Ascom, premio nazionale per l’Innovazione con gli Speed Date del Turismo

Speed date del turismo - premiazione Confcommercio a Chia

L’Ascom di Bergamo è stata premiata per l’“Innovazione di Sistema Confcommercio” con il progetto di consulenza-lampo “Speed Date del Turismo”, che il 3 e 4 aprile scorsi ha portato in Associazione albergatori e ristoratori per migliorare e ottimizzare la gestione d’impresa.

L’iniziativa ha ricevuto il terzo premio “Innovazione di Sistema” della Confederazione nazionale ieri, durante la cerimonia ufficiale di consegna dei riconoscimenti alla “Conferenza di Sistema” annuale in corso a Chia, in provincia di Cagliari.

Il primo posto se l’è aggiudicato Confcommercio di Trieste con “sNodo”, spazio di co-working per la creazione e innovazione d’impresa mentre il secondo gradino del podio l’ha conquistato Confcommercio Lombardia con l’evento “Startup Factory” dedicato ad aspiranti imprenditori e liberi professionisti. Complessivamente hanno partecipato 42 progetti. Il premio, ritirato dal vicepresidente di Ascom Bergamo Giovanni Zambonelli e dal direttore Oscar Fusini, è stato consegnato dal presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia Carlo Sangalli.

Con lo slogan “Aggiornarsi per competere”, gli speed date del turismo sono stati realizzati dall’Area Formazione dell’Ascom, guidata da Daniela Nezosi, in collaborazione con l’Ente Bilaterale del Turismo e GP Studios, azienda emiliana leader nella formazione delle imprese che operano nell’ospitalità.

La due giorni di consulenza su misura, con format mutuato dagli incontri-lampo nati negli Stati Unti per la ricerca dell’anima gemella, ha permesso a 31 imprese del turismo (alberghi e ristoranti) di portare a casa in meno di due ore una nuova visione del proprio business.

Ascom ha messo a disposizione venti minuti di consulenza per ogni aspetto gestionale, cronometrati e ritmati dal suono di un campanello, per trovare l’idea vincente d’impresa grazie a cinque specialisti in cinque aree aziendali: commerciale, analisi dei costi e dei ricavi, web e social media marketing, strategia di marketing, lavoro e sicurezza.

la delegazione Ascom alla Conferenza di Sistema Confcommercio
La delegazione Ascom alla Conferenza di Sistema Confcommercio “festeggia” il riconoscimento




Facciate ventilate, l’alternativa al “cappotto” ora ha il suo showroom

showroom duesse coperture - Ponte Nossa - facciate ventilateUno showroom dedicato all’innovazione progettuale per stimolare la riqualificazione degli edifici all’insegna del risparmio energetico e della valorizzazione dell’involucro esterno: la divisione Rivestimenti Ventilati di Duesse Coperture è pronta ad aprire le porte del nuovo spazio espositivo dedicato alle facciate ventilate con un open day il 21 e 22 settembre, dalle 9.30 alle 18.30, presso la sede dell’azienda in via Spiazzi 52 a Ponte Nossa.

Primo e unico a Bergamo, lo showroom è rivolto a tutti i professionisti del settore: architetti, progettisti, imprese edili, società immobiliari, amministratori condominiali e committenti privati ed è tra i pochissimi in Italia ad avere una così ampia esposizione nella scelta materica.

Durante l’inaugurazione, i tecnici della Duesse saranno a disposizione per illustrare materiali e tecnologie di questo innovativo sistema di rivestimento posato a secco su costruzioni nuove o esistenti e nella giornata inaugurale del 21 settembre, alle ore 15, è previsto un seminario con gli interventi di Emanuele Artina, Ceo divisione Rivestimenti Ventilati di Duesse Coperture, dell’architetto Marcella Datei, progettista dello showroom, e di esperti del settore.

«Ci piace sottolineare che con il rivestimento ventilato cambiamo pelle all’edificio – spiega Emanuele Artina della divisione Rivestimenti Ventilati di Duesse Coperture -. Questo spazio è un luogo di innovazione dove prendere consapevolezza dell’importanza che l’involucro esterno dell’edificio può assumere in ambito energetico e architettonico. Lo showroom è infatti strutturato per emozionare progettisti e committenti e per trasmettere le potenzialità di un investimento strutturale che coniuga vantaggi tecnologici, estetici e di comfort energetico, senza dimenticare le ricadute positive sul valore immobiliare dell’edificio».

Le facciate ventilate sono una soluzione costruttiva multistrato composta da un paramento esterno, una camera d’aria e una sottostruttura in alluminio: nel caso di ristrutturazioni e riqualificazioni l’intervento si attua senza dover risanare gli intonaci e i muri esistenti perché l’intercapedine che viene a crearsi tra il paramento esterno e la sottostruttura in alluminio permette una ventilazione ottimale che, grazie al fissaggio a secco e senza l’ausilio di collanti, favorisce la traspirabilità della muratura.

Anche la struttura metallica portante, fissata al muro dell’edificio mediante un sistema di staffe e ancoraggi, vanta una facilità e velocità di posa in opera e di manutenzione che rende le facciate ventilate una soluzione efficiente per qualsiasi tipo di edificio.

