Immobili, Bergamo attira gli stranieri. Ma solo “virtuali”

I “clic” sono in aumento e possono dare un’idea dell’interesse. Ma l’impatto sul mercato immobiliare è di là da vedersi.

Lo spunto viene dai dati resi noti da Gate-away.com, portale dedicato agli stranieri che desiderano comprare casa in Italia, che ha realizzato un report sulle richieste di questo particolare segmento. Mente segnala una crescita sul piano nazionale del 35% nei primi sei mesi del 2015 rispetto al primo semestre del 2014, per Bergamo parla addirittura di un +87%, più alto anche della media regionale che si attesta a +53,7%.

In mancanza dei valori assoluti, la portata del dato è difficile da valutare ed è quanto sottolinea Luciano Patelli, presidente provinciale della Fimaa, federazione dei mediatori immobiliari dell’Ascom, che dal suo osservatorio non percepisce però gran fermento da parte di possibili acquirenti dall’estero. «Una percentuale così alta si può spiegare solo col fatto che si parte da numeri molto bassi, per cui basta un lieve incremento per far schizzare il valore – chiarisce -. E poi il sito analizza le richieste, non le compravendite. Può anche darsi che gli utenti internazionali della rete siano alla ricerca di immobili, che ne valutino le caratteristiche, la collocazione e i prezzi, ma da qui a firmare un contratto ne passa». Non c’è quindi un’invasione di acquirenti stranieri nelle agenzie bergamasche. «C’è ovviamente qualche caso – precisa -, chi si innamora degli scorci di Città alta o del lago e prende casa qui, ma non fa mercato. Non possiamo dire che gli immobili bergamaschi siano nelle mire degli investitori».

Rispetto ai tempi di calma piatta qualcosa però si sta muovendo nelle compravendite. «Un certo risveglio si avverte – dice il presidente Fimaa -. Ma per immobili proposti a prezzi significativamente abbattuti e come prima casa».

La fotografia scattata da Gate-away.com può essere comunque utile per capire le tendenze e il tipo di soluzioni più gettonate on line. Emerge allora che Bergamo è la terza provincia lombarda più richiesta dagli stranieri, dopo Como e Brescia (seguita invece nell’ordine da Lecco, Milano, Varese, Sondrio e Pavia) e che ad attirare di più sono la città (con una richiesta su 4) e la zona del Lago di Iseo (quasi una richiesta su 3).

Quanto al budget, se il valore medio degli immobili italiani richiesti dagli stranieri nel primo semestre è stato di 520.000 euro e quello degli immobili lombardi di 717.000 (più alto per via del costo elevato degli immobili sul Lago di Como), per la nostra provincia la media rilevata è di 463.000 euro. Ciò dipende anche dalla tipologia ricercata. A Bergamo e provincia gli stranieri preferiscono gli appartamenti alle case singole (2 richieste su 3 sono per appartamenti), mentre a livello nazionale sono le case ad essere molto più richieste e in Lombardia le richieste per le due tipologie sono equamente suddivise.

I possibili compratori in Bergamasca sono prevalentemente europei, ma non solo. In testa alla classifica dei Paesi da cui sono arrivate richieste a Gate-away.com c’è il Regno Unito (19,5 % delle richieste totali), seguito da Germania (12,1%), Emirati Arabi (9,8 %), Stati Uniti (8,5 %), Svezia (8,2%) e Francia (7,8 %). La graduatoria rispecchia più o meno la tendenza regionale, dove però prevalgono gli Stati Uniti. Si conferma anche l’interesse del mondo Arabo (Emirati Arabi per la provincia di Bergamo, più Arabia Saudita per la Lombardia in generale).




Intermediazione immobiliare, uno stop alle banche

acquisto immobiliÈ stato ammesso alla Camera dei Deputati l’emendamento al ddl Concorrenza che esclude le banche dall’attività di intermediazione immobiliare, presentato dall’onorevole Catia Polidori.

La notizia è stata salutata come un successo da Fimaa–Confcommercio, la Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari: «La riammissione dell’emendamento – ha commentato Santino Taverna, neo presidente nazionale della Fimaa – ci conforta e dimostra che le anomalie che abbiamo verificato e trasmesso all’Antitrust con il nostro recente esposto contro le società di intermediazione immobiliare delle banche hanno fondamento: per noi è stato un atto dovuto per la tutela degli agenti immobiliari e dei clienti-consumatori. Ci auguriamo che l’emendamento possa ottenere una vasta convergenza parlamentare perché garantirebbe le finalità di tutela della concorrenza e di tutela dei clienti-consumatori perseguite dal disegno di legge».

