13 maggio, a chiusura della settimana in fiore. L’appuntamento è nello showroom di EsseCi cucine (al numero 100), a partire dalle 16. Sarà un pomeriggio rosso e floreale, ovviamente, con numerose attività. È “al rovescio” perché sarà il pubblico a sfilare davanti alle diverse postazioni, anziché assistere da fermo al succedersi delle proposte.

In campo ci sono il ristorante Ol Giopì e la Margì, che offrirà uno showcooking nelle cucine di design del salone insieme alle golosità della Pasticceria Sant’Anna. Tra un assaggio e l’altro sarà possibile vedere all’opera le hairstylist e le makeupartist di La dolce vita, che creeranno acconciature e trucchi ad hoc per le modelle, che indosseranno gli abiti di Pietra di Luna e gli eccentrici occhiali di Foto Ottica Skandia, accompagnate dai bambini vestiti da Gretel & Hansel. Un sabato pomeriggio all’insegna della moda, del design e della buona cucina a ritmo della musica del bar La Piazzetta. Nel corso dell’evento sarà presente Emiliano Amadei, campione italiano in carica di flower design, nonché curatore degli allestimenti di “Bergamo in Fiore”, che farà una dimostrazione live di composizioni.




Spesa al mercato, a caccia di bontà tra le bancarelle dello stadio

1702 mercato bergamo stadio (1)

Girare fra i numerosi banchetti stipati di golosità, confrontare i prezzi, acquistare i cibi più appetibili da mettere in tavola. Fare la spesa al mercato non è solo un piacere ma un lavoro certosino. Bisogna infatti aguzzare la vista per selezionare i prodotti migliori. In Bergamasca durante tutta la settimana ci sono diversi appuntamenti ambulanti che offrono occasioni per cucinare un ottimo pranzetto spendendo poco. Il più grande è quello del lunedì alla Malpensata con ben 252 posteggi per le bancarelle. Di queste il 30% è gestito da stranieri. C’è poi il mercato dello stadio, il secondo in ordine di grandezza in città: con i suoi 52 stand di cui 20 alimentari, ha saputo mantenere negli anni la sua impronta orobica con una presenza di commercianti locali che si aggira attorno al 95%.

Arrivare in piazzale Goisis il sabato mattina significa intraprendere un viaggio sensoriale in cui i profumi pungenti di formaggi erborinati si mischiano con l’odore più ruspante di pesciolini fritti e polli alla brace. Pani caserecci, soffici focacce e brioche cosparse di zucchero vanigliato appagano la vista trasformandosi in un’irresistibile tentazione. E poi ci sono frutta colori brillanti e broccoletti arcobaleno che spuntano dalle casse dei rivenditori di ortofrutta creando una sinestesia di tinte e profumi. Ma il giro tra le bancarelle non può limitarsi a un mix inebriante di voci, aromi e colori in cui perdersi, come faceva Amélie Poulain nel suo favoloso mondo. La poesia deve presto lasciar spazio alla praticità. E così, con un occhio agli spiccioli rimasti nel portafoglio, l’obiettivo resta quello di far quadrare i conti a fine mese.

DAI SAPORI NOSTRANI…

Alex Alberti
Alex Alberti

Il territorio orobico è celebre per i suoi formaggi. Al mercato non possono certo mancare banchetti ricchi di leccornie casearie. Stagionati o freschi, piccanti o dolci, da spalmare o da abbinare al miele: di specialità ce ne sono parecchie. Accanto ai classici come il Taleggio, il Gorgonzola e il Branzi, si può scovare anche qualche chicca come il burro artigianale di Giovanni e Albina Quistini. I due fratelli propongono ai clienti formaggi nostrani della Valle del Riso come la robiola e lo zola di capra o il magrone di mucca.

