Lego, a Bergamo la città che fa giocare le generazioni

 

città del mattoncino - bergamo - via pignoloEntro l’estate sarà inaugurato il primo LEGO Certified Store nel nuovo centro commerciale di Arese, in provincia di Milano. Sarà il primo di una serie di negozi, gestiti dalla business company Percassi, che saranno aperti nei prossimi anni su tutto il territorio nazionale. Gli appassionati da zero a 99 anni bergamaschi ma anche di fuori provincia però hanno già il loro paradiso. È “La città del mattoncino” e si trova in via Pignolo. L’hanno creato circa un anno e mezzo fa Pierluigi Cervati, 37 anni, e la moglie Beatrice Da Ros, 35. Cinque vetrine che fanno angolo su piazzetta Santo Spirito per un negozio di novanta metri quadrati tutto dedicato ai mattoncini più famosi al mondo.  Non solo è l’unico negozio di Bergamo di soli prodotti LEGO, ma in vetrina al posto delle scatole c’è una città in mattoncini di 20 metri quadrati con treni e giostre in movimento illuminata da oltre 800 led, che cambia secondo le stagioni.

Oltre che per l’allestimento, il negozio si caratterizza per la specializzazione e l’alto assortimento. Vi si possono trovare set esclusivi provenienti dall’estero, linee rare e da collezione, ma anche pezzi sfusi per completare le proprie creazioni (si può acquistare e ordinare anche un solo mattoncino) e accessori e abbigliamento a marchio. Inoltre ci sono un’area giochi dove i bambini possono andare a giocare gratuitamente, disponibile anche per piccoli eventi, e un servizio di assistenza per chi vuole illuminare il proprio diorama, renderlo dinamico o applicare soluzioni tecnologiche.

lego - città del mattoncino BergamoIl format è originale.  La clientela arriva da tutta la Bergamasca, ma anche da Brescia e Milano. In occasione dell’esposizione di opere in mattoncini, organizzata lo scorso ottobre tra via Tasso e via Pignolo all’interno degli spazi degli Istituti educativi, sono stati addirittura più di 30mila gli appassionati accorsi per ammirarli.

Il negozio in pochi mesi ha aumentato il fatturato del 50% e in progetto c’è una nuova location. Il titolare Cervati spiega così il successo di questo divertimento senza età. «È un gioco che sviluppa la mente – dice -, dà la possibilità di usare la creatività e di dare forma a qualsiasi cosa venga in mente. Inoltre aiuta a stare insieme genitori e figli. Questo è un aspetto a cui teniamo molto, per questo in occasione della festa della mamma e del papà organizziamo momenti di gioco in cui genitori e figli costruiscono insieme un modello LEGO».

Il fenomeno dei mattoncini negli ultimi anni ha visto una continua crescita. «Dopo il periodo buio dei primi anni 2000 in cui l’interesse era calato, LEGO è tornata a concentrarsi su questi articoli e la generazione che è cresciuta con questo gioco è diventata adulta e ha riscoperto la passione dell’infanzia – spiega Cervati -. La linea City, sempreverde della gamma, è la più richiesta. I bambini amano molto le linee ispirate ai cartoni animati come Nijango e Nexo Knighs, che è la novità di quest’anno. Mentre i collezionisti chiedono per lo più i vari modulari che riproducono interni e esterni di case».

Per i papà e i bambini di Bergamo appassionati ai mattoncini, l’appuntamento è per il 19 marzo, dalle 10 alle 19 al negozio di via Pignolo. Il papà e figlio, divisi in categorie per fasce di età, che realizzeranno nel tempo minore il modello LEGO proposto riceveranno uno speciale omaggio dal mondo LEGO®.




Negozianti alimentari, «non siamo antiquariato ma un settore che sa innovare»

Un nuovo concetto di negozio basato su una distribuzione innovativa degli spazi e dei prodotti e sull’uso strategico delle tecnologie, a partire dall’illuminazione, e poi iniziative in rete con i negozi vicini e studi georeferenziali per orientare le nuove aperture. E ancora: professionalizzazione, specializzazione e innovazione.

Sono queste le strategie vincenti per rilanciare il settore alimentare emerse a Gargnano sul Lago di Garda, nel corso della prima convention nazionale della Federazione dei dettaglianti dell’alimentazione (Fida) di Confcommercio, realtà che raccoglie circa 60mila imprese alimentari. Alla riunione sono intervenuti Carlo Sangalli, presidente confederale, Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida e vicepresidente Confcommercio, i consiglieri nazionali della federazione.

