Bergamo ospita il Premio Italia a tavola

Sabato 7 e domenica 8 aprile Bergamo ospita il ‘Premio Italia a Tavola’, due giorni di convegni, iniziative legate alla cultura e all’arte e appuntamenti enogastronomici dedicati al mondo della ristorazione, dei bar e della ospitalità con un centinaio di giornalisti attesi, sia della stampa italiana che estera. L’iniziativa è organizzata da dieci anni dalla rivista Italia a Tavola – che ha sede nella nostra città – per valorizzare tutte le figure e realtà che lavorano nella filiera del cibo, come un’unica grande squadra di professionisti, dal produttore di materie prime fino al cameriere che serve in tavola un piatto, senza dimenticare chi il cibo lo racconta, cioè i giornalisti e i critici gastronomici.  La manifestazione – sponsorizzata quest’anno da Grana Padano, Trentodoc, Consorzio Mozzarella di Bufala Dop e Pentole Agnelli – ha preso il via lo scorso dicembre con il sondaggio online “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e dell’accoglienza” che ha polverizzato ogni record precedente registrando la partecipazione di ben 313.300 votanti. Non una classifica di merito ma solo un modo giocoso per sentirsi tutti più vicini e premiare chi nel proprio ambito professionale si è distinto maggiormente agli occhi del pubblico. Sette le categorie del sondaggio: per i “Cuochi” il più votato è stato Rocco Pozzulo, per i “Pizzaioli” Giuseppe Vitiello, per i “Pasticceri” Iginio Massari, per i “Maitre, Sommelier e Manager d’hotel” Luca Vissani, per i “Barman” Marina Milan, per gli “Opinion leader” Patrizio Roversi e infine per la categoria speciale dei “Campioni” (istituita in occasione di questa 10ª edizione per rimettere in gioco tutti i vincitori delle passate edizioni del sondaggio) ha trionfato Ernst Knam.  Come da tradizione, le premiazioni dei vincitori del sondaggio si svolgeranno nel corso del “Premio Italia a Tavola” che rappresenta un evento molto atteso per l’intero settore.

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«In occasione della decima edizione, anche in onore dei 33 anni della nostra testata – ha dichiarato il direttore di Italia a Tavola Alberto Lupini – abbiamo scelto Bergamo come location del Premio, non solo per dare un contributo al turismo, ma anche perché il territorio di cui parliamo è un territorio con grandi potenzialità, con una filiera agroalimentare forte e una ristorazione che riflette la mentalità aziendale ben radicata nella bergamasca: un esempio è il ristorante Da Vittorio, capace di fare cucina di qualità per grandi numeri. Il nostro scopo in queste occasioni, ma anche la nostra mission come network è far sì che gli operatori del settore dialoghino tra loro, dai pizzaioli ai pasticceri fino ai barman. Italia a Tavola è una delle poche realtà in grado oggi di far dialogare queste diverse realtà. Basta osservare il mondo dei cuochi: al Premio saranno presenti i presidenti delle maggiori associazioni di cuochi in Italia, una cosa non da poco». «Si va oltre l’enogastronomia, ci si rivolge a tutta la filiera, il che dà grande visibilità all’evento ma anche al territorio», ha sottolineato Raffaella Castagnini, capo servizio promozione della Camera di commercio di Bergamo. «Ciò che in sostanza si vuole comunicare è il successo maggiore che si ottiene quando si sceglie di fare rete».

La due giorni ha il sostegno di Ascom Bergamo e di Affari di Gola, che è media partner del Premio. «Questi due giorni di appuntamenti e convegni sono un’occasione importante per fare il punto sul settore e raccogliere le novità del mondo dell’enogastronomia e dell’ospitalità – ha spiegato Giorgio Lazzari, referente del progetto per l’associazione commercianti – Ascom raccoglie tutte le categorie protagoniste della filiera del cibo, l’obiettivo della partecipazione a questa manifestazione è fare sistema per una proposta che faccia crescere il settore».

I convegni

Tra i momenti “clou” ci saranno in particolare due convegni dedicati a temi di stretta attualità e alle tendenze del settore, con la partecipazione dei maggiori esperti nazionali, scuole di formazione e alcune tra le realtà più innovative. Saranno un’occasione per aprire un dibattito costruttivo e nello stesso tempo valorizzare il sistema lombardo, dove l’industria e i servizi trainano l’economia grazie agli investimenti nell’innovazione e dove è molto fitta la filiera attorno al cibo e all’ospitalità: dall’agricoltura di base alla grande industria, comprese ovviamente tutte le tipologie delle imprese dell’Horeca (dai b&b agli hotel, dalle trattorie ai ristoranti stellati).

Il primo convegno si terrà sabato 7 aprile dalle 10.30 alle 13.30 presso la Sala Mosaico (ex Borsa Merci). Sarà focalizzato sul tema della formazione e avrà come titolo “Più formazione per ristoranti e hotel. Da un nuovo alberghiero alla laurea accoglienza”. L’accoglienza nel nostro Paese è un valore fondamentale e non si può rischiare che una formazione non del tutto adeguata delle varie figure professionali danneggi l’immagine dello stile italiano nella ristorazione e nel turismo in generale. Per questo alcuni mesi fa Italia a Tavola ha lanciato la campagna #laureaccoglienza per sostenere con forza il progetto di una profonda riforma del sistema di formazione del comparto a partire dalle scuole alberghiere che devono salire di rango (come licei) e avere anche, per chi vuole proseguire, uno sbocco universitario (Laurea in enogastronomia e accoglienza).

Il talk show sarà moderato dal giornalista Patrizio Roversi (vincitore del sondaggio Personaggio dell’anno nella categoria Opinion leader) e vedrà la partecipazione di protagonisti del settore come Enrico Cerea, cuoco del ristorante Da Vittorio (3 stelle Michelin), e Lino Stoppani, presidente Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi, oltre a rappresentanti delle istituzioni quali il neo governatore della Lombardia Attilio Fontana e il presidente della Camera di commercio di Bergamo Paolo Malvestiti. Prenderanno parte al dibattito anche Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola, Costantino Cipolla, docente di Sociologia presso l’Università di Bologna, Rossana Bonadei, docente di Letteratura inglese all’Università degli Studi di Bergamo, e Massimo Artorige Giubilesi della Giubilesi & Associati, tecnologo alimentare, presidente Fcsi Italian Unit e membro del Comitato scientifico di Italia aTavola. Interverranno inoltre rappresentanti di alcune delle più importanti scuole italiane di alta formazione: Giovanni Zambonelli (Ascom Albergatori), Andrea Sinigaglia (Alma), Raffaele Trovato (Ifse), Paolo Colapietro (Food Genius Academy), Rossano Boscolo (Campus Etoile Academy), Dario Mariotti (Cast Alimenti), Maurizio Di Dio (Saps Agnelli Cooking Lab), Alfredo Pratolongo (Fondazione Birra Moretti) e Lorenza Vitali (Witaly Editore).

