Mezzo secolo in Ascom, Angelo Manzoni: «Vi racconto come è cambiato il commercio»

Quando ha iniziato a lavorare all’Ascom di Bergamo – era il 2 maggio del ’65 – Angelo Manzoni aveva da poco compiuto 15 anni. Il 25 novembre il Consiglio delle categorie e il Consiglio direttivo dell’associazione di via Borgo Palazzo lo hanno premiato con una medaglia d’oro per i suoi 50 anni di lavoro.

«L’Associazione allora era in via Zilioli, eravamo in 11, me compreso, oggi siamo in 120 – ricorda -. Ho iniziato come fattorino, era il mio primo lavoro, sostituivo un collega che era partito per il servizio militare. L’anno dopo, nel ’66, ho iniziato gli studi serali di ragioneria e nel 1971 mi sono diplomato, la selezione in quegli anni era severissima». Dopo il diploma, l’esperienza come fattorino si chiude e inizia la sua carriera professionale: tre anni all’ufficio paghe, poi il ruolo di assistente del ragionier Moroni (una delle istituzioni in Ascom e suo maestro) alle prese con gli inizi dell’imposta Iva. Di lì a poco arriva l’incarico di consulente generale che ha svolto fino a oggi.

«Gli atti di compravendita ora vengono redatti dal notaio, ma allora li facevamo noi. Ci occupavamo di iscrizioni, cancellazioni, volture. Fino al ’71 ogni Comune rilasciava le licenze ai commercianti. Nel ’71 con l’entrata in vigore della Legge 426 vennero introdotte le tabelle merceologiche e i Comuni si limitarono a fare i piani commerciali. Nel ’98 con Bersani c’è stata la liberalizzazione che ha fatto morire la legge precedente e il Rec».

In 50 anni di professione, Manzoni ha conosciuto tre generazioni di commercianti: «Anche il senso di partecipazione all’associazione è cambiato molto. I primi anni le assemblee erano oceaniche, non c’era posto per tutti. Non era per i servizi, che erano pochissimi, i negozianti ci tenevano a far gruppo. All’assemblea annuale erano invitate tutte le autorità, sindaco, prefetto e non mancava nessuno. I commercianti ci tenevano a esserci e ad incontrarli. Spesso, inoltre, si impegnavano a fare politica, con la conseguenza che gli interessi della categoria venivano tutelati. Oggi i provvedimenti vengono calati dall’alto, senza essere discussi con le associazioni, non solo a livello locale ma anche nazionale».

La liberalizzazione è stata un passo positivo per il commercio?

Angelo Manzoni
Angelo Manzoni

«In altri Paesi funzionava e credevo avrebbe funzionato anche in Italia, ma mi sono dovuto ricredere. Da noi ci sono troppi adempimenti burocratici e troppo individualismo».  Manzoni ricorda una Bergamo viva e un commercio in salute. «Negli anni 80 in città arrivavano persone da tutta la provincia e il centro era pieno di gente. Passavano da via Papa Giovanni per poi riversarsi in via XX Settembre che era considerata la via dell’oro. Il “Cafè de Paris” aveva dovuto fermare le persone sulla strada per poter mettere l’insegna. Si viveva di più la città senza bisogno di organizzare nulla, venivano dalla provincia solo per vedere gli addobbi, per spedire la letterina di Santa Lucia, per conoscere le novità. È cambiato tutto. Allora il ritrovo dei ragazzi era il Balzer, ora è Oriocenter».

Cosa chiedevano gli aspiranti imprenditori?

«Negli anni 70 venivano in Associazione anche per chiedere che segnalassimo in Comune che il tal commerciante vendeva prodotti al di fuori della sua autorizzazione. Volevano rimanere anonimi ma poi i “denunciati” sapevano comunque chi erano».

Oggi invece cosa chiedono?