La due giorni ė stata un momento di confronto tra gli operatori, provenienti dal Friuli sino alla Puglia, sul presente e sul futuro del settore alimentare e sulle sfide che il comparto deve affrontare. «Dai lavori è emerso l’orgoglio di essere alimentaristi e di essere ancora oggi la spina dorsale del commercio, un format destinato a restare un solido punto di riferimento per le città – ha detto la presidente Prampolini -. Il dettaglio alimentare non è stato mai così attivo come ora. Si comincia a intravedere uno spiraglio di luce in fondo al tunnel della crisi. Abbiamo fatto il punto della situazione su chi è sopravvissuto alla crisi e con quali strumenti ne è uscito. Tra questi, l’innovazione è sicuramente fondamentale come pure lo è la capacità di gestire il ricambio generazionale».

Prampolini ha evidenziato, come dal 2009 al 2015, la maggior parte dei negozianti che hanno chiuso non si era specializzata e ha parlato di una crescita culturale distorta che ha portato l’opinione pubblica a considerare il negozio specializzato come un oggetto da antiquariato. Quindi ha evidenziato le criticità rappresentate dall’arrivo della grande distribuzione e dei nuovi format distributivi, dai discount, ai farmer’s market, sino ai negozi “monoprodotto”, che vendono solo detersivi, cibo per cani, ecc, indicati come dei “category killer. Quindi ha puntato il dito contro la liberalizzazione delle licenze che «ha portato sul mercato poca professionalità». «Magari chiudono dopo pochi mesi – ha detto – ma nel frattempo creano danni e penalizzano il settore».

Convention Fida 2016 platea

Durante il convegno sono state presentate esperienze innovative nei diversi settori del food, con riferimenti anche al mondo dell’ortofrutta, nuovi concept in grado di affrontare la crisi, e un focus sulle strategie di sviluppo della rete distributiva in Europa e in Italia. «Per troppo tempo – ha spiegato Prampolini – ci hanno considerati un settore maturo, non più in grado di reinventarsi; invece gli esempi di innovazione del servizio di vicinato sono numerosi e possono servire per accompagnare il ricambio generazionale in un mercato sempre più competitivo».

Roberto Ravazzoni, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha sottolineato come oggi «vince chi è più veloce, non chi è più grande» e che «bisogna essere diversi dalla grande distribuzione. Copiare le idee brillanti e farle meglio. Essere semplici, flessibili e veloci». Per Fabrizio Valente di Kiki Lab «le acque in pochissimo tempo sono diventate agitate e molto veloci – ha sottolineato parlando del mercato – Come nel rafting, se qualcuno sbaglia cade in acqua e se cadono in tanti dopo un po’ il gommone affonda. Ma se impariamo a governare la barca in queste condizioni andiamo molto più veloce. È difficile, ma possibile». Alessandro Seravalli di Sis.Ter ha illustrato la novità degli studi georeferenziali, sorta di fotografie-mappe che indicano la presenza e l’ubicazione di esercizi commerciali in una determinata zona, e di come questi strumenti possono rivelarsi preziosi per orientare gli imprenditori nell’apertura di un nuovo negozio.

Tra i temi emersi, anche l’importanza dell’ecosostenibilità dei punti vendita con nuove tecnichee di refrigerazione, nuove modalità di gestione dei rifiuti e la possibilità di collaborare con i mercati ortofrutticoli per la gestione delle cassette in legno. Interessanti spunti sono venuti dai relatori tecnici che hanno presentato soluzioni e strumenti innovativi per il punto vendita: promozioni personalizzate in base ai clienti e tematiche in base a occasioni speciali e/o eventi, e iniziative di comarketing, ovvero sinergie tra negozi vicini per fare sistema e gruppo (Toshiba); l’evoluzione del mestiere in chiave moderna (Università dei Sapori), le tecnologie sostenibili per esporre (Isa), e l’illuminazione strategica del punto vendita (Philips).

convention fidaAl convegno hanno partecipato anche Livio Bresciani, vicepresidente Fida e presidente del gruppo dettaglianti ortofrutticoli dell’Ascom di Bergamo (a destra nella foto), e Giorgio Lazzari, responsabile relazioni esterne della Associazione e segretario del gruppo. «Abbiamo definito una strada comune e condivisa che porteremo avanti – afferma Bresciani -. Finora ci siamo mossi in ordine sparso. Il convegno ci ha dato l’opportunità di fare squadra, di mettere insieme e portare alla luce le criticità e tutte le nostre esperienze e capacità. Con l’assistenza di tecnici specializzati e di una struttura importante come è Fida, abbiamo finalmente lo strumento per affrontare tutti i nuovi scenari commerciali e fare tutti insieme comunicazione, per far vedere cosa siamo noi dettaglianti alimentari. Perché molte volte si tende a dimenticare quasi la nostra presenza, che invece i dati dimostrano essere importante, apprezzata e in alcune zone insostituibile».