Domenica 8 aprile dalle ore 10 alle 13 nella sede di Sant’Agostino dell’Università di Bergamo sarà invece affrontato il tema: “L’innovazione a sostegno dell’accoglienza”. La tecnologia sta cambiando inevitabilmente il modo in cui l’esperienza del cliente viene vissuta e “misurata”. Intelligenza artificiale, app, politiche dinamiche per i prezzi di hotel e ristoranti, sistemi di gestione del fatturato e nuovi tool per software incidono sull’esperienza dell’ospite e sul turismo in generale.

La tavola rotonda sarà moderata da Alberto Lupini e vedrà la partecipazione di Maurizio Martina, ex ministro delle Politiche agricole, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria Alberghi, Niko Romito, cuoco del ristorante Reale (3 stelle Michelin), Marco Gay, a.d. Digital Magics, Rodolfo Baggio, docente dell’Università Bocconi, Roberta Garibaldi, direttore scientifico East Lombardy, Riccardo Furlanetto, direttore The Research Hub by Electrolux Professional, e Massimo Artorige Giubilesi. Porteranno la propria testimonianza Umberto Bombana, cuoco del ristorante 8½ Bombana (3 stelle Michelin), Roberto Amaddeo, presidente Fidepet-Confesercenti Bergamo, Angelo Agnelli, ceo Pentole Agnelli, Marco Marchetti, presidente Assosistema Confindustria, Carlo Vischi, advisor di Grow the Planet – H-Farm, Vincenzo D’Antonio, esperto in digital marketing, Giovanni Romito, esperto dell’area innovazione/social/app, Marco Vescovi di Jampaa srl e Renato Morgandi di Tenacta Group.

Alle due tavole rotonde su formazione e innovazione si aggiungerà un terzo convegno, “Il cibo del futuro. Economie circolari, trust-economie, globalizzazione: la corretta informazione al servizio dei consumatori”, in collaborazione con Arga Lombardia-Liguria (Associazione regionale giornalisti agroalimentari). Si terrà sabato 7 aprile dalle 15 alle 19 presso la Sala Mosaico (ex Borsa Merci) e sarà moderato da Andrea Radic, vicedirettore diItalia a Tavola. Interverranno Fabio Benati, presidente Arga Lombardia-Liguria, Marco Ceriani, fondatore di Italbugs, e i giornalisti Attilio Barbieri e Riccardo Lagorio.

«Durante i convegni – ha spiegato Roberta Garibaldi – tratteremo di formazione e innovazione, non solo in riferimento alla ristorazione. Saranno presenti importanti esponenti ed esperti, anche le startup avranno il loro peso in questi momenti di confronto. Si parlerà di robotica, di intelligenza artificiale e delle maniere per applicare queste innovazioni al mondo dell’accoglienza. È un’occasione importante per Bergamo: le grandi destinazioni enogastronomiche, dopotutto, hanno eventi del genere nel loro territorio».

L’arte

Il ricco programma della due giorni bergamasca comprende una serie di altri appuntamenti, alcuni dei quali saranno dedicati all’arte. Sabato 7 aprile, alle ore 18 presso l’Accademia Carrara, una fra le più importanti e visitate pinacoteche italiane, si terrà l’inaugurazione della rassegna, a cura di Enrico De Pascale e Silvia Tropea Montagnosi, imperniata sul quadro di Evaristo Baschenis “Cucina con rami e fantesca” (1660 circa), che raffigura una cucina con un tavolo su cui sono accatastate delle pentole in rame. Il quadro, proveniente da una collezione privata, sarà il simbolo dell’evento di Italia a Tavola e farà da apripista per scoprire in Carrara altre opere contemporanee dedicate al tema del cibo e dell’enogastronomia in generale, legate all’Anno del cibo italiano.

«Farà parte della mostra anche una serie di pentole di rame del ‘600», ha precisato Silvia Tropea Montagnosi. «Questo per comunicare come dietro al mondo del cibo ne esista uno ancora più grande, dove rientrano anche le pentole. Significa individuare la forza e la vastità della filiera. Le pentole, infatti, non sono in Carrara esclusivamente come oggetti d’arte, ma simboleggiano l’avanzare della tecnologia: le pentole di rame sono ottimi strumenti di cottura, sempre più presenti nelle cucine dei grandi ristoranti».

A seguire premiazioni dei vincitori del concorso fotografico “La Cucina e il cibo simboli di accoglienza”, bandito da Italia a Tavola lo scorso febbraio e rivolto a dilettanti, fotoamatori, studenti e professionisti.

I momenti conviviali

Sabato 7 aprile, alle 14, dopo il convegno sulla formazione, ad attendere gli invitati ci sarà un light lunch presso il Ristorante Ezio Gritti nel centro di Bergamo.

In conclusione della giornata di sabato si terrà una cena di gala al ristorante Da Vittorio-La Cantalupa a Brusaporto (Bg). Per l’occasione si costituirà una “super brigata” composta da barman (Fiorenzo Colombo, Danny Del Monaco e il suo staff, Marvin Dondossola, Marina Milan), cuochi stellati (Silvia Baracchi, Chicco e Bobo Cerea con Paolo Rota, Lorenzo Cogo, Enrico Derflingher e Gianni Tarabini, Riccardo Di Giacinto, Alfio Ghezzi, Filippo La Mantia, Luca Marchini, Rosanna Marziale, Alessandro Negrini e Fabio Pisani, Rocco Pozzulo e Seby Sorbello, Claudio Sadler, Ciccio Sultano, Viviana Varese), pizzaioli (Giovanni Santarpia, Giuseppe Vitiello) e pasticceri (Franco Aliberti, Federico Anzellotti, Vetulio Bondi e Paolo Sacchetti, Ernst Knam, Iginio Massari, Giuseppe Triolo). Alla cena parteciperanno i presidenti delle maggiori associazioni di cuochi e pasticceri: Fic, Euro-Toques, Le Soste, Jre, AMPI, Conpait. Ospiti d’onore tre cuochi di fama internazionale – Umberto Bombana, Annie Féolde e Niko Romito – tutti con 3 stelle Michelin così come i padroni di casa Chicco e Bobo Cerea.