I tanti rivestimenti a disposizione consentono poi di dare un look nuovo nel segno del design più ricercato: le facciate ventilate possono essere infatti in gres porcellanato, in cotto, in pietra, marmo e graniti, laminati plastici, legno, ceramica, fibrocemento, alluminio e persino in plastica riciclata. Tutti plus che spiegano l’ampia diffusione delle facciate ventilate nell’edilizia residenziale e commerciale, dai condomini alle banche: una scelta intelligente per tutti i progettisti che vogliono unire i vantaggi dell’isolamento termoacustico al miglioramento della qualità estetica finale.




Tavoli Ocse, accordo sulla riorganizzazione. Si riparte

Camera di CommercioTavoli Ocse, si riparte. Dopo il dibattito delle scorse settimane su ruoli e obiettivi, la Cabina di regia del Tavolo per lo sviluppo e la competitività di Bergamo, riunita quest’oggi, «ha concordemente deciso una riorganizzazione dei dossier tematici e delle attività dei gruppi di lavoro – scrive la Camera di Commercio, promotrice dello studio e del coordinamento – per dare nuovo slancio al progetto comune tra gli otto firmatari del Patto e di raggiungere gli obiettivi indicati dall’Ocse».

Nello specifico, il dossier Competitività delle Pmi confluirà nel dossier Innovazione. Vi sarà poi un migliore raccordo tra il dossier Education e il dossier Innovazione sul tema delle competenze digitali e, sempre all’interno di questi due gruppi, verrà attivato un tavolo specialistico sul “sistema della salute”. Quest’ultimo lavorerà sotto il coordinamento scientifico dell’Università di Bergamo, nella persona della direttrice del Dipartimento di Ingegneria, e sarà aperto a rappresentanti del mondo della sanità, della filiera della salute e ai coordinatori dei dossier Education e Innovazione.

Sul raccordo con la strumentazione e gli obiettivi del piano nazionale Industria 4.0, la Cabina di regia ha riconosciuto il ruolo di primo orientamento delle imprese che sarà istituzionalmente svolto dai Punti Impresa Digitale del sistema camerale e ha registrato la convinta volontà di dialogo tra Confindustria e Imprese & Territorio in materia Digital Innovation Hub. Il dossier Innovazione continuerà inoltre ad approfondire il vasto tema strategico ad esso assegnato a vantaggio delle imprese e dell’intero sistema Bergamo in tutte le sue diverse articolazioni, con un costante confronto con le migliori prassi a livello nazionale e internazionale.

«Con la riunione di oggi – afferma il presidente Paolo Malvestiti – la Cabina di regia ha ripreso la sua piena operatività. Sono state poste le basi per il lavoro che ci attende da qui alla fine dell’anno, sia per quanto riguarda la ridefinizione dei dossier, sia per quanto concerne la proposta delle azioni di sistema da attivare sul territorio».




Startup innovative, a Bergamo sono 116. La maggior parte opera nei servizi

idea innovazione

In Italia ci sono 7.241 startup innovative (dato della sezione speciale del Registro delle imprese aggiornato a fine maggio 2017). Un numero significativo e in costante crescita. La normativa che regola questa forma societaria (D. Lgs. 179/2012) è infatti entrata nel suo quarto anno di operatività e lo scorso dicembre un primo pacchetto di circa 820 startup è fuoriuscito dal regime agevolato per raggiunti limiti di età.

La Lombardia è la regione che di gran lunga ne ospita di più: 1.655, seguita da Emilia Romagna (798), Lazio (687), Veneto (646) e Campania (516). In provincia di Bergamo risultano registrate 116 startup innovative, in maggioranza nel settore dei servizi (83) e dell’industria-artigianato (24).

La Camera di commercio bergamasca, nel presentare il nuovo servizio AQI – Assistenza Qualificata Imprese alternativo all’atto pubblico per la costituzione della società, ha anche scattato una fotografia più dettagliata. Per quanto riguarda i principali ambiti di attività, 24 startup operano nella produzione di software o consulenza informatica, 23 nella ricerca scientifica e sviluppo, 10 in attività professionali, scientifiche o tecniche, 6 nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e altre 6 in attività di consulenza.

Tra queste, 26 sono imprese ad alto valore tecnologico in ambito energetico, 18 hanno una presenza femminile maggioritaria, forte o esclusiva, 26 hanno una presenza giovanile maggioritaria, forte o esclusiva.

Per quanto riguarda i requisiti per poter essere una startup innovativa, 65 rispettano il primo requisito, ossia sostengono spese in ricerca e sviluppo maggiori o uguali al 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione; 30 rispettano il requisito del personale qualificato (almeno i 2/3 dei dipendenti o collaboratori con laurea magistrale oppure 1/3 di dottorati, dottorandi o laureati con almeno tre anni di attività di ricerca certificata); 30 startup rispettano il terzo requisito (impresa depositaria o licenziataria di privativa industriale, oppure titolare di software registrato); nove aziende soddisfano più di un requisito.