Convention Fida - Lazzari rit
Giorgio Lazzari

«La vision della Fida è corretta e quanto mai reale – commenta Lazzari -. Condivido il pensiero della presidente Prampolini, quando dice che “Il futuro siamo noi dettaglianti alimentari”. Come rimarcato dal presidente Confcommercio Carlo Sangalli, il dettaglio alimentare è un servizio del, per e sul territorio, di cui difende le differenti tipicità, favorendo l’attrattività turistica come leva per lo sviluppo dell’economia locale, con importanti implicazioni legate all’identità sociale, alla vivibilità e alla qualità dei territori». «Attori protagonisti della partita saranno indubbiamente Governo ed Enti locali: se con l’Amministrazione centrale l’obiettivo è abbassare l’imposizione fiscale, intesa anche come giorni di lavoro persi dall’imprenditore per gli adempimenti burocratici, con i Comuni occorrerà sempre più instaurare un dialogo costruttivo per discutere le misure idonee a tutelare gli esercizi di dettaglio alimentare. Una saracinesca che viene sollevata è una vittoria per tutto il sistema, viene accesa una luce, si creano posti di lavoro, aumenta la qualità e migliora la vivibilità di un quartiere – conclude Lazzari -. Sono convinto che il dna della Fida consentirà di raccogliere e vincere le sfide presenti e future, con l’aiuto della presidente Donatella Prampolini, che sta portando avanti un grande lavoro, come avrebbe certamente voluto il compianto Dino Abbascià».

 




Betti (Ascom): «I voucher nel terziario? Sono un analgesico, non la cura»

Enrico Betti
Enrico Betti

Il 2015 ha registrato un boom di voucher lavoro. Secondo i dati Inps analizzati in un dossier della Uil, un voucher su due è utilizzato nel commercio, turismo e servizi. Bergamo non è nella top 10 nazionale per l’utilizzo dei buoni lavoro ma non è nemmeno tra fanalini di coda delle province che ne impiegano pochi: si attesta al 14esimo posto della classifica, con 2.224.376 voucher venduti. «I voucher hanno trovato terreno fertile in un’area di attività che non ha una risposta adeguata da parte della contrattazione nazionale o territoriale e Bergamo, purtroppo, non si discosta dall’analisi nazionale», spiega Enrico Betti, responsabile area Politiche del lavoro di Ascom Confcommercio Bergamo.

Quali attività utilizzano di più i voucher e che età hanno i “voucheristi”?

«Non sono nelle condizioni di supportare la mia risposta con numeri analitici e certificati, ma ritengo di non sbagliarmi nel dire che i voucher sono utilizzati in ogni mansione in modo trasversale e che i giovani sono un importante bacino da cui le imprese “pescano” per le attività svolte con questo strumento».

Quali sono le opportunità offerte dai voucher per il commercio, il turismo e i servizi? Crede che rispondano adeguatamente alle esigenze di flessibilità del comparto, soprattutto per i lavori stagionali?

«Sono certamente una risposta a un’esigenza che, a livello sindacale, abbiamo cercato di esaudire. Purtroppo non abbiamo trovato terreno di discussione con le organizzazioni che rappresentano i lavoratori. Il risultato è quello che vediamo: il legislatore si sostituisce, peraltro senza avere le adeguate competenze e conoscenze, al nostro mestiere».

Quali sono le criticità che intravede?

«Trovo i voucher un analgesico, non certo la cura per un settore e un imprenditore che ha necessità di regole chiare e non vuole incorrere in rischi di contenzioso. I voucher, inoltre, possono alterare l’equilibrio tra la necessità di flessibilità per le imprese e le tutele essenziali e minime per chi lavora. La risposta migliore sarebbe agire sui contratti di lavoro già in essere, come il part time, e renderli più fruibili in termini di elasticità e monte ore complessivo».

I voucher, con il tempo e per la dimensione che hanno acquisito, possono alimentare indirettamente il mercato irregolare?

«Se utilizzati con dolo e senza controlli sì».