Domenica 8, invece, dopo il convegno sull’innovazione, la due giorni del “Premio Italia a Tavola” si concluderà con un light lunch dalle ore 13.30 presso la Saps Agnelli Cooking Lab di Lallio, a cura della Nic (Nazionale italiana cuochi).

Gli altri eventi in programma

Nel pomeriggio di sabato, nella sede di Saps Agnelli Cooking Lab, a partire dalle 14.30 si terrà l’assemblea annuale dell’associazione Euro-Toques Italia, durante la quale verrà eletto il nuovo presidente. La manifestazione sarà ulteriormente arricchita da tre importanti momenti celebrativi, in cui verranno consegnati riconoscimenti e premi speciali. Il primo sarà sabato 7 aprile alle 13.30, al termine del convegno sulla formazione: saranno consegnati gli “Award” di Italia a Tavola, premi speciali attribuiti a personalità di spicco che si sono distinte nella realizzazione di progetti per valorizzare il settore. La sera dello stesso giorno, nel corso della cena di gala, saranno invece premiati i vincitori di tutte le categorie del sondaggio “Personaggio dell’anno dell’enogastronomia e dell’accoglienza”, 10ª edizione. Infine, domenica 8 aprile alle 13, al termine del convegno sull’innovazione, Italia a Tavolavalorizzerà alcune realtà del territorio consegnando dei premi speciali ad aziende bergamasche innovative.




Sos menu di Pasqua? Ci sono i corsi dell’Accademia

Per stupire i propri ospiti con un menù di Pasqua raffinato e accessibile mercoledì 21 marzo dalle ore 20 alle 23 all’Accademia del Gusto di Osio Sotto il cuoco Antonio Cuomo cura un laboratorio (si realizzano le ricette in aula) che propone antipasto, primo piatto e secondo piatto. Per il dolce, sempre all’Accademia del Gusto e sempre a cura di Cuomo , l’appuntamento è lunedì 26 marzo con ‘Uova di cioccolato, che passione’,  tre ore, dalle 20 alle 23, per apprendere i segreti e i trucchi necessari per realizzare a casa il regalo più dolce. Dalla scelta del cioccolato alle decorazioni passando per le tecniche di temperaggio e la scelta degli stampi. Per info e iscrizioni: 035 4185706/707/715; info@ascomformazione.it.




Cucina di selvaggina, opportunità a km zero per i ristoratori bergamaschi

Le carni di selvaggina sono state al centro lunedì di un seminario promosso dall’Associazione commercianti in collaborazione con Una onlus nell’ambito del progetto “Selvatici e buoni: una filiera alimentare da valorizzare”. L’incontro ha rappresentato un’occasione di approfondimento della conoscenza delle carni di grossa selvaggina per i ristoratori del territorio e ha visto la partecipazione dei rappresentanti di tutti i partner del progetto: Petronilla Frosio, Presidente Ristoratori Ascom Bergamo, Nicola Perrotti, Presidente Fondazione UNA Onlus, Antonio Sorice, ATS Bergamo – Presidente Società Italiano Med. Vet. Preventivo, Paolo Lanfranchi, Università degli Studi di Milano, Lorenzo Bertacchi, Presidente Federcaccia Bergamo, Silvio Barbero Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Luca Pellicioli e Roberto Viganò, Studio Associato AlpVet, Eugenio Demartini, Ricercatore Dip. VESPA – Università degli Studi di Milano.
“La giornata – ha detto Petronilla Frosio, presidente del Gruppo ristoratori Ascom – ha offerto una grande opportunità di formazione a 360 gradi perché sono stati illustrati anche gli aspetti nutrizionali e le normative relative alle carni di selvaggina. Sono molti i ristoranti nella nostra provincia che le usano ma nella maggior parte dei casi vengono acquistate dai grossisti e si tratta di prodotti esteri. Oggi abbiamo avuto l’occasione di conoscere prodotti locali che in un momento di grande attenzione per il km zero è un grande vantaggio”.
“Sostenere il progetto Selvatici e Buoni – ha spiegato Nicola Perrotti, Presidente della Fondazione UNA Onlus – vuol dire valorizzare il patrimonio faunistico dei territori rispettando l’ambiente e dando nuovo impulso al turismo enogastronomico. Questo percorso virtuoso a Bergamo è già una realtà grazie alla collaborazione e alla lungimiranza di enti e istituzioni locali che per prime hanno capito le potenzialità della filiera della selvaggina come strumento per produrre nuova economia e nuovo lavoro. Come Fondazione UNA ci auspichiamo che il modello Bergamo possa essere replicato in molti in altri territori italiani”. Per Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Pollenzo “La carne di selvaggina rappresenta una risorsa da valorizzare – ha commentato Silvio  – attraverso la creazione di una filiera certificata che parte dal bosco e arriva fino alla tavola includendo proficuamente diverse figure: cacciatori, macellai, trasformatori, operatori sanitari e ristoratori. Si processo di creazione di valore non solo dal punto di vista alimentare ma anche da quello economico e occupazionale. Sono felice – conclude Barbero – che il territorio bergamasco abbia sposato il progetto con impegno e passione, che intensificheremo di certo nei prossimi mesi”.

Il seminario è l’ultima delle iniziative messe in campo in questi mesi nella provincia di Bergamo nell’ambito del progetto “Selvatici e buoni” curato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e sostenuto dalla Fondazione UNA Onlus, che punta a ridare valore ad un’eccellenza alimentare troppo spesso sottovalutata come la carne di selvaggina, che nel territorio bergamasco ha enormi potenzialità considerata la presenza di oltre 13.000 ungulati selvatici tra cui cervo, camoscio, capriolo e cinghiale.
A partire da settembre scorso si sono svolti tre corsi formativi, della durata di 16 ore ciascuno distribuiti in 5 lezioni, di cui 2 pratiche svolte rispettivamente nei Centri di Lavorazione della Selvaggina (CLS) ed una prova dimostrativa attraverso uno show cooking. I corsi hanno riscosso un’enorme adesione tra i rappresentanti del mondo venatorio, coinvolgendo complessivamente 126 cacciatori che hanno acquisito la qualifica di persona formata in armonia al Reg. CE 853/2004. Nel mese di novembre, inoltre, sono state realizzate quattro degustazioni guidate dal titolo ‘Selvatici e buoni…a tavola’ in altrettanti ristoranti di Bergamo città, valle Seriana e valle di Scalve, che hanno complessivamente coinvolto quasi 200 partecipanti ai quali sono stati proposti menù a base di carne di selvaggina locale. Durante la stagione venatoria appena conclusa, infine, è stata avviata la fase scientifica e di ricerca prevista dal progetto, attraverso una serie di campionamenti, eseguiti sugli ungulati selvatici prelevati, al fine di eseguire accertamenti sanitari finalizzati alla miglior definizione delle caratteristiche delle carni di selvaggina. Il programma delle attività del progetto Selvatici e Buoni proseguirà nei prossimi mesi con altre azioni previste tra cui un evento dedicato alla comunicazione dei risultati preliminari raggiunti.