Secondo la Fimaa, la costituzione delle società di intermediazione da parte degli istituti di credito contrasta irrimediabilmente con i principi che sono alla base delle norme che regolano la mediazione. Le banche che si apprestano ad entrare nel mercato immobiliare non possono considerarsi mediatori e di fatto non lo sono, non essendo “terze” nei confronti dei clienti-consumatori, di cui conoscono condizioni economico-patrimoniali e abitudini: «La terzietà è il requisito cardine alla base del rapporto di mediazione: se essa viene meno non si può assolutamente definire tale rapporto come di mediazione né definire il soggetto che opera nei confronti delle due parti (acquirente e venditore) come mediatore» commenta Luciano Patelli, presidente provinciale Fimaa.

«Con questo sistema denuncia Fimaa-Confcommercio lo scopo delle banche è quello di occuparsi dell’intera filiera dell’immobiliare: dall’acquisizione alla compravendita dell’immobile, all’erogazione del mutuo. Magari offrendo agevolazioni, in odore di concorrenza sleale, che schiaccerebbero gli unici soggetti che garantiscono la terzietà tra acquirente e venditore e cioè gli agenti immobiliari e i mediatori creditizi».




Agenti immobiliari, compravendite più sicure con la collaborazione di geometri e notai

convegno-fimaa_lug2015-ritFimaa-Ascom, l’associazione dei mediatori immobiliari di Bergamo stringe le sinergie con il Collegio Geometri e Geometri Laureati della Provincia di Bergamo e con il Consiglio Notarile di Bergamo.

È il primo risultato del convegno “La centralità del Mediatore in sinergia con Tecnici e Notai a garanzia di compravendite sicure”, svoltosi ieri nella sala Mosaico del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazione di Bergamo. «Oggi per vendere un immobile ed offrire un servizio professionale di qualità oltre alla regolarità catastale è necessario verificare il percorso urbanistico dell’immobile ed eventuali trascrizioni pregiudizievoli – dice Luciano Patelli, presidente di Fimaa -. È un lavoro per il quale serve creare una rapporto di collaborazione con i geometri e i notai. Questa sinergia va a tutela dei nostri clienti ed eleva la nostra professionalità di mediatori facendoci diventare un punto di riferimento nelle compravendite immobiliari».

Da anni Fimaa collabora con i geometri nella redazione del Listino degli immobili, ora l’associazione dei mediatori immobiliari fa un passo in più con l’obiettivo di garantire ulteriormente le transazioni, nell’interesse degli acquirenti e della trasparenza.

«Stiamo studiando con il Collegio geometri una convenzione sul prezzo dei loro servizi di verifica urbanistica degli immobili – spiega Patelli -. E anche con i notai stiamo cercando di dialogare nella stessa lingua, soprattutto sulle problematiche che colpiscono il settore immobiliare e che ci vedono ugualmente interessati». «È importante – dichiara il presidente Fimaa – che si crei un tavolo con tutti i soggetti coinvolti nella filiera immobiliare: Ance, geometri, notai, architetti, ingegneri e mediatori. Noi abbiamo nozione di prima mano delle richieste del mercato e possiamo orientare le scelte delle imprese in modo che vadano incontro alle richieste e quindi abbiano meno invenduti. Siamo un pozzo di conoscenze del mercato che non va perduto».

Al convegno hanno partecipato Riccardo Martinelli, presidente Fogalco e vicepresidente Ascom Bergamo, Luciano Patelli e Oscar Caironi, rispettivamente presidente e vicepresidente Fimaa Bergamo, Mario Belotti, Marco Tucci del Consiglio Notarile di Bergamo, Daniele Mammani, avvocato e consulente legale Fimaa Italia, sulle compravendite e le responsabilità del mediatore.




Costa Volpino, abbattuta la casa “pendente”

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La casa pendente, divenuta quasi un simbolo del tratto di lago tra Costa Volpino e Lovere, non c’è più.

L’edificio di proprietà demaniale, che divideva a metà il nuovo marciapiede, è stato raso al suolo questa mattina nell’ambito dei lavori di riqualificazione della passeggiata pedonale sul lungolago, a fianco di via Nazionale.

La casa risaliva a circa 70 anni fa. Poco dopo la sua costruzione si era inclinata pericolosamente verso il Sebino. Nonostante questo, l’edificio per molti anni fu abitato e ospitò due attività commerciali, con gli ingressi che davano direttamente su quella che era la statale 42.

