L’innovazione ai tempi di Google e social network: Ascom accompagna le imprese nella transizione digitale

Due nuovi servizi in collaborazione con Edi Confcommercio: il primo dedicato all’ecommerce sui social, l’altro per migliorare la presenza dell’attività su Google

Il digitale è una sfida che non può essere trascurata in tempi di Covid e il mondo del terziario è chiamato a integrare il proprio modello di offerta tradizionale per rimanere competitivo sul web e non solo. È in quest’ottica che Ascom Confommercio Bergamo, in collaborazione con Edi Confcommercio, lancia due nuovi servizi finalizzati ad aumentare la presenza online delle imprese con l’obiettivo di accompagnarle nella transizione digitale.

Il primo servizio è dedicato a sviluppare il commercio online sui social network tramite Edi Social Shopping, una vetrina digitale che offre l’opportunità di interagire e vendere direttamente e senza bisogno di un e-commerce sui principali social network, da Facebook a Instagram e WhatsApp Business. Il secondo servizio, invece, è pensato per migliorare la presenza su Google My Business, il principale strumento per tutte le attività che hanno un indirizzo fisico. Realizzato in collaborazione con Webidoo, azienda specializzata in digital transformation e digital marketing, il servizio supporta l’imprenditore nella costruzione della scheda Google My Business dando la possibilità di farsi notare e fornire le informazioni necessarie sul proprio business.

“C’è anche la possibilità di studiare delle azioni di consulenza ad hoc sullo sviluppo della propria comunicazione online o per implementare la propria piattaforma e-commerce con Shopify – sottolinea Giorgio Puppi responsabile Politiche Associative-Innovazione e Digitalizzazione di Ascom Confcommercio Bergamo -. La valutazione del tipo di consulenza migliore da attivare prevede un check up gratuito sul grado di maturità digitale dell’impresa con un consulente Ascom e di EDI Confcommercio che, qui in sede in via Borgo Palazzo, ha uno sportello dedicato”.

“Questi due servizi vanno nella direzione, già annunciata in occasione della nostra assemblea di giugno, di ottimizzare l’assistenza alle imprese del terziario su aspetti legati al digitale e all’innovazione – aggiunge Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. In futuro, infatti, sarà fondamentale affiancare alla vendita tradizionale strumenti e progetti innovativi per favorire la vendita a distanza e, allo stesso tempo, attirare e fidelizzare la clientela”.

La ricerca sul terziario

Una tendenza confermata anche dai dati: dal Rapporto di ricerca realizzato da Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo sul terziario bergamasco emerge che sono sempre di più le imprese che si sono attivate per modificare i propri modelli di business: rispetto all’inizio della pandemia, sono salite dal 15% al 37,7% le imprese (+152%) che utilizzano il canale e-commerce o lo hanno intensificato. Queste innovazioni hanno consentito di minimizzare le perdite (38%), evitare di chiudere l’attività (28,4%), mantenere lo stesso livello di ricavi rispetto al periodo precedente la crisi (24,1%), crescere e migliorare (9,5%). Inoltre, circa un impresa su tre è interessata ad introdurre entro il prossimo anno metodologie e strumenti di innovazione digitali: il settore più attento è quello dei servizi (+31,6%) seguito, dal commercio (29,3%) e dal turismo (27,9%). E di queste, circa un’impresa su quattro, è intenzionata a chiedere aiuto alle associazioni di categoria.

“Le imprese associate e interessate a sviluppare o migliorare la presenza online possono contattare l’area Innovazione e Digitalizzazione di Ascom Bergamo senza alcun impegno per valutare queste interessanti opportunità – conclude Fusini -. Ricordo che il servizio è a pagamento ma può godere del contributo del Bando Sviluppo 2021 della Camera di Commercio di Bergamo”.




«Pmi ancora distanti dal digitale»: i dieci punti dei Giovani Confcommercio per non subire l’innovazione

forum giovani imprenditori confcommercio 2017

Impatti, opportunità e percezione da parte dei giovani imprenditori italiani dell’innovazione quale leva di crescita: questo il tema della ricerca annuale presentata in occasione del decimo Forum Nazionale dei Giovani Imprenditori di Confcommercio in programma il 7 e 8 novembre a Roma nello Spazio Novecento.