La Fondazione UNA Onlus (Uomo, Natura, Ambiente) nasce dal confronto tra mondo ambientalista, agricolo, venatorio, scientifico e accademico, per far compiere un salto di qualità nella tutela e nella gestione della natura. Tale sinergia si è concretizzata in 5 progetti dedicati alla salvaguardia e alla valorizzazione della biodiversità. Si tratta di un vero cambiamento culturale che mette in connessione idee e progetti in cui i valori tradizionali delle comunità, il presidio del territorio e le attività ecologiche diventino un nuovo modo di agire dell’uomo, finalmente in equilibrio con l’evoluzione della natura.

 




Emulsioni e salse in cucina, un corso all’Accademia

Ascom Formazione lunedì 5 febbraio organizza un seminario dal titolo “Emulsioni e salse in cucina” Il corso si tiene all’Accademia del Gusto di Osio Sotto dalle ore 20 alle 23 ed è aperto agli appassionati di cucina. Lo chef Antonio Cuomo guiderà i partecipanti in un percorso tecnico svelando i trucchi del mestiere per la buona riuscita di salse e condimenti emulsionati. Illustrerà inoltre le ricette delle salse base, dalla vinaigrette alla maionese,  e salse nuove e creative come quelle a base di frutta secca, dando spazio alle salse madri e alle derivate.

Per informazioni, www.ascomformazione.it – face: Accademia del Gusto, tel. 035 4185706/707/715 – info@ascomformazione.it. Per prenotarvi: https://docs.google.com/…/1Q1RWTldJB8D7Ln1XhKx2cz9iPXl…/edit




Salone del Mobile, i blogger esaltano gusto e design

Una bella cucina, i consigli smart di due food blogger appassionati e l’aria di Natale che fa sempre più intensa: lo showcooking d’effetto è servito!

Quello che ha coinvolto i visitatori del Salone del Mobile di Bergamo lo scorso sabato 18 novembre mostrando tutto il valore del connubio tra buon cibo e design.

L’evento era una tappa del tour nazionale “iFood inStore” frutto della collaborazione tra i blogger di iFood e il marchio Scavolini. Nei 192 mq dello stand Scavolini Store Bergamo – dove erano esposte alcune delle collezioni più rappresentative per l’arredo cucina, living e bagno – si sono messi all’opera Lina D’Ambrosio, bergamasca di nascita, milanese d’adozione, grafica nella vita di tutti i giorni e autrice del blog “Spadellatissima – More than food”, e Marco De Padova, manager del food&beverage e titolare del blog “In cucina con il Direttore”.

Lina ha suggerito ricette semplici per preparare degli antipasti e finger food grazie alla pasta sfoglia, mentre Marco ha eseguito variazioni cromatiche e di gusto su dei morbidissimi panini.

Ospite Vatinee Suvimol, responsabile editoriale del progetto iFood e blogger di talento, che vive e lavora a Bergamo. Ha raccontato la sua esperienza nel mondo del web e della sua cucina fusion e thailandese, di cui parla anche nel blog “A Thai Pianist” e nel fortunato libro “La mia storia Thai”.




Sfida tra le regioni, i casoncelli di Walter vincono in tv

walter brambilla - trattoria come una volta - aspettando la sfida

«I programmi di cucina? Non li ho mai guardati», scherza Walter Brambilla. Eppure per ironia della sorte lo chef della trattoria “Come una volta” di Desenzano di Albino è stato arruolato da Alessandro Borghese per la sua nuova trasmissione “Cuochi d’Italia” in onda da lunedì a venerdì alle 18.30 su canale 8.

Una missione ambiziosa per questo eclettico 64enne che fino a poche settimane fa era abituato a sfornare, insieme alla compagna Susi Assolari, trippe fumanti e golosi gnocchi per una nicchia di affezionati clienti nel suo piccolo locale di via Roma, ai piedi della Valle Seriana.

Milanese di origine ma residente in terra orobica da 30 anni, nella puntata di venerdì 17 novembre Brambilla ha difeso la tipicità, non solo bergamasca ma anche lombarda. Attraverso la sua abilità culinaria ha sfidato a colpi di mestolo e pentoloni lo chef rappresentante della Sicilia, Giuseppe Bonsignore dell’osteria “L’oste e il Sacrestano” di Licata (Agrigento). E ha vinto il duello. Così il 27 novembre insieme agli altri trionfatori del primo turno tornerà in tv per un nuovo agguerrito confronto. Tutti incollati allo schermo, quindi, per scoprire se Brambilla riuscirà ad arrivare indenne sino alla fine e conquistare il titolo di Cuoco d’Italia.

Dalla sua piccola trattoria di Albino è approdato in tv. Ma come ci è riuscito?

«Inizialmente Alessandro Borghese e la sua troupe erano venuti a farci visita per la trasmissione “Quattro ristoranti”. Ci avevano già intervistati ma poi Sky ha deciso di concentrare il programma solo sui locali di Bergamo città, escludendo la provincia. Però evidentemente gli sono piaciuto e la settimana dopo mi hanno ricontattato per chiedermi di partecipare alla selezione di “Cuochi d’Italia”. Così sono andato a Milano per i provini e mi hanno preso come rappresentante della Lombardia».

Com’è stato lavorare in tv?

«Era strano vedere tutte quelle telecamere intorno a me. Ho conosciuto chef stellati come Gennaro Esposito e Cristiano Tomei».

Walter Brambilla . trattoria come una volta - con Alessandro BorgheseE Alessandro Borghese com’è?

«Oltre ad essere un bravissimo professionista nel settore culinario è anche un grande showman».

Quale sfida ha dovuto affrontare?