Startup innovative

La definizione

Con l’obiettivo di promuovere la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, in particolare giovanile, nell’autunno del 2012 il Governo ha adottato il DL 179/2012, che ha introdotto la definizione di nuova impresa innovativa, la startup innovativa.

Le startup innovative sono società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

I requisiti

• sede principale in Italia o in uno Stato UE o EEA (spazio economico europeo) con sede produttiva o filiale in Italia
• costituite da non più di 60 mesi
• ultimo bilancio non superiore a 5 milioni di euro
• non distribuire utili
• non nascere da fusione, scissione o cessione di ramo di azienda

Le startup innovative devono inoltre presentare almeno una di queste caratteristiche:

• spese in ricerca e sviluppo maggiori o uguali al 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione
• almeno i 2/3 dei dipendenti o collaboratori con laurea magistrale oppure 1/3 di dottorati, dottorandi o laureati con almeno tre anni di attività di ricerca certificata
• almeno un brevetto o privativa industriale

I vantaggi

Per le startup innovative è stato predisposto un pacchetto di misure molto articolato, che interviene in materia di semplificazione amministrativa, mercato del lavoro, facilitazioni burocratiche ed agevolazioni fiscali per le pratiche del Registro Imprese, non assoggettamento alla procedura di fallimento. Condizione fondamentale per beneficiare di tali vantaggi è che le startup siano iscritte nell’apposita sezione speciale del Registro delle Imprese.




Tutela dell’innovazione, seminario gratuito al Point di Dalmine

proprie_industr.jpgL’innovazione è un fattore determinante che influisce sul grado di concorrenzialità delle aziende. Tutelare la Proprietà Industriale e conoscere gli strumenti giuridici che si prestano a questo scopo diventa quindi sempre più importante per qualsiasi impresa innovativa.

Per favorire questa conoscenza, c’è il seminario gratuito “La tutela dell’innovazione in aziende e i rapporti con i soggetti esterni”, in programma martedì 23 maggio, alle 14.30 al Point – Polo per l’Innovazione Tecnologica di Dalmine (via Pasubio 5).

L’incontro è promosso nell’ambito del progetto “Tutela e valorizzazione della Proprietà Industriale a supporto dell’innovazione e della competitività delle MPMI bergamasche”, iniziativa finanziata dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzata da Bergamo Sviluppo in collaborazione con le locali Organizzazioni di categoria, con il supporto tecnico-scientifico sia dell’Ufficio Brevetti e Marchi della Camera di Commercio, sia del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Bergamo.

Il seminario fornirà un’ampia panoramica dei temi fondamentali legati alla protezione, alla gestione e alla tutela della Proprietà Intellettuale, sia all’interno dell’impresa sia nel rapporto con i terzi. Gli argomenti avranno un taglio operativo e saranno trattati dal punto di vista tecnico e giuridico.

IL PROGRAMMA

  • l’innovazione tra la registrazione di design, il deposito di brevetti oppure il mantenimento del segreto aziendale: vantaggi e svantaggi della divulgazione e del regime di segretezza;
  • l’innovazione realizzata dal dipendente o da soggetti esterni all’azienda;
  • la tutela del know how e le policy aziendali;
  • le possibili tutele contrattuali in azienda e nei rapporti con i terzi.

Iscrizioni sul sito www.bergamosviluppo.it (calendario eventi o news scorrevoli in homepage)

 




Start up, il concorso che mette in luce le idee più innovative

startup-business-conceptSiete una start up innovativa e volte mettervi in luce? Allora potere partecipare alla start up competition di Regione Lombardia e della rivista Wired. La “call” è dedicata a chi opera nei settori Agricoltura/Food, Design, Fashion, Sport, Health, Mobility, Innovazione sociale, Turismo, Fintech.

Per partecipare occorre compilare, entro il primo maggio, l’apposito form di registrazione sul sito Wired.it. Nella domanda bisognerà descrivere l’attività e il team di lavoro, indicare il settore di appartenenza, illustrare il business plan e il possibile impatto sul mercato. È inoltre richiesto di allegare un breve video di presentazione e un tweet di massimo 100 caratteri. Sono invitate a partecipare anche le start-up in fase di lancio.

A seguire, una giuria composta da rappresentanti della Regione Lombardia e da redattori di Wired decreterà le nove startup finaliste (una startup finalista per ciascun settore innovativo di appartenenza), che saranno ospitate all’interno di uno “startup village” di Wired e Regione Lombardia allestito durante il Wired Next Fest di Milano (nelle giornate del 26, 27, 28 maggio 2017). Alla selezione delle nove start up finaliste contribuirà anche la votazione tramite la piattaforma regionale Open Innovation, una piattaforma, accessibile su iscrizione, che ad oggi raccoglie più di 5.000 iscritti tra accademici e professionisti.

Vincitrice del contest sarà la start-up che avrà ottenuto il punteggio più alto tra le nove finaliste e un suo rappresentante sarà invitato sul palco del Wired Next Fest, dove sarà protagonista di un talk e iscritto nel palinsesto ufficiale dell’evento. È infine prevista la pubblicazione di un contenuto dedicato a tutte le startup finaliste sul sito Wired.it.