La ricerca, realizzata grazie alla collaborazione del Gruppo Giovani di Confcommercio e dei componenti del Digital Transformation Institute, mette in evidenza il ruolo della Digital Transformation come strumento attivatore dei processi di crescita delle imprese italiane e indaga la percezione dei giovani imprenditori rispetto alle opportunità offerte dal digitale e le sfide necessarie a cogliere le opportunità del cambiamento.

Secondo gli imprenditori e gli esperti intervistati, gli ambiti di maggiore impatto rispetto ai processi di trasformazione digitale sono: concorrenza e mercato, infrastrutture, internalizzazione, modelli di business, organizzazione e processi, accesso al credito e sistemi di pagamento, normativa, politiche del lavoro e welfare, sostenibilità.

Percezione del grado di digitalizzazione aziendale

Per identificare la predisposizione all’innovazione in relazione all’effettivo livello di maturità digitale si è chiesta al campione di pmi intervistate una autovalutazione del livello di digitalizzazione: il 59,4% delle aziende si ritiene abbastanza tecnologica, ma solo il 17,9% crede di aver raggiunto un livello molto alto di innovazione digitale.

Una buona percezione del proprio livello di digitalizzazione si rileva nelle imprese del nord-ovest e del sud e isole, ma è il nord-est a ritenersi molto tecnologico (20,9%).

Guardando ai diversi settori di appartenenza, sono le realtà operanti nel settore turistico a esprimere una percezione più bassa del proprio livello di implementazione delle tecnologie digitali, con un 44,4% di intervistati che si dichiara poco o per niente tecnologico.

Tuttavia quasi la metà delle imprese intervistate (47%) non ha mai sentito parlare di criptovalute (come i BitCoin) o modelli FaaS (Factory as a Service: uno degli elementi portanti del fenomeno Industry 4.0). Ben il 41% non conosce il termine Big Data e quasi un terzo non sa cosa sia il Cloud Computing.

Dati, questi, che evidenziano una forte distanza culturale delle pmi dal digitale. «Guardando questi dati è evidente – afferma Stefano Epifani, presidente del Digital Transformation Institute – come uscendo dal circolo autoreferenziale di aziende, esperti e consulenti che parlano di innovazione ed entrando nel Paese reale ci sia un problema che non è solo di competenze, ma addirittura di conoscenza dei temi e di consapevolezza rispetto ad un intero contesto tecnologico. In molte delle nostre aziende non mancano le competenze rispetto a temi che hanno individuato, ma manca del tutto la consapevolezza che esistano degli scenari di trasformazione ignorando i quali non solo si perdono opportunità, ma si corrono rischi».

Pochi investimenti in digitale da parte delle pmi

Non meraviglia se, con queste premesse, siano pochi gli investimenti in digitale, a prescindere dalla posizione geografica: il 39,4% delle imprese dichiara di aver effettuato investimenti in tecnologie digitali per meno di 5.000 euro e il 28% ammette di non averne fatti per nulla.

A dimostrarsi più propense agli investimenti in innovazione sono le realtà con un numero di addetti compreso tre 50 e 250 (il 45,5% ha investito tra i 5.000 e i 50.000 euro e l’8,1% una cifra superiore ai 50.000 euro). Le imprese che hanno investito in tecnologia negli ultimi 5 anni lo hanno fatto prevalentemente (87,7%) al fine di adeguare le infrastrutture materiali/immateriali; poco più della metà ha tentato di utilizzare tali investimenti per migliorare le politiche del lavoro e il welfare aziendale, attraverso, ad esempio, soluzioni di smart working (52%) e per sviluppare nuovi modelli di business (51,7%).

Investire in digitale conviene

Laddove si è investito, tuttavia, le imprese intervistate hanno notato un miglioramento significativo nei ricavi (62,2%). Miglioramento che nel 12% dei casi è compreso tra il 25% ed il 40% dei ricavi e nel 20% dei casi compreso tra il 10% ed il 25% dei ricavi. Oltre il 15% delle aziende intervistate si è detta non in grado di valutare se l’It abbia portato miglioramenti sul fronte dei ricavi ed il 21% sostiene che non vi siano stati incrementi nei ricavi.