Il presidente Insp Tito Boeri ha definito i voucher come possibile nuova frontiera del precariato…

«Ha ragione. 7mila euro di massimale significano almeno 700 ore di lavoro, più di 4 mesi a tempo pieno, se lo riportiamo a un part time a 24 ore settimanale sono più di 7 mesi di lavoro senza ferie e permessi».

Quali misure crede siano necessarie per meglio regolamentare questo strumento?

«Bisogna ricondurli alla loro origine che è bene ricordare. Il lavoro accessorio è stato introdotto nel nostro ordinamento dagli artt. 70 e ss., D.Lgs. n. 276/2003. Nella versione originale, l’uso dei voucher era previsto solo per attività lavorative di natura meramente occasionale rese da soggetti a rischio di esclusione sociale o comunque non ancora entrati nel mercato del lavoro, o in procinto di uscirne, nell’ambito di precise attività, ovvero: piccoli lavori domestici a carattere straordinario, compresa la assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con handicap; insegnamento privato supplementare; piccoli lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici e monumenti; manifestazioni sociali, sportive, culturali o caritatevoli; collaborazioni con enti pubblici e associazioni di volontariato per lo svolgimento di lavori di emergenza, come quelli dovuti a calamità o eventi naturali improvvisi o di solidarietà. È facile vedere la deviazione che il sistema voucher ha avuto nelle successive riforme del lavoro».

 




Lavoro, è boom di voucher. A Bergamo ne sono stati utilizzati oltre due milioni

voucher_lavoro_1217È boom di buoni lavoro. Dal commercio al turismo, all’edilizia, alle attività agricole, i voucher da 10 euro lordi all’ora nati per pagare ore di lavoro accessorio chiudono il 2015 con numeri record. Nell’anno sono stati venduti 115 milioni di voucher, con una crescita del 66%o rispetto al 2014. I lavoratori pagati con almeno un voucher sono stati quasi 1,7 milioni (almeno 1 su 10 tra gli occupati dipendenti; 8 su 100 se si considera l’intera platea dei 22 milioni di occupati e ben 7 su 10 se si rapportano i voucheristi ai 2,2 milioni di lavoratori temporanei e stagionali subordinati).

Dal 2008 al 2015 sono stati venduti quasi 278 milioni di voucher per un importo complessivo di circa 2,8 miliardi di euro. La stima è della Uil ed è contenuta nel rapporto realizzato dal Servizio politiche del lavoro del sindacato. La Lombardia è la regione che più ha utilizzato i voucher, con 21 milioni seguita da Veneto (15,2 milioni) e Emilia Romagna (14,3 milioni).

A livello provinciale, secondo i dati Inps, svetta Milano con 7,3 milioni di buoni-lavoro venduti, seguita da Torino con 4,5 milioni di voucher, Roma con 3,8 milioni, Verona (circa 3,3 milioni di voucher), Brescia (3,2 milioni) e Bolzano (3,2 milioni). Bergamo si posiziona al quattordicesimo posto con 2.224.376 voucher venduti.

Il terziario è il settore che più ha utilizzato questo strumento di pagamento: commercio, turismo e servizi detengono quasi il 50% dei voucher emessi. Mentre i settori che dovevano essere protagonisti quasi assoluti, giardinaggio, lavoro domestico, attività sportive, coprono meno del 15% dei buoni venduti e la stessa agricoltura solo l’1,3%. La crescita costante negli anni dei voucher è legata alle modifiche normative che hanno dilatato, anno dopo anno, il loro campo di utilizzo. L’ampliamento della platea degli utilizzatori e l’innalzamento, con il jobs act, da 5mila a 7mila euro netti del tetto massimo di retribuzione annua tramite buoni ha fatto dilagare l’uso dello strumento avviato in via sperimentale nel 2008 per le vendemmie.

Nel 2012 la riforma Fornero ha tolto ogni limite di settore per l’utilizzo, consentendolo anche negli enti pubblici. Ciò ha portato il presidente dell’Inps Tito Boeri ha definire i voucher una possibile nuova frontiera del precariato. Entro qualche settimana il governo dovrebbe definire un intervento per stringere i bulloni e eliminare i comportamenti illegali e scorretti. «Stiamo facendo una valutazione – ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti – la chiuderemo rapidamente. Non vogliamo buttare il bambino con l’acqua sporca. Ci sono elementi positivi ma anche comportamenti illegali o scorretti. Sono questi ultimi che vogliamo eliminare».