«I concorrenti sono 20 cuochi professionisti provenienti ciascuno da una diversa regione. In ogni puntata si sfidano due chef in una doppia manche. Nella puntata del 17 novembre ho dovuto confrontarmi con uno chef siciliano, prima su un piatto tipico della sua terra a scelta tra caponata, pasta alla norma e sarde alla beccafico e poi su uno lombardo tra ossobuco alla milanese col risotto, pizzoccheri e casoncelli. Io l’ho sfidato nella realizzazione della caponata siciliana e ha vinto lui. Nella seconda manche lui ha scelto di preparare i casoncelli ma ho vinto io. Non potevo perdere su un piatto così tipico della nostra tradizione bergamasca».

E il secondo turno com’è andato?

«Non posso svelarlo, dovete sintonizzarvi dal 27 novembre su canale 8 per scoprirlo».

Dica la verità, le piacciono le trasmissioni culinarie?

«Se devo essere sincero non le ho mai guardate. “Masterchef” per esempio non mi piace. Ho seguito solo “Quattro ristoranti”, sempre condotto da Alessandro Borghese, e devo dire che è un programma molto avvincente e curioso. Ti rendi conto di come lavorano gli altri ristoratori».

walter brambilla - trattoria come una volta con i 3 giudici prima sfida

Sente già gli effetti della popolarità?

«Mi salutano molte persone che nemmeno conosco, forse perché hanno saputo della partecipazione in tv. Anche su Facebook i contatti sono aumentati».

Dopo questa esperienza pensa di continuare a fare televisione?

«Per adesso preferisco concentrarmi sul lavoro anche perché in questo periodo c’è molto da fare alla mia trattoria. Magari dopo gennaio, quando il giro di clienti si allenterà un po’, mi piacerebbe propormi a qualche tv locale per la conduzione di un programma di cucina».




I food blogger visti da vicino, al Salone del Mobile le star bergamasche

Salone del Mobile BG - show cooking 18 novDopo 11 mesi di tour, 85 tappe in tutta Italia, l’iFood inStore approda al Salone del Mobile di Bergamo. Un’occasione per mostrare di che pasta sono fatti i blogger di iFood e come le cucine Scavolini rendano un “cuoco della domenica” un grande chef anche a casa propria.

Il progetto Scavolini “iFood inStore” è il blog tour che per tutto il 2017 ha coinvolto i clienti Scavolini per un’esperienza gourmet tra buon cibo e design.

Sabato 18 novembre, dalle 17.30 alle 19, nello stand dello Scavolini Store Bergamo, i blogger Lina D’Ambrosio, bergamasca di nascita, milanese d’adozione, e Marco De Padova condurranno uno show-cooking e coinvolgeranno il pubblico nella preparazione di diverse ricette e finger food.

L’evento vede la presenza anche di una special guest legata a Bergamo: Vatinee Suvimol, responsabile editoriale del progetto iFood e blogger di talento, vive e lavora in città e sarà presente per raccontare la sua esperienza nel mondo del web e per dare preziosi consigli sulla cucina fusion e thailandese, di cui parla anche nel blog A Thai Pianist.

Nei 192 mq di stand saranno presentate alcune delle collezioni più rappresentative della gamma Scavolini per l’arredo cucina, living e bagno. In esposizione le cucine Carattere, Diesel Social Kitchen, Favilla, LiberaMente, Mood e Motus, il living LiberaMente e i modelli Aquo, Lagu, Qi e Rivo per l’arredo bagno.

Cestini di sfoglia_iFoodCon il pensiero già puntato ai pranzi e alle cene natalizie, Lina suggerisce una ricetta semplice per preparare degli antipasti o finger food. Armati di un fedele alleato, sarà tutto un gioco da ragazzi: la pasta sfoglia infatti permette grande creatività in cucina. La prima ricetta quindi coinvolgerà il pubblico nella preparazione di cestini di pasta sfoglia ripieni di mousse, alla mortadella per i buongustai, al tonno o al salmone per i “sushi addicted” o ai carciofini per i palati vegetariani.

Con Marco si andrà a valorizzare una pietanza classica delle festività, il cotechino, che diventa il ripieno per dei bocconcini di pane, dal gusto leggermente speziato e piccante grazie a due salse a base di maionese con semi di senape o wasabi.

Panini al latte sesamo_iFoodLina D’Ambrosio, che ha anche origini campane per un melting pot di tradizioni culinarie, nella vita di tutti i giorni è una grafica, ma la sua passione per la cucina l’ha spinta ad aprire il blog Spadellatissima – More than food, dove propone ricette sfiziose, recensioni di ristoranti e dispensa consigli per preparare piatti senza glutine.

Marco De Padova è un eventologo, manager del food&beverage e, per chi segue il suo blog In cucina con il Direttore, è IL Direttore, dove recensisce ristoranti e locali, incontra chef e personaggi di punta del panorama della cucina italiana.

Il Gruppo Scavolini, nato nel 1961 e dal 1984 leader nel settore dell’arredamento in Italia, oggi dispone di un insediamento industriale che raggiunge i 240.000 mq dove lavorano oltre 660 dipendenti. Nel 2016 il fatturato ha raggiunto i 220 milioni di euro. iFood.it è invece la nuova realtà editoriale nativa del Web, che raccoglie in un unico sito oltre 280 food-blogger. La passione dei blogger, unita all’esperienza nell’editoria digitale di NetAddiction, attivo nel settore da oltre 15 anni, ha dato vita al nuovo portale e a un network che racconta il cibo come un’esperienza che si condivide attraverso la fotografia, il viaggio e i libri. iFood.it raggiunge ogni mese più di 1 milioni di utenti unici e oltre un milione di utenti attraverso i social network.

SHOW-COOKING

DOVE: XV Salone del Mobile di Bergamo – Padiglione B Stand Scavolini
QUANDO: Sabato 18 novembre – dalle 17.30 alle 19

Aperto al pubblico, ingresso libero. Al termine del live, degustazione gratuita delle ricette.




Carne, dai macellai tre ricette con quel tocco un più

Macellai Ascom - Fiera di Sant'Alessandro 2017 (2)

La professionalità dei macellai nel selezionare i capi e lavorare le carni e i consigli di uno chef per qualche tocco in più: sono stati gli ingredienti dell’iniziativa realizzata dal gruppo Macellai dell’Ascom di Bergamo alla Fiera di Sant’Alessandro, il tradizionale appuntamento cittadino con l’agricoltura e il mondo contadino.

Spesso infatti le “abilità” culinarie si fermano alla fettina e a qualche spezzatino. La buona riuscita di un piatto di carne, invece, comincia dalla carne stessa e materia prima di qualità, giusto taglio e cottura rispettosa possono regalare grandi soddisfazioni. Non a caso i macellai sono stati affiancati da uno chef, il giovane Daniele Cortesi, 28 anni, titolare del ristorante La Follia a Gazzaniga, che ha suggerito ricette per ogni tipologia e taglio di carne, da quelle più tradizionali a quelle più creative.