Interventi pubblici auspicabili

Le aziende intervistate hanno individuato tra gli interventi auspicabili da parte delle Istituzioni la semplificazione della normativa esistente e miglioramento della burocrazia (64,1%); il maggior investimento nell’infrastruttura di rete a banda larga (52,2%); la promozione della cultura dell’impresa e della legalità, finanziamenti o sgravi fiscali per gli investimenti in infrastrutture digitali e per i progetti orientati all’innovazione (poco meno della metà); maggiori incentivi per le attività di formazione (42,4%).

Infrastrutture digitali più significative

Gli investimenti in infrastrutture digitali considerati più significativi dalle imprese per avviare un processo di digital transformation sono per più della metà delle imprese intervistate (55,6%) quelli in sicurezza e privacy, per il 45,4% in comunicazione e promozione e per il 37,1% nei processi di vendita.

Un manifesto per l’innovazione dei giovani imprenditori italiani

Il presidente dei Giovani Confcommercio, Alessandro Micheli
Il presidente dei Giovani Confcommercio, Alessandro Micheli

La presentazione della ricerca è stata anche l’occasione per varare il Manifesto per l’Innovazione, un documento in dieci punti che parte dai dati della ricerca e sulla base di essi sviluppa una serie di raccomandazioni che sono state stilate in forma partecipata dagli imprenditori coinvolti. Il manifesto riassume i dieci punti chiave ai quali le imprese dovranno guardare per affrontare e non subire la Digital Transformation.

«Quello del manifesto è un passaggio fondamentale nell’ambito di questa attività di ricerca. Abbiamo voluto infatti fornire la nostra chiave di lettura di un fenomeno che sta mutando profondamente il contesto economico e sociale nel quale operiamo. Abbiamo la necessità di comprenderne le dinamiche e prendere posizione su temi centrali come il lavoro, la gestione del credito, il welfare, gli assetti regolamentari. Le scelte che si fanno in questo momento sono decisive per la competitività del Paese e, come giovani, ma soprattutto come imprenditori, abbiamo il dovere di essere protagonisti di questo cambiamento», ha commentato Alessandro Micheli, presidente dei Giovani Imprenditori di Confcommercio.

 




Imparare con i videogiochi, a Bergamo l’Olimpiade nazionale

gameschoolIl Centro Studi ImparaDigitale, in collaborazione con il Comune di Bergamo e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, organizza il 14 gennaio a Bergamo la prima edizione di Game@school, Olimpiade Nazionale del Videogioco nella Didattica, rivolta a tutti gli studenti di ogni ordine di scuola divisi in tre categorie (primaria – secondaria primo grado – secondaria secondo grado).

ImparaDigitale vuole coinvolgere la scuola e gli studenti nella sperimentazione di un nuovo approccio ad uno strumento tecnologico molto apprezzato soprattutto dai giovani, il videogioco, che nella sua continua evoluzione, favorita anche dalla rete, ha dato vita a quella che oggi viene definita “intelligenza connettiva”.

La tendenza del mondo adulto a considerare questi ambienti adatti esclusivamente allo svago, spesso associandoli solo ai rischi della virtualità, allontana giovani e adulti dalla riflessione sulle potenzialità e sulle opportunità offerte. Perché non pensare al videogioco come il prodotto di un percorso didattico? Attraverso l’Olimpiade Nazionale del Videogioco nella Didattica si vuole mettere in evidenza come il videogioco possa assumere valenze positive se inserito in una didattica quotidiana ispirata a metodologie attive, in cui lo studente acquisisce capacità riflessive e analitiche.

Gli studenti saranno chiamati a mettere in campo il proprio bagaglio di conoscenze e ad utilizzare le proprie tecnologie per trovare una soluzione possibile e originale al tema proposto.

Le iscrizioni si ricevono fino al 22 dicembre. Qui tutti i dettagli.




“Vallinf@miglia”, il wifi gratuito raggiunge 10 comuni

Si estende da Zogno gli altri comuni che compongono il Distretto dell’attrattività “VallinF@miglia” (Val Brembilla,  Sedrina, Taleggio, Ubiale Clanezzo, Vedeseta, Blello, Moggio, Cassina Valsassina, Cremeno e Pasturo) il sistema di WiFi gratuito, che permette di accedere liberamente a Internet in alcuni punti del territorio.