Auto, a febbraio boom di vendite a Bergamo

Continua su ritmi molto alti la ripresa delle vendite auto. E a Bergamo, questa volta, l’incremento è maggiore rispetto alla media nazionale. Secondo i dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, febbraio si è chiuso con un immatricolato di 172.241 auto, in crescita del 27,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, con circa 37.000 immatricolazioni in più. Il primo bimestre 2016  segna una crescita del 22,6% e 327.963 auto vendute rispetto alle 267.428 del gennaio-febbraio 2015.

Nella nostra provincia, la crescita a febbraio è stata di dieci punti superiore, + 37,7%, grazie a 2.863 auto nuove vendute contro le 2.079 del 2015. Nei primi due mesi dell’anno le vetture immatricolate sono state invece 5.598, 1.392 in più dello stesso periodo del 2015, per un incremento del 33%. A guidare la classifica è Fiat, seguita da Volkswagen, Ford e Opel.

Auto e fuoristrada, le immatricolazioni a Bergamo

tabella immatricolazioni auto Bergamo - feb 2016

tabella immatricolazioni auto Bergamo - gen-feb 2016
dati Unrae

A livello nazionale, l’analisi del mercato nel dettaglio per canale di vendita fornita dall’Unrae indica per gli acquisti dei privati 107.808 immatricolazioni in febbraio, in aumento del 38,1% ed una quota di mercato che aumenta di 4,7 punti percentuali rispetto all’anno scorso, portandosi al 62% del totale mercato. L’eccezionale risultato di febbraio consente al primo bimestre di segnare una crescita dei privati del 31% e di raggiungere una rappresentatività del 63,8% del totale. Le vendite a noleggio crescono del 16,7% nel mese, al 24,6% del totale, due punti di quota in meno rispetto allo scorso anno. La spinta del noleggio deriva soprattutto dal breve termine, che segna in febbraio un incremento del 28,6%, mentre il lungo un +5,6%. Nel cumulato gennaio-febbraio l’incremento è pari al 16,4%, con un impulso del breve termine (+29%). Anche le vendite a società incrementano i propri volumi: +7,8% in febbraio, con una quota in flessione al 13,4% del totale, allineata a quella del bimestre gennaio-febbraio.

Sul fronte delle alimentazioni ottimo trend di crescita a doppia cifra per diesel e benzina, rispettivamente +26,7% e +44,8% in febbraio, con la benzina che incrementa la sua quota di 4 punti, raggiungendo il 33,7% del totale, grazie alla riduzione dei prezzi dei carburanti tradizionali. Aumentano del 78,5% le vetture ibride, mentre continuano a flettere le vetture a GPL (-16,1%) e metano (-15%). In riduzione anche le immatricolazioni di vetture elettriche, che scendono in febbraio del 35,3%.

Tutti i segmenti in cui è scomposto il mercato presentano un buon profilo di crescita a doppia cifra nel mese che, per quanto riguarda le vetture medie (C), le superiori (E) e l’alto di gamma (F), supera il 30% in volume.

Anche il mercato delle vetture usate segna in febbraio una buona crescita a doppia cifra: +13,6% grazie ai 428.860 trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture (le intestazioni temporanee al concessionario, in attesa della rivendita al cliente finale), oltre 51.000 in più rispetto ai 377.619 del febbraio 2015. Nel primo bimestre l’incremento è pari a +10,1% con 803.044 trasferimenti di auto usate, rispetto ai 729.488 del gennaio-febbraio 2015.




Clusone, nei negozi la raccolta firme sull’ex Mirage

ex Mirage ClusoneEntra nel vivo a Clusone la polemica sull’operazione “ex Mirage”. Le minoranze e i commercianti scendono in campo con una petizione sulla variante al piano di recupero del complesso.

La raccolta di firme sarà promossa nei negozi della cittadina fino al 15 marzo. Al centro ci sono due questioni: l’aspetto architettonico dell’intervento (nell’area all’ingresso del paese, dove sorgeva il cinema Mirage), ma soprattutto la possibile variazione di destinazione d’uso del piano terra dell’edificio da direzionale a commerciale, con la creazione di nuovi negozi di vicinato. «Abbiamo accolto l’invito delle minoranze a promuovere una raccolta firme perché il tema interessa moltissimo la nostra associazione e la cittadinanza – dice Luigi Percassi, presidente dell’associazione “Clusone Centro” -. Dopo l’ultimo consiglio comunale abbiamo promosso un sondaggio via mail tra 120 commercianti di cui avevamo il recapito e in 48 ore abbiamo ricevuto 80 risposte, tutte esprimevano un’opinione molto negativa sulla ipotesi di variante. Vogliamo prendere in mano il futuro del centro storico, è inutile e dannoso per il commercio della nostra cittadina creare altri negozi perché sono vicini». «Ci auguravamo di avere un dialogo con l’Amministrazione nel corso dell’assemblea dello scorso 24 febbraio – aggiunge Percassi – ma non è intervenuto nessuno e questo ha lasciato tutti con l’amaro in bocca. Viene da pensare che non ci sia l’intenzione di abbandonare l’ipotesi della variante».