Circa 30 anni fa venne abbandonato e iniziò il degrado con muri scrostati, crepe larghe diversi centimetri, balconi pericolanti e serramenti divelti.




In vendita l’ex sede dell’Incubatore d’impresa

incubatore_-_pg.jpgLa Camera di Commercio di Bergamo mette in vendita l’immobile di Brembate Sopra che ha ospitato per alcuni anni l’Incubatore d’impresa. L’ente di largo Belotti ha pubblicato il bando d’asta per l’alienazione dell’immobile, in esecuzione della determinazione n. 137 del 21 maggio 2015, sulle base al piano triennale degli investimenti approvato dal Consiglio.

Il prezzo a base d’asta è di 975.000 euro. L’immobile, in via privata Legler 14, è una palazzina di tre piani di circa 260 mq ciascuno adibita a uffici e aule corsi. È stato acquistato nel dicembre 2006 dalla Fondazione Legler e vi sono state insediate le attività dell’incubatore d’impresa, in precedenza ospitato nei vicini spazi della fondazione stessa, ed i servizi per l’orientamento e lo sviluppo d’impresa. Progetti che dal 2014 sono stati trasferiti al Point di Dalmine.

Il termine per la presentazione delle offerte è il 20 luglio 2015 (ore 12).

Chiarimenti inerenti la procedura potranno essere chiesti all’Ufficio Servizi Informatici e Strumentali Partecipazioni della Camera di Commercio di Bergamo (tel. 035/4225217, e-mail manutenzioni@bg.camcom.it)

Il bando e i documenti correlati 




“Ben venga la cedolare secca, ma gli affitti in centro restano insostenibili”

Sentierone_1Luciano Patelli, presidente Fimaa Bergamo, commenta con favore la proposta avanzata da Confcommercio e Anci per estendere la cedolare secca alle locazioni commerciali. I proprietari immobiliari potrebbero beneficiare di contratti agevolati nel caso affittino i negozi ad attività merceologicamente assenti individuate dalle amministrazioni comunali e riducano considerevolmente i canoni di locazione rispetto a quelli di mercato correnti.

«E’ un passaggio importante per fare rivivere le città e ricreare dei punti d’incontro specialmente in quei quartieri trasformati sempre più in dormitori. Purtroppo per rilanciare il commercio servono interventi ben più decisi. Ad ogni modo, nel caso la proposta venisse accolta, i risultati positivi non tarderanno ad arrivare come accade sempre quando vengono tradotte in pratica idee concrete ed efficaci come questa. La cedolare secca dovrebbe essere estesa però a tutte le attività commerciali, non solo a certi negozi e a determinate categorie merceologiche».

I canoni di locazione in questi anni si sono comunque già ridotti, eccezion fatta per il centro, dove gli affitti sono ormai insostenibili con i consumi al palo: “I contratti nelle zone più centrali non sono stati rivisti e per la maggior parte delle attività sono insostenibili, come mostrano chiusure eccellenti, con imprese storiche che si vedono costrette ad abbassare la saracinesca. Più che di agevolazioni sarebbe bene studiare tasse e canoni in base all’effettiva sostenibilità delle imposte. Molte imprese credono di poter far fronte ad un affitto elevato, ma in molti casi tra tasse e canoni alle stelle finiscono col reggere solo qualche anno o anche purtroppo solo alcuni mesi”.




Patelli: «Il rent to buy? Una soluzione per gli immobili da ristrutturare»

Abitazioni_di_Ridolfi_(Roma_2010)Il mercato immobiliare sembra aver riservato un’accoglienza tiepida alla nuova formula contrattuale dell’affitto a riscatto. «Il rent to buy è una formula di vendita che stenta a prendere piede- commenta Luciano Patelli, presidente provinciale Fimaa, la Federazione Italiana Mediatori e Agenti d’Affari che ha promosso il convegno dedicato all’affitto a riscatto-. I principali ostacoli sono rappresentati dalla tassazione molto elevata e dalle incognite sull’acquisto futuro, unitamente alla preoccupazione, specialmente per immobili nuovi, per eventuali danni che potrebbero essere arrecati all’abitazione. Insomma, come formula contrattuale nata per dare slancio al mercato, lascia più che una perplessità». Diverso il caso di immobili che hanno bisogno di ristrutturazione: «Il rent to buy può essere una formula da adottare per tutti quegli immobili che necessitano di restyling o per cui il proprietario non avverte l’urgenza di vendere. In questo caso il vantaggio principale per chi vende è rappresentato dalla possibilità di fissare oggi il prezzo dell’immobile  per un futuro potenziale acquisto e di avere così un ruolo negoziale e non passivo nella compravendita. Il potenziale acquirente può dimostrare negli anni la propria solvibilità e godere di maggior fiducia in prospettiva presso gli istituti di credito, oltre che valutare con ponderazione la scelta di abitazione compiuta».