L’idea è quella di sviluppare la tecnologia WiFi come strumento che, attraverso la navigazione gratuita, può diffondere la conoscenza e l’uso delle nuove tecnologie e fornire nuove opportunità di lavoro, studio e accesso ai servizi. Attraverso questa iniziativa, che rientra nelle linee di sviluppo di “VallinF@miglia”, sarà possibile perciò sfruttare al meglio i propri tempi, sia dal punto di vista professionale che sociale.

Il progetto moltiplica il modello precedente di esperienza di Zogno-wifi su quasi tutti i territori del Dat (non è attivo infatti solo a Bello). «Momenti e spazi della vita pubblica e privata ed alcuni luoghi del nostro territorio si aprono alla multifunzionalità – spiegano i promotori -. Un passo verso la modernizzazione delle quattro valli coinvolte attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. La copertura di alcuni spazi pubblici e di aggregazione (uffici pubblici, parchi, pubblici esercizi e centri di aggregazione) mediante wireless e mobile è basata su tecnologia moderna, modulare ed espandibile».

Il sistema avrà piena operatività da aprile. L’attivazione del servizio permette, previa richiesta di abilitazione, di accedere a titolo gratuito, senza alcun onere o costo di installazione per l’utente, alla rete Internet in modalità Wi-Fi, senza fili (Wireless Fidelity), nelle aree appositamente abilitate.

Ecco dove è disponibile

Comune di Zogno

  • nelle aree pubbliche: Municipio (piazza Italia), sala consiliare (viale Martiri della Libertà), biblioteca e parco Belotti (piazza Belotti), parco giochi area mercato e Bar Roma (via P. Ruggeri), piazza Belotti, via Cavour, piazza Garibaldi, via V. Emanuele, piazza Italia, viale M. Libertà
  • e in questi nei locali (negli orari di apertura pubblico): Ristorante La Staletta (via Campelmè), Trattoria Breve Respiro (via Romacolo), Pizzeria Millenium (via Ronco), B&B Casa Martina (loc. Piazzamartina), Albergo Da Gianni (via Tiolo), Royal Wine Bar (via Locatelli), Ristrorante La Caraffa Ambrata (Poscante).

Comune di Val Brembilla

  • nelle aree pubbliche: Municipio, piazza fronte Municipio e parcheggio, giardini pubblici, Laxolo (parco giochi e parcheggio)

Comune di Sedrina

  • nelle aree pubbliche: Municipio, piazza fronte Municipio e parcheggio, biblioteca, parco pubblico di Botta di Sedrina

Comune di Ubiale Clanezzo

  • nelle aree pubbliche: campo sportivo, biblioteca, Centro Civico

Comune di Taleggio

  • nelle aree pubbliche: Porta Ecomuseale di Peghera, Ufficio Turistico

Comune di Vedeseta

  • nelle aree pubbliche: biblioteca, piazza antistante il Municipio

Comune di Moggio

  • nelle aree pubbliche: Piani di Artavaggio, campo sportivo

Comune di Pasturo

  • nelle aree pubbliche: piazza antistante il municipio, parcheggio antistante la scuola

Comune di Cremeno

  • nelle aree pubbliche: municipio, Villa Carnevali

Comune di Cassina Valsassina

  • nelle aree pubbliche: aree nelle adiacenze del Municipio

L’accesso è consentito gratuitamente per 180 minuti/giorno, utilizzabili anche in più collegamenti; è prevista la disconnessione automatica dopo 10 minuti di inattività. Per accedere ad Internet occorre registrarsi. Senza la registrazione è possibile utilizzare il servizio VallinF@miglia-WiFi per consultare il sito istituzionale del Comune di riferimento e il sito Vallinfamiglia.com.




Internet, Bergamo viaggia sempre più veloce

internet - banda ultralargaGrazie ad un investimento di circa 4,5 milioni di euro, Bergamo è tra le prime città d’Italia a poter vantare infrastrutture telefoniche di nuova generazione che sono già pienamente operative al servizio di cittadini e imprese.