«Non si può credere, ma molti mi chiedono quale attività consiglio di aprire. Sono persone disoccupate che pensano di risolvere i problemi entrando nel mondo del commercio, non hanno risparmi da investire, né un’idea imprenditoriale e sono del tutto al buio per quanto riguarda le spese che è necessario sostenere per aprire un’attività. Il risultato di questa improvvisazione è che negli ultimi tre anni le attività un tempo considerate sicure, cioè le tabaccherie, le edicole e gli stessi bar, pizzerie e ristoranti, sono in forte calo».

Come vede il commercio nel prossimo futuro?

«Io sono sempre ottimista, ma vedo un forte rischio. Un tempo c’era una netta separazione tra i diversi negozi. I panifici vendevano il pane, le edicole i giornali. Oggi c’è la rincorsa da parte dei commercianti ad ampliare la propria proposta merceologica. I bar vogliono vendere i giornali o i tabacchi, i panifici e persino le macellerie vogliono far somministrazione, ma così portano via l’incasso ai bar. Se tutti vendono le stesse cose, la concorrenza diventa esponenziale e l’incasso è destinato a diminuire. Trasformare le attività in un bazar significa polverizzare le attività, la somministrazione non assistita rischia di portare alla morte del commercio.  A Bergamo c’erano una dozzina di librerie oggi sono sparite. Negli ultimi dieci anni tutti i negozi storici, passati di famiglia in famiglia, sono spariti perché non hanno trovato più modo di alimentarsi. In Città Alta un tempo c’erano quattro macellerie, di cui due equine, oggi sarebbe impensabile per una macelleria sopravvivere vendendo solo carne equina. Le spese sono troppe e le entrate non sono più sufficienti a coprirle».

Qual è il problema maggiore a Bergamo per il commercio?

«Gli affitti e i parcheggi molto cari, nei centri commerciali sono gratuiti e anche al coperto. E poi le code interminabili per arrivare in città».

In questo scenario quale può essere il ruolo dell’Associazione?

«I commercianti dovrebbero tornare a fare gruppo e al di là dei servizi, vivere l’Associazione come il mezzo per dare voce alle proprie istanze, in modo da tornare a contare nelle scelte che li riguardano».

 




Commercianti, un selfie contro la violenza sulle donne

A volte sono le cose più semplici che funzionano. E la rete è il mezzo ideale per diffonderle.

Succede così che su Facebook la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, in vista della giornata internazionale del 25 novembre, prende il volto dei commercianti (e soprattutto delle commercianti) di Bergamo, immortalate in un selfie con un proprio messaggio per dire basta al fenomeno.

L’iniziativa è partita dall’atelier Spose & Stile di via Borgo Palazzo, che ha creato l’evento sul social e messo a disposizione delle “nuvole” in stile fumetto con alcune scritte base, rivolte alle donne vittima di situazioni di violenza. “Se ti picchia, lascialo subito”, “Se ti picchia, non credere che cambierà”, “Se ti picchia, denuncialo” sono alcuni degli appelli, che basta stampare e ritagliare per corredare la propria fotografia, da postare poi sullo spazio dell’evento. Ma si può anche optare per un cartello personalizzato, come ha fatto Marco Pirovano che, dalla sede del suo Polentone, non le manda certo a dire ai colleghi maschi che si permettono di picchiare una donna.

La galleria si va quindi componendo con le immagini scattate dentro ai negozi, tra donne di tutte le età colte nell’ambiente di lavoro, abituate a stare a contatto con i clienti e a scambiare pareri ogni giorno, che diventano portatrici di un forte messaggio sociale.

Ci sono la fiorista, la gioielleria, il negozio di abbigliamento e la sartoria, il negozio di tè e lezioni d’inglese e quello di calzature. Ad essere coinvolte sono al momento attività lungo via Borgo Palazzo, ma il meccanismo è così facile e il tema così universale che sembra fatto apposta per coinvolgere una platea più ampia.