Il futuro dei negozi? Passa da e-commerce e capacità di collaborare

negozio e on line

Terziario sempre più vitale per competere e crescere, a patto di lavorare insieme e di investire. È quanto emerge nella presentazione dell’indagine Terziario Futuro 2020 a cura di CFMT, il Centro di formazione management del terziario nato nel 1994 per iniziativa della Confcommercio e Manageritalia.

Lo scenario costruito con il metodo Delphi e l’apporto di dieci esperti guarda al 2020 e mostra quali saranno le opportunità e i rischi che riguardano la rivoluzione del settore. L’economia del web continuerà a contenere due tendenze complementari: favorirà una struttura del mercato oligopolistica, a volte monopolistica, ma nello stesso tempo stimolerà la nascita di “killer application” capaci di mettere in discussione le regole del gioco, come spiega il sociologo Stefano Palumbo.

L’e-commerce sarà sempre più complementare del negozio tradizionale, la dimensione e la capacità di collaborare tra piccole e medie imprese sarà centrale per competere con colossi mondiali, secondo quanto illustrato a Milano nel corso dell’appuntamento giunto alla sesta edizione.Tra le maggiori evidenze a livello economico emerge che il “Made in Italy” necessiterà del terziario per mantenersi competitivo, per supportare la produzione del valore. Un contributo che va dal concepimento del prodotto alla sua comunicazione; la necessità di fare “massa critica” sulle competenze organizzative stimolerà partnership e alleanze.

Il piano Industria 4.0, pur apprezzato dagli esperti, si rivelerà complesso per deficit di competenza e di fiducia. L’Italia avrà difficoltà in funzione delle ridotte dimensioni delle imprese, inoltre le pmi «presenteranno il limite di una scarsa attitudine alla collaborazione». Sarà determinante «il ruolo di stimolo dell’attore pubblico che dovrà basarsi sulla promozione della cultura digitale e sulla trasformazione della Pa». Altro limite sarà la mancanza da parte di molte imprese «delle competenze per utilizzare la sempre più ampia disponibilità di Big Data».

Sul fronte del lavoro, la sostituzione tecnologica delle persone accelererà per la maggiore offerta di tecnologie, l’effetto sostituzione colpirà più le imprese che le categorie professionali: a un 20% di imprese al riparo da rischi farà da contraltare una grande quota destinata a soccombere. La necessità di riqualificare le risorse umane sarà quindi di grande importanza: saranno poche le professioni che scompariranno definitivamente – nell’ordine del 10% – mentre quasi tutte le altre verranno trasformate. Non solo investimenti fisici o sul fronte della sicurezza, ma soprattutto culturali, di know how e sulle persone. «Il principale elemento negativo – si legge nell’indagine Terziario Futuro 2020 – del prossimo futuro sarà la mancanza di investimenti in innovazione e nel digitale, con la conseguente scarsa crescita del Pil. Nel triennio, anche la crescita dell’Ict continuerà a rallentare la crescita della produttività nel nostro Paese». Eppure da qui al 2020 il fabbisogno di manager e managerialità aumenterà per far fronte alla maggiore complessità dell’organizzazione aziendale e dei nuovi business. Competenze relazionali e negoziali, capacità di visione e di anticipazione, condivisione e trasferimento del know how, le caratteristiche per i manager che vogliono essere protagonisti. Si rafforzerà il welfare contrattuale, sfruttando attraverso accordi sindacali «risorse derivanti da istituti ormai obsoleti». Cresceranno le possibilità di lavoro da casa o con orari flessibili, ma lo smart working, visti i maggiori investimenti, sarà concentrato nelle aziende medio-grandi.

«Oggi saltano i confini settoriali che separavano industria e terziario. L’innovazione non è più monopolio dell’industria ed è frutto di un’inedita coabitazione tra materiale e immateriale che cambia il significato attribuito tradizionalmente all’industria e al terziario». Così Francesco Rivolta, direttore generale di Confcommercio, intervenuto a alla presentazione dello scenario Terziario Futuro 2020. «Questo ha conseguenze dirompenti sull’assetto della rappresentanza imprenditoriale e sindacale, ancorata tuttora a confini settoriali e geografici che derivano dal secolo scorso e non reggono più – sottolinea -. Per tutti i soggetti collettivi, ma specialmente per chi fa della rappresentanza imprenditoriale, del lavoro e sociale il suo “mestiere”, si apre oggi un campo di azione decisivo: portare avanti le grandi trasformazioni dei modelli di business, dei modi di lavorare, delle forme di scambio, comunicazione e commercializzazione», ha concluso Rivolta.




Le idee sono sempre più “in rosa”. Le storie di tre donne che hanno svoltato

donna impresa

L’imprenditoria è da declinarsi, non a caso, al femminile. Sono sempre più le donne che scelgono di mettersi in proprio o di lanciarsi nel mondo del lavoro da protagoniste magari dopo anni di difficoltà a trovare impiego. Non manca poi chi decide di investire in un’idea e sceglie di mollare quel lavoro “fisso e sicuro” che tanti invidiano.