Gli interventi sono stati illustrati oggi dal sindaco Giorgio Gori, dall’assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni e da Roberto Marcolini, responsabile Access Operation Line Lombardia Centro Est di Tim.

Dall’avvio del progetto, che ha visto Tim impegnata nella realizzazione della nuova rete in fibra ottica Ngan (Next Generation Access Network) e di quella mobile 4G anche nella versione più evoluta (il 4G Plus), a Bergamo le reti in banda ultralarga sono diventate realtà grazie gli importanti investimenti fatti da Tim e alla collaborazione con il Comune di Bergamo, fattori che hanno consentito di realizzare rapidamente le attività di scavo e di posa, minimizzando sia i tempi d’intervento sia l’impatto sulla città.

A Bergamo il programma di copertura della città ha interessato oltre 60mila unità immobiliari, pari a più del 95% della popolazione sull’intero territorio comunale, in virtù della posa di 114 chilometri di cavi in fibra ottica .

Inoltre, grazie ad un accordo tecnologicamente innovativo con Atb, che prevede l’utilizzo del percorso dei binari della funicolare cittadina per la posa dei cavi in fibra ottica, Tim è l’unico operatore ad aver portato la rete in fibra ottica anche nella Città alta, evitando così di effettuare ulteriori scavi.

In questo modo Bergamo è entrata nell’élite delle città italiane dove sono disponibili i servizi “Fibra” di Tim basati sulla tecnologia FttCab (Fiber to the Cabinet), ma è stata anche già inserita nel nuovo piano nazionale di cablaggio Tim in tecnologia Ftth (Fiber To The Home), che prevede entro marzo 2018 di raggiungere 100 città italiane portando i collegamenti superveloci fino agli edifici. Si tratta di un innovativo piano che estende la fibra ottica fino alle abitazioni, consentendo connessioni super-veloci a partire da 100 Megabit al secondo e potenzialmente fino a 1 Giga (1.000 Megabit), con l’obiettivo di garantire una ancora più elevata qualità nella fruizione di contenuti video in HD e una migliore esperienza di navigazione. I primi quartieri della città saranno collegati già entro il 2016.

«Un progetto ambizioso – commenta il sindaco Gori – che l’Amministrazione intende supportare convintamente: anche grazie a Tim e iniziative come questa la città di Bergamo può dirsi sempre più europea. In un’epoca in cui internet si configura sempre più come un diritto, investimenti come quelli di Tim rappresentano un contributo importante nella realizzazione di una smart city: siamo felici che Bergamo sia una delle prime città in Italia a beneficiare di queste infrastrutture ad alto contenuto tecnologico, segno di quanto la città stia lavorando per mettersi in mostra nel panorama nazionale».

«Un grande grazie va obbligatoriamente a Tim – sottolinea l’assessore Angeloni – che ha deciso di portare a Bergamo le infrastrutture più avanzate per telefonia fissa e mobile. Iniziative di questo genere incarnano alla perfezione l’idea di città che l’Amministrazione Comunale ha proposto con le proprie linee di mandato: una città nella quale è possibile avviare progetti innovativi e soprattutto all’avanguardia per quello che riguarda il tema della connettività».

«Siamo lieti che Bergamo sia tra le prime città italiane ad avere infrastrutture di rete di Tlc moderne che consentono ai cittadini e alle imprese di usufruire di servizi innovativi, come ad esempio vedere film in HD e 3D, ascoltare musica in streaming di alta qualità e tutta la potenzialità dei servizi Cloud, che contribuiscono allo sviluppo dell’economia locale – ha dichiarato Roberto Marcolini, responsabile Access Operation Line Lombardia Centro Est di TIM – nell’ambito del programma nazionale per lo sviluppo delle reti a banda ultralarga fissa e mobile, Tim ha deciso di dedicare alla città di Bergamo una quota molto significativa del proprio piano di investimenti, fornendo in questo modo un notevole contributo al conseguimento degli obiettivi previsti dall’Agenda Digitale europea. A Bergamo la nuova rete in fibra ottica e quella mobile 4G Plus sono già realtà, grazie anche alla fattiva collaborazione dell’Amministrazione comunale».