I marchi del franchising nei negozi sfitti, il Comune pensa a dei contributi

A guardare l’elenco, ce n’è di insegne che potrebbero vivacizzare il commercio cittadino. Dalla ristorazione tematica (sushi, etnico, persino Mr Cotoletta) ai locali che puntano su prodotti selezionati, come tè e caffè, passando per il biologico, i giocattoli e i servizi per i bambini, l’estetica e la cosmesi, le riparazioni informatiche, senza dimenticare l’abbigliamento. Tutti in franchising perché è su questa formula commerciale – forte di know how, politiche promozionali e innovazione – che si sviluppa il progetto della Regione Lombardia per favorire l’apertura di nuove attività nelle vetrine sfitte dei centri storici, in particolare le aree dei Distretti urbani del commercio.

Un’iniziativa alla quale partecipa anche il Comune di Bergamo, nella veste di “facilitatore” nella ricerca degli spazi e prevedendo anche dei contributi.

Il percorso “Fare impresa in franchising in Lombardia” procederà per tappe. La Regione ha incaricato una società esterna per individuare i franchisor interessati ad aprire punti vendita o distribuzione nel territorio regionale. Alla chiamata hanno risposto oltre cento soggetti, che hanno corredato le proprie manifestazioni di interesse con le caratteristiche richieste per l’apertura di un negozio a marchio: numero di vetrine, piani, metri quadrati, insegne e altro ancora, fornendo un quadro preciso per eventuali investitori.

A fine mese il bando sarà online sul sito della Regione Lombardia. Le Camere di Commercio hanno messo a disposizione una piattaforma telematica per raccogliere le manifestazioni di interesse di eventuali franchisee (i soggetti che intendono aprire una nuova attività commerciale utilizzando un determinato marchio o che si assicurano i diritti di utilizzo di un marchio per la propria attività commerciale).

Il Comune di Bergamo, in collaborazione con il Distretto Urbano del Commercio, Ascom e Confesercenti, ha invece coinvolto le associazioni dei proprietari di immobili perché intende raccogliere l’interesse dei proprietari di negozi sfitti a partecipare al progetto. Una volta raccolti i dati relativi ai negozi disponibili, gli uffici potranno incrociarli con le manifestazioni di interesse di franchisor e franchisee e favorire l’apertura di nuove attività commerciali nel perimetro del Duc.

«Si tratta di un’iniziativa molto importante – spiega il sindaco con delega al Commercio Giorgio Gori – che punta a rivitalizzare le vetrine sfitte nelle aree del Distretto. Il Comune di Bergamo punta a rammendare il tessuto commerciale cittadino e contemporaneamente a favorire l’impresa privata: stiamo anche pensando a dei contributi una tantum per favorire gli insediamenti di nuove attività, rinforzando ulteriormente l’attrattività di questa iniziativa».




Nel 2015 un consumatore su 4 ha acquistato un falso

Un consumatore su quattro ha acquistato almeno una volta nel 2015 un prodotto o servizio illegale. In aumento rispetto allo scorso anno sono agli acquisti illegali di abbigliamento (+11,3%), calzature (+5,9%) e pelletteria (+2,8%), mentre diminuiscono quelli di prodotti contraffatti appartenenti alle categorie potenzialmente più pericolose per la salute, come alimentari, cosmetici e profumi (-5,4%).

Sono questi alcuni dei dati principali dell’indagine sulla contraffazione e l’abusivismo realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia, in collaborazione con Format Research, in vista della Giornata di mobilitazione nazionale di Confcommercio “Legalità, mi piace!” che si terrà il 25 novembre prossimo.

Dallo studio emerge anche che per oltre il 70% dei consumatori l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato a motivi di natura economica ed è piuttosto normale, mentre cresce la consapevolezza sui rischi per la salute (80% contro il 71% del 2014, con un aumento del 9%).

Un consumatore su tre afferma che l’acquisto illegale è effettuato in modo consapevole e sette su dieci sono informati sul rischio di incorrere in sanzioni amministrative per l’acquisto di prodotti o servizi illegali. Un intervistato su due ha inoltre letto, visto o ascoltato campagne di sensibilizzazione contro la contraffazione.