Ora si attende di conoscere la volontà dei clusonesi, ma anche dei clienti abituali dei negozi perché «perché l’argomento riguarda tutti», evidenzia Percassi.




A Zanica la festa di compleanno di Gioppino. In campo anche i commercianti

buon compleanno gioppino locandinaNon poteva che essere nato il 29 febbraio un personaggio così fuori dagli schemi come Gioppino. E per il compleanno Zanica, il paese che la tradizione vuole gli abbia dato i natali, ha organizzato una grande festa, domenica 28 al Palazanica di via Padergnone, a partire dalle 14.

L’iniziativa è promossa dall’Associazione Culturale “Ol Giopì de Sanga” in collaborazione, tra le altre, con l’Associazione Esercenti il Commercio Arti e Professioni di Zanica e con il patrocino di Comune, Camera di Commercio e Ducato di Piazza Pontida. Ci saranno giochi e divertimento a volontà, con lo spettacolo di burattini “Gioppino e la metà del bottino”, i canti e i balli con “I Gioppini di Bergamo”, i cori “Voce e persona” e “I Contadini Canterini” e i truccatori per bambini. Senza dimenticare il gusto. I commercianti prepareranno infatti la merenda per tutti i bambini, mentre i più grandi potranno assaggiare i vini Valcalepio della speciale etichetta “Trigós” (“tre gozzi”, caratteristica della maschera bergamasca e della sua famiglia), che fa parte dei gadget a tema realizzati dall’associazione culturale.

«Con questo evento – evidenzia l’assessore alle Attività produttive Luca D’Angelo – prosegue il lavoro di valorizzazione delle tradizioni fatto proprio anche dall’Amministrazione Comunale e finalizzato alla promozione del territorio. La figura di Gioppino è tra i protagonisti di questo percorso e assolutamente centrale nell’azione del Distretto del Commercio Morus Alba che ha dato vita nel maggio e giugno scorsi al primo festival internazionale di burattini “Baraca Festival” con una serie di iniziative di piazza nei cinque comuni che partecipano all’aggregazione (oltre a Zanica, Stezzano, Azzano San Paolo, Grassobbio e Orio al Serio ndr.)».

Dalla collaborazione tra Comune e l’Associazione dei commercianti sono in arrivo ulteriori novità per il rilancio e la promozione del commercio e dell’artigianato locale.




Il pacco te lo ritira il negoziante. La bergamasca Fermo!Point tra i campioni dell’innovazione

premio innovazione Fermo!Point - il fondatore Alberto Luisi
Alberto Luisi


Anche un’idea made in Bergamo ha ricevuto ieri a Roma – nell’Aula del Palazzo dei gruppi Parlamentari – il Premio Nazionale per l’Innovazione nei Servizi 2015, conosciuto anche come “Premio dei Premi”, organizzato dalla Fondazione Cotec su concessione del Presidente della Repubblica e riservato ad aziende, enti pubblici o persone fisiche individuate tra i vincitori dei premi per l’innovazione assegnati annualmente a livello nazionale.

Si tratta di Fermo!Point, un servizio nato per risolvere il problema delle consegne degli acquisti in Internet quando non si può assicurare che ci sarà qualcuno in casa per ritirarli. La società non ha creato punti di distribuzione ex novo, ma ha pensato di coinvolgere i negozi e le attività commerciali che già esistono chiedendo loro di essere disponibili a ritirare la spesa e a conservare la merce. È il cliente a decidere quando e dove ritirarla. Gli basta scegliere il posto più comodo tra quelli localizzati sul sito – il negozio davanti alla scuola del figlio, l’edicola accanto all’ufficio, la cartoleria del paese dove abita una cara amica – e passare presso l’attività negli orari di apertura a seconda delle proprie esigenze.