Tra le eccellenze orobiche spicca anche il cotechino di capra dell’azienda agricola Alberti. Seppur piccolo, questo banchetto ha un’ampia scelta di formaggi e yogurt (di capra e mucca) ma anche di carne nostrana e biologica di razza piemontese, capretti e salumi. «Tra le novità su cui puntiamo quest’anno c’è il nostro ragù proposto in tre varianti: di bovino, di capra e di bufala – spiega Alex Alberti –. La carne proviene dai nostri allevamenti mentre ci affidiamo all’esperienza di una cuoca per la preparazione del sugo che viene pastorizzato seguendo le linee guida dell’Asl per una corretta e duratura conservazione degli alimenti».

… ALLE SPECIALITÀ REGIONALI

Al mercato del sabato si possono trovare i giusti ingredienti per preparare una cena ispirata non solo alla gastronomia locale ma anche a quella regionale. La rosticceria di qualità Nico alimentari di Ponteranica, per esempio, propone prodotti che travalicano i confini orobici. Tra le specialità spicca la Carnia, un formaggio stravecchio dalla pasta semidura tipico degli alpeggi al confine tra Austria e Slovenia. Ha un sapore molto intenso, con note di erbe di montagna, talvolta gradevolmente aromatico. È ottimo accostato a miele di castagno, mostarda piccante di frutta e pane di segale, magari sorseggiando un bicchiere di vino rosso. C’è poi il Piave Dop, formaggio che nella cucina povera ma sana della montagna bellunese era l’espressione di una tradizione fatta di sapore e genuinità. Interessante il suo abbinamento con una birra bianca bavarese come la Weiss. Nicola Carrara ci suggerisce anche varie specialità valtellinesi come i funghi, i ravioli e gli gnocchi di grano saraceno. E poi il bitto, quello “ribelle”, Presidio Slow Food prodotto a cavallo tra la provincia di Sondrio, Bergamo e Lecco. Per chi ama sapori più mediterranei c’è il Silani, formaggio tipico delle regioni del sud (Basilicata, Calabria, Molise e Puglia) che prende il nome dall’altopiano della Sila, mentre chi resta legato alle tipicità locali può assaggiare la formaggella di Zambla, direttamente dagli alpeggi della Valle Seriana.

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NEL REGNO DI FRUTTA E VERDURA

1702 mercato bergamo stadio (2)Passeggiando tra gli stand del mercato è difficile non venire contagiati dal buonumore di Alberto Biava. Mentre le clienti osservano indecise i rigogliosi ortaggi in esposizione, chiedendosi quale sia il più appropriato per preparare un buon pranzetto, l’ambulante le incalza proponendo qualche assaggio e intercala canticchiando orecchiabili motivetti. Per una spesa che guarda anche alla salute, al mercato si possono trovare spinaci, cavolo verde, barbabietole, cavolini di Bruxelles, patate, peperoni, coste, carote, fagiolini, zucca, cavolfiore, cipolla, porri, melanzane e, con l’arrivo della primavera, zucchine e pomodori. Chi ha fretta può invece optare per confezioni di insalate già pulite o per cipolline, cavolini o spinaci sottovuoto.

Negli ultimi tempi va molto di moda anche lo zenzero. Digestiva e antiossidante, questa radice è sempre più richiesta dai bergamaschi per aromatizzare tisane e biscotti oppure per dare un tocco di brio ai piatti più ordinari rendendoli unici e originali. «Fare la spesa al mercato significa prediligere alimenti stagionali – spiega Manuel Garaguso di Eurofrutta –. Non vanno mai acquistati prodotti fuori stagione perché il prezzo aumenta troppo. In inverno è meglio scegliere arance e mele tra la frutta e carciofi, verze e broccoli come verdura. Con l’arrivo della primavera tornano le zucchine».