Il consumatore di prodotti e servizi illegali è in prevalenza donna (nel 59,5% dei casi), dai 35 anni in su (per il 79,2%), appartenente ad un nucleo familiare di almeno due persone. Risiede principalmente al Sud (per il 43,5%), ha un livello d’istruzione medio-basso (per il 72,9%), è casalinga, pensionato, impiegato o operaio (per l’86,1%).

Quanto alle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, il 62,1% si ritiene danneggiato dall’azione dell’illegalità (+1% rispetto al 2014) e che è in aumento la concorrenza sleale (62,5%, +1,7% in confronto al 2014), l’effetto illegale ritenuto più dannoso dalle imprese. Per oltre l’80%, infine, il mercato dei prodotti illegali e dell’esercizio abusivo delle professioni è in continua crescita.

tabella acquisti prodotti contraffatti 2015




Commercio, a Bergamo la giornata della legalità coinvolge le scuole

Legalità mi piace! È l’appuntamento annuale che Confcommercio Imprese per l’Italia promuove a livello nazionale sul tema della legalità. L’iniziativa si svolge mercoledì 25 novembre 2015 e interessa tutto il sistema confederale.

L’Ascom di Bergamo, aderendo all’invito, ha organizzato una giornata coinvolgendo il mondo scolastico. Per l’edizione 2015 è nata così una collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale, il Centro di Promozione della Legalità, l’Istituto Superiore Natta e Lecito.org, portale che coinvolge una rete di soggetti, nelle scuole e sul territorio, attivi sui temi della cittadinanza attiva, della legalità, del contrasto alle mafie, della difesa e della pratica dei principi costituzionali.

L’appuntamento è all’Auditorium “Quirino e Bernardo Sestini” dell’Istituto Superiore Natta di Bergamo (via Europa 15), dalle 9.15 alle 12.15.

Durante la manifestazione saranno i ragazzi stessi a riflettere sulla legalità, attraverso spot e uno spettacolo teatrale. La Giornata si apre con i saluti istituzionali del viceprefetto vicario di Bergamo, Francesca Iacontini, del dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo, Patrizia Graziani, e del presidente di Camera di Commercio e di Ascom Bergamo, Paolo Malvestiti.

Alle 10.10 viene presentato il “Centro di Promozione della Legalità: Bergamo”, cui partecipano 60 istituzioni scolastiche e 20 organizzazioni di settore, che operano da molti anni nel campo dell’educazione alla cittadinanza, coniugando i temi educativi e la didattica disciplinare, in un’ottica di promozione delle competenze di cittadinanza e di innovazione metodologica. Capofila del progetto è l’Istituto Superiore Natta di Bergamo. La presentazione del Centro, che opera in linea con le proposte progettuali sull’educazione alla legalità attivate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, viene accompagnata dalla visione di spot realizzati dagli studenti degli istituti scolastici aderenti. Il Centro di Promozione della Legalità conta il maggior numero di docenti, studenti e classi rispetto ai Cpl istituiti nelle altre province lombarde, raccogliendo nel complesso circa l’85% della comunità scolastica bergamasca intesa come raccordo tra componente studentesca, dei docenti e di tutto il personale, delle famiglie.

Alle 10.30 è previsto un collegamento in diretta streaming con la sede romana di Confcommercio, per seguire gli interventi del presidente Carlo Sangalli, e dei ministri dell’interno e della Giustizia Angelino Alfano e Andrea Orlando.

Alle 11.15 Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo, analizza i risultati dell’indagine di Confcommercio, svolta in collaborazione con GfK Eurisko, sui fenomeni illegali nel settore del terziario.

La mattinata si chiude con lo spettacolo teatrale “Processo alla cicala: dalle favole alla Costituzione”, i cui attori sono i ragazzi del Laboratorio di teatro del Liceo Scientifico “Mascheroni” di Bergamo.
Nel pomeriggio, nella sede cittadina di Ascom, si riunisce il Consiglio direttivo dell’Associazione, per analizzare i risultati dell’indagine di Confcommercio.