In provincia di Bergamo le imprese femminili sfiorano il 20% del totale: a fine 2016 se ne contavano 18.698, pari al 19,6% delle attività registrate, cifra che colloca la provincia al terzo posto dopo Milano e Brescia. In Bergamasca sono diffuse soprattutto nel settore del terziario, tra cui spiccano il commercio all’ingrosso e al dettaglio (33,4%), le attività di confezioni, la ristorazione e le attività di alloggio (oltre il 30%) e le attività dei servizi d’informazione e di informatica. Le imprese femminili giovanili bergamasche – ossia quelle in cui controllo e proprietà sono in prevalenza under 35 – sono 2.646, l’11,4% delle imprese femminili registrate. Le imprese rosa con presenza maggioritaria di cittadini stranieri sono 2.125 e rappresentano il 9,7% del totale delle aziende femminili. Quanto alla forma giuridica d’impresa, la più diffusa è quella individuale, che interessa più di 6 imprese su 10. Il 24,4% delle imprese individuali è femminile, l’incidenza scende attorno al 15% per le società di capitale e di persone. La presenza femminile nel settore cooperativo è invece più alta, pari al 16,4%.

Sono sempre più anche le aspiranti imprenditrici: nel 2016 si sono rivolte al Punto Nuova Impresa, lo sportello di orientamento della Camera di Commercio di Bergamo, 264 donne, pari al 43,35% degli utenti del servizio. Le principali richieste accolte dal Punto Nuova Impresa hanno riguardato la ricerca di eventuali finanziamenti (per il 29,27% del totale), le procedure burocratiche che l’avvio d’impresa comporta (per il 21,27%), seguite dalla normativa di riferimento (14,01%) e dalle procedure legali (11,51%). Quanto all’età, l’identikit degli aspiranti imprenditori – non si discosta il quadro per le imprenditrici – è di giovani tra i 30 e i 39 anni (per il 31,69%) se non giovanissimi dai 20 ai 29 anni (29,56%), per lo più inoccupati o disoccupati (per il 33,99%). Non manca chi si trova ad aprire un’impresa tra i 40 e i 49 anni (il 19,70%) e oltre (il 9,69%  ha tra i 50 e i 59 anni, mentre sfiora il 5% l’incidenza degli over 60).

Ecco qui raccontate tre storie di imprese di successo, nate da esperienze e vissuti completamente diversi. C’è l’esperta di marketing e promozione, l’ideatrice delle sorpresine del Mulino Bianco, il primo fenomeno italiano di baby-collezionismo di massa, che ha ideato un brevetto e sta avendo grande successo con le prime audiocartoline religiose al mondo. C’è l’ex manager che si è fatta da sé, partendo da un lavoretto come cassiera part-time, e ha deciso di mollare tutto per dedicarsi più alla famiglia inaugurando un’attività di e-commerce nell’allestimento di feste e eventi. C’è l’ex segretaria di uno studio contabile che ha detto addio a pratiche e numeri per dedicarsi alla sua passione per le creme naturali, aprendo un negozio della prima catena franchising di cosmesi biologica.

Le imprenditrici

Ascolta la mia voce

L’audiocartolina si evolve e va in aiuto di medici e pazienti

Graziella Carbone di Ascolta la mia Voce

Graziella Carbone ha fatto sognare una generazione intera ideando le “sorpresine” del Mulino Bianco, che han dato vita ad un vero e proprio baby – collezionismo (e non solo) di massa, tanto da essere inserito con i pezzi più significativi nell’esposizione, attualmente in corso, “Giro Giro Tondo – Design for Children” alla Triennale di Milano. Sono un centinaio le sorpresine fornite al museo per l’esposizione dalla collezione privata di Graziella Carbone. «Dal 1983 al 1993 sono stati realizzati per Mulino Bianco 1 miliardo e 700 milioni di pezzi delle 785 sorpresine con relative varianti, racchiuse in una scatolina come quella dei fiammiferi, per richiamare la famiglia e la cucina – commenta l’ideatrice delle gomme, della meridiana, delle carte gioco e degli origami inseriti in ogni confezione di merendine -. Se le mettessimo una in fila all’altra farebbero una volta e mezzo il giro del mondo».

La “mamma” delle sorpresine è un vulcano di idee continue e dopo l’apertura al mondo della sua casa di Trescore Balneario riadattata a bed & breakfast, due anni fa ha brevettato le prime audiocartoline, applicate inizialmente in ambito religioso, fondando “Ascolta la mia voce”.  Il progetto, entrato nell’Incubatore d’Impresa della Camera di Commercio e salutato come una delle idee più innovative dalla Start Cup dell’Università di Bergamo sia provinciale che regionale, si propone l’obiettivo di tenere compagnia a fedeli con la Preghiera Semplice di San Francesco, con tanto di ritratto del Cimabue riprodotto direttamente dal Museo della Porziuncola di Assisi, o con il Discorso alla Luna, con la voce di Papa Giovanni XXIII, solo per citare le prime cartoline prodotte.