Al lavoro, coordinati dal presidente di categoria Ettore Coffetti, Luciano Pandolfi di Cologno al Serio, Elio e Nicola Cazzaniga di Canonica d’Adda, impegnati su un posteriore di vitello, un anteriore di manzo e sul maiale, mentre Daniele Cortesi, 28 anni, chef titolare del ristorante La Follia a Gazzaniga, ha suggerito ricette per ogni tipologia e taglio di carne. Ve ne proponiamo una selezione.

Carpaccio di magatello fresco, funghi champignon, melograno e pecorino

Ingredienti per 4 persone

– 600 g di carpaccio fresco di magatello
– 200g di funghi champignon freschi
-1 melograno
-1 spicchio di pecorino romano
– olio extravergine di oliva per condire
-1 limone
– sale e pepe

Procedimento

Tagliare con l’affettatrice il carpaccio e posizionare le fette sul piatto di portata. Sgranare il melograno e tenere da parte. Fare delle scaglie di pecorino romano con il pelapatate. Pulire gli champignon dalla terra, tagliarli e condirli con in filo di olio e una spruzzata di limone per non farli annerire.

Comporre il patto salando e pepando la carne, disporre i funghi a ventaglio, cospargere qua e là qualche chicco di melograno e delle scaglie di pecorino.

Carrè di maiale laccato al miele con prugne e finferli

Ingredienti per 4 persone

– 1 carrè da 800 g di maiale
– 6 prugne settembrine
– 200 g di finferli
-2 cucchiai di miele millefiori
-1 spicchio di aglio
-1 bicchiere di vino bianco
-1 noce di burro
– aromi (rosmarino,timo,maggiorana)
– olio extravergine di oliva
– sale e pepe q.b.

Procedimento

Rifilare il carrè dal tessuto connettivo e con un foglio di carta alluminio coprire le costole per non farle annerire nella cottura. In una casseruola in ferro rosolare con l’olio a fuoco alto il carrè in modo che si formi una crosticina, chiudere i pori e non far uscire i succhi della carne. Spennellare la carne con il miele, salare e pepare. Sfumare con un bicchiere di vino bianco e infornare a 140° per circa 2 ore.

A parte trifolare velocemente con una noce di burro i finferli con lo spicchio d’aglio, gli aromi e le prugne, private del nocciolo e tagliate a cubetti.

Una volta cotto, fare riposare il carrè per circa 30 minuti. Scaloppare la carne tra una costola e l’altra per creare una bella fetta. Servire con la salsa di finferli e prugne, aggiungendo anche l’intingolo di cottura.

Stufato di fusello al cioccolato con polenta bianca morbida

Ingredienti per 4 persone

– 800 g fusello di spalla di manzo
– 400 g di farina per polenta bianca
– 1 cucchiaio di cacao amaro
– 2 cubetti di cioccolato fondente
– sedano, carota, cipolla, aglio
– aromi (rosmarino, salvia, alloro)
– olio extravergine di oliva
– sale e pepe
– chiodi di garofano, bacche di ginepro
– vino rosso

Procedimento

Rifilare il fusello dal tessuto connettivo e ricavarne dei cubetti. Marinare la carne nel vino con sedano, carota e cipolla tagliati a pezzetti e gli aromi. Lasciar marinare per 24 ore. Scolare la carne e le verdure dalla marinatura. A parte preparare altre verdure per il soffritto, appassirle con l’olio, rosolare la carne, infine sfumare con il vino e le verdure della marinatura. Cuocere circa 3 ore a fuoco molto lento.

Alla fine della cottura aggiungere il cacao amaro e il cioccolato. Lasciar fondere a fuoco spento e servire.

Per la polenta seguire il classico procedimento di preparazione, lasciandola molto morbida.




Dimostrazioni e ricette, alla Fiera di Sant’Alessandro torna lo show dei macellai

macellai fiera sant'alessandro 2016 (9) rit

Anche quest’anno il Gruppo Macellai dell’Ascom di Bergamo ha scelto la storica Fiera di Sant’Alessandro (al polo espositivo di via Lunga fino al 3 settembre) per presentare al pubblico tutto il lavoro di selezione e preparazione che sta dietro ad ogni grande ricetta a base di carne, pietanza in cui la materia prima la vince su tutto.

Domenica 3 settembre dalle 16 alle 18 nello stand di Regione Lombardia (Padiglione A), i macellai Ascom Luciano Pandolfi di Cologno al Serio e Elio Cazzaniga di Canonica d’Adda terranno una dimostrazione di disossatura e sezionamento di manzo, vitello e maiale, illustrando le caratteristiche di ogni singolo taglio e i segreti per riconoscerne a vista d’occhio qualità e freschezza.

Allo chef Daniele Cortesi del ristorante “La Follia” di Gazzaniga sarà affidato il compito di spiegare come esaltare ogni pezzo di carne, dai tempi e dalle modalità di cottura, con tanto di ricette. «L’iniziativa mostra al pubblico tutto il lavoro che sta dietro al bancone, dalla selezione degli animali alla lavorazione delle carni – sottolinea il presidente del Gruppo Macellai Ascom, Ettore Coffetti -. Oggi, in tempi di supermercati e confezioni già pronte, non si conoscono in molti casi i diversi tagli di carne, quelli che il macellaio sa invece sempre consigliare al meglio a seconda della pietanza da preparare. In macelleria non si acquistano solo prodotti di qualità, controllati e con indubbi valori nutrizionali, ma si portano a casa anche consigli preziosi per l’ottimale cottura e presentazione dei piatti».

Le ricette dello chef si spera facciano tornar la voglia di mettersi ai fornelli per davvero, senza limitarsi a guardare in tv gli altri a cucinare: «Si parla sempre di cucina, ma in realtà oggi le giovani famiglie hanno rinunciato a preparare tanti piatti che fanno parte della nostra tradizione. Grazie alle ricette presentate in Fiera vorremmo far ritrovare la voglia di cimentarsi in qualche proposta, dalle preparazioni più classiche a quelle più veloci ed attuali», auspica Coffetti.