Dettaglio alimentare, gli imprenditori vedono un po’ di luce

Il dettaglio alimentare comincia a vedere una luce in fondo al tunnel della crisi? Sembrerebbe di sì, a giudicare dall’Osservatorio congiunturale realizzato da Fida-Confcommercio in collaborazione con Format Research e presentato a Roma nella sede nazionale di Confcommercio.

Le rilevazioni indicano una crescita della fiducia delle imprese nei primi sei mesi del 2015, sia con riferimento alla situazione economica del Paese, sia per quel che riguarda l’andamento della propria attività. Positivi sono anche i giudizi degli imprenditori circa il livello dei ricavi (aumentati per il 5,3% e invariati per il 48,9%) e il 6% delle imprese fa registrare anche un incremento dello scontrino medio in valore, condizione migliorata di oltre due punti percentuali rispetto a dodici mesi fa, oltre che l’aumento degli accessi nel punto vendita.

L’intero settore evidenzia performance leggermente migliori rispetto alla totalità delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi, «anche se è necessario sottolineare come i principali indicatori mostrino ancora i segni della lunga crisi – precisa la ricerca -, attestandosi su risultati distanti dall’area di espansione economica. In sostanza, la strada della ripresa è stata imboccata ma potrebbe essere necessario attendere molto tempo prima di recuperare il terreno perduto in questi anni». A riprova di ciò, la presenza di una fetta di operatori che continuano a risentire delle conseguenze di questo lungo periodo, vedendosi costretti ad intervenire ancora sul personale (è stato così per l’11% dei dettaglianti nel primo semestre 2015) rinunciando ad assunzioni già previste o licenziando lavoratori a tempo determinato. Di contro oltre il 6% delle imprese che si dichiara intenzionato ad approfittare delle agevolazioni offerte dal Jobs Act in vista della seconda parte dell’anno. «Si tratta di una percentuale non piccola», evidenzia lo studio.

La scia della lunga crisi si fa ancora sentire pure sugli investimenti, rinviati dal 63% delle imprese, per non parlare del fatto che l’80% ha avvertito un aumento delle tasse sulla propria attività negli ultimi due anni. Sul fronte del credito, migliora la capacità delle imprese di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario, anche se è ancora molto limitata la quota di imprese effettivamente finanziate.




Solidarietà a Parigi, l’Ascom invita i negozi ad esporre il tricolore francese

monitor con bandiera Francia rit
Gli schermi informativi nella sede Ascom di Bergamo e nelle delegazioni in provincia si presentano così

Anche l’Ascom partecipa al dolore del popolo francese ed europeo e, insieme all’Amministrazione Comunale di Bergamo e a Confesercenti, invita i commercianti ad esporre la bandiera francese in segno di solidarietà e come risposta ai terribili atti di terrorismo dello scorso 13 novembre.

Come evidenzia il direttore Oscar Fusini, «siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo in un momento di gravità assoluta. E anche il commercio può fare tanto per manifestare vicinanza al popolo francese».

Dal sito dell’Associazione è possibile scaricare e stampare la bandiera in formato A3




Il Salone del Mobile arriva in città. Un hub in centro e biglietti omaggio nei negozi

Come succede per la più famosa kermesse milanese, anche a Bergamo, con le dovute proporzioni,  il Salone del Mobile vuole contagiare la città.

Per la 13esima edizione, in programma dal 14 al 16 e dal 20 al 22 novembre, la rassegna organizzata dalla Promoberg infatti si sdoppia e propone iniziative collaterali “dentro” e “fuori” le mura della Fiera.

Nei sei giorni dell’esposizione (sono state confermate le chiusure infrasettimanali per facilitare l’operatività delle aziende), i due padiglioni principali del polo fieristico si trasformeranno nel consueto grande show-room d’arredamento, con una superficie di circa 13mila metri quadrati e 79 imprese presenti (+5% rispetto all’anno scorso). Provengono da 11 province di 6 regioni: Lombardia (84%), seguita da Veneto (7,3%), Puglia e Piemonte (entrambe 2,90%), Friuli ed Emilia (1,45% a testa). I marchi sono 123, rappresentativi di una ventina di categorie merceologiche.