«La malattia che si è poi portata via mio marito ci ha portato a frequentare centri e ricoveri – racconta Graziella Carbone -. Dopo la sua scomparsa mi sono messa a lavorare ad un’idea per tenere compagnia ed accompagnare le giornate dei malati, di chi fatica a leggere o di chi ha perso la vista. Così in un giorno di febbraio 2015 ho pensato alle vecchie cartoline musicali di auguri che con la loro musica facevano sorridere ogni festeggiato e ho subito pensato a come replicare l’idea con una voce registrata».  Nasce così “Ascolta la mia voce”, non senza un accurato studio di fattibilità e un’indagine di mercato, visto che marketing e promozione sono stati e sono tutt’oggi – visto che la collaborazione con Il Mulino Bianco ed altre aziende come Lactis continuano – il pane quotidiano di Graziella Carbone.

«Ho subito contattato il mio fornitore storico, con cui in tanti anni di lavoro abbiamo ideato centinaia di articoli promozionali e sorprese, per trovare i chip per registrare la voce e curare l’impaginazione delle audiocartoline – spiega l’imprenditrice -. Con il progetto Step e Incubatore d’Impresa di Bergamo Sviluppo ho validato l’idea imprenditoriale intervistando 300 persone durante la Fiera del Libro di Bergamo ed altre 300 ad Assisi all’uscita dal bookshop del Museo della Porziuncola. I risultati sono stati davvero positivi: il 50% del pubblico trasversale della Fiera ha dichiarato che avrebbe acquistato un’audiocartolina, tra questi l’80% per regalarlo e il 20% per sé. Fuori dal Museo della Porziuncola, con mia sorpresa e soddisfazione, il 100% degli intervistati ha dichiarato che l’avrebbe comprato non solo per sé ma anche da regalare e riteneva più che congruo un prezzo di vendita di 8-9 euro».

audiocartolina Ascolta la mia voce

L’idea diventa presto un brevetto e viene trasformata in realtà, con uno studio accurato di ogni aspetto, dalla registrazione vocale alle musiche, tutte realizzate ad hoc, alla veste grafica. Il progetto imprenditoriale conserva poi sin dagli esordi un’anima solidale: parte del ricavato sarà infatti impiegato per la realizzazione di sussidi didattici per malati di Alzheimer, in collaborazione con la Fondazione Santa Maria Ausiliatrice di Bergamo. «L’obiettivo è realizzare 92 audiocartoline di Santi, con registrazioni ascoltabili in media fino a 90-100 volte. La voce, originale nel caso di Papa Giovanni XXIII o la mia che interpreto preghiere e scritti dei Santi, viene incisa in studio e accompagnata da musica realizzata in esclusiva» precisa Carbone.

A maggio, nel mese della Madonna, partirà la raccolta fondi, lanciata sulla piattaforma statunitense di crowdfunding Kickstarter per la traduzione delle audiocartoline in altre lingue, preparandosi a rispondere al trend in crescita del turismo religioso che ogni anno muove nel mondo 330 milioni di fedeli. Ma una novità molto interessante rappresenta l’applicazione medica di Ascolta la mia voce, che sta entusiasmando gli operatori del settore, dai medici alle big company farmaceutiche. L’idea innovativa consiste in una scheda paziente personalizzata e “parlante” sotto forma di audiocartolina, dove il medico può incidere direttamente la propria voce, dando indicazioni e terapie, che si possono così riascoltare a casa data la scrittura proverbialmente arzigogolata dei camici bianchi: «L’audiocartolina speciale è dotata di due chip: uno per registrare e uno per ascoltare – spiega Graziella Carbone -. Il medico può incidere la propria voce indicando terapie e consigli fino a 50 volte e il paziente o chi per esso, penso ad esempio a badanti o familiari, può riascoltarlo quando desidera a casa. È uno strumento davvero semplice e immediato, che consente di fugare ogni dubbio su terapie e consigli riascoltando la voce del proprio medico, senza dovere ricontattarlo o affannarsi a cercare ricette e prescrizioni».

PalaParty

L’ex manager ora spopola con gli allestimenti per le feste

Silvia Gabriele di PalaParty
Silvia Gabriele di PalaParty

Silvia Gabriele si è costruita una carriera da manager partendo da un contratto come cassiera part-time a Roma da Unieuro per poi approdare direttamente a Monticello d’Alba, nel quartier generale di Oscar Farinetti fino alla sua cessione dell’azienda al gruppo britannico Dixon. È poi passata all’azienda Cellularline con il ruolo di category manager, accompagnando lo sviluppo dell’azienda nella distribuzione di prodotti. Trovato l’amore a Bergamo, qui ha messo su famiglia, continuando a lavorare per Cellularline in tutta Italia fino al 2013, anno in cui, con la seconda gravidanza si è concessa un anno di riflessione, che l’ha portata poi a dimettersi da manager.