Con la fibra è possibile accedere a contenuti video di particolare pregio anche in Hd, di praticare il gaming on line in alta qualità e di fruire di contenuti multimediali contemporaneamente su smartphone, tablet e smart tv. Le imprese possono inoltre accedere al mondo delle soluzioni professionali, sfruttandone al meglio le potenzialità grazie alla connessione in fibra ottica. Quest’ultima abilita anche applicazioni innovative come la telepresenza, la videosorveglianza, i servizi di cloud computing per le aziende e quelli per la realizzazione del modello di città intelligente per le amministrazioni locali, tra cui la sicurezza e il monitoraggio del territorio, l’info mobilità e le reti sensoriali per il telerilevamento ambientale.

Per quanto riguarda la telefonia mobile, oltre alla copertura della rete Lte a Bergamo è anche disponibile la nuova rete 4G Plus di Tim, che offre connessioni fino a 225 Megabit al secondo in download, circa il doppio di quelle disponibili con il normale 4G. La rete mobile di nuova generazione di Tim offre ai i cittadini prestazioni e livelli di servizio che migliorano nettamente l’esperienza della navigazione internet e la fruizione di contenuti innovativi in mobilità, come il video streaming in Hd.

 




Anche il lavoro artigiano diventa un reality. E in finale c’è un bergamasco

Botteghe-digitali - Davide AresiC’è anche l’imprenditore bergamasco Davide Aresi tra i 5 finalisti del reality #BottegheDigitali, il format video dedicato alle imprese nato da un’idea originale di Stefano Micelli (professore di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università Ca’ Foscari e autore di “Futuro Artigiano”), Banca IFIS e Marketing Arena, sviluppato in collaborazione con Maker Faire Rome.

Il programma vuole essere una sorta di “reality delle Imprese” ed ha l’obiettivo di trasformare le imprese artigianali partecipanti in aziende proiettate nel futuro grazie alle nuove tecnologie della manifattura digitale, strumenti utili per favorire l’evoluzione delle botteghe della tradizione italiana attraverso il mondo del Web 2.0, favorendone la competitività, ma mantenendone al tempo stesso il cuore e la tradizione.

Durante questo percorso le aziende avranno il supporto di una squadra di 8 professionisti, in qualità di esperti e coach, con diverse competenze: dagli esperti di marketing, web e social, ai specialisti di credito e di materia fiscale, imprenditori, esperti di design e molto altro. I coach affiancheranno gli imprenditori nel percorso di crescita che li vedrà realizzare i propri progetti lavorativi, di espansione in altri mercati o nel web, nell’apertura di e-commerce o di riorganizzazione aziendale, con il contributo di nuove risorse e competenze.

Davide Aresi gestisce insieme al padre il mobilificio artigianale Mobili Aresi di Bergamo che disegna e realizza mobili d’arte e d’arredo principalmente per mercati esteri. L’obiettivo che si propone con la partecipazione al reality è quello di digitalizzare il proprio lavoro, in particolare per la realizzazione e l’archiviazione dei bozzetti e dei disegni esecutivi, esplorando la possibilità della stampa 3D per la produzione delle miniature in scala dei modelli.

www.fareimpresafuturo.it




Tagli alle spese informatiche, anche Bergamo chiede un dietrofront al Governo

giacomo angeloni ritUn’alleanza tra Comuni di media dimensione per lanciare strategie condivise per attuare politiche e realizzare progetti nell’ambito della Smart City: è questa l’intenzione dell’assessore all’Innovazione del Comune di Bergamo Giacomo Angeloni, che ha inviato nella giornata di oggi una lettera ai suoi omologhi dei Comuni di Reggio Emilia, Ferrara, Trento e Modena, al responsabile dell’Osservatorio Nazionale Smart City dell’Anci Paolo Testa e al presidente del Forum della Pubblica Amministrazione Carlo Mochi Sismondi.