patelliLa nuova formula contrattuale dell’affitto a riscatto arriva però in un momento in cui, con valori ribassati di mercato, compravendite e mutui sono in ripresa: «La domanda di prima casa nonostante la crisi è sempre rimasta elevata, ma le difficoltà di accedere ai mutui erano davvero consistenti. Oggi, con valori ribassati fino al 30-35 per cento rispetto anche solo a sette anni fa, quasi tutti possono tornare a considerare con favore l’ipotesi dell’investimento immobiliare, avendo accesso senza troppi problemi a mutui.

Il riequilibrio dei prezzi è basato sul reale potere d’acquisto. In questo senso, il rent to buy arriva con un certo ritardo: nei momenti di forte stretta al credito poteva supportare la vendita, dopo un primo importante test di fiducia, con canoni onorati in modo puntuale». L’applicazione del rent to buy è interessante in ambito commerciale: «I danni che un capannone può subire non sono certo paragonabili a quelli di un’abitazione. Si può valutare questa nuova opzione contrattuale per immobili a destinazione produttiva e commerciale che magari sono da tempo sul mercato». L’interesse per l’affitto a riscatto resta comunque elevato: «La formula attira, ma a differenza del mondo anglosassone dove è collaudata da tempo, in Italia la tassazione elevata frena l’entusiasmo iniziale. Il nostro ordinamento prevede altre formule contrattuali che dal punto di vista fiscale e giuridico risultano ad un’attenta valutazione più vantaggiose. E, alla fine continuano ad essere preferite al rent to buy».




Agenti immobiliari, si fa chiarezza sull’affitto a riscatto

acquisto immobiliRent to buy o affitto con riscatto. È il nuovo tipo di contratto che sta prendendo piede nel mercato immobiliare, anche bergamasco.  Si tratta di una soluzione nella quale il proprietario consegna fin da subito l’immobile al futuro acquirente, che, pagando il canone, dopo un certo periodo di tempo può decidere se acquistare il bene, detraendo dal prezzo una parte dei canoni pagati.

Questo metodo di compravendita immobiliare è presente da molti anni in diversi paesi, come Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Irlanda, Canada ed Spagna, nazioni in cui la formula è esplosa a seguito della crisi dei mutui sub-prime come soluzione ideale per il mercato immobiliare residenziale.

La nuova formula è stata introdotta in Italia dal “Decreto Sblocca Italia”, ma dopo sei mesi dal varo sono ancora molti i dubbi e le difficoltà applicative. Nonostante ciò, la nuova tipologia di contratto sta suscitando un certo interesse da parte dei costruttori, dei mediatori immobiliari e di tutti quegli acquirenti che si trovano in difficoltà ad attingere ad un mutuo.

Per questo motivo, Ascom e Fimaa Bergamo hanno deciso di approfondire il tema con un convegno che mette in evidenza gli aspetti fiscali e giuridici, i vantaggi e gli svantaggi della nuova formula d’acquisto.

L’appuntamento è per venerdì 13 marzo alle 9,30 nella sala Mosaico del Palazzo dei Contratti e delle Manifestazioni della Camera di Commercio di Bergamo (via F. Petrarca 10). I lavori del convegno sono aperti da Paolo Malvestiti, presidente Camera di Commercio di Bergamo, e da Luciano Patelli, presidente Fimaa Bergamo; mentre spetta al notaio Marco Tucci entrare nel merito degli aspetti legislativi, fiscali e giuridici del rent to buy. Modera l’incontro Oscar Caironi, vicepresidente Fimaa Bergamo.

Per iscriversi è necessario scaricare la scheda da www.ascombg.it




Immobili, ora i bergamaschi “fuggono” a Londra

Non sono solo le aziende a volgere lo sguardo all’estero in cerca di nuove opportunità. Lo fa anche chi vuole mettere a frutto i propri capitali e, vista l’italica propensione per il mattone, la ricerca è verso un mercato immobiliare capace di offrire rendimenti interessanti e sicuri. Un’autentica cassaforte è considerata Londra, dove i prezzi sono in costante ascesa e la tassazione è decisamente più benevola di quella nostrana. L’ulteriore plus è rappresentato dal fatto che si trova fuori dall’area euro, al riparo cioè dalle incertezze che oggi dominano sulla moneta unica, tra difficoltà della Grecia e bassa crescita. Proprio quest’ultimo timore sembra avere dato la spinta decisiva, facendo incrementare l’interesse verso gli investimenti all’ombra del Big Ben.