Nel 2014 nasce di così PalaParty, portale di e-commerce, frutto della passione per l’allestimento della tavola e l’organizzazione di eventi di Silvia Gabriele, non senza un’attenta analisi di business pianificata con piglio manageriale. «Ho presentato, dopo mesi di analisi di mercato e ricerca prodotti, il mio business-plan in Camera di Commercio, cogliendo l’opportunità del bando per entrare nell’Incubatore di Impresa – spiega -. Il mercato è emergente: ormai ceramiche e porcellane cedono il posto a tavola a piatti, posate e bicchieri studiati per l’occasione, a tema con la festa. Il “servizio buono” ormai si usa per contesti formali e grandi occasioni. Per feste e ricorrenze, a partire dagli eventi riservati ai più piccoli, si cerca un modo diverso e divertente per apparecchiare la tavola».

Prima di decidere di sbarcare sul web è stata data priorità ad una gestione perfetta di magazzino e consegne: «La logistica è centralizzata e garantisce consegne in tutta Italia entro le 48 ore. La collaborazione con Amazon ci sta portando ottimi risultati. Per farci conoscere sul territorio abbiamo aperto a Natale un temporary-store in centro a Bergamo, tra via XX Settembre e via Tiraboschi, con allestimenti per la tavola dedicati alle festività». PalaParty ha ampliato l’offerta con alcuni prodotti a marchio privato, a partire da una bombola ad elio usa e getta proposta a 19,90 euro, con un erogatore particolare, e ha ottenuto la distribuzione in esclusiva del brand inglese Talking Table, tra i leader nell’allestimento. Tra i prodotti di maggior successo gli allestimenti della tavola per i più piccoli e i kit per fare foto simpatiche per rendere meno ingessati gli scatti di matrimoni ed altri eventi, oltre ad un’insolita campana che lancia stelle filanti al posto del riso, molto richiesta per la canonica uscita dalla chiesa.

Thymiama

Addio alla scrivania per aprire la profumeria bio

Francesca Vedovelli di Thymiama Bergamo
Francesca Vedovelli di Thymiama Bergamo

Francesca Vedovelli ha deciso nel 2013, a 29 anni, di dire addio una volta per tutte al lavoro di scrivania in ufficio, come segretaria di uno studio contabile, per aprire il suo negozio. Da sempre appassionata di cosmesi naturale e bio, impegnata nella ricerca di prodotti e trattamenti per se stessa, ha scelto di mettere a frutto le conoscenze acquisite sul campo e la sua passione per diventare imprenditrice.

«Avevo ricevuto un invito per l’inaugurazione del negozio Thymiama di Milano, una delle prime aperture italiane della prima catena in franchising di bioprofumerie nata a Roma. Ho chiesto un supporto al mio ex datore di lavoro, che oggi è il mio commercialista, per business plan e progetto imprenditoriale e nel giro di qualche mese sono diventata anche io franchisee della catena, aprendo la terza profumeria italiana Thymiama».

Il nome greco racchiude l’idea di un profumo naturale, l’essenza di una cura consapevole di sé. La scelta della sede è ricaduta su via San Tomaso, a due passi dall’Accademia Carrara: «Cercavo una via di passaggio, ma non troppo commerciale, dove vi fossero ancora piccoli negozi e botteghe artigiane. Da sempre sono legata a questa zona, a due passi da Borgo Santa Caterina, dove per anni mia zia ha avuto il negozio di ceramiche artistiche MammaRo’, una delle prime realtà artigianali a creare una rete franchising». Il negozio in questi anni ha fidelizzato una clientela ormai affezionata e sempre attenta a ingredienti, etichette, provenienze, eccipienti: «La maggior parte della clientela è giovane e giovanissima, dai 18 ai 30 anni in media – spiega Francesca Vedovelli -. Si informa molto su internet e attraverso i social, con un occhio sempre attento al rapporto qualità prezzo, che è anche un mio pallino perché la diffusione del biologico deve essere accessibile a tutti. Non mancano clienti vegane che possono contare su un’ampia gamma di prodotti, ovviamente anche cruelty free, come ogni altra referenza in assortimento in negozio. C’è anche una clientela più matura, che apprezza principi anti-age naturali e che magari scopre il beneficio di una cura naturale dopo anni di creme contenenti siliconi e petrolati».

La crisi comunque si fa sentire anche in un settore di nicchia come questo: «In questi tempi si sta attenti alla spesa che riguarda tutto ciò che non è strettamente necessario, ma non posso comunque lamentarmi dell’andamento dell’attività, anzi continuo a sentirmi una privilegiata perché ho l’opportunità di fare ogni giorno un lavoro che mi piace».




Go.In’, l’alta formazione che fa più competitive le pmi

internazionalizzazione goin - bergamo sviluppoImprenditori, manager e dipendenti di micro, piccole e medie imprese bergamasche possono imparare a rendere le proprie aziende più competitive con il corso di Alta Formazione “Imprenditorialità e innovazione per l’internazionalizzazione delle MPMI” (Go.In’ – Go International Be Innovative).