«Sono a proporvi una condivisione di intenti, obiettivi e magari progettualità nel campo dell’innovazione tra le nostre Amministrazioni comunali, realtà tendenzialmente di dimensione omogenea, medio-piccola, già sperimentatori di esperienze “smart”, progetti di servizi on-line che potrebbero avere un filo conduttore comune»: con questi obiettivi Angeloni lancia la proposta di sottoscrizione di un Accordo istituzionale o Protocollo d’intesa «che definisca gli obiettivi comuni condivisi, i tempi di realizzazione delle azioni individuate e le modalità di collaborazione e confronto tra le diverse amministrazioni».

Un’iniziativa molto significativa, soprattutto alla luce dei tagli paventati dalla Legge di Stabilità, in fase di discussione e votazione in Parlamento in queste settimane: il Governo ordina infatti ai Comuni un taglio del 50% delle spese informatiche rispetto alla spesa dell’anno precedente, un provvedimento che potrebbe mettere a repentaglio molte delle iniziative di snellimento e di innovazione su cui i Comuni sono attualmente al lavoro. Per questo motivo Angeloni è volato ieri a Roma per discutere insieme agli assessori all’Innovazione di molte città italiane la possibilità di chiedere un dietrofront al Governo sul tema, chiedendo di non arrestare i percorsi di digitalizzazione e ammodernamento della Pubblica Amministrazione.

«È di grande importanza continuare a percorrere la via della spending review e del contenimento degli sprechi, – sottolinea Angeloni – ma scegliere di tagliare le spese informatiche dei Comuni può davvero rallentare questo processo: la digitalizzazione e l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione sono i mezzi attraverso i quali generare risparmi e migliorare il rapporto con i cittadini. La scelta di tagliare diverse centinaia di fax da parte del Comune di Bergamo ne è un esempio lampante. Se dovesse essere confermato, il dimezzamento delle spese informatiche nel 2016 non ci consentirebbe tante delle iniziative di modernizzazione assolutamente essenziali alle attuali Pubbliche Amministrazioni. Anzi, manterrebbe in vita una lunga serie di comportamenti e prassi che non rispondono realmente alle esigenze del mondo informatizzato in cui viviamo».




Comune di Bergamo, la corrispondenza digitale libera 6mila ore di lavoro

archiviazione digitaleDigitalizzare i flussi documentali e ridurre progressivamente il consumo di carta all’interno del Comune di Bergamo: è l’obiettivo della delibera approvata giovedì scorso dalla Giunta di Bergamo per rendere maggiormente efficace, efficiente ed economica l’azione amministrativa dell’ente.

«L’attività di semplificazione dei processi e delle attività all’interno di una struttura con oltre 900 dipendenti – sottolinea l’assessore alla Semplificazione Giacomo Angeloni – è di fondamentale importanza nei rapporti con i cittadini, ma anche in quelli tra gli uffici stessi. La corrispondenza in arrivo alle direzioni sarà completamente digitalizzata e distribuita solo telematicamente, senza l’utilizzo degli uscieri, consentendo un recupero di risorse stimato in 5.980 ore lavorative, pari a circa 3 unità di personale che, quindi, potrà essere reso disponibile per altre attività».

La delibera prevede l’incremento degli strumenti di e-government (ovvero di modulistica digitale, di sportelli virtuali, ecc.) a disposizione dei cittadini allo scopo di disincentivare l’invio al Comune di documenti cartacei e, per tutti i cittadini non informatizzati, come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale, è prevista la possibilità del coinvolgimento di eventuali intermediari per il supporto nella compilazione e nell’invio della modulistica digitale.

«Ciò consentirà una effettiva semplificazione amministrativa – prosegue Angeloni –, un miglioramento della qualità del rapporto con i cittadini e una diminuzione dei costi per la collettività poiché l’archiviazione della documentazione cartacea costa attualmente al Comune di Bergamo circa € 18/metro lineare a fronte di circa € 1.10/metro lineare per la quantità corrispondente di documentazione digitale. Senza contare il risparmio etico di carta, toner, ecc. e quello relativo alle spese postali dovuto all’incremento del numero delle comunicazioni che avvengono tramite Posta Elettronica Certificata e per e-mail. Nel 2014, grazie alla progressiva digitalizzazione dei flussi in uscita, la spedizione di 81.167 PEC ha consentito un risparmio di € 170.450».

«Il prossimo passo – conclude Angeloni – sarà quello di eliminare tutti i fax dell’ente».