Il progetto, sviluppato con il supporto dell’Università di Bergamo e di Bergamo Sviluppo, l’azienda speciale della Camera di Commercio, che ha seguito le fasi di start up con il suo Incubatore d’Impresa, è stato premiato nella categoria “Università e ricerca pubblica”. A ritirare il riconoscimento il fondatore e amministratore delegato Alberto Luisi e il co-founder e direttore operativo Claudio Saloni.

Alla cerimonia era presente il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. Tra gli enti che partecipano al Premio Nazionale per l’Innovazione c’è anche Confcommercio, che ha promosso la selezione nel settore “Commercio, Turismo, ICT & Service Design nei Servizi”.

Fermo!Point si attiva acquistando i “Fermo!Ticket” di durata illimitata. Il singolo costa 2,90 euro, mentre per i pacchetti la spesa si riduce in proporzione. Il servizio è utile ai clienti digitali, ma offre vantaggi anche per l’e-commerce, i negozi e i corrieri. Per le attività commerciali, in particolare, l’affiliazione è completamente gratuita e per ogni movimentazione si ha un guadagno. Partecipare al network, che attualmente conta oltre 1.500 negozi in Italia, aumenta, inoltre, il passaggio di potenziali nuovi clienti in negozio e offre visibilità a fronte di un impegno minimo per la gestione delle consegne.

www.fermopoint.it




Treviglio, «le navette possono aiutare lo shopping»

Dal disagio all’opportunità. Per sopperire alla mancanza di parcheggi a ridosso del centro in occasione dei lavori per il rifacimento di piazza Setti, il Comune di Treviglio ha istituito un servizio di trasporto pubblico – frequente e per di più gratuito! – che offre la possibilità non solo di affrontare il problema contingente ma anche di ipotizzare un nuovo modo di muoversi in città. I minibus hanno cominciato a circolare lo scorso 23 dicembre senza incontrare, è il caso di dirlo, grande interesse da parte dei trevigliesi (e per questo suscitando le polemiche di diversi schieramenti politici che hanno denunciato le corse a vuoto al costo di 430 euro al giorno), ma avranno l’effettivo banco di prova da mercoledì 2 marzo, quando la piazza sarà chiusa per consentire prima lo spostamento dei sottoservizi e poi l’avvio del cantiere, che consegnerà alla città un’ampia area pedonale e due piani interrati di parcheggi e box.

treviglio ti porto in centroPer i commercianti le navette sono una chance, tanto è vero che il logo del Distretto del commercio compare sul materiale informativo – mappa, orari e locandine – che promuove il servizio, denominato “Ti porto in centro”. «Ad oggi non possiamo dare un giudizio sull’iniziativa perché piazza Setti non è ancora stata chiusa e non si è ancora manifestata, perciò, la necessità di utilizzare un’alternativa – afferma il presidente dell’Associazione Commercianti trevigliesi Gabriele Anghinoni –, possiamo dire però che crediamo nel fatto che il servizio di bus possa dare un segnale per vivere la città e il commercio in maniera diversa, con meno auto e più facilità nel muoversi a piedi».

Non a caso il pieghevole che illustra i percorsi delle due linee (una con partenza dalla stazione Ovest e una dal piazzale del cimitero) cita l’offerta del “centro commerciale all’aria aperta” forte di oltre 200 negozi, oltre a bar, ristoranti, servizi e ai due mercati settimanali e riporta pure il calendario degli eventi. «I bus diventeranno anche un mezzo per informare cittadini e visitatori delle iniziative del Distretto – annuncia Anghinoni –, saranno infatti rivestiti con una grafica apposita che farà spazio anche agli eventi che organizziamo e diventeranno perciò dei promoter itineranti delle iniziative del commercio».

È già previsto che il servizio, che va dalle 7.45 alle 20 dal lunedì al sabato con frequenza di 15 o 30 minuti a seconda delle fasce orarie, possa essere esteso alla sera e nei festivi in occasione delle manifestazioni, offrendo una soluzione ai problemi di traffico e parcheggi in circostanze di grande afflusso. Ad esempio è già stato stabilito che le navette circoleranno domenica 28 e lunedì 29 febbraio, festa cittadina, quando saranno allestite le bancarelle della fiera della Madonna delle Lacrime, e domenica 6 marzo per la rievocazione storica “Miracol si grida”. «Le valutazione le faremo passo dopo passo – dice il presidente dei Commercianti – noi lo consideriamo un inizio per pensare anche ad un allungamento del percorso che metta in collegamento centro e periferia».