Salato e gourmet: il gelato continua a stupire

Il gelato sposa l’alta cucina nella sua versione salata o meglio gastronomica. La “nuova” frontiera del gusto sottozero – in realtà inaugurata in Italia all’inizio degli anni Settanta a Viareggio dal Maestro Gelatiere Enzo Vannozzi che nel 1973 si aggiudicò l’Oscar della Gelateria con un gelato alle zucchine – è in continua espansione.

E il confine dolce-salato è stato presto varcato nella ristorazione, che inserisce gelati gourmet dall’antipasto al pre-dessert, proponendo inediti e intriganti accostamenti che stupiscono il palato in un contrasto di consistenze e temperature. Il gelato al parmigiano è stato per anni l’entrée di Ferran Adrià a “El Bulli”. Ernesto Iaccarino del Relais Don Alfonso 1890 di Sant’Agata dei due Golfi propone con successo da anni gelato di coniglio, di caviale e di asparagi con tuorlo d’uovo biologico e ha anche rielaborato il capitone, un classico della cucina campana, nel Gelato di anguilla, caviale Oscietra abbinato a fettuccine ai sentori di rosa, salsa vegetale e tuorlo d’uovo biologico. A Senigallia Moreno Cedroni alla “Madonnina del Pescatore” ha lanciato il gelato all’ostrica con panna acida e scalogno, mentre Mauro Uliassi, nel ristorante che porta il suo nome, ha esaltato il sapore del mare nel gelato ai ricci.

E l’elenco delle creazioni sottozero degli chef potrebbe continuare a lungo. Non mancano poi i super ingredienti, pronti a cogliere le sfide della nutraceutica: maca peruviana, baobab, spezie come la curcuma, semi oleosi e bacche di Goji per citarne alcuni. Un altro campo di prova per estro e creatività è rappresentato da liquori e cocktail: le versioni cremose di cuba-libre, spritz, prosecco, mojito si prestano per aperitivi e dopocena a prova delle temperature record di quest’estate e non manca il gelato da meditazione al Moscato di Scanzo.

La sfida gastronomica è da anni il banco di prova dei gelatieri bergamaschi, che vantano ambasciatori illustri sul territorio, da Candida Pelizzoli, presidente dei Maestri della Gelateria Italiana, a Gianni Facoetti, che insegna ogni giorno ai gelatieri ad osare di più con ricette anche “dell’altro mondo”. E la ristorazione, in particolare stellata, non sta certo a guardare, ma sperimenta nuove ricette e abbinamenti sottozero.

Il tecnico

Facoetti: «In primo piano materie prime selezionate e preparazioni naturali»

Gianni Facoetti
Gianni Facoetti

Gianni Facoetti da quarant’anni sperimenta nuove ricette di gelato e da anni insegna ai gelatieri nuove tecniche di lavorazione e li aggiorna sulle nuove tendenze. Dal 1977, anno di inizio della sua attività, ha avviato e gestito gelaterie e laboratori ed è stato formatore e consulente in Italia e all’estero, dai paesi europei a quelli asiatici. Il gelato gastronomico per lui non ha segreti e mette a punto ricette di ogni sorta per esaltare ingredienti del territorio – come la versione salata del gusto malaga con Moscato di Scanzo e curcuma – e dell’altro mondo, come il baobab e la maca peruviana. «Una volta il gelato doveva essere dolce, poi dolce e cremoso, poi variegato e croccante ed ora solo naturale, senza additivi e coloranti e con materie prime di grande qualità, magari a denominazione – commenta il Maestro Gelatiere -. Il gelato funzionale e attento alla salute – magari anche Veg – oltre a soddisfare una clientela attenta ai “senza” crea interesse e curiosità. Di qui la scelta di impiegare semi oleosi, quinoa, bacche ed altri super-ingredienti, anche nelle preparazioni gourmet».

gianni facoetti - VEGANO ALLA VANIGLIA CON SALSA DI LAMPONE - ritIl gelato gastronomico fa sempre e comunque tendenza: «Lo propongo sempre nei corsi, anche perché la sua realizzazione richiede il superamento di qualche piccolo ostacolo tecnico, a partire dal bilanciamento degli zuccheri e dall’impiego del trealosio, zucchero che esalta questo particolare gelato. È uno zucchero dalle eccellenti proprietà, ribattezzato da alcuni “zucchero della resurrezione” che allunga anche la vita del gelato e accentua i sapori». Quanto alle ricette, Facoetti ne ha testate di tutti i colori, dalla senape al salmone affumicato, dalla cipolla di Tropea alle ostriche, dalla curcuma al rafano, fino a interpretazioni estreme come il gelato al tabacco. «Rappresenta una sfida interessante e uno stimolo per i gelatieri che possono davvero osare di più e differenziare la propria produzione in un mercato sempre più competitivo – incalza Facoetti -. Se proporre al banco diversi tipi di gelato gastronomico può essere arduo anche per una gelateria affermata, si può comunque stimolare e incuriosire la clientela con preparazioni del mese particolari, nel rispetto della stagionalità dei prodotti. Diverso il discorso per i laboratori, che possono conquistare con preparazioni interessanti anche la ristorazione, mettendo a disposizione il know-how che il gelato gastronomico artigianale richiede».

Bosio (Gelatieri Ascom)

«Un’idea in più per la pausa pranzo in gelateria»

Massimo Bosio
Massimo Bosio

«Il gelato gastronomico rappresenta un’occasione di ampliamento della gamma e offre una chance alle gelaterie per mettersi alla prova con preparazioni d’alta cucina – sottolinea Massimo Bosio, presidente dei Gelatieri Bergamaschi, l’associazione che rappresenta la categoria, aderente ad Ascom -. Cimentarsi in quest’arte richiede, oltre che fantasia e creatività, notevoli competenze tecniche per bilanciare le miscele e stabilizzare i preparati».

Quanto agli ingredienti, non resta che sbizzarrirsi nella ricerca di nuovi abbinamenti: «I gelati più prodotti sono al sedano, alla carota, al rafano, ma non esistono limiti alla fantasia, basti pensare, ad esempio, all’abbinamento – felice e sottozero – tra gelato alla polenta e al baccalà». Se giocare con contrasti, consistenze e temperature appartiene più alla ristorazione, non mancano gelatieri che propongono saltuariamente o in occasioni particolari gelati gastronomici. «Se la proposta al banco di gelati gastronomici è difficile e sembra una sfida a livello commerciale (e probabilmente lo è), i laboratori che si specializzano nella produzione per terzi, e in particolare per al ristorazione, possono avere buoni risultati – spiega -. Di fatto però gli artigiani gelatieri si limitano a produrre gelati gourmet per celebrare eventi particolari».