Anche tra i bergamaschi la lampadina si è accesa e dall’aeroporto di Orio al Serio sono cominciati i viaggi in giornata per visionare i siti e prendere accordi. Questo grazie anche ad agenti immobiliari che, leggendo la tendenza, hanno messo a punto un servizio di accompagnamento ad hoc. Come Luciano Patelli, titolare della Patelli Immobiliare nonché presidente provinciale della Fimaa Ascom. «Le richieste sono in aumento – spiega -. Il mercato immobiliare londinese si presenta come una grande opportunità perché offre una resa garantita e tasse più basse, ma soprattutto la tutela dei propri investimenti trovandosi fuori dall’Eurozona, oggi al centro di troppi timori. Non è un caso, perciò, che Londra sia diventata il porto sicuro dove approdano i capitali di tutta Europa. L’Italia segue il trend, tanto che le stime parlano di due o tre visite informative a settimana fino a una al giorno in ogni agenzia immobiliare della città da parte di italiani. Da alcuni mesi anche da Bergamo e dalla province vicine abbiamo cominciato ad assistere potenziali acquirenti».

Oltre al rendimento, che parte dal 4,5% e può arrivare al 7%, e al fisco più leggero (per le persone fisiche non ci sono tasse fino a 10mila sterline, sopra tale cifra sono del 20%), i punti di forza dell’investimento sono la snellezza nella gestione dell’affitto, seguita interamente dalle agenzie, la facilità nel trovare inquilini – e, se necessario, di procedere allo sfratto – l’alta richiesta di immobili (per via anche della maggiore propensione degli inglesi a cambiare casa cercando ogni volta una sistemazione migliore) e quindi la possibilità di vendere in tempi brevi. «Per assicurare ai nostri clienti prodotti con un mercato sicuro – evidenzia Nicola Arrigoni, esperto del real estate londinese che collabora con Patelli – abbiamo fatto una precisa scelta degli immobili da proporre. Parliamo di “apartment”, ossia abitazioni ricavate in palazzi e ville, o “flat”, in stabili condominiali, in una fascia di prezzo da 300mila sterline a 700mila, non oltre, in quartieri di pregio come Kensington, Chelsea e Knitghtsbridge e a meno di dieci minuti a piedi dalla metropolitana. Sono immobili appetibili non solo per la posizione ma anche per il valore storico e architettonico e non manchiamo di far valere il gusto italiano, non scegliamo infatti mai soluzioni al piano terra o interrate e se gli ambienti sono da ristrutturare sono pronti partire da Bergamo architetti con i quali collaboriamo».

«Se da un lato colpiscono i tempi rapidi e la snellezza delle procedure, altri aspetti del diritto britannico in tema di immobili possono anche lasciare un po’ spiazzati gli acquirenti italiani – rileva Patelli -. Non c’è il notaio né il catasto, per questo è molto importante la fase della verifica ed è bene affidarsi a dei professionisti, e non c’è nemmeno l’accordo preliminare: significa che se anche un’ora prima di firmare il contratto il venditore riceve un’offerta superiore il proprio acquisto salta». «È proprio questa estrema dinamicità del mercato il maggiore scoglio mentale per gli italiani, e i bergamaschi in particolare  – fa notare Arrigoni -. A Londra un immobile viene venduto nel giro di due settimane, non c’è perciò tempo per pensarci troppo su». Quanto alla possibilità di accedere ad un mutuo, per un italiano non residente è costoso, ma non impossibile e il rendimento dell’investimento dà di certo una mano nel sostenere il finanziamento.

Ma chi sono i clienti interessati a comprare casa a Londra? «Soprattutto imprenditori e qualche libero professionista, bergamaschi come detto, ma anche milanesi – dice Arrigoni -. Noi li accompagniamo in tutte le fasi e li portiamo a vedere gli immobili e a conoscere gli agenti con cui collaboriamo. Al progetto stiamo lavorando da circa sei mesi e presto dovrebbero concludersi le prime compravendite». Anche per gli agenti immobiliari Londra è quindi diventata un’opportunità. «Ormai le visite sono frequenti – rivela -. Siamo sempre pronti a salire sul volo delle 6.30 da Orio al Serio e a fare ritorno con quello delle 15.30».