L’iniziativa, giunta alla sesta edizione, è cofinanziata dalla Camera di Commercio di Bergamo e realizzata dall’azienda speciale Bergamo Sviluppo in partenariato con il sistema associativo territoriale e con il supporto tecnico dell’Università degli Studi di Bergamo (in particolare i Centri di Ateneo SdM– School of Management e CYFE –Center for Young and Family Enterprise).

Obiettivo del corso, è fornire strumenti efficaci per riuscire ad affrontare meglio le decisioni strategiche e organizzative necessarie, ad esempio, ad operare in ambito internazionale, rafforzando al contempo competenze imprenditoriali del partecipante e capacità innovativa dell’impresa.

Le lezioni si terranno a Dalmine (sedi di Bergamo Sviluppo al Point-Polo per l’Innovazione Tecnologica e della facoltà di Ingegneria dell’Università di Bergamo) il venerdì pomeriggio e il sabato mattina, nel periodo marzo–inizio novembre 2017, per un totale di 120 ore.

Tra i temi affrontati: internazionalizzazione, imprenditorialità e cambiamento; comunicazione interculturale in ambito imprenditoriale; strategie imprenditoriali e globalizzazione; comunicazione interculturale e linguaggi; mercati internazionali e strategie d’ingresso; disruptive innovation; obiettivi economici e non economici; marketing strategico e marketing imprenditoriale; il business model canvas e il business plan; strategie di export; marketing operativo.

La metodologia didattica prevede l’alternanza tra momenti di docenza frontale, seminari tematici, testimonianze imprenditoriali e lavori interattivi di gruppo per stimolare nei partecipanti l’apertura all’innovazione e la disponibilità a mettersi in gioco.

Le imprese interessate a partecipare devono presentare domanda di adesione entro il 24 febbraio (qui tutte le informazioni). Successivamente il candidato identificato dall’azienda sarà invitato ad un colloquio conoscitivo. È prevista piccola quota di finanziamento a carico delle imprese partecipanti (300 euro + Iva 22%).

Il corso ha già consentito, con successo, la formazione di 166 partecipanti.




Borgo Palazzo, un chilometro e mezzo di wifi. E a maggio arriva una nuova festa

wifi borgo palazzo

Dopo l’oasi in piazza Sant’Anna, attiva dal maggio scorso, BergamoWifi, la rete internet pubblica del Comune di Bergamo, si estende lungo via Borgo Palazzo. Sabato 21 gennaio, al civico 104 (incrocio con viale Pirovano) l’assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni, i rappresentanti del Distretto urbano del commercio e delle Botteghe di Borgo Palazzo hanno inaugurato il servizio che permette di connettersi e navigare gratuitamente sul tratto che va da via Camozzi al cavalcavia, circa un chilometro e mezzo di copertura.

nicola viscardi - presidente botteghe borgo palazzo - rit
Nicola Viscardi

Prosegue così il piano dell’Amministrazione verso una città sempre più smart e connessa. E i commercianti non nascondono la propria soddisfazione: «L’estensione della rete wifi ai borghi è stata una delle priorità che abbiamo indicato al momento dell’ingresso nel Duc – ricorda il presidente delle Botteghe, Nicola Viscardi -. È un’operazione che comporta risorse importanti, non possiamo perciò che riconoscere gli sforzi del Duc e del Comune per mettere a disposizione del quartiere questa importante infrastruttura. Il prossimo passo sarà cercare di portare la copertura nelle via laterali, ma anche svilupparla come strumento commerciale».

Se, infatti, il wifi è utile ai cittadini e ai turisti e può essere un fattore di attrattività, per chi ha un locale o un negozio può diventare un prezioso alleato per monitorare i flussi e interagire con la clientela. «Portando il segnale anche all’interno degli esercizi – spiega Viscardi -, non solo i clienti avranno la possibilità di rimanere comodamente connessi alla rete con lo stesso login, ma i commercianti potranno avere a disposizione informazioni importanti per analizzare gli ingressi e mettere a punto le proprie strategie commerciali».

1403-Roberto-Ghidotti-1
Roberto Ghidotti

È anche l’obiettivo del Duc, che per il wifi in città ha messo sul piatto 35mila euro, ottenuti con il bando sui Dat. «Abbiamo sostenuto la copertura del centro, di Borgo Santa Caterina (dove il servizio è stato inaugurato qualche settimana fa ndr.) ed ora si attiva anche in Borgo Palazzo – evidenzia Roberto Ghidotti, presidente del Distretto -. Si tratta di un passo fondamentale e necessario sulla via dell’innovazione dei nostri centri urbani, che ora declineremo anche all’interno dei singoli negozi, come strumento per migliorare l’operatività e l’interazione con i clienti».

Intanto le Botteghe sono al lavoro anche sul piano degli eventi e lasciano trapelare di una nuova iniziativa che dovrebbe rappresentare il bis della grande Festa del Borgo, ormai una tradizione nel settembre cittadino. «Sarà a maggio e ancora una volta chiuderà la via per riempirla di attività, spettacoli, laboratori, personaggi – dice Viscardi -. Avrà però un taglio più artistico e culturale, parlerà di creatività, talenti, musica, dialogo e integrazione».

La parola d’ordine è scontata: restate connessi!