Il Salone offrirà l’opportunità a visitatori di valutare, confrontare e scegliere le soluzioni più interessanti riunite in un unico spazio e di scoprire chicche ed anteprime, grazie ad un’accurata selezione delle imprese.

Ma il pubblico sarà chiamato anche a vivere in prima persona gli ambienti, partecipando agli showcooking e alle iniziative proposte dagli espositori. Tra gli appuntamenti ci sono una sfilata di moda (domenica 15 novembre), l’evento Style & Design organizzato da Promoberg in collaborazione con alcune realtà d’eccellenza nei rispettivi settori e i consigli degli esperti sul colore all’interno delle abitazioni, rivolti sia al pubblico sia ai professionisti. Questi ultimi possono inoltre approfondire, negli appuntamenti curati da uno studi legale, temi come le strategie di valorizzazione e la tutela della proprietà industriale e intellettuale nel settore del design o gli incentivi fiscali.

bergamo design hubLa parte cittadina del Salone si sviluppa invece attorno al Bergamo Hub Design (BHD), una sorta di “filiale a tempo” della Promoberg in pieno centro piacentiniano, sul Sentierone a lato del Balzer. Gli spazi rappresentano l’interfaccia tra l’ente fieristico e la gente, per dare informazioni sul Salone del Mobile ma anche sulle altre manifestazioni. Al BHD si possono inoltre ritirare biglietti omaggio e avere un assaggio della manifestazione con le proposte di 10 espositori, chiamati a presentare una sedia di design a testa, alcune create esclusivamente per l’occasione.

Grazie alla collaborazione del Distretto Bergamo Centro, inoltre, 22 commercianti hanno dato la disponibilità a trasformare i loro negozi in un BHD Point, presso il quale saranno distribuiti biglietti omaggio per il Salone del Mobile. Sono identificati dall’icona di BHD, una sedia in miniatura del modello “GO” del marchio “COLICO”.

Anche in città è previsto un appuntamento dedicato alla moda (il 7 novembre alle ore 18) seguito da happy hour offerto dal Balzer e non manca nemmeno lo spettacolo. Alla Nuova Officina Arti e Mestieri, struttura polivalente in Borgo Santa Caterina, sono in programma due serate (il 13 e il 19 novembre) all’insegna della musica e del sano divertimento.

I biglietti omaggio si possono ritirare qui

CALZE E COMPAGNIA BELLA via G. Tiraboschi 55sedia salone mobile
CISALFA SPORT via XX Settembre 75/77
DIOGENE via XX settembre 108
DODO BERGAMO via XX settembre
GIORGIO STORE via Tasso, 5
GOMBITHOTEL via Mario Lupo, 6
HAMBURGHERIA via S. Orsola 21/C
HOTEL PETRONILLA via San Leonardo
HOTEL SAN MARCO piazza della Repubblica
IL TELEFONINO E OLTRE viale Papa Giovanni XXIII,19
LA BOTTEGA BUONGUSTAIO via Borfuro 14/c
LANDI FASHION via XX Settembre, 10
LAURA NATALI Via Monte Grappa 5
MCS via Tasso 77
OTTICA BRUZZESE via Taramelli 25 a
PANISSIMO via Paglia 10
RIVA GIOIELLI via G. e G. Paglia 7/B
SEED BIMBI via Borfuro 3
SPOSE DI GIO via Tasso 53
TACCO 13 via Tasso 65
TRUSSARDI via XX Settembre 109
UNIEURO via XX settembre 14/16