L’interesse per il gelato gastronomico è comunque elevato: «Incuriosisce, stupisce e appassiona la clientela, ma quando si va in gelateria a comprare coni e coppette vince la tradizione – continua Bosio -. Le gelaterie con servizio al tavolo possono però osare di più e proporre gelato in pausa pranzo, anche in versione gourmet. E con tanto di placet dei nutrizionisti che da anni salutano con favore la sostituzione di un pasto con una coppa di gelato, in particolar modo per bimbi e anziani. Nel Nord Europa è ormai un’abitudine consolidata e anche nel nostro Paese c’è chi opta, specialmente d’estate, per una pausa-pranzo rinfrescante e al cucchiaio».

LA GELATERIA

A Fara Gera d’Adda i gusti che fanno bene alla salute

Candida Pelizzoli per la premiazione Gambero Rosso 2017 © Francesco Vignali Photography
Candida Pelizzoli per la premiazione Gambero Rosso 2017 © Francesco Vignali Photography

Candida Pelizzoli, presidente dell’Associazione Maestri della Gelateria Italiana, fondatrice e titolare della Gelateria American Bar “Oasi” di Badalasco, frazione di Fara Gera d’Adda, da anni propone gelato gastronomico all’aperitivo e in pausa pranzo, oltre a gelati alcolici e ad altre ricette originali che nascono nel suo laboratorio. Da quattro anni a questa parte ha alzato ulteriormente l’asticella, proponendo gelati- gourmet-funzionali, con cui ha ottenuto il prestigioso premio “Gusto & Salute” del Gambero Rosso, in occasione della presentazione della nuova guida dedicata alle Gelaterie d’Italia.

I gelati “della salute”, creati nel 2014 anche in vista di Expo 2015, rispettano le caratteristiche organolettiche e le proprietà degli ingredienti impiegati, nutrendo in modo sano, grazie ad un accurato bilanciamento degli zuccheri – ridotti davvero al minimo -, al controllo dei grassi e al pieno di fibre e vitamine. «Da un mese a questa parte abbiamo commissionato una ricerca di biologi e nutrizionisti per certificare il benessere che la linea di gelati “I colori della salute” può effettivamente portare all’organismo – spiega Candida Pelizzoli -. Non impiega né latte né derivati, a prova di vegani, e il carico glicemico è minimo, dato il ridotto contenuto di zuccheri sostituito con le fibre».

Un tripudio oltre che per il palato anche per gli occhi, con colori – inutile ribadire naturali al 100% – che vanno dal viola al giallo, dal verde al rosso, pronti a soddisfare anche l’arcobaleno del benessere da sempre raccomandato dal Ministero della Salute.

Il gelato ricco di vitamina C, caroteni e antociani alle “carote viola e more”, utile difesa per le infiammazioni del tratto urinario, viene abbinato a pranzo all’insalata “Gustosa”, insalate verdi con tonno e verdurine a julienne. I carotenoidi della pesca incontrano i flavonoidi antiossidanti dello zafferano in una quenelle gelata color giallo-arancio che accompagna una composizione di salmone e verdurine, un must per l’estate, con tanto di proprietà anti-radicali liberi. Il verde intenso di spinacini e kiwi ricchi di ferro e fibre si presta ad un contrasto cromatico interessante, accompagnando il piatto “Estiva”, una composizione di Bresaola della Valtellina con rucola e pomodorini. Il gelato rosso con pomodoro datterino e lampone, ricchi di flavonoidi salva-cuore, rinfresca una bella Caprese con mozzarella, pomodorini, olive e basilico (nella foto di apertura).

D’inverno il pieno di salute lo si fa con il gelato alla rapa e melograno, un contrasto interessante per il gusto e pure detox. Si trova tutto l’anno il gelato al Caprino Bergamasco, realizzato con latte di capra e formaggio a km zero della “Cascina Al Casott” a fianco della Gelateria, che viene abbinato con un’insalata belga e condito con olio extravergine e un po’ di pepe nero. Da sempre l’aperitivo e la pausa pranzo all’Oasi si arricchiscono di una proposta di gelati gourmet stagionali, graditi e originali amouse-bouche della casa: «Da oltre vent’anni propongo gelato ai porcini d’autunno, al Branzi, al parmigiano o alle olive nere di Gaeta, per citarne alcuni», spiega Candida Pelizzoli. Non mancano vere e proprie dichiarazioni d’amore al territorio della numero uno dei Maestri della Gelateria italiana: «Abbiamo proposto con ottimi riscontri il gelato alla Garibalda, in omaggio al pane bergamasco ideato da Aspan – ricorda -. A Gourmarte abbiamo presentato il gelato al Moscato di Scanzo di Biava, che si presta a moltissimi abbinamenti».

Gelateria American Bar Oasi
via Treviglio, 3461
Fara Gera d’Adda

 

IL RISTORANTE

Il Saraceno, matrimonio perfetto con crudités di mare e grandi secondi di pesce

Roberto Proto
Roberto Proto

Roberto Proto, chef de “Il Saraceno” di Cavernago, ristorante che propone esclusivamente cucina di mare, premiato dalla Michelin con una stella dal 2014, da diversi anni propone in menù gelati gourmet in abbinamento ad antipasti e secondi, ma anche come preludio a golosi dessert. Sprigiona tutto il sapore del mare il gelato ai ricci abbinato al crudo di ricciola. La granita di more con sorbetto al basilico rappresenta un interessante pre-dessert. Un gelato alle alici di Cetara si sposa alla meraviglia con la salsa alla pizzaiola. Gli abbinamenti seguono la stagionalità e cambiano di continuo ad ogni menù. In carta a “Il Saraceno” in questi giorni al dotto – pesce di fondale – cucinato con porri e mela verde viene abbinato per amplificare il gusto un sorbetto alla mela verde. Non mancano, a seconda della stagione, gelato ai legumi o ad altri prodotti dell’orto, dagli asparagi a primavera al pomodoro e al basilico d’estate.

Gli abbinamenti seguono l’estro dello chef per esaltare al meglio i migliori prodotti ittici del pescato del giorno, ma non troverete mai gelati gastronomici serviti con un primo piatto: “Per me un risotto o un bel piatto di pasta deve essere caldo, senza contrasti di temperatura, che trovo invece piacevoli nei secondi, perfetti con le crudités di mare e interessanti per preparare il palato a dessert o a fine pasto” precisa lo chef.

piatti gelato roberto proto saraceno (1)Ristorante “Il Saraceno”
piazza Don Luigi Verdelli, 2
Cavernago