IL PIATTO FORTE

I ragazzi della Polleria Dell'Orto
I ragazzi della Polleria Dell’Orto

Più che per la carne fresca, chi si reca al mercato cerca cibo a metà tra lo street food e il piatto unico già pronto. Dalla Rosticceria Giovanetti alla Polleria Dell’Orto, si può scegliere tra una vasta gamma di carne arrostita che va dai wurstel al galletto, dagli spiedini di maiale al pollo allo spiedo, il tutto accompagnato da patatine fritte o gustose crocchette.

Danilo bettoni - ambulante
Danilo Bettoni

Dal pesce affumicato a quello fritto, anche il banchetto “Da Monte Isola con sapore” è una tappa obbligata per tutti gli amanti delle specialità ittiche. Vasta è pure l’offerta di molluschi freschi come polipi, totani, moscardini. E se avete qualche dubbio su come prepararli, niente paura. Danilo Bettoni conosce moltissime ricette e trascorre la mattinata dispensando consigli su come accompagnare le sue bontà di lago. D’altronde lui è chiamato il “Re del Bertagnì”, baccalà impanato e fritto in pastella: «In passato questo piatto era l’unico a base di pesce di mare che le famiglie si potevano permettere – dice Danilo –. Ora si trova quasi solo nei mercati anche se alcuni ristoranti lo stanno riponendo come piatto tipico».

DULCIS IN FUNDO

Anche i pasticceri sbizzarriscono la loro fantasia con specialità che variano a seconda della stagione. Il banchetto della Premiata panetteria Aurelio Belussi per esempio è un tripudio di leccornie. Per Carnevale, accanto alle classiche brioche, hanno fatto capolino frittelle, zeppole, chiacchiere e croccante mentre a Pasqua non potevano mancare le colombe artigianali con canditi all’arancia. Tra le bontà salate è invece la focaccia a farla da padrone in tutte le sue varianti. Idem per le pizze. Dalle pagnotte alle baguette, anche il pane più tradizionale al mercato non manca mai. Attenzione però alle condizioni meteorologiche che possono rendere le michette in esposizione troppo gommose se c’è umidità e stoppose quando il clima è secco.

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Il presidente Fiva Ascom

Dolci: «Si può trovare di tutto, al giusto rapporto qualità-prezzo»

Mauro Dolci
Mauro Dolci

«Nei mercati si punta sui prodotti di largo consumo per soddisfare un’ampia fetta di clientela. Ma non manca qualche chicca». È questa l’opinione del presidente della Fiva Ascom di Bergamo, Mauro Dolci, che al mercato del sabato allo stadio gestisce un banchetto di alimentari. Le stramberie culinarie non sono il target più appropriato per i cittadini a caccia di occasioni. Meglio andare sul sicuro con sapori tipici locali e prodotti artigianali. «Gli operatori dello stadio sono riusciti a mettere in campo un valido rapporto qualità prezzo – conferma Dolci – qui si può trovare di tutto».

Bergamo è terra di formaggi, quali sono i più gettonati al mercato?

«Si va da una vasta gamma di prodotti tipici delle Valli Seriana o Brembana come il Taleggio e il Branzi, fino all’Emmental svizzero o al pecorino sardo. Anche il Gorgonzola è presente nelle sue tre varianti: dolce, piccante e con il mascarpone».

Negli ultimi anni si è registrato anche un aumento dei consumi di formaggio di capra…

«Sì, anche se si tratta di una produzione legata alla stagionalità. In inverno è più difficile trovare questi formaggi perché le capre non hanno latte. A partire dalla primavera si intensificherà l’offerta di caprini soprattutto della Valle Brembana».

Sul mercato c’è ancora chi vende un burro artigianale?

«Il burro artigianale al 100 per cento ormai è rarissimo. Diciamo che gli ambulanti vendono un burro praticamente a chilometro zero che proviene da aziende agricole orobiche».

1702 mercato bergamo stadio - formaggiQuali sono le chicche che si possono trovare al mercato?