Lo scarso utilizzo delle navette nei primi due mesi non preoccupa l’amministratore di Treviglio Futura, la società di trasformazione urbana interamente partecipata dal Comune di Treviglio, che sta curando il rifacimento di piazza Setti ed ha lanciato il servizio. «Un periodo di test serviva – afferma Paolo Gatti -, per verificare i percorsi, i tempi di percorrenza nelle diverse situazioni di traffico, le fermate: non è così immediato che tutto funzioni. Poi siamo passati all’informazione realizzando locandine e mappe, in distribuzione da circa un mese con il coinvolgimento dei negozi, e presto renderemo i mezzi riconoscibili vestendoli con il logo e l’immagine del progetto, insomma stiamo lavorando perché il servizio venga conosciuto e utilizzato».

Se un errore c’è stato è stato chiamarle navette. «È riduttivo e genera fraintendimento – nota Gatti -. Con navetta si intende un semplice collegamento da un punto all’altro, qui invece abbiamo realizzato due linee vere e proprie e l’abbozzo di un sistema di trasporto per il prossimo futuro. Al di là del cantiere di piazza Setti, sono sul piatto temi più generali come accessibilità, mobilità e qualità dell’aria. Treviglio è una città che sta vivendo delle trasformazioni e le navette possono essere considerate un punto di partenza del cambiamento. Significa che si può pensare di muoversi in modi alternativi, in bicicletta, a piedi e se non si vuole camminare si prende la navetta che permette di salire e scendere dove è più comodo e gratuitamente. È un vero e proprio servizio per la mobilità, tanto è vero che è collegato con le stazioni, comodo se si deve prendere il treno e per chi arriva a Treviglio e vuole raggiungere il centro».

Nulla vieta, anzi sarà opportuno, che con il proseguimento dell’esperienza se ne valutino vantaggi, criticità e si attuino eventualmente modifiche. «Poiché oggi il Comune è commissariato, una prima verifica sarà chiamata a farla la nuova amministrazione, alla luce dei dati dopo la chiusura del parcheggio – rimarca l’amministratore della Stu -. La cosa certa è che non si tratta di uno spreco ma di un investimento per una mobilità diversa all’interno di Treviglio».

Intanto il programma prevede che il servizio resti istituito fino alla chiusura del cantiere di piazza Setti. La fine dei lavori è prevista entro 18 mesi.




I negozi Lego arrivano in Italia. Li apre Percassi

Un altro marchio “leggenda” entra nel mondo retail di Percassi. Si tratta dei negozi Lego “certificati” che l’azienda bergamasca aprirà grazie all’accordo siglato con il Gruppo danese.

Entro l’estate 2016 sarà inaugurato il primo Lego Certified Store nel nuovo centro commerciale di Arese, in provincia di Milano. Sarà il primo di una serie di negozi, gestiti dalla business company Percassi, che saranno aperti nei prossimi anni su tutto il territorio nazionale.

I Lego Certified Store offriranno ad adulti e bambini una vera e propria immersione nel mondo Lego e nei valori del brand. Sarà infatti possibile vivere esperienze di gioco esclusive, oltre a trovare un assortimento completo di tutti i prodotti dell’azienda danese.

Fondato nel 1932 da Ole Kirk Kristiansen, Lego Group è un’azienda a conduzione familiare con sede a Billund, in Danimarca, e uffici a Enfield, negli USA, a Londra, nel Regno Unito, a Shanghai, in Cina, e a Singapore. All’insegna del motto “only the best is good enough”, la società è fortemente impegnata nello sviluppo della creatività dei bambini e ha l’obiettivo di ispirare e sviluppare i costruttori del domani tramite il gioco e l’apprendimento.

Grande protagonista è il famoso mattoncino, identico al primo creato dall’azienda nel 1958 e tutt’ora compatibile con i mattoncini dei set più attuali. È proprio grazie ad esso che Lego Group sviluppa giocattoli offrendo esperienze di gioco originali a bambini in oltre 130 paesi nel mondo.

L’area House of Brands di Percassi si occupa dello sviluppo e gestione delle reti commerciali di grandi marchi, quali Gucci, Polo Ralph Lauren, Nike, Victoria’s Secret e da ora, appunto, anche Lego. In passato Percassi ha sviluppato a livello globale i negozi del gruppo Benetton ed ha contribuito all’ingresso e alla diffusione sul mercato italiano dei brand del gruppo Inditex (Zara, Massimo Dutti, Oysho, Pull and Bear, Bershka, Stradivarius) oltre che di Swatch, Calvin Klein, Guess, Tommy Hilfiger e Levi’s.