www.fieradelmobile-bergamo.it




Spuntini e aperitivi, da oggi anche in macelleria e pescheria

Via libera al consumo di carne e pesce all’interno dei piccoli esercizi commerciali. È quanto stabilisce una norma voluta dal consigliere regionale della Lega Nord Pietro Foroni contenuta all’interno del Legge di semplificazione votata ieri in aula dal Consiglio Regionale lombardo. «Il provvedimento consentirà a macellerie e pescherie di vendere i propri prodotti di gastronomia destinati al consumo immediato presso i locali dell’esercizio – spiega Foroni – come già avviene per altre categorie artigianali come pizzerie da asporto, gelaterie e pasticcerie. Una facoltà che sarà concessa solo ai piccoli esercizi a condizione che siano utilizzate stoviglie e posate a perdere su piani temporanei di appoggio, senza alcun tipo di servizio ai tavoli per i clienti. In questo modo si vuole evitare ogni tipo di concorrenza sleale nei confronti di bar e ristoranti. Si tratta di una disposizione pensata per aiutare alcune categorie in difficoltà e al contempo per promuovere e incentivare la cultura del cibo di qualità, che rimane uno dei capisaldi della nostra tradizione gastronomica. Inoltre è stato approvato un Ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a prevedere una forte semplificazione in materia di pubblici esercizi al fine di armonizzare i regolamenti in essere e semplificando la normativa».

Precisazioni che non soddisfano Lino Stoppani, presidente della Fipe, la federazione dei pubblici esercizi, che aveva già manifestato il proprio netto dissenso quando il provvedimento era in fase di discussione e che ora ribadisce: «È una legge tecnicamente sbagliata, incoerente e ingiusta. Perché crea un mercato parallelo di concorrenza sleale. La ristorazione non può essere considerata un plus e valorizzata solo nei convegni. Se il modello del turismo italiano deve diventare solo low cost dove tutti possono mangiare senza tener conto della qualità, allora questa legge è perfetta. Così però si dequalifica un mercato».




Salumi e carne cancerogeni, macellai preoccupati dall’effetto allarmismo

carneSono state inserite nel gruppo 1, ossia quello dei fattori cancerogeni certi come l’amianto, il fumo di tabacco, il fumo passivo, le radiazioni ultraviolette e i virus dell’epatite B e C. Le carni rosse lavorate, ovvero quelle salate, essiccate, fermentate, affumicate, trattate con conservanti per migliorarne il sapore o la conservazione, come salumi e wurstel ad esempio, sono legate all’insorgenza del tumore del colon e pure dello stomaco, secondo lo studio appena pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet Oncology realizzato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) di Lione, la più quotata autorità in materia.

L’affermazione scaturisce dalla revisione di oltre 800 studi epidemiologici sul rapporto fra carni rosse e insorgenza di cancro in tutto il mondo, sulla base della quale il team di esperti internazionali ha anche inserito il consumo di carne rossa (manzo, maiale, vitello, agnello, montone, cavallo o capra) nel gruppo 2, ossia in quello dei probabili carcinogeni, in particolare a carico del colon, ma anche di pancreas e prostata.

Gli stessi scienziati invitano a valutare i risultati con attenzione, evidenziando la necessità di non eliminare del tutto la carne, ma piuttosto di essere consapevoli dei rischi legati ad un consumo eccessivo, oltre che della qualità dei prodotti, dei tagli e delle modalità di cottura (griglia e frittura, ad esempio, possono sprigionare sostanze nocive). Eppure tra gli addetti ai lavori la preoccupazione c’è. Federcarni-Confcommercio, la Federazione nazionale macellai aderente a Confcommercio, denuncia le ricadute negative concrete sull’attività di migliaia di imprese della produzione e della distribuzione di qualità dovute all’effetto allarmismo.

«Non bisogna mai commentare d’istinto quando si tratta di indicazioni di carattere scientifico – rileva il presidente Maurizio Arosio – ma non si può sottacere il grave rischio allarmismo. Proprio in questo periodo, come Federcarni, abbiamo avviato la campagna delle borse della carne con messaggi importanti per i consumatori sulle qualità della carne rossa che, magra – secondo una ricerca americana (Penn State University) – fa bene alla salute; sul fatto che la carne sia oggi uno degli alimenti più controllati e sicuri, e su quanto sia importante il ruolo del macellaio nel saper consigliare». «I criteri generali di una sana alimentazione: qualità e moderatezza – conclude Arosio – sono le risposte giuste».