«Di solito gli operatori agricoli propongono prodotti di ampio consumo. La scelta di portare sul mercato articoli di nicchia come per esempio il Bagoss che supera i 40 euro al chilo si può rivelare rischiosa. In generale gli ambulanti optano per cibi in grado di accontentare un numero più ampio di clienti. Anche con i salumi si spazia dai prodotti italiani a quelli esteri, ma alla fine il classico prosciutto di Parma va sempre per la maggiore».

Via libera ai classici quindi?

«A volte facciamo esperimenti con alcuni prodotti più particolari per capire se hanno appeal sulla clientela e se vale la pena riproporli ancora, una volta finita la fornitura. Per esempio abbiamo provato a tenere la lingua o la coppa di testa ma attirano solo una cerchia ristretta. Di contro mi è arrivato un Sardegna di capra che sta riscuotendo successo».




Stop ai fast food in Città alta, «una scelta che fa bene al commercio»

fish and chips - street food - cartoccio

All’Ascom piace lo stop al “cibo selvaggio” in Città alta, ossia la scelta del Comune di Bergamo di vietare l’apertura di alcune attività commerciali – a cominciare dal food “monotematico” che sta andando per la maggiore – per salvaguardare l’identità del borgo. Il provvedimento tiene conto del confronto con le associazioni di categoria e del Duc e trae la propria forza normativa dal “decreto Franceschini” che restituisce ai sindaci, di contro alla generale liberalizzazione, la possibilità di regolamentare il piccolo commercio nei centri di particolare pregio storico e artistico.

La novità dovrebbe entrare in vigore prima dell’estate, dopo il vaglio della Regione e della Soprintendenza e il passaggio in Giunta e Consiglio comunale, e farà del capoluogo orobico la seconda città in Italia, dopo Firenze, e la prima in Lombardia a mettere al bando fast food e negozi di chincaglierie varie. Per 18 mesi – tanto durerà la sperimentazione – le mura venete saranno off limits per self service, friggitorie, take away e tutti gli alimentari monoprodotto, dallo yogurt alle patatine fritte, ma anche sexy shop, solarium, centri massaggi, distributori automatici: in tutto una sessantina di attività individuate dai relativi codici Ateco.

«Il lavoro con l’Amministrazione è stato positivo – afferma il direttore dell’Ascom Oscar Fusini -. La scelta di definire per Città alta le attività che possono o non possono aprire da un lato favorisce la salvaguardia delle funzioni commerciali per i residenti, dall’altro permette di mantenere un livello alto nella qualità dell’offerta rivolta ai turisti». «La crescita delle insegne monoprodotto, spesso catene e in piccoli spazi – rileva –, è un’evoluzione che testimonia le difficoltà del commercio nei centri storici e che indebolisce l’offerta poiché non porta effettivi vantaggi all’appeal turistico come invece fanno insegne tipiche ed originali. Una limitazione non può perciò che fare bene». «Dal divieto – tiene a precisare – sono escluse le attività che hanno già aperto, vengono perciò salvati i diritti acquisiti e tutelati gli investimenti». Nessun veto nemmeno per ristoranti, pizzerie e pub con cucina.

In tema di decoro il Comune prevede inoltre norme – non solo in Città alta ma in tutte le aree del Duc, quindi anche centro, Borgo Palazzo e Borgo Santa Caterina – per rendere insegne, accessi, vetrine, illuminazione interna più armonici con il contesto. «La vetrina dovrà essere intesa in senso proprio – spiega il direttore Ascom – per presentare prodotti e sevizi e non, ad esempio, essere occupata da scaffalature. Si interviene anche sui negozi sfitti le cui vetrine dovranno essere oscurate con materiale che non produca un effetto negativo sull’immagine complessiva dell’area. Insomma, una serie di prescrizioni per aumentate il livello qualitativo dei negozi di Città alta e dei borghi». I negozianti avranno tre mesi di tempo per adeguarsi alle nuove